lunedì 29 febbraio 2016

Il piccolo teatro di Rebecca di Rebecca Dautremer

Ritorno a parlarvi di un album dell'artista francese Rebecca Dautremer: "Il piccolo teatro di Rebecca", edito in originale nel 2011 col titolo "Le petit theatre de Rebecca". Questa è stata la prima opera che ho visto in libreria, e che ho acquistato, dell'illustratrice francese e che mi ha fatto conoscere, e appassionare, ai suoi lavori.

Sopra: Anche la copertina de "Il piccolo teatro di Rebecca" è stata realizzata in maniera particolare, infatti  al centro è stato fatto un buco da cui si possono vedere le lettere che compongono il titolo intagliate, sempre con la tecnica del paper cutting, nella pagina sottostante. Da notare inoltre che sulla copertina sono strati disegnati dei riflettori, come se si trattasse di un teatro reale, nonché l'immagine della stessa autrice mentre manovra dei fili con attaccati, alle estremità, i personaggi dei suoi libri (di cui riconosco Serafino Pecora, la Principessa Ermellina, Babayaga, Salomè, la mamma di Pollicino). 

In realtà questo libro è un po' particolare, e sarebbe poco indicato per chi si approccia ai lavori della Dautremer per la prima volta, in quanto in esso sono presenti i personaggi dei suoi album usciti prima del 2011, per cui, per chi non li conosce, quest'opera potrà risultare un po' difficile da comprendere inizialmente, sebbene rimanga comunque bellissima. All'inizio, comunque, i lettori troveranno una breve spiegazione, per cui anche i non conoscitori di questa illustratrice potranno capirci qualcosa.
Anche la struttura dell'albo è un po' peculiare, così come la sua realizzazione, infatti è stato realizzato con la tecnica del paper cutting, protagonista indiscussa di quest'opera, poiché ne è stato fatto un largo e sapiente uso. Infatti il 90% DELLE PAGINE (che in tutto sono ben 192) è stato intagliato facendo in modo che lo spazio centrale fosse vuoto per far sì che i bordi, che formano una sorta di cornice, potessero essere intagliati per ricavarne svariate forme, la maggior parte delle quali ritraggono quelle dei personaggi dei diversi libri e albi illustrati realizzati dall'autrice.
Inoltre, nonostante la maggior parte dei contorni che incorniciano le varie scenografie siano bianchi, a volte a questi vengono aggiunti alcuni disegni o fantasie particolari.

Sopra: La prima pagina del libro in cui iniziano a venirci presentati i personaggi, il primo, a sinistra, è il Conte de Guiche (da "Cyrano"). In quelle sottostanti possiamo vedere invece a destra Mariapuzza Marigusti (da "Il diario segreto di Pollicino"), più sotto Cane (da "La tortue geante des Galapagos"), ancora più sotto Babayaga ecc...

Poiché lo spazio centrale delle pagine è vuoto è possibile vedere anche gli elementi ritagliati delle pagine sottostanti, dando un effetto 3D, e in questo modo il lettore ha davvero l'impressione di trovarsi davanti a un palcoscenico e di stare assistendo a una sorta di teatro nel quale si avvicendano vari personaggi e cambi di scenografia. Gli elementi sono di svariate dimensioni, possono infatti essere abbastanza grandi ma anche estremamente piccini, per cui il lettore si divertirà a scoprirli e a svelarli pagina dopo pagina, riconoscendoli oppure chiedendosi chi, o cosa, siano.
Naturalmente, poiché la maggior parte dello spazio è occupato dalle illustrazioni e dalle parti ritagliate, non ne rimane molto per i testi, che in quest'opera, di impatto soprattutto visivo, rivestono in realtà un ruolo secondario. Infatti sotto ogni immagine viene riportato il nome del personaggio rappresentato, con accanto una breve descrizione delle sue caratteristiche principali o di una sua azione, in modo che qualsiasi lettore (da chi non ha mai visto un solo libro della Dautremer, a chi se n'è perso qualcuno, oppure chi, pur avendo letto tutte le sue opere, non ricorda qualche soggetto) possa riconoscerlo, è inoltre presente anche una breve citazione tratta dall'albo da cui è stato preso.
Ogni protagonista di questo volume è comunque contrassegnato, sul retro, da un numerino, poiché così ciascuno potrà trovare nella terzultima pagina un elenco di questi numeri con accanto il nome (e cognome) del personaggio.
I soggetti che troveremo provengono da questi libri (la data è quella dell'edizione originale in francese) :
- "Le Chevre aux loups" del 1996;
- "Le Geant aux oiseau" del 2000;
- "Les deux mamans de Petirou" del 2001;
- "Une lettre pour Lily… la licorne!" del 2002;
- "L'innamorato" ("L'amoreux" del 2003);
- "Babayaga" del 2003;
- "Principesse dimenticate o sconosciute" ("Princesses oubliées ou inconnues" del 2004) ;
- "Cyrano" ("Cyrano" del 2005);
- "La tortue geante des Galapagos" del 2006;
- "Le grand courant d'air" del 2006;
- "Chi è stato?" ("Seraphin Mouton, Qui?" del 2007)
- "Maleducato!" ("Seraphin Mouton, Gros Cochon" del 2007)
- "Mia sorella è carnivora" ("Seraphin Mouton, la petit soeur carnivore" del 2007);
- "Elvis" ("Elvis" del 2008);
- "Swing caffè" del 2009
- "Il diario segreto di Pollicino" ("Journal secret du Petit Poucet" del 2009)
- "Alice nel paese delle meraviglie" ("Alice au pays de merveilles" del 2010).
Come potete vedere dall'elenco qui sopra alcuni di questi volumi non sono mai arrivati in Italia, per cui per i lettori italiani sarà praticamente impossibile riconoscere tutti i personaggi, anche se penso che anche per quelli francesi alcuni saranno difficili da identificare.
Comunque nell'ultima pagina, visibile attraverso gli spazi vuoti di quelle precedenti, possiamo sempre vedere la figura di una donna, che rappresenta molto probabilmente l'illustratrice Rebecca Dautremer, mentre fa l'equilibrista tenendo in mano un'asta, in sella a un monociclo sui fili del telefono.

