lunedì 2 agosto 2021

La divina avventura: il fantastico viaggio di Dante di Enrico Cerni, Francesca Gambino e Maria Distefano

Come vi avevo già spiegato anche in precedenza (ad esempio, quando vi ho parlato di "L'Inferno di Dante" illustrato da Paolo Barbieri), quest'anno sono esplose le pubblicazioni su Dante e la Divina Commedia, in occasione della commemorazione per il settecentesimo anniversario della morte del poeta, avvenuta il 14 settembre 1321 e con l'istituzione (a gennaio del 2020) del Dantedì (una giornata nazionale dedicata a Dante che si celebra il 25 marzo).
Anche l'opera di cui vi parlerò adesso è una rivisitazione per bambini della Divina Commedia di Dante, ma questa è ormai in commercio da diversi anni, sto parlando di: "La divina avventura: il fantastico viaggio di Dante" di Enrico cerni, Francesca Gambino e illustrata da Maria Distefano.
 
Sopra: La copertina in cui predomina il blu, che risalta il rosso del vestito di Dante e le scritte gialle del titolo. Esiste anche una versione natalizia con lo sfondo rosso e in cui Dante indossa un cappello da Babbo Natale.

Il libro, come ho spiegato nell'introduzione, è una rivisitazione e riduzione della "Divina Commedia" di Dante, riscritta in modo che quest'opera, pietra miliare della letteratura italiana, possa essere approcciata e introdotta anche ai bambini. 
I testi ripercorrono quindi le principali tappe del viaggio di Dante, seguendo il racconto della Commedia attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, facendo fare al lettore la conoscenza di luoghi e personaggi curiosi, fantastici, bizzarri. 
Una cosa degna di nota e che ha reso questo libro particolarmente apprezzato (lo vedo infatti proporre spesso quando qualche genitore richiede una Divina Commedia adatta ai bambini) è che i testi in esso presenti sono tutti delle rime. Questo volume è infatti composto da 400 quartine di ottonari a rime alternate (ABAB) per catturare l'attenzione dei giovani lettori, con il ritmo delle filastrocche e l'incanto della poesia.
Vi riporto un esempio, partendo dall'inizio del racconto:
 
"Qui comincia l'avventura
di un poeta del passato,
che leggeva con gran cura
tanti libri, a perdifiato.
 
Il suo nome? Era Dante!
Il cognome: Alighieri.
Storie e rime inventò, tante,
gran miniera di misteri.
 
Un bel dì si ritrovò
nella selva tetra e scura,
dove stette per un po'
col cuor gonfio di paura.
 
Come lì finito fosse
lui di certo non sa dire.
Fatto sta che il passo mosse:
già pensava a come uscire. 

Ma d'incanto all'improvviso,
ecco apparvero tre fiere:
una lonza (per inciso,
è un gattone a macchie nere),

una lupa e un leone, 
magre, ossute, affamate.
Capì Dante la lezione...
corse a gambe ben levate."

Vi riporto ora, invece, i versi originali scritti da Dante:

"Nel mezzo del cammin di nostra vita,
mi ritrovai in una selva oscura,
che la diritta via era smarrita.
Ah quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura!  [...]
Io non so ben ridir com'io v'entrai:
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'io fui al piè d'un colle giunto,
la dove terminava quella valle
che m'aveva di paura il cor compunto,
guardai in alto, e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi pianeta
che mena dritto altrui per ogni calle.
Allor fu la paura un poco queta [...]
Poi ch'ei posato un poco il corpo lasso,
ripresi via per la piaggia diserta,
sì che'l piè fermo sempre era 'l più basso.
ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
una lonza leggiera e presta molto,
che di pel maculato era coverta;
e non mi si partìa dinanzi al volto,
anzi impediva tanto il mio cammino,
ch'io fui per ritornar più volte volto. [...]
ma non si che paura non mi desse
la vista che m'apparve d'un leone:
questo parea che contra me venesse
con test'alta e con rabbiosa fame,
sì che parea che l'aere ne temesse;
e d'una lupa, che di tutte le brame
sembiava carca ne la sua magrezza"

Sopra: La scena, realizzata da Maria Distefano, che rappresenta l'incontro di Dante con le tre fiere.

