Di versioni di "La Bella e la Bestia" ce ne sono già molte, ma quella di cui vi parlerò oggi è un po' diversa poiché si tratta di una riscrittura di Cécile Roumiguière con le illustrazioni di Benjamin Lacombe, e fa parte della collana dei classici illustrati diretta proprio da quest'ultimo (di cui in fondo trovate l'elenco coi titoli usciti finora).

Sopra: La copertina, molto bella con le scritte e i decori dorati, mostra un'immagine interna realizzata da Lacombe, con la Bella e la Bestia mentre ballano.
Questa storia si ispira all'opera omonima di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve, alla quale probabilmente era giunta all'orecchio la fiaba per adulti di "Il re porco" di Straparola, in cui il protagonista era stato stregato e trasformato in un maiale, e avrebbe dovuto sposarsi per tre volte per riacquistare le sue sembianze umane.
La versione della Villeneuve, di cui vi avevo già parlato in questa edizione qui edita dalla RBA Italia oppure in questa qui edita dalla Ippocampo, venne a sua volta ripresa dalla Jeanne-Marie Leprince de Beaumont in una versione ridotta. Come scritto nella prefazione: "Attraverso i secoli e nelle diverse culture, la Bestia ha assunto svariati volti e forme animali: maiale, rettile. caprone. rapace. cinghiale. bradipo gigante in Russia o ancora orso in Norvegia ... Di questo racconto esistono centinaia di versioni, in decine di Paesi."
La Bella è una ragazza piena di grazia,
allegra, gentile e curiosa delle cose della vita: "La chiamavano la
Bella per via della sua grande bellezza. Era allegra, curiosa delle cose
della vita, sia dello spirito sia della natura. Amava raccontare le sue
gioia e le sue preoccupazioni in un diario."
Suo padre è un mercante, che però ha perso il carico di due vascelli e con esso le sue fortune, e che quindi ora non sa come farà a mantenere la sua famiglia, composta da tre figlie in età da marito. Arrivato davanti al castello della Bestia decide di cogliere una rosa da portare a Bella, scatenando l'ira della Bestia, che chiede al mercante di portagli la figlia come risarcimento.
La Bestia è un essere strano e terrificante, che per colpa del suo
aspetto è rifiutato dal mondo. E' nato con troppi peli, così la madre ha firmato un patto di sangue con un mago che permettesse al figlio di diventare un uomo "che la gente guarda senza provare disgusto. A condizione che una ragazza lo ami di amore vero e accetti di sposarlo." La Bestia ha anche provato a cercare e a stare con quelli simili a lui, altri freaks, lavorando in un circo ma, pur essendone diventato amico, c'era sempre una differenza che persisteva: quella di rango e di ricchezze, visto che lui era nobile e ricco, mentre tutti gli altri erano nati poveri.
La Bella comunque rispetta il patto e giunge al castello della Bestia, con cui vivrà assieme nel suo castello, e ogni sera, durante la cena, la Bestia le chiederà se vuole sposarlo. Un giorno però Bella chiede di poter tornare dal padre che sta male e la Bestia acconsente, dopo che Bella gli ha promesso che sarebbe tornata, ma le due sorelle cercano di fare di tutto per persuaderla a restare e ritardare così il suo rientro.
Guardando in un anello Bella si accorge che la Bestia sta male, e decide di tornare e di confessare all'uomo il proprio amore, acconsentendo a sposarlo, facendo esaudire l'incantesimo che ridà alla Bestia un aspetto finalmente umano. Andando oltre le
apparenze, la Bella è riuscita a superare le sue paure e le sue angosce e, insieme, la Bella e la Bestia impareranno ad amarsi, liberandosi di ogni convenzione.
Alla fine ci sono alcune lettere d'amore che erano contenute in due
diari trovati da alcuni spigolatori tra le rovine di un castello
veneziano.


Sopra: A sinistra un'illustrazione di Lacombe che ritrae Bella mentre legge nella biblioteca della Bestia, mentre a destra la pagina della prefazione, scritta dall'autrice.
La storia è accompagnata dai disegni di Benjamin Lacombe, splendidi, evocativi, molto curati, ricchi di dettagli, con colori forti, intensi e brillanti.
Essi sono di due tipi: ci sono infatti quelli a colori, che riempiono solitamente un'intera pagina o anche due; e poi ve ne sono alcuni più piccoli, si solito inseriti assieme ai testi in bianco e dorato.
