lunedì 25 settembre 2017

The art of the Disney princess

"The art of the Disney princess" è un artbook, che si apre con l'introduzione di Glen Keane, che contiene numerose illustrazioni che, come dice il titolo, hanno come soggetto le principesse Disney ritratte in maniere, stili e con strumenti differenti, capaci di conferire alle principesse un'aspetto diverso, anche se comunque sempre riconoscibile.

Sopra: La copertina di quest'opera mostra l'illustrazione di Chad Sommers, che rappresenta Biancaneve.

All'interno del volume, dopo una breve introduzione di Glen Keane, un animatore della Disney, possiamo trovare decine e decine di disegni e di illustrazioni che ritraggono le principesse Disney disegnate in pose, scenari, ambientazioni, con stili e strumenti differenti.
Sotto a ogni immagine viene riportato il nome della principessa rappresentata, l'artista che ha realizzato l'illustrazione, i materiali e gli strumenti utilizzati. Gli stili delle illustrazioni sono molto differenti: si passa dall'art nouveau, allo stile chibi, al manga, al fumetto, da uno stile più classico a quelli dall'aspetto più moderno, alcuni sono più spigolosi, altri sono stilizzati, alcuni hanno un aspetto molto semplice, con colori piatti e monocromatici, altri sono ricchi di dettagli e sfumature….
Come ho detto anche i materiali utilizzati variano molto, influenzando anche lo stile dell'illustrazione: digital media, matita, collage di carta, acquerelli, inchiostro, pastelli, colori ad olio, colori acrilici, grafite, penna, argilla….
Ogni 5-6 pagine inoltre le immagini sono intervallate da brevi testi che riportano dei commenti degli artisti che hanno creato le illustrazioni delle principesse presenti in questo libro illustrato.
Le illustrazioni dedicate a ciascuna principessa variano molto di numero: Biancaneve ha 56 disegni che la ritraggono, Aurora 29, Cenerentola 22, Ariel 20, Jasmine 13, Belle 11, Mulan e Pocahontas 5, Kida (da "Atlantide"), Giglio Tigrato (da "Peter Pan") e Tiana (da "La principessa e il ranocchio") 1 a testa.

Poiché quest'opera è una raccolta di disegni che hanno come soggetto le principesse Disney gli illustratori che le hanno realizzate sono molti: Glen Keane, Stacey Aoyama, Ron Valasco, Jeff Shelley, Eli Trinh, Marisa Morgan, Anthony Whitfield, Cathy Clark, Enrico Soave, Dan Beltran, Dorota Kotarba-Mendez, Diana Shin, Enrique Pita e Ed Irizarry, Ellie Choi-Huezo, Eric Tan, Frac Fox, Frederic Danel,  Genevieve Godbout, Greg Storey, Jaime Tracht, Jenny Chung, John T. Quinn, Matt Cruickshank, Neysa Bové, Pedro Astudillo, Steve Thompson, Vince Musacchia, Glen Harrington, Jina Kim, Maulshree Somai, Olga Mosqueda ….
Poiché, come ho detto e ripetuto anche precedentemente le illustrazioni dei vari artisti si differenziano molto per stile e per gli strumenti utilizzati, vi riporto di seguito alcune di queste immagini in modo che possiate vederne la varietà.

  

Sopra: Alcune interpretazioni di Belle, quella in alto a sinistra (dall'aspetto più classico) realizzata da Dorota Kotarba Mendez, quella in alto a destra (dall'aspetto di un quanto del 1700) è di Maria Elena Naggi, mentre l'immagine più in basso (dall'aspetto più chibi) è di John T. Quinn.

  

Sopra: Tre interpretazioni della principessa Aurora. In alto a sinistra un'illustrazione dall'aspetto moderno realizzata da Greg Storey, in alto a destra un'illustrazione in stile liberty di Enrique Pita e Ed Irizarry, e in basso al centro un disegno dallo stile molto classico di Pedro Astudillo.

  
Sopra: Due illustrazioni di Biancaneve dallo stile moderno, quella a sinistra realizzata da Matt Cruickshank e quella a destra da Dan Beltrame.

  
Sopra: Due illustrazioni di Cenerentola di cui quella a sinistra, di Steve Thompson ripropone uno stile più classico, mentre quella a destra, di Olga Mosqueda, ha uno stile più particolare.

