"Il giardino di mezzanotte" di Philippa Pearce è un romanzo scritto nel 1958 da Philippa Pearce e che attualmente è considerato quasi un classico per l'infanzia, anche se non è più famosissimo come libro, nonostante quando uscì ebbe molto successo.
Il romanzo viene però più volte citato nel saggio: "IN CERCA DI GUAI: studiare la letteratura per l'infanzia", e definito da Laforest un "romanzo centrale del periodo". Questo volume è composto da diversi saggi che affrontano vari aspetti della letteratura per l'infanzia e "Il giardino di mezzanotte" viene citato in "Sulla fine dell'infanzia" di Laforest a pagina 93 riguardo al concetto del passaggio tra due mondi attraverso una soglia non sono spaziale ma anche temporale; in "In loco. Leggere lo spazio per Leggere la letteratura per l'infanzia" di Varrà, a pagina 115, riguardo al legame tra spazio, infanzia e memoria, dove l'autore spiega come il giardino che compare nel libro della Pearce è "un confessato omaggio alla casa del padre e al suo giardino" e poi cita nuovamente l'opera, a pagina 139, parlando dell'irriducibilità tra linguaggio ed esperienza; e se ne parla anche in quello "Grandi scrittrici, grandi lettere nella letteratura per l'infanzia" a pagina 166, per quanto riguarda il "potere del margine", del qui e dell'altro, della "possibilità di entrare in contatto con chi è venuto prima di noi".
Sempre questo romanzo è citato anche nel saggio: "La letteratura invisibile" a cura di Emily Beseghi e Giorgia Grilli, a pagina 29, dove si parla di cose che solo i bambini riescono a vedere: "considerato da molti uno dei migliori romanzi per bambini del Novecento, dove ciò che il piccolo protagonista - e solo lui- in maniera tanto coinvolgente "vede" dà propriamente vita all'intera trama della vicenda."
Il romanzo vede come protagonista un ragazzino di nome Tom costretto a passare l'estate dagli zii a causa del morbillo contratto dal fratello, annoiandosi a morte, finché di notte non accade qualcosa di straordinario.
Sopra: Le copertine di varie edizioni di questo romanzo, diventato un mezzo classico della letteratura per l'infanzia. A sinistra la copertina dell'edizione in ridida della Mondadori del 2018, poi due edizioni Salani di cui quella centrale del 2005 e quella a destra del 1988.
Tom è costretto a passare le vacanze estive dagli zii: suo
fratello Peter è malato di morbillo e deve stare in quarantena. Gli si
prospettano interminabili giorni di noia e solitudine: gli zii abitano
in un piccolissimo appartamento senza giardino. Tra l'altro non può neanche incontrare altre persone perché potrebbe già essere contagiato: "... era in isolamento, non doveva stare vicino a Peter perché poteva prendere il morbillo, e non doveva neppure avvicinare altre persone, perché poteva essere già stato contagiato. Per fortuna, però, gli zii Kitson il morbillo lo avevano già avuto."
Tom è ormai rassegnato
al suo destino quando una notte, nel silenzio della casa, sente l'antica
pendola dell'ingresso battere la tredicesima ora. Tom scende al piano
inferiore per vedere quel bizzarro orologio, ma viene attratto dalla
porta sul retro. Lì, di fronte a lui, si apre un immenso, magico
giardino, laddove di giorno si trova soltanto uno squallido cortile
pieno di bidoni dell'immondizia: "Solo un grande prato con aiuole in fiore, un abete maestoso e tassi frondosi, accigliati, che si curavano su due lati del prato; sul terzo lato, a destra, c'era una serra grande quasi come una casa; e da ogni angolo del prato si snodava in sentiero, serpeggiando verso le profondità di altri giardini, di altri alberi."
Quando però Tom decide di ritornarci alla luce del giorno non vede nulla di tutto ciò: "Sul retro della casa non c'era altro che uno stretto passaggio, limitato da uno steccato di legno, con uno sbocco verso la strada. C'erano cinque bidoni della spazzatura; vicino era parcheggiata una vecchia automobile sotto la quale si intravedevano un paio di gambe rivestire di pantaloni. Un foglio di giornale svolazza qua e là spinto dal vento; aleggiava un odore di sole sulle pietre e sul metallo, misto alla vernice dello steccato."
Tom decide di ritornare il giardino la notte successiva e lo ritrova così come l'aveva visto la prima volta. Dopodiché tornerà nel giardino ogni notte: "Vide il giardino in differenti ore e in differenti stagioni: l'estate era la stagione che preferiva, quando il tempo era perfetto. All'inizio dell'estate c'erano ancora giacinti nelle aiuole a forma di mezzaluna e viola ciocche gialle in quelle rotonde. Poi i giacinti si piegavano e morivano, le violacciocche gialle venivano sradicare e al loro posto fiorivano violacciocche color porpora e astri. [...] Quando l'estate era più avanzata, le pere che crescevano lungo il muro venivano avvolte in sacchetti di mussola perché maturassero al sicuro."
