"Una banda senza nome" di Guido Petter è un vecchio romanzo ambientato nel 1943 e che vede per protagonisti una banda di ragazzini che giocano tra loro, ma che presto dovranno scontrarsi con i pericoli e le insidie della Seconda Guerra Mondiale.




Sopra:
A destra la copertina dell'edizione più recente del 2004, al centro
un'edizione del 1996 e a destra un'edizione scolastica del 1999.
1943, tempo di guerra, ma sulla sponda del Lago Maggiore, dove si svolge
la vicenda narrata nel libro, gli echi sono molto lontani. Alcuni
ragazzini organizzano le loro giornate sotto il segno dell'avventura,
formando una Banda che chiamano... Senza Nome.
I ragazzi che compongono la Banda sono: "Nicola, figlio del calzolaio, magro come uno scheletro, per cui era chiamato, appunto, "Scheletro". C'era Gildo, che abitava nel casello ferroviario, a circa un chilometro dal paese. C'era Checco, il figlio dello stradino, noto per le gambe lunghissime, che giustificavano il nome di Checco-gamba-di-ragno, con cui era generalmente chiamato. E c'era, infine, il figlio del padrone dell' "Antica Osteria alla Pergola", il "Gran Lama", così chiamato, nessuno ha mai sputato il perché." Vi sono poi Alex, il capo della banda in quanto è quello che fa i piani e prende le decisioni, e il narratore, soprannominato Borsa (o Borsa-senza-fondo) a causa della quantità di frutta che riesce a divorare quando ne trova a disposizione. Come dice Borsa di Alex "le idee gli venivano e poi gli si allargavano sempre più si arricchivano e si complicavano, ed era difficile tenergli dietro." E forse Borsa è il suo migliore amico perché, come lui ammette: "I preparativi di un'impresa mi sono sempre piaciuti molto, e quanto più lunghi e complicati erano, tanto maggiore era sempre il divertimento." Quindi al primo piace elaborare piani complicati e all'altro piace realizzarli perché più complicati sono e più li trova divertenti.
Presto trovano un
"nemico" da affrontare: un barcone su cui tre uomini caricano ogni giorno della sabbia da trasportare altrove, e che Alex, il capo della banda, decide di fare affondare per finta. In realtà ad un certo punto la barca non torna più, ma intanto Alex ha trovato molti lavoretti da fare svolgere ai componenti della Banda come: costruire fionde, trovare e custodire munizioni per le fionde, scavare delle trincee attorno alla loro base, costruire un "cannone" (una sorta di fionda gigante), costruire archi e frecce, ecc..
Tutti lavori che in realtà si riveleranno utili nella lotta contro una banda rivale, organizzata e più numerosa di quella Senza Nome. Nella seconda parte della storia i ragazzi entrano infatti in conflitto con un'altra Banda che ha il suo punto di ritrovo
dentro il giardino di una villa, capitanata da due fratelli piuttosto ricchi di nome Annibale e Cesare.
Tra avventure, scontri, combattimenti
alterni, dopo un anno arriva in paese la guerra vera:
i militi fascisti occupano la zona e preparano uno sbarco improvviso
per l'indomani sulla sponda opposta del lago.
I ragazzi trovano e
salvano un partigiano ferito e compiono per lui un'impresa vera,
avvertendo quelli della sponda opposta del pericolo imminente.
L'avventura è ora realtà.

I testi sono accompagnati dalle illustrazioni in bianco e nero di Carlo Molinari, le quali hanno un aspetto realistico e sono piuttosto belle, ricordandomi quei disegni che venivano inserite nei libri per ragazzi di fino Ottocento e inizio Novecento.
I disegni, tutti a pagina intera, come dicevo hanno un aspetto molto realistico, curato e ricco di dettagli, con un bel lavoro, molto accurato, di punti luce e ombreggiature, e rappresentano scene descritte nei testi. Sono ad esempio rappresentate le scene in cui i ragazzi stanno scavando le trincee attorno alla loro base; quella in cui fuggono dai ragazzi dell'altra banda, inseguiti dai cani; quella in cui ascoltano la conversazione di alcuni soldati; ...
In questo modo i lettori possono visualizzare con accuratezza l'aspetto dei vari componenti della Banda Senza Nome, nonché gli ambienti in cui la vicenda si svolge, i quali sono tutti ambienti naturali, in mezzo alla natura.






Sopra: Alcune illustrazioni che mostrano alcuni momenti narrati nel libro come i ragazzi che scavano una trincea, loro che fuggono dalla banda rivale, loro che ascoltano la conversazione di due soldati tedeschi e loro che aiutano un partigiano.
Di questo libro hanno fatto anche un'edizione scolastica, in cui hanno diviso i testi in tre parti e alla fine hanno aggiunto delle pagine con degli esercizi tipo di analisi del testo (sui personaggi, sulla compremsione della storia, sulla tipologia del testo, gli indicatori temporali, ...), anche se hanno rimasto dalla storia le illustrazioni.
In compenso però nelle pagine in fondo alcuni esercizi si basano proprio sulle illustrazioni (tipo scrivere i fumetti oppure mettere in ordine delle sequenze della storia), le quali vengono riprodotte piccoline.


