"La Divina Commedia riveduta e scorretta" presentato da Se i social network fossero sempre esistiti è un'altra riscrittura dell'opera di Dante, stavolta indirizzata a un pubblico di ragazzi dagli 11/12 anni in sù, riscritta in chiave ironica: "Perché l'arte sarà pure immutabile, ma i poeti no e la loro
pazienza ha un limite. In questa versione remastered della sua (sempre
più) Divina Commedia scopriremo che il tostissimo Poeta toscano non ha
perso la propria verve, nonostante vada ormai per i settecento e passa".
Sopra: La copertina, dallo sfondo giallo e con scritte e decori rossi e blu, ha in realtà un aspetto piuttosto sobrio ed elegante, che richiama quello dei volumi antichi.
Dopo "Grandi classici riveduti e scorretti" e "Sfigati che hanno spaccato il mondo", la pagina Facebook Se i social network fossero sempre esistiti porteranno i loro lettori "nel Viaggio, quello con la <<V>> maiuscola, il cammino di redenzione del Poeta, quello con la <<P>> maiuscola e dal naso anch'esso maiuscolo, come la personalità e chissà cos'altro! Quando si parla di Dante Alighieri, il caps lock sulla tastiera è permesso (ma solo in quel caso, eh!)".
Perchè l'opera di Dante non ha pari, è allo stesso tempo "lirica e volgare, sacra e rivoluzionaria. Nei suoi versi possiamo rintracciare le fondamenta di tutti i principali generi di intrattenimento", senza contare poi lo stile del Sommo fiorentino.
Oltre a riscrivere la Divina Commedia in chiave ironica, per la voglia di far ridere e sorridere i propri lettori, gli autori si sono sentiti animati anche da un desiderio di divulgazione "e abbiamo quindi cercato di spiegare i significati reconditi e i retroscena storici dell'Opera".
Come spiegano gli autori, per una questione di spazio e di rispetto verso il materiale originario, solo l'Inferno è stato riscritto in maniera approfondita, mentre Purgatorio e Paradiso "sono stati riassunti in modo da offrirvi una visione più sintetica ma pur sempre efficace, delle due cantiche". Infatti quasi i 2/3 del volume è dedicato solamente all'Inferno (inoltre questa cantica è l'unica ad essere accompagnata anche da immagini).
Per ogni canto, come da tradizione, è inoltre possibile trovare un sottotitolo (qui denominato "sfottotitolo") che riassume in poche righe il canto, in questo caso in maniera riveduta e scorretta.
Il viaggio del lettore parte quindi con Dante persona nella sua selva oscura, che sta per essere divorato da tre fiere, quando per fortuna compare Virgilio, che lo condurrà in un incredibile viaggio attraverso gli inferi: "Insieme scalcagneremo per gironi, risaliremo bolge, ci arrampicheremo sulla folta peluria di Lucifero fino alla spiaggia del Purgatorio. da lì sarà tutta in salita (glutei di marmo, potete giurarci, da far impallidire il David), dritti verso l'Epireo, abbagliati dalla luce dell'altissimo fino alla rivelazione finale: forse quella cannetta era davvero troppo forte!".
Sopra: Le pagine che narrano l'inizio, della Divina Commedia, che mostrano Dante alle prese con una delle tre fiere.
Più di metà dell'opera, cioè solo la parte dedicata all'Inferno, è illustrata, con i disegni in bianco e nero di Christian Romano.
Sono immagini abbastanza semplici, a tutta pagina, con figure dai contorni dai tratti netti e decisi, mentre le ombreggiature vengono rese tramite alcune linee tratteggiate vicine tra loro, con l'intento di riprendere la tecnica delle incisioni medievali.
La cosa interessante di questi disegni è che essi sono una chiara parodia delle illustrazioni, famosissime, realizzate da Gustave Dorè per la Divina Commedia. Ovviamente le immagini di Romano non raggiungono la magnificenza di quelle realizzate da Dorè, che creava corpi caratterizzati da una notevole plasticità e
realismo anatomico, per non parlare della grandissima attenzione e quantità di dettagli presente in ogni sua tavola.
D'altronde lo scopo di Romano non è quello di cercare di sorpassare il grande incisore, ma di parodiarne le immagini, rendendole decisamente meno dettagliate e anche visivamente più semplici e immediate, oltre che permeate da elementi e da toni ironici, tanto che solitamente vengono aggiunti ai disegni anche delle testi, come se fossero delle parole pronunciate dai personaggi.
Come scritto nell'introduzione: "Le illustrazioni, a cura di Christian Romano, prendono spunto da quelle storiche di Gustave Dorè e immortalano, canto dopo canto, l'amicizia tra Dante e Virgy, un duo comico che sicuramente troverete esilarante. Non stupitevi troppo nel sentire Virgilio parlare romanesco, in fondo è un poeta romano!".
Ho trovato la scelta sensata ed interessante, oltre che coerente, poiché giustamente come i testi parodizzano quelli scritti da Dante (tutti scritti in rima e in modo ricercato, con un linguaggio ormai non più attuale), ha senso che anche le illustrazioni siano la parodia di altre molto più serie e dettagliate.
