In questo Speciale, dove vi parlo di libri non illustrati (mentre il mio blog è dedicato ai volumi illustrati) vi parlo di alcuni libri gialli tutti ambientati alla fine dell'Ottocento (Inghilterra e Francia) e di cui due scritti dal medesimo autore: Guido Sgardoli. Il primo è "A.S.S.A.S.S.I.N.A.T.I.O.N.: L'INCOMPARABILE AVVENTURA DEL FIGLIO SEGRETO DI SHERLOCK HOLMES", libro edito nel 2009 che però è stato ristampato di recente, nel 2021, con una nuova copertina più accattivante, e di cui era uscito nel 2018 pure un seguito, intitolato "Il figlio di Sherlock Holmes", in cui David e l'amico Calum si trasferiscono nell'appartamento al 221/B di Baker Street.
Il secondo libro (scritto assieme a Pierdomenico Baccalario) è in realtà il secondo volume di una serie che si intitola "PARIS NOIR: LE INDAGINI DEI GIOVANI ARTISTI" e che vede come protagonisti tre ragazzi (Claude Monet, Pierre Renoir e Berthe Morisot) che diventeranno dei famosi pittori impressionisti.
Il terzo libro ha una protagonista che si basa su un personaggio storico realmente esistito: Lidia Poet , un'avvocata italiana, nonchè prima donna ad entrare nell'ordine degli avvocati italiani, la quale era la figlia di Giovanni Pietro Poët, sindaco del paese per quasi
trent'anni, e Marianna Richard, nata in una famiglia di ricchi
proprietari terrieri. L'autrice, Vernante Pallotti, ha ripreso questa donna e l'ha resa il personaggio del suo romanzo, la quale viene spedita in collegio perchè vuole fare l'avvocato. Come scritto nell'introduzione: "L'autrice del romanzo immagina di essere riuscita a trascrivere parte dei diari di Lidia prima che venissero trafugati e di averli utilizzati come base per narrare una storia fedele alla giovane donna che la Poet era e desiderava essere."

"A.S.S.A.S.S.I.N.A.T.I.O.N.: L'INCOMPARABILE AVVENTURA DEL FIGLIO SEGRETO DI SHERLOCK HOLMES" di Guido Sgardoli con 335 pagine, edito originariamente nel 2009 dalla Rizzoli (costo di 11,50 euro).
Inghilterra, fine Ottocento. David e il suo amico Calum fuggono
dall'orrido orfanotrofio in cui sono cresciuti per raggiungere Londra e
indagare sulla scomparsa di Sherlock Holmes: David è convinto di essere
suo figlio ed è deciso a dimostrarlo ritrovando il presunto genitore,
che tutti credono morto.
David comunque non era molto simpatico quasi a nessuno nell'orfanotrofio: "David Pio non godeva delle simpatie degli ospiti di Montague Hall, e questi non perché fosse antipatico o sgarbato, e nemmeno perché era amico di Calum Traddles, ma a causa dek fatto che egli appariva, on ogni situazione, determinato e glaciale padrone di sé e conscio delle proprie possibilità. E questi, agli occhi della maggior parte dei ragazzi, era insopportabile."
Pur essendo un tipo suscettibile David ha numerose qualità, che lo hanno portato a resistere alla durezza e alle angherie subite nell'orfanotrofio: "Tuttavia David doveva possedere dentro di sé una fiamma rara, che si era accesa secoli addietro nel cuore di un qualche oscuro antenato e seguitava ad ardere imperterrita e impavida nel suo. Una fiamma che era addirittura cresciuta, alimentata dalle continue angherie a cui era stato sottoposto. L'eccezionale tempra di David, la sua resistenza fuori dal comune e l'incrollabile fiducia in sé stesso fiaccavano, rendendoli vani, i tentativi di suor Ebenezer di domarlo."
