lunedì 11 novembre 2019

Il mago di Oz di Sebastien Perez e Benjamin Lacombe

In questo post vi parlerò dell'ultima fatica dell'artista Benjamin Lacombe, arrivata in Italia poco più di un mese fa: "Il mago di Oz". Questa volta l'artista francese si è quindi dilettato a illustrare un altro grande classico della letteratura, così come aveva già fatto con altre opere quali "Notre Dame de Paris" di Victor Hugo, "Alice au pays de merveilles" di Loius Carrol o "Contes Macabre" di Edgar Alla Poe.
Quest'opera, in particolare, fa parte di una collana di classici illustrati diretta proprio da Benjamin Lacombe, una collana che "nasce dal desiderio di presentare grandi classici in una veste nuova e raffinata, affiancando all'autorità dei maestri del passato lo stile originale di alcuni tra i più ispirati giovani illustratori di oggi".
Questa volta, però, i testi non sono quelli dell'autore dell'opera originale,  ma appartengono a Sébastien Perez, il quale si è ispirato alla storia e ai personaggi di Franck Baum. Come viene spiegato alla fine del volume, infatti,  i classici di questa collana "sono stati tradotti, adattati o riscritti, mantenendo però l'universalità e la profondità di quelle storie senza tempo".

Sopra: La copertina di "Il mago di Oz" è molto bella ed estremamente curata, cosi come tutta questa edizione d'altronde. Al centro, circondata da una cornice di ricami dorati, è stata posta una delle illustrazioni di Benjamin Lacombe, quella dove Dorothy si addormenta nel campo di papaveri, il cui colore rosso salta subito agli occhi del lettore, facendo contrasto col verde del reato della copertina.

Nel caso di questo volume i testi sono stati ritrascritti, infatti questa versione scritta da Sébastien Perez si rivela subito differente rispetto a quella di Baum in quanto non inizia con il presentare Dorothy, descrivendo il modo in cui giunge a Oz, ma inizia con la descrizione della nascita dello Spaventapasseri, nonché dell'incontro di quest'ultimo con la protagonista.
Versione di Franck Baum: "Al di là dello steccato c’era un vasto campo di grano con uno Spaventapasseri infilato in cima a un palo, a tener lontani gli uccelli dal grano maturo. Dorothy appoggiò il mento alla mano e guardò pensierosa lo Spaventapasseri. (...)
Fissando il buffo viso dipinto dello Spaventapasseri, Dorothy rimase sorpresa vedendo uno degli occhi che lentamente ammiccava. Sulle prime pensò di essersi sbagliata, perché gli spaventapasseri del Kansas l’occhietto non lo facevano mai; ma ecco che quella sagoma le rivolse un cenno amichevole, chinando il capo. Allora la bambina scese dallo steccato e gli andò incontro, mentre Toto correva intorno al palo e abbaiava. 
“Buongiorno” disse lo Spaventapasseri, con voce alquanto roca. “Hai detto qualcosa?” chiese stupefatta la bambina. “Certo” rispose lo Spaventapasseri; “come stai?” “Bene, grazie” rispose educatamente Dorothy; “e tu?” “Non mi sento troppo bene” disse lo Spaventapasseri, con un sorriso “perché è noiosissimo stare notte e giorno infilzato quassù a spaventare i corvi” “Non puoi scendere?” chiese Dorothy. “No, ho il palo infilato nella schiena. Se me lo togliessi ti sarei infinitamente grato.” Dorothy tese entrambe le mani e sfilò la sagoma dal palo; imbottita di paglia com’era, non pesava quasi niente."
Versione di Sébastien Perez: "Con grande stupore vide una fanciulla avvicinarsi al campo. La ragazza posò il suo piccolo paniere e poi, senza temere di sgualcire il grazioso abito di Vicky blu e bianco, si arrampicò sulla staccionata e vi si sedette. Aveva un cappellino rosa legato con un nastro che le incorniciava il volto. Si resse il volto con la mano e guardò con aria pensosa nella sua direzione. (...)
Non c'era dubbio, era lui che stava guardando. Le fece l'occhiolino. La ragazza sollevò il mento, fissandolo con aria sorpresa, e lui scosse la testa. Lei scese dalla staccionata e avanzò nella sua direzione. Un animaletto zampettò rumorosamente attorno al palo al quale era appeso.
"Buongiorno” disse lo Spaventapasseri, con voce roca, come per rassicurarsi. “Hai parlato?” gli chiese lei. La ragazzo lo guardò come se fosse un fenomeno da baraccone. Doveva essere la prima volta che vedeva uno spaventapasseri. “Certo, come stai?” “Molto bene, grazie. E tu?” Appeso da due giorni in cima al palo, lo spaventapasseri trovava la sua posizione oltremodo scomoda e vide in quell'incontro un'occasione per conquistare la libertà. Doveva soltanto convincere la ragazza.“Non mi sento bene” rispose sorridendo.“Non è piacevole starsene appesi quassù giorno e notte per scacciare i corvi.” “Non puoi scendere?” chiese lei. “No,mi hanno conficcato questo palo nella schiena. Se sarai così gentile da liberarmi, te ne sarò molto grato.” Senza esitare un attimo, la razza gli cinse la vita e lo sollevò come una piuma, facendogli infine posare i piedi a terra"

