lunedì 15 dicembre 2025

Il mondo di Boscodirovo di Jill Barklem

Oggi vi parlerò di quello che è ormai diventato un classico della letteratura per l'infanzia, un libro che vede per protagonisti una comunità di dolci topolini di campagna. Sto parlando di: "Il mondo di Boscodirovo" scritto e illustrato da Jill Barklem, di cui esistono innumerevoli edizioni, ma qui vi parlerò di quella per i 40 anni di Boscodirovo, la quale era stata precedentemente pubblicata col titolo "Le quattro stagioni di Boscodirovo e altre storie".
 
  
 Sopra: A sinistra l'edizione che ho io del 2021, mentre a destra lo stesso volume ma in un'edizione del 2009.
 
Questo volume è una raccolta delle storie che sono state pubblicate in Italia riguardanti la comunità di topolini di Boscodirovo scritta dalla Barklem.
Un’antologia che raccoglie le storie dei topolini di Boscodirovo che celebrano il rispetto della natura, il valore dell’amicizia e il senso di comunità: un classico per tutti. 
Nei tronchi degli alberi, tra i cespugli fioriti e in mezzo ai prati si nasconde un romantico universo. È Boscodirovo, il favoloso regno creato da Jill Barklem, brulicante di topini baffuti e sempre affaccendati in minuscole, indimenticabili avventure… La piccola e operosa comunità, che vive in armonia con i vicini, valorizza al massimo quello che ogni stagione ha da offrire.
Un volume che celebra la prima pubblicazione dei libri di Boscodirovo, raccogliendo otto storie: 
  1. "Storia di Primavera" (1980): Il tiepido sole primaverile entra nelle casette di Boscodirovo e tutti i topolini si alzano di buonumore, specialmente Peverino: oggi è il suo compleanno! Il signor Pomelli per l’occasione predispone un picnic con tutti gli abitanti di Boscodirovo e organizza per lui una meravigliosa sorpresa…
  2. "Storia d’Estate(1980)Papaverina è una bella topolina che lavora nella latteria mentre Polverino è un bravo e gentile topolino che lavora al mulino. I due inizieranno a frequentarsi e a vedersi sempre più spesso finché non decidono di convolare a nozze, le quali si terranno in estate.
  3. "Storia d’Autunno" (1980)È autunno, la stagione del raccolto, e Primulina sta aiutando suo papà a cogliere i frutti maturi. Quando, però, una tempesta si avvicina, la piccola viene mandata a casa. Girellando tra le siepi vicino al campo di grano, non si rende conto del tempo che passa e si perde. Povera Primulina: riuscirà a ritrovare la strada di casa?
  4. "Storia d’Inverno(1980)La neve cade e ricopre tutte le porte e le finestre di Boscodirovo. I piccoli topolini Dal Pruno non l'hanno mai vista e ne sono entusiasti. Quando scoprono che ci sarà il Ballo della Neve non stanno più nella pelle e assistono emozionati a tutti i preparativi. Finalmente tutto è pronto e il Ballo può iniziare...
  5. "La scala segreta(1983): I topolini Primulina e Peverino, frugando in soffitta alla ricerca di costumi adatti alla recita che terranno per la festa di Mezzinverno, trovano una scala nascosta e decidono di esplorare...
  6. "Avventura sui monti(1986) Il topo Peverino accompagna il signor Pomelli per una tranquilla commissione: consegnare coperte ad amici che vivono sulle montagne. Ma durante il viaggio di ritorno i due si perdono...
  7. "Storia di mare(1990)Quattro topolini partono da Boscodirovo in barca lungo il fiume per raggiungere il mare e far provvista di sale. E così scoprono la spiaggia, le conchiglie, le alghe...
  8. "Papaverina e i bambini"(1994)Il topo Polverino, che abita in un vecchio mulino, con l'aiuto del signor Pomelli e del suo aiutante Peverino riesce a procurarsi una nuova casa per sistemare più comodamente la famiglia, la quale si appresta a celebrare la Cerimonia del Nome per la nascita dei nuovi topolini.
 
 Sopra: Due pagine tratte dalla Storia di Primavera, che mostrano un'illustrazione a doppia pagina accompagnata in basso dai testi. Nell'illustrazione vediamo il picnic organizzato dalla comunità per festeggiare il compleanno di Peverino.

I testi sono accompagnati dalle splendide e delicate illustrazioni di Jill Barklem le quali accompagnano i testi assiduamente, tanto che ogni scena in essa descritta viene praticamente raffigurata, a volte tramite immagini più piccole (grandi un quarto di pagine) le quali sono collocate subito prima o subito dopo i testi (sopra o sotto) ma spesso con disegni a tutta pagina o anche a doppia pagina. La correlazione tra illustrazioni è testi è molto forte, sebbene volendo la storia potrebbe essere letta anche senza le immagini, in quanto avrebbe comunque senso, tuttavia si andrebbero a perdere tanti dettagli che nei testi vengono tralasciati e che si possono dedurre solo osservando le immagini (tipo l'aspetto dei vari ambienti, tutti gli oggetti che li riempiono, gli abiti dei topolini, tutti i cibi che i topolini cucinano e consumano...).
Le illustrazioni della Barklem si caratterizzano infatti per uno stile dolce e delicato, armonioso, ma anche estremamente dettagliato, quasi minuzioso, con una grandissima attenzione ai dettagli, soprattutto quelli riguardante gli elementi naturali, che riflette il suo amore per la natura e la botanica e i mestieri tradizionali.
Le stanze dei topini sono infatti curate nei minimi dettagli, mostrando ad esempio nelle stanze dei bambini tutti i loro giochi e gli arredi, oppure nelle cucine i vari scaffali, le pentole, gli ingredienti e i cibi che vengono cucinati. Anche gli ambienti esterni non sono da meno, mostrando alberi e fiori che crescono in una determinata stagione, la luce corretta che accompagna un determinato momento della giornata e una determinata stagione. 
Anche i colori quindi cambiano in base alla stagione rappresentata, sebbene tutte le immagini siano molto colorate, con tinte in certi punti dia toni più delicati ed in altri più intensi e saturi. In primavera comunque i colori sono più chiari e pastello, in estate e in autunno diventano più caldi e intensi, mentre in inverno più freddi, mentre le storie ambientate al mare o in montagna hanno tinte più terrose.

