martedì 29 dicembre 2015

SPECIALE: The Ology Series (parte 1)

In questo post (e nei due successivi) vi parlerò di una serie di libri illustrati un po' diversi da quelli che ho già recensito, ma a cui sono affezionata in quanto è una collana che seguo fin dal quando avevo 9 anni e che ritengo, ancora oggi, molto buona.

Sopra: Le copertine di 11 su 12 libri della "Ologies series", che vedremo tutti successivamente più nel dettaglio. 

Questa collana di libri viene denominata "Ology Series" per il fatto che il titolo di ciascuna opera, o almeno quelli della serie principale, finisce col suffisso "-ology". Ognuno di questi volumi infatti viene presentato come una sorta di perduto diario/enciclopedia, scritto da un personaggio ormai morto o comunque scomparso (o entrambi i casi), e poi ritrovato dopo anni, e di cui l'editore ne ha ricevuto una copia per farlo pubblicare. (Vedi punto 2 e relativo esempio)
Attualmente i volumi pubblicati per questa serie sono 12, di cui l'ultimo è uscito nel 2013, e per adesso non sembra che debbano esserne pubblicati altri.

Questa collana è resa molto interessante e particolare per una serie di caratteristiche che la contraddistinguono e che ritornano con regolarità in ogni volume:
1) Il titolo: Qualsiasi volume della serie è reso immediatamente riconoscibile dal titolo che, come ho già spiegato, finisce sempre in -ology, in inglese, o in -ologia nelle versioni italiane (con un'eccezione nell'edizione italiana, che poi vedremo).

2) La nota dell'editore: Sulla pagina di controguardia o di guardia di ognuno di questi testi è presente una "Nota dell'editore", che comunica al lettore che questo libro è in realtà una copia esatta di un diario ritrovato e  inviato all'editore stesso affinché venisse pubblicato, ma del quale non può garantirne la veridicità in quanto non è riuscito a rintracciare prove certe dell'esistenza dell'autore.
Ad esempio, in "Dragologia", primo volume della serie, la nota dell'editore inglese riporta: "Questo libro è presumibilmente un facsimile di un originale pubblicato e stampato nel nel 1896 in sole cento copie, una delle quali è stata trovata di recente in una libreria del quartiere londinese di Seven Dials. Purtroppo l'editore non è riuscito ad accertare che un uomo di nome Ernest Drake sia mai vissuto nella foresta di St. Leonard né che sia l'autore di questo libro intitolato Dragologia. Di conseguenza, non è in grado in garantire la veridicità del contenuto di questo volume che può solo presentare come un'interessante curiosità".

3) Il formato e la copertina: Essendo parte della stessa serie tutti questi libri presentano il medesimo formato e le medesime dimensioni: 30,6 cm d'altezza e 26 cm di lunghezza. Tutte le copertine (rigide) dei volumi sono inoltre impreziosite da alcuni elementi come dei ricami, delle finte pietre preziose incastonate all'interno, oppure da una di quelle carte che, in base alla posizione in cui le muovi, fanno cambiare aspetto all'immagine riportata sopra di esse.

 
Sopra: La copertina a sinistra di "Illusionologia" oltre a dei ricami dorati presenta anche una piccola finta pietra preziosa al posto dell'occhio del coniglio e inoltre, muovendo il volume, ci si accorgerà che l'animale cambia aspetto, scoprendo che in realtà è un robot. Nella copertina a destra di "Piratologia", oltre ai ricami dorati e alle finte pietre preziose, è stata incastonata anche una bussola.

4) Il genere: Sebbene al giorno d'oggi non sia più possibile definire con la massima esattezza il genere di un libro, posso dire che questi sono scritti in prima persona sotto forma di diario, inoltre presentano degli elementi tipici delle enciclopedie, come ad esempio il fatto che raccolgano, ordinino e spieghino alcuni particolari temi (i draghi, i pirati, gli egizi, la magia ecc...) riportando dati ed elementi autentici. Questo accade anche nel caso dei libri a componente maggiormente fantasy, come ad esempio "Vampirologia", in cui vengono comunque citati personaggi storici realmente esistiti (e che secondo l'autore sarebbero stati in realtà dei vampiri).
Queste opere appartengono a quel genere in cui lo scrittore chiede al lettore una certa immedesimazione, cercando di stipulare con quest'ultimo un patto narrativo in cui chi legge deve far finta di credere realmente che questi volumi siano degli autentici diari perduti.

5) L'autore: Poiché questi libri sono presentati come dei diari perduti e poi ritrovati, l'autore di questi volumi è sempre una persona che si vuol far credere realmente esistita. I finti scrittori dei volumi sono tutti diversi, ad eccezione di uno, il Dott. Drake, che invece comparirà come autore di due opere in questa collana, e poi ne vedremo i motivi.

6) I temi trattati: I temi trattati sono piuttosto vari, ma hanno quasi tutti una buona componente fantasy. E' comunque spesso presente anche una componente storica, necessaria per dare a questi "diari" una certa solidità e per facilitare il lettore nell'immedesimarsi nei racconti in essi narrati. Come ho detto i temi sono comunque piuttosto vari, si va dai draghi, ai pirati, ai maghi, agli egizi, agli dei greci, ai dinosauri, agli alieni e così via.

7) Elementi ricorrenti: Gli argomenti e gli elementi trattati e presentati al lettore seguono una struttura  che viene rispettata in ogni volume:
- Nella pagina di controguardia o di guardia in tutti i testi (ed eccezione di "Illusionologia" in cui però c'è un pezzo di diario dell'autore) sono presenti delle lettere, a volte contenute in delle buste, indirizzate all'autore del libro o al lettore, oppure a un amico o conoscente dell'autore stesso.
- Nelle prime pagine è sempre disegnata una mappa (ad eccezione che in "Illusionologia") , la quale cambia a seconda dell'argomento di cui il volume tratta. Ad esempio in "Dragologia" c'è la mappa che mostra la dislocazione dei vari tipi di draghi nel mondo, in "Egittologia" una che riporta i principali siti archeologici dell'Egitto, in "Oceanologia" la rotta del protagonista a bordo del Nautilus ecc...


Sopra: Le mappe presenti in: "Vampirologia" (quella più in alto) che mostra la diffusione del vampirismo, e "Magia" (quella più in basso), che mostra i luoghi della magia nel mondo.

- All'interno sono presenti alcuni oggetti e campioni, come ad esempio pelli di animali fantastici, polvere di drago, bende egizie, frammenti di tessuti ecc…, che contribuiscono a rendere il libro maggiormente realistico.
- Nella parte interna alla quarta di copertina dei volumi è sempre presente un oggetto decorativo che serve ad impreziosire e a rendere ancora più bello il libro una volta che si è arrivati alla fine. Nei primi manuali tale oggetto era una finta pietra preziosa collocata all'interno di qualche oggetto o disegno (ad esempio  alla fine di "Dragologia" era l'occhio di un drago), poi hanno cominciato a essere gli oggetti più disparati: in "Mostrologia" abbiamo un intero cofanetto di reperti come peli dell'uomo delle nevi, pezzi di pergamena, pelli di drago ecc…; in "Mitologia" c'è una grande piuma gialla , in "Illusionologia" un oggetto che serve ad eseguire un trucco per fra sparire le monete ….