  
Sopra: A sinistra la versione della principessa Jasmine di Maulshree Somani, mentre a destra un'immagine di Mulan realizzata da Ellie Choi-Huezo.

Questo artbook è una bella raccolta di illustrazioni che potrà interessare a tutti gli amanti delle principesse Disney, i quali potranno guardarle con differenti stili e aspetti. L'opera offre una buona varietà di stili, di cui alcuni potranno piacere ed altri meno, tuttavia è sicuramente interessante osservarli nella loro diversità. L'unica pecca del libro è che i disegni sembrano essere stati inseriti in modo casuale, senza seguire un qualche ordine o secondo qualche regola, è una semplice raccolta di illustrazioni. Inoltre nell'opera non vi è molto testo, solo alcuni commenti degli artisti, ogni 5/6 pagine, che hanno realizzato le illustrazioni.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2009 dalla Disney Editions.  Il libro ha 176 pagine, la copertina rigida dotata di sovracopertina, misura 27 cm d'altezza e 27,5 cm di lunghezza e costa 40$.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 18 settembre 2017

L'orco che mangiava i bambini di Fausto Gilberti

Questa volta parlerò dell'illustratore italiano Fausto Gilberti e di una delle sue opere: "L'orco che mangiava i bambini", un racconto divertente, ma anche un po' macabro, con protagonista un orco che adora nutrirsi dei bambini golosi.

Sopra: La copertina, tutta in bianco e nero come i disegni all'interno dell'albo illustrato, mostra il protagonista della storia: l'orco che mangiava i bambini.

"C'era un volta un orco brutto e cattivo". Come l'inizio di una fiaba così inizia questa storia di Gilberti che ha come protagonista un orco che mangia i bambini, come si capisce dal titolo. Un orco "Che non si lavava mai e quindi era sporco e puzzolente. Aveva molti difetti e nessun pregio" e che come tutti gli orchi si nutre di bambini. Ma quest'orco ha le sue preferenze, infatti gli piacciono solo i bambini golosi (di dolci, patatine, bibite ecc…), bambini come Matilde "Che maigava scatole intere di brioches farcite",  o come Martino, che aveva visto masticare gomma americana e patatine.
Sebben quest'orco ami abbuffarsi di bambini golosi egli ha un punto debole, infatti è tremendamente allergico a quelli che si nutrono di cibi sani poiché "Il solo odor di cipolla, carota o pomodoro lo faceva stare male. La sola vista di latte, formaggio o uova gli faceva venire il capogiro. Una sola lenticchia giù per lo stomaco e sarebbe morto all'istante". Ad esempio un venerdì vomitò tutta la notte "Perché di era avvicinato a un marmocchio che sgranocchiava una mela". Suo cugino Osvaldo, addirittura, era morto durante il pranzo di nozze della figlia orchessa "Perché aveva annusato le orecchie della figlioletta del cuoco che andava ghiotta di zucchine e melanzane".
E' quindi facile comprendere perché l'Orco si tenesse ben alla larga dai bambini che si nutrivano di cibo sano e che solitamente mangiasse, in una sua giornata abituale: Margherita allo spiedo di colazione, a pranzo Giovanni fresco di giornata, a merenda occhi di Michele, a cena Stella in brodo e Emma inzuppata nel vino zuccherato prima di andare a letto (ovviamente tutti bambini molto golosi).
Alla fine del libro l'autore ci avverte che l'Orco non è ancora morto, mettendo quindi in guardia i bambini golosi, che rischiano di finire nella sua dispensa.

Sopra: Un paio di pagine del libro che mostrano l'orco intento a praticare le sue attività preferite: cacciare e mangiare bambini.

Lo stile di disegno di Gilberti è alquanto particolare: i suoi disegni sono completamente in bianco e nero (senza sfumature inoltre: o è tutto bianco o è tutto nero), hanno infatti un tratto semplice e un po' stilizzato, che conferisce ai suoi personaggi un aspetto simpatico, divertente e buffo.
I personaggi disegnati da quest'autore hanno infatti un aspetto alquanto particolare: occhi molto grandi (che solitamente escono dai bordi della testa) perfettamente tondi, visi squadrati dalla forma rettangolare, una semplice linea dritta come naso, capelli composti da linee più o meno sottili, (talvolta dritte talvolta storte), gambe e braccia che non sono altro che delle semplici linee dritte, così come anche i piedi e le dita delle mani sono solo delle linee nere. Gli ambienti inoltre sono praticamente inesistenti, in quanto le figure si stagliano su degli sfondi completamente bianchi.

