lunedì 21 maggio 2018

Dautremer (e viceversa) di Tai-Marc Le Thanh e Rebecca Dautremer

"Dautremer (e viceversa)" è un artbook (anche se un po' particolare) i cui testi sono stati scritti da Tai-Marc Le Thanh (il quale ha scritto e pubblicato, negli anni passati, diversi libri illustrati assieme alla Dautremer), mentre le illustrazioni appartengono a Rebecca Dautremer.

 
Sopra: Le immagini presenti sui lati della copertina.

Diciamo che spiegare di cosa parla questo albo non è facile, poiché non c'è una storia, una vera e propria trama ed inoltre la sua struttura è alquanto particolare, in quanto quest'opera è scritta in due versi e quindi la si può iniziare a leggere partendo da entrambi i lati, basta rigirare il libro.
Partendo dal lato (che io chiamerò lato a) in cui la copertina ci mostra una donna in piedi in mezzo a un campo troviamo un prologo che consiste in un dialogo tra la Dautremer e Le Thanh in cui quest'ultimo esordisce così: "Chiariamoci subito: ci sono due tipologie di persone. Quelle assenti, che entrano in contatto con la quotidianità solo molto di rado, che vivono a centomila metri d'altezza e che rispondono sempre in maniera e evasiva. E poi... [pausa] ci sono i realisti". Dopo questo inizio lui prosegue spiegando "e dal momento che siamo qui per parlare di te. Buttiamoci a capofitto nella descrizione dettagliata di questo lato del tuo carattere". Cioè quello dei realisti e a questo punto i due iniziano a discutere di quest'ultimi.
Successivamente, nelle pagine dopo, vediamo molte illustrazioni, schizzi, bozzetti e anche delle foto della Dautremer (il suo lavoro, la sua famiglia, alcuni progetti a cui l'artista aveva partecipato o a cui aveva contribuito...). Questi materiali sono sempre accompagnati da delle didascalie e dai dialoghi tra la Dautremer e Le Thanh, che affrontano vari argomenti: un posto dove stare bene, gli anni della spensieratezza, la complessità del genere umano, la limpidezza dei generi, partire o restare?, le maschere, la bellezza, l'adolescenza ecc...

Sopra: Le pagine che riportano il dialogo dal titolo "Le maschere" con le relative illustrazioni.

Iniziando a leggere invece dal lato in cui la donna/spaventapasseri viene colpita da una raffica di vento (che chiamerò lato b)  troviamo sempre un prologo che consiste in un dialogo tra la Dautremer e Le Thanh che inizia con queste parole: "Chiariamoci subito: ci sono due tipologie di persone. Quelle che sono radicate nella realtà, che vi si aggrappano come disperate, che avvertono la forza di gravità a ogni passo e che stravedono per ciò che è tangibile. E poi ci sono i sognatori." Dopo questo incipit lui prosegue dicendo "e dal momento che siamo qui per parlare di te, buttiamoci a capofitto a trattare questo lato della tua personalità!". Cioè quello da sognatore. A questo punto i due, almeno nelle prime due pagine, iniziano a discutere riguardo i sognatori.
Successivamente vediamo delle foto che riguardano la Dautremer (il suo lavoro, i suoi familiari, i luoghi da lei visitati ...) e alcune sue illustrazioni, schizzi e bozzetti. Tutti questi materiali, proprio come nell'altra parte, sono sempre accompagnati da delle didascalie e dai dialoghi tra la Dautremer e Le Than. Inoltre, le tematiche che vengono trattate sono le medesime di quelle che vi sono anche nella parte opposta, tanto che anche i titoli assegnati a vari dialoghi sono gli stessi (almeno nella maggior parte dei casi), anche se ovviamente il contenuto di quest'ultimi cambia. Prendiamo ad esempio il dialogo intitolato "Gli anni della spensieratezza":
Lato a:
"Io: i grandi classici che hanno cullato la nostra giovinezza possono avere la tendenza a far sprofondare nella più implacabile e radicale sonnolenza chi si compiace del loro ricordo.
Lei: ma sì, in fondo la punteggiatura non è proprio di tua competenza, no?
Io: cioè?
Lei: be', per pronunciare la frase che hai appena enunciato senza fare pause, bisogna avere dei polmoni pazzeschi.
Io [pensieroso]: ehm... dei polmoni pazzeschi, a dirti la verità è un po' così che mi immagino i lettori.
Lei: con dei polmoni pazzeschi?
Io: esattamente"

