giovedì 7 ottobre 2021

L'isola del tesoro di Robert Louise Stevenson e Etienne Friess

A distanza di 9 mesi torno a parlarvi di un altro volume che fa parte di una collana di classici illustrati diretta da Benjamin Lacombe, la quale "nasce dal desiderio di presentare grandi classici in una veste nuova e raffinata, affiancando all'autorità dei maestri del passato lo stile originale di alcuni tra i più ispirati giovani illustratori di oggi". Dopo aver recensito a dicembre del 2020 "Bambi" di Felix Salten e illustrato da Benjamin Lacombe, questa volta il nuovo grande classico illustrato che si aggiunge a questa collana è "L'isola del tesoro" di Robert Louise Stevenson e Etienne Friess.
 
Sopra: La graziosa e raffinata copertina su cui spicca al centro un'illustrazione di Etienne Friess, circondata da decori dorati che richiamano elementi marini.
 
"Questo romanzo d'avventura, le cui parole del titolo "isola" e "tesoro" richiamano subito il mondo della fantasia, è il capolavoro della letteratura che ha formato, nell'immaginario, la figura archetipa del pirata con la gamba di legno e il pappagallo sulla spalla." Questo è ciò che viene scritto alla fine di questo'opera, dopo le biografie dell'autore e dell'illustratore di questo libro, che riprende una classico della letteratura.
Pubblicato per la prima volta a puntate tra il 1881 e il 1882 la storia, nonché voce narrante, ha per protagonista Jim Hawkins, un ragazzo che vive con la famiglia nella taverna "Ammiraglio Benbow", affacciata sul mare in un villaggio nei pressi di Bristol. La vita del ragazzo però cambia radicalmente quando alla locanda si trasferisce un strano uomo di nome Billy Bones, un vecchio marinaio. Dopo alcuni mesi dal suo arrivo l'uomo infatti riceve la visita di un certo Cane Nero, un pirata che era stato suo compagno. Dopo la visita di Cane Nero, Billy ne riceve anche un'altra da parte di un pirata con un occhio solo, che gli consegna la "macchia nera", un presagio di condanna a morte, che fa prendere al vechio ubriacone un infarto.
Mentre Jim si prende cura di lui, Billy gli racconta d'esser stato uno dei marinai del famigerato pirata conosciuto col nome di Capitano Flint e che i suoi ex compagni lo hanno ritrovato per impossessarsi della mappa, in possesso di Billy, che conduce al tesoro nascosto del Capitano Flint.
Dopo la morte di Billy sarà Jimm a trovare la mappa e a partire per una spedizione, ricca di pericoli e avventure, alla ricerca del prezioso tesoro.
 
In questo volume non si fa riferimento al fatto che sia oppure no una versione integrale, anche se una scritta all'inizio del racconto indica "dal romanzo di...". Confrontando il primo capitolo l'ho trovato molto simile a quello della versione integrale, anche se ogni tanto effettivamente viene omessa qualche frase.
 
Versione ed. Newton Compton: "Veramente, in un certo modo, egli lavorava alla nostra rovina, giacché settimane e settimane e poi mesi e mesi si susseguivano senza ch'egli desse segno di voler sloggiare, e intanto da lunga pezza la sua moneta era consumata e a mio padre non bastava l'animo di insistere per averne dell'altra. Se appena egli vi alludeva, il capitano soffiava attraverso il naso talmente forte che pareva ruggisse, e con una fulminea occhiata cacciava via dalla sala il mio povero babbo. Io lo vedevo, il mio babbo, disperato torcersi le mani dopo tali baruffi, e credo che l'affanno e il terrore nei quali viveva affrettassero grandemente la sua immatura e disgraziata fine.
Tutto il tempo che rimase con noi il capitano non mutò mai nulla nel suo vestiario, eccetto qualche calza comprata da un merciante ambulante. Essendosi rotto uno degli angoli del suo cappello a tricorno, egli lo lasciava penzolar giù sebbene gli desse abbastanza noia quando tirava vento. Rivedo l'aspetto dell'abito ch'egli stesso rappezzava nella sua stanza di sopra e che, già prima della fine, era un mosaico di toppe. Mai scrisse nè ricevette una lettera; mai parlava con alcuno fuorchè coi vicini; e con questi, per lo più, solo quand'era ubriaco di rum. Nessuno di noi aveva mai visto aperto il grosso baule marino."
 
Versione Ed. Rizzoli: "A dire il vero, a portarci verso la rovina era il fatto che non se ne andasse mai: passarono settimane, poi mesi, e l'anticipo era da tempo esaurito, senza che mio padre avesse il coraggio di chiedergli altro denaro.
Non scrisse mai una lettera e non ne ricevette, parlava soltanto con le persone del vicinato, e unicamente quando era ubriaco per il rum. Nessuno di noi aveva mai visto aperto il suo grosso baule da marinaio."
 