Sopra: Lo stile di quest'artista è molto particolare, basta vedere come sono disegnati i vari personaggi della vicenda: con gli occhi grandi e a palla, i volti rettangolari, i nasi a riga e le braccia e le gambe sottilissime. Notare l'uso del bianco e nero, che non presenta alcuna sfumatura.

Le illustrazioni di questo artista, insomma, sono l'apice della semplicità (tanto da presentare molti elementi stilizzati), una semplicità che però risulta efficace e convincente, perché possiede un suo stile, un suo perché. Una semplicità che contribuisce a rendere questi personaggi simpatici e bizzarri e che inoltre rende praticamente innoqua agli occhi del lettore la violenza che avrebbe potuto essere percepita in certe scene (come quella in cui l'Orco tiene tra le mani due bulbi oculari, oppure quella in cui inzuppa mezza testa di una bambina in un bicchiere di vino).

  
Sopra: A sinistra l'Orco che tiene tra le mani due bulbi oculari e a destra l'Orco che inzuppa mezza testa di una bambina nel vino zuccherato. Due scene che potrebbero destare spavento, ma che grazie allo stile semplice e buffo dell'artista appaiono alquanto innocue (se non divertenti).

Un libro simpatico e un po' macabro (alcuni passaggi sono in effetti un po' truculenti se ci si sofferma a pensarci), che si salva dallo scadere in una morale ormai divenuta tanto banale quanto scontata ("bisogna mangiare sano") grazie al protagonista (dall'aspetto simpatico e particolare, grazie allo stile dell'artista) e ai testi che declinano l'argomento del magiare sano in maniera ironica e un po' macabra, con un tocco di black humor, concedendo loro un certo fascino.
Non credo sia un libro effettivamente da proporre ai bambini (piccoli) con la speranza di convincerli a mangiare sano, anche perché minacciarli con l'idea che un orco se li mangi non mi pare il massimo. Magari da proporre a bambini già più grandi che non credono più all'esistenza di mostri e che potrebbero apprezzare l'ironia dei testi.
C'è da dire comunque che il costo è piuttosto alto considerando il tipo di edizione, in copertina flessibile spillata, poche pagine e con disegni in bianco e nero.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2012 dalla Maurizio Corraini s.r.l.  Il libro ha 32 pagine, la copertina flessibile, misura 31,225 cm d'altezza e 22 cm di lunghezza e costa 10 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 11 settembre 2017

The Fairy-Tale Princess. Seven classic stories from the enchanted forest di Su Blackwell

"The Fairy-Tale Princess. Seven classic stories from the enchanted forest", pubblicato in italiano col titolo "Principesse di carta. Fiabe classiche dalla foresta incantata", è un libro che contiene sette fiabe, riscritte da Wendy Jones, accompagnate da immagini i cui personaggi, ambientazioni e la maggior parte degli oggetti, tutti realizzati da Su Blackwell, sono fatti completamente di carta.

  
Sopra: A sinistra la copertina dell'edizione inglese e a destra quella dell'edizione italiana della Logos.