Le prime illustrazioni presentano colori accesi, forti, intensi, in alcuni punti anche molto brillanti mentre in altri più scuri, così da mettere ancora più in risalto la brillantezza delle tinte. Esse rappresentano scene più statiche, come la ragazza e la Bestia che cenano assieme, oppure ritraggono Bella mentre è ferma in un corridoio o mentre è seduta a leggere un libro in biblioteca, oppure mostrano dei ritratti dei personaggi o dei paesaggi. In questi casi vengono sempre mostrati anche gli ambienti circostanti, ritratti in modo magnifico e solenne (che si tratti di un semplice prato fiorito, di un corridoio pieno di candele o di un sontuoso castello), con tantissimi dettagli. A tale proposito però l'autrice dice di aver voluto ambientare il racconto a Venezia, in omaggio a Straparola, però francamente dai disegni di Lacombe non emerge per nulla questa ambientazione veneziana, se non in una sola immagine alla fine del libro in cui si vede Bella condurre una gondola.
Il secondo tipo di disegni sono più piccoli e sono solitamente (tranne un'eccezione) posti assieme ai testi. Di solito rappresentano singoli personaggi oppure dei personaggi che interagiscono tra loro (ad esempio Bella con la Bestia oppure la ragazza con gli uomini della peste). Queste immagini non sono a colori ma sembrano essere state realizzate con una matina dorata su fogli bianchi, e nell'edizione hanno un aspetto metallizzato.
Oltre a queste immagini ce ne sono anche un paio colore seppia, in cui le ombreggiature sono state fatte con dei sottili tratteggi neri. Uno dei disegni è a doppia pagina, e mostra la Bestia da bambino dentro a un circo, e uno è a pagina intera, e mostra sempre la Bestia da bambino ma in un ritratto.
Nei disegni di Lacombe. come lui stesso ha spiegato, compaiono alcuni riferimenti a film famosi, tra cui il primo è sicuramente "La bella e la bestia" della Disney del 1991. Ovviamente l'aspetto della protagonista è ispirato a quello di Bella nel film disneiano, e vediamo comparire anche un servizio da tè che rappresenta Mrs Bric e Chicco. Devo dire che ho trovato questa somiglianza un po' fastidiosa, in quanto, nonostante la protagonista sia molto bella, avrei preferito una scelta un po' più originale.
Nella scena della Bestia da piccolo al circo ho visto personaggi che assomigliavano a Yubaba di "La città incantata" dello Studio Ghibli e a It dell'omonimo film del 2017.
L'aspetto della Bestia invece si inspira ai membri della famiglia Gonsalvus, che soffrivano di un eccessivo irsutismo, e in particolare a Pedro Gonzales.





Sopra: In alto alcune illustrazioni a colori, di cui le prime due ritraggono Bella, mentre la terza mostra il castello della Bestia. In basso due immagini bianche e dorate, di cui quella a sinistra assieme ai testi e quella a destra a pagina intera.
"La Bella e la Bestia" di Cécile Roumiguière e Benjamin Lacombe è un'altra rivisitazione della fiaba di "La Bella e la Bestia", di cui esistono centinaia di versioni in centinaia di paesi diversi. E dalle versioni scritte ne sono derivate poi anche quelle cinematografiche, che non hanno avuto un impatto minore. L'autrice di questa riscrittura ad esempio dice di essere stata profondamente influenzata dalla versione cinematografica del 1964 di Jean Cocteau. Come afferma l'autrice: "La storia che ho scritto in questo volume si nutre dei miei ricordi del film di Jean Cocteau; si appoggia anche ampiamente al testo di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve, con un'ambientazione veneziana in omaggio a Straparola, che porge uno specchio così bello al volto da leone della Bestia..."
La storia è fondamentalmente quella che più o meno tutti conosciamo, cioè quella più breve scritta dalla Beaumont, sebbene ci siano alcune differenze interessanti:- la Bestia è così non a causa di qualche maledizione ma perchè è una persona che soffre di ipertricosi, una condizione che porta all'eccessivo sviluppo di peli su tutto il corpo, e se ne libera grazie a un patto che la madre ha stretto con un mago.
- la Bestia ha anche provato a lavorare in un circo, per provare a stare con persone che, come lei, sono diverse e per questo non accettate nella società. Tuttavia le sue nobili origini e la ricchezza non gli hanno permesso comunque di sentirsi alla pari con loro. Questo è interessante per il fatto che da una parte nonostante le sue ricchezze comunque non viene accettato dalla società, e dall'altro lato gli sono di impedimento nel sentirsi pienamente parte di un'altra comunità di persone, escluse dalla società per via del loro aspetto e della loro condizione sociale.
