lunedì 24 aprile 2017

DragonWorld. 120 dragons with advice and inspiration from 49 international artists

"DragonWorld. 120 dragons with advice and inspiration from 49 international artists" è una raccolta, edita da Pamela Wissman e Sarah Laichas, di varie illustrazioni realizzate da molteplici artisti (49 per la precisione) che hanno come soggetto i draghi.

Sopra: La copertina di "DragonWorld" mostra una delle immagini presenti all'interno del libro: quella intitolata "First Lesson" di Kerem Beyt.

Come scritto sul retro della copertina quest'opera è dedicata a "The coolest of mythological beasts" e vuole essere una sorta di vetrina di alcuni dei più fantasiosi ritratti di draghi dei nostri giorni. Infatti, come scritto nell'introduzione, fra tutte le creature mitologiche i draghi sono alcune delle più belle e popolari.
Questo libro illustrato contiene ben 120 illustrazioni di draghi realizzate da 49 differenti artisti: Aaron Pocock, Julia Chubarova, Nicolas Alejandro Pena, Emmy Cicierega, Ashley Hall, Chuck Wadey, Ginger Cooley, Isabelle L. Davis, John Staub, Eduard Mirica, E.J. Su, Mauricio Herrera, Victoria Maderna, Kaitlin Reid, Jim Pavelec, Tiago da Silvia, Katarzyna Marcinkowska, Bobby Chiu, Kei Acedera, Thanaphan Dechboon, Carlos Eulefi, Alssa T. Davis, Kerem Beyit, K. "Kez" Laczin, Sarah Jaffe, Kendrick Lim, Alice Duke, Melita Curphy, Michelle Parker, Jessica Peffer, Juan Calle, Stephanie Pui-Mun Law, Collette J. Ellis, Corinne Aiello, Robb Mommaerts, Sarah Anne Davis, Sandara Tang, Lina Karpova, Amelie Hutt, Daniel Lundkvist, Jon Grimes, Ursula Vernon, Natalie Ponce Gutierrez, Adam Vehige, Freya Horn, Hedvig Haggman-Sund, William O'Connor e Kelsey Lakowske.
Tutti questi artisti sono inoltre presenti sul sito di deviantART.com.
Il lettore potrà così osservare una gran varietà di draghi disegnati con tecniche e stili differenti. Come scritto sempre nell'introduzione, infatti: "The classic dragons in this book can be described as strong, proud (fieri) and dignified. Some are depicted (raffigurati) with companions (compagni), appearing as generous, honest, sensitive (sensibili) and loyal friends who inspire confidence and trust (fiducia). There are humorous, bumbling (imbranati) and eccentric dragons. Many incorporate the traits (i tratti) of other animals, human and, yes, even (persino) food."
A ogni autore è inoltre dedicata una pagina in cui questo ci viene presentato tramite una scheda che ne riporta anche il nome su deviantART, dove vive, la sua città natale, la data di iscrizione a deviantART, i suoi siti web, i suoi hobby, il suo drago preferito e la sua citazione preferita. Nella pagina con la scheda con il profilo dell'artista sono inoltre riportante delle domande (solitamente otto, ma il numero varia tra le cinque e le nove) che gli sono state poste, accompagnate ovviamente dalle risposte che egli ha dato. La maggior parte di queste domande viene ripetuta identica a ciascun artista (come ad esempio la domanda "What qualities do dragons exemplify that inspired you?" o "There is a story behind your piece?"), ma è interessante vedere le differenti risposte che ciascun illustratore ha dato, potendole confrontare inoltre con quelle degli altri.
Dopo che l'artista è stato presentato, seguono da una a sei pagine (con una media di tre) in cui sono raccolti alcuni dei lavori (tra cui anche schizzi) di quest'ultimo, che il lettore potrà ammirare.

Sopra: Come si può vedere da questa immagine, questo libro offre una presentazione iniziale di ciascun artista (composta dalla scheda col profilo e le domande), in questo caso Mauricio Harrera, per poi mostrare al lettore alcuni suoi disegni (quello che compare qui sopra si intitola "Esmeralda"), 

Come già detto, le illustrazioni di draghi presenti in questo libro sono molte e hanno tutte un proprio stile che le differenzia le une dalle altre, poiché sono state realizzate da artisti diversi, offrendo così al lettore un'ampia panoramica di disegni di draghi.
Alcuni artisti, infatti, hanno rappresentato le loro creature con uno stile più classico (come a esempio Nicolas Alejandro Pena, Mauricio Herrera, Jim Pavelec, Kerem Beyit, Stephanie Pui-Mun Law, ecc…) dipingendole come bestie fiere, forti, nobili e possenti; altri, invece hanno rappresentato i loro draghi con un aspetto simpatico, talvolta anche buffo, se non strampalato (come, ad esempio: Victoria Maderna, Bobby Chiu e Kei Acedera, Robb Mommaerts, Ursula Vernon ecc...).
Vi sono draghi disegnati di tutte le dimensioni (dai più piccoli ai quelli enormi), di tutti i colori (una vastissima quantità di sfumature e di accostamenti di tinte) e di tutti i tipi (dai draghi occidentali a quelli orientali, dai più classici ai più fantasiosi e improbabili, draghi legati agli elementi, draghi meccanici….).

