martedì 29 agosto 2017

Florimon va in città di Pavel Cech

"Florimon va in città" è un'opera di piccolo formato dell'illustratore ceco Pavel Cech, il quale ha pubblicato diversi fumetti e libri illustrati, di cui però solamente un paio sono stati tradotti e pubblicati in italiano (di cui uno dei quali è appunto questo).

Sopra: La copertina di "Florimon va in città", su cui predominano i blu, mentre l'unico elemento rosso è la maglia del protagonista.

Protagonista di quest'opera è un diavolo di nome Florimon, che viene inviato nel mondo per fare dispetti agli spazzacamini, nei confronti dei quali "L'Inferno serbava rancore da lungo tempo". Florimon passa così la primavera, l'estate e l'autunno a fare dispetti agli spazzacamini tappando le gronde, gli scarichi e gli sfiati della fuliggine, tagliando i fili del bucato, nascondendo le loro spazzole …
Nonostante l'impegno però gli spazzacamini non si misero mai a sospettare gli uni degli altri. Tra di loro, inoltre, vi era anche una spazzacamina: Tradamila, una ragazza bella, nonché molto abile nel suo mestiere, ma muta.
Dopo diversi mesi passati a fare dispetti agli spazzacamini senza ottenere soddisfacenti risultati Florimon è ormai stanco di stare sulla terra e vorrebbe ritornare all'Inferno, e le cose peggiorano quando arriva l'inverno, stagione a cui i diavoli non sono minimamente preparati, abituati al clima caldo dell'Inferno. Alla vigilia di Natale il diavolo, guidato da un irresistibile profumo, giunge fino alla casa di Tradamila. Qui, però, a causa della febbre e del gelo sviene proprio davanti alla casa della spazzacamina (rischiando pure di cadere dal tetto). Fortunatamente Florimon viene soccorso proprio da Tradamila, che lo cura e lo nutre, prendendosi cura di lui. Col tempo il diavolo comincia ad abituarsi a vivere con la ragazza, diventando anche lui uno spazzacamino e cominciando a innamorarsi di lei, perdendo sempre più la sua natura di diavolo (iniziano anche a sparirgli la coda, le corna e gli zoccoli). Forimon tuttavia ha ancora con se uno specchio magico che si era portato dall'inferno, un oggetto in grado di esaudire un desiderio, con il quale il diavolo potrebbe ritornare ciò che era. Tuttavia, siccome ormai è felice della sua nuova vita, assieme a Tradamila, Florimon decide di esprimere un preciso desiderio: che la ragazza riacquisti la parola.

Sopra: Un'illustrazione, dai colori chiari, che mostra Florimon, durante il periodo estivo, di cattivo umore perché, nonostante tutti i suoi dispetti, non riesce a ottenere risultati.

I disegni realizzati da Cech sono molto belli, ricchi di colori, di dettagli, di piccoli particolari e di poesia. Per apprezzare la ricchezza dei dettagli e la cura dei particolari basta osservare gli sfondi e i paesaggi delle varie immagini (ad esempio quelle ambientate in città, dove si possono scorgere una marea di case, tetti, comignoli, finestre, antenne, grondaie, terrazzi...) che sono veramente stupefacenti e incantevoli.
Interessante notare come i diavoli siano ritratti con volti dalle proporzioni esagerate (soprattutto i nasi) e quasi caricaturali, anche se molto espressivi, mentre le persone presentano tratti più proporzionati e regolari (soprattutto Tradamila, che è rappresentata con un volto molto grazioso e dolce).
Le illustrazioni hanno dei tratti puliti che spaziano tra una grande varietà di tinte: da quelle rosso fuoco in cui viene rappresentato l'Inferno, a quelle blu della notte, a quelle ricche di colori chiari e brillanti tipici della primavera, a quelle grigie e cupe dell'inverno…



Sopra: Le illustrazioni di Cech presentano una gran varietà di colori, in questi casi: rosse (come la prima in alto in cui viene rappresentato l'inferno), blu (come quella centrale che mostra la città di notte), e grigie (come quella più in basso, che mostra la città d'inverno). Notare inoltre la minuzia e quantità di dettagli presenti nelle immagini.