Come si può notare la versione scritta da Perez si focalizza maggiormente sul punto di vista e sul pensiero dello spaventapasseri, visto che è costui il personaggio che l'autore ha scelto per raccontare questa storia.
Ciò diventa particolarmente evidente nel decimo capitolo, quello in cui la Strega dell'Ovest invia contro il gruppo di amici le Scimmie Alate, che riescono a distruggere l'uomo di latta e lo spaventapasseri. Quando quest'ultimo muore il racconto si interrompe, riprendendo poi quando lo spaventapasseri verrà rimesso insieme dopo che la strega è stata sconfitta da Dorothy e sarà quest'ultima a riferire all'amico cosa è accaduto in sua assenza.

Sopra: Questa immagine rappresenta la scena in cui Dorothy libera lo spaventapasseri. Interessante il punto di vista scelto dall'artista, che fa vedere questa scena al lettore ponendolo fra le piante di mais, come se fosse un osservatore che sta spiando la scena di nascosto tra le piante.

Le illustrazioni realizzate da Benjamin Lacombe sono molto belle e raffinate. Quelle che sono state realizzate a colori presentano delle tinte forti e vivaci, con colori brillanti e vividi, molto bella, in particolare, risulta ad esempio l'immagine che ritrae Dorothy addormentata nel campo di papaveri, i quali sono di un rosso molto vivo e acceso.

   

Sopra: Le illustrazioni di Lacombe sono, come sempre, molto graziose e raffinate, capaci di trasmettere un'atmosfera ricca di fascino con i loro colori brillanti e accesi, dalle tinte forti e decise.

Altre illustrazioni sono invece state realizzate in bianco e nero, tuttavia queste immagini presentano una particolarità, cioè esse comprendono anche degli elementi di un verde metallizzato, un colore che ricorre per tutto il libro, dalla copertina, ai disegni interni, all'inizio dei capitoli...
Alla fine del libro viene scritto, a tale proposito, che il colore verde è "il simbolo dell'ossessione della società capitalista per il verde dei dollari" e viene inoltre aggiunto che tale colore pervade sempre di più le immagini col progredire dell'avventura.

 
Sopra: Alcune immagini sono state realizzate in bianco e nero, anche se non mancano mai degli inserti verdi, colore che viene riproposto costantemente nel volume.

Questa edizione de "Il mago di Oz" è un'opera molto bella e curata esteticamente, con inserti verde metallizzato e delle splendide e vivaci illustrazioni di Benjamin Lacombe, che contribuiscono a creare un'atmosfera inquietante e magnetica, ricca di fascino. 
I testi mi sembrano piuttosto fedeli ai contenuti del libro di Baum, e ne seguono i fatti piuttosto fedelmente, anche se sono stati riportati dal punto di vista dello spaventapasseri, che è una scelta interessante da parte dell'autore. La narrazione viene infatti affidata a questo personaggio, cioè il "finto tonto che si rivela il perno necessario a collegare gli episodi tra di loro e dare l'impulso all'avventura", come viene scritto alla fine del libro.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2018 dalla Albin Michel Jeunesse col titolo "Le magicien d'Oz" ed è stata edita nel 2019 in italiano dalla Rizzoli. Il volume ha 120 pagine, la copertina rigida, misura 30,05 cm d'altezza e 22,05 cm di lunghezza e costa 25,00 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

Nessun commento:

Posta un commento