 




 
 
 Sopra: Alcune delle pagine interne del libro in cui potete ammirare llustrazioni a pagina intera, a doppia pagina o inserite assieme ai testi. Da notare la ricchezz dei dettagli e l'accuratezza dell'artista nel rappresentare la vegetazione, i cici oppure le stanze delle case/albero dei topolini.

"Il mondo di Boscodirovo" di Jill Barklem è una bellissima raccolta di 8 storie riguardanti il mondo di Boscodirovo, un mondo idilliaco, immerso nella natura, che vede per protagonista una comunità di topolini molto unita e sempre prota a farsi qualche favore o ad aiutarsi. Un mondo in miniatura che l'artista riproduce perfettamente in ogni minimo dettaglio, basti osservare le case dentro i tronchi di grandi alberi di questi topolini, le quali non si limitano ad essere dei semplici buchi, ma vere e proprie case, quasi delle villette, con molteplici stanze, bagni, lavanderie, e cucine. In particolare le cucine per me sono le più belle da osservare, con tutti i loro scaffali pieni di utensili e ingredienti per cucinare, per non parlare dei cibi cucinati dai topolini, diversi in ogni stagione: violette candite, torta di nocciole e crema, budini di primule, miele, vini di primula, di rosa e di sambuco, caffè d'orzo, zuppe, tè di foglie di rovo, pane abbrustolito e imburrato, mele selvatiche arrostite, dolci di mile, gelatina di fragole, marmellate di more, ... mentre i tipi che vivono vicino al mare mangiano alghe.
Come spiega l'autrice: "Boscodirovo rappresenta il mio mondo ideale perchè i suoi topolini ci vivono in un modo squisitamente naturale, così come penso dovremmo fare tutti. Essi sanno apprezzare e utilizzare al meglio ciò che la natura mette loro a disposizione, e la loro è una società benevola e affettuosa, condita di una sana voglia di divertirsi: feste e scampagnate, picnic e balli all'aperto allietano spello le loro giornate."
In effetti soprattutto le prime storie (in particolare quelle delle stagioni) ruotano (quasi) tutte attorno a qualche evento da festeggiare: in quella di primavera il compleanno di Peverino e il picnic a sorpresa, in quella d'estate il matrimonio tra Papaverina e Polverino che si celebra su una barca sul fiume, in quella d'inverno si sta per celebrare il Ballo della Neve, mentre in "La scala segreta"  Primulina e Peverino cercano dei costumi per una recita che si terrà durante la festa di Mezzinverno.
Per quanto riguarda l'attenzione per i dettagli, la stessa autrice spiega: "In quel periodo non feci che studiare. esplorando a fondo la vita dei topolini e riempiendo quaderni su quaderni di ogni possibile dettaglio. Nei limiti del ragionevole, dovevo cercare di escludere dal loro universo ogni concetto "umano". [...] Creare questi libri è stato per me un divertimento immenso, ma anche un'enorme fatica. Il perchè sta nella mia infinita pignoleria. Ogni fiorellino deve avere il il giusto numero di petali e crescere nel posto giusto al momento giusto. E non c'è cosa che facciano i topolini che non sia assolutamente congruente alle loro possibilità e al piccolo mondo nel quale si muovono."
Un mondo idilliaco in cui non c'è traccia di tecnologia o di modernità, dove si svolgono ancora vecchi mestieri come il lattaio, il mugnaio, il bottegaio (niente supermercati), dove si coltiva l'orto e si raccolgono i frutti di stagione, dove i vestiti e le coperte sono tessuti e cuciti a mano, o al massimo con i telai manuali (Papaverina cuce da sola il proprio abito nuziale). Storie in cui si nota anche una distinzione dei ruoli piuttosto netta, anche per quanto riguarda i modelli familiari rappresentati: marito e moglie con 3 o quattro figli, ad eccezione di qualche vecchio o vecchia vedovo/a, che vivono da soli dopo la morte dei coniugi. Quando c'è da cucinare sono soprattutto le topine quelle che si occupano di sfornare leccornie, mentre i topini sono indaffarati nella costruzione di qualcosa che può servire per la festa. 
Per quanto riguarda i lavori sappiamo che Polverino fa il mugnaio, il signor Pomelli gestisce l'emporio del paese, Basilio sovrintende le cantine dell'emporio, mentre come lavori femminili sappiamo che c'è la signora Margherita che è la cuoca del palazzo, Papaverina che lavora in latteria e che alcune topine lavorano come tessitrici. A livello di trama non ci vengono forniti molti dettagli riguardo ai lavori svolti da questi topolini, ad esempio sappiamo con certezza che Papaverina lavora nella Latteria ma, anche se non ci viene riferito di nessun altra topina o topo che facciano lo stesso lavoro, dalle immagini possiamo vedere anche altre topine in Latteria che vi svolgono dei lavori. E' una comunità quindi in cui sia maschi che femmine contribuiscono a creare qualcosa che possa essere utile gli altri, anche se non sappiamo che sistema di vendita pratichino (probabilmente il baratto?), sebbene molte topine sembrino essere semplicemente delle casalinghe. I cuccioli invece sembrano essere trattati tutti allo stesso modo sia che siano maschi o che siano femmine (si distinguono solo per i vestiti), in quanto anche i maschi vengono inviati a dare una mano in cucina, e nel libro non si parla mai di scuola per cui è probabile che l'istruzione venga impartita a casa dalle famiglie, ma non venendo mai affrontato il tema non sappiamo cosa venga insegnato. Sia maschi che femmine sono liberi di giocare e di esplorare ance il mondo esterno, oppure di aiutare gli adulti quando ce n'è bisogno.
Una comunità sicuramente un po' all'antica, ma che è così armoniosa e felice che alla fine tutti aiutano tutti al meglio delle loro possibilità, semplicemente per rendere felici gli altri. La serie di Boscodirovo comparve per la prima volta nel 1980. Da allora, le storie dei topolini sono state pubblicate in tutto il mondo, diventando anche serie televisive animate e ispirando molti prodotti commerciali. 
Una serie di storie brevi, semplici ma molto carine, in molte delle quali ci sono delle feste da preparare, oppure qualche piccola e breve avventura da vivere. Storie con dei personaggi caratterizzati con genuinità e semplicità ma che pian piano, libro dopo libro, i lettori impareranno a riconoscere e ad amare. Un libro illustrato per bambini dai 5 anni, ideale per le letture insieme ai più piccoli, oppure per le prime letture autonome attorno ai 7 anni.
 