"Florimon va in città" è un libro di dimensioni non troppo grandi, ma con una bella storia accompagnata da delle splendide illustrazioni, ricche di dettagli, di colori e di poesia.

Questo albo illustrato (edito in originale nel 2002 col titolo "O Certovi") è stato edito nel 2011  dalla Ecolibri, il libro ha 80 pagine, la copertina rigida, misura 19,6 cm d'altezza e 17,4 cm di lunghezza e costa 10 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 21 agosto 2017

L'altro mondo. Storia illustrata dell'aldilà di Guillaume Duprat

"L'altro mondo. Storia illustrata dell'aldilà" è l'ultima opera attualmente edita dello scrittore e artista Guillaume Duprat, autore di cui avevo già recensito un altro libro illustrato: "Il libro delle terre immaginate". Il libro di cui mi accingerò a parlare ora è sempre di tipo divulgativo, ma questa volta è indirizzato a un pubblico adulto a causa della complessità del tema (che è alquanto astratto) e dei testi (che sono più lunghi e complessi).

Sopra: La copertina dell'opera "L'altro mondo. Storia illustrata dell'aldilà" mostra sullo sfondo la rappresentazione della visione del mondo dei Batak Toba, un'etnia dell'Indonesia.

Come forse molti sanno ognuno ha una propria idea dell'aldilà e per millenni gli uomini hanno provato a immaginare cosa ci sarebbe potuto essere dopo la morte. L'altro mondo finisce così per diventare uno dei riflessi della nostra visione del mondo, e attraverso quest'opera l'autore ha deciso di riunire diverse concezioni dell'aldilà provenienti da popoli, culture, religioni ed epoche storiche differenti.
Come viene spiegato nell'introduzione questa storia illustrata dell'aldilà comprende oltre 200 diverse visioni ed esplora ben 40 religioni e tradizioni autoctone. Vista la notevole quantità di materiale questo libro è diviso in due parti: la prima è dedicata alle religioni autoctone mentre la seconda si occupa delle rappresentazioni delle tradizioni autoctone.
Nella prima parte, quella delle religioni autoctone, troviamo: gli Egizi, i Mesopotamici, i Mazdei, i Greci, gli Ebrei, i Cristiani, i Musulmani, gli Induisti, i Buddhisti e i Taoisti. Nella seconda parte, quella delle tradizioni autoctone, sono presenti le visioni provenienti dall'Africa, dal Nordamerica, quelle sciamaniche del Sudamerica, quelle dell'Eurasia, del Sudest asiatico, dei mondi oceanici e degli Aborigeni.
Per ogni religione o tradizione l'autore si chiede quali siano i luoghi in cui il mondo dei morti viene situato, in quanto a seconda delle culture esso può trovarsi in posti diversi: alcuni lo collocano tra i vivi, altri in isole ai confini del mare, a levante o a ponente, altri ancora nelle viscere della terra, oppure in (ed oltre) il cielo. Solitamente queste collocazioni corrispondono a schemi di pensiero organizzati in modo binario: le rappresentazioni che si dispiegano lungo un asse verticale rinviano a una contrapposizione basso/alto e terra/cielo; in quelle che si dispongono su un asse orizzontale è possibile distinguere le coppie est/ovest (associate all'asse di spostamento del sole) oppure nord/sud (associate invece al clima).
Oltre ad essere situato in luoghi specifici l'aldilà è spesso anche abitato da essere di tipo anomalo: esseri umani morti o non morti, animali, anime erranti, spiriti, geni, demoni, dei, angeli, Dio. Ad ogni luogo corrisponde quindi un differente tipo di essere e spesso le cosmologie religiose utilizzano lo spazio per designare una gerarchia, dietro la quale si cela una certa visione del mondo (e una precisa scala di valori).
In quasi tutte le culture e le trazioni solitamente l'anima del defunto deve inoltre compiere un cammino, un viaggio, per arrivare nell'aldilà e abbandonare il mondo terreno. L'idea di un viaggio dell'anima che traccia dei cammini è un "Problema religioso universale", come ricorda l'autore, poiché "La morte è solo un passaggio, la domanda ultima riguarda ovviamente la meta termine del cammino". Anche in questo caso esso viene concepito in modi molti diversi: alcuni sistemi contemplano l'immortalità, altri la resurrezione, la reincarnazione, la liberazione dal ciclo della reincarnazione, altri ancora prolungano la vita o contemplano la rigenerazione e alcuni amalgamo le diverse concezioni.
In quest'opera l'autore ha voluto inoltre analizzare le diverse concezioni dell'aldilà delle persone, infatti l'interiorità di una persona può scomporsi in più entità (presso gli Egizi ad esempio la persona è composta da 3 o 4 anime).