In realtà non è che la prima impressione che si ha di David sia poi così eccezionale, in quanto la prima cosa in cui si cimenta, cioè la fuga dall'orfanotrofio, riesce più per caso che non per un suo brillante piano. Anzi, francamente i tre piani ideati da David per scappare erano abbastanza irrealizzabili e un po' sciocchi: scavare un tunnel, risalire un camino con dei chiodi e calarsi dal tetto con una corda fatta con i capelli dei bambini dell'orfanotrofio, prendere in ostaggio una suora. Alla fine lui e il suo amico Calum scappano perché aiutati da uno dei ragazzi dell'orfanotrofio che consegna loro la chiave del cancello (in effetti è strano che a David non sia venuto in mente il piano di rubare la chiave), si salvano dal cane da guardia solo perché una gatta cade in quel momento da un pallone aereostatico addosso al mastino, e riescono a raggiungere Londra perché incontrano, anche lì per caso, due persone che li aiutano dando loro un ronzino e indicando loro la strada giusta.
Diciamo che poi almeno David avrà modo di dimostrare le sue capacità deduttive, anche se spesso (quasi sempre in pratica) non potrà rinunciare all'aiuto degli altri per togliersi dai guai.
Ma chi, o cosa, attende i due ragazzi in cima
allo spaventoso precipizio delle cascate di Reichenbach, il luogo in cui
Sherlock è stato visto per l'ultima volta? Elementare, Watson! Un
rocambolesco, improbabile, divertente viaggio attraverso l'Europa in
compagnia dei più celebri personaggi della letteratura, da Monsieur
Poirot al fantasma di Canterville.
Oltre ai personaggi di Conan Doyle quali Watson, Lestrade, e Sherlock, la storia è infatti infarcita di altri luoghi e personaggi letterari. Ad esempio il proprietario della gatta che cade dal cielo è Hans Pfaal, personaggio di un racconto di Edgar Allan Poe pubblicato per la prima volta nel 1835: "L'incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall"; quando i due ragazzi scappano le persone che incontrano nella palude sono Heathcliff e Catherine del romanzo "Cime tempestose" di Emily Brontë; quando i ragazzi giungono a Londra vengono catturati da Fagin, il quale vuole venderli a Bill Sikes, un criminale di professione, entrambi sono tra i personaggi più malvagi tra quelli creati da Dickens per il suo romanzo "Oliver Twist"; ad un certo punto David, Calum e altri tre uomini e un cane (coloro che devono condurre i ragazzi in Svizzera per volere del Dott. Watson ...) passano la notte nel Castello di Canterville, con annesso fantasma; successivamente i due ragazzi si imbattono pure in Mr Jekyll e in Dracula; poi finalmente riescono ad arrivare in Francia in cerca di Auguste Dupin, investigatore creato da Edgar Allan Poe, che li fa salire sull'Orient Express dove incontrano, oltre al mostro di Frankenstein, anche Hercule Poirot ...
Una storia piacevole che vede per protagonista quello che potrebbe essere il figlio di Sherlock Holmes, il quale comunque, almeno all'inizio, non mi è parso più così eccezionale (i piani di evasione erano tutti piuttosto penosi), anche se ogni tanto riesce a giocarsi qualche buona carta; però essendo giovane e privo di esperienza del mondo ci può stare. La storia consiste principalmente nel susseguirsi delle avventure, per non dire sventure, del David e del suo amico Callum, durante le quali incontrano tutta una serie di personaggi della letteratura. L'idea è anche carina e simpatica, peccato che trattandosi di personaggi di letteratura per adulti non so quanti ragazzi e bambini (pubblico a cui è destinata il libro) sarebbero in grado di capire questa cosa e di identificare i personaggi. Anche capendo di averli già sentiti nominare inoltre, se non hanno letto i libri in cui si trovano, non potrebbero apprezzarli, non potendo dare confronti con la loro versione originale. Francamente neanche io sono sicura di essere riuscita a individuarli tutti, anche provando a fare delle ricerche su internet (ad esempio non ero riuscita a individuare i tre marinari che accompagnano i protagonisti sul fiume, che sono i personaggi di "Tre uomini in barca" di Jlapka Jerome). Per fortuna che poi mi sono accorta che l'autore alla fine ha lasciato una nota dove li cita, cosa che risulta piuttosto utile; anche se forse avrei preferito che l'autore magari facesse queste citazioni direttamente nella storia, considerando poi il suo stile di scrittura un po' ironico che ha deciso di adottare all'inizio del romanzo, in cui volte si rivolge direttamente al lettore.