Questo volume è stato edito nel 1999 col titolo "The complete Brambly Hedge" dalla Harper Collins Publishers. La seguente edizione italiana (mentre la prima edizione italiana risale al 2000) è stata pubblicata nel 2024 dalla Edizioni El, ha una copertina rigida, ha 248 pagine, misura 25,5 cm d'altezza e 20 cm di lunghezza e costa 28,00 euro.

 
Come dicevo all'inizio esistono tantissime edizioni del Mondo di Boscodirovo, alcune economiche altre deluxe, alcune sono delle raccolte più o meno complete (con tutti gli 8 i racconti o solo i primi 4), altre invece sono pubblicazioni delle singole storie, di cui esistono ad esempio quella deluxe per i 40 anni della serie edita nel 2022 con le copertine dai bordi colorati e poi quella con le copertine dorate del 2020.
 
  

   
Sopra: In alto due edizioni in copertina rigida e dal grande formato, quella a sinistra uscita nel e quella a destra nel 2018. In basso invece alcune edizioni più piccole ed economiche in copertina flessibile.
 
   
 

      

      
 Sopra: In alto i volumi delle stagioni in un'edizione del 2015, al centro l'edizione con i bordi colorati del 2022, mentre in basso le copertine dorate dei libri sulle stagioni editi nel 2020.
 
 Sopra: La copertina del libro pop-up di Boscodirovo.
 
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo. 

sabato 13 dicembre 2025

Frankenstein di Mary Shelley e Marco Calvi

Dopo aver letto anni fa "Dracula" finalmente mi sono decisa a leggere e a parlarvi anche di un altro famosissimo e imprescindibile romanzo gotico: "Frankenstein" di Mary Shelley, in questa edizione tradotta da Tiffany Vecchietti basandosi sulla versione del 1818 e illustrata da Marco Calvi.
Opera fondamentale per lo sviluppo del genere horror e di quello fantascientifico, la storia del giovane Frankenstein che riesce a dar vita a una "creatura" assemblata con parti di cadaveri colpisce ancora oggi per l'attualità delle questioni affrontate, dalla sfida dell'uomo ai limiti posti dalla natura al desiderio di poter sfuggire alla morte. 
 
Sopra: La copertina sui toni del viola, del nero e del bianco ci mostra un disegno di Marco Calvi con il mostro di Frankenstein che stringe tra le braccia la futura moglie del suo creatore.
 