8) I "campioni" e gli oggetti presenti nel libro: Poiché questo è l'elemento principale e più particolare di questa serie di libri, nonché probabilmente quello che ha contribuito in grossa parte al loro successo, ho deciso di trattarlo in un punto a sé. Come ho detto prima, in queste opere sono infatti presenti dei veri e propri campioni, tra cui frammenti di pelli di drago o di dinosauro, pezzi di bende egizie o di bandiere dei pirati, peli di animali fantastici, piume di fenice, ecc... Tutti elementi che servono a calare sempre più intensamente il lettore nella storia e a fargli credere a ciò che legge, e poco importa se chi legge sa benissimo che non sono elementi veri, in quanto tutto ciò fa parte del patto narrativo.
Oltre ai campioni, sono presenti anche altri materiali e oggetti, anche piuttosto vari, tra cui tutta una serie di carte (da gioco, con immagini di divinità, oppure per creare illusioni ottiche....), piccoli libricini che spiegano alcuni particolari elementi (il mimetismo, indovinelli, incantesimi), riproduzioni con la carta di veri e propri giochi (spesso giochi da tavolo), e ancora, riproduzioni di monete d'oro, polvere di drago, pugnali di carta ….


Sopra: In alto una pagina di "Dragologia" nella quale, in basso al centro, si può vedere un campione di pelle del Lung asiatico. In basso l'ultima pagina, prima della quarta di copertina, di "Mostrologia", in cui sono presenti tutta una serie di campioni e materiali.

9) Le illustrazioni: Essendo questi volumi anche una specie di enciclopedia essi sono accompagnati da varie illustrazioni che ne arricchiscono i testi. In molti casi è lo stesso autore immaginario del diario, come nel caso del Dott. Drake in "Dragologia", che le realizza per arricchire la propria opera. In realtà questi disegni sono realizzati da più artisti, tra cui il principale è Douglas Carrel, il primo disegnatore che però è presente solo in 4 opere, vi sono poi Helen Ward, illustratrice scientifica e presente in ben 9 opere, David Wyat e Gary Blite presenti in 4 volumi, così come l'incisore Tomislav Tomic, e ancora Wayne Anderson, autore delle tavole presente in 3 opere, così come Nicky Palin, Anne Ivonne Gilbert e Ian Andrew.

10) Il prezzo: Anche il prezzo di questi libri è standard, ed è in effetti piuttosto alto. Infatti, se nel 2003, all'uscita del primo volume, il costo era di 25 euro, adesso è salito a 27. Tuttavia, anche se il costo è piuttosto notevole, la cura dei particolari, degli elementi e dei testi di questi libri lo giustificano in gran parte.

Dopo aver visto le caratteristiche ricorrenti di questa serie di diari, prenderò ora in considerazione ogni opera singolarmente in ordine cronologico di pubblicazione.
Partiamo quindi con "Dragonology. The complete book of dragons", edito nel 2003 in inglese e nel 2004 in italiano col titolo di "Dragologia. Il libro completo dei draghi". Questo è stato il volume che ha fatto partire il successo della serie, è infatti rimasto nel New York Times'children's bestseller list per 79 settimane.
Tale libro sarebbe stato scritto nel IX secolo da un dragologo, uno studioso di draghi, di nome Dott. Ernest Drake, il quale riporta all'interno dell'opera l'anatomia, i rituali di corteggiamento, la nascita, l'alfabeto, gli incantesimi dei draghi, nonché le varie specie, il modo in cui trovarli e i modi in cui utilizzare oggetti e materiali dragheschi, come ad esempio la polvere di drago. Questo testo ha 42 pagine ed è il più lungo della serie.

 Sopra: La copertina di "Dragologia", il primo volume che ha dato inizio, nel 2003/2004, alla fortunata serie delle "Ologie".

A questo libro sono collegati tutta una serie di altri materiali cartacei (ma non solo, anche se in questa lista non li ho riportati) che trattano il medesimo tema:
- "The dragonology handbook: a pratical course in dragons", tradotto in italiano con "Dragologia applicata: quaderno di esercizi" entrambi pubblicati nel 2005
- "Dragonology 2006 calendar: the 2006 calendar of dragons"
- "Dragonology 2007 calendar: the 2007 calendar of dragons"
- "Dragonology 2008 / 2009 / 2010 / 2011 / 2012 calendar"
- "A field guide to dragons" del 2007, tradotto in italiano col titolo "Dragologia. Manuale tecnico per dragologi" nel 2008. Un volume in cui oltre ad un breve fascicolo su altre specie di draghi non presenti nel libro principale, sono contenuti anche 12 mini modellini di un drago da montare.
- Alcuni volumi nei quali, oltre ad un breve fascicolo su altre specie di draghi non presenti nel libro principale, sono contenuti anche dei pezzi per montare un modellino di un drago:
1) "Dragon tracking and taming dragons Vol 1. A delux book and model set (european dragon)"del 2006, tradotto in italiano con "Guida ufficiale al modo dei draghi" nel 2007
2) "The frost dragon model set tracking and taming Vol 2." del 2008
- "Dragonologist code writing kit" del 2007 e pubblicato in Italia nello stesso anno col titolo "Kit di scrittura per dragologi".
- "Obscure spells and charms of dragon origin: a dragonology kit" pubblicato in inglese nel 2007
- "Drake's comprehensive compendium of dragonology" del 2009
- Le Dragonology Chronicles, una serie di libri scritti da Dugal A. Steer che narrano le vicende di Daniel e di sua sorella Beatrice, i quali diventeranno apprendisti dragologi del Dott. Drake:
I) "The dragon's eyes" del 2008 e tradotto con "L'occhio del drago"
II) "The dragon diary" del 2010 e tradotto in italiano con "Il diario dei draghi" nel medesimo anno.
III) "The dragon apprentice" del 2011, il quale non è stato pubblicato in Italia, come il successivo.
IV) "The dragon prophecy" del 2012.
- "Dragonology coloring book" del 2016, un libro in cui si possono colorare i draghi illustrati nella serie delle Ologie.
- Le "Beginner's Guide":
1) "Bringing up baby dragons"
2) "Tracking and taming dragons"
- Le "Pocket adventure", dei brevi libricini di 40 pagine:
1) "The Iceland Wirm"
2) "The dragon star"
3) "The dragon dance"
4) "The winged serpent"
Come potete vedere è stato pubblicato moltissimo materiale, non tutto arrivato in Italia, riguardante solo il volume di dragologia, tanto per dimostrarne il successo tra il pubblico.

(Continua nella seconda parte.)

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

giovedì 24 dicembre 2015

Incontra le fate di Lenia Major e Cathy Delanssay

In questo post vi parlerò del libro illustrato "Incontra le fate", originariamente edito in francese col titolo "A l'oree des fees" nel 2006 dalla Balivernes Editions e poi in italiano nel 2011 dalla Macro Junior. I testi di quest'opera sono stati scritti da Lenia Major e i disegni sono stati realizzati da Cathy Delanssay, la quale ha illustrato diversi libri che trattano di fate (e anche di principesse).

Sopra: La copertina de "Incontra le fate", scritto da Lenia Major e illustrato dalla Delanssay, mostra al lettore la bionda fata dei papaveri.