Come potete leggere è stata omessa la parte in cui il padre di Jim provava a chiedere il denaro per l'alloggio e quella che descrive l'abbigliamento di Bones. Oltre a ciò il volume della Rizzoli è scritto con un linguaggio più attuale, anche se quella della Newton Compton offre dei termini più particolari e meno comuni: "susseguivano" invece di "passarono", "sloggiare" anziché "se ne andasse". Vi riporto come confronto anche la prima descrizione che Jim fa di Billy Bones, all'inizio del volume:
 
Versione ed. Newton Compton: "Lo ricordo come fosse ieri, quando entrò con quel suo passo pesante, seguito dalla carriola che portava il baule. Alto, poderoso, bruno, con un codino incatramato che gli ricadeva sul colletto della sua bisunta giacca blu: le mani ruvide e ragnate di cicatrici, dalle unghie rotte e orlate di nero; e, attraverso la guancia, il taglio del colpo di sciabola d'un bianco livido e sporco. Roteò in giro un'occhiata fischiettando tra sè, e poi, con la sua vecchia e stridula voce ritmata e arrocchiata dalle manovre dell'argano, intonò quell'antica canzone di mare che doveva più tardi  così spesso percuotere i nostri orecchi:
Quindici sopra il baule del morto,
Quindici uomini yò-hò-hò,
E una bottiglia di rum per conforto!"
 
Versione Ed. Rizzoli: "Me lo ricordo come fosse ieri. Arrivò alla porta della locanda con passo pesante, il baule da viaggio al seguito, su una carriola.
Era un omone robusto, con i capelli scuri raccolti in un codino incatramato che ricadeva sul collo di un sudicio giaccone blu; aveva le mani solcate da cicatrici, le unghie nere e rotte, e sulla guancia gli si allungava lo sfregio di una sciabolata, di un bianco sporco e livido. Percorse la baia con lo sguardo fischiettando, poi con una voce stridente e tremula intonò questa canzone dei marinai che ci avrebbe cantato così spesso in seguito:
Quindici uomini sulla cassa del morto...
Yo-ho-ho! e una bottiglia di rum!"

Sopra: Le due pagine che mostrano il primo capitolo "Il vecchio lupo di mare dell'Admiral Benbow", a destra troviamo l'inizio del capitolo e a sinistra l'immagine di Billy Bones che si dirige verso la locanda.
 
Questa edizione de "L'isola del tesoro" è ampiamente corredata da molte illustrazioni realizzate dall'artista Etienne Friess. D'altronde questo volume fa parte della collana diretta da Benjamin Lacombe, che prevede che ogni volume in essa presente sia illustrato. "Ogni artista ha scelto l'opera da illustrare, fornendone perciò una versione personale, soggettiva e sincera. Questa è la novità della collana: ciascun volume crea un universo a sè, singolare e ammantato dal fascino dei classici, ma forma anche, insieme agli altri, una famiglia grafica coerente e contemporanea".
Friess ha uno stile "che unisce forme morbide, umorismo, poesia e tocchi fantastici, quasi fantascientifici di ispirazione steampunk. Amante degli animali, li disegna con i suoi materiali preferiti, le tempere e le matite colorate." Infatti questa "Isola del tesoro" è ambientata in un mondo animale antropomorfizzato, in cui ogni personaggio è stato trasformato in un animale antropomorfo: Jim è un topo, il Dott. David Livesley un cane, il Capitano Smollet un uccello, Billy Bones un bufalo, Long John Silver un ghiottone....
Come potete capire l'artista, scegliendo di rendere i personaggi degli animali, ha fatto attenzione a quale scegliere, cercando di abbinare ogni uomo alla bestia che più gli si avvicinasse per caratteristiche e temperamento. Il Dott. Livesey ad esempio è un bulldog inglese, razza che si caratterizza per la sua fedeltà e rettitudine; Billy Bones è un bufalo in quanto brusco e massiccio di costituzione; Silver è un ghiottone, cioè un mustelide furbo e tenace...
Come scritto anche in fondo al libro: "Così gli animali scelti sottolineano, in uno stile caricaturale, i difetti di quegli uomini (in questo romanzo così maschile c'è infatti solo una donna) spesso guidati da istinti primari, e ne rivelano anche la bestialità, nascosta sotto una parvenza di civiltà".
 

 
 
 Sopra: Come potete vedere anche da queste immagini questa "Isola del tesoro" è ambientata in un mondo animale antropomorfizzato, in cui ogni personaggio è stato trasformato in un animale antropomorfo (Jimm, ad esempio, è un topo).
 
