"La figlia di Rappaccini" è un racconto scritto da Nathaniel Hawthorne e accompagnato dalle illustrazioni di Marco Calvi. Tale racconto era già stato pubblicato in italiano dalla casa editrice Passigli nel 1991 nella raccolta "La figlia di rappaccini e altri racconti".
Una storia che vede per protagonista un giovane che incontra la figlia di un medico specializzato in piante velenose.

Sopra: L'elegante e preziosa copertina con sfondo e fregi dorato, dai bordi marroni, su cui spicca la figura della figlia di Rappaccini, dalla pelle bianca e vestita di rosso.
Giovanni, un giovane studente, arriva a Padova per
iniziare l’università. Ma appena si affaccia alla finestra della
pensione dove alloggia, dimentica ogni proposito accademico: ciò che
cattura la sua attenzione è uno strano giardino e, tra le sue
meraviglie, una figura affascinante: "Un giovane uomo di nome Giovanni Guasconto arrivò qui tanto tempo fa da una regione da sud dell'Italia, per studiare all'Università di Padova. Giovanni, che aveva appena una manciata di ducati d'oro nelle tasche, si sistemò nella stanza ampia e cupa di un vecchio edificio che avrebbe potuto essere tranquillamente quella di un nobile padovano e, infatti, sulla facciata aveva ancora gli stemmi di una famiglia ormai estinta da tempo. [...]
Per quanto tenie, però, la luce cadeva su un giardino sotto la finestra, nutrendo una varietà di piante che sembravano essere state coltivate con estrema cura.
<<Il giardino fa parte della casa?>> chiese Giovanni.
<<Dio ce ne scampi, signore, a meno che non fornisca frutti o erbe migliori di quelle che ci crescono adesso>>, rispose la vecchia Lisabetta. <<No, il giardino viene coltivato dalle mani del signore Giacomo Rappaccini, il famoso dottore, e vi garantisco che il suo nome è arrivato fino a Napoli. Si dice che lui distilli queste piante in medicine che sono potenti quanto un incantesimo. Spesso vedrete il signor dottore al lavoro, e forse anche sua figlia, che raccoglie gli strani fiori che crescono nel giardino>>."
È Beatrice, fragile e incantevole,
figlia del misterioso dottor Rappaccini, la quale si muove tra giardini avvelenati e verità sussurrate, luminosa e letale, cresciuta tra le piante venefiche coltivate dal padre.
Quest'ultimo è "un uomo comune, alto, emaciato, un po' giallastro e dall'aspetto malaticcio, vestito con un abito nero da studioso. Aveva superato la mezza età, i capelli grigi, una barba rada dello stesso colore e il viso evidentemente segnato dall'abitudine allo studio e all'esercizio della mente, un volto che, persino Eni suoi giorni più giovani, difficilmente avrebbe potuto esprimere un autentico calore d'animo."
Nonostante respinga ogni pretendente, la ragazza sembra accogliere
con dolcezza le attenzioni di Giovanni. Tuttavia, più d’uno lo mette in
guardia: il padre di Beatrice è uno scienziato disposto a tutto, pur di
portare avanti i suoi esperimenti.
Sono solo dicerie? O dietro l’isolamento della ragazza si nasconde qualcosa di ben più oscuro?


Sopra: Due pagine che mostrano Beatrice mentre si trova nel giardino del padre.
I testi del breve racconto sono accompagnati dalle splendide e sontuose illustrazioni di Marco Calvi, in cui predominano i toni caldi del rosso e del marrone, assieme a quelli, un po' più freddi, del verde.
L'artista realizza spesso figure a doppia pagina, dallo stile un po' espressionista e con un tocco di onirico, sebbene ciò che rappresenta sono scene con personaggi e ambientazioni descritte nella storia, a cui aggiunge però un tocco di inquietudine e delle atmosfere cupe e misteriose.
Egli rappresenta soprattutto Giovanni, giovane dalla folta chioma mora e Beatrice, donna bella e seducente dai lunghi capelli rossicci. Oltre a loro compaiono poi anche il padre della ragazza, uomo alto e magro dall'aria truce, e il professor Pietro Baglioni, un omone grande e grosso dai capelli biondi a caschetto e con la frangetta.
Se i due protagonisti sono ritratti con delle sembianze attraenti, nonostante l'artista faccia più volte intuire la pericolosità di Beatrice, associandola a figure come la morte, gli altri personaggi hanno invece spesso fattezze esagerate e distorte, a tratti quasi caricaturali. I personaggi di Calvi inoltre sono molto espresssivi, sia che stiano semplicemente sorridento che quando si arrabbiano o si disperano, arrivando quasi a deformare i propri volti.