Lato b:
" Io: ogni tanto capita di ritrovare l'esotismo anche nei luoghi che ci sono familiari. A Savines-le-Lac, per esempio.
Lei: dove passavo le vacanze da bambina. A una trentina di chilometri a est di Gap.
Io: e ci ritorni spesso per lavorare durante l'estate. Come possono testimoniare queste foto di tuo fratello.
Lei: alla stazione di Savines. Dove il treno non ferma più. C'è stato un periodo in cui si fermava, ma bisognava chiedere al conducente.
Io: Michel?
Lei: no, no, Miche lavora sulla linea Marsiglia-Sisteron, era Jean-Paul che copriva quella Grenoble-Briançon.
Io: ah già, è vero... "

Come potete leggere i due testi, sebbene abbiano lo stesso titolo, sono completamente differenti e, a volte, la differenza compare anche negli stessi titoli. Ad esempio il titolo "La limpidezza dei generi" presente nel lato a, nel lato b lo troviamo come "La confusione dei generi".

Sopra: Le pagine in cui vi è il dialogo intitolato "La limpidezza dei generi".

Naturalmente le illustrazioni della Rebecca Dautremer (un'artista di cui ho già recensito qualche opera in passato su questo blog) sono sempre molto belle e originali, realizzate col suo inconfondibile stile. In quest'opera sono presenti, oltre a delle foto, sia disegni completati, sia schizzi e bozzetti che l'artista aveva realizzato, i quali sono comunque molto interessanti da vedere (e, spesso, comunque molto belli).
Le illustrazioni che il lettore può ammirare in questo albo sono sia degli inediti, sia disegni realizzati per dei progetti (ad esempio mostre, film) o su commissione (locandine, manifesti, copertine), sia disegni provenenti da altri albi illustrati della Dautremer precedentemente pubblicati come: "Il diario segreto di Pollicino", "Soie", "una bibbia", "Yeti", "Il piccolo teatro di Rebecca", "L'innamorato", "Principesse dimenticate o sconosciute", "Alice nel Paese delle Meraviglie" ecc....





 

  

 
Sopra: In questo artbook il lettore potrà trovare foto (come quelle che potete vedere nella terza e nella quarta immagine qui sopra a partire dall'alto), disegni completati (seconda immagine), schizzi e bozzetti (come quelli presenti nella prima e nella terza immagine qui sopra), inediti, disegni realizzati su commissione (come nel caso dell'immagine della copertina del primo volume di "Jonah" di Le Thanh, oppure i manifesti per il festiva annuale"Visages du Monde", che potete ammirare nella quinta immagine), oppure provenenti da altri albi illustrati della Dautremer precedentemente pubblicati (come lo schizzo col cavallo della terza immagine, presente nell'opera "una bibbia" oppure l'illustrazione con lo Yeti della seconda immagine, presente nel volume "Yeti" di Le Thanh).

"Dautremer (e viceversa)" è un'opera bella, ben fatta e alquanto interessante da leggere (sia per quanto riguarda i dialoghi e sia per come il libro è stato strutturato), un albo che permetterà al lettore di scoprire qualcosa in più su questa famosa e rinomata illustratrice.
Proprio però per la presenza di alcuni elementi alquanto inusuali (la struttura del libro [il fatto che sia diviso in due parti e che debba essere capovolto], i testi che sono scritti interamente sotto forma di dialoghi) credo che questa sia un'opera che si rivolge soprattutto ai fan dell'artista e agli amanti dei libri illustrati. Non la consiglierei infatti come prima opera da leggere a coloro a cui il nome della Dautremer non dice nulla e che vi si approcciano per la prima volta, in quanto rischierebbero di rimanere alquanto spiazzati e di non capire bene cosa stanno leggendo.
D'altronde questo tipo di libri (tipo artbook) sono solitamente rivolti a coloro che conoscono già l'artista e che ne vogliono approfondire ulteriormente la conoscenza, più che ai neofiti (per i quali è meglio partire dagli albi illustrati pubblicati dall'artista).
Questa rimane comunque un'opera interessante e ben fatta, che i fan della Dautremer (o comunque gli appassionati di illustrazione e libri illustrati) sapranno sicuramente apprezzare al meglio.