Sopra: Il primo soggetto a sinistra è Marius, da "L'innamorato", a destra invece c'è il papà di Josè e Lion tratto da "Le grand courant d'air", uno degli albi della Dautremer mai giunti in Italia. In questa immagine possiamo inoltre notare la varietà di alcuni dei "fondali" sui quali si susseguono i vari personaggi: abbiamo infatti inizialmente un contorno vuoto e bianco, poi c'è un muretto di mattoni, successivamente, al muretto viene aggiunto anche un cancello, sotto ancora possiamo vedere un grande cespuglio e ancora più sullo sfondo degli archi di mattoni.

Sopra: Queste sono le pagine dell'ultima parte del volume e, come possiamo vedere, ci troviamo davanti a nuovi paesaggi (o scenografie), mentre il susseguirsi dei vari personaggi continua, possiamo infatti vederne alcuni presi da "Swing caffè", "Cyrano", "Il diario segreto di Pollicino" e "Alice nel paese delle meraviglie".

Insomma, questo volume è qualcosa di incredibile, un'opera raffinata e insolita, che propone ai lettori qualcosa di nuovo e innovativo sfruttando in modo sapiente la tecnica del paper cutting (di cui comunque avevo visto già degli ottimi usi anche in altre opere, tra cui quelle di "L'erbario delle fate" di Benjamin Lacombe o quello di "Little red riding hood" di Sybille Schenker) che in questo caso viene sfrutta ai massimi livelli, rendendola quasi la protagonista assoluta e permettendo di ottenere un effetto unico.
Naturalmente anche le belle illustrazioni dell'artista, nonché i suoi personaggi, senza i quali quest'albo non esisterebbe, contribuiscono a rendere il tutto ancora più incantevole e particolare, regalando al lettore la possibilità di conoscere, anche se brevemente, una gran varietà di soggetti.

"Il piccolo teatro di Rebecca" è stato pubblicato in originale in francese col titolo "Le petit theatre de Rebecca" nel 2011 dalla Hachette Livres e poi da la Gautier Languereau, è arrivato in Italia nel 2012 edito dalla Rizzoli. Il volume ha 192 pagine, misura 20,5 cm d'altezza e 24 cm di lunghezza, la sua copertina è rigida e spessa, anche le pagine interne sono alquanto spesse e robuste; il costo è di 30 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 22 febbraio 2016

Carlo alla scuola per draghi di Alex Cousseau e Philippe-Henri Turin

"Carlo alla scuola per draghi" è un libro illustrato pubblicato nel 2010 in francese e tradotto in italiano l'anno successivo. I testi sono di Alex Cousseau mentre le splendide illustrazioni sono opera di Philippe-Henri Turin.

Sopra: La copertina di "Carlo alla scuola per draghi", pubblicato in italiano nel 2011 dalla Motta Junior.

L'inizio di questa storia ci porta in una giornata nebbiosa del 1821, più precisamente il 9 aprile, il giorno in cui nascerà il nostro protagonista: Carlo, un draghetto con dei piedi enormi e delle ali gigantesche. I genitori comunque non ne fanno un problema, anzi, lo considerano il più bel draghetto del mondo, e amano ascoltare le poesie del figlio, perché Carlo è dotato anche di una grande immaginazione, e ama la poesia, soprattutto quella triste.

Sopra: Carlo mentre declama versi poetici davanti ai genitori, che lo amano molto. In questa illustrazione il draghetto è veramente il protagonista e il centro della scena, egli è infatti stato posto perfettamente in posizione centrale, col sole alle sue spalle e i genitori da un lato e dall'altro.

Dopo tre anni però anche Carlo deve affrontare il primo passo verso l'indipendenza, e la prima separazione dei genitori: la scuola. Eh già, perché, proprio come tutti i bambini (guarda te il caso), anche i piccoli draghi devono andare a scuola per imparare, nel loro caso, a volare e sputare fuoco.
Tuttavia , nonostante tutti i draghetti siano effettivamente molto diversi gli uni dagli altri, nessuno di loro ha le ali e i piedi grandi come quelli del nostro protagonista, e nemmeno la sua immaginazione. Diciamo che Carlo comunque non si dimostra fin da subito molto affabile, tanto che risponde subito a uno dei suoi compagni così:
"Sono solo un drago in un corpo di gazzella
Osserva le mie ali, odi la mia favella
Ammira i miei piedi, sono come due pietroni
Con cui puoi vedere le stelle, se ti pesto i pollicioni".
Per ciò non sorprende che gli altri lo classifichino come quello che parla in modo strano e che schiaccia i piedi a tutti. Inoltre mentre gli altri imparano giorno dopo giorno a sputare fuoco e a volare Carlo, non riuscendo a fare nessuna delle due cose, preferisce rimanersene in disparte a scrivere poesie.

Sopra: Carlo si tiene in disparte, concentrandosi sul suo quaderno, in cui scrive poesie, invece di bruciarlo. Da notare come l'artista abbia posizionato tutti i draghi nella parte sinistra del foglio, compreso il nostro protagonista, che tuttavia è stato posto al di fuori dei contorni dell'illustrazione, mentre dà le spalle agli altri compagni, come a voler dire che lui, con gli altri, non vuole proprio averci niente a che fare.