Sopra: La rappresentazione della visione dell'aldilà degli Ojibwa, un insieme di tribù indiane del Nordamerica. Per costoro la terra è un'isola piatta che si trova tra il cielo, dominio degli uccelli-tuono e una terra di sotto, dimora di altri uomini.

Questa, oltre ad essere un'opera divulgativa, è anche un libro illustrato. In questo caso le illustrazioni in essa presenti hanno uno scopo pratico: servono per aiutare il lettore a capire meglio quanto spiegato, potendolo anche visualizzare tramite i disegni. In molti casi, infatti, è molto più utile mostrare qualcosa piuttosto che spiegarla semplicemente, ma, visto il tema trattato, è naturale che sorga una domanda: come rappresentare qualcosa di invisibile, e quindi non rappresentabile, come l'aldilà?.
Come spiega l'autore "Abbiamo iniziato con lo studiare ciò che era dato vedere: il singolo ambiente geografico di una società, caratterizzato da un paesaggio quale la foresta, il mare, la montagna, il percorso del sole, la direzione dei fiumi ecc." In seguito, sempre stando a quanto riferisce l'autore, si è passati a disegnare "Ciò che sta attorno all'aldilà, ossia l'invisibile e il nascosto" basandosi su descrizioni, testimonianze o schemi.
Inoltre, poiché disegnare questi luoghi presuppone l'individuazione di qualità intrinseche dei vari mondi, l'autore ha deciso di utilizzare una rappresentazione particolare: l'assonometria obliqua cavaliera.  Come spiega però sempre Duprat, consapevoli dei limiti di questa prospettiva, si è deciso di adottare una diversa prospettiva per ciascuna delle due parti dell'opera: nella prima parte la prospettiva è trattata in modo sistematico, nella seconda sono state introdotte nella prospettiva delle piccole irregolarità "Dei microerrori che sottolineassero l'aspetto magico di tali raffigurazioni".
Per ogni religione o tradizione viene quindi rappresentata una o più (nel caso in cui ce ne fosse più di una) rappresentazioni della loro rispettiva visione del mondo. Tale rappresentazione viene disegnata prima in bianco e nero, accompagnata da scritte e note e anche da frecce, per permettere al lettore di identificare con chiarezza i vari luoghi rappresentati nel disegno. Alcune di queste immagini, inoltre, vengono poi riportate, accanto alla loro versione in bianco e nero, a colori, e senza alcuna scritta.

Sopra: In queste pagine, in cui viene mostrata la rappresentazione della visione dell'aldilà dei babilonesi, come si può vedere l'autore ha prima illustrato tale rappresentazione in biacco e nero (accompagnandola da alcune note) e poi, accanto, a colori.

  
Sopra: Altre due rappresentazioni dell'aldilà a colori. A sinistra possiamo vedere quella musulmana della tradizione del m'raj (XI secolo) e a destra quella induista dei Vishnu Purana (III-IV secolo).

Molte immagini, inoltre, sono accompagnate dal disegno stilizzato di una figura umana, attraverso cui l'autore vuol far visualizzare al lettore le componenti di una persona e il loro viaggio verso l'aldilà. Questo disegno stilizzato è sempre accompagnato da una legenda che ne spiega le varie componenti.
Naturalmente queste rappresentazioni presentano dei limiti, in quanto molte cosmologie non sarebbero rappresentabili visivamente ed inoltre alcune società non si riesce a rappresentarle sotto forma di sistema globale. Come ricorda l'autore "Disegnare una cosmologia senza viverla, solo in base alle ricerche di un antropologo, equivale a elaborare una ricostruzione" e quindi il testo originario ha forti probabilità di essere deformato o alterato. Le raffigurazioni di questo volume restano quindi per certi versi delle utopie, ma delle utopie che tentano di colmare un vuoto. L'immagine necessita quindi di commenti per contestualizzare e spiegare le estrapolazioni, inoltre le cosmologie tradizionali vanno considerate da un punto di vista dinamico.