La vicenda inizia con le lettere che il giovane capitano ed esploratore Robert Walton scrive alla sorella Margaret. Walton è appena diventato ricco grazie all'eredità di un cugino e ha deciso di intraprendere un viaggio nella speranza di giungere al Polo Nord e scoprire cosa attragga l'ago magnetico della bussola verso nord. La sua nave, giunta nell'estremità dell'emisfero, rimane intrappolata fra blocchi di ghiaccio dove l'equipaggio scorge fra i ghiacci una figura enorme e mostruosa su una slitta che, poco tempo dopo, scompare. 
Ecco cosa scrive Robert Walton in una lettera alla sorella: "Ci è capitato un incidente così strano che non posso fare a meno di riportarlo, sebbene sia molto probabile che tu mi veda prima che queste pagine giungano in tuo possesso.
Lunedì scorso (31 luglio), eravamo pressoché circondati dal ghiaccio che accerchiava la nave da ogni lato, lasciandole a malapena lo spazio per galleggiare. [...]
Verso le due, la foschia si diradò e vedemmo dispiegarsi davanti a noi, in ogni direzione, distese di ghiaccio vaste e irregolari, che parevano non avere fine. Alcuni dei miei compagni lasciarono sfuggire un gemito, e la mia mente, allertata, si affollò di pensieri ansiosi, quando all'improvviso una visione singolare attirò la nostra attenzione e ci distolse dall'inquietudine per la nostra situazione.
A circa un chilometro di distanza, vedemmo un carro basso, fissato a una slitta trainata da cani, diretto verso nord: un essere dall sembianze umane, ma di dimensioni apparentemente gigantesche, sedeva sulla slitta e guidava i cani. Osservammo il rapido avanzare del viaggiatore con i nostri cannocchiali, finché non scomparve tra le irregolarità dei ghiacci in lontananza.
Questa visione suscitò in noi un meraviglioso stupore. Credevamo di essere a centinaia di chilometri dalla terraferma; ma quella visione sembrava indicare che non fosse poi così distante come avevamo pensato. Tuttavia, reclusi com'eravamo dai ghiacci, ci fu impossibile seguire le sue tracce, che avevamo osservato con la massima attenzione.
Il giorno successivo appare una seconda slitta, con a bordo un uomo praticamente congelato. Walton inizia a scrivere alla sorella degli avvenimenti che si susseguono e dell'incredibile storia del forestiero che, una volta recuperate le forze, si presenta come dottor Victor Frankenstein.
Il dottore narra quindi a Robert la sua storia, partendo della sua nascita a Ginevra, dove vive un'infanzia felice con i suoi amorevoli genitori, Alphonse e Caroline Beaufort Frankenstein, la sorella adottiva Elizabeth Lavenza e i fratelli minori Ernest e William, e trascorre il tempo studiando con impegno insieme a Elizabeth, leggendo con passione le opere di antichi autori 
L'esistenza di Frankenstein, fino ad allora molto felice, viene sconvolta dalla morte della madre a causa della scarlattina, contagiata da Elizabeth. Caduto in un trauma psicologico, Victor continua a studiare coltivando segretamente un sogno impossibile per chiunque: la creazione di un essere umano più intelligente del normale, dotato di salute perfetta e lunga vita.
Il dottor Frankenstein confessa quindi di essere riuscito a creare un mostro cucendo pezzi di cadaveri presi da obitori e cimiteri, ma l’orrenda Creatura, ripudiata dal suo stesso demiurgo, fugge e, dopo essere stata oggetto di disgusto, disprezzo e violenza, si lancia in una spietata vendetta contro il suo creatore… 
 
 Sopra: Il capitolo con la quarta lettera di Robert Walton, dove informa la sorella di aver avvistato uno strano essere gigantesco dalle sembianze umane passate su una slitta.
 
La storia è accompagnata dalle illustrazioni di Marco Calvi, le quali hanno un aspetto sontuoso e uno stile immediatamente riconoscibile, con personaggi molto espressivi, grazie anche ai tratti del viso molto netti e marcati, qualche volta perfino esagerati, soprattutto nel caso di alcuni personaggi secondari tipo amici di Frankenstein o i suoi professori universitari. I volti di Calvi rendono molto bene espressioni quali la tristezza, la disperazione, la rabbia, emozioni che finiscono addirittura per deformarne i volti.
I disegni all'interno del volume sono di due tipi: alcuni, più numerosi, sono in bianco e nero, viola e verde; mentre altri sono proprio a colori. I primi sono collocati in mezzo ai testi e rappresentano solitamente personaggi, ambienti oggetti, oppure possono anche avere uno scopo puramente decorativo, con disegni di fori e foglie (queste colorate di verde o marrone). I personaggi e gli ambienti sono solitamente disegnati in bianco e nero e poi vi vengono aggiunte delle sfumature viola sui visi, oppure di viola vengono colorati i vestiti (o parte di essi), talvolta vengono aggiunte piante o fiori, di colore verde o marrone, a scopo decorativo.  
Il secondo tipo di disegni è invece a colori, i quali comunque hanno una palette piuttosto limitata, che comprende, oltre al bianco e al nero, il verde, il viola, il giallo, il rosso e il marrone. Tra questi il verde e il viola sono sicuramente quelli predominanti, mentre il rosso è utilizzato per alcuni oggetti (tipo coperte o libri) e il giallo per i capelli. Queste immagini sono solitamente a pagina intera e rappresentano vere e proprio scene narrate nella storia, con personaggi ritratti in specifici ambienti, come ad esempio: Frankenstein malato a letto che inizia a narrare la propria storia; la cugina di Frankenstein quando arriva a casa sua; Frankenstein spaventato dalla propria creatura appena questa prende vita; la creatura mentre dorme sul pavimento; ...
A proposito della creatura è interessante come questa è stata ritratta, in quanto l'artista sembra aver voluto rappresentarla in due modi distinti, come a voler mostrare ai lettori la sua doppia natura. Alcune volte essa infatti ha un aspetto prevalentemente umano, con un viso umano dai lunghi capelli neri, nonostante la statura molto alta, le braccia molto lunghe e le mani innaturalmente gigantesche. Altre volte invece Calvi le fa assumere un aspetto mostruoso, dove tutto il suo corpo diventa nero, tanto da non poter più distinguerne i tratti del viso, se non per gli occhi completamente bianchi. E' la forma che l'artista fa assumere al mostro la prima volta che prende vita (forse per come lo vede Frankenstein, che rimane disgustato dalla sua creazione) e poi quando esso è particolarmente arrabbiato e violento.
 
