lunedì 29 dicembre 2025

Frankenstein o il moderno Prometeo di Mary Shelley e MinaLima

Questo mese mi sono finalmente decisa a leggere "Frankenstein o il moderno Prometeo" di Mary Shelley, prima nell'edizione illustrata da Marco Calvi e poi, a confronto, anche con quella illustrata da MinaLima. Con l'uscita del film di Guillermo del Toro sul medesimo argomento infatti quest'anno sembrano aver iniziato a fioccare delle belle edizioni di questo classico, che finalmente è stato anche illustrato.
Opera fondamentale per lo sviluppo del genere horror e di quello fantascientifico, la storia del giovane Frankenstein che riesce a dar vita a una "creatura" assemblata con parti di cadaveri colpisce ancora oggi per l'attualità delle questioni affrontate, dalla sfida dell'uomo ai limiti posti dalla natura al desiderio di poter sfuggire alla morte.
 
   
Sopra: La splendida e raffinata copertina presenta scritte e decori dorati che spiccano sullo sfondo blu. Di questo volume inoltre è disponibile anche l'edizione con cofanetto, che vedete a destra, sempre blu con decori dorati.
 
La vicenda inizia con le lettere che il giovane capitano ed esploratore Robert Walton scrive alla sorella Margaret. Walton è appena diventato ricco grazie all'eredità di un cugino e ha deciso di intraprendere un viaggio nella speranza di giungere al Polo nord e scoprire cosa attragga l'ago magnetico della bussola verso nord. La sua nave, giunta nell'estremità dell'emisfero, rimane intrappolata fra blocchi di ghiaccio dove l'equipaggio scorge fra i ghiacci una figura enorme e mostruosa su una slitta che, poco tempo dopo, scompare. 
Ecco cosa scrive Robert Walton in una lettera alla sorella: "Ci è capitato un episodio così strano che non posso fare a meno di registrarlo, anche se, con ogni probabilità, ti rivedrò prima che queste carte possano giungere fra le tue mani.
Lunedì scorso, 31 luglio, eravamo quasi completamente circondati dal ghiaccio, che stringeva la nave da ogni prte, lasciandole a stento un tratto di mare dove galleggiare. [...]
Verso le due la nebbia si sollevò, e noi scorgemmo, in ogni direzione, vaste e irregolari pianure di ghiaccio, che sembravano sconfinate. Alcuni dei miei compagni presero a gemere, e anche nel mio animo cominciavano ad affollarsi pensieri inquietanti, quando quando uno strano spettacolo attirò a un tratto gli sguardi di tutti, distraendoci dai timori per la nostra situazione.
Vedemmo un carro basso, attaccato a una slitta e trascinato da cani, passare verso nord, a mezzo miglio di distanza: un essere di forma umana, ma apparentemente di statura gigantesca, sedeva sulla slitta e guidava i cani. Seguimmo con i nostri cannocchialila rapida corsa del viaggiatore, fino a quando egli non scomparve in lontananza tra le irregolarità del  ghiaccio.
Questa apparizione suscitò in noi una profonda meraviglia. Pensavamo di essere a molte centinaia di miglia distanti da terra; ma questo incontro sembrava dimostrare che non eravamo così lontani come avevamo immaginato. Tuttavia, chiusi come eravamo fra i ghiacci, ci riusciva impossibile seguirne la pista, che avevamo osservato con la massima attenzione.
Il giorno successivo appare una seconda slitta, con a bordo un uomo praticamente congelato. Walton inizia a scrivere alla sorella degli avvenimenti che si susseguono e dell'incredibile storia del forestiero, che, una volta recuperate le forze, si presenta come dottor Victor Frankenstein,
Il dottore narra quindi a Robert la sua storia, partendo della sua nascita a Ginevra, dove vive un'infanzia felice con i suoi amorevoli genitori, Alphonse e Caroline Beaufort Frankenstein, la sorella adottiva Elizabeth Lavenza e i fratelli minori Ernest e William, e trascorre il tempo studiando con impegno insieme a Elizabeth, leggendo con passione le opere di antichi autori 
L'esistenza di Frankenstein, fino ad allora molto felice, viene sconvolta dalla morte della madre a causa della scarlattina, contagiata da Elizabeth. Caduto in un trauma psicologico, Victor continua a studiare coltivando segretamente un sogno impossibile per chiunque: la creazione di un essere umano più intelligente del normale, dotato di salute perfetta e lunga vita.
Il dottor Frankenstein confessa quindi di essere riuscito a creare un mostro cucendo pezzi di cadaveri presi da obitori e cimiteri, ma l’orrenda Creatura, ripudiata dal suo stesso demiurgo, fugge e, dopo essere stata oggetto di disgusto, disprezzo e violenza, si lancia in una spietata vendetta contro il suo creatore… 
 
 
Sopra: Le pagine illustrate all'inizio del primo capitolo, sui toni dell'arancio e del blu/verde scuro.
 