Questo testo presenta descrizioni in rima di varie fate, suddivise, all'interno del libro, in categorie: le fate di casa vostra, quelle degli elementi, quelle delle stagioni, degli esseri viventi e infine le fate dispettose.
Le poesie che le descrivono, tradotte da Sara Broccoli, sono molto carine, e seguono uno schema in rima baciata che le rende musicali, piacevoli da sentire e facili da ricordare. Spesso tali poesie sono anche molto espressive e cercano di trasmettere sentimenti di dolcezza, gioia e meraviglia.
Ecco un esempio:
Delle fate degli elementi: Celeste
"La fata della Notte ha teso la sua rete,
la luna e la cometa sono prese!
I suoi capelli biondi offrono una prigione dorata,
dalla quale nessuna stella vuole essere liberata.
Dal crepuscolo all'alba lei fa il giro del mondo,
trascinando nel suo languido girotondo
miriadi di stelle che si mettono a danzare,
prima tra tutte la stella polare!
Per sedurre i pianeti la bella si è preparata,
con polvere d'oro e un velo lattiginoso si è agghindata.
Orrore! Uno dei suoi capelli ha ceduto, 
una stella per sempre abbiamo perduto:
attraverso il cielo la si vede precipitare
verso gli occhi dei bambini
che ci siamo dimenticati di addormentare."

 Sopra: L'illustrazione realizzata dalla Delanssay, associata alla fata Celeste, rappresenta ciò che viene descritto nella poesia (i capelli biondi della fata che reggono gli astri del cielo, ma quando uno di questi si spezza la stella che era ad esso legato precipita).

Alcune rime, invece che descrizioni o narrazioni, sono dei dialoghi in prima persona, come ad esempio quello della fata Papavero, oppure quello della fata Pia.
Ecco qualche stralcio delle due poesie:
Papavero
"Carissimi miei sudditi buongiorno!
In tutto l'anno questo è il più bel giorno!(...)
Forza su gli araldi innalzate!
Sua Maestà vuole che partiate!
Alzate la testa, bei fiori di campo!
In marcia verso il tramonto, senza alcun inciampo!"

Sopra: L'illustrazione della fata Papavero richiama al colore rosso dei papaveri, che è presente soprattutto negli elementi in primo piano come gli stessi fiori e la fata, mentre lo sfondo vira sulle tinte più tenui del rosa.

Pia
"Cara Signora Giudice, come dice? Io ho rubato?
ma no! E' stato solo un prestito appena stipulato.
Questa duchessa manca di acume e finezza,
l'ho solo sollevata da un po' della sua ricchezza!
Oh Signora, non mi tratti con durezza!
quello che ho preso è una sciocchezza...".

Sopra: Pia, la fata ladra, la quale indossa delle ricche vesti bianche e nere, che spiccano sullo sfondo chiaro dai colori freddi.

Le illustrazioni, come ho già detto, sono state create da Cathy Delanssay, un'artista che ha realizzato spesso disegni per libri illustrati che trattano temi di fate o principesse (ad esempio: "Feerique de printemps", "Histores de fees et de princesses", "Merveilleux monde de princesse" ecc…); in effetti i suoi soggetti preferiti sono specialmente quelli femminili.
Le sue opere hanno un aspetto delicato, pulito, semplice, ma anche abbastanza ricco di dettagli. In questo libro i colori utilizzati variano in base alla fata, anche se in tutte le immagini la Delanssay utilizza tinte brillanti. Alcune immagini presentano infatti tinte accese e calde (la fata dei papaveri), mentre altre hanno colori più scuri (anche se mai troppo), come la fata della notte Celeste, o più tenui e delicati come nel caso della fata Piuma. In molte illustrazioni sono comunque presenti a coppie: ad esempio, nel caso della fata Celeste, le tinte scure del cielo notturno e quelle brillanti e calde dei biondi capelli di quest'ultima e delle stelle. Oppure, nel disegno della fata Papavero, gli elementi in primo piano hanno colori accesi, intensi e sgargianti come il rosso, mentre lo sfondo è di un tenue rosato.

Sopra: L'illustrazione della fata Bruna durante il periodo autunnale ha colori caldi e accesi, tipici dell'autunno, come il giallo, il rosso e l'arancione. Lo sfondo, pur riprendendo le medesime tinte, le ha molto più attenuate.

Sopra: Ester, la figlia dell'aria, viene rappresentata girata di schiena. In questa illustrazione sono presenti elementi scuri come lo sfondo e i capelli della giovane, e altri dalle tinte tenui e chiare, come la pelle della ragazza, e il suo vestito, o anche i fiori tra i suoi capelli.

  
Sopra: Le illustrazioni della fata Piuma (a sinistra) e della fata Ondina (a destra) hanno entrambe tinte tenui e delicate, tuttavia le prime sono calde mentre le seconde fredde.

Questo libro è stato pubblicato in Francia nel 2006 dalla Balivernes Editions e in Italia nel 2011 dalla Macro Junior. Il testo ha 72 pagine e misura 27,2 cm d'altezza e 24,2 cm di lunghezza. L'edizione italiana, che ha la copertina flessibile, costa 10,80 euro, mentre quella francese 15.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright.

sabato 19 dicembre 2015

Little Red Riding Hood di Sybille Schenker

Questo è il secondo libro di fiabe (il primo è stato "Hansel and Gretel" edito nel 2011 e che ho già recensito) che l'artista Sybille Schenker ha reinterpretato col proprio stile.
Anche questo libro, proprio come il precedente, è stato realizzato utilizzando alcune tecniche particolari, in questo caso l'autrice ha deciso di sfruttare quella del paper cutting, che in quest'opera, a differenza dell'altra, è presente in maniera massiccia, mentre stavolta  non è stato utilizzato nessun foglio trasparente disegnato.

Sopra: La copertina di "Little Red Riding Hood" della Sybille Schenker, il cui titolo è sempre stato realizzato con la tecnica del paper cutting, per ciò la fantasia rossa e bianca che vediamo all'interno delle scritte è in realtà quella della pagina sottostante, il foglio di sguardia.

Partiamo parlando dei testi e del loro adattamento: posso dire che sono stata contenta di constatare che essi, questa volta, sono stati adattati nel migliore dei modi, rispettando la versione originale dei fratelli Grimm senza subire tagli, a differenza di quello che era successo con "Hansel and Gretel".

Per quanto riguarda le illustrazioni esse sono state realizzate, ovviamente, con lo stile personale dell'artista, anche se in questo caso la tecnica delle silhouette è stata utilizzata molto meno rispetto all'altro libro, per cui di questi personaggi possiamo vedere anche i contorni e i dettagli interni, che sono  semplici, essenziali, ma ben marcati e spessi.

Sopra: Come si può vedere dall'immagine in cui sono presenti il cacciatore, la nonna e Cappuccetto Rosso, le linee che tracciano i corpi e i volti dei personaggi sono poche e molto spesse.

Molto sfruttati anche gli spazi negativi e positivi, in particolare per creare la figura e l'immagine del lupo.

Sopra: La figura del lupo cattivo, che come tutti gli altri personaggi presenta pochi tratti essenziali,  è stata realizzata sfruttando unicamente la contrapposizione di spazi positivi e negativi (bianchi e neri).

Particolare anche l'uso dei colori, che vengono stesi in maniera monocromatica, piatta e netta, senza l'intento di creare alcun tipo di sfumatura, specialmente negli sfondi.
In quest'opera, comunque, a differenza della precedente, ne abbiamo una maggiore varietà, infatti, oltre al nero, sono presenti piuttosto spesso anche il rosso, il giallo ocra, l'arancione, l'azzurro e il verde.
Non dimentichiamoci poi della presenza delle "fantasie", che in questo caso sono state utilizzate per decorare alcuni tessuti come quelli  degli abiti dei protagonisti (la stessa Cappuccetto Rosso, la nonna e il cacciatore) oppure le coperte del letto della nonna o anche la tappezzeria di alcune pareti della casa.

 Sopra: Come possiamo vedere dall'immagine sopra, in cui il cacciatore sente il lupo russare dalla casa della nonna e si insospettisce, i colori sono stati stesi in modo piatto, specialmente nello sfondo.