"Una banda senza nome" di Guido Petter è un libro edito nel 1972 col titolo di "Ragazzi di una Banda Senza Nome", dove l'autore in realtà parla di molte esperienze che lui ha vissuto in prima persona da bambino.
Nella nota finale alla fine del libro l'autore infatti scrive: "Anche se i personaggi di questo libro sono immaginari, essi assomigliano molto ai miei impegni d'infanzia, proprio come alcune delle attività in cui essi sono impegnati somigliano a quelle nostre di allora. Sono dunque presenti nel libro molto elementi autobiografici, anche se liberamente utilizzati nel quadro generale delle vicende narrate."
Infatti anche i luoghi in cui si svolgono le vicende sono reali: sono quelli del paese del Lago Maggiore dove Petter ha vissuto da ragazzo, anche se qualcosa è stato modificato per esigenze narrative.
La storia, soprattutto all'inizio, non è che sia chissà quanto interessante, inoltre ho trovato che lo scrittore ogni tanto indulgi un po' troppo nelle descrizioni, ad esempio quando si mette a descrivere cosa fanno esattamente i marinai con la barca per raccogliere la sabbia; o cosa c'è nell'accampamento che i ragazzi usano come base; oppure quando descrive cos'è la "roggia del prestinaio" cioè un tunnel scavato nella roccia che ogni tanto scarica acqua sulla spiaggia. Solo che poi si mette a descrivere fin dove arriva e fin dove dovrebbe portare, e perché i ragazzi si spingono ad esplorarlo fino a un certo punto... Il problema è che tutte queste descrizioni, oltre ad averle trovate troppo lunghe, le ho trovate anche abbastanza noiose in quanto molto tecniche e minuziose, e spesso un po' inutili, diventando pesanti e rallentando la storia, che all'inizio parte già abbastanza lenta e tranquilla.
Anche le descrizioni di alcune sequenze le ho trovate un po' noiose, tipo quella in cui i ragazzi catturano una gallina perché vorrebbero mangiarsela per pranzo ma non riescono a ucciderla, così perdono diverso tempo a cercare un metodo, quando lo hanno deciso, alla fine rinunciano, riportando indietro il volatile dove lo avevano preso. Oppure vi è la parte in cui Alex dice agli altri di essere riuscito a fabbricare la polvere da sparo, e prima di dire agli altri come ha fatto racconta loro tutta la storia di come è nata e si chi l'ha creata per la prima volta, e dei Cinesi, di chi li coprì, ....
Diciamo che la prima parte della storia, prima che i ragazzi abbiano a che fare direttamente con l'arrivo della guerra, ha un po' i suoi alti e bassi, con parti carine, che raccontano dei giochi dei ragazzini e la loro rivalità con un'altra Banda, ed altre parti che ho trovato più lente e noiose. Francamente da questo punto di vista ho trovato "I ragazzi di Via Pál", romanzo che tratta tematiche simili (gruppo di ragazzini che giocano e che lotta contro una banda rivale), decisamente più interessante e avvincente.
La faccenda si fa più intrigante nella terza parte, quando la guerra è i soldati fascisti e tedeschi arrivano nel paese dove vivano i ragazzino, requisendo le barche. Tra l'altro, come spiega sempre l'autore, questo fatto delle barche requisite, il cannoneggiamento, l'arrivo dei due partigiani e l'aiuto fornito a uno di essi sono episodi realmente accaduti.
I ragazzi infatti, costretti a rimanere fuori durante la notte per il coprifuoco dato, si imbatto in un partigiano rimasto ferito da un proiettile alla gamba. Il gruppetto dopo aver portato l'uomo al sicuro decide di aiutarlo a portare a termine la sua missione.
Quest'ultima parte è stata decisamente più interessante e coinvolgente, oltre ad offrire ai lettori un'esperienza della seconda Guerra Mondiale e delle lotte partigiane. In realtà avevo iniziato a leggere questo romanzo per proporlo in lettura in condivisa in una classe quarta anche in vista della Giornata della Memoria. Speravo che la prima parte avrebbe aiutato i lettori a immedesimarsi e a farli affezionare al protagonista e ai suoi amici, così da restare maggiormente coinvolti anche nella parte in cui entra in scena il partigiano.
Secondo me però soprattutto la prima parte del libro non è molto coinvolgente ed è un po' lenta, anche se un po' si riprende quando inizia il conflitto con la banda rivale, sebbene, se proprio volessi fare una comparazione, non l'ho trovato al livello di quello narrato ne "I ragazzi di via Pál". La caratterizzazione dei personaggi in realtà à anche piuttosto buona, in quanto ogni membro della banda possiede un suo carattere e delle sue peculiarità: Alex è un vulcano di idee, ma non sempre è molto pratico o realistico quando si tratta di metterle in pratica; Checco è meno fantasioso ma è un po' l'ingegnere del gruppo, quello che riesce a far funzionare le idee di Alex; Scheletro vuole assumersi i compiti più difficili ma è poco affidabile perché si distrae con facilità; il Gran Lama è principalmente un gran chiacchierone; Gildo è il più incompetente del gruppo; Borsa è quello che ama ascoltare e seguire le idee e le storie di Alex, oltre ad essere un tipo piuttosto affidabile.
L'ultima parte invece, da quando arrivano i tedeschi nel paese, è più concitata e piuttosto emozionante.
Storia carina con i suoi alti e bassi, interessante più che altro perché riporta esperienze vissute realmente dall'autore, riguardo ad esempio a giochi e attività che i bambini facevano un tempo e poi, soprattutto, riguardo agli eventi legati alla Seconda Guerra Mondiale .
Questo libro è stato pubblicato nel 1996 dalla GIUNTI Editore; ha 251 pagine, una copertina flessibile, misura 21 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza e costava 15.000 LIRE.
Anche se originariamente il volume venne pubblicato dalla GIUNTI Marzocco nel 1972 col titolo di "Ragazzi di una banda senza nome".


Sopra:
A destra la copertina dell'edizione del 1972, a destra quella del 1977, entrambe edizioni che riportano il primo titolo dell'opera: "Ragazzi di una banda senza nome".
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