Oltre ad essere cambiato il tipo di rima (alternato anzichè incatenato) e i versi (quartine anziché terzine), per permettere una maggiore musicalità e immediatezza, si nota subito che, mentre Dante narra le vicende in prima persone, nella versione rivisitata esse sono narrate in terza, attraverso un narratore esterno.
Sono stati poi ovviamente tagliati alcuni particolari e riflessioni del poeta, in quanto era necessario riassumere i testi, anche perché alcune riflessioni, metafore e parafrasi sarebbero state un po' complicate da spiegare o da rendere.
Pur nella loro semplificazione i versi risultano comunque fedeli al testo originario e molto coinvolgenti da ascoltare, inoltre il linguaggio non è stato eccessivamente semplificato e compaiono anche alcuni termini ricercati, oltre ad alcune figure retoriche. Vi riporto ad esempio i versi dell'incontro con Caronte:
"Superato il gran portone / ad un fiume vanno i due:
puzza, melma -che impressione!- / acque nere son le sue.
E per là con gran timore / deve Dante transitare
e nel mondo del dolore / il suo animo purgare.
Una folla di dannati / cerca invano un guado o un ponte,
sono proprio disperati / sulle rive d'Acheronte.
E' Caronte che traghetta / sguardo torvo, agli occhi fuoco
quella gente che s'aspetta / male tanto, bene poco.
Pugni, spinte, gran ceffoni / mena sempre a questo e a quello
il vegliardo a cavalcioni / del timone del vascello.
"Guai a voi, o malfattori" / e col remo li inseguiva,
da qui iniziano i dolori, / vi trasporto all'altra riva". "

Ecco invece i versi tratti dalla Divina Commedia (salterò la parte del dialogo tra Caronte, Dante e Virgilio, che nel testo rivistato non è riportata):
"Ed ecco verso di noi venir per nave / un vecchio, bianco per antico pelo
gridando:<<Guai a voi, anime prave! / Non isperate mai veder lo cielo:
i' vengo per menarvi a l'altra riva / ne le tenebre eterne, in valdoe 'n gelo [...]
Caron dimonio, con occhi di bragia / loro accennando, tutti li raccoglie;
batte col remo qualunque s'adagia. Come d'autunnosi levan le foglie ..."

Sopra: L'immagine che ritrae il Caronte realizzato dal Maria Distefano.

Le illustrazioni realizzate da Maria Distefano sono molto graziose e dall'aspetto etereo e delicato, sono molto carine anche se non eccezionali. Sembrano essere disegni realizzati a mano con matite e acquerelli, immagini molto colorate, dai toni accesi e brillanti. 
Interessante il fatto che l'artista abbia dipinto le anime delle persone (che si trovano al'Inferno, in Purgatorio o in Paradiso) di viola, probabilmente per far cogliere al lettore la loro natura non più umana (Dante, invece, è rappresentato con colori normali, poiché egli non è ancora morto).
Sono immagini comunque funzionali, che servono a rappresentare le varie scene descritte nei testi, per cui sono molto utili al lettore per capire cosa sta succedendo, fungono quindi da supporto ai testi. Aiutano inoltre il lettore a visualizzare gli ambienti, le creature, le anime e le varie pene citate nei versi.

Sopra: Le illustrazioni realizzate da Maria Distefano sono molto graziose e dall'aspetto etereo e delicato, sono molto carine anche se non eccezionali. Sembrano essere disegni realizzati a mano con matite e acquerelli, immagini molto colorate, dai toni accesi e brillanti.Questa ad esempio rappresenta l'inizio del viaggio di Dante, nella selva oscura (che in realtà tanto oscura non sembra).