Il tono del libro infatti è
piuttosto ironico, come dimostra anche il modo di scrivere dell'autore,
che a volte parla rivolgendosi direttamente al lettore con commenti
come: "(Volete alleggerirvi la coscienza per la questione delle
nerbate? Anch'io. Quindi state a sentire. Forse Heathcliff fece un
favore a Hindley togliendogli di torno quel cavallo macilento, e fu
dispensato dalle nerbate. Contenti?)", "In realtà Sikes detestava
pressoché chiunque: uomini, animali e vegetali in pari misura. Doveva
essergli capitato qualcosa da bambino, qualcosa di decisamente brutto.
Comunque la storia non parla di Sikens, sicché procediamo senza divagare
oltre.", ecc...
Per questo motivo ad un certo punto la storia mi è sembrata diventare un: "i protagonisti fanno cose per arrivare in Svizzera per trovare Sherlock Holmes e tra varie disavventure incontrano vari personaggi della letteratura". Intanto nel frattempo c'è David che continua a dire a tutti che lui è il figlio di Holmes, il che è possibile, ma non c'è nessuna prova certa a sostegno di ciò.
La trama comunque è sicuramente ricca di avventure, e questo penso che sia l'elemento che più potrebbe piacere ai giovani lettori, anche se non riuscissero a individuare la maggior parte dei riferimenti letterari. Devo dire che a me alla lunga questa cosa ha iniziato a dare un po' fastidio e a trovarla un po' pesante, anche perché all'inizio ci poteva stare e i vari personaggi erano anche ben legati tra loro in modo coerente, poi la cosa mi è sembrata un po' forzata, come quando, mentre stanno navigando su una barca sono costretti a sbarcare e a soggiornare nel Castello di Canterville, per poi riprendere il viaggio e imbattersi in Mr Jekyll e poi, mentre viaggiano in mongolfiera, venire attaccati dal Conte Dracula (che viene eliminato grazie a un martello che gli è caduto sulla testa dal cielo) e, durante un viaggio in treno, dal mostro di Frankenstein...
Questo è un parere personale e magari dei bambini di 9/10 anni potrebbero trovare il tutto molto divertente (visto che figure come il Conte Dracula, Frankenstein e l'Uomo invisibile potrebbero conoscerle anche loro); la vicenda si riprende comunque verso il finale, in cui Calum e David si confronteranno con l'acerrimo nemico di Holmes... sapranno essere all'altezza della situazione? Inoltre diciamo che verso la fine tutta la faccenda di questi personaggi letterari e di antagonisti che spuntano fuori di qua e di là ha una spiegazione, che dà senso anche al titolo del libro, per cui devo dire che il finale l'ho apprezzato.



Sopra: Le copertine di varie edizioni si "ASSASSINATION", di cui quella a sinistra è la più recente, del 2021, edita BUR Rizzoli, quella centrale è del 2012 e quella destra del 2009.
"PARIS NOIR: LE INDAGINI DEI GIOVANI ARTISTI. L'UOMO SENZA TESTA" di Piedomenico Baccalario e Guido Sgardoli con 252 pagine, edito nel 2021 dalla PIEMME Edizioni (costo di 16,00 euro).
Claude (Monet), ribelle scapestrato, Pierre (Renoir), senza il becco di
un quattrino, e Berthe (Morisot), aspirante pittrice in un mondo di
artisti maschi, sono assetati di vita e ancora alla ricerca del loro
stile quando si incontrano per la prima volta davanti all'atelier del
maestro Maurice Arnaud. I tre artisti si conoscevano veramente, dato che nel 1873, con Pissarro, Sisley e Degas (e altri artisti meno conosciuti), fondarono la «Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori, ecc»... ma questa è un'altra storia.
I tre ragazzi, che da adulti diventeranno
monumenti dell'Impressionismo e che erano diventati amici nel precedente volume, si trovano coinvolti in una nuova avventura, ancora più
incredibile.
Berthe, Claude e Pierre sono affacciati alla balaustra del Pont
d'Arcole quando vedono galleggiare sulla Senna il corpo di un
uomo.... senza testa: "La ragazza, pallida come un lenzuolo e appoggiata al parapetto del ponte, si copriva la bocca con il palmo della mano. Con l'altra indicava la riva della Senna.
Pierre fu il primo ad accorgersi di quella cosa sul fiume.