Le illustrazioni di MinaLima che accompagnano l'intera storia (ve ne sono sia a tutta pagina, sia a doppia pagina, sia in mezzo ai testi) posseggono dei tratti semplici e moderni, con figure dai contorni netti e ben definiti, seppur ricche di dettagli.
I colori sono stesi all'interno del bordi dei vari elementi che compongono le figure in un modo netto e deciso, in maniera monocromatica e senza sfumature. Le tinte utilizzate per queste illustrazioni hanno delle tonalità decise e intense. Questa volta c'è da dire che, a differenza che nella maggior parte degli altri volumi della collana (dove i colori sono allegri, brillanti e vividi, conferendo così alle immagini un aspetto piuttosto vivace e allegro), le tinte utilizzate per questa storia sono praticamente sempre piuttosto scure e cupe, con un'assoluta predominanza di colori quali il blu, il nero, il bianco e il giallo. In effetti è quest'ultimo il colore che dona un tocco di allegria e vivacità alle illustrazioni, risaltando spesso all'interno delle tavole, dove viene utilizzato per tingere le luci all'interno di una stanza, la luce del sorgere del sole oppure quella del fuoco di un caminetto, di una lanterna o di alcune lampadine.
Belli e dettagliati i disegni, molti dei quali raffigurano delle scene di ampio respiro, mostrando bene anche gli ambienti in cui esse si svolgono, che possono essere laboratori ricchi di complicati marchingegni a intricati boschi pieni di alberi o cimiteri colmi di lapidi. 
In certi casi ho notato come le illustrazioni interpretino un po' i testi a modo proprio, aggiungendo dei dettagli che nei testi non sono presenti, soprattutto per quanto riguarda il laboratorio di Frankenstein e tutta la strumentazione in esso presente, che nella storia non viene mai descritta, quasi neppure accennata, mentre nelle illustrazioni vediamo tutta una serie di macchinari e strumenti che vanno a creare un laboratorio molto attrezzato.
L'aspetto del mostro invece non l'ho trovato nulla di particolare: ha l'aspetto di un uomo molto alto e grosso, coi i capelli lunghi e la barba folta, il viso un po' rugoso attraversato da una cicatrice su un occhio, vestito con un mantello sbrindellato; non si nota però granché il suo aspetto cadaverico, da creatura che è stata assemblata da parti di cadavere.
 

 
 

 
Sopra: 
Le illustrazioni di MinaLima che accompagnano l'intera storia posseggono dei tratti semplici e moderni, dallo stile elegante, con figure dai contorni netti e ben definiti, seppur ricche di dettagli. I colori sono stesi all'interno del bordi delle figure in un modo netto e deciso, senza sfumature, con delle tinte dalle tonalità decise e intense, talvolta accese e brillanti.
 
Il capolavoro della letteratura gotica rinasce in questa edizione a cura del pluripremitato studio MinaLima, con sontuose illustrazioni e sette inserti interattivi in 3D. Una particolarità che caratterizza le edizioni della MinaLima è la presenza di numerosi elementi interattivi quali: mappe, fogli intagliati e finestrelle che si possono aprire, ruote di carta che si possono girare....
In questa edizione ad esempio troviamo: il viso del mostro, un estratto dal diario del dottor Victor e un’antica mappa dell’Europa...
Tali elementi intrattengono il lettore, catturandone l'attenzione, coinvolgendolo e aiutandolo a entrare ancora di più nella storia, senza però distrarlo e allontanarlo eccessivamente da essa. Anzi, tali elementi si fondono molto bene con i testi, aiutando il lettore a immedesimarsi nella storia. In questo volume mi sembra che gli artisti si siano sbizzarriti, adottando anche diverse soluzioni innovative facendo risultare gli elementi interattivi davvero spettacolari.
 



 
 
Sopra: Alcuni degli elementi interattivi che si possono trovare all'interno del libro. In alto l'occhio del mostro che si apre, in basso il biglietto d'invito del matrimonio che si apre in 3D a teatrino.