Quest'opera è stata pubblicata originariamente in francese nel 2015 col titolo "Dautremer (et vice-versa)" dalla Editions Tishina, l'artbook è stato poi edito in Itali nel 2016 dalla Rizzoli. Il libro ha 160 pagine, la copertina rigida, misura 32,7 cm d'altezza e 29,4 cm di lunghezza e costa 45,00 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 14 maggio 2018

Coeur de Pierre di Gauthier e Almanza

"Coeur de Pierre" è un albo, scritto da Severine Gauthier e illustrato da Jeremie Almanza, che narra la storia di due bambini completamente diversi tra loro, il cui incontro cambierà le loro vite.

Sopra: La copertina de "Coeur de Pierre" riesce a trasmettere al lettore, grazie all'uso del colore, un'idea del carattere dei due protagonosti della storia.

In un giorno di dicembre nacque un bambino di cui i medici non riuscivano a sentire i battiti del cuore, poiché egli era nato con un cuore di pietra. Coloro che nascono con una pietra al posto del cuore non sorridono mai, sono allergici ai sentimenti e non potranno mai amare qualcun altro. A questa notizia il padre si mise a piangere ininterrottamente, mentre la madre si lasciò sopraffare dalla follia, finché entrambi si dimenticarono perfino di avere un figlio. Il bambino dal cuore di pietra crebbe così senza provare alcuna emozione e senza alcun sentimento, ignorato da tutti.
Nello stesso momento in cui il bambino col cuore di pietra era nato era venuta al mondo anche un'altra bambina: una bambina allegra che sorrideva a chiunque, una bambina con un cuore di carciofo. Il cuore di carciofo è un cuore prezioso, ma anche molto fragile, troppo delicato, troppo generoso. La bambina, comunque, crebbe felice, coccolata, adorata e incoraggiata dai genitori, per la quale era un dono del cielo.
Un giorno i due ragazzini si incontrarono e la bambina si innamorò subito del bambino col cuore di pietra, al quale decise di donare una foglia del suo cuore di carciofo. Il ragazzino, però, strappò quel dono, ignorandolo e andando avanti per la sua strada. La bambina non si scoraggiò, dopotutto il suo cuore aveva molte altre foglie, così riprese il suo cammino sempre sorridente.
Ad osservarla c'era anche un altro bambino, nato con un cuore d'oro, i cui genitori non gli lasciavano mai metter il naso fuori di casa e avevano reso la sua camera una gabbia dorata per proteggerlo da coloro che avrebbero potuto volere il suo cuore.
Dopo aver assistito alla scena in cui la bambina aveva donato una foglia del suo cuore di carciofo, il quale era stato però gettato via, il bambino decise che l'avrebbe protetta e così raccolse i pezzi del suo cuore caduti a terra.
La bambina continuò molte altre volte a donare una foglia del suo cuore al bambino col cuore di pietra, ma quest'ultimo sempre la gettava, rifiutando il suo amore. Quando le rimasero solo un paio di foglie la bambina si arrese, capendo che il bambino col cuore di pietra era semplicemente incapace di amare. Vedendola triste, sola e abbattuta il bambino col cuore d'oro le si avvicinò e le offrì una scatola in cui aveva raccolto tutti i pezzi del suo cuore di carciofo. Insieme rimisero insieme le foglie per ricreare il suo cuore il quale, una volta completo, fiorì.
Il ragazzo col cuore di pietra rivide la bambina col cuore di carciofo assieme al suo nuovo amico, un amico che l'amava. Il bambino col cuore di pietra andò all'albero dei baci. Quando toccò l'albero ebbe come l'impressione che un mano gigantesca entrasse nel suo petto per osservare il suo cuore e per afferrarlo. Poco dopo iniziò a sentirsi solo e triste ma, prima ancora che potesse rendersene conto, il suo cuore si spezzò e si ruppe delicatamente.

Sopra: L'ultima immagine dell'albo mostra il ragazzo col cuore di pietra al quale si rompe delicatamente il cuore mentre tocca l'albero dei baci dove la ragazza dal cuore di carciofo e quello col cuore d'oro si erano dichiarati.

Le illustrazioni realizzate da Jérémie Almanza sono veramente molto graziose, con personaggi dai tratti morbidi e tondeggianti e con delle fisionomie e un aspetto alquanto particolari: le teste molto grandi, braccia e gambe molto sottili, occhi piccoli (ad eccezione della bambina col cuore di carciofo, che, al contrario, presenta dei grandi occhi tondi).

