"Fiamme sulla laguna" è un altro romanzo scritto da Olga Visentini (1893-1961), un'autrice e
traduttrice italiana che ha pubblicato fiabe, racconti, poesie,
filastrocche, romanzi storici e romanzi fantastici per ragazzi. Accanto a
questa produzione creativa trovano spazio pure traduzioni e riduzioni
di classici. Di lei avevo letto e recensito altri suoi libri: "I ragazzi degli scogli" e "Incontro tra i meli", incredibile che attualmente di lei non si ricordi più
nessuno, io stessa ho scoperto per caso qualche sua opera, tra cui
appunto questa e altre di cui vi ho parlato.
Sopra: Due copertine entrambe della casa editrice La Scuola, di cui quella a sinistra è la prima edizione del 1945, mentre quela a destra la quarta, del 1970.
Gennaio 1848, Verniero è un giovane di 26 anni di nobili origini, che ha studiato come avvocato, contro il volere del padre che lo voleva medico come lui.
"La porta laterale della vettura si aperse per lasciare discendere i viaggiatori, e, fra gli altri, un giovane alto è bruno, signorilmente vestito, che si guardò intorno con una certa preoccupazione. Una guardia austriaca [...] gli chiese il passaporto e lesse, alzando di tratto in tratto lo sguardo per assicurarsi dell'identità del viaggiatore: <<Avvocato Veniero Montagnani, d'anni ventisei, nato a Venezia, reduce da un viaggio d'istruzione; capelli bruni e ricciuti, occhi grandi e neri, volto rosa, eccettuata la peluria accennate le basette, fronte spaziosa, naso lievemente aquilino, statura alta, corporatura snella...>>"
Il giovane è da poco tornato a Venezia su invito di un suo ex professore Niccolò Tommaseo, che lo ha chiamato per affidargli il compito di trovare una spia tra i patrioti veneziani che si stanno ribellando agli austriaci.
Inizialmente Verniero sospetta di Cisco, un profugo romagnolo, ma il giorno dopo egli viene arrestato, così come il professore Tommaseo.
Verniero si rende conto che trovare la spia non sarà impresa facile...
Sopra: Il disegno che ritrae la scena dell'arresto di Tommaseo (personaggio storico realmente esistito) da parte delle guardie austriache.
All'interno del volume sono presenti alcune illustrazioni a colori a pagina intera, di cui non è indicato l'artista, ma viene solamente scritto che sono realizzate dalle Officine Grafiche "La scuola".
Le immagini hanno delle tinte molto intense e talvolta sature, anche se sono stati usati solo alcuni colori tra cui spiccano in modo particolare il nero, l'arancione, il rosso e il giallo, che sono anche le tinte dai toni più intensi, accesi e brillanti. Altri colori utilizzati sono il marron, il lilla, l'azzurro e il verde, quest'ultimo in particolare è spesso utilizzato poichè usato per i vestiti e le uniforme dei soldati, oltre che per gi sfondi.
Lo stile dei disegni non è troppo realistico, ma un po' stilizzato, abbastanza particolare, con linee nette e un po' spigolose. In molte l'attenzione si focalizza sulle persone, mentre i paesaggi sono meno dettagliati.
Le immagini rappresentano alcune scene della storia, narrate nei testi come: l'incontro tra Verniero e Franceschino, un ragazzino rivoluzionario che aiuta il protagonista; Verniero che prende parte alle lotte rivoluzionarie; il protagonista che si riconcilia col padre e lo abbraccia....
Sopra: Alcune illustrazioni dai colori saturi e che mostrano alcune scene descritte nei testi, di cui possiamo riconoscere Verniero, il protagonista, nel giovane vestito di verde, mentre il ragazzino che egli accarezza si chiama Franceschino. Infine, nel disegno più in basso vediamo Verniero abbracciare suo padre, mentre Loredana li osserva.