"Frankenstein o il moderno Prometeo" di Mary Shelley è una di quelle opere che mi sono sempre ripromessa di dover leggere, soprattutto dopo aver letto "Dracula" di Bram Stoker, ma che ho sempre avuto un po' paura ad approcciare. Finalmente comunque sono riuscita a vincere questa resistenza grazie a due nuove edizioni illustrate che sono uscite tra ottobre e novembre del 2025 (in occasione dell'uscita del film basato sul romanzo di "Frankenstein" diretto da Guillermo del Toro). Una delle due edizioni è quella illustrata da MinaLima (e che continua la collana dei classici che era rimasta ferma con "Biancaneve e altre fiabe" dal 2022) mentre l'altra è questa illustrata da Calvi edita dalle Edizioni Re-Belle.
Il libro, nonostante l'iniziale reticenza a iniziarlo, devo dire che mi è piaciuto, sebbene l'abbia trovato un po' diverso da come me lo aspettavo. La maggiore differenza per me è stata la creazione del mostro. Nei film infatti ho sempre visto dare molta enfasi a questo momento della creatura che prende vita grazie alla forza elettrica dei fulmini: in tutti i film di "Frankenstein" c'è questa scena memorabile del mostro disteso che viene animato grazie all'elettricità contenuta nei fulmini durante una notte di tempesta attesa con trepidazione dal dottor Frankenstein.
Nel romanzo invece il tutto avviene molto in silenzio e quasi in sordina, in quanto il dottore spiega di aver fatto questi esperimenti segreti nella propria camera e a quanto pare nessuno ha mai sospettato nulla. Le parti dedicate a spiegare gli esperimenti e i tentativi che hanno portato alla creazione e animazione della creatura in realtà sono piuttosto brevi: "Chi potrà mai immaginare gli orrori del mio lavoro segreto, quando mi calavo nelle umide profondità di una tomba, o torturavo un animale vivo per animare la creata inerte?"
In effetti dal testo sembra che Frankenstein abbia scoperto il segreto della vita ben prima di iniziare a creare la sua creatura e che solamente dopo abbia deciso di addentrarsi nella sua realizzazione. Da notare tuttavia come la descrizione di tale scoperta sia lasciata piuttosto vaga. La cosa che più mi ha stupito, leggendo il romanzo, è come ad esempio, quando il dottore descrive le ricerche che lo hanno portato a scoprire il segreto per infondere la vita nella materia morta, non parli mai dell'elettricità, cosa che invece nei film viene sempre messa molto in risalto: "Mi soffermai a esaminare e analizzare tutte le minime relazioni di causa ed effetto, quali vengono esemplificate nel passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla vita; finché dal buio in cui brancolavo balenò su di me una luce improvvisa - una luce così vivida e meravigliosa eppure così semplice che, pur colto da vertigini per le sconfinate prospettive che mi apriva, fui sorpreso che, fra tanti uomini di genio che avevano dedicato le loro ricerche alla stessa scienza, a me solo fosse riservato di scoprire il segreto così stupefacente. [...] 
Poteva trattarsi di un miracolo; ma le tappe della scoperta erano chiare ed evidenti. Dopo giorni e notti di lavoro e fatica incredibili, riuscii a scoprire la causa della germinazione  e della vita; anzi, c'è di più, fui in grado di infondere vita alla materia inanimata. [...]
Quando mi trovai tra le mani un potere così sbalorditivo, esitai a lungo circa il modo di utilizzarlo. Per quanto possedessi la capacità di suscitare la vita, tuttavia preparare un corpo atto a riceverla, con tutti i suoi intrichi di fibre, di muscoli e di vene, restava sempre un'impresa di difficoltà e di fatica inconcepibili. Fui incerto dapprima se tentare la creazione di un essere come me o quello di un organismo più semplice; ma la mia immaginazione era troppo esaltata dal primo successo per permettermi di dubitare della mia capacità di dar vita a un animale complesso e meraviglioso come l'uomo."