  

Sopra: Alcuni artisti hanno illustrato i propri draghi in maniera più classica, come si può vedere da queste illustrazioni. In particolare quella in alto a sinistra (dal titolo "Golden Dragon") è di Nicolas Alejandro Pena, quella in alto a destra ("Year of the dragon") è di Stephanie Pui-Mun Law, mentre quella in basso al centro ("Over the clouds") è di Kerem Beyit.

  
Sopra: Alcuni artisti rappresentano i loro draghi con uno stile e un aspetto più simpatico e buffo, come si può vede ad esempio nel caso di queste due illustrazioni, di cui quella a sinistra (dal titolo "Carrot Run") è opera di Bobby Chiu, mentre quella a destra ("Knight and Dragon") è di Ursula Vernon.

  

  
Sopra: Quest'opera contiene un gran numero di illustrazioni di draghi , da quelle più classiche (come quella in basso a sinistra, dal titolo "Dragon", realizzata da Sandara Tang) a quelle più innovative, come nel caso dell'immagine in alto a sinistra ("Marine Dragon") di Ashley Hall, o di quella in alto a destra ("Water Dragon") di John Staub, o, ancora, di quella in basso a destra ("Dragon Lady"), di Kendrick Lim.

"DragonWorld" è una bella raccolta di illustrazioni di draghi che offre la possibilità al lettore di ammirare e conoscere un'ampia varietà di artisti e dei loro lavori. Ciò permette infatti di poter vedere tutti insieme una gran quantità di rappresentazioni differenti di queste bestie fantastiche, permettendo al lettore di apprezzarne la varietà. Oltre alle illustrazioni, inoltre, questo volume permette al lettore di conoscere anche un po' l'artista grazie alle schede di profilo e alle domande a cui l'artista ha risposto.

Quest'opera è stata edita dalla Impact nel 2011. Ha 160 pagine, la copertina rigida e misura 28,3 cm d'altezza e 21,7 cm di lunghezza e costa 26,99$.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 17 aprile 2017

Emozionario. Dimmi cosa senti di Cristina Nunez Pereira e Rafael R. Valcarcel

"Emozionario. Dimmi cosa senti" è un albo scritto da Cristina Nunez Perira e Rafael R. Valcarcel e illustrato da ben 22 artisti differenti. Questa vuole essere un'opera che aiuta il bambino e l'adulto a confrontarsi con le proprie emozioni, prima di tutto facendocele riconoscere e identificare.

Sopra: La copertina di "Emozionario" ci mostra una figura astratta realizzata da Leire Mayendia, non presente all'interno del libro, i cui colori forti spiccano sul tenue grigio dello sfondo.

Questa è un'opera che, come suggerisce anche il titolo stesso, vuole essere una sorta di dizionario delle emozioni indirizzato ai più piccoli (l'età consigliata è a partire dai tre anni), non a caso questo libro si apre con un prologo scritto da Rosa Collado Carrascosa, una psicologa e psicoterapeuta, che spiega come "Questo Emozionario offre opportunità di approfondire la consapevolezza di se stessi, a partire dalla più tenera infanzia, perché aiuta a conoscere le emozioni e a parlare dei sentimenti. In questo modo il bambino potrà incanalarli al meglio…". "Emozionario" vuole quindi essere un "sostegno pedagogico di base", come lo chiama la stessa Carrascosa, per stimolare l'intelligenza emotiva del bambino affinché questo impari a scoprire, identificare e differenziare le proprie emozioni in modo da poterle vivere senza turbamenti, imparando a conoscere se stessi per diventare adulti consapevoli e strutturati.
L'intelligenza emotiva, infatti, secondo Salovey e Mayer (coloro che nel 1990 introdussero questo concetto), indicherebbe la capacità che hanno gli individui di monitorare le sensazioni proprie e quelle degli altri, discriminando tra vari tipi di emozioni ed usando questa informazione per incanalare pensieri ed azioni. Secondo vari studiosi (tra cui i già citati Salovey e Mayer, ma anche Goleman) l'intelligenza emotiva comprenderebbe cinque abiti: conoscere le proprie emozioni, maneggiarle, riconoscere quelle degli altri, motivare se stessi e utilizzare le proprie competenze sociali nell'interazione con gli altri. Come si può capire, questi cinque ambiti che fanno parte dell'intelligenza emotiva riguardano tutti aspetti molto importanti che possono influire molto sulla vita di una persona, per cui sviluppare un'intelligenza emotiva è sicuramente importante. I bambini che imparano a gestire le proprie emozioni e a controllare i propri istinti riescono infatti a tollerare meglio le situazioni stressanti, imparano a comunicare meglio i propri stati emozionali, sono in grado di sviluppare relazioni positive e riescono ad ottenere maggiori successi a scuola, sul lavoro e nella vita.
Questo libro presenta un percorso emotivo che cerca di seguire una certa logica (ogni emozione che segue è in qualche modo correlata alla precedente), tuttavia, come scritto a l'inizio dell'albo, il lettore può cominciare a leggere l'emozione che preferisce, saltando le pagine e, in caso, ritornando indietro.
Ad ogni pagina viene presentata al lettore, tramite una descrizione, un'emozione differente, accompagnata inoltre da un'immagine che illustra l'emozione a cui è riferita. Le emozioni descritte sono quarantadue: la tenerezza, l'amore, l'odio, l'ira, l'irritazione, la tensione, il sollievo, la serenità, la felicità, l'allegria, la tristezza, la compassione, il rimorso, la colpa, la vergogna, l'insicurezza, la timidezza, la confusione, la paura, lo stupore, il disgusto, l'ostilità, l'accettazione, l'incomprensione, l'abbandono, la solitudine, la nostalgia, la malinconia, la noia, l'attesa, l'entusiasmo, l'euforia, lo sconforto, la delusione, la frustrazione, l'ammirazione, l'invidia, il desiderio, la soddisfazione, l'orgoglio, il piacere e la gratitudine.
Sebbene i testi siano di tipo descrittivo (dopotutto l'intento di usto libro è quello di portare i bambini a riconoscere le proprie emozioni, quindi è normale che queste vengano descritte) sono scritti in modo da non risultare troppo freddi, asettici o distaccati. Al contrario, cercano di coinvolgere il lettore, rivolgendosi direttamente a lui, come se gli stessero parlando di persona, ad esempio ponendo domande dirette (come ad esempio, per quanto riguarda l'amore: "Che tipi di amore ci sono?", riguardo all'ira: "L'ira è utile?", oppure, per quanto riguarda la nostalgia "Come riconoscerla?") a cui poi risponderanno gli stessi bambini. Per cercare di farsi comprendere meglio, inoltre, i testi suggeriscono spesso molti esempi di situazioni che possono essere capitate al lettore o che quest'ultimo possa immaginarsi, ad esempio, quando parla dell'irritazione, si può leggere: "Si crea tensione anche quando si scontrano interessi diversi. Per esempio: tu vorresti cantare, ma tua mamma vorrebbe dormire".