   

  

  
 Sopra: In alto  quattro illustrazioni a colori, di cui quelle centrali riguardano il dott. Frankenstein e la sua creatura. Le due pagine in basso contengono invece alcuni dei disegni in bianco nero e viola.
 
"Frankenstein ovvero il Prometeo moderno" di Mary Shelley è una di quelle opere che mi sono sempre ripromessa di dover leggere, soprattutto dopo aver letto "Dracula" di Bram Stoker, ma che ho sempre avuto un po' paura ad approcciare. Finalmente comunque sono riuscita a vincere questa resistenza grazie a due nuove edizioni illustrate che sono uscite tra ottobre e novembre del 2025 (in occasione dell'uscita del film basato sul romanzo di "Frankenstein" diretto da Guillermo del Toro). Una delle due edizioni è quella illustrata da MinaLima (e che continua la collana dei classici che era rimasta ferma con "Biancaneve e altre fiabe" dal 2022) mentre l'altra è questa illustrata da Calvi edita dalle Edizioni Re-Belle.
Il libro, nonostante l'iniziale reticenza a iniziarlo, devo dire che mi è piaciuto, sebbene l'abbia trovato un po' diverso da come me lo aspettavo. La maggiore differenza per me è stata la creazione del mostro. Nei film infatti ho sempre visto dare molta enfasi a questo momento della creatura che prende vita grazie alla forza elettrica dei fulmini: in tutti i film di "Frankenstein" c'è questa scena memorabile del mostro disteso che viene animato grazie all'elettricità contenuta nei fulmini durante una notte di tempesta, attesa con trepidazione dal dottor Frankenstein.
Nel romanzo invece il tutto avviene molto in silenzio e quasi in sordina, in quanto il dottore spiega di aver fatto questi esperimenti segreti nella propria camera e a quanto pare nessuno ha mai sospettato nulla. Le parti dedicate a spiegare gli esperimenti e i tentativi che hanno portato alla creazione e animazione della creatura in realtà sono piuttosto brevi: "Chi può immaginare gli orrori del mio lavoro segreto, mentre armeggiavo tra le umide e sacrileghe esalazioni delle tombe, o torturavo gli animali vivi per animare l'argilla morta?"
In effetti dal testo sembra che Frankenstein abbia scoperto il segreto della vita ben prima di iniziare a creare la sua creatura e che solamente dopo abbia deciso di addentrarsi nella sua realizzazione. Da notare tuttavia come la descrizione di tale scoperta sia lasciata piuttosto vaga. La cosa che più mi ha stupito, leggendo il romanzo, è come ad esempio, quando il dottore descrive le ricerche che lo hanno portato a scoprire il segreto per infondere la vita nella materia morta, non parli mai dell'elettricità, cosa che invece nei film viene sempre messa molto in risalto: "Mi soffermai a esaminare e ad analizzare tutti i dettagli del rapporto causa-effetto, per come si verificano nel passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla vita, finché, nel mezzo di questa oscurità, dentro di me si fece strada una luce improvvisa - una luce così brillante e portentosa quanto semplice. [...]
Forse è il risultato di qualche miracolo, eppure i passaggi che hanno portato alla scoperta furono distinti e inverosimili. Dopo giorni e notti di lavoro incredibile e spossatezza, riuscii a scoprire la causa della generazione della vita. No, persino di più: divenni capace io stesso di animare la materia inerte. [...]
Quando mi trovai tra le mani un potere tanto straordinario, esitai a lungo sul modo in cui avrei dovuto impiegarlo. Sebbene possedessi la capacità di infondere la vita, preparare un corpo adatto a riceverla, con tutti i suoi intrichi di fibre, muscoli e vene, restava un'opera dalla difficoltà e dagli sforzi inconcepibili. All'inizio non sapevo se tentare la creazione di un essere simile a me o uno dalla struttura più semplice; ma la mia immaginazione era troppo esaltata dal primo successo per permettermi di dubitare della mia capacità di dare vita a un animale tanto complesso e meraviglioso quanto l'uomo."
Anche il momento in cui alla creatura viene data la vita è piuttosto breve, e la vicenda si focalizza rapidamente sulle emozioni e i sentimenti del dottor Frankenstein piuttosto che non sulla nascita della creatura in sè (e anche qui non si fa un esplicito o specifico riferimento all'uso di elettricità): "Fu in una lugubre notte di novembre che assistetti al compimento delle mie fatiche. Con un'ansia che rasentava l'agonia, raccolsi gli strumenti per instillare la vita attorno a me e infondere una scintilla nella cosa inanimata che giaceva ai miei piedi. Era già l'una di notte; la pioggia batteva tristemente contro i vetri e la mia candela era quasi consumata, quando, alla luce fioca del lume mezzo spento, vidi aprirsi l'occhio opaco e giallastro della creatura; respirava con affanno e un moto convulso agitava le sue membra.
Come esprimere le mie emozioni dinanzi a questa catastrofe? O descrivere l'essere abietto che avevo cercato di plasmare con tanta fatica e dedizione?
Il dottore è talmente disgustato e spaventato dalla propria creatura che la abbandona e lascia la stanza, e quando ritorna è sollevato dal non trovarla più. Anche qui mi ha stupito come Frankenstein cerchi di dimenticarsi dell'esistenza di ciò che ha creato, senza mai interrogarsi (per ben 2 anni) su dove sia andato il suo mostro, che fine abbia fatto, se sia ancora vivo e cosa potrebbe combinare. 
In effetti i successivi incontri che egli ha col suo mostro sono casuali, semplicemente lui si reca in un certo luogo e lì lo vede oppure lo incontra. D'altronde probabilmente è destino che i due siano destinati a incontrarsi e a scontrarsi, tato il legame che li lega l'uno all'altro, nonostante i tentativi del dottore di dimenticarsene.
Nonostante alcune cose non fossero come mi aspettassi (influenzata dalla notevole filmografia riguardo a quest'opera) devo dire di aver apprezzato questo classico, anche grazie alle belle e dettagliate illustrazioni di Marco Calvi, molto espressive, sui toni del bianco, nero e viola, che accompagnano la storia in modo egregio. Forse anche grazie alla traduzione della Vecchietti la storia, nonostante sia stata scritta agli inizi dell'Ottocento, scorre molto bene, nonostante i dialoghi siano piuttosto pochi e al fatto che ci siano molte descrizioni. La narrazione in prima persona tuttavia risulta effettivamente coinvolgente e naturalmente la storia stessa è molto interessante e intrigante, in quanto il lettore è effettivamente curioso di conoscere le sorti di Frankenstein e della sua creatura.
La descrizione della creatura è molto interessante, anche grazie all'ampio spazio che le è stato dato all'interno della storia. Vi sono infatti vari capitoli dove ella racconta della propria vita e delle proprie avventure, il che dà i lettori la possibilità di conoscerla intimamente, di comprendere il suo punto di vista e le sue emozioni, arrivando a capire cosa l'abbia portata a fare certe azioni o compiere certe decisioni. Forse per la prima volta nella letteratura ci troviamo davanti a un mostro che è tale per il suo aspetto e per il modo in cui è stato creato, ma che non possiede una natura intrinsecamente malvagia (come accadeva invece nel caso del conte Dracula). Questo lo ha reso un personaggio complesso e sfaccettato, un personaggio grigio, proprio come il suo creatore: con entrambi si può empatizzare e capire le loro ragioni, ma nessuno dei due è comunque completamente assente da colpe (anche il mosro ha comunque compiuto delle azioni riprovevoli, tra cui vari omicidi che avrebbe potuto evitare).
Un classico immortale, a tratti pauroso ma anche struggente, sui limiti della scienza, sulla crudeltà della natura umana, sull’ambizione e sul perdono, scritto nel 1818 da una giovanissima Mary Shelley, una lettura sicuramente consigliata.  
 