Come espressione sbigottita afferrò Edmond per le spalle costringendolo a guardare altrove.
- Che fai? - protestò il piccolo. - Voglio vedere! Cosa succede? [...]
Sul fiume, ondeggiando come un vecchio tronco trasportato dalla corrente, galleggiava il corpo di un uomo. Purtroppo non era la prima volta che accadeva. Suicidò e incidenti non erano rari di quei tempi.
Quel che però il cadavere aveva di insolito e di orribile allo stesso tempo era che gli mancava del tutto la testa."
Neanche a dirlo, poco dopo i giovani pittori stanno
già indagando. Chi può avere una forza tale da commettere un omicidio
del genere e, soprattutto, con quale movente? Seguendo gli insegnamenti
di monsieur Dupin, i tre non trascurano nessun dettaglio. E così si
trovano a visitare l'obitorio de La Morgue, i bassifondi di Montmartre,
ad assistere allo spettacolo del circo Franconi, e perfino a
intrufolarsi nel carcere femminile... Ma se tutto fosse un'illusione? Un
falso dipinto sopra il quadro della verità? Nessuno meglio dei tre
giovani artisti potrà scoprirlo.
Una storia intrigante che appassiona secondo me inizialmente più per i protagonisti che non per il caso da risolvere in sé. I tre ragazzi, tutti appassionati di pittura (infatti diventeranno dei famosi artisti), sono tutti ben caratterizzati e di ciascuno l'autore ci fa conoscere le speranze e le difficoltà, inserendo anche degli elementi biografici reali degli artisti a cui i personaggi si ispirano. Berthe, l'unica ragazza del gruppo, ha un carattere deciso e un po' ribelle, pur proveniendo da una famiglia ricca mal sopporta le imposizioni della società borghese e di dover seguire un certo percorso di vita (matrimonio e figli) solo per il fatto di essere nata donna. Nella storia il padre ha acconsentito a farle studiare arte con un insegnante di nome Chocarne, il quale fu effettivamente uno dei maestri della vera Berthe Morisot, la quale aveva due sorelle di cui una si chiamava Edma.
Pierre è l'elemento più tranquillo e riflessivo del gruppo, ha una cotta per Berthe, proviene da una famiglia di sarti e ha altri tre fratelli e una sorella (con delle idee piuttosto rivoluzionarie, per questo va d'accordo con Berthe). È vero che suo padre era un sarto, mentre la madre era una operaia tessile, ed è vero anche il fatto che frequentasse il coro della chiesa, dove il maestro di cappella Charles Gounod credeva fermamente nelle potenzialità canore del ragazzo.
Claude è la testa calda del gruppo, affascinante ed esuberante, molto sicuro di sé, tuttavia dietro la sua sicurezza e sfrontatezza nasconde un animo sensibile e delle insicurezze dovute alla recente morte della madre. Fa credere agli amici di essere povero, quando in realtà abita assieme a una zia abbastanza ricca poiché, da quando sua madre è morta, suo padre, in giro come marinaio, non può (o non vuole) occuparsi di lui. Durante la storia inizia a sentirsi in colpa per le bugie che racconta anche ai suoi amici, con cui invece vorrebbe essere sincero, e inizia a riversare su di loro le proprie preoccupazioni, tendendo a volte a essere un po' prepotente. Claude fu veramente battezzato nella Chiesa di Notre-Dame-de-Lorette ed è vera anche la parte in cui racconta di essersi trasferito a Le Havre, dove una sorellastra del padre aveva un commercio di articoli marittimi insieme al marito Jacques Lecarde. Nel libro di Baccalario e Sgardoli è proprio questa zia anziana ad ospitare Monet nel suo appartamento a Parigi. Inoltre è vero che Monet amava realizzare caricature.