In questa raccolta sono contenute, come dicevo all'inizio, sette fiabe: "Cenerentola", "Il principe ranocchio", "Le dodici principesse danzanti", "La principessa sul pisello", "Biancaneve", "Raperonzolo" e "La bella addormentata nel bosco".
Poiché i testi sono stati riscritti presentano alcune differenze rispetto a quelli originari, sebbene siano stati mantenuti abbastanza simili alla loro versione originale. Vi riporterò alcune modifiche che ho riscontrato nelle fiabe presenti in questo volume:
- Nella fiaba di "Cenerentola", ad esempio, la ragazza quando va al ballo non rivolge la parola alle sorellastre (cosa che invece accadeva nella versione di Perrault) ed ella fugge perdendo la scarpina già al primo ballo (mentre ciò avveniva nella versione originale durante il secondo ballo). In questa versione le sorellastre e la matrigna di Cenerentola non chiedono perdono alla fanciulla quando riconoscono che era lei la principessa del ballo ma "Were horrified and became pale with ragie (rabbia)".
- In questa versione della fiaba de "Il principe ranocchio" il ranocchio torna dalla principessa per mangiare con lei per tre giorni, finché al terzo giorno lei gli dà un bacio augurandogli la buona notte. Il giorno dopo il ranocchio si trasforma in un principe alle prime luci del giorno, mentre nella versione originale invece il ranocchio si ritrasforma in principe dopo che la principessa lo ha lanciato contro il muro, rifiutando di dormire con lui. Nella fiaba originale si parla inoltre anche del servitore del principe, che in questa versione invece non viene citato.
- Nella fiaba de "La principessa sul pisello" è stato modificato leggermente il finale della storia:
Versione originale di Hans Christian Andersen: "Il Principe, ormai certo che si trattasse di una vera principessa, la prese in moglie; e il pisello fu collocato nel museo, dove probabilmente si trova ancora, a meno che qualcuno non lo abbia rubato. Perché la storia, vedete, è vera quanto la Principessa".
Versione riscritta da Wendy Jones: "The prince and the princess were married and had the most splendid wedding cake (torta nuziale), all covered with sweet green peas (piselli). And the pea was put in a glass case (teca di vetro) in a museum, where you can see it for yourself. That is if a prince - a prince who is searching for a real princess - hasn't stolen it (non lo ha rubato)."
- Nella fiaba di "Biancaneve" la regina, travestita da vecchia, riesce ad uccidere Biancaneve al primo tentativo utilizzando la mela (mentre nella versione originale la regina aveva dovuto fare tre tentativi, i primi due utilizzando un nastro e un pettine). Alla fine della fiaba, inoltre non si fa più alcun riferimento alla regina, poiché questa versione si conclude col matrimonio del principe e di Biancaneve.
- Nella fiaba di "Raperonzolo" la ragazza vaga per alcuni anni nel deserto assieme ai due gemelli che aveva partorito, mentre in questa versione vaga nel bosco per tre giorni prima di essere ritrovata dal principe. In questa versione quest'ultimo inoltre riacquista la vista grazie a un bacio della ragazza, mentre nella versione originale era grazie alle lacrime di quest'ultima.
Versione originale del 1857 dei Grimm: "Due delle sue (di Raperonzolo) lacrime gli bagnarono gli occhi, che ritrovarono la luce, e il principe poté vedere come un tempo".
Versione riscritta da Wendy Jones: "Rapunzel came and kissed hin and his eyes were healed (guariti). He could see again".
Nelle altre fiabe (tranne quella de "Le dodici principesse danzanti" di cui non ho la versione originale con cui poter fare confronti) invece non ho riscontrato grossi cambiamenti nella trama.

Sopra: Un'immagine proveniente dalla fiaba di "Biancaneve", quando la matrigna, travestita da vecchia, sta per donare la mela alla protagonista

Le immagini presenti in quest'opera non sono delle illustrazioni ma foto di scenografie i cui personaggi, oggetti, edifici ed ambientazioni sono stati realizzati tramite carta. La complessità delle immagini può variare: da foto che contengono pochi elementi a scenografie estremamente ricche (con castelli, alberi, figure umane, tavole imbandite, letti…). Tutti gli elementi presenti nelle immagini, pochi o tanti che siano, sono comunque molto elaborati e curati in ogni dettaglio, posizionati su sfondi monocromatici dai colori accesi (blu, rosso, verde, azzurro…).



Sopra: Che l'artista debba rappresentare scene molto ricche di elementi (come quelle delle due immagini più in alto, tratte dalla fiaba de "La bella addormentata nel bosco") o con un solo elemento (come la torta di piselli dell'immagine più in basso) essi sono sempre molto curati ed elaborati.

Sebbene la maggior parte delle sculture sia stata mantenuta del colore originario della carta, lasciando spesso in evidenza le scritte di quest'ultima, in alcuni casi l'artista ha invece colorato alcuni elementi delle sculture, facendoli risaltare e donando così un tocco di colore alla scena.

Sopra: Sebbene la maggior parte dei componenti delle sculture si stata lasciata dall'artista del colore originario della carta, alcuni elementi sono invece stati colorati, donando un tocco di colore alla scena, così come nel caso delle foglie degli alberi e dei vestiti dei nani dell'immagine qui sopra, tratta dalla fiaba di "Biancaneve".