Sopra: Questa illustrazione, realizzata da Elissambura, rappresenta la nostalgia in una maniera alquanto interessante.

Come ho anticipato, le illustrazioni presenti in questo albo, ciascuna associata a una differente emozione, sono state realizzate da molti artisti, in particolare: Adriana Keselman, Alejandra Karageorgiu, Anita Morra, Bela Oviendo, Cynthia Orensztajn, Elissambura, Federico Combi, Gabriela Thiery, Javier Gonzalez Burgos, Jazmin Varela, Josefina Wolf, Keki un puntino, Luciana Feito, Maria Lavezzi, Maricel Rodriguez Clark, Nancy Brajer, Nella Gatica, Paola De Gaudio, Patricia Fitti, Romina Biassoni, Tofi, Virginia Pinon.
Naturalmente, essendo state realizzate da artisti diversi, le varie illustrazioni presentano stili alquanto differenti le une dalle altre (specialmente fra alcuni illustratori), ma sono comunque tutte molto belle e interessanti.
In alcuni disegni, come quelli di Nella Gatica o Cynthia Orensztajn, le emozioni che sono rappresentate sono chiare, facilmente identificabili, quasi evidenti, mentre in quelli di altri artisti (come Elissambura, Federico Combi,  Javier Gonzalez Burgos, Jazmin Varela, Josefina Wolf, Keki un puntino, Luciana Feito, Maria Lavezzi, Maricel Rodriguez Clark o Virginia Pinon), risultano più complesse da decifrare, meno ovvie. Ciò può dipendere comunque anche dal tipo di emozione da rappresentare, in quanto rappresentare la vergogna può essere più facile rispetto al dover mostrare un'emozione come la nostalgia.
Il fatto comunque che non tutte le emozioni siano così ovvie da identificare e da riconoscere va considerato come un aspetto positivo, in quanto ciò può spingere i lettori (specialmente se opportunamente seguiti) a interrogarsi e a riflette in modo approfondito riguardo una o l'altra immagine.

  

  
Sopra: Alcune illustrazioni rappresentano un'emozione in modo più diretto, rendendola facile da intuire, come nel caso delle immagini che vi ho riportato qui sopra più in alto, realizzate da Nella Gatica (a sinistra) e Cynthia Orensztajn (a destra), per rappresentare rispettivamente la vergogna e l'irritazione. Altri illustratori hanno invece rappresentato le emozioni in modo meno immediato, più complesso, come, ad esempio, Federico Combi, che nell'immagine in basso a sinistra ha disegnato il rimorso, e Javier Gonzalez Burgos, che nell'immagine in basso a destra ci mostra la malinconia.