- mentre parla col padre della sua situazione la Bella riflette sul ruolo della donna nella società dell'epoca, la quel pareva potersi realizzare solo attraverso il matrimonio, e le ricchezze che da questo ne sarebbero derivate. Il padre infatti fa capire alla ragazza che lui è a favore di un matrimonio tra lei e la Bestia, soprattutto per via delle ricchezze che quest'ultimo possiede, e che potrebbero sanare la disastrosa situazione finanziaria della famiglia del mercante, che ha ancora due figlie da maritare. "Il matrimonio era tutto? Non ci si poteva guadagnare da viere altrimenti? E se suo padre avesse avuto un figlio, lo avrebbe fatto sposare in quel modo? No di certo."
- Quando la Bella pensa ai figli che avrà con la (ormai ex) Bestia è consapevole che alcuni di loro potrebbero soffrire della stessa condizione del padre, che però verrà vista come una ricchezza: "<<Se un giorno avremo dei figli, e avranno quel manto che voi non avete più, insegneremo loro che essere diversi dagli altri non è una maledizione, ma una ricchezza per il mondo.>>"
Insomma, l'autrice in effetti solleva alcune questioni interessanti, in particolare quello dell'accettazione del diverso, e sfiora anche la questione dell'indipendenza femminile e del matrimonio, anche se poi fa rimanere la storia fedele a quella della Beaumont. A parte qualche cambiamento (di cui appunto quello maggiore è il fatto che la Bestia soffra di ipertricosi) ho trovato questo racconto in gran parte molto simile, forse troppo, alla fiaba della Beaumont, sebbene ogni tanto ci siano delle idee interessanti, che permettono di interpretare questa fiaba con dei gusti più attuali e recenti, e a vederla sotto una luce più moderna.
Come scrive l'autrice nell'introduzione: "La
Bestia è un essere che soffre per via del suo aspetto animalesco. E non
riuscendo a trovare il modo di vivere la propria diversità, adotta un
comportamento animale. La Bella, invece, deve andare oltre le apparenze.
[...]
Che
si sia Bestia o la Bella, una relazione piena e completa si costruisce
nei confronti dell'altro, sul superamento delle pulsioni,
sull'attenzione al proprio desiderio e a quello dell'altro in un mutuo
consenso. La modernità della Bella e la Bestia risiede in questo, è un
racconto aperto alle domande dei ragazzi di oggi. "
Direi che questa è una ulteriore versione di una storia intramontabile, di cui in realtà non esistono moltissime rivisitazioni, per cui alla fine diciamo che questa ci può stare, pur non avendola trovata chissà quanto memorabile. Ho trovato carina però la parte di approfondimento finale in cui si spiega chi era Pedro Gonzalez, una persona affetta da ipertricosi e che durante il Rinascimento susciterà molto interesse presso i nobili.
L'edizione comunque è molto bella, illustrata in maniera sublime da Benjamin Lacombe, con illustrazioni e decori dorati/metallizzati che vanno ad impreziosire ulteriormente le pagine di quest'opera. Una fiaba che ritorna all'origine di
una maledizione e ci interroga su cosa sia l'umanità e cosa la
bestialità.
Quest'opera è stata pubblicata nel 2025 dalla Albin Michel Jeunesse col titolo "La Belle et la Bete" ed è stata edita nel medesimo anno in italiano dalla Rizzoli. Il volume ha 80 pagine, la copertina rigida, misura 30,5 cm d'altezza e 22,5 cm di lunghezza e costa 25,00 euro.
P.S. Ecco tutti i titoli della collana diretta da Benjamin Lacombe (edita in Italia dalla Rizzoli):
- "Il mago di Oz" di Sebastien Perez e Benjamin Lacombe (2019)
- "Le avventure di Pinocchio" di Carlo Collodi e Justine Brax (2019)
- "Mignolina" di Hans Christian Andersen e Marco Mazzoni (2019)
- "Pelle d'Asino" di Cécile Roumiguere e Alessandra Maria (2020)
- "Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson attraverso la Svezia" di Selma Lagerlof e Yvan Duque (2020)
- "Bambi" di Felix Salten e Benjamin Lacombe (2020)
- "L'isola del tesoro" di Robert Louise Stevenson e Etienne Friess (2021)
- "Il vento tra i salici" di Kenneth Grahame e Prugne Thibault (2022)
- "La principessa Sara" di Frances Hodgson Burnett e Nathalie Novi (2022)
- "La Sirenetta" di Hans Christian Andersen e Benjamin Lacombe (2022)
- "La Regina delle Nevi" di Hans Christian Andersen e Aliocha Gouverneur (2023)
- "La Bella e la Bestia" di Cécile Roumiguière e Benjamin Lacombe (2025)












Sopra: Le copertine dei titoli della collana diretta da Benjamin Lacombe, dedicata alle fiabe e ai classici per l'infanzia.
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