Questa raccolta che contiene sette fiabe classiche è un'opera che merita di essere apprezzata per l'originalità del modo in cui queste fiabe sono state rappresentate (tramite sculture e personaggi di carta), capaci di immergere il lettore in un universo magico e incantato (e anche un po' diverso dai soliti). I testi, sebbene non siano quelli originali, tutto sommato non presentano grosse modifiche.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2012 col titolo "The Fairy-Tale Princess. Seven classic stories from the enchanted forest" dalla Thames & Hudson. E' stata edita nel 2013 col titolo "Principesse di carta. Fiabe classiche dalla foresta incantata" dalla Logos Edizioni, l'opera ha 98 pagine, la copertina rigida, misura 29,3 cm d'altezza e 24,3 cm di lunghezza e costa 19,95 euro .

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 4 settembre 2017

Fate di Brian Froud e Alan Lee

"Fate" è un libro illustrato da Brian Froud e Alan Lee, due famosi artisti inglesi conosciuti in tutto il mondo, il primo per i suoi disegni del popolo fatato e il secondo per le sue illustrazioni di libri fantasy (tra cui quelli di Tolkien).
In questo post vi parlerò di due edizioni di quest'opera: quella italiana del 1979 (quella inglese risale all'anno precedente) e la Delux collector's edition del 2010, per il trentesimo anniversario.

  
Sopra: Le copertine delle due edizioni di "Fate" di cui parlerò in questo post. Quella a sinistra è dell'edizione italiana del 1979 mentre quella a destra è la Delux collector's edition del 2010

Questo libro illustrato tratta, come suggerisce il titolo, del popolo fatato e in particolare delle fate. All'inizio dei due volumi vi sono alcune note sull'uso della parola "Fata" (in cui viene spiegata l'origine e il significato di tale termine) e sulla nomenclatura degli abitanti del regno delle Fate. Di seguito è anche presente un'introduzione e una prefazione. Devo segnalare inoltre che nell'edizione Delux inglese del 2010 tra l'introduzione e la prefazione sono state inserite 18 facciate con testi ed illustrazioni non presenti nelle edizioni degli anni Settanta. In queste pagine aggiunte Yolen Jane, Brian Froud e Alan Lee parlano delle loro esperienze con l'edizione originaria.
Dopo la prefazione, che racconta le origini delle fate, si entra nel vivo dell'opera, che offre una gran vastità di materiale: i luoghi in cui vincono le fate, la loro musica, i cerchi delle fate, le loro cavalcate, le loro isole, le loro abitudini, le protezioni che si possono adottare conto il popolo fatato. Una grossa parte è inoltre dedicata ad elencare e descrivere gli abitanti del regno delle fate, tra cui i custodi dell'oro, i goblin, i folletti delle miniere, i nani, i folletti verdi, i fuochi fatui e la corte degli scontenti, di cui fanno parte una gran varietà di esseri mostruosi, strani e orribili come le streghe, i Boogle, il folletto Berretto Rosso, le Bean-Nighe, il kelpie…
Un altro capitolo è dedicato agli spiriti delle acque, in cui possiamo ritrovare personaggi sia buoni che cattivi come: Jenny Dentiverdi, le Glaistig, le Selkie, le sirene e i tritoni. Di seguito viene trattata anche "La flora delle fate", cioè tutti quei fiori, quegli alberi e anche i funghi che sono associati alle creature fatate (la Campanula, la Primula, la Viola del pensiero, il Quadrifoglio, il Biancospino, il Nocciolo, il Sorbo selvatico, il Sambuco, l'Amanita muscaria…).
Nell'ultima parte vengono invece trattati gli incontri con le fate. Nel volume si parla comunque anche di alcune fate famose come: le fanciulle del lago, Oberon, Finvarra (il re delle fate irlandesi) e si fa molto spesso riferimento a leggende, opere letterarie e racconti del folclore popolare.
Una differenza interessante che devo segnalare tra l'edizione italiana e quella inglese è che la prima, nei capitoli iniziali, presenta dei testi più lunghi rispetto a quella inglese poiché l'editore italiano ha deciso di  aggiungere ai testi originali anche leggende popolari italiane sulle creature del piccolo popolo.



Sopra: La pagina più in alto proviene dall'edizione inglese, mentre quella più in basso da quella italiana. Come si può facilmente vedere il testo dell'edizione italiana è più lungo rispetto all'altro (ho inoltre bordato di rosso le parti aggiunte), in quanto l'editore italiano ha voluto aggiungere anche leggende popolari italiane riguardanti le fate. Da notare inoltre come l'edizione inglese del 2010 presenti una maggiore risoluzione e nitidezza di immagini rispetto a quella italiana del 1979.