Il giardino di mezzanotte è magnifico,
rigoglioso e pieno di piante, profumi, animali, nascondigli da costruire
e alberi da scalare, insieme a Hatty, una bambina vittoriana coraggiosa
e indipendente, Tom vivrà mille incredibili avventure, per arrivare
infine a risolvere il mistero che avvolge il giardino e la sua compagna
di giochi.
Sopra: Due pagine tratte dal terzo capitolo dell'edizione Salani del 1988, in cui vediamo Tom entrare per la prima volta nel giardino del titolo.
Ogni capitolo è accompagnato da un'illustrazione introduttiva opera di Susan Einzig, posta subito prima del titolo del capitolo.
Sono disegni in bianco e nero dall'aspetto abbastanza realistico e curato, ricche di dettagli, tra cui ad esempio le varie foglie e rametti che costituiscono la rigogliosa vegetazione del giardino misterioso. Le illustrazioni sono grandi circa mezza pagina e ritraggono scene che accadranno nel capitolo, anche se spesso vi vediamo Tom, il protagonista, ed Hatty, l'amica che trova nel giardino.
Sopra: Questi disegni collocati prima di ogni capitolo mostrano in particolare Tom ed Hatty (sia da bambina che da donna).
In un'altra edizione del libro del 2005, sempre nella collana di "Gli Istrici", sono presenti delle nuove illustrazioni, opera di Fabian Negrin.
Queste sono illustrazioni sempre in bianco e nero, ma a tutta pagina, inserite in mezzo ai capitoli, a differenze di quelle dell'edizione precedente che invece precedevano ciascun capitolo.
In realtà le immagini sembrano essere di fue tipi: alcune sembrano essere realizzate con dei colori più pastosi, che creano zone d'ombra più omogenee; altre invece sembrano essere realizzate stile incisioni, con un pennino e della china, poiché gli elementi sembrano essere stati tracciati con molteplici linee sottili, e le zone d'ombra riscontrano un maggior numero di questi tratteggi, sovrapposti tra loro in modo più o meno fitto.
Sopra: Alcune illustrazioni di Negrin, tratte dall'edizione del 2005, notate come quelle in alto siano differenti rispetto a quelle più in basso, che sembrano realizzate con un pennino e della china, mentre quelle in alto sembrano esser state fatte con un'altra tecnica.
"Il giardino di mezzanotte" di Philippa Pearce è un bel romanzo con elementi onirici e misteriosi, che l'autrice mescola sapientemente, aggiungendovi gradevoli descrizioni, estremamente vivide, dei luoghi visitati da Tom, per creare una storia indimenticabile.
La storia inizia con il povero Tom che viene spedito a passare alcune settimane dagli zii perché suo fratello Peter ha preso il morbillo e quindi Tom deve stargli distante. Ovviamente il bambino non è assolutamente contento dell'idea, anche perché i suoi zii non gli stanno particolarmente simpatici e vivono in un noioso appartamento privo di giardino.
Appena entrato nella palazzina Tom nota un orologio a pendolo: "un grande orologio antico a colonna."
Gli zii non sono cattivi, e la zia Gwen è anche una brava cuoca, ma Tom inizia ad avere difficoltà a dormire durante le notti, forse per i pasti troppo abbondanti o forse anche perché durante il giorno non face abbastanza esercizio fisico "sempre chiuso in casa a risolvere parole incrociate e puzzle, senza mai aprire la porta". Non può neppure leggere fino a tardi, poichè lo zio Alan glielo ha proibito. Per lui il nipote deve andare a letto alle 9 di sera e svegliarsi alle sette di mattino.