Diciamo che alcune illustrazioni risultano riuscite meglio in alcune scene rispetto ad altre, nella maggior parte dei casi queste sono piuttosto carine, in alcune risultano anche piuttosto belle in quanto maggiormente ricche di personaggi o di dettagli, o presentando un'insolita ed interessante prospettiva, risultando particolarmente curate (ad esempio mi è piaciuta la scena in cui Dante incontra Paolo e Francesca). Il modo in cui sono stati rappresentati alcuni mostri o angeli, per esempio, è spesso interessante (oltre che fedele ai testi) e ne risulta un'illustrazione anche visivamente coinvolgente. 
Altre illustrazioni invece a volte risultano invece un po' troppo semplici (ad esempio quella degli iracondi nel Purgatorio, oppure anche la scena dedicata al Conte Ugolino poteva essere resa decisamente più di impatto), a tratti anche un po' banali e ripetitive, risultando carine ma nulla di eccezionale o particolarmente memorabile (pur rappresentando scene della Divina Commedia, quindi scene con mostri e creature demoniache o angeliche, personaggi che soffrono pene infernali, creature divine...).
Forse la cosa è dovuta anche al fatto che l'illustratrice ha dovuto rappresentare veramente un gran numero di scene, una per ogni facciata (arrivando quindi a un centinaio di disegni), mentre, di solito, quando un artista decide di illustrare un libro sceglie solo alcune scene da rappresentare.



Sopra: Le prime due immagini riguardano Paolo e Francesca, e sono belle e graziose, ricche di dettagli. L'immagine più in basso, che rappresenta gli iracondi nel Purgatorio, invece trovo che abbia un aspetto un po' troppo semplice.

"La divina avventura: il fantastico viaggio di Dante" di Enrico Cerni e Francesca Gambino è una rivisitazione della Divina Commedia di Dante molto carina e ben fatta, riscritta completamente in rima. Queste conferiscono grande musicalità e poesia ai testi, i quali sono stati semplificati e riassunti (sono state ad esempio eliminate quasi tutte le perifrasi, le metafore e diverse riflessioni del poeta), ma non risultano per niente scontati o banali, e rimandono comunque fedeli, per quanto possibile, al materiale di partenza.
Nonostante i testi semplificati tale libro lo consiglierei comunque per bambini della primaria, più che altro per il linguaggio e il lessico utilizzati, che conta anche termini abbastanza specifici e non comuni; anche se in realtà la brevità dei versi e la loro musicalità potrebbero catturare l'interesse anche di bambini più piccoli (dai 4 anni), anche se magari questi non comprenderebbero del tutto i testi.
Le illustrazioni di Maria Distefano, che accompagnano i testi, risultano molto utili al lettore per comprendere un po' meglio cosa sta accadendo, inoltre gli permettono di visualizzare l'ambiente descritto, i vari personaggi e creature citate e il tipo di pene inflitte. Ho apprezzato il fatto che l'artista si sia impegnata nel rappresentare ogni cosa (le pene e l'aspetto di demoni, diavoli e angeli) nel modo più fedele possibile a come li descriveva Dante. 
Ogni pagina contiene un disegno, ed ogni pagina contiene 4 strofe composte da 4 versi ciascuna. I disegni sono carini, dall'aspetto delicato, poetico e molto colorato, e in certi casi risultano anche abbastanza bellini, anche se non sono proprio spettacolari, mentre in alcuni casi li ho trovati di poco impatto (nonostante i temi trattati).
Nell'insieme questa riscrittura della Divina Commedia è un'opera ben fatta, con delle immagini carine (anche se non eccezionali) che aiutano la comprensione e supportano i testi. Il volume merita soprattutto per quest'ultimi, per il modo in cui è stata  riscritta, in quanto ho trovato le rime ben fatte, comprensibili per la fascia d'età a cui il volume è rivolto (senza però essere troppo semplificati, ma mantenendo comunque un linguaggio a tratti ricercato), nonché molto orecchiabili e musicali, veramente piacevoli da leggere e da ascoltare.

L'opera è stata pubblicata nel 2014 dalla Coccole books, è dotata di una copertina flessibile, ha 107 pagine, misura 24 cm d'altezza e 21 cm di lunghezza e costa 14,90 euro. 
La primissima edizione, in copertina rigida e che misurava 17 cm d'altezza e 23 cm di lunghezza, di questo testo in realtà risale al 2007, ad opera della casa editrice Belvedere Marittimo: Coccole e caccole.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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