Sopra: Alcune illustrazioni interne di Marco Calvi, di cui le prima in alto raffigurano Beatrice, in modo realistico o più simbolico, mentre in quella in basso vediamo Giovanni.
"La figlia di Rappaccini" di Nathaniel Hawthorn è racconto interessante, un po' gotico e un po' misterioso, in cui seguiamo le vicende di questo ragazzo di nome Giovanni e del suo fatidico incontro con la bella Beatrice, figlia del dottor Rappaccini, la quale ha qualcosa di strano: "... comparve la figura di una giovane donna, vestita di raffinata eleganza che poteva rivaleggiare con il più splendido dei fiori, bella come il sole, con un colorito così profondo e vivido che un'ombra in più sarebbe sembrata eccessiva. Sembrava piena di vita, salute ed energia; qualità però tenute a bada e serate dalla cintura simbolica della sua verginità. Eppure la fantasia di Giovanni era quasi morbosa mentre guardava giù nel giardino; l'impressione che la bella straniera gli fece finché lei fosse un altro fiore, la sorella umana di quegli arbusti, bella quanto loro e forse anche più bella, ma pur sempre da toccare solo con un guanto e sa avvicinare con una maschera. Mentre a Beatrice scendeva lungo il viale del giardino, era evidente che maneggiavan e inalava l'odore di diverse piante che suo padre aveva evitato con molta cautela."
Una ragazza molto bella quanto pericolosa, velenosa come le piante che coltiva in giardino, ma non perché sia una classica femme fatal, infatti la ragazza possiede un animo puro e si innamora genuinamente del giovane aspirante medico. La colpa della sua natura pericolosa è opera di suo padre, un uomo intelligente e affamato di conoscenza, ma freddo e insensibile, più interessato a condurre i suoi esperimenti scientifico che non al bene della figlia.
Un racconto breve ma intenso, che si legge velocemente e tiene alto l'interesse del lettore (anche grazie alla brevità della storia), che segue le vicende di questi due giovani fino ad arrivare al tragico finale e che esplora temi come il rapporto tra la natura e la scienza (con una critica alla scienza che manipola la natura fino a corromperla, rendendo qualcosa di bello e innocente come un fiore qualcosa di pericoloso e mortale), tra l'amore e il pericolo, della purezza contro la corruzione (Beatrice è una ragazza dall'animo nobile e puro, tuttavia il suo corpo è velenifero e mortale erle altre creature viventi) e dell'isolamento (Beatrice è sempre stata tenuta isolata dal resto del mondo, in parte per mantenere la sua purezza, ma soprattutto per il fatto di essere pericolosa per gli altri esseri viventi, per cui per anni la sua unica compagnia sono state le piante velenifere del giardino del padre, di cui lei si è sempre presa cura come delle sorelle).
Come scritto sul retro di copertina: "In questo racconto gotico intriso di simbolismo e inquietudine, nathaniel Hawthorne ci conduce in una parabola sull'innocenza corrotta, la conoscenza proibita e l'illusione del controllo."
Un bel racconto finalmente edito in una bella edizione sontuosamente e riccamente illustrata da Marco Calvi, capace di restituire tutta la potenza visionaria del testo con un ricco apparato visivo, oscuro e profondamente poetico
Quest'opera è stata pubblicata nel 2025 dalle Edizioni Re-belle, ha 120 pagine, la copertina rigida, misura 21,5 cm d'altezza e 14,2 cm di lunghezza e costa 16,00 euro.
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