Sopra: I personaggi disegnati da Almanza hanno dei tratti fisici molto particolari: occhi piccoli (ad eccezione della bambina col cuore di carciofo che è l'unica ad avere occhi grandi e tondi), teste grandi e arti molto sottili, come potete vedere dall'illustrazione qui sopra.

Ciò che però colpisce subito l'occhio del lettore è l'uso che l'artista fa del colore, grazie al quale ha creato una netta differenza tra le illustrazioni che riguardano il bambino col cuore di pietra e la bambina col cuore di carciofo. Nelle parti che riguardano il primo, infatti, sono presenti solo colori scuri e cupi, che trasmettono l'idea di sporco, come il nero, il marrone scuro, il grigio, il giallastro ecc... mentre in quelle in cui è presente la bambina predominano colori chiari, caldi e allegri come il giallo, il rosa e il viola.
Ovviamente l'artista ha fatto questa scelta nell'uso dei colori per enfatizzare e trasmette al lettore immediatamente la differenza che esiste tra i due bambini, i quali sono l'uno l'opposto dell'altra.

  
Sopra: In questo albo illustrato è molto importante l'uso che l'artista fa del colore, per trasmettere dei messaggi al lettore, basta vedere come lo ha utilizzato diversamente per rappresentare le scene in cui sono presenti il bambino col cuore di pietra e la bambina col cuore di carciofo, come si può vedere da queste illustrazioni qui sopra.

"Coeur de Pierre" è un albo con delle illustrazioni molto belle in cui è stato fatto un uso molto interessante e bello del colore. Anche la storia, dall'impronta anche un po' romantica, è inoltre molto carina e dolce.

L'opera è stata pubblicata nel 2003 dalla Guy Delcourt Productions, è dotata di una copertina rigida, ha 32 pagine, misura 29,7 cm d'altezza e 22,5 cm di lunghezza e costa  9,95 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 7 maggio 2018

Mes 10 plus beaux contes classiques: Les Princesses

"Mes 10 plus beaux contes classiques: Les Princesses" è una raccolta di dieci fiabe illustrate, adattate da Anne Royer, originariamente pubblicate separatamente, con protagoniste femminili. Questa raccolta comprende: "La Bella e la Bestia", "La principessa sul pisello", "Raperonzolo", "La Bella addormentata nel bosco", "Le fate", "Cenerentola", "La Sirenetta", "Biancaneve", "Barbablù" e "Pelle d'asino".

Sopra: La copertina, che mostra una principessa realizzata da Sophie Lebot, ha un effetto metallizzato, inoltre, attorno al titolo, è possibile vedere le varie principesse a cui il titolo fa riferimento.