Quest'opera è stata edita a ottobre del 2025 dalle Edizioni Re-belle, ha la copertina flessibile, ha 120 pagine, misura 24 cm d'altezza e 17 cm di lunghezza e costa 20 euro.

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mercoledì 10 dicembre 2025

Mumin: Magia d'inverno di Tove Jansson

I Mumin sono personaggi di finzione creati dalla scrittrice ed illustratrice finlandese (di lingua svedese) Tove Jansson. Sarebbero dei troll, ma hanno un aspetto simile ad ippopotami bianchi, abitano nella valle omonima, luogo tranquillo e sicuro, e le loro storie narrano degli eventi che accadono nella valle.
Come scritto nell'introduzione: "i Troll comuni sono piccoli esseri pelosi, selvatici e piuttosto maleducati, I Troll Mumin, invece, e le famiglie più o meno imparentate con loro, sono molto più civili e istruiti. Inoltre, a differenza dei comuni Troll che sbucano solo di notte, i Mumin hanno un grandissimo amore per il sole.
Compaiono in una serie di romanzi e libri illustrati per bambini scritti e disegnati da Tove Jansson fra il 1945 e il 1993. I romanzi vennero originariamente pubblicati in svedese per essere tradotti in una cinquantina di lingue. Nel corso degli anni sono stati riadattati in fumetti, cartoni animati, serie televisive, spettacoli teatrali, videogiochi e tanto altro.
Quest'anno (2025) la Salani ha ristampato alcuni loro titoli in una nuova edizione in occasione degli 80 anni dalla loro creazione. Questa estate vi avevo già recensito uno di questi titoli: "Caccia alla cometa", mentre oggi vi parlerò di un altro dei romanzi dedicati ai Mumin, (che la Salani aveva ripubblicato ancora a marzo): "Magia d'inverno".
 
  
Sopra: A sinistra la copertina della vecchia edizione del 2019 (che sono miracolososamente riuscita a recuperare), mentre a destra quella della nuova edizione del 2025.