A proposito dei personaggi, i tre ragazzi vengono aiutati da un certo monsieur Auguste Dupin, il quale non è un'invenzione dell'autore, ma è un personaggio letterario ideato da Edgar Allan Poe e protagonista di una serie di romanzi polizieschi, di cui il primo pubblicato fu "I delitti della Rue Morgue", che viene tra l'altro citato come caso nel corso della storia. L'investigatore infatti vive a Parigi con un suo caro amico, il quale però sarebbe scomparso un paio d'anni prima, e da allora Dupin ha perso la voglia di investigare ed è diventato un po' depresso, tanto che la voglia di seguire un caso gli è tornata solo nel precedente romanzo grazie ai tre ragazzi, che sono riusciti a contagiarlo con la loro energia e vitalità. In realtà in questo secondo capitolo egli non compare molto spesso, in quanto i ragazzi vogliono mettersi alla prova per dimostrare quanto riescono a scoprire da soli sul nuovo caso, cercando di farcela anche senza l'aiuto dell'esperto investigatore. Ricomparirà verso la fine del romanzo, per la risoluzione definitiva del caso e l'arresto del colpevole.
Per quanto riguarda il caso del cadavere senza testa, pur essendo le indagini abbastanza interessanti, mi sono sembrate sempre essere un po' in secondo piano rispetto a tanti altri elementi come le vicende che riguardano la vita e la crescita dei personaggi, ma anche tematiche importanti come la differenza di classe o l'indipendenza delle donne (la stessa Berthe spiega che lei non viene presa seriamente come artista in quanto donna).
Fortunatamente verso l'ultimo terzo del libro il caso di omicidio viene preso più fortemente in considerazione dagli autori che lo fanno giungere a una degna e interessante conclusione, grazie anche all'aiuto di monsieur Dupin, che torna in scena appunto verso la fine del romanzo.
Un buon giallo per ragazzi adatto a partire dai 10/11 anni, intrigante e coinvolgente e con dei personaggi ben approfonditi e accattivanti. Interessante anche la parte storica che riguarda le biografie dei tre giovani artisti, che va a fondersi con il resto della vicenda e col personaggio di Dupin, che invece non è reale ma non è neppure stato inventato ex novo, in quanto famoso investigatore creato da Edgar Allan Poe. Nella storia si affrontano poi anche tematiche importanti come la condizione femminile dell'epoca e quella delle classi sociali meno abbienti.
Pur essendo il secondo titolo della serie esso si lascia seguire piuttosto tranquillamente anche senza aver letto il primo volume, anche se ci sono dei riferimenti a quanto accaduto nel primo caso. Il finale tuttavia invoglia a leggere anche il terzo libro, in quanto tira in ballo una faccenda che riguarda monsieur Dupin...

Sopra: Sulla copertina è visibile una scena presente verso la fine del libro, con i tre protagonisti (con Claude Monet in piedi davanti) che si stanno dirigendo su una barca verso il luogo di un incontro.
"LIDIA POET E IL SEGRETO DEL COLLEGIO" di Vernante Pallotti con 224 pagine, edito nel 2024 dalla PIEMME Edizioni (costo di 16,00 euro).
Lidia Poët sogna di diventare avvocata, un mestiere riservato agli
uomini. Quando lo comunica alla famiglia, i suoi rispettabili genitori
sono costretti a spedirla al Collegio di Bonneville, in Svizzera, dove
le signorine imparano l'arte delle faccende domestiche e a comportarsi
come si deve. Tuttavia, proprio quella scuola nasconde un caso per una
detective in erba come lei: tra le studentesse modello e le lezioni di
cucina, infatti, si annida un orribile mistero. Durante la cerimonia di benvenuto una delle studentessa scopre uno scheletro in giardino: "Sdraiati nella terra umida della buca, c'era uno scheletro biancastro con profonde cavità nere al posto degli occhi e la mandibola fuori asse, che gli faceva assumere un sorriso ancora più terrificante di quello si Séverine. Vestita un abito da festa, un tempo di un elegante azzurro, con la gonna vaporosa e ricami floreali, ora logoro e consumato dagli anni di sepoltura nel suolo umido.Era il primo morto che la giovane Poët riusciva incontrare, perché suo fratello si era sempre rifiutato di portarla con sé all'obitorio. Voleva studiare con i suoi occhi cosa restasse una volta che l'anima lasciava il corpo, credeva di essere pronta.
Davanti a quello scheletro impolverato, però, Lidia voltò lo sguardo per rispetto e con un' atroce paura nel cuore."
Quando viene dissotterrato lo scheletro, il maestoso edificio viene
infestato da un fantasma, che sembra deciso a svelare tutti i segreti
delle allieve di Bonneville. Ad esempio il "fantasma" svela ad un'insegnante il fatto che una delle allieve possedesse un libro di Daniel Defoe. La stessa Lidia trova in uno dei libri che si è portata da casa (cosa vietata dal regolamento dell'istituto) un messaggio in latino che annuncia: "Sono risorto per svelare i vostri segreti".