Anche lo stile dell'artista può influire sulla comprensibilità o meno di un'illustrazione che vuole rappresentare un'emozione e, come ho detto sopra, tutti questi artisti possiedono uno stile molto differente gli uni dagli altri: quello di Nancy Brajer (che ha rappresentato le emozioni della tenerezza, della compassione e della gratitudine) è molto delicato e fiabesco; quello di Nella Gatica (che ha rappresentato emozioni quali l'odio, il sollievo, la vergogna e la noia) è più diretto, vivace, simpatico; Javier Gonzalez Burgos (che ha rappresentato la tristezza, l'abbandono, il disgusto e la delusione) ha invece uno stile etereo, dai tenui colori pastello, di difficile interpretazione, così come quello Federico Combi (che ha rappresentato il rimorso, l'incomprensione, la malinconia e la frustrazione), che utilizza una tavolozza di colori cupi e smorti per rappresentare personaggi enigmatici e filosofici; Keki un puntino (che ha disegnato la tensione e l'orgoglio) sfrutta invece dei colori accesi, intensi e brillanti che lasciano pochi spazi bianchi nella pagina….

  

Sopra: Ogni illustratore ha uno stile differente dagli altri, ad esempio quello di Nancy Brayer (di cui possiamo vedere l'illustrazione della tenerezza in alto a sinistra) è molto delicato e fiabesco, dai colori pastello; Federico Combi rappresenta invece i propri personaggi in modo enigmatico e filosofico, utilizzando una tavolozza di colori cupi e smorti (così come possiamo osservar nell'immagine in alto a destra che rappresenta la malinconia); Keki un puntino (di cui in basso al centro possiamo vedere l'orgoglio) sfrutta invece dei colori accesi, intensi e brillanti che riempiono tutto lo spazio, lasciando pochi spazi bianchi nella pagina.

Differenza di stili a parte, è comunque molto interessante osservare come ciascun artista ha rappresentato una certa emozione secondo la propria interpretazione (che per il lettore potrà risultare più o meno ovvia): Nancy Brajer per la tenerezza ha rappresentato una pecora, seduta su fiori di cotone, mentre cuce una sciarpa con cui avvolge un'altra piccola pecorella che sta dormendo (vedere l'immagine che ho riportato precedentemente); Nella Gatica ci mostra la noia rappresentando un maialino solo dallo sguardo triste e sconsolato seduto sopra un isolotto in mezzo al mare; Virginia Pinon, per rappresentare la colpa, ha disegnato una barchetta di carta che naviga sull'acqua trattenuta da una grossa catena attaccata ad una pesante palla di metallo che le impedisce di procedere e che sembra la stia facendo quasi affondare; Patricia Fitti per rappresentare la paura ha disegnato un campo di grano di notte, con la luna piena, con uno spaventapasseri dallo sguardo torvo e maligno e un corvo appoggiato su un albero spoglio; Javier Gonzalez Burgos rappresenta l'abbandono con un uomo-cervo in pigiama seduto sul materasso di un letto posto in una foresta, mentre nevica, con tutt'intorno altri letti vuoti; Federico Combi illustra la malinconia come un robot con braccia e volto umani, immerso in un ambiente grigiastro, intento a leggere alcuni fogli (vedere anche in questo caso l'immagine che ho riportato precedentemente) ...

  

  
Sopra: E' molto interessante poter vedere come i vari artisti hanno rappresentato un'emozione secondo una loro interpretazione personale: in alto a sinistra, ad esempio, Nella Gatica ha rappresentato la noia come un maialino su un isolotto solitario; in alto a destra Virginia Pinon, ci mostra la colpa come una barchetta di carta trattenuta da una pesante palla di metallo che quasi la fa affondare. In basso a sinistra Patricia Fitti ha rappresentato la paura come un campo di grano immerso in una paesaggio notturno, con uno spaventapasseri che guarda in modo torvo e maligno un corvo appoggiato su un albero spoglio. Infine, in basso a destra, Javier Gonzalez Burgos rappresenta l'abbandono con un uomo-cervo in pigiama seduto sul materasso di un letto posto in una foresta , mentre nevica, con tutt'intorno altri letti vuoti;

