mercoledì 3 agosto 2022

Anita Garibaldi di Lia Celi e Gabriella Giandelli

Dopo "Penelope" e "Pocahontas" di Sabina Colloredo, eccomi qui a parlarvi di un altro volume che fa parte della collana "Le sirene": una collana di biografie tutta pensata al femminile, "storie di donne per ragazze che amano leggere". Tale collana comprende titoli, oltre ai primi due già citati, come: "Cristina Belgioioso. Una principessa italiana" di Angela Nanetti (2002), "Un'ereditiera ribelle. Vita e avventura di Peggy Guggenheim" di Sabina Colloredo (2003); "Il coraggio di Artemisia. Pittrice leggendaria" di Donatella Bindi Mondaini (2003), "I giorni dell'amore, i giorni dell'odio. Cleopatra, regina a diciott'anni" di Sabina Colloredo (2004), "Dalla parte dei bambini. La rivoluzione di Maria Montessori" di Daniela Palumbo (2004), "Per amore delle parole. Vita e passioni di Virginia Woolf" di Beatrice Masini (2005), "Anita Garibaldi" di Lia Celi (2006), "Isadora Danca" di Sabina Colloredo (2006) ecc...
Stavolta il libro di cui vi parlerò è "Anita Garibaldi" di Lia Celi e illustrato da Gabriella Giandelli, volume dedicato a Ana Maria de Jesus Ribeiro, meglio conosciuta appunto come Anita Garibaldi, che fu una rivoluzionaria brasiliana, moglie del famoso Giuseppe Garibaldi.
 
 
 Sopra: Le copertine delle due edizioni di questo volume. Quella a sinistra è edita direttamente dalle Edizioni El, mentre quella a destra è stata pubblicata dalla Einaudi Ragazzi.
 
Ana Maria de Jesus Ribeiro nasce l'agosto del 1821, nel pieno dell'inverno australe. Terza di cinque figli, inizialmente Ana non è benvoluta dalla madre, che aveva pregato per avere un altro maschietto, dopo che il terzo genito era morto l'anno precedente.
"Non era la fatica del parto però a immobilizzare donna Antonia. Era a delusione. Aveva dato a suo marito un'altra femmina, e i Tiberio ne avevano già abbastanza. Il primo e unico maschietto era morto un anno prima, ucciso dal freddo, quando facevano ancora vita quasi nomade tra la pampa e le montagne, seguendo il capofamiglia negli spostamenti cui lo costringeva il suo mestiere di mandriano".
La famiglia di Ana è povera e con tre figlie da sfamare, a cui poi si aggiungeranno altri due maschietti, deboli però di salute, e che infatti moriranno a causa della febbre perniciosa. Poco tempo dopo anche il padre di Ana, Bento Riberio, a causa del tifo lascerà l'amata figlia, a cui aveva insegnato a cavalcare i cavalli e a sparare col fucile.
Gli anni a venire non saranno facili per la famiglia (non che quelli prima non fossero stati comunque duri), ma donna Anita, madre di Ana, riuscirà a mandare avanti la famiglia, facendo sposare le figlie maggiori e poi anche Ana, anche se questo matrimonio non sarà particolarmente riuscito, tanto che il marito, quando giunge voce in città che i rivoluzionari stanno arrivando, fugge abbandonandola.  Sarà però in questo periodo che Ana farà una conoscenza molto importante: Giuseppe Garibaldi, il "romantico corsaro italiano".
Un incontro che cambierà per sempre il suo destino.

Sopra: Alcune pagine del libro che parlano dell'infanzia di Ana, con un'illustrazione che ce la mostra, a 10 anni, mentre monta un cavallo.
 
Le illustrazioni di Gabriella Giandelli sono particolari, dai tratti semplici, con figure graziose tratteggiate con linee sottili e delicate. Quai tutte le illustrazioni, che sono in tutto 4 nell'intero libro, ritraggono solo Anita, la quale è stata ritratta con un volto ovale, degli occhi grandi ed espressivi, un naso abbastanza importante, anche se non aquilino, e una bocca carnosa.
Ciò che colpisce però maggiormente dei disegni sono i colori: la pelle dei personaggi è stata lasciata bianca, mentre i capelli di Anita sono stati dipinti di viola. I colori dei paesaggi, che possono avere sia tonalità delicate che più intense, invece sono stati mantenuti normali, con tinte quali il verde, l'azzurro e il giallo.
Come ho detto prima i disegni ritraggono scene descritte nei testi, anche se si tratta sempre di scene che riguardano Anita e che hanno praticamente lei come unica protagonista: lei che cavalca, che si fa il bagno, abbracciata a Garibaldi o intenta a osservare la luna.