Entriamo nella misteriosa Valle fatata e lasciamoci incantare dai Mumin! Nella casa dei Mumin tutti sono profondamente addormentati, in quanto sono andati in letargo: "Nel salotto, intorno alla grande stufa di porcellana, l'intera famiglia Mumin giaceva addormentata nel suo letargo invernale.
Dormivano sempre da novembre ad aprile perchè tale era stato il costume dei loro avi, e i Mumin, alle tradizioni, ci tenevano. Tutti i componenti della famiglia avevano il pancino pieno di aghi di pino, proprio come i loro antenati, e accanto ai loro giacigli avevano nostalgicamente disposto quegli oggetti che si sarebbero resi necessari al ritorno alla primavera: vanghe, occhiali da sole, rotolini fotografici, anamometri e cose del genere.
Il silenzio regnava profondo, nell'attesa. [...] Il raggio di luna vagò dalla sedia a dondolo alla tavolo del salotto, si arrampicò sulle palle d'ottone delle testiere dei letti e infine splendette proprio in faccia al troll Mumin. 
E qui successe qualcosa di assolutamente nuovo, che mai s'era verificato da quando il primo Mumin ra caduto in letargo: il troll Mumin si svegliò senza riuscire più a riaddormentarsi.
Questo infatti è un inverno magico e diverso dal solito, in cui il troll Mumin, unico della sua famiglia, si sveglia all'improvviso dal letargo e si trova in un mondo sconosciuto, popolato da misteriose creature.  Come gli spiega Too-Ticki: "Ci sono un'infinità di esseri che non trovano posto in estate, in autunno o in primavera. Tutte quelle creature un po' timide e strane che non stanno bene in nessun posto e nei quali nessuno ha fede. Così se ne rimangono nascoste per tutto l'anno e poi, quando il mondo è bianco e tranquillo, le notti sono lunghe e i più sono in letargo, allora osano mostrarsi". 
E il troll Mumin arriverà (quasi) ad amare l'inverno.
 
Sopra: Due pagine iniziali in cui vediamo a sinistra i testi e a destra un'illustrazione a tutta pagina che mostra il piccolo Mumin appena svegliatosi dal suo letargo.
 
I testi sono riccamente corredati dalle illustrazioni in bianco e nero opera della stessa Tove Janasson, le quali sembrano essere delle incisioni molto carine e graziose, anche molto ricche di dettagli.
Molto interessante ad esempio l'aspetto dei protagonisti da cui la serie prende il nome: i Mumin, i quali non sono rappresentati per nulla come i classici troll, ma sembrano essere proprio una specie a parte. Il loro aspetto infatti è quello di piccoli ippopotami bianchi capaci di camminare in posizione eretta, con lunghe code sottili che terminano con un ciuffetto di pelo (tipo quelle dei leoni), grandi occhi rotondi e cordi dall'aspetto tutto tondeggiante, il che conferisce loro un aspetto molto coccoloso e divertente. Non sorprende che abbiano ottenuto un grande successo, oltre che in madrepatria, in Cina, Corea del Sud e in Giappone.
Raramente però ci sono disegni dedicati esclusivamente a mostrare i personaggi, solitamente si tratta di immagini che mostrano vere e proprie scene descritte nei testi, con personaggi (di solito ritratti da distante, quindi di piccole dimensioni) in mezzo a precisi ambienti (spiagge, boschi, tra le onde del mare, la casa di mumin, il capanno sulla spiaggia...): vi è ad esempio la scena che mostra Mumin uscire all'aperto e vedere il fiume ghiacciato; la scena dove Mumin entra nel capanno sulla spiaggia che è diventata la nuova casa di Too-Ticki con i toporagni invisibili che gli offrono una zuppa; la scena del falò per celebrare il ritorno del sole; ecc...
Le immagini, si caratterizzano per i personaggi, tracciati con semplici linee precise e nette, dall'aspetto carino ma anche un po' bizzarro, quasi mai propriamente umano, o comunque con esseri umani un po' sproporzionati e non dall'aspetto eccessivamente realistico. La presenza delle illustrazioni a volte può essere di grande aiuto per i lettori, sia per supportarli nella lettura e nella comprensione dei testi, che per mostrare loro l'aspetto delle bizzarre e stravaganti creature che abitano il mondo dei Mumin, di cui l'autrice fornisce poche informazioni scritte, dato che è come se desse per scontato che, visto che i personaggi dl suo libro le conoscono allora valga lo stesso anche per i lettori. Il rapporto tra testo e immagini quindi è piuttosto stretto, in quanto se i disegni venissero omessi si farebbe fatica a comprendere alcune cose.
E' interessante anche come l'artista utilizza il bianco e nero, unici colori a comparire in queste tavole. Alcuni elementi ad esempio appaiono completamente bianchi, tipo i personaggi come i Mumin, Too-Ticki (seppur col suo maglione a righe nere), Tabacco (con il suo cappello a punta e il giaccone), ma a volte anche la neve (tipo il cavallo di neve costruito da Too-Ticki, la schiuma delle onde, il fuoco del falò acceso nella notte invernale, ecc... Questi elementi così bianchi creano un contrasto visivo con il resto dell'immagine che invece ha delle zone anche molto scure, completamente nere, ed altre tratteggiate con dei piccoli tratteggi neri sopra los fondo bianco. 
I disegni comunque risultano originali, veramente molto carini e graziosi, incantevoli, ma a modo loro anche bizzarri, con alcuni elementi (tipo gli stessi Mumin) dall'aspetto carino, puccioso e coccoloso ed altri decisamente più oscuri e minacciosi, come il folto della foresta, o qualche creatura mostruosa e terrificante.
 
  

  
 
 
 
Sopra: Alcune pagine illustrate dalla stessa autrice, che solitamente alternano testo e illustrazioni, sebbene ci siano anche alcuni disegni a pagina intera ogni tanto.
 