"Emozionario" si presenta come un bel libro con molte illustrazioni di qualità, dai differenti stili e dalle differenti interpretazioni con cui ciascun artista ha voluto rappresentare un'emozione, il che le rende molto interessanti e stimolanti per l'osservatore. I testi sono chiari e semplici tuttavia, poiché questo libro è stato realizzato con l'intento esplicito di essere un supporto pedagogico per aiutare i bambini a stimolare la loro intelligenza emotiva, bisogna chiedersi: questo libro è riuscito nel suo intento, cioè ad aiutare effettivamente i bambini a sviluppare questa intelligenza emozionale?. Naturalmente la risposta non è così ovvia, diciamo  che, almeno per alcuni, è possibile che ciò avvenga, ma che lo scopo di questo libro sia stato raggiunto dipende da molti fattori, come ad esempio il modo in cui il volume viene posto, letto, e fatto vedere al bambino, l'indole di quest'ultimo, la sua età ecc…
Per quanto riguarda l'età a cui quest'opera è rivolta, questa è indicata a partire dai tre anni, tuttavia la capacità di autoanalizzarsi e di prendere consapevolezza di sé cresce con l'età, per cui è probabile che questo albo sarà maggiormente efficace con bambini più grandi, che potrebbero quindi trovarlo anche più interessante. Alcune caratteristiche del libro, infatti, mi fanno pensare che, almeno certe emozioni, sono state descritte rivolgendosi a bambini un po' più grandi rispetto all'età di base indicata (3 anni). Ad esempio, alcuni esempi che i testi riportano per aiutare il lettore a comprendere meglio cosa possa essere una certa emozione sono rivolti a bambini che devono aver già iniziato la scuola primaria (del tipo, per spiegare cosa sia la tensione, tra gli esempi riportati c'è "Non aver studiato la lezione e sentire l'insegnante che comincia a fare domande", oppure, per quanto riguarda il sollievo, viene scritto "Per esempio proverai sollievo quando avrai finito un esame"). Anche il linguaggio utilizzato in certi casi sembra essere rivolto a bambini già un po' più grandi, in quanto bambini dell'infanzia probabilmente non conoscono ancora parole come pervadere ("… e (La serenità) ti pervade), affabile ( "Una persona serena è tranquilla, affabile"), disgrazia ("Una disgrazia capitata ad altri"), stima ("L'orgoglio è la stima molto alta che …"), egocentrico ("L'orgoglio egocentrico ..."), pedante ("Diventi pedante, superbo, arrogante") ….
Questo albo, inoltre, presenta al lettore un'ampissima scelta di emozioni, alcune delle quali potrebbero risultare difficili da capire per i bambini molto piccoli (a tre anni i bambini sanno identificare chiaramente solo tre emozioni: la tristezza, la felicità e la paura). Alcune emozioni complesse possono non essere così facili da identificare, specialmente per un bambino molto piccolo (penso ad esempio alla serenità o alla gratitudine).
Tutto ciò rende però questo libro adatto ad essere approcciato da un'ampia fascia di lettori (e non solo quelli più giovani), anche se magari risulterà compreso e apprezzato maggiormente da quelli un po' più grandi. Tuttavia anche a quelli giovanissimi non può far male dargli un'occhiata, anche se magari alcuni di questi proveranno interesse solo per alcune emozioni (quelle che sentono più vicine a loro) ignorandone altre. Ricordiamoci poi comunque che quest'opera si presta anche ad essere ripresa in futuro.
Questo libro illustrato è comunque un ottimo progetto che vale sicuramente la pena presentare ai bambini (ma anche gli adulti potrebbero trovarlo interessante) di diverse età, anche a più riprese, per aiutarli a a comprendere meglio le proprie emozioni e quindi anche se stessi. Un'opera che presenta una vasta gamma di emozioni ben descritte e inoltre accompagnate da belle illustrazioni su cui il lettore potrà soffermarsi.

Quest'opera è stata edita originariamente col titolo di "Emocionario" dalla Paladras Aladas nel 2016, e poi pubblicata sempre nel 2016 dalla Nord-Sud Edizioni. L'albo ha 94 pagine, la copertina rigida e misura 24,7 cm d'altezza e 22,7 cm di lunghezza e costa 16,90.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 10 aprile 2017

Cinderella jump rope rhymes di Adam Oehlers

"Cinderella jump rope rhymes" è un'opera, prodotta dalla "Cabinet des fees", composta da una serie di filastrocche in rima, accompagnate dalle illustrazioni di Adam Oehlers.

Sopra: La copertina di "Cinderella jump rope rhymes" mostra un'illustrazione realizzata da Adam Oehlers

Come ho detto sopra questo albo illustrato è composto da una serie di filastrocche, le jump rope rhimes appunto, le quali sono filastrocche che le bambine utilizzavano mentre saltavano la corda. Tali filastrocche cominciarono a diffondersi nel Diciottesimo secolo, quando le bambine cominciarono a saltare la corda (fino al Diciassettesimo secolo tale attività era considerata indecente per le ragazze in quanto queste avrebbero potuto mostrare le caviglie mentre saltavano) aggiungendovi tali rime, che aiutavano a scandire il tempo e il ritmo per saltare. Poiché la funzione di tali canti era quella di strutturare il gioco il loro significato era secondario, tanto che solitamente i testi di queste filastrocche erano piuttosto insensati e irrazionali.
La jump rope rhime di Cinderella era in uso negli Stati Uniti almeno fino al 1970 e al 1980, come riporta una nota, scritta da Francesca Forrest, nella prima pagina del libro.
La versione in voga in quel periodo era questa (talvolta con qualche variante):
Cinderella, dressed in yella
Went downstairs to kiss her fella (amica)
By mistake she kissed (baciò) a snake (serpente)
How many doctors did it take?
One, Two, Three, Four...
Ai giorni nostri, secondo quanto scrive la Forrest, queste rime sono finite "In the hands (mani) of speculative poeta and short-story writers and their friends", persone "With a lurid sense of humor, a color palette not limited to yellow, and  a deep (profondo) interest in imagining for Cindy some life-changing experiences beyond (dopo) snake kissing…".
Le rime presenti in questo libro sono quindi il risultato dei contributi di diversi autori: Sonya Taaffe, Samantha Henderson, Erik Amundsen, Rose Lemberg, Nadia Bulkin, Julia Rios, Kyle Davia e la stessa Francesca Forrest, che la Papaveria Press ha accettato di pubblicare e Adam Oehlers di illustrare.