"Fiamme sulla laguna" di Olga Visentini è anch'esso un romanzo storico, ambientato a Venezia nell'Ottocento. Per capire come mai Varese si rechi a Venezia per cospirare contro gli austriaci bisogna fare un passo indietro e conoscere un po' di storia: dopo 1070 anni d'indipendenza, il 12 maggio 1797 la città si arrese all'ultimatum di Napoleone Bonaparte.
Il doge Ludovico Manin fu costretto ad abdicare, il Maggior Consiglio venne sciolto e fu proclamato il governo della Municipalità provvisoria di Venezia. Il 16 maggio 1797
le truppe francesi occuparono Venezia, saccheggiarono i
palazzi le case e le chiese, fucilarono chi protestava e la
declassarono da capitale a città di provincia della Repubblica Cisalpina. Con il Trattato di Campoformio tra francesi ed austriaci, il 17 ottobre 1797 termina la Municipalità provvisoria di Venezia e vengono ceduti all'Austria Veneto, Friuli, Istria, Dalmazia, Cattaro e le isole Ionie. Nasce la Provincia Veneta dell'Austria, comprendente all'incirca gli attuali Veneto e Friuli, sotto Francesco II d'Asburgo Lorena, con l'ingresso degli austriaci in città il 18 gennaio 1798. La ricaduta in termini di peso economico e politico della città fu ragguardevole.
Con la pace di Presburgo del 26 dicembre 1805, l'impero austriaco rinunciò alla Provincia Veneta, la quale fu ceduta al Regno d'Italia napoleonico.
Nel 1811 la marina franco-veneta venne sconfitta al largo dell'isola di Lissa dalla marina inglese.
Durante la campagna d'Italia della sesta coalizione, essendo imminente l'arrivo dell'esercito austriaco nel Veneto, il viceré Eugenio di Beauharnais proclamò lo stato d'assedio a Venezia il 3 ottobre 1813. Il 13 novembre l'esercito austriaco, supportato dalla marina inglese, impose il blocco della città: Venezia fu stremata dalla fame e dal tifo. Il blocco terminò il 20 aprile 1814 con l'abbandono della guarnigione francese e l'ingresso dei soldati austriaci a Venezia. Nel 1815 per Venezia ebbe inizio la seconda dominazione austriaca, nonostante fosse uno stato indipendente prima delle guerre napoleoniche.
La città partecipò alle lotte risorgimentali e il 17 marzo 1848, i patrioti veneziani insorsero e liberarono Daniele Manin e Niccolò Tommaseo (i due personaggi citati anche in questo libro). Dopo il ritiro degli austriaci, venne nuovamente proclamata la Repubblica, cui aderirono gran parte delle città della Terraferma, affidata ad un triumvirato. Il volume è ambientato nel gennaio del 1848, quindi cinquant'anni dopo
l'inizio della prima occupazione austriaca e una trentina d'anni dopo la
seconda. Nella storia viene descritto appunto l'arresto di Manin e di Tommaseo, il professore tanto amato dal protagonista. Intanto in una riunione segreta tra i liberali viene detto che fu Rosselli colui ad essere nominato come sostituto dei due capi appena arrestati.
Nella storia è descritta poi la giornata del 17 marzo 1848, quando i liberali veneziani insorsero contro gli austriaci: "Finalmente un fischio acutissimo ruppe l'aria, seguirò da un grido:
- San Marco!
Come un uomo solo tutti si gettarono avanti, tirando fuori dai mantelli armi d'ogni specie, anche di fortuna: vecchi fucili, spade ricurve tolte da qualche avo ai Saraceni, coltelli, roncole, canapi resinosi pronti ad accendersi.
Manfredo Rosselli, a capo dei liberali, attaccò per primo le sentinelle dell'Arsenale, che, sorprese, reagirono cercando di propagare il richiamo e, sopraffatte nella breve colluttazione, lasciarono libero l'accesso al ponte levatoio. I patrioti vi fecero irruzione, reiterando le grida della loro fede travolgente.[...]
Manfredo Rosselli, con gli occhi accesi, il volto soffuso di gioia, s'aderse d'innanzi alle colonne dei Veneziani per lanciare un grido che penetrò in ogni cuore:
- Alle carceri! [...]