Nell'opera sono presenti illustrazioni a doppia pagina, a tutta pagine e anche alcune di più piccole inserite in mezzo ai testi.
Le immagini hanno linee dai contorni morbidi, dall'aspetto piuttosto realistico considerando che l'ambiente illustrato e quello animali antropomorfi. Ogni illustrazione è molto ricca di dettagli e particolari e molto curata (le proporzioni dei vari personaggi vengono sempre mantenute realistiche e anche gli ambienti sono rappresentati e ricostruiti in modo accurato).
I colori utilizzati per i disegni non sono mai troppo accesi o brillanti, anzi nella maggior parte dei casi hanno un aspetto piuttosto scuro e cupo, quasi "sporco", sicuramente non molto allegro e vivace.
E' interessante notare come l'artista, nei capitoli XVI, XVII e XVIII abbia deciso di scegliere un differente uso dei colori, probabilmente dovuto al fatto che questi capitoli non sono narrati da Jim ma dal dottore. 
In questi capitoli i disegni diventano in bianco e nero, tranne che per alcuni elementi dipinti di un rosso acceso, forte, brillante, che contrasta con il resto dei toni dell'immagine. Come viene scritto in fondo al volume infatti: "La tecnica è al servizio della narrazione visiva: le tempere acquerellate restituiscono l'ambiente marino, i disegni seppiati accentuano il ritmo del racconto; il bianco e il nero con l'aggiunta del rosso creano pause narrative come i capitoli narrati dal dottore".
 
 
 

Sopra: Ogni illustrazione è molto ricca di dettagli e particolari e molto curata (le proporzioni dei vari personaggi vengono sempre mantenute realistiche e anche gli ambienti sono rappresentati e ricostruiti in modo accurato). Da notare come in alcuni capitoli i disegni diventino in bianco e nero, tranne che per alcuni elementi dipinti di un rosso acceso e brillante (come potete vedere nelle ultime due immagini qui sopra).
 
"L'isola del tesoro" di Robert Louise Stevenson e Etienne Friess è un'opera molto curata, incantevole e pregiata, così come gli altri titoli di questa collana diretta da Benjamin Lacombe. 
Sebbene non sia proprio un'edizione integrale essa riprende piuttosto fedelmente quella originale, in quanto la maggior parte dei testi è stata mantenuta uguale, ad eccezione di una piccola percentuale che è invece stata omessa. Diciamo che l'opera è fedele all'85%, una scelta abbastanza bizzarra devo dire. Pur con i tagli subiti la storia rimane molto fedele a quella del romanzo integrale, per cui, sebbene questa versione risulti un po' più breve e maggiormente ricca di illustrazione l'età di lettura autonoma è comunque sugli 8 anni (5/6 per quella condivisa, se il bambino segue però già bene i libri a capitoli).
Le illustrazioni di Friess che accompagnano l'intera opera ne innalzano il livello qualitativo, rendendola un'edizione più ricercata e particolare. L'artista ha scelto di ambientare inoltre le vicende in un mondo abitato da animali antropomorfi, e questa può essere una decisione che alcuni potranno apprezzare ed altri meno, anche se il fatto che ogni animali rappresenti i pregi e i difetti di un certo personaggio (come nelle favole) è piuttosto interessante. I disegni, comunque, sono molto belli, eleganti, dai tratti morbidi, ricche di dettagli e particolari, molto curati e coinvolgenti visivamente (anche per l'uso di alcune prospettive particolari).
Ne risulta un libro veramente incantevole e meraviglioso, di grande pregio, che ripropone in una nuova veste grafica (magnifica e affascinante, anche se non troppo economica) un classico della letteratura e del romanzo d'avventura.
 
Quest'opera è stata pubblicata nel 2020 dalla Albin Michel Jeunesse col titolo "L'ile au tresor" ed è stata edita nel 2021 in italiano dalla Rizzoli. Il volume ha 162 pagine, la copertina rigida, misura 30,5 cm d'altezza e 22,5 cm di lunghezza e costa 25,00 euro.
 
P.S. Ecco gli altri titoli della collana diretta da Benjamin Lacombe (edita in Italia dalla Rizzoli):
  • "Il mago di Oz" di Sebastien Perez e Benjamin Lacombe (2019)
  • "Le avventure di Pinocchio" di Carlo Collodi e Justine Brax (2019)
  • "Mignolina" di Hans Christian Andersen e Marco Mazzoni (2019)
  • "Pelle d'Asino" di Cécile Roumiguere e Alessandra Maria (2020)
  • "Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson attraverso la Svezia" di Selma Lagerlof e Yvan Duque (2020) 
  • "Bambi" di Felix Salten e Benjamin Lacombe (2020) 
  • "L'isola del tesoro" di Robert Louise Stevenson e Etienne Friess (2021)
  • "Il vento tra i salici" di Kenneth Grahame e Prugne Thibault (2022)
  • "La principessa Sara" di Frances Hodgson Burnett e Nathalie Novi (2022)
  • "La Sirenetta" di Hans Christian Andersen e Benjamin Lacombe (2022)
  • "La Regina delle Nevi" di Hans Christian Andersen e Aliocha Gouverneur (2023)

     

   

   
Sopra: Le copertine degli altri titoli della collana diretta da Benjamin Lacombe.

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