Sopra: Le immagini in bianco e nero sono inoltre accompagnate anche da una rappresentazione stilizzata di una figura umana attraverso cui l'autore vuol far visualizzare al lettore le componenti di una persona e il loro viaggio verso l'aldilà, così come si può vedere nell'angolo a sinistra della pagina qui sopra, che rappresenta una visione dell'aldilà degli Egizi.

Questo libro illustrato sull'aldilà è un'ottima opera divulgativa che raccoglie al suo interno le molteplici concezioni dell'altro mondo di più di 40 religioni e tradizioni autoctone, racchiudendo una diversità di pensiero che con la globalizzazione rischia di venire cancellata, e che invece merita di essere protetta. Tratta inoltre di un tema molto interessante ma di cui spesso non si parla, anche se in realtà quella dell'aldilà è una problematica umana profonda e ancestrale, a cui tutti hanno cercato di darsi una risposta.
Questo è un libro in grado di soddisfare ampiamente la curiosità di un lettore che vuole approcciarsi a questo tema (nonché ricco di spunti per coloro che sono interessati all'antropologia o alla storia delle religioni), facendolo comprendere in tutta la sua complessità tramite spiegazioni chiare e dettagliate e attraverso illustrazioni molto interessanti, precise e ben fatte, le quali possono anche suscitare meraviglia e stupore.
Un'opera che fa riflettere, nata da un progetto impegnativo e ambizioso, e che contiene un patrimonio culturale importante.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2016 dalla Editions du Seuil col titolo "L'autre monde: une histoire illustrée de l'au-delà", ed è stata edita in Italia nello stesso anno da L'Ippocampo.  Il libro ha 176 pagine, la copertina rigida, misura 31,5 cm d'altezza e 24,7 cm di lunghezza e costa 29,90 euro.

P.S. Tra le altre opere pubblicate scritte da quest'autore vi sono:
  • "Mondes: Mythes et images de l'univers" del 2006
  • "Le livree des terres imaginées" del 2008 (per l'edizione italiana: "Il libro delle terre immaginate" del 2009)
  • "Cosmos: une historie du ciel" del 2009 (per l'edizione italiana: "Zodiaco. Una storia del cielo" del 2009)
  • "Zooptique: Imagine ce que les animaux voient" del 2013 (per l'edizione italiana: "Zoottica: come vedono gli animali" del 2014)
  • "Univers. Des mondes grecs aux multivers" del 2018 (per l'edizione italiana "Universi. Dai mondi greci ai multiversi" del 2018)

    

 
Sopra: Le copertine degli altri libri illustrati divulgativi scritti da Guillaume Duprat.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

martedì 15 agosto 2017

Cenerentola di Charles Perrault e Khoa Le

Torniamo a parlare di una delle fiabe più famose di Charles Perrault: "Cenerentola", questa volta illustrata da Khoa Le.

Sopra: La spettacolare copertina della versione di Cenerentola illustrata dalla Khoa Le è ricchissima di dettagli e presenta inoltre alcuni elementi metallizzati e argentati.