Le numerose illustrazioni presenti all'interno del libro (185) realizzate da Brian Froud e Alan Lee sono tutte molto belle e mostrano una notevole cura dei dettagli. Le fonti di ispirazione di questi illustratori sono dei grandi artisti quali: John Bauer (un pittore svedese conosciuto per i suoi dipinti di troll e principesse), Arthur Rackham (artista inglese divenuto famoso in tutto il mondo) e Charles Robinson.
Sebbene le fate (o il popolo fatato più in generale) siano un soggetto che piace a molti artisti, quello che differenzia i dipinti realizzati da questi due (e in particolare Froud) è la loro capacità di donare ad esse un lato oscuro che ben pochi illustratori sono riusciti  trasmettere alle proprie. Questi artisti sono riusciti a rappresentare sia il lato bello, incantevole e meraviglioso delle creature del popolo fatato, sia la loro natura più oscura, dispettosa, macabra e crudele. Come scrive Jane Yolen in una delle parti introduttive dell'edizione del 2010: "Frou and Lee did not subscribe (iscritti) to the popular Disney-fied world of Tinkerbell; that is, simply pretty girls (ragazze carine) with wings. Oh, they understood (capito) fair glamor (fascino), the seductiveness of  faerie. But they were also well versed (ben informati)  in faerie lore (tradizioni) in wich the a moral, earth-centred, egoistical, tricksy (furba) fay play with, manipolate, and use humans without guilt (colpa) - guilt beig something humanity inverte to explain bad behavior. In other words, Froud and Lee demostred in "Faeries" the true -that is, the authentic- face of the People of Peace: Be-glamored, desirable, unreachable (irranggiungibili), and dangerous (pericolose)".
In effetti le creature fatate di Froud e Lee non sono affatto solo belle ragazze con le ali, anzi, molto spesso nelle loro fate è possibile ritrovare dei tratti non umani, quando non proprio mostruosi o deformi, o comunque un'aria soprannaturale e misteriosa.

  

  
Sopra: Alcune illustrazioni a tutta pagina in cui sono stati rappresentati vari esseri del popolo fatato. Come si può notare le fate e le creature fatate disegnate da Froud e Lee hanno un aspetto alquanto particolare, spesso ben poco umano e assai grottesco. Da notare inoltre la ricchezza e la cura di dettagli presenti in queste immagini.

In quest'opera sono presenti sia illustrazioni a colori che in bianco e nero, a tutta pagina oppure più piccole, talvolta inserite anche in mezzo ai testi. Tutti i disegni sono però sempre molto curati e ricchi di dettagli.

  
Sopra: Nel libro sono presenti anche disegni a colori (pagina a sinistra) che in bianco e nero (come quello della pagina a destra), a tutta pagina oppure inseriti all'interno del testo (come quello dell'immagine a sinistra).

"Fate" è un'opera molto bella, che si distingue sicuramente dai molti altri libri sulle fate che sono stati pubblicati. Come scrive sempre Jane Yole "It has becom, in the world of fairy tales, a kind of talisman (un sorta di talismano), a touchstone (una pietra miliare), that has not lost its own glamor (il suo fascino) in the thirty years since it was published (da quando è stato pubblicata)".
Oltre a contenere delle magnifiche e originali illustrazioni è inoltre anche molto ricca di informazioni sul popolo fatato, tratte dal folclore, dai racconti popolari, dai miti, dalle leggende e da altri libri. Un libro illustrato che chi ama il fantasy non può farsi sfuggire.

La prima edizione di quest'opera, il cui titolo era "Faeries", fu pubblicata nel 1978 dalla Harry N. Abrams; l'edizione italiana risale al 1979 ed stata edita dalla Rizzoli. L'edizione italiana ha 192 pagine, la copertina rigida dotata di sovracopertina, misura 31 cm d'altezza e 21,5 cm di lunghezza e costava 37000 lire.
La Delux collector's edition del 2010 è edita dalla Abrams, ha 224 pagine, la copertina rigida dotata di sovracopertina, misura 31 cm d'altezza e 22 cm di lunghezza e costa 29,95$. Quest'edizione contiene inoltre un poster e 8 tavole nuove ed originali di Lee e Froud.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.