Niccolò Tommaseo, Daniele Manin ed altri prigionieri politici, apparvero: pallidi, emaciato, w con visibili segni di sofferenza, ma sorridenti, eretti, nobilmente composti pur nell'emozione della libertà riconquistata."
Verso la fine del libro viene detto "nell'estate che incombeva, soltanto Venezia resisteva ancora; Roma, dopo una difesa eroica, aveva dovuto cedere". Infatti, come riportato su Wikipedia, il 2 luglio 1849 la Costituente della Repubblica Romana capitolò davanti alle truppe del generale francese Oudinot: Venezia era così rimasto l'unico baluardo alla rivoluzione in Europa. Manin assunse il governo politico della città, mentre Guglielmo Pepe quello militare. Il 2 aprile, l'Assemblea decise di proseguire la resistenza contro gli austriaci, ignorando le richieste del popolo. Con azioni durate dal 4 al 26 maggio 1849, gli austriaci assumono il controllo di Forte Marghera
e del ponte che collega che congiunge la città alla terraferma. L'assedio austriaco dura per quattro mesi, e il popolo veneziano è messo alla prova
dalla fame e da una grave epidemia di colera. Nella storia vi è ad esempio una parte che riporta: "Passato il mal tempo, il colera infierì: i casi, da prima sporadici, si moltiplicarono, diffusi ben più all'improvviso, nella calura, nel lezzo provocato dall'imputridire delle acque, su cui galleggiavano abiti insanguinati, paglia, animali morti, pelli di gatto, rifuti d'ogni specie. Le persone che ne erano colpite, si abbandonavano, nello spasimo del male, lungo le strade, e soccorse, non trovavano che acqua fetida, cibo scarso e spesso corrotto. Alcuni, affranti dal male, gravati dall'afa, cercavano un sorso puro, trascinandosi sulla soglia delle cae; altri si appoggiavano ai muri o agli stipiti dei portoni. Invano i pochi medici, le pie suore, i cappuccini, andavano in giro, raccomandando di ritrarsi per non propagare il contagio: ormai il colera dilagava, prendeva da prima i bambini, poi le donne e i vecchi (cioè le creature più deboli); quindi sia attaccava anche agli uomini, diminuendo in modo sensibile le fila dei difensori." Naturalmente il padre di Verniero, il professor Mantagnani, è tra i medici che prestano soccorso agli ammalati, tanto da trasformare il suo palazzo in un ospedale per i colerosi.
Il 23 agosto
Manin "depone i suoi poteri nelle mani della municipalità" che in tre
giorni conclude gli accordi di resa con gli austriaci, procurando
l'amnistia generale ed il salvacondotto per l'esilio a se stesso, Pepe,
Tommaseo e Sirtori. Per la Visentini sarà proprio il padre di Verniero a fornire l'imbarcazione si cui Manin e Tommaseo lasceranno Venezia.
Un buon romanzo storico, ambientato a Venezia e che ne racconta i tentativi da parte dei liberali per liberare la città dagli Austriaci. Un romanzo piuttosto ricco di azione, ma inc io non manca una componente amorosa, Varniero infatti nel corso della storia si innamorerà di Loredana, della sorella di uno dei suoi amici rivoluzionari, sebbene poi sarà costretto a separarsi da ella in seguito ad alcuni drammi familiari. Un'altra componente importante del romanzo è infatti il rapporto difficile tra padre e figlio, che li porta ad allontanarsi l'uno dall'altro e a riconciliarsi diverse volte, sebbene tutti e due provino un grande affetto l'uno per l'altro, elemento che io ho trovato il più commovente nel romanzo, anche più della storia d'amore tra il giovane e Loredana.
Questo libro è stato pubblicato originariamente nel 1945, anche se l'edizione che ho letto io è una ristampa del 1970, da La Scuola Editrice, ha 150 pagine, una copertina rigida, misura 24 cm d'altezza e 18,1 cm
di lunghezza.
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