Anche quando ormai manca poco alla fine della scuola per il nostro protagonista la situazione non è cambiata, finché, fuggito vicino a un vulcano, quest'ultimo erutta e, quando pensa che sia ormai la fine, una piccola mosca riesce a farlo volare. E mentre l'insegnante, i compagni e i genitori lo vedono librarsi nell'aria Carlo si allontana all'orizzonte sentendosi pronto per affrontare il mondo.

Sopra: Ecco l'immagine con cui l'artista ci mostra la scena in cui tutti vedono che il draghetto poeta ha finalmente imparato a volare, e le sue ali sono così grandi da coprire la luce del sole. La prospettiva è dal basso verso l'alto, in questo modo l'illustratore ci mostra il punto di vista di tutti i draghi che stanno assistendo a quell'incredibile spettacolo. Inoltre, se nella metà in basso del foglio sono presenti i draghi, la metà in alto è lasciata tutta a Carlo.

Sebbene la storia non sia originalissima rimane comunque sempre attuale, dopotutto bambini che inizialo la scuola ce ne sono sempre, così come i bambini che devono imparare a gestire la propria diversità, o quelli che devono capire che per raggiungere degli obbiettivi a volte bisogna crederci davvero, e ancora quelli che stanno cominciando ad conquistare la propria autonomia. Insomma questo libro parla di molte questioni che molti bambini si ritrovano a dover affrontare: il primo giorno di scuola, che segna l'ingresso in un mondo diverso da quello familiare, un mondo in cui venire accettati e amati incondizionatamente non è più così scontato (e che proprio per questo segna il primo passo verso l'autonomia), un mondo in cui bisogna imparare anche a gestire le relazioni con gli altri (anche se questo può essere difficile), in cui bisogna saper accettare le proprie diversità e imparare a sfruttarle al meglio, utilizzandole come una risorsa ...
Parlando invece del protagonista, Carlo, nel libro rappresenta il diverso sotto molteplici aspetti: ha delle diversità fisiche, come le sue enormi ali e i suoi grandi piedi; caratteriali, poiché è infatti una di quelle persone (o draghi in questo caso) che amano la solitudine, stare soli con se stessi (tra l'altro spesso anche questo tipo di bambini tendono a venire isolati dai compagni) e ha pure degli interessi, delle passioni, diverse da tutti gli alti, ciò la poesia, caratteristica che ben pochi assocerebbero a un drago. Inoltre fino alla fine Carlo fallisce in tutte quelle cose che invece ai suoi compagni riescono così bene (volare e sputare fuoco).

Sopra: Alla fine dell'anno scolastico Carlo non ha ancora integrato coi compagni, anzi, la sua situazione di isolamento si è aggravata ancora di più, come ci mostra anche l'immagine qui sopra. L'artista ha infatti rappresentato il protagonista in un angolo della pagina, mentre dà le spalle agli altri, intento a scrivere nel suo quaderno, quasi completamente all'esterno dei margini dell'illustrazione che racchiude invece tutti gli altri draghi.

Insomma, Carlo, per certi versi, mi ricorda un po' la figura di Dumbo, il quale era un elefante nato con delle orecchie troppo grandi e, proprio come quest'ultimo, anche Carlo imparerà a volare, anche se il nostro draghetto aveva la possibilità e le capacità di farlo fin dall'inizio, doveva solo credere maggiormente in sé e provarci davvero. Non è un caso che, quando finalmente riesce a spiccare il volo, egli lascia cadere il suo quaderno di poesie, che erano tutte poesie tristi, riuscendosi finalmente a librarsi nell'aria.
Infatti Carlo, a differenza di Dumbo, contribuisce egli stesso alla sua solitudine, mostrandosi fin da subito non troppo gentile con i compagni (a cui schiaccerà un piede), e rimanendosene da solo per tutto il tempo con i suoi quaderni di poesie (che alla fine dell'anno diventeranno 18), grazie a un carattere piuttosto chiuso e scostante. Carlo infatti non è un tipo molto positivo, anzi, tende a vedere più spesso il lato triste e negativo delle cose (il bicchiere mezzo vuoto insomma), ad esempio, quando arriva la primavera il draghetto scrive:
"I canti degli uccelli bucano le orecchie
i fiori tappano le narici, il sole brucia gli occhi
i colori accesi mi paiono fetecchie
questa felicità fasulla è solo per i pidocchi."
Non molto simpatico vero? E neppure positivo.
Insomma, Carlo lasciando andare il suo quaderno di poesie tristi, nel momento in cui finalmente riesce a volare,  lascia andare, in un certo senso, anche buona parte del suo pessimismo, aprendosi così al mondo e compiendo un importante passo: crescere.

Sopra: Ecco il momento in cui Carlo impara finalmente a volare, dopo aver lasciato cadere il suo quaderno di poesie tristi.