Sebbene i testi della fiaba dovrebbero essere quelli di Perrault, stando a quanto scritto in copertina, fin dalla prima pagina è però evidente che essi hanno subìto una notevole riscrittura, una riscrittura che non si è però limitata a riassumere le vicende della fiaba originale, magari per renderla più corta in quanto questo libro è rivolto a un pubblico prescolare (dai 4 anni). I testi di questa versione apportano infatti proprio delle modifiche alla storia originaria, inserendoci inoltre anche elementi del film della Disney del 1950. Vi riporto alcune modifiche e inesattezze che ho riscontrato:
- Poco dopo l'inizio della fiaba in questa versione viene annunciata la morte del padre ("Quando l'uomo morì, la ragazza divenne la serva di casa") di Cenerentola, quando nella versione originale il padre non è defunto, ma è solamente troppo succube della moglie per opporsi.
- In questa versione viene detto che Cenerentola, quando la sera poteva riposarsi, si sedeva vicino al camino "Dove c'era la tana di alcuni topolini con i quali fece subito amicizia". I topolini non sono minimamente presenti nella versione di Perrault, i quali sono evidentemente un elemento preso dal film della Disney.
- In questa versione nell'invito al ballo viene scritto che sono invitate tutte le ragazze in età da marito, mentre nella versione originale erano semplicemente  invitate "Le persone più in vista del paese".
- In questa versione viene spiegato come Cenerentola avrebbe voluto partecipare al ballo, ma per poterlo fare le sarebbe servito un vestito, così cercò di cucirselo con degli stracci. Questo episodio nella versione di Perrault non esiste, ed è invece sicuramente stato ripreso dal film della Disney (nell'illustrazione, inoltre, si vedono anche i topini intenti ad aiutare la ragazza, così come accade nel film Disney).
- In questa versione la fata madrina, che nella versione originale viene sempre chiamata con l'appellativo di "Madrina", viene invece sempre chiamata "Fatina".
- In questa versione, al momento della trasformazione che permetterà a Cenerentola di andare al ballo, la fata chiede alla ragazza di portarle solamente una zucca, mentre i topini sono trasformati in cavalli. Nella versione di Perrault la madrina, oltre a chiede alla protagonista di portarle una zucca, le richiede anche qualche topo (che Cenerentola troverà in una trappola) per fare i cavalli e il cocchiere e 6 lucertole da trasformare in lacchè.
- In questa versione la madrina crea per Cenerentola un abito "Tessuto con fili di seta azzurra e trapuntato di candide perle", mentre nella versione originale l'abito era "D'oro e d'argento, tempestato di gemme".
- Nella versione di Perrault durante il ballo la protagonista va a sedersi accanto alle sorellastre "Colmandole di gentilezze", episodio che in questa versione non è presente.
- Nella versione originale, inoltre, Cenerentola va a due balli, ed è al secondo che ella si accorge tardi che è quasi mezzanotte, perdendo nella fuga una scarpetta di cristallo.
- In questa versione è il paggio a chiedere a Cenerentola di provare la scarpina, mentre nella versione originale è la ragazza stessa a proporsi.
- In questa versione, quando la fanciulla prova la scarpina, viene semplicemente scritto che "Quando tutti videro che le calzava alla perfezione, riconobbero la dama bellissima del ballo", mentre nella versione di Perrault compare proprio la fata madrina che "Con un colpo di bacchetta magica, fece sparire i vestiti logori della ragazza sostituendoli con un abito ancora più sontuoso e prezioso di tutti gli altri".
- In questa versione le sorellastre e la matrigna chiedono perdono a Cenerentola durante il matrimonio di quest'ultima, mentre nella versione originale le chiedono perdono non appena si rendono conto che era lei la principessa vista al ballo. Nella versione di Perrault inoltre la protagonista fa sposare le sorellastre con due gentiluomini di alto lignaggio.
- In questa versione è stata aggiunta una parte finale non presente nella fiaba originale (ma ripresa dal film della Disney) in quanto viene detto che quando la festa finì "Cenerentola salì sulla carrozza, dopo aver baciato i topolini e la fatina. Poi la carrozza si mosse e Cenerentola si strinse al principe, sicura che l'amore avrebbe reso felici tutti i giorni della loro vita".

Sopra: La scena che rappresenta il momento (non presente nella fiaba originale) in cui Cenerentola, aiutata dai topini, cerca di cucirsi un abito per il ballo.

Le illustrazioni di questa edizione della fiaba, realizzate da Khoa Le, sono invece molto belle, ricche di colori e di particolari e sicuramente capaci di comunicare un'atmosfera fiabesca e incantata.
Caratteristica dei disegni di questa illustratrice è il fatto di inserire nelle immagini degli elementi ornamentali floreali, realizzati con sottili tratti bianchi, i quali spesso avvolgono magari qualche figura (la matrigna di cenerentola, la fata, la carrozza, Cenerentola mentre danza col principe, la scarpetta).

Sopra: Un tratto caratteristico dello stile della Le è quello di inserire nelle sue immagini elementi decorativi floreali, in questo caso rappresentati mentre avvolgono la scarpetta di cristallo della fanciulla.