 "Magia d'inverno" di Tove Jansson racconta di un evento importante in particolare per un membro della famiglia Mumin: il piccolo Mumin, il quale si sveglia improvvisamente dal suo letargo invernale, cosa che non era mai successa a un Mumin prima di allora! 
Siccome, come ci viene spiegato, i Mumin vanno in letargo da novembre fino ad aprile nessuno di loro ha mai visto l'inverno, per cui è molto interessante l'idea che il piccolo di casa si svegli all'improvviso e scopra questa stagione per lui sconosciuta e così diversa dalle altre, molto più cupa e fredda. Infatti il primo impatto non è dei migliori: è tutto buio, tutto è silenzioso, non c'è nessuno in giro, in casa, grazie alla stufa, per fortuna è ancora caldo ma appena esce di casa Mumin scopre quanto faccia freddo all'esterno, sebbene sia emozionante vedere la neve per la prima volta.
La prima cosa che quindi fa il piccolo Mumin è cercare di svegliare la mamma, che però è profondamente addormentata, così il piccolo si avventura all'esterno in cerca di compagnia e trova Too-Ticki, il primo degli unici due personaggio dalle fattezze umane che vedremo comparire nella storia (l'altro è la piccola Mi, che abbiamo conosciuto anche in "Caccia alla cometa") . Quest'ultimo è un personaggio amichevole ma un po' misterioso, il quale sembra conoscere bene l'inverno, sebbene lo presenti a Mumin in modo molto misterioso e incerto, come qualcosa che non si può comprendere fino in fondo. 
D'altronde misteriose e nebulose sono anche le creature che popolano questa stagione, creature che vengono appena appena descritte dall'autrice, e dai cui Mumin è molto incuriosito. Esse sono strane ma innocue, sebbene ce ne siano alcune di pericolose, come la Signora del Gelo, la quale arriva dal mare, è bellissima, ma può uccidere con uno sguardo: "<<Quando il cielo comincia a farsi verde, dopo il crepuscolo, lei arriva direttamente dal mare>>.
<<Chi è lei?>> chiese il troll Mumin, perplesso. 
<<Di chi parli?>>  
<<Della Signora del Gelo. È bellissima, ma se la guardi negli occhi diventi di ghiaccio. E allora sei come di pan biscotto: chiunque può sbriciolarti. Per questo è consigliabile che tu rimanga in casa, stasera>>." 
La vicenda praticamente narra di questo inverno che il piccolo Mumin deve passare sveglio, mentre tutta la sua famiglia è addormentata, dove inizialmente conosce Too-Ticki con i suoi lemuri invisibili e la piccola Mi, anche lei svegliatasi prima del tempo, dopodiché arriverà anche un Emulo e un cagnolino con un berretto di nome Mes-chino e poi tante altre creature che giungono nella Valle dei Mumin in cerca di cibo.
La storia è carina ed è interessante scoprire l'inverno attraverso gli occhi di questo piccolo troll che non lo ha mai visto, ma che cerca di affrontare al meglio la situazione, senza l'aiuto dei familiari, che stanno ancora dormendo. Carino il fatto che la madre si svegli proprio quando sente il figlio starnutire, magari ormai era giunto il tempo del suo risveglio, ma dall'altro sembra aver prevalso il suo istinto materno che l'ha spinta subito a prendersi cura del figlio che si stava ammalando.
Nonostante sia piuttosto breve come storia a capitoli, a tratti però potrebbe risultare non noiosa, ma un po' monotona, in quanto il piccolo Mumin non fa altro che entrare e uscire di casa e nel frattempo conosce alcuni personaggi bizzarri, ma non fa molto altro, sebbene alcune presenze siano piuttosto interessanti, collegate agli elementi del buio, del gelo e della morte. Da questo punto di vista ho trovato "Caccia alla cometa" una storia decisamente più complessa, avvincente ed emozionante.
 
Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 1957 dalla Schilds Forlags Ab col titolo "Trollvinter" ed è stata edita in italiano nel 1992 dalla Salani Editore. L'edizione che ho io è la ristampa del 2019, la quale ha 160 pagine, misura 18,8 cm d'altezza e 12,5 cm di lunghezza e costa 9,50 euro.
A marzo del 2025 la Salani ha ristampato questo libro in un diverso formato (più piccolo), in un'edizione sempre con 160 pagine, la copertina flessibile ma che misura 16,6 cm d'altezza e 11,2 cm di lunghezza e costa 9,90 euro.
 
Ecco i romanzi della serie, in ordine cronologico:
  • "Il piccolo troll e la grande pioggia" (Småtrollen och den stora översvämningen, 1945), trad. Alessandro Storti, Salani, 2025
  • "Caccia alla cometa" (Kometjakten, 1946), trad. Annuska Palme Larussa Sanavio, Salani, 2002
  • "Il cappello del Gran Bau" (Trollkarlens hatt, 1948), trad. Donatella Ziliotto e Annuska Palme Larussa Sanavio, Salani, 1990
  • "Le memorie di papà Mumin" (Muminpappans bravader, 1950), trad. Annuska Palme Larussa Sanavio, Salani, 2007
  • "Magia d'estate" (Farlig midsommar, 1954), trad. Donatella Ziliotto e Maria Hellström, Vallecchi, 1978 poi come Magia di mezz'estate, Salani, 1990
  • "Magia d'inverno" (Trollvinter, 1957), trad. Donatella Ziliotto, Vallecchi, 1978 poi Salani, 1992
  • "Racconti dalla valle dei Mumin" (Det osynliga barnet, 1962), trad. Donatella Ziliotto e Annuska Palme Larussa Sanavio, Salani, 1995
  • (Pappan Och Havet, 1965, inedito in italiano)
  • (Sent I November, 1970, inedito in italiano)
 
        
 
      
 Sopra: Le copertine degli altri romanzi dedicati ai Mumin; le prime due sono quelle della nuova edizione del 2025.
 
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