Tanto che infatti il libro alla fine si conclude con il protagonista, che ha anche imparato a sputare fuoco oltre che a volare, col cuore pieno di gioia, che si allontana nell'orizzonte ricco di promesse, ormai abbastanza cresciuto per andare nel grande mondo.
Naturalmente Carlo non compie il grande passo tutto da solo, sarà una mosca (un essere così piccino e spesso insignificante, specialmente se confrontato con un drago) a fargli capire che, con quelle enormi ali per librarsi in cielo e quei grandi piedi per virare, non c'è proprio nulla che possa impedirgli di volare, dopotutto se lei con delle ali così piccole riesce a farlo e pure a compiere acrobazie perché lui no?
Il protagonista non è quindi il solito bambino (o draghetto) che viene bullizzato ed isolato senza aver fatto nulla di male, la solita "pecora nera" in mezzo a un gregge di bianche (anzi anche tutti gli altri graghetti sono tutti diversi tra loro), ma è un personaggio ben più sfaccettato e complesso, che presenta lati positivi e negativi.
La scelta inoltre di ambientare il tutto in un mondo abitato da draghi è molto azzeccata, in questo modo infatti ogni lettore può identificarsi meglio coi personaggi del libro, in effetti questo espediente è molto utilizzato nei libri per l'infanzia, che spesso propongono come personaggi degli animali (ad esempio topi o maiali in special modo). Anche se i draghi non sono utilizzati molto spesso in questo senso, questo libro riesce benissimo nell'intento, dopo tutto questi animali fantastici posseggono una grande attrattiva, a tutte le età.
E non bisogna certo dimenticare le tavole dell'illustratore Philippe-Henri Turin, che sono davvero splendide e perfette per questa storia. Esse sono magnifiche, molto dettagliate (il lettore potrà distinguere ogni tipo di drago presente nel libro, e sono davvero tantissimi e tutti diversi tra loro), coloratissime, con un interessante uso degli spazi e delle prospettive, e di grande impatto. Quest'ultimo elemento è contribuito anche dalle dimensioni del volume, che è tra i più grandi (se non proprio il più grande) che io abbia mai visto: 40,5 cm d'altezza e 28,5 di lunghezza. Se poi contate il fatto che questo libro è un prodotto destinato sopratutto ai bambini pensate quanto deve risultare enorme ai loro occhi. Dopotutto un libro che parla di draghi non avrebbe avuto lo stesso impatto se lo avessero realizzato in piccole o medie dimensioni, i bambini sanno che i draghi solitamente sono belli grandi.

Sopra: L'isolamento di Carlo inizia fin dal primo giorno di scuola, in questo caso tutti i draghi sono collocati nell'angolo in basso a destra, mentre il protagonista in quello in alto a sinistra. Da notare inoltre la ricchezza dei particolari e la varietà con cui sono stati rappresentati i vari draghetti, che sono tutti diversi l'uno dall'altro.

Sopra: Anche in questa immagine, in cui a differenza delle altre predomina il bianco della neve, ci si può lasciare incantare dai particolari e dal sapiente uso dei colori. In questo caso gli unici punti colorati sono i draghetti, posti nella porzione alta del foglio, mentre Carlo è in basso, verso destra. Provate a immaginarvi questa illustrazione delle sue dimensioni reali: più di 40 cm d'altezza e più di 55 cm di lunghezza.

I testi sono in prosa, tuttavia ogni tanto sono presenti anche delle rime, quelle di Carlo appunto, di cui vi ho già riportato qualche esempio sopra.

Per quanto riguarda l'edizione "Carlo alla scuola per draghi", in originale "Charle à l'école des dragons" è stato pubblicato in francese nel 2010 dalla Seul Jeunesse e in italiano nel 2011 dalla Motta Junior. Il libro ha 44 pagine e misura, come ho già detto, 40,5 cm d'altezza e 28,5 di lunghezza. I costo è di 20 euro per l'edizione francese e 18,50 per quella italiana.
Ho scoperto, inoltre, che la Seuil Jeunesse ha ripubblicato questo libro nel 2014 (e il suo seguito nel 2015), ma in un formato tascabile, più piccolo (19 x 15 cm)  e più economico (5,90 euro).

P.S. Di questo libro esistono  anche due seguiti: il primo intitolato "Carlo e il ciclope Polifemo", in originale "Charles, prisonnier du ciclope" del 2012; e il secondo "Charles amoreux d'une princesses" pubblicato in francese nell'ottobre del 2015.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 15 febbraio 2016

Cenerentola di Perrault (traduzione di Collodi) e Roberto Innocenti

In questo post torno a parlarvi di una fiaba, ma di una che non vi avevo ancora presentato: "Cenerentola", e non una qualsiasi versione, bensì quella tradotta in italiano da Carlo Lorenzini, conosciuto anche come Collodi (sì, proprio quello di Pinocchio) e illustrata da Roberto Innocenti, un disegnatore e grafico italiano nato nel 1940, vincitore di numerosi premi e ormai famoso a livello mondiale (il quale, tra l'altro, ha illustrato pure "Le avventure di Pinocchio" nel 1991).

Sopra: "Cenerentola" di Perraul tradotta da Collodi e illustrata da Innocenti, i cui disegni risalgono al 1983.

Partiamo intanto dall'adattamento dei testi, perché, in effetti, quello di Collodi è più un adattamento che una traduzione letterale. Il significato rimane il medesimo, ma Collodi modifica alcune espressioni con altre più recenti e maggiormente nel suo stile. Ecco alcuni esempi:

Versione originale di Perrault:
1) "Vecchio pagliericcio"
2) "Meno maligna"
3) "Ed ecco un bel po' di lavoro in più per Cenerentola"
4) "Indosserò una delle mie sottane"
5) "Dovrei essere proprio matta"

Versione tradotta da Collodi
1) "Cattiva materassa di paglia"
2) "Non era così sboccata"
3) "E questa fu un'altra seccatura per la povera Cenerentola"
4) "Non avrò che il mio solito vestito"
5) "Avessi perso giudizio"
 
Inoltre Collodi sembrerebbe collocare la storia in tempi più recenti, così come ha fatto Innocenti nella realizzazione e interpretazione dei suoi disegni, come si può pensare da questi passaggi:

Versione originale di Perrault:
Esempio 1: "Mandarono a chiamare una brava parrucchiera per montare un'acconciatura alta, a due livelli, e fecero acquistare dei finti nei di taffettà confezionati dalla più abile delle artigiane."
Esempio 2: "Le due sorelle erano così eccitate che per due giorni non toccarono cibo, stavano sempre danvanti allo specchio a stringersi la vita nei corsetti, tanto da far saltare più di dodici stringhe. "

Versione tradotta da Collodi:
Esempio 1: "Mandarono a chiamare la pettinatora di gala, per farsi fare i riccioli su due righe, e comprarono dei nei dalla fabbricante più in voga della città."
Esempio 2: "Per la contentezza della festa stettero quasi due giorni senza ricordarsi di mangiare: strapparono più di dodici aghetti per serrarsi ai fianchi e far la vita smilza; e passavano tutt'intera la santa giornata a guardarsi nello specchio."

Altri elementi sono stati modificati leggermente nella versione di Collodi, ad esempio la madrina (la fata) in questa versione viene chiama "comare", anche se rimane comunque una fata; al posto della zucca la madrina/comare, in questa versione, per realizzare la carrozza, si fa portare un cetriolo.
Sebbene Collodi abbia cambiato alcuni elementi della fiaba (pochi e di importanza secondaria) la traduzione risulta comunque di qualità in quanto nessun elemento importante è stato modificato e nessuno è stato eliminato, per cui la storia è stata riportata nella sua interezza e completezza. Il traduttore, che è un famoso e stimato scrittore, ha più che altro deciso di utilizzare una terminologia che rientrava maggiormente nel suo stile, trasportando la fiaba in tempi più moderni.
 
Sopra: In quest'immagine possiamo vedere la comare/madrina intenta a progettare la carrozza di Cenerentola, mentre quest'ultima le sta portando il cetriolo/zucca richiestole. Dietro, vicino alla comare possiamo inoltre vedere un progetto anche per l'abito della fanciulla, mentre, nell'angolo destro dell'illustrazione sono presenti alcuni strumenti alchemici, un cappello da mago e una bacchetta. A differenza di altre versioni illustrate qui Innocenti rappresenta la fata protrettrice di Cenerentola come una vecchietta comune (senza ali o abiti sontuosi), sempre dotata però di poteri magici. 

Per quanto riguarda le illustrazioni Innocenti ha deciso di ambientare la fiaba nella Londra degli anni Venti. La cura per i particolari che lo ha reso famoso è presente anche in questo testo, sebbene qui i dettagli siano presenti in minor numero rispetto ad altre sue opere da lui realizzate successivamente.
Nelle illustrazioni c'è comunque una grande cura per tutti gli elementi, dagli sfondi ai personaggi, i quali, quest'ultimi, non vengono mai rappresentati dall'artista in modo troppo ravvicinato, anzi, nelle tavole  ci vengono mostrati semplicemente come parti del scena, scelta probabilmente dovuta al fatto che in questo modo l'osservatore non si focalizza troppo su un elemento, ma è costretto ad ampliare la propria visuale e a considerare anche l'ambiente circostante, che l'artista ha arricchito con particolari da non sottovalutare.

Sopra: In questa scena Cenerentola quando entra nella sala per la prima volta, stupendo tutti gli altri invitati e gli stessi sovrani. Nonostante la fanciulla sia il centro della scena, e dell'attenzione dei presenti, circondata tutt'intorno dagli altri partecipanti al ballo, Innocenti non focalizza l'attenzione solo e completamente su di lei, infatti la scena è ripresa con una visuale ampia, permettendo all'osservatore di cogliere anche un ampio contesto. Questa, inoltre, è una delle pochissime illustrazioni in cui l'artista sceglie di adottare una prospettiva frontale.

Sopra: In questa scena, dopo che l'effetto dell'incantesimo è svanito, con Cenerentola che ha perso la scarpetta dopo essere fuggita dal ballo in fretta e furia, è interessante soffermarsi a osservare i particolari in essa presenti. A terra, ad esempio, possiamo vedere gli animali che prima erano i cavalli, il cocchiere e i lacchè, e che ora hanno ripreso il loro aspetto originale, compreso i cetriolo che era stato trasformato in carrozza. Le persone (come ad esempio gli autisti) che sono in prossimità della fine della scalinata, e che avrebbero potuto assistere alla ritrasformazione di Cenerentola, sono rappresentati mentre dormono, segno che per questo non hanno visto nulla. L'unico uomo che vede la fanciulla è la guardia, che però non aveva assistito allo scioglimento dell'incantesimo e che quindi riporterà al principe di aver notato solo una ragazza vestita come una contadina, e non certo una principessa.

Ad esempio, nonostante nel testo di Perrault non venga fatto molto riferimento alla matrigna di Cenerentola, questa compare spesso nelle illustrazioni dell'artista, magari in secondo piano, ed è proprio dalle illustrazioni che notiamo un interessante dettaglio che la riguarda: la vediamo infatti spesso disegnata vicino o con in mano una bottiglia, cosa che il lettore dovrà poi ricordare quando arriverà all'ultima pagina del libro.

Sopra: A differenza di come ci si potrebbe aspettare l'ultima illustrazione di questo libro non ci mostra il matrimonio di Cenerentola, che peraltro è stato rappresentato in modo molto originale da Innocenti sotto forma di una bella fotografia in bianco e nero, ma ci fa vedere la matrigna. Questa è rappresentata ormai  completamente alcolizzata, che guarda fuori dalla finestra mentre tiene in una mano un album con la foto (la stessa disegnata dall'illustratore nella pagina precedente a quest'immagine) proprio del matrimonio di Cenerentola e delle figlie.