Sopra: In questo caso, oltre ad aver utilizzato dei colori piatti per dipingere l'ambiente, l'artista ha utilizzato anche delle fantasie colorate sulla coperta della nonna (che si può vedere anche nell'immagine precedente in cui lupo sta dormendo) e sulle pareti della casa.

Parliamo ora dell'utilizzo del paper cutting in questo libro, che è davvero bello. All'interno vi sono alcune pagine che sono state intagliate in gran quantità e con una minuziosa attenzione per i particolari.



Sopra: Alcune pagine in cui è possibile notare il pregiato lavoro di paper cutting presente in quest'opera. (Le prime due immagini sono consequenziali).

In altre l'utilizzo del paper cutting è minore, ma è stato fatto volutamente e saggiamente per creare alcuni particolari effetti visivi come quelli di alcune illustrazioni che ho riportato sopra, in cui è presente una finestra ritagliata e all'esterno di essa si vedono alcuni personaggi presenti in realtà nella pagina precedente (come nel caso della finestra della casa della nonna da cui si vede il lupo che bussa), o successiva (come nella scena in cui il lupo sta dormendo sul letto della nonna e dalla finestra vediamo il cacciatore).
Un altro interessante effetto visivo prodotto da tale tecnica è quello che riporto qua sotto:


Sopra: Grazie all'utilizzo del paper cutting l'autrice è riuscita a dare realmente al lettore l'impressione che Cappuccetto Rosso sia mangiata dal lupo.

Per quanto riguarda l'edizione questo libro è stato pubblicato in 4 lingue: inglese, tedesco, francese e italiano.
Curiosamente dell'edizione inglese esistono due versioni pubblicate esattamente ad un mese di distanza l'una dall'altra dalla casa editrice "Michael Neugebauer Publisching" e organizzate dalla "Minedition": la prima costa più di 19 euro, mentre la seconda, che dovrebbe essere la Delux Edition, ne costa più di 29. Non saprei dirvi quali siano le differenze tra l'una e l'altra, in quanto non ho avuto modo di confrontare entrambe le edizioni le quali sembrerebbero apparentemente identiche per grandezza, peso e numero di pagine.
Comunque l'edizione inglese è stata edita nel 2014, ha 44 pagine, la copertina rigida il cui titolo è stato intagliato direttamente in essa, e misura 27 cm d'altezza e 24,7 cm di lunghezza.
Questa fiaba della Schenker  è stata pubblicata anche in italiano, sempre nel 2014 (come tutte le altre edizioni), dalla "Minedition". A differenza delle altre edizioni quella italiana ha la copertina di colore rosso, e non nera, inoltre mi sembra che il titolo non sia stato ritagliato in essa, ma semplicemente scritto sulla superficie (anche se in realtà ho poi trovato una versione in italiano, sul sito de: "Il castello editore", identica a quella inglese e pubblicata sempre dalla "Minedition"). Il resto (come peso, dimensioni e numero di pagine) è lo stesso, ed il costo è di 29 euro.

Sopra: La copertina dell'edizione italiana del libro, il cui titolo mi sembra essere stato semplicemente scritto sopra e non ritagliato come nelle altre edizioni.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

martedì 15 dicembre 2015

Jack e la morte di Tim Bowley e Natalie Pudalov

Oggi vi parlerò di un libro, scritto da Tim Bowley e illustrato da Natalie Pudalov, che, come si può desumere dal titolo, tratta il tema della morte.

Sopra: La copertina di "Jack e la morte", edito in Italia nel 2013 dalla Logos. Sulla copertina la morte è rappresentata come un corvo, notare inoltre la presenza del filo rosso, che la Morte stessa tocca con la mano.

La storia, che si basa una fiaba tradizionale britannica, ha come protagonista il giovane Jack, un bambino la cui anziana madre sta per morire. Durante una passeggiata verso la spiaggia però il ragazzino fa un incontro inaspettato: la Morte, descritta dal testo come "Una figura altissima , con un mantello nero e il viso nascosto sotto un cappuccio".

Sopra: L'immagine con cui l'artista rappresenta il primo incontro tra Jack e la Morte. Da notare come quest'ultima, oltre ad essere stata rappresentata come nella descrizione del testo, si stia comprendo il volto con una maschera dall'aspetto umano. Inoltre un filo rosso lega la Morte alla casa del protagonista, il filo rosso del destino, secondo una leggenda giapponese, è indistruttibile e segna che le due persone da esso legate sono destinate a incontrarsi (e a sposarsi secondo la leggenda). Su un ramo dell'albero, poi, è appoggiato un uccellino morto, tale uccello (o uno a lui simile) comparirà altre volte nelle tavole, specialmente quando è presente la madre del protagonista.
 
Questa chiede a Jack indicazioni per casa sua, così il protagonista la riconosce e capisce che sta venendo a prendere sua madre. Allora il giovane, che è molto furbo, la inganna chiedendole di provargli che lei è veramente la Morte, facendole 3 richieste e sottoponendola così a tre prove. Nell'ultima le chiede di rimpicciolirsi tanto da entrare in una boccettina, e in questo modo riesce a intrappolarla.
Appena Jack torna a casa vede subito che sua madre sta molto meglio, ma il ragazzino non ha considerato che intrappolare la morte può portare a conseguenze inaspettate: come ad esempio il fatto che nessun animale o vegetale ora può essere ucciso e quindi  essere mangiato, per cui tutti patiscono la fame, senza però poter perire; oppure che ogni essere vivente si moltiplica, compresi parassiti e animali portatori di malattie, in quanto non c'è più la morte a limitarli.

Sopra: Ecco l'immagine con cui l'artista ha rappresentato le tragiche conseguenze dell'atto del protagonista. I colori utilizzati nell'illustrazione sono ancora più cupi e "tristi", da notare inoltre come la scena sia stata racchiusa dentro al filo rosso, sul quale è appoggiato un corvo, mentre Jack e la madre assistono agli eventi dall'esterno.

La madre di Jack allora capisce che c'è qualcosa che non funziona e fa confessare il figlio, il quale ammette di aver imprigionato la Morte, la donna allora gli chiede di liberarla in quanto, anche se le sue intenzioni erano buone, queste hanno portato infelicità e disgrazie al mondo. Così il protagonista lascia andare la Morte indicandole casa sua, questa lo ringrazia e lo saluta promettendogli che un giorno si rivedranno.
Quando Jack torna a casa trova la madre morta ... ma sorridente.

 Sopra: Jack torna a casa e trova la madre deceduta, a quest'ultima la Morte, che nel frattempo sta già guardando oltre davanti a sé,  pone davanti al volto  una maschera sorridente dall'aspetto umano (forse la stessa con cui era stata rappresentata l'entità la prima volta che aveva incontrato Jack), tenendo contemporaneamente nell'altra mano altre maschere. Nell'immagine sono presenti anche un corvo che regge nel becco un pezzo di filo rosso, e un grande fiore nero  posto sopra la testa della defunta.

Per quanto riguarda le illustrazioni esse sono state realizzate, come ho detto all'inizio, da Natalie Pudalov, un'artista russa nata nel 1980. Come avrete notato dalle immagini che ho riportato sopra questa illustratrice utilizza uno stile molto particolare e personale, tanto da rendere i suoi disegni forse più facilmente apprezzabili da un adulto piuttosto che dai bambini.
In questo libro dominano colori smorti e cupi come il nero, il grigio, il marrone e anche il verde, quando è presente, non è mai un colore acceso. Accanto a questi colori, che caratterizzano il paesaggio, l'abbigliamento e anche l'incarnato dei personaggi, ci sono alcuni elementi che invece vengono dipinti con colori accesi, in particolare il rosso dei fiori. Le uniche immagini in cui non dominano i colori "tristi" e cupi sono quelle in cui vengono rappresentati momenti gioiosi e felici (come ad esempio quando Jack torna a casa dopo aver intrappolato la Morte e trova la madre allegra e festosa poiché si sente molto meglio), anche se comunque, pure in queste illustrazioni, non ci sono tinte particolarmente allegre e brillanti.