Anche perchè, nonostante l'ironia, le immagini comunque rimangono coerenti con i testi e in esse infatti vengono rappresentate le scene e i personaggi appunto descritti nella Divina Commedia, anche se solo per la parte riguardante l'Inferno. Credo che ciò sia stato fatto perchè, per il tipo di umorismo dei disegni, la parte dell'Inferno sia quella che più si presta a essere parodiata anche dal punto di vista visivo, essendo che comunque vi compaiono anche molte scene violente o sporche che si prestano ad essere rese in modo più comico.
Sopra: Le immagini di Romano sono abbastanza semplici, a tutta
pagina, con figure dai contorni dai tratti netti e decisi, con
l'intento di riprendere la tecnica delle incisioni medievali. Esse sono una chiara parodia
delle illustrazioni, famosissime, realizzate da Gustave Dorè per la
Divina Commedia. Al centro e in basso vi ho proprio messo a confronto due scene (quella riguardante Paolo e Francesca e quella del bosco dei suicidi) ridisegnate da Romano (a sinistra) con quelle originali di Dorè, e si vede benissimo come le prime siano basate sulle seconde.
"La Divina Commedia riveduta e scorretta" presentata da Se i social network fossero sempre esistiti potrebbe non sembrare, leggendo il nome degli "autori", ma in realtà è una buona trasposizione in chiave ironica dell'opera dantesca, soprattutto per quanto riguarda la prima cantica, che infatti, come detto anche dagli autori, è quella più completa.
Qualche tempo fa vi avevo parlato anche di un'altra rivisitazione dantesca scritta in chiave ironica per ragazzi delle medie: "L'inferno spiegato male", lamentando il fatto di averla trovata un po' troppo divagante in certi punti e poco bilanciata per quanto riguarda i momenti ironici e quelli "seri", che dovevano essere dedicati effettivamente a parlare della storia dantesca e dei suoi personaggi e metafore. Fortunatamente quest'altra rivisitazione non mi ha fatto lo stesso effetto, in quanto pur essendo i testi molto ricchi di elementi ironici con numerose citazioni a cose moderne, ho trovato il tutto molto meglio amalgamato e sensato. Interessante ad esempio all'inizio il paragonare ognuna delle tre fiere a un social network: la lonza che rappresenta la lussuria associata a Istagram ("il social più caro a quelli che amano ritrarsi più svestiti di una radiografia"), il leone che rappresenta la superbia a Facebook ("il social dove sono tutti avvocati, medici, immunologi e politologi all'occorrenza"), la lupa che simboleggia la cupidigia a LinkedIn ("il social dove anche la tua signora delle pulizie ha impostato come job title Cleaning and Operativo Manager"). In questo modo si ironizza e si fanno dei paragoni con qualcosa di moderno, ma allo stesso tempo si è parlato anche nello specifico di queste tre bestie, cosa sono e cosa rappresentano.
Punto a favore anche il fatto che nei testi in prosa siano spesso presenti anche versi presi proprio dalla Divina Commedia di Dante. A volte anche solo 3 o 4, così però il lettore intanto impara ad entrare in contatto, a piccole dosi e con delle spiegazioni anche simpatiche e leggere, con l'opera originale.
Nonostante gli stessi testi siano già abbastanza ricchi di informazioni, non mancano anche degli ulteriori specchietti che servono ad approfondire determinati temi (soprattutto metafore e biografie).
Carine anche le illustrazioni, che sono particolarmente interessanti poiché sono una chiara parodia delle incisioni, famosissime, realizzate da Gustave Dorè per la Divina Commedia. Esse sono state rese meno dettagliate e anche visivamente più semplici e immediate, oltre che permeate da elementi e da toni ironici, tra cui ad esempio delle scritte di dialogo.
Questo volume, specialmente nella parte dell'Inferno, è veramente ben fatto e ripercorre la storia narrata da Dante in modo molto completo e accurato, che probabilmente anche un professore delle superiori non avrebbe nulla da dire, in quanto sono pure ben spiegate molte biografie, eventi storici e metafore (come ci si aspetterebbe in un testo scolastico sulla Divina Commedia), aggiungendovi però un tocco di ironia che non guasta affatto.
La questione della completezza vale per la parte sull'Inferno che, diciamocelo, è sempre quella più interessante da affrontare, mentre, come spiegato anche nell'introduzione, le altre due cantiche sono affrontate in modo più veloce. Per il Purgatorio ogni canto è affrontato singolarmente, ma in modo spesso molto veloce e breve, mentre nel Paradiso molti canti vengono proprio riassunti accorpandoli fra loro.
Ho apprezzato comunque anche il fatto che per ogni cantica sia stato messo uno schema visivo che riassume la struttura dei vari luoghi narrati da Dante, in quanto è sempre utile averlo sotto mano, ma ho notato che nelle riscritture indirizzata a bambini e ragazzi non viene quasi mai fatto.
L'opera è stata pubblicata nel 2020 da Longanesi, è dotata di
una copertina rigida, ha 336 pagine, misura 20
cm d'altezza e 14 cm di lunghezza e costa 15,90 euro.
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.
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