Un' altra caratteristica particolare di Innocenti riguarda la scelta della prospettiva, che infatti è spesso molto originale e non rimane mai sempre la stessa.

Sopra: Innocenti ha scelto una prospettiva molto particolare e innovativa (dal basso) per rappresentare il momento in cui Cenerentola calza la scarpetta di vetro facendosi così riconoscere. Grazie a questa prospettiva l'elemento principale della scena, quello con la maggior importanza,  diventano la gamba e il piede della giovane. Non dimentichiamoci però di dare un'occhiata anche allo sfondo, sul quale possiamo vedere la comare di Cenerentola sbirciare la scena dalla finestra.

Un altro particolare che caratterizza questo libro è la presenza di piccole illustrazioni, dal formato quadrato o rettangolare, poste sopra i riquadri che incorniciano i testi. Tali immagini rappresentano  dei momenti della storia oppure degli elementi (come ad esempio dei particolari oggetti)  che non sono compresi nei disegni principali.

   
 Sopra: Un paio di piccole illustrazioni poste al di sopra dei riquadri che contengono i testi che ci mostrano scene e oggetti non presenti nelle illustrazioni principali. La prima a sinistra raffigura Cenerentola mentre piange perché non può recarsi anche lei al ballo dei principe; la seconda a destra, invece, ci mostra il caviale e lo Champagne offerti al ballo reale

Per quanto riguarda l'edizione quest'opera è stata pubblicata originariamente in inglese 1983 dalla Creative Editions, ed è stata ristampata successivamente nel 2000 sempre dalla stessa casa editrice. L'opera è giunta in Italia nel 2007 grazie a La Margherita, ha 32 pagine, la copertina rigida e misura 28,5 cm di altezza e 20,3 cm di lunghezza. Il prezzo del libro è di 16 euro.

Tutti i diritti sono riservati, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 8 febbraio 2016

Dream Animals di Emily Winfield Martin

Il libro illustrato di cui vi parlerò in questo post potrebbe essere un ottimo "libro della buonanotte", anche perché il tema che in esso viene trattato è proprio quello dei sogni, e dei desideri (dopotutto i sogni sono manifestazioni di desideri inconsci). Anche il titolo del volume fa supporre questo: "Dream Animals. A bedtime Journey" di Emily Winfield Martin, autrice che nel 2014 ha pubblicato un altro volume che tratta sempre il tema dei sogni e dell'immaginazione: "Day Dreamers. The journey of immagination", in onore di tutti coloro che sognano sempre, di giorno o di notte.

Sopra: L'immagine della copertina di "Dream Animals. A bedtime journey" di Emily Winfield Martin, su cui vediamo alcuni dei bambini presenti all'interno del libro.

In questo libro ci verranno presentati degli animali molto particolari, che non possono essere visti durante il giorno. Proprio grazie a queste creature, che è possibile incontrare dopo aver chiuso gli occhi, i bambini possono venire portati nel mondo dei sogni, un mondo in cui è possibile vivere, almeno con la mente, i propri desideri. C'è chi viene trasportato da un orso ad una festa senza fine in cui incontrerà nuovi e peculiari amici; chi, aggrappandosi a  dei pettirossi, potrà sperimentare l'ebrezza del volo; chi, facendosi guidare da un narvalo, potrà scoprire le meraviglie dell'oceano prendendo un tè insieme a delle sirene; e chi, ancora, sulle ali di un farfalla gigantesca potrà raggiungere la luna e le stelle.
Ogni bambino giunge in un sogno grazie alla guida di una animale che, come il libro ricorda alla fine, in qualsiasi sogno siate, quando il giorno si sostituisce alla notte, saprà la strada per trovarvi.
Il testo è composto seguendo uno schema di rime: A B C B
"There are animals from long ago
and twice as far away.
Their maps are made of starlight and can't be seen by day.

These creatures are the reason
dreamers get where dreamers go.
Dreamland is too far to ran
and sleepy feet, too slow."

Questo libro è un esempio di quegli albi illustrati in cui le immagini rivestono un ruolo essenziale in quanto, pur essendo in sintonia con ciò che viene detto dal testo scritto, lo ampliano, aggiungendo significati e dettagli visivi.
A questo proposito è essenziale prestare attenzione, quando si apre il libro, alla pagina di controguardia, e all'ultimissima pagina, quella precedente alla quarta di copertina, subito prima di chiudere il volume.
In queste due pagine, infatti, sono contenuti alcuni dettagli essenziali che aiutano il lettore a comprendere alcuni elementi riguardanti la storia: in quella di controgurdia ci vengono mostrati i bambini rappresentati nel volume impegnati in alcune attività che compiono subito prima di andare a letto, mentre nell'ultima pagina ci vengono mostrati nuovamente i medesimi bambini però mentre stanno dormendo. La cosa interessante, e importante, che si può notare da queste due illustrazioni è che in entrambi i momenti i piccoli sono insieme a oggetti o immagini che corrispondono e raffigurano gli animali che incontreranno nei propri sogni. Ad esempio i fratelli che sognano di volare insieme  a dei pettirossi nell'immagine iniziale stanno leggendo un libro con sopra l'immagine di questo uccello, e nell'ultima, sopra le loro teste, c'è una giostrina con appesi dei finti pettirossi.

Sopra: L'immagine della pagina di controguardia rappresenta i bambini impegnati in alcune attività prima di andare a letto (lavarsi i denti, leggere, fare il bagno ecc...), tutti hanno accanto il loro animale preferito, quello che sogneranno durante la notte.