 Sopra: L'altra immagine nella quale sono presenti colori non troppo cupi, in quanto rappresenta la scena in cui la madre del protagonista si sente particolarmente bene e quindi è allegra e di buon umore. Nell'illustrazione si può notare come il colorito di questa sia più "caldo" rispetto a prima, nonchè migliore anche rispetto a quello dello stesso protagonista. 
Interessante la presenza dei soffioni, di cui alcuni hanno iniziato a perdere i semi, il che può simboleggiare un'imminente morte o/e una rinascita. Sull'albero, vicino a una gabbietta, poi possiamo vedere l'uccellino presente anche nella prima immagine (escludendo la copertina), che ora gode di ottima salute; nell'angolo in alto a desta c'è però un corvo (associato alla morte) che stringe tra le zampe il famoso filo rosso.

Un particolare interessante che ho notato nelle illustrazioni è quello della spilla da balia, presente tra l'altro anche nel titolo della copertina del libro e nel foglio di guardia, che viene rappresentata spesso dall'illustratrice in posizioni differenti.

Nel primo disegno in cui è presente la donna, quello in cui la vediamo girare allegra per casa in quanto il figlio ha appena intrappolato la Morte, la spilla è stata posta aperta vicino all'orlo della gonna della signora (immagine a sinistra).






Quando rivediamo la donna per la seconda volta, mentre si dondola sull'altalena, la spilla è fissata sull'abito all'altezza del cuore mentre regge un fiore rosso, forse un tulipano (immagine a sinistra).




Nella terza illustrazione, nella quale la madre di Jack e quest'ultimo assistono ai devastanti eventi provocati dall'intrappolamento della Morte, la spilla da balia è posta a metà dell'abito della donna e lega quest'ultima al  filo rosso che, come ho già spiegato sopra, sembra racchiudere le disgrazie provocate dall'atto di Jack (immagine a sinistra).



Infine, nell'ultimo disegno, quando il protagonista torna a casa e trova la madre morta, vediamo la spilla che si è staccata dall'abito della signora ed è caduta a terra (immagine a sinistra).

  

Inoltre tale oggetto e presente anche in altre 2 immagini: nella prima è raffigurato all'interno dell'occhio di un corvo intento a guardare Jack che tenta invano di staccare una verdura da una pianta (immagine sopra a sinistra), mentre nella seconda, quella in cui il ragazzo libera la Morte, è attaccato alla maschera che uno dei corvi tiene nel becco (immagine sopra a destra).
Questi sono solo alcuni dei particolari che possiamo cogliere nelle illustrazioni di questo libro; ad esempio potremmo soffermarci a chiederci il significato di quei fiori rossi e neri, che tra l'altro non sono riuscita a riconoscere, a patto che siano una specie esistente e non un tipo creato dalla fantasia dall'illustratrice. Come avrete capito i disegni di quest'opera, oltre a essere molto particolari, hanno anche molti significati simbolici.

Questo è un libro che riesce ad affrontare un tema come quello della morte in modo delicato e profondo, cercando di far comprendere a chi legge, e quindi anche e soprattutto ai bambini, messaggi importanti e anche difficili. Infatti spesso, quando sappiamo che una persona che conosciamo sta per lasciarci per sempre, può capitare di non essere pronti (come non lo era il protagonista) ad accettare tale perdita, e saremmo disposti a tutto (forse anche a intrappolare la Morte stessa) per evitare questa fine. Tuttavia il libro fa riflettere il lettore e gli fa comprendere bene che, per quanto una morte possa sembrare ingiusta, alla fine bisogna accettarla. Rappresentativo, a tale proposito, è un dialogo che la Morte rivolge a Jack subito dopo che questo l'ha liberata: "Forse ora avrai compreso che non sono nemica della vita. Lei e io siamo due facce della stessa medaglia. Senza di me la vita non esisterebbe." Come si può capire da queste parole questo libro, scritto con un linguaggio semplice e chiaro vuole trasmettere un messaggio profondo e spesso difficile da capire, o da accettare, sia per i bambini che per gli adulti.

Sopra: Jack libera la Morte dalla bottiglietta. Come possiamo vedere a quest'ultima sono associati dei corvi (che come abbiamo già visto anche in altri libri solitamente simboleggiano una disgrazia o una morte imminente) diretti verso la casa del ragazzo. Alcuni di questi tengono nel becco il filo rosso del destino che compare fin dalla prima illustrazione e che la Morte teneva in mano; un altro corvo, inoltre, tiene nel becco la maschera che la Morte indossava sempre nel primo disegno. Oltre ai corvi sono presenti anche delle farfalle (forse falene).

Questo libro illustrato è stato pubblicato in Spagna nel 2012 dalla OQO  ed in Italia nel 2013 dalla Logos, ha 28 pagine e misura 27,4 cm d'altezza e 22,4 cm di lunghezza. Il costo dell'opera è di 16,95 euro, ma su internet è facile trovarlo scontato del 15%.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 7 dicembre 2015

I colori dimenticati e altri racconti illustrati di Silvia G. Guirado

Oggi recensirò un libro illustrato scritto da Silvia G. Guirado e illustrato da 3 disegnatori: David Garcia Fores, Desiree Arancibia e Marta Garcia Perez. Quest'opera, pubblicata nel 2009 in Spagna e qui in Italia solamente nel 2012, contiene 15 racconti.

Sopra: La copertina dell'opera scritta da Sivia Guirado e illustrata da 3 differenti artisti.

Questo libro, come ho già detto sopra, presenta 15 racconti indipendenti tra loro, ma allo stesso tempo legati da un unico filo conduttore. Questo elemento comune è la protagonista: Carmesina, una bambina nata in una città triste e venuta al mondo in un brutto periodo, pieno di sconforto, tanto che anche i colori avevano cominciato a sparire. La bimba aveva gli occhi azzurri, un fatto insolito in quanto tutti gli altri bambini nascevano con uno sguardo scuro, e aveva da subito mostrato un grande interesse per i colori, per cui i genitori gliene avevano regalato una scatola . La protagonista porta inoltre una benda in quanto da piccola aveva perso un occhio a causa di un incidente con una biglia e, a causa del suddetto incidente, i genitori le avevano tolto la scatola di colori che le avevano regalato, in quanto consideravano questi responsabili di quanto era accaduto alla figlia, concludendo che i colori avevano portato la sfortuna in casa. A causa della benda, poi, Carmesina fu emarginata dal resto dei bambini, che non volevano avere amici con una benda sull'occhio. L'unica cosa che la rallegrava era il ricordo della biglia rossa per la quale aveva perso la vista, ma i suoi genitori le evitavano qualsiasi contatto con i colori, mentre lei li cercava in continuazione, anche se ormai diventavano sempre più rari da trovare.
Un giorno la protagonista incontra un gatto nero parlante che, incuriosito dal colore dei suoi occhi e dal suo desiderio di cercare e trovare i colori, decide di dirle dove può trovarli: dentro ciascuno di noi. Carmesina allora comincia la sua ricerca per ritrovarli, dapprima provando a fare domande, dalle quali però non otterrà risposta, e poi ritrovando la scatola di colori che i suoi genitori le avevano regalato quando era piccola e cominciando a disegnare. Grazie ai suoi disegni, che accompagnano i suoi racconti e all'aiuto delle persone che, vedendoli, decidono di regalarle altri pastelli, Carmesina riuscirà a riportare i colori nel suo mondo.