Un elemento particolare di questa versione è che in molte immagini sono presenti particolari metallizzati, un effetto realizzato con una lamina d'argento, che contribuiscono a impreziosire le illustrazioni.


Sopra: Come si può vedere da queste illustrazioni alcuni elementi di quest'ultime hanno un effetto metallizzato grazie alla lamina d'argento. Tale effetto contribuisce ad impreziosire le immagine facendo risaltare alcuni elementi.

Le illustrazioni dell'artista sono comunque molto ricche di dettagli e presentano tratti molto delicati e sottili, capaci di rendere scene di grande effetto e di forte impatto visivo, grazie anche alla presenza degli elementi decorativi floreali e della lamina d'argento.
L'unica cosa su cui si potrebbe fare un appunto è il fatto che alcuni elementi sembrano essere stati ripresi dalla versione animata della Disney, come ad esempio l'aspetto e gli abiti di Cenerentola, tuttavia fortunatamente questi elementi sono limitati e non vanno ad incidere sulla bellezza delle immagini.

  

Sopra: Alcune delle illustrazioni presenti nel libro che rappresentano le scene di maggiore impatto: la comparsa della fata madrina, la partenza di Cenerentola con la carrozza per il ballo e la trasformazione della ragazza. Da notare la ricchezza di dettagli e gli elementi decorativi che contribuiscono a dare alle immagini un notevole effetto visivo e a immergere l'osservatore in un'atmosfera incantata.

Questa edizione della famosa fiaba di Perrault purtroppo presenta dei testi non di qualità, che riassumono e modificano eccessivamente la versione originale della fiaba, riducendola, rivedendola e contaminandola con elementi scorretti e presi dalla versione animata della Disney.
Fortunatamente le illustrazioni sono invece molto belle, ricche di dettagli e di colori. Decisamente spettacolari e di grande impatto, capaci di suscitare nell'osservatore meraviglia e di immergerlo in un'atmosfera fiabesca e incantata.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2016 dalla Nuinui, un marchio di proprietà della Snake. Il libro ha 44 pagine, la copertina rigida dotata di sovracopertina, misura 33 cm d'altezza e 24,5 cm di lunghezza e costa 19,90 euro.

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lunedì 7 agosto 2017

Vampiri. Il mondo delle ombre

I vampiri sono tra le creature mostruose che hanno maggiormente affascinato l'uomo, tanto da essere ormai da molto tempo i protagonisti di libri (per citare come esempio solo alcuni classici del genere: "Dracula" di Bram Stoker, "Carmilla" di Sheridan Le Fanu …), film (dal "Nosferatu" del 1922 a "Dracula" di Coppola, passando per "Intervista col vampiro" diretto da Neil Jordan, a "Blade", fino a "Twilight"….), serie tv ("Buffy", "Vampire diaries"...) cartoni (come ad esempio "Scuola di vampiri" anche se in realtà la figura del vampiro compare, solitamente assieme ad altri mostri, in una grandissima quantità di cartoni), anime ("Vampire night", "Hellsing", "Vampire Hunter D"…),  manga (il già citato "Vampire night" il cui anime è tratto dal manga, "Rosario + Vampire"…), fumetti ("Dampyr" della Sergiobonelli…) …
Naturalmente  sono molti gli artisti che hanno deciso di ispirarsi a questa creature delle tenebre e rendere loro omaggio tramite le proprie creazioni. "Vampiri. Il mondo delle ombre" è un'opera, i cui testi sono scritti da Jessica Pires, che raccoglie alcuni dei lavori di alcuni di questi artisti (10 per la recisione).