Sopra: L'ultima immagine del libro, subito prima di chiuderlo, rappresenta i bambini mentre dormono, sempre in compagnia dei loro animali preferiti.

Una cosa interessante è che queste immagini dei bambini che dormono, riportate nell'ultima pagina del libro, sono presenti anche all'interno dell'opera, intervallando le illustrazioni a colori. I disegno sono stati infatti disposti all'interno dell'albo seguendo un ordine preciso: nella facciata a sinistra si vedono le immagini in nero e bianco (o piuttosto blu scuro e azzurrino, visto che il colore delle sfondo delle pagine verte appunto su un azzurro chiarissimo) di ogni singolo bambino o bambina (o entrambi) mentre dormono nei propri letti (le stesse immagini che poi vengono riprese nella pagina a fine libro), sempre accompagnate dalle scritte del testo; nella facciata a destra vediamo poi, in un'illustrazione a colori, il o i bambini a cavallo del loro animale preferito mentre si lasciano trasportare da quest'ultimo; girando pagina troviamo infine un disegno, sempre a colori, a doppia pagina che mostra i protagonisti, ormai entrati completamente nel sogno, svolgere diverse attività: andare a una festa, suonare insieme alle fate, prendere un tè con le sirene, diventare direttori di un circo ecc…


Sopra: Nell'immagine in alto si può vedere, nella facciata a sinistra, la bambina ritratta in bianco e nero mentre dorme nel proprio letto insieme al peluche di una volpe, mentre nella facciata a destra (in cui vediamo ciò che sta sognando) ci viene mostrata la stessa bimba a cavallo di una volpe gigante. Nell'illustrazione più in basso, a doppia pagina e sempre a colori, possiamo scoprire il luogo in cui l'animale (presente anche in questa immagine) ha portato la ragazzina: a suonare e ad esibirsi insieme alle fate.

Le illustrazioni sono ricche di elementi e dettagli aggiuntivi rispetto al testo, elementi che ci aiutano a visualizzare i sogni e le fantasie dei piccoli protagonisti; esse appaiono molto carine, tenere e delicate, con un look che ricorda le immagini retrò della Golden Age, con l'utilizzo di colori chiari (crema) ed opachi. Spesso ad elementi più chiari e brillanti vengono associati anche sfondi dai colori più scuri, in particolare il blu della notte. Nel libro si susseguono, quindi, illustrazioni piuttosto scure, magari insieme ad elementi più chiari e accesi, ed altre in cui i colori chiari predominano.
E' tuttavia evidente che l'artista associa l'impiego del colore alla dimensione del sogno, infatti le immagini della realtà in cui vediamo i bambini prima di andare a letto mentre dormono sono in bianco e nero, mentre quelle in cui vengono rappresentati i loro sogni sono a colori.

Sopra: Quest'immagine è piuttosto scura, specialmente per il colore blu dello sfondo, ma possiede anche elementi più chiari (come il piumaggio marrone chiaro degli uccelli) e dai colori abbastanza brillanti (come il rosso del petto dei due pettirossi e del vestito della bambina).

Sopra: In quest'immagine, che rappresenta il sogno di uno dei bambini, invece predominano i colori chiari e le tinte pastello; l'unico elemento davvero scuro è il manto dell'orso. In questa illustrazione sono inoltre presenti elementi che nel testo non vengono citati e che il lettore può cogliere solamente grazie al disegno, come ad esempio il fatto che nella pagina precedente ci veniva riferito che "Perhaps bear will carry you to meet peculiar friends…", ma questi amici non ci vengono descritti, per cui possiamo vedere il loro aspetto, e il loro numero, solo grazie all'illustrazione.

Questo libro è stato pubblicato nel 2013 dalla Random House, ha 30 pagine che, almeno nell'edizione che io ho acquistato (di cartonato), sono di cartone, risultando quindi essere molto spesse e robuste. Il volume misura 19,5cm d'altezza e 17,5cm di lunghezza (per cui risulta avere quasi la forma di un quadrato) e costa 8,99$.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 1 febbraio 2016

Misty Circus 1 e 2 di Victoria Frances

Torno a parlarvi dell'illustratrice spagnola Victoria Frances, di cui in un post avevo già recensito il libro illustrato "Favole", il quale trattava il tema dei vampiri e del soprannaturale.
Gli albi illustrati di "Misty Circus", che vi presenterò adesso, sono una serie composta da un paio di volumi editi nel 2009 e nel 2010; il primo si intitola "Sasha, el pequeno Pierrot" ("Sasha il piccolo Pierrot" nella versione italiana), mentre il secondo "La noche del las brujas" (in italiano: "La notte delle streghe").

  
Sopra: Le copertine delle due nuove opere create da Victoria Frances nel 2009 e nel 2010. A sinistra la copertina del primo volume e a destra quella del secondo.

Nel primo volume, ambientato agli inizi del 1900 a Parigi,  ci viene presentato il protagonista: Sasha, un bambino con un grande senso artistico e il cui padre era un mimo. Purtroppo, a causa di un aspetto fisico ambiguo, per la timidezza e per i suoi stati d'animo altalenanti, i compagni di scuola lo prendono in giro. Oltre a questo, a dieci anni il bambino perde la madre per una malattia e il padre, a causa della sofferenza, diventa alcolizzato e, in un giorno di pioggia, scompare dalla vita del figlio, abbandonandolo. Dopo essere fuggito da un orfanotrofio Sasha incontrerà un gatto nero parlante abbandonato nel bosco, con cui farà amicizia; insieme entreranno a far parte di in circo, il Misty Circus appunto, che da quel momento diventerà la loro nuova casa.