Le rime di questo volume si compongono da strofe con un numero di versi alquanto diversificato: talvolta da tre, altre da cinque e da sei, altre ancora da quattro oppure da due versi. Le varie strofe non seguono una struttura precisa, in quanto il numero di sillabe da cui sono composte e l'alternanza delle rime è alquanto diversificata:
- Le strofe composte da tre versi presentano rime alternate: A B A. Ad esempio:
"Cinderella, dressed in red
ate Snow Withe's apple
now she's dead (morta)!"
- Le strofe composte da due e da quattro versi presentano una rima baciata (A A B B), ad esempio:
"Cinderella, dressed in jade
stole her love's heart, knives (pugnalato) and flayed (scorticato),
held it up (lo sollevò) against the sun,
dressed in gold, the final one."
- Le strofe composte da cinque versi presentano invece questo schema di rime: A B A C C, ad esempio:
"Cinderella dressed in white
stared (fissò) at the sun 
and lost her sight (vista)
her eyeballs burned (bruciarono) to little cinder (cenere)
still hot enough (abbastanza) to cook your dinner."
Una cosa ricorrente però all'inizio di ogni strofa è che essa inizia sempre con "Cinderella dressed in …", a cui segue il nome di un colore, probabilmente come riferimento alla strofa originale.
Come avrete potuto capire leggendo i testi che vi ho proposto qui sopra come esempio, essi non hanno un vero e proprio senso, né una logica in ciò che narrano, infatti, come ho scritto all'inizio, le jump rope rhymes erano composte da testi piuttosto insensati e irrazionali, e quelle di questo libro non fanno eccezione.

Sopra: Questa illustrazione in bianco e nero, presente all'interno del libro, rappresenta visivamente quanto scritto nell'ultima strofa che vi ho riportato sopra, quella composta da cinque versi.

Le varie strofe presenti nel volume sono accompagnate da illustrazioni realizzate dall'artista Adam Oehlers. Tali illustrazioni rappresentano quanto accade nelle strofe, o perlomeno in alcune di esse, inoltre l'artista racconta, in un intervista (questa) di aver subito considerato le varie Cenerentole come personaggi separati fin dall'inizio: "It seemed (sembrava) that each of them (ognuna di loro) was having their own little adventure".
Nei disegni di Oehlers vi è pochissimo colore, tanto che questi sono realizzati più che altro in bianco e nero, se non fosse per qualche lieve tocco di colore (che comunque non risulta mai troppo intenso, ma, anzi, è steso in modo molto leggero) in alcune tavole: come nella prima che vediamo nel libro, in cui il vestito di Cenerentola e la mela che le cade dalla mano sono tinti di un blando rosso; oppure, in quella dove vediamo la ragazza dietro le sbarre di una prigione, ci possiamo accorgere che i suoi occhi e le strisce dell'abito che indossa sono verdi.

  
Sopra: L'uso di colore nelle illustrazioni di Adam Oehlers è piuttosto raro, e, anche quando è presente, è comunque steso in maniera molto leggera, come possiamo vedere in queste due illustrazioni.

Lo stile dell'artista, inoltre, si ispira a quello di famosi illustratori come: Gustave Doré, Arthur Rackham e Brian Froud. Lo stesso Oehlers, sempre nell'intervista di cui vi ho parlato poco fa, afferma: "I’ve drawn (ho tratto) a lot of inspiration from older illustrators such as Doré and Rackham, and I’ve tried to inject (iniettare) some of that ‘classic’ feel into work." Un altro artista che Oerlers ammette aver avuto sul di lui una grande influenza è Edward Gorey (di cui avevo già recensito un'opera in passato: "The Gashlycrumb Tinies"), che lo ha spinto ha utilizzare la penna per disegnare: "I turned my focus to pen, and before I knew what was happening, all of my work was covered in that lovely gritty texture (consistenza granulosa) that’s created by crosshatching (tratteggio)." L'artista aggiunge, inoltre, che non è stata solo la tecnica di Gorey ed il suo mondo ad ispirarlo, ma anche il suo modo di raccontare una storia, i momenti che sceglieva di catturare (Oherlers infatti dice: "Its not only Gorey’s technique and world that inspired me, but also his way of telling a story, the moments he chooses to capture").

Sopra: L'arte e lo stile di Adam Oehlers si ispirano a quello di illustratori come Gustave Doré, Arthur Racham, Brian Froud e Edward Gorey, il quale ha spinto Oehlers ad utilizzare la penna per disegnare.

Questo libro poco conosciuto è un'opera bella, interessante e intrigante, che potrà essere facilmente apprezzata da coloro a cui piacciono le rime e le filastrocche, specialmente quelle irreali, poco sensate e dal tocco macabro. Tali rime, inoltre, sono pure accompagnate dalle belle illustrazioni di Adam Oehrlers, ricche di dettagli e con dei bellissimi giochi di luci ed ombre, il cui stile ben si adatta all'atmosfera dei testi.