Sopra: La copertina di "Vampiro. Il mondo delle ombre" mostra un'illustrazione dell'artista Victoria Frances

Quest'opera è una raccolta di immagini (illustrazioni e foto) di dieci artisti i cui lavori hanno come protagonisti i vampiri. All'inizio è presente un'introduzione sulla figura del vampiro, che illustra i diversi miti, provenienti da culture di urto il mondo, che parlano di questa creatura nelle sue varie forme. Viene quindi spiegato come inizialmente le leggende dei bevitori di sangue erano basate su essere che erano comunque già in origine divinità o mostri, fu solamente nel medioevo, con le pestilenze che iniziarono nel XVI secolo, che il mito cominciò ad essere associato agli esseri umani. Vengono poi elencati alcuni tratti caratteristici di questa creatura, come il cibarsi di sangue,temere la luce del giorno, il modo in cui ci si può trasformar in un vampiro, come li si può uccidere… L'ultimo paragrafo dell'introduzione è invece dedicato alla letteratura vampiresca, citando ovviamente "Dracula " di Bram Stoker, il quale fu il primo ad associale l'amore alla figura del vampiro creando una nuova visione di questa creatura delle tenebre, una visione che si è tramandata fino ai nostri giorni, diventando estremamente popolare.
Dopo l'introduzione seguono tutta una serie di illustrazioni e foto, ciascuna accompagnata da un testo che cerca di dare voce ai personaggi rappresentati nell'immagine, per cui i testi sono scritti tutti in prima persona, come in questo caso: "Secoli nelle tenebre. Senza dolore, senza paura, senza amore. La vita è un regalo che mi è stato strappato per l'eternità, e annulla serve il volgere interminabile delle ore se lo devi contemplare da solo." Accanto a ogni immagine è anche riportato il nome dell'autore della stessa.
Alla fine dell'opera è comunque presente un indice degli autori, con tanto di foto e una breve biografia, e, se c'è, anche l'eventuale bibliografia dell'autore.

Sopra: Un'illustrazione presente all'interno dell'opera realizzata da Arantza

Le immagini presenti in quest'opera sono state realizzate dai seguenti artisti: Bibian Blue, Melanie Delon, Victoria Frances (di cui ho recensito già un paio di sue opere: "Favole" (qui) e "Misty Circus" (qui) ), Suzanne Gildert, Diego Latorre, Nekro, Rebeca Saray, Arantza Sestayo, Katarin Sokolova e Cris Ortega. Sebbene tutti questi artisti sia accomunati dalla scelta di un medesimo soggetto ognuno ha un modo personale di rappresentarlo, un proprio stile, oltre che dei mezzi differenti. La maggior parte di questi loro sono illustratori, mentre la Rebecca Saray è una fotografa.
E' comunque facile notare come gli stili dei vari illustratori sia molto differente gli uni dagli altri: sebbene la maggior parte di loro realizzi opere molto dettagliate e realistiche (ad eccezione di Diego Latorre che invece ha uno stile più surreale e particolare) si possono comunque notare delle differenze nel modo di rappresentare i personaggi e le ambientazioni: ad esempio le opere della Frances sembrano molto più delle illustrazioni, per quanto realistiche, rispetto a quelle della Delon o di Arantza, che talvolta potrebbero quasi essere scambiate per foto; Ortega, invece, dà alle sue immagini un'atmosfera più incantata e ovattata.
Il numero di lavori presenti nel libro non è uguale però per ogni artista, di alcuni infatti vi sono molte più illustrazioni rispetto ad altri. Ad esempio della Frances ve ne sono 18, mentre di Bibian Blue e Nekro solamente una, gli altri vanno da 3/4 opere a 8/9 a testa.

  

  

  
Sopra: Alcune immagini del libro, tutte realizzate da artisti differenti. Partendo dall'alto e andando da sinistra a destra abbiamo: Melanie Delon, Victoria Frances, Arantza, Cris Ortega, Diego Latorre e Rebecca Saray. Non è difficile cogliere la differenza di stile di ciascun artista.

"Vampiri. Il mondo delle ombre" è una bella e piuttosto vasta raccolta di splendide immagini che hanno come soggetto il vampiro, immagini che il lettore potrà godersi in tutti i loro dettagli grazie al grande formato dell'edizione. Un'opera che potrà sicuramente interessare gli amanti dei vampiri o anche semplicemente chi ne è solo un po' incuriosito.

Quest'opera è stata edita in originale dalla Norma Editorial col titolo "El mundo de las ombras ilustrado - Vampiros" nel 2010 ed è poi stata pubblicata in italiano, sempre nel 2010, dalla Rizzoli Lizard. Il libro ha 66 pagine, la copertina rigida dotata di sovracopertina e misura 36,4 cm d'altezza e 29 cm di lunghezza. Il suo prezzo è di 24 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.