Sopra: Carmesina intenta a disegnare e colorare i suoi racconti, i quali, come si può notare, sono gli unici elementi colorati della stanza. Prestate attenzione poi ai personaggi raffigurati nei disegni ...

Questo è il primo racconto, quello principale, da quale poi si snodano e prendono vita gli altri, come ad esempio il racconto del gatto nero che un giorno andò a trovare la Sfortuna, oppure quello di Serafino lo stonato, un uccellino diverso da tutti gli altri e quindi emarginato, o ancora la storia di Bella e Griselda, due principesse alle quali è stato assegnato un ruolo che non si addiceva alle loro personalità e che quindi decidono di fuggire dal loro racconto ed andare nella realtà.

Sopra: Le due principesse Bella e Griselda, create dalla penna e dalla fantasia di uno scrittore alle quali aveva affidato un ruolo che non volevano e che non si confaceva al loro carattere. Così hanno deciso di abbandonare il racconto di quello scrittore e di andare nel mondo reale. 

Altri importanti protagonisti degli altri racconti sono: un giovane indiano alla ricerca di un'erba per guarire la sua tribù da un male sconosciuto e che durante il suo viaggio farà un importante incontro; Dario, un giovane che desiderava volare e vedere il mondo dall'alto e che aiuterà Mila, un'equilibrista che soffre di vertigini, a superare le sue paure; Chew Wang, un guerriero che provò paura e imparerà a raggiungere la pace prendendo coscienza dei propri timori e della loro origine per superarli; Mario e Bastian, sue anziani amici che amano assaporarsi piccoli piaceri con calma e tranquillità …
Tutti i racconti di questo libro, se letti con attenzione, possono trasmettere messaggi importanti quali: non essere superstiziosi e cadere nei pregiudizi, godersi i piccoli e semplici momenti di felicità, saper trovare la propria strada e migliorarsi per essere felici di noi stessi e della nostra vita, aiutarsi reciprocamente per superare le proprie paure, ribellarsi ai ruoli che ci vengono imposti se sentiamo che non ci appartengono...
Come ho detto tutti questi personaggi, sebbene le loro storie possano sembrare separate (e in parte lo sono in quanto ogni racconto è indipendente), in realtà, alla fine del volume, capiamo che sono tutti legati. Infatti essi si sono riuniti per cambiare la situazione di disgrazia, apatia, sfiducia, e astio nella quale il mondo era caduto, tanto che le persone avevano smesso di raccontare leggende o scrivere racconti, arrivando a dimenticare persino i propri colori. Sono proprio i personaggi dei racconti quindi che si mettono all'opera per cambiare la situazione partendo per un viaggio per trovare una persona capace di vedere i colori e di farli ricordare anche agli altri umani, alla fine la troveranno, e sarà una ragazzina dagli occhi azzuri e con una benda sull'occhio.
E indoviante un po' chi erano i protagonisti delle storie che Carmesina disegnava...

Sopra: In alto vi è un'illustrazione, realizzata dall'artista David G. Fores, che mostra il guerriero Chew Wang, immerso in un paesaggio dai richiami orientali.

Per quanto riguarda le illustrazioni queste sono state realizzate da tre artisti differenti probabilmente anche per dare a ciascun racconto uno stile particolare, unico e differenziato rispetto agli altri. In tutto i racconti illustrati da David Fores sono 8, quelli illustrati da Desiree Arancibia 5 e quelli di Marta Perez 3. Alcuni episodi poi sono stati realizzati grazie a due artisti contemporaneamente, come ad esempio "Una storia di principesse" e "Piccoli piaceri"; inoltre c'è un racconto (Amour fou) illustrato da un'ulteriore disegnatrice: Claudia Blin.

Sopra: Un'immagine del racconto "Amour fou" illustrata da Claudia Blin, come si può facilmente vedere anche dal confronto con le altre illustrazioni, lo stile di questa è molto differente,  facendoci facilmente intuire che anche il disegnatore quindi non può essere lo stesso.

In questo volume le illustrazione (e i colori), insieme ai testi, dominano la scena e sono essenziali al racconto in quanto ci permettono di visualizzare bene i personaggi e di immergerci nell'atmosfera che quella particolare storia vuole trasmetterci. Ad esempio i disegni realizzati per "Futuro imperfetto" sono molto cupi e misteriosi in quanto i volti delle persone presenti nel racconto non ci verranno mai mostrati, aiutando molto il lettore a cogliere quel senso di oppressione, ingiustizia e infelicità che si percepisce dalla storia. Lo stesso discorso si può fare anche per il primo racconto, quello di Carmesina, nel quale le persone, gli ambienti e il paesaggio ci vengono mostrati sui toni del grigio, tranne alcuni precisi particolari come gli occhi azzurri della protagonista o i suoi disegni colorati.
Tuttavia se all'interno del libro ci sono racconti dai toni inizialmente cupi e sfiduciati, ce ne sono anche altri che invece vogliono trasmettere sensazioni, emozioni, impressioni e pensieri  totalmente differenti, anche proprio perché le illustrazioni delle varie storie sono state realizzate da diversi artisti e quindi con stili diversi.

Sopra: Un'immagine di "Futuro imperfetto" la quale aiuta chiaramente il lettore a percepire l'atmosfera del racconto.

Sopra: L'immagine ritrae Serafino, l'uccellino stonato e differente da tutti gli altri, isolato ed emarginato dai suoi simili a causa della sua diversità appollaiato su un ramo separato anch'esso dagli altri. Da notare come questo disegno, dai colori accesi e brillanti, ambientato in un paesaggio alquanto irreale, trasmetta un'atmosfera e delle impressioni totalmente diverse rispetto all'immagine precedente. Nonostante ciò, comunque, accanto a Serafino, emarginato, alcuni ramoscelli dell'albero formano la scritta SOS.