Quest'opera è stata edita dalla Papaveria Press nel 2012; ha 28 pagine, la copertina flessibile e misura 21,5 cm d'altezza e 14 cm di lunghezza.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 3 aprile 2017

I racconti di Mamma Oca di Charles Perrault

"I racconti di Mamma Oca" è una raccolta delle fiabe originali di Charles Perrault, tradotte in italiano da Simona Mambrini e illustrate da Desideria Guicciardini. Qualche mese fa avevo già recensito (qui) una raccolta delle storie di Perrault: "Tutte le fiabe" edita dalla Donzelli Editore, per cui mi capiterà di fare anche qualche confronto fra le due versioni.

Sopra: La copertina di questa edizione delle fiabe di Perrault, illustrate da Desideria Guicciardini, presenta solo tre colori: il bianco, il nero e il rosso.

Questa raccolta si apre con l'introduzione si Silvia Vegetti Finzi, che, identificandosi col lettore, si  chiede: "Ancora un libro di fiabe? E perché mai dovremmo leggere storie che nulla hanno a che fare con noi?". Ma la Finzi ci ricorda che, nonostante lo sviluppo e la diffusione della tecnologia, le fiabe non si sono lasciate cancellare da quest'ultima, soltanto che "Non sappiamo più da dove provengono, chi ne è l'autore e come ci suggestionano", anche perché, rispetto al passato, è cambiato il modo in cui esse vengono trasmesse e diffuse. Così, ora che è venuta meno la trasmissione orale tra le generazioni "Spetta al libro custodire un patrimonio di sapere e di saggezza che fa di noi quello che siamo", perché, dopotutto, le fiabe costituiscono degli archetipi, "Stampi originali da cui prende forma ogni narrazione".
E se oggi esse sono state etichettate come parte della letteratura dell'infanzia è bene ricordare che non è sempre stato così: le "Historie ou contes du temps passé, avec des moralités" (più note come "Contes de ma Mere L'Oye"), inizialmente erano rivolte tanto ai bambini quanto agli adulti.
Come ci ricorda la Finzi, infatti, le otto fiabe raccolte da Perrault  ebbero uno straordinario successo alla corte del Re Sole, anche perché Perrault aggiunse alle fiabe alcuni elementi della Francia dell'epoca, trascrivendole in un francese "Colto ed elegante, eppure conciso e immediato, capace di narrare con naturalezza le più inverosimili avventure". Molti degli argomenti trattati in queste fiabe, inoltre, suscitavano discussioni morali e fornivano utili insegnamenti sull'esistenza umana, anche se probabilmente l'intento dello scrittore era più quello di divertire che quello di educare, infatti come scrisse lo stesso Perrault: "La fiaba diverte e muove al riso, senza che madre, sposo o confessore possano trovarvi nulla da ridire".
Come riconosce la Finzi, tale atteggiamento anticonformista si rivela nelle morali finali, spesso doppie, "In cui in genere la seconda non si limita a condannare, con ironia, la morale tradizionale, ma suggerisce anche l'adozione di comportamenti emancipati".

Sopra: L'illustrazione, posta all'inizio del racconto, realizzata dalla Desideria Guicciardini per la fiaba del "La bella addormentata nel bosco".

I racconti presenti in questo libro sono gli stessi contenuti nella raccolta originale di Perrault: "La bella addormentata nel bosco", "Cappuccetto rosso", "Barbablù", "Mastro gatto, o Il gatto con gli stivali", "Le fate", "Cenerentola, o La scarpetta di cristallo", "Richetto dal ciuffo" e "Pollicino".
I testi delle varie fiabe, risultano fedeli a quelli della versione originale, ed è molto interessante confrontarli con quelli dell'altra versione, che ho già recensito, di "Tutte le fiabe". Le due versioni dei testi risultano infatti (come è giusto che sia) molto simili, se non per qualche lieve variazione che però non ne compromette il significato, ad esempio:

Versione tratta da "I racconti di Mamma Oca" (2014) della fiaba de "La bella addormentata nel bosco":
"C'erano una volta un re e una regina che non riuscivano ad avere figli e questo li rattristava moltissimo. Avevano provato tutte le acque curative del mondo, si erano votati a tutti i santi, avevano fatto pellegrinaggi e tentato ogni sorta di rituale. Ma tutto fu inutile".

Versione tratta da "Tutte le fiabe" (2011) della fiaba de "La bella addormentata nel bosco":
"C'erano una volta un re e una regina che avevano un gran cruccio: non potevano avere figli e di questo non si davano pace. Avevano provato tutte le acque curative del mondo, avevano fatto voti, pellegrinaggi, ogni sorta di preghiere e di rituali, ma tutto era risultato inutile."

La cosa però più interessante, e più divertente, è confrontare le morali delle varie fiabe, poiché qui le traduttrici hanno dovuto mantenersi fedeli al testo senza però alterare la rima. Ecco un paio di esempi:
Morale tratta dalla fiaba di "Cappuccetto rosso" della versione de "I racconti di Mamma Oca" (2014):

"Qui ben si vede come le bambine, 
soprattutto se gentili e carine,
fanno male a dar retta a certa gente,
e non succede molto raramente
che il Lupo se le mangi come niente.
Ho detto il Lupo, non uno qualunque,
perché non tutti i lupi sono uguali.
Questo è garbato, dolce e suadente,
e le bambine lo incontrano ovunque.
Ma è proprio quel tipo di lupo insidioso
ad esser, ahimè, il più pericoloso."