Sopra: L'illustrazione che ci mostra Sasha, vestito e truccato da Pierrot, e l'amico gatto Josh, raffigurati in mezzo al bosco e con alle spalle il tendone del circo che diventerà la loro casa. In questa immagine predominano i colori bianco, nero e marrone; da notare inoltre la cura dei particolari, soprattutto nella realizzazione dello sfondo boschivo.

Nel secondo volume Sasha e l'amico gatto vengono spediti nel passato dal gran maestro di cerimonie del circo durante la notte di Ognissanti, i due incontreranno delle streghe, tra cui una giovane cieca di nome Chloe. Dopo un diverbio anche lei diventerà amica del piccolo mimo e del suo gatto, e tornerà con loro nel 1920, unendosi al circo.

Sopra: La raffigurazione di Chloe, una bambina abbandonata alla nascita dai genitori a causa della sua cecità, e in seguito trovata e allevata da delle streghe che le hanno insegnato la magia.

Tecnicamente, almeno nelle intenzioni dell'autrice, al secondo libro avrebbe dovuto far seguito anche un terzo, intitolato "El vampiro del las nieves", tanto che, in effetti, l'ultimo volume della serie si concludeva con queste parole: "Ma quella veglia si concludeva con l'arrivo dell'alba, quando quell'essere (un pipistrello) dalle ali robuste doveva rientrare nella sua tana, in attesa, con l'arrivo della neve, di una nuova avventura...". In  questo terzo capitolo, da quello che ho letto su internet, sarebbe stato introdotto il nuovo personaggio di Edmond; però, non so per quali motivi, questo seguito non è mai stato pubblicato e, oltre al titolo e ad una illustrazione, di esso non si sa più nulla.

Sopra: L'unica immagine che sono riuscita a trovare riguardante l'inedito terzo volume della serie, la quale probabilmente ritrae il vampiro Edmond, il nuovo personaggio che avrebbe dovuto essere introdotto nel nuovo libro "El vampiro del las nieves".

Per quanto riguarda le illustrazioni, come si può notare anche dalle immagini che ho riportato, lo stile adottato per queste opere è differente rispetto a quello utilizzato per creare "Favole". Infatti stavolta l'illustratrice ha voluto adottarne uno che si ispira in parte a quello dei manga (specialmente nella forma e nelle proporzioni del viso e degli occhi). Questa scelta è dovuta al fatto che probabilmente l'autrice ha voluto sperimentare una tecnica espressiva nuova, anche perché questa serie è indirizzata ad un pubblico più giovane rispetto a quello della sua opera precedente.
Infatti, se in "Favole" i testi erano composti da molte subordinate e metafore, in questo caso essi sono più semplici da comprendere, grazie all'utilizzo di frasi brevi e dirette. La storia è inoltre molto più semplice da seguire rispetto alla precedente, oltre che molto più breve; tuttavia penso che l'autrice, in questa nuova serie, abbia voluto presentare temi adulti come l'abbandono e la solitudine (specialmente quelli provati dai bambini), nonché la forza di reagire di fronte alle difficoltà della vita nella speranza di trovare un futuro migliore e trovare una nuova casa e dei nuovi affetti. La trama di questi libri illustrati, specialmente nel primo volume, potrebbe essere considerata una sorta di favola gotica, in quanto, se inizialmente la storia può apparire molto semplice, dopo una prima lettura si possono notare aspetti  e temi più complessi (l'emarginazione, la solitudine, la malattia, la morte, l'alcolismo, l'abbandono), e anche un po' cupi, che spesso compaiono anche nelle favole tradizionali. Tuttavia, proprio come nelle fiabe classiche, il protagonista, da una situazione di partenza sfavorevole, riesce a trovare la forza di reagire e di andare avanti, riuscendo ad ottenere, se non proprio un lieto fine da favola, almeno qualcosa di buono, come una nuova casa e dei nuovi amici.
Il cambio di stile è certamente notevole, e ho notato che alcuni suoi fans non hanno condiviso questa scelta, arrivando anche a definire i suoi disegni "sottotono", tuttavia, per quanto il modo di disegnare possa essere differente, per me le illustrazioni rimangono comunque molto curate, e presentano un loro fascino, specialmente se si riesce ad apprezzarne la nuova forma espressiva.
Le immagini presentano colori talvolta abbastanza cupi, come il nero, il grigio, il marrone e altre volte abbastanza vivaci, come il giallo, il viola, il verde, il rosso, tuttavia anche questi non sono mai troppo brillanti o accesi; molto utilizzato anche il bianco.

Sopra: Da notare l'interessante uso della prospettiva, che ci fa vedere il volto del soggetto in primo piano, leggermente girato nella direzione in cui il protagonista rivolge lo sguardo. Da notare anche i colori, che in questa immagine sono piuttosto cupi, come se fossero "sporchi", sebbene siano presenti anche rossi e gialli.

   
Sopra: L'immagine a sinistra ha colori cupi che ben si adattano all'atmosfera triste e mesta in essa rappresentata, mentre quella a destra presenta colori più accesi, in particolare il verde e il giallo. Da notare poi,  nell'immagine a sinistra, l'attenzione per i particolari nella realizzazione del paesaggio (le foglie e gli alberi, ma anche la statua del cimitero).

I volumi sono stati pubblicati in Spagna nel 2009 e nel 2010 dalla Norma Editorial, e in Italia dalla Rizzoli Lizard (la stessa casa editrice che aveva pubblicato anche "Favole") nei medesimi anni. I libri hanno entrambi 36 pagine e misurano 23,5 cm d'altezza e 18,5 cm di lunghezza. In Italia il costo di questi libri è di 15 euro, ma su internet è facile trovarli scontati del 15%.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.