Questo è un libro che trasmette messaggi importanti e anche filosofici, specialmente in alcuni punti, come ad esempio nel racconto del guerriero Che Wang, ma anche in quello "Piccoli piaceri", il che rende quest'opera adatta a una fascia di pubblico che non si limita solo ai bambini, ma che può benissimo (e soprattutto forse) interessare anche agli adulti. Nonostante l'età consigliata sia infatti a partire dagli 8 anni  ci sono alcuni passaggi, all'interno dei testi, indirizzati ad un pubblico più maturo del tipo:
"(Dario e Milena) Per salutarsi , si regalarono una notte di folle passione e di reciproco amore. Dopo, ognuno di loro continuò la sua vita". (Tratto dal racconto di "Amour fou").
Oppure ancora, dal racconto di Bella e Griselda "Una storia di principesse": "Da questa grande storia di quotidianità anche qualcun altro ha imparato: lo scrittore (…). Da quel momento ha smesso di scrivere storie di principi e principesse, perché quello era il ruolo che gli avevano dato, e si è arrischiato in altri generi, meno pomposi e più erotici."
Oltre a questi passaggi, comunque, come ho già detto, questo libro contiene anche messaggi importanti di differente complessità che possono insegnare qualcosa non solo a un bambino, ma anche agli adulti, come ad esempio:
Dal racconto "Serafino lo stonato": "A volte dalle difficoltà si imparano più cose che dal cammino facile (…) E ci sono delle cose che uno riesce a scoprire solo quando ha vissuto quello che doveva vivere".
Dal racconto di "Venerdì 17": "L'unica possibilità di salvezza è che gli umani si lascino guidare di più dall'intuizione e abbandonino la superstizione".
Dal racconto "Una storia di principesse": "(Bella e Griselda) Alla fine decisero di essere ciò che realmente erano, non principesse ma persone (…). Per dare l'esempio si misero a raccontare la loro storia a bambini e adulti, spiegando che le donne non devono aspettare di diventare principesse e, infine, che gli uomini non devono né lottare né salvare nessuna di loro".
Dal racconto "Chew Wang": "L'altra volta la paura si era impadronita di te, ha sentito il pericolo e hai deciso di fuggire. Forse ora è il momento di vedere un'opportunità in questa situazione. In ogni paura c'è sempre un limite da superare".
Dal racconto "Piccoli piaceri": "Ricordati giovane: devi sempre vederlo pieno (il bicchiere) anche se non sembra, il merito è di riuscire a vederlo mezzo pieno anche quando è completamente vuoto e non mezzo vuoto quando in realtà trabocca".
Dal racconto "Futuro imperfetto": "(La madre) Si sente strana, ha la sensazione che l'innocenza dei bambini sia più saggia del raziocinio di tutti gli adulti. Loro si fanno ingannare da intellettuali e politici che gli hanno venduto una bugia per ottenere più potere e benefici".
Questi che ho riportato sopra sono solo alcuni esempi dei vari e possibili "insegnamenti" che questo libro racchiude, in quanto, specialmente alcuni racconti, presentano dei messaggi e delle sfaccettature alquanto complessi.

Quest'opera è stata pubblicata originariamente in spagnolo nel 2009 dalla Play Creatividad; l'edizione italiana invece è stata edita nel 2012 dalla Macro Junior,  ha 90 pagine e misura 23,2 cm d'altezza e 23 cm di lunghezza e costa 13,50 euro;.
Nel 2014 è stata pubblicata in Italia un'altra edizione di questo libro, sempre dalla Macro Junior, con la copertina flessibile, anziché rigida, al costo di 7,90 euro.

Di quest'opera è stato pubblicato nel 2011, in spagnolo, anche un seguito che però non è ancora disponibile in italiano in quanto non è stato ancora tradotto. Questo volume, nel suo paese, sembrerebbe aver avuto un buon successo e quindi è nata una serie di opere ad esso correlate:
- "La ispiracion dormida: regreso a los colores olvidado" è il seguito di quest'opera;
- "El despertar" è il terzo seguito dell'opera, edito nel 2012, che ha come protagoniste Bella e Griselda;
- "El recetario magico" è un ricettario scritto e illustrato da Desiree Arancibia, edito nel 2012,  al cui interno ritroviamo alcuni personaggi del secondo volume;
Vi sono poi 3 libri, editi tutti nel 2013, che ripresentano 3 racconti presenti nella prima opera con dei disegni e una grafica differente:
- "La nina del parche";
- "Serafin el pajaro que buscaba la su melodia";
- "El gato negro, el felino de la buena suerte";

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

mercoledì 2 dicembre 2015

Biancaneve e i sette nani di Antonio Tarzia e Glenda Sburelin

Oggi vi parlerò nuovamente di un libro dedicato alla fiaba di Biancaneve: "Biancaneve e i sette nani" illustrato da Glenda Sburelin e i cui testi sono stati adattati da Antonio Tarzia.

Sopra: La copertina del libricino di "Bianvaneve e i sette nani" edito dalla Jaca Book.

Partiamo intanto col dire che questo libricino illustrato appartiene a una collana chiamata "Minifiabe", tanto che il testo si apre con un'introduzione la cui fine è questa: "Queste minifiabe sono veloci scorribande in un universo narrativo destinate a farne assaporare l'atmosfera: un primo sguardo, in vista di una più prolungata attenzione." Mi aspettavo, quindi, che la fiaba fosse stata modificata e riadattata, e che alcune parti fossero state tolte, tuttavia credo che l'adattamento dei testi non sia uno dei migliori.
Analizziamo quindi il testo. Intanto la storia del libro si apre subito parlando della matrigna di Biancaneve e del suo specchio, saltando quindi la parte in cui al lettore veniva presentata la madre della protagonista la quale diceva le famose parole: "Vorrei una bambina (o bambino nella versione originale dei Grimm del 1857) bianca come la neve, rossa come il sangue e nera come il legno della finestra". In questo volume non viene neppure menzionato il padre di Biancaneve e il fatto che si fosse risposato con la malvagia regina, in realtà non ci viene presentata neppure la protagonista, il testo parte subito in questo modo: "La matrigna di Biancaneve aveva avuto in eredità uno specchio magico che parlava se interrogato, ma diceva solo e sempre la verità".
L'adattatore di questa versione della fiaba, inoltre, ha ripreso le parole magiche che la regina rivolge al suo specchio dal film di Biancaneve della Disney: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?", tuttavia almeno ha inventato quelle che lo specchio rivolge invece alla matrigna: "Credi a me, credi a me non c'è donna al mondo più bella di te".
La storia ovviamente procede con lo specchio che un giorno dice alla regina che la più bella non è lei e questa fa chiamare un suo fedele scudiero (e non il cacciatore come nella versione originale) dicendogli: "Prendi Biancaneve e portala nel bosco più fitto, e che non viva più". Da notare come, in questo testo, gli ordini della matrigna siano più vaghi, mentre in quello originale erano ben precisi, in quanto l'antagonista chiede al cacciatore di uccidere la fanciulla e portarle il fegato e i polmoni. Questa modifica, come altre che vedremo, è stata fatta probabilmente sia per ridurre il racconto che per evitare particolari ritenuti troppo macabri.
Come sappiamo lo scudiero (che avrebbe dovuto essere il cacciatore) disubbidisce agli ordini e lascia fuggire la protagonista che arriva alla casa dei nani.

Sopra: Biancaneve entra nella casa dei nani. Da notare come su alcuni mobili che si vedono nell'illustrazione siano stati scritti i nomi di alcuni dei sette nani del cartone della Disney del 1937 (Eolo, Pisolo e Dotto). Anche il titolo di questo libro in effetti richiama a quello del film della Disney che si intitolava proprio "Biancaneve e i sette nani", mentre quello della fiaba sarebbe solo "Biancaneve".

Quando i nani tornano dal lavoro "cantando", come sottolinea questo testo, il quale deve essersi ricordato del cartone della Disney, appena vedono Biancaneve dicono queste parole: "Chi è questa grande donna? Teniamola come mamma. Sarà nostra sorella". Questa è, a mio parere, la parte che è stata adattata nel modo peggiore per diversi motivi:
1) Nel testo originale si cercava di creare una certa suspance, che qui non si percepisce minimamente invece, facendo domandare ai nani chi avesse mangiato, bevuto, usato la loro forchetta ecc... e poi facendo scoprire loro la presenza della protagonista.
2) Appena i nani vedono Biancaneve in questo libro si chiedono "Chi è questa grande donna", una reazione legittima, infatti anche nell'originale questi, dopo il risveglio della fanciulla le chiedono chi sia e da dove venga, ma il fatto che l'adattatore abbia voluto mettere l'aggettivo "grande" mi stona un po', in quanto così fa quasi sembrare che i nani non abbiamo mai visto una donna umana (di normali dimensioni) in vita loro, dando al lettore l'impressione che siano un po' troppo ingenui, impressione che verrà poi confermata subito dopo.
3) La parte peggiore però per me è quella subito successiva in cui affermano, così di punto in bianco, "Teniamola come mamma", che non ha senso come frase detta dai nani in quanto questi sono uomini adulti e maturi e non bambini, come sembrerebbe che voglia far sembrare l'adattatore. Tra l'altro subito dopo affermano "Sarà nostra sorella" e ciò è insensato in quanto subito prima avevano detto di volerla tenere come mamma. La frase avrebbe avuto un po' più di senso, almeno dal punto di vista logico, se a dire questa e la precedente fossero stati nani differenti, ma dal testo si capisce che siano state dette da tutti contemporaneamente.