Morale tratta dalla fiaba di "Cappuccetto rosso" della versione di "Tutte le fiabe" (2011):

"Questa favola avverte le bambine,
specie se son graziose ed innocenti,
di non prestare ascolto alle moine
dei lupi travestiti da passanti.
Si sa che i lupi non sono tutti uguali
e che fra tutti i più pericolosi
sono quelli che a forza di regali,
di promesse e di discorsi zuccherosi
convincono le prede con le buone
a lasciarsi mangiare in un boccone."

La seconda morale tratta dalla fiaba di "Barbablù" della versione di "I racconti di Mamma Oca" (2014):

"Chi ha del mondo un po' d'esperienza,
ed è smaliziato a sufficienza,
riconosce una storia del passato.
Oggi non c'è marito di tal fatta,
sia pure diffidente e contrariato,
che la moglie non comandi a bacchetta:
sia la barba blu, gialla o marrone,
non si sa più chi la fa da padrone."

La seconda morale tratta dalla fiaba di "Barbablù" della versione di "Tutte le fiabe" (2011):

"Chi ha esperienza del mondo ha già capito
che questa storia è del buon tempo andato.
Oggi non trovi più nessun marito,
per quanto iroso, scontento e poco amato,
che dalla moglie non sia più che ammansito.
Che abbia la barba gialla, nera, blu o marrone,
non si capisce più chi sia il padrone."

Sopra: L'illustrazione in bianco e nero, realizzata da Grazia Deledda, con cui si apre la fiaba di "Barbablù" rappresenta il momento più catardico della storia.

Una cosa interessante, e utile, di questa raccolta di fiabe è che queste sono accompagnate anche da un apparato di notizie e curiosità che vengono segnalate tramite delle icone (tra cui quella delle curiosità, della geografia, delle note, delle referenze, delle ricette, della storia e di usi e società). Il lettore potrà così scoprire che cos'è l'acqua aromatica della regina d'Ungheria (che viene citata nella fiaba del "La bella addormentata nel bosco"), oppure venire a conoscenza di altre versioni della medesima fiaba (come nel caso di "Cappuccetto rosso", di cui esiste anche la versione dei Grimm).

Nell'opera sono presenti anche alcune illustrazioni in bianco e nero realizzate da Desideria Guicciardini, che sono state poste solamente all'inizio (dove compare anche il titolo della fiaba) e alla fine di ogni racconto. Purtroppo, forse per il fatto che qui i disegni sono stati resi in bianco e nero invece che a colori, questi non rendono molto, nel senso che non sono riusciti a trasmettermi un qualcosa che me li facesse trovare interessanti o d'impatto. Sebbene si veda che lo stile dell'artista sia originale, molte di queste illustrazioni mi sono sembrate sottotono: credo, per esempio, che quelle poste all'inizio della fiaba (che appaiono più dettagliate e curate) probabilmente avrebbero reso meglio con qualche tocco di colore (sulla copertina, ad esempio, alcuni particolari sono stati resi col rosso), mentre quelle poste alla fine della fiaba mi sono sembrate, nella maggior parte dei casi, eccessivamente semplici e scarne (saper creare delle immagini semplici, composte da pochi elementi, non è un difetto, anzi, alcuni autori ne hanno fatto un punto di forza, ma quelle di quest'artista non riescono a trasmettermi nulla di particolare).
Sono andata a guardare anche altre illustrazioni della Guicciardini, che ha illustrato diversi altri libri, e le ho trovate comunque buone, in particolare quelle de "Iliade" e "Odissea" (due rivisitazioni dell'Iliade e dell'Odissea classiche riscritte da Nicola Cinquetti e pubblicate dalla Lapis), sembrano interessanti e promettenti, a differenza di quelle di quest'opera che, probabilmente, non riescono a rendere come avrebbero dovuto.

Sopra: Questa è l'unica illustrazione del libro che, nonostante la sua essenzialità, ho trovato bella e interessante, e che sembra essere stata fatta apposta in bianco e nero.

  
Sopra: Due illustrazioni poste alla fine di due fiabe presenti all'interno dell'opera: a sinistra quella di "Barbablù" e a destra quella di "Pollicino". Questi disegni, come tutti quelli all'interno del libro, sono in bianco e nero e presentano uno stile molto (forse anche troppo) essenziale, presentando solo pochissimi elementi. 

Questa raccolta di fiabe di Perrault resta comunque un'edizione molto valida, in quanto i testi delle varie fiabe sono stati tradotti fedelmente, rispettando il materiale originario, e, alla fine, l'intento principale di questo testo è proprio questo: dare al lettore la possibilità di fruire le fiabe originali dello scrittore francese (anche se tradotte in italiano), così come Perrault le aveva scritte, indipendentemente dalle illustrazioni presenti nell'edizione. Quest'edizione, inoltre, come detto, accompagna tali testi con delle note aggiuntive che il lettore potrà trovare alquanto interessanti.

Questa raccolta è stata edita nel 2014 dalle Edizioni PIEMME. L'opera ha 160 pagine, la copertina rigida dotata di una sovracopertina, misura 21,8 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza, e costa 14 euro.

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