Anche il momento in cui alla creatura viene data la vita è piuttosto breve, e la vicenda si focalizza rapidamente sulle emozioni e i sentimenti del dottor Frankenstein piuttosto che non sulla nascita della creatura in sè (e anche qui non si fa un esplicito o specifico riferimento all'uso di elettricità): "Fu in una cupa notte di novembre che vidi il coronamento delle mie fatiche. Con un'ansia che assomigliava all'angoscia, raccolsi attorno a me gli strumenti atti a infondere la scintilla di vita nell'essere inanimato che giaceva ai miei piedi. Era già l'una di notte; la pioggia batteva sinistra sui vetri, e la candela avrebbe presto dato i suoi ultimi guizzi, quando, alla luce che stava per spegnersi, vidi aprirsi i foschi occhi gialli della creatura; un ansito e un moto convulso le agitarono le membra.
Come descrivere le mie emozioni dinanzi a questa catastrofe, o come dare l'idea dell'infelice che, con cura e pena infinite, mi ero sforzato di creare?
Il dottore è talmente disgustato e spaventato dalla propria creatura che la abbandona e lascia la stanza, e quando ritorna è sollevato dal non trovarla più. Anche qui mi ha stupito come Frankenstein cerchi di dimenticarsi dell'esistenza di ciò che ha creato, senza mai interrogarsi (per ben 2 anni) su dove sia andato il suo mostro, che fine abbia fatto, se sia ancora vivo e cosa potrebbe combinare. 
In effetti i successivi incontri che egli ha col suo mostro sono casuali, semplicemente lui si reca in un certo luogo e lì la vede oppure la incontra. D'altronde probabilmente è destino che i due siano destinati a incontrarsi e a scontrarsi, tato il legame che li lega l'uno all'altro, nonostante i tentativi del dottore di dimenticarsene.
Nonostante alcune cose non fossero come mi aspettassi (influenzata dalla notevole filmografia riguardo a quest'opera) devo dire di aver apprezzato questo classico, anche grazie alle belle e dettagliate illustrazioni di MinaLima, molto dettagliate e intense, e ai loro giochi cartotecnici molto coinvolgenti (un paio dei quali ho però dovuto riattaccare io con la colla in quanto si erano staccati dalla pagina). Illustrazioni che in certi casi aggiungono dei particolari rispetto ai testi, come nel caso del laboratorio di Frankenstein e degli strumenti usati per animare la creatura che nei disegni vengono mostrati, emntre nei testi non sono mai descritti.
In questo caso la traduzione è opera di Luca Lamberti, ma comunque la storia, nonostante sia stata scritta agli inizi dell'Ottocento, scorre molto bene, nonostante i dialoghi siano piuttosto pochi e al fatto che ci siano molte descrizioni. La narrazione in prima persona poi risulta effettivamente coinvolgente e naturalmente la storia stessa è molto interessante e intrigante, in quanto il lettore è effettivamente curioso di conoscere le sorti di Frankenstein e della sua creatura.
La descrizione della creatura è molto interessante, anche grazie all'ampio spazio che le è stato dato all'interno della storia. Vi sono infatti vari capitoli dove ella racconta della propria vita e delle proprie avventure, il che dà i lettori la possibilità di conoscerla intimamente, di comprendere il suo punto di vista e le sue emozioni, arrivando a capire cosa l'abbia portata a fare certe azioni o compiere certe decisioni. Forse per la prima volta nella letteratura ci troviamo davanti a un mostro che è tale per il suo aspetto e per il modo in cui è stato creato, ma che non possiede una natura intrinsecamente malvagia (come accadeva invece nel caso del conte Dracula). Questo lo ha reso un personaggio complesso e sfaccettato, un personaggio grigio, proprio come il suo creatore: con entrambi si può empatizzare e capire le loro ragioni, ma nessuno dei due è comunque completamente assente da colpe (anche il mosro ha comunque compiuto delle azioni riprovevoli, tra cui vari omicidi che avreppe potuto evitare).
Un classico immortale, a tratti pauroso ma anche struggente, sui limiti della scienza, sulla crudeltà della natura umana, sull’ambizione e sul perdono, scritto nel 1818 da una giovanissima Mary Shelley, una lettura sicuramente consigliata.  
 
L'opera è stata pubblicata originariamente nel 2025 col titolo "Frankenstein or the modern Prometeus" dalla HarperCollins Publishers ed è stata edita in italiano, sempre nel 2025, da L'Ippocampo Edizioni. Il volume è dotato di una copertina rigida, ha 416 pagine, misura 24 cm d'altezza e 16,5 cm di lunghezza e costa 29,90 euro.
 
In italiano, della MinaLima, sono stati pubblicati i seguenti titoli:

   

     
 
      
Sopra: Le copertine dei classici illustrati da MinaLima.
 
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