 
 Sopra: Due delle quattro illustrazioni comprese nel volume (quella che non vi ho messo contemplava una scena di nudo, in cui viene fatta vedere Anita mentre pesce un granchio in un lago) che, come potete vedere hanno sempre come soggetto principale la protagonista, mentre il suo compagno passa, giustamente, in secondo piano.
 
"Anita Garibaldi" di Lia Celi e illustrato da Gabriella Giandelli è un volume che narra una storia molto coinvolgente e interessante: quella di Ana Maria de Jesus Ribeiro, una rivoluzionaria brasiliana, diventata compagna e moglie di Giuseppe Garibaldi. Ella dimostrò fin da piccola uno spirito indomito, coraggioso e forte e in seguito, durante la rivoluzione, combatterà sempre con gli uomini, e pare che venne spesso assegnata alla difesa delle munizioni, sia negli attacchi navali sia nelle battaglie terrestri. 
L'autrice narra la vita di Anita, ripercorrendola dalla nascita alla sua morte, avvenuta il 4 agosto 1849, a 28 anni, in modo coinvolgente e, soprattutto, corretto. Tutti gli eventi avvenuti nella vita della donna sono correttamente riportati nella storia. L'autrice mette inoltre in evidenza come il carattere della giovane Anita, di indole libera e un po' ribelle, la facesse risultare spesso scomoda e oggetto di male lingue.
"Nel giro di pochi giorni, i bagni della figlioccia di Joao Braga erano sulla bocca di tutto il quartiere. Perfino don Ferreira, il parroco, si sentì in dovere di ammonire donna Antonia: - Sbrigatevi a fare sposare vostra figlia, o la sua intemperanza la metterà su una cattiva strada!."
Un bel volume che narra in modo interessante e coinvolgente, nonché storicamente corretto, le vicende di Anita Garibaldi. Peccato solo per la lunghezza del libro, troppo corta per permettere dall'autrice di narrare per intero l'intera vita della protagonista. C'è ad esempio un salto temporale dal momento in cui Anita vede per la prima volta Garibaldi nel 1840 e il loro matrimonio nel 1842. In questo periodo Anita lotta assieme a Garibaldi, venedo pure catturata dalle truppe imperiali brasiliane (ma riuscirà a fuggire grazie alla sue doti di cavallerizza), e ha un figlio da lui. Sarebbe stato interessante sentire narrare queste vicende e poter vedere Anita cimentarsi anche sul campo di battaglia assieme al compagno.
Anche successivamente c'è un grosso salto temporale, dal 1842 al 1849, periodo nel quale Anita ha altri 3 figli (di cui però la seconda morirà a soli 2 anni) e Garibaldi si dedica alle rivoluzioni in Europa (in particolare in Italia).
Questo libretto rimane comunque un ottimo modo per fare conoscere ai giovani, a partire dai 9/10 anni, questa coraggiosa figura femminile.
Bella ad esempio la parte in cui Anita, giunta in Italia, rivede nella povera gente del popolo italico le stesse condizioni in cui viveva il suo popolo, in Brasile, e pensa a come sia importante l'istruzione. 
"Fra i contadini regnavano miseria, ignoranza e superstizione. Come nelle campagne brasiliane, le donne valevano poco più di animali da soma. [...] Bastava vincere una terra per cambiare tutto? No, e nessuno poteva saperlo meglio di Anita. Anche lei era stata una figlia del popolo ignorante e oppressa. Le ci erano voluti molti anni e molte esperienze per capire che l'ignoranza e l'oppressione non sono un destino. C'è sempre un'altra strada, ma bisogna avere il coraggio di sceglierla".
Interessanti parole su cui riflettere.
 
Questo libro è stato pubblicato nel 2008 dalla Einaudi Ragazzi (Edizioni EL), ha 78 pagine, la copertina flessibile e misura 18 cm d'altezza e 11 cm di lunghezza e costa 8,50 euro. 
Vi è poi un'altra edizione pubblicata nel 2006 (dal formato più grande) dalle EL Edizioni, sempre con la copertina flessibile, con 82 pagine, che misura 23,8 cm d'altezza e 17,3 cm di lunghezza e che costa 15 euro.

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