Come ho detto all'inizio questo libro è una raccolta di dieci fiabe illustrate da diversi artisti con protagoniste femminili. I testi delle varie fiabe non sono quelli originali, ma sono stati riscritti (adattati da Anne Royer) e, nella maggior parte dei casi, hanno subito dei cambiamenti e delle modifiche (anche piuttosto importanti):
- Nella fiaba "La Belle et la Bete" ("La Bella e la Bestia") la vicenda inizia subito col mercante che, prima di partire per un viaggio, domanda alla figlia Bella cosa vuole che lui le porti. E' stata quindi eliminata dalla storia tutta la parte in cui il mercante cade e vive in povertà nella casa in campagna, inoltre, sebbene all'inizio si dica che l'uomo ha sei figli, poi non si accennerà più a questi (anche delle sorelle di Bella non si parla minimamente).
- Nella fiaba "La princesse au petit pois" ("La principessa sul pisello") la trama rimane abbastanza fedele all'originale, anche se alla fine in questa versione si dice semplicemente che la coppia di sposi non si separò mai più dal pisello che era riuscito a fare la loro felicità. Nella storia originale di Andersen, invece, viene detto che il pisello fu collocato in un museo, dove probabilmente si trova ancora se qualcuno non lo ha rubato.
- Nella fiaba "Raipoince" ("Raperonzolo") la storia segue le vicende dell'edizione del 1857 dei Grimm e si mantiene piuttosto simile. L'unica cosa che è stata cambiata è che in questa versione l'uomo che si innamora di Raperonzolo è un cavaliere, mentre nella versione originale sarebbe stato un principe.
- Nella fiaba "La belle au bois dormant" ("La bella addormentata nel bosco")  la vicenda riprende inizialmente abbastanza fedelmente quella di Perrault, se non che le fate invitate in questa versione sono cinque mentre in quella di Perrault sarebbero sette; inoltre anche il re e la regina si risvegliano assieme alla figlia, cento anni, dopo, mentre nella versione originale questo non avviene in quanto non erano stati addormentati dalla fata. La parte finale però riprende invece quella della versione di "Rosaspina" dei Grimm, che è diversa da quella di Perrault poiché, a differenza di quest'ultima, si conclude col matrimonio tra la principessa e il principe (così come avviene in questa edizione della Lito).
- Nella fiaba "Les fées" ("Le fate") la vicenda si svolge sostanzialmente come nella fiaba originale di Perrault.
- Nella fiaba "Cendrillon" ("Cenerentola") la trama è mantenuta fondamentalmente simile a quella della versione di Perrault, anche se molto più riassunta (sono, ad esempio, state eliminate molte parti dialogate), inoltre, nel finale, nella versione di Perrault le due sorellastre chiedono perdono a Cenerentola, che le fa sposare con due gentiluomini, mentre in questa versione le fa sposare senza che quest'ultime si siano scusate. Nella versione di Perrault, poi, quando la protagonista va al ballo vestita elegantemente interagisce con le sorellastre (regalando loro arance e limoni ad esempio), mentre in questa versione ciò non vine accennato.
- Nella fiaba "La petite sirene" ("La Sirenetta") la storia si svolge inizialmente seguendo abbastanza fedelmente la versione di Andersen, anche se molte parti sono state riassunte. Inoltre, quando la Sirenetta stringe il patto con la strega del mare questa le taglia la lingua ma, nella versione di Andersen, oltre a fare ciò la strega le dice che, ad ogni passo, sarà come se camminasse su mille coltelli (mentre in questa versione questa cosa non c'è). E' il finale, tuttavia, quello che subisce le maggiori modifiche in quanto nella versione di Andersen , dopo che la fanciulla sceglie di diventare schiuma di mare piuttosto che uccidere l'amato, vine salvata dalle figlie dell'aria che, colpite dal suo gesto, la fanno diventare una di loro, mentre in questa versione della Lito la Sirenetta si trasforma in schiuma e poi sale in cielo.
- Nella fiaba "Blanche-Neige et les sept nains" ("Biancaneve") la storia non inizia con la madre di Biancaneve che desidera avere una figlia, ma viene semplicemente detto che, una volta, c'era una bambina con le labbra rosse come il sangue, i capelli neri come l'ebano e  la pelle bianca come la neve e per questo, prima di morire, la madre l'aveva chiamata Biancaneve. Sono poi stati tagliati i primi due tentavi della matrigna per uccidere la figliastra passando direttamente a quello con la mela avvelenata. Alla fine la matrigna muore per l'eccesso di collera e di gelosia quando viene a sapere che Biancaneve è viva e sposata con un principe. Di seguito viene inoltre detto che i due sposi avranno dei figli, particolare che non esiste nella versione originale. In questa versione della Lito, comunque, sono inoltre presenti anche altre piccole inesattezze come, ad esempio, il fatto che la matrigna chiede al cacciatore di portarle il cuore della ragazza, mentre nella versione dei Grimm si trattava del fegato e dei polmoni.
- Nella fiaba "Barbe-Blue" ("Barbablù") la storia viene mantenuta sostanzialmente molto simile all'originale e non ho sostanziali differenze da segnalare.
- Nella fiaba "Peau d'Ane" ("Pelle d'asino") la trama è mantenuta uguale a quella della versione originale di Perrault.

Come potete leggere, quindi, sebbene alcune fiabe siano state mantenute abbastanza simili alla versione originale (sebbene comunque con qualche parte riassunta e con un cambio di registro e di linguaggio), molte, invece, sono state modificate e tagliate in modo eccessivo (quelle che ne hanno risentito di più sono state "La Bella e la Bestia", "La Bella addormentata nel bosco", "La Sirenetta" e "Biancaneve").

Sopra: Alcune pagine illustrate tratte dalla fiaba di Biancaneve, illustrata da Sybile.