Un lavoro perfetto per Lidia, che con
l'aiuto di Voltaire, un cucciolo di pipistrello che ha trovato nell'armadio, decide di indagare. Battendosi contro
istitutrici severe, amiche velenose e grida terrificanti, la giovane
promettente avvocata si dovrà servire di tutta la sua intelligenza e del
suo coraggio per portare alla luce una verità a lungo nascosta.
La vita in collegio femminile non è facile, soprattutto per qualcuno come Lidia: una ragazza con uno spirito all'avanguardia per l'epoca, una ragazza che non vuole solo pensare a un buon matrimonio, ma vuole diventare un'avvocata, nonostante tutti i suoi parenti vedano ovviamente la cosa negativamente. Ed è anche per questo che i genitori di Lidia decidono di mandarla in questo collegio, dove la ragazza trova alcune compagne tutte perfettine e antipatiche, ma anche qualcuna di si simpatica, come Perla, una ragazza timida e insicura, che adora il succo di mirtillo e che le altre chiamano "Bastardina" poiché è stata adottata. È una ragazza molto melodrammatica e che tende a piangere per qualsiasi cosa, tanto che Lidia la prende in simpatia e cerca sempre di aiutarla, anche se alla lunga il lettore potrà trovarla un po' tediosa e pesante. Alla fine comunque si rivela un personaggio più complesso del previsto.
Come insegnanti troviamo: la antipatica e severa signora Severine, maestra di buone maniere (ma che dovrebbe ripassare un po' di empatia ed educazione); Mademoiselle Brown, l'insegnante di educazione fisica, la quale è muta; Frau Michelle, la docente di violino, prossima alla pensione, in grando di parlare tantissime lingue.
Una lettura coinvolgente, anche se dopo il primo terzo del libro la storia mi è parsa un po' rallentare, con il fantasma che gioca gli scherzi alle studentessa svelando i loro segreti, e Lidia che non riesce a fare molti passi avanti. In seguito la trama si riprende notevolmente riuscendo a creare un bel colpo di scena su chi fosse il colpevole e quali fossero le sue motivazioni, le quali sono legate allo scheletro che è stato ritrovato all'inizio della storia. Scheletro di cui Poët capirà abbastanza in fretta l'identità, ma solo verso la fine riuscirà a saperne di più su questa ragazza e il motivo della sua morte. Motivo che tra l'altro non è proprio leggero da digerire, ma che ha delle implicazioni piuttosto pesanti, sebbene non si possa parlare di un vero e proprio omicidio compiuto volontariamente.
Una storia che sicuramente cerca di mettere in evidenza i pregiudizi che vigevano nell'Ottocento nei confronti delle donne, e di cui le donne stesse erano vittime, e su come queste fossero molto limitate nella scelta riguardante il loro futuro, ricche o meno benestanti che fossero. Lidia Poët assume quindi il ruolo un po' di personaggio controcorrente, di quella strana perché di discosta dalla massa e ha idee diverse da tutti gli altri, perché è quella alternativa. È un personaggio determinato sicuro di sé, con un certo fascino; come investigatrice dimostra di avere delle buone capacità ma di non essere imbattibile, in quanto su certe cose il "fantasma" riuscirà a fregarla, e anche lei avrà bisogno del suo amico Edmondo per riuscire a tirarsi definitivamente fuori dai guai.
Lettura intrigante che parte bene, prosegue un po' rallentando il ritmo, per poi riprendersi nell'ultimo terzo della storia, quando si iniziano a scoprire le cose più interessanti e succose, con un bel colpo di scena su chi è il così detto fantasma (scoprirlo o arrivare a sospettare di lui non è facile). Una lettura adatta dai 10/11 anni in su, anche grazie ai capitoli suddivisi in sottocapitoli piuttosto brevi e veloci da leggere, scritti tra l'altro abbastanza in grande.


Sopra: Sulla copertina dallo sfondo azzurro compare la figura nera di Lida, con il suo animaletto, il pipistrello Voltaire, che le svolazza accanto.
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