Così, una sera, annoiato a causa della mancanza di sonno, sentendo l'orologio battere tredici rintocchi decide di uscire dall'appartamento degli zii e di andare dall'orologio. Nel cercare di vedere come aprirlo il bambino apre la porta sul retro e vi scopre un meraviglioso giardino. Il giardino nella letteratura è un ambiente interessante perché permette di stare in contatto con la natura, di sperimentare la libertà, ma in un luogo non eccessivamente ampio o comunque delimitato, e quindi un luogo protetto, sicuro, a differenza del bosco. Il bosco infatti lo troviamo spesso nelle fiabe come luogo prediletto in cui i personaggi si perdono o dove incontrano pericoli e insidie. Chi attraversa un bosco si ritrova di solito in un luogo distante da casa, per cui il bosco è di solito un luogo misterioso e ricco di insidie, anche se al contempo anche più ricco di opportunità, senza confini. Il giardino invece è una cosa più intima, è uno spazio umanizzato, un luogo di pace e si riposo, una specie di paradiso o luogo ideale; spesso può essere anche segreto, come quello di "Il giardino segreto" della Burnett. A volte può essere un luogo proibito a chi non ne è proprietario, come capita sovente nelle fiabe, dove magnifici giardini appartengono a fate, streghe, sovrani, oppure mostri. I giardini comunque possono essere luoghi ricchi di misteri e di meraviglie, proprio come quello visitato da Tom. Il quale da allora continua a visitare il giardino ogni notte, finché incontra anche delle persone, che però non riescono a vederlo né sentirlo, tra cui: una servetta, un giardiniere, e quattro giovani. Si tratta di 3 ragazzi (Huber, James ed Edgar) e una bambina, Hatty.
Tom inizia a trascorrere tutte le sue giornate/nottate nel giardino giocando con Hatty, anche se a volte la bambina si mette nei guai, mentre nessuno sembra accorgersi della sua esistenza, è come se fosse invisibile agli occhi degli altri abitanti della casa.
Inizialmente Tom non riesce a rendersi conto di cosa gli accade, anche se col passare del tempo inizia a farsi delle domande su chi potrebbe essere Hatty e dove si trovi in realtà questo giardino. In base agli abiti deduce che Hatty vive nell'epoca vittoriana, per cui inizialmente pensa che sia un fantasma, ma ben presto capisce che non è esattamente così.
Hatty in realtà vive in un altro tempo rispetto a Tom, un tempo passato, un epoca in cui il tempo scorre diversamente da quello del presente di Tom. Infatti Hatty e i suoi cugini crescono, mentre Tom rimane sempre lo stesso, in quanto per lui tra una visita e l'altra passa solo un giorno, mentre per Hatty passano dei mesi: "<<Ci vediamo domani>>.
Hatty sorrise. <<Dici sempre così, e poi passano mesi e mesi prima che ti riveda>>.
<<Ma se vengo ogni notte!>> protestò Tom."
Tom vorrebbe svelare il segreto dell'orologio, ma il tempo passa inesorabile e lui non potrà rimanere in eterno dagli zii, anzi ha già protratto la sua visita più a lungo del previsto, tanto che il fratello si è completamente ripreso e non vede l'ora che Tom torni a casa.
Anche l'avventura di Tom giungerà alla fine e le sue domande troveranno finalmente risposta: chi era Hatty, che fine ha fatto, perché l'orologio si trova nell'atrio del palazzo degli zii, da dove viene il giardino...
Una bella storia un po' misteriosa, che permette ai lettori di entrare nelle pieghe del tempo, di perdersi e giocare tra passato e presente, tra sogno e realtà, entrando dentro una dimensione forse più onirica che reale, ma comunque estremamente vivida per Tom, e per i lettori. Tanto che Tom stava iniziando a preferire il sogno alla realtà, iniziando a vivere distaccato da essa (passa le giornate a pensare a quando potrà ritornare nel giardino), ma alla fine dovrà imparare che non si può fuggire dalla realtà per sempre e rifugiarsi in un sogno. Perchè la vita è una e bisogna viverla al massimo e al meglio. E alla fine anche Tom si scoprirà contento di tornare a casa, e ritrovare il suo fratellino e la sua famiglia, che aveva anch'essa sentito la sua mancanza. Se l'inizio del libro è stato segnato da un distacco è giusto che la fine invece si caratterizzi per un incontro, anzi, due incontri.
Un classico attualmente un po' dimenticato, anche se so che quando venne pubblicato ebbe parecchio successo, adatto a bambini e ragazzi dai 9 anni in su, che meriterebbe di venire riscoperto e consigliato più spesso poiché parla di desideri, di sogni, di speranze, di misteri, di paure, di giochi, di spensieratezza, di libertà, di crescita e di si amicizie che possono sopravvivere al tempo e allo spazio, arrivando a legare in modo indissolubile generazioni distanti tra loro.
Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 1958 dalla University Press col titolo "Tom's midnight garden" ed è stato edito in italiano nel 1988 dalla Salani Editore, ha 224 pagine, la copertina flessibile e l'edizione della colla "Gli istrici" misura 18,7 cm d'altezza e 12,3 cm di lunghezza e costava 12.000 LIRE, mentre quella edita nel 2005, con 207 pagine, costa 8 euro
Quella più recente della Mondadori, del 2023 in flessibile (ma ne esiste anche una in copertina rigida del 2018), costa 11 euro.
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