Poiché, come ho detto all'inizio, questo volume è una raccolta di fiabe che originariamente erano state pubblicate ognuna per conto proprio, ogni fiaba in esso presente è stata illustrata da un artista diverso.
Le illustrazioni de "La Bella e la Bestia" sono di Sophie Lebot, quelle de "La principessa sul pisello" sono di Charlotte Gastaut, quelle di "Raperonzolo" sono di Princesse Camcam, quelle de "La Bella addormentata nel bosco" e quelle di  "Cenerentola" sono di Candy Bird, quelle de "Le fate" di Coralie Vallageas, quelle de "La Sirenetta" di Carole Gourrat, quelle di "Biancaneve" di Sybile, quelle di "Barbablù" di Mayalen Goust e quelle di "Pelle d'asino" sono state realizzate da Oreli Goule.
A differenza dei testi tutte le illustrazioni sono di un buon livello, anche se ovviamente si differenziano anche parecchio tra di loro essendo state realizzate da artisti diversi (di cui, tra l'altro, molti avevano già illustrato delle fiabe in precedenza).
I disegni di Sophie Lebot, di Candy Bird, di Carole Gourrat, di Sybile, di Mayalen Goust e di Oreli Goule presentano personaggi dai tratti morbidi e delicati, con dei lineamenti graziosi. Quelli di Coralie Vallageas  hanno invece dei tratti più cartuneschi e un aspetto più buffo e infantile (con visi tondeggianti e occhi grandi e tondi). I disegni di Charlotte Gastaut e di Princesse Camcam hanno probabilmente l'aspetto più originale.

   
Sopra: I personaggi realizzati da alcuni artisti presentano tratti morbidi e delicati, con dei lineamenti graziosi, come si può vedere da queste immagini realizzate da Sophie Lebot (a sinistra) e Mayalen Goust (a destra).

 
Sopra: Le illustrazioni della Vallageas (a sinistra) presentano i tratti più cartuneschi (con occhi grandi e tondi e visi tondeggianti), mentre quelle di Princess Camcam (a destra) risultano tra quelle più particolari.

L'uso e la scelta dei colori si differenzia anch'esso molto in base all'artista: la Gastaut, ad esempio, ha scelto, per gli abiti dei suoi personaggi e per gli sfondi, fantasie dai colori forti e dai toni caldi e accesi. Candy Bird, invece, stende i colori in modo che alcune parti risultino molto chiare ed altre molto scure, inoltre per la storia de "La bella addormentata nel bosco" ha utilizzato molto il verde e il rosa, mentre per quella di "Cenerentola" ha scelto sia colori caldi (il giallo, l'arancione e il marrone chiaro) che freddi (il blu e l'azzurro). Coralie Vallages ha scelto una buona varietà di colori, accesi e brillanti; Mayalen Goust, per la fiaba di "Barbablù" fa prevalere i colori freddi (sopratutto il blu e l'azzurro), mentre Oreli Gouel, per la storia di "Pelle d'asino", preferisce usare soprattutto colori caldi.

 
Sopra: Per quanto riguarda i colori la Gastaut ha scelto per gli abiti e gli sfondi delle fantasie molto colorate come potete vedere nell'immagine a sinistra, mentre Candy Bird, per la fiaba di "Cenerentola", ha utilizzato sia colori caldi che freddi, come potete vedere invece nell'immagine a destra.

"Mes 10 plus beaux contes classiques: Les Princesses" è una raccolta di dieci fiabe di cui, purtroppo, alcune delle storie hanno dei testi che rispettano solo in parte la versione originale, inoltre tutte presentano comunque parti riassunte o tagliate. Le fiabe che presentano le maggiori differenze sono quelle di "La Bella e la Bestia", "La Bella addormentata nel bosco", "La Sirenetta" e "Biancaneve", mentre quelle de "La principessa sul pisello", "Raperonzolo", "Le fate", "Cenerentola", "Barbablù" e "Pelle d'asino" sono quelle che sono state mantenute più fedeli, almeno per quanto riguarda la trama e gli eventi.
Le illustrazioni che accompagnano le storie sono invece tutte buone, e alcune (anche a seconda dei gusti) sono decisamente belle.

Questa raccolta è stata pubblicata dalla Lito nel 2013; ha 126 pagine, la copertina  rigida e misura 25,8 cm d'altezza e 21,3 cm di lunghezza e costa 14,90 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.