Sopra: I nani hanno appena scoperto Biancaneve mentre dorme sui loro letti e la guardano con aria sorpresa. 

Andando avanti, nel resto della storia, non ci sono più dialoghi diretti e questo fa sembrare la parte fanale di questo libro più un riassunto che una narrazione: "Ma lo specchio della regina raccontò la verità, e una vecchia apparve all'uscio di Biancaneve con un cesto di mele bellissime. La povera Biancaneve non riconobbe la matrigna così travestita e accettò il dono. Le mele erano avvelenate e lei cadde a terra al primo morso". Per stringere il testo l'adattatore ha per di più saltato uno dei dialoghi più importanti e famosi della fiaba: quello in cui la regina convince la ragazza a mangiare la mela.

Sopra: La matrigna di Biancaneve travestita da vecchia rappresentata mentre consegna la mela avvelenata alla protagonista. In questa immagine sono presenti colori piuttosto freddi e cupi, probabilmente per lasciar presagire la tragica fine della vicenda.

Anche il pezzo successivo (in cui i nani tornando dalla miniera trovano la giovane morta, costruiscono la bara di cristallo e  poi arriva il principe) dà l'idea di essere molto affrettato. Il modo in cui Biancaneve si risveglia dalla morte è però stato rispettato (devo confessare con mia sorpresa) in quanto la protagonista non si sveglia a causa del bacio del principe ma perché il morso di mela che le era rimasto incastrato in gola esce, anche se in effetti il testo non si spiega molto bene in quanto dice: "Il carro lungo il percorso traballò e il morso di mela, che era rimasto in gola a Biancaneve, cadde a terra".
Nella versione originale sono i servitori che inciampando su un arbusto fanno sobbalzare la bara così da far uscire dalla gola il boccone avvelenato alla fanciulla, mentre in questo testo è bastato che la bara "traballasse" (ciò fosse fatta oscillare, vacillare, barcollare) per far cadere il morso di mela a terra. Non credo che il verbo usato renda molto bene l'idea di come il pezzo di frutto avvelenato sia stato fatto uscire, almeno il verso sobbalzare indica un urto, una scossa dal basso. Che poi, se Biancaneve era nella bara, come ci riferisce poco prima il testo: "(Il principe) Volle trasportare la bara al suo castello ma il carro...", come fa il pezzo di mela a finire a terra? Considerando che la bara è stata fatta praticamente solo oscillare, non è che le si è aperto il coperchio a causa di un urto.
Alla fine, comunque, la protagonista si sposa con il principe e questo libro si chiude con i due che organizzano una gran festa per tutto il popolo. E la regina malvagia? Niente, nel testo non viene più menzionata, facendo intendere che probabilmente è ancora viva e vegeta nel suo regno e che della figliastra forse non gliene importa più nulla, anche se continua ad essere più bella di lei. Non mi aspettavo che la morte della strega venisse riportata in modo corretto in quanto molti testi tendono a modificarla a causa della cruenza del modo in cui viene uccisa, tuttavia non far proprio menzione della fine che fa quest'ultima lascia il testo un po' incompleto, facendo percepire che manca qualcosa. In altri libri, per esempio, per non riportare il decesso violento dell'antagonista, la fanno morire di colpo per l'invidia che questa prova appena vede Biancaneve così bella e felice al matrimonio, per cui, pur non rispettando la fiaba originale, almeno danno un finale accettabile e soprattutto completo.

Sopra: Ecco l'ultima illustrazione del libro che ci mostra il matrimonio di Biancaneve col principe, senza far più alcun accenno alla matrigna.

Come avrete capito il testo di questa versione di Biancaneve è stato adattato nel peggiori dei modi, inoltre trovo che esso tenda ad aggiungere e descrivere particolari e scene inutili saltando poi parti importanti. Ad esempio al posto del dialogo dei nani che ho contestato sopra avrebbero potuto aggiungere tre righe di dialogo nella scena in cui la regina, trasformatasi in vecchia, avvelena Biancaneve, che invece così com'è sembra più un riassunto. Oppure, a proposito di particolari inutili, subito dopo il dialogo dei nani questo libro riporta un elenco di ciò che la protagonista e i suoi padroni di casa mangiano a colazione: "Al mattino facevano colazione insieme: focacce, latte, mirtilli e lamponi e poi loro (i nani) partivano per la miniera". Oppure, ancora, dopo che i nani sono partiti, il testo perde tempo a descriverci la loro casetta: "Biancaneve, felice, regnava nella casetta tutta in legno, profumata di resina e lavanda". Tutti questi particolari non esistono nella versione originale e sono stati aggiunti dall'adattatore, che poi però ha eliminato, tagliato e cancellato scene ed eventi importanti che contribuivano a rendere questa fiaba più piacevole anche dal punto di vista linguistico e stilistico.

Parliamo ora dei disegni realizzati da Glenda Sburelin, il motivo per cui avevo acquistato questa fiaba in quanto della stessa artista possiedo un altro libro illustrato (intitolato "Il tempo della collana") che avevo molto apprezzato , poiché queste illustrazioni, a differenza del testo, sono invece di qualità in quanto sono originali e sono state realizzate con lo stile personale dell'illustratrice (nonché pittrice e ceramista).
La Sburelin disegna tutti personaggi del libro frontali oppure a tre quarti, solitamente quando gli artisti rappresentano i loro soggetti in questo modo è per presentarli al lettore come una sorta di icone e/o per fargli capire più facilmente i loro stati emotivi.
Il tratto della Sburelin si distingue per le linee morbide e ondulate, tanto che a volte i volti sembrano essere un po' deformati, risultando comunque molto espressivi.
Per quanto riguarda l'uso dei colori in alcune illustrazioni dominano colori più freddi come il verde, il blu, l'azzurro e il viola o poco allegri, come il marrone, mentre in altre (come quella che ho riportato sopra di Biancaneve nella camera da letto dei nani) son presenti colori più accesi e caldi.
Le piccole dimensioni del volume sembrano avere un po' limitato l'illustratrice in quanto, come si può vedere anche dalle immagini precedenti che ho messo, i personaggi raffigurati nelle sue illustrazioni tendono ad venire spesso tagliati dai margini del foglio.

Sopra: In questa illustrazione in cui la malvagia regina rivolge le parole magiche al suo specchio, dominano colori più freddi come il verde, il blu e l'azzurro, anche se sono presenti  colori più accesi e caldi come l'arancione, il giallo e il rosso. Da notare la forma sinuosa del volto e di come il personaggio sia stato disegnato frontalmente, nonostante stia guardando in direzione dello specchio.

Per quanto riguarda l'edizione italiana essa ha la copertina rigida ed è stata pubblicata nel 2003 dalla Jaca Book al costo di 4,80 euro. Le dimensioni di questo libro sono piuttosto ridotte, esso infatti ha 24 pagine e misura solamente 18,8 cm d'altezza e 11,4 cm di lunghezza.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright.