lunedì 18 novembre 2019

Mignolina di Hans Christian Andersen e Marco Mazzoni

Nonostante io ami molto parlare di albi illustrati di fiabe, mi è capitato poche volte di recensire albi di fiabe scritte da Hans Christian Andersen, nonostante sia uno dei maggiori e più famosi scrittori di racconti fiabeschi. Inoltre, quelle poche volte che mi è capitato di parlare dei racconti di questo scrittore, si trattava della fiaba de "La Sirenetta", per cui sono contenta di poter recensire, questa volta, una fiaba differente. L'albo che vi presenterò oggi è "Mignolina" di Hans Christian Andersen e illustrato da Marco Mazzoni.
Quest'opera risulta inoltre interessante perché fa parte di una collana di classici illustrati diretta da Benjamin Lacombe (artista di cui ho recensito diversi libri illustrati), una collana che "nasce dal desiderio di presentare grandi classici in una veste nuova e raffinata, affiancando all'autorità dei maestri del passato lo stile originale di alcuni tra i più ispirati giovani illustratori di oggi". 

Sopra: Sulla copertina della fiaba è possibile ammirare una delle illustrazioni presenti all'interno del volume, in particolare quella che rappresenta il momento in cui Mignolina si prende cura della rondine. L'immagine è infatti ciò che spicca maggiormente, mentre il titolo del volume è posto in basso al centro, in un riquadro dorato da cui si diramano degli intrecci  anch'essi dorati, che vanno ad impreziosire ulteriormente l'immagine sottostante.

I testi della versione illustrata da Mazzoni assomigliano a quelli scritti da Andersen, anche se presentano comunque delle modifiche, come, ad esempio la sostituzione di alcuni termini con altri, oppure il fatto che molte frasi sono state leggermente cambiate oppure, a volte, abbreviate o proprio saltate.
Di seguito riporto uno stralcio della storia, di entrambe le versioni, per farvi comprendere meglio cosa voglio dire.
Versione di Hans Christian Andersen (tratta dal volume edito dalla TASCHEN): "Andò a casa, piantò il grano d'orzo e lì per lì spuntò un bel fiore, che somigliava al tulipano, con i petali chiusi strettamente, come se fosse ancora in boccio. "Che bel fiore!" disse la donna, e baciò i petali rossi e gialli. Per l'appunto mentre lo baciava, il fiore fece Ppa! e si aprì. Era un vero tulipano, ora si riconosceva benissimo. Ma, in mezzo al fiore, seduta sui verdi stami vellutati, c'era una bambina, così delicata e graziosa che era un piacere vederla. Era alta forse appena mezzo pollice, perciò le mise nome Pollicina.
Un bel guscio di noce ben lucidato le serviva da culla: i materassi erano petali di viole del pensiero, morbidi come il velluto, e una foglia di rosa formava la coperta. Là dentro dormiva la notte, ma il giorno giocava sopra la tavola, dove la donna aveva posto un piatto, con una ghirlandetta di fiori tutt'intorno all'orlo; lo stelo dei fiori era immerso nell'acqua, e sull'acqua galleggiava un gran petalo di tulipano. In questo la fanciulla poteva starsene seduta, e vogare da un lato all'altro del piatto servendosi di due setole bianche a guisa di remi. Era proprio un bellissimo vedere!"
Versione illustrata da Marco Mazzoni: "Poi tornò a casa e piantò il granello d'orzo. Presto vide spuntare dalla terra un gran bel fiore, che somigliava a un tulipano, ma ancora in gemma. "Che bel fiore!" esclamò la donna, baciandone i petali rossi e gialli e in quel momento il fiore si aprì con un botto. Era proprio un tulipano, ma al suo interno, sul pistillo verde, era seduta una bambina piccola, graziosa e delicata, alta poco più di un mignolo. Perciò la donna la chiamò Mignolina.
Allora prese un guscio di noce come culla, delle violette come materasso e un petalo di rosa come coperta. La piccina dormiva tutta la notte, mentre di giorno giocava sul tavolo, dove la donna aveva posato un piatto pieno d'acqua con tutt'intorno una ghirlanda di fiori. Nel piatto galleggiava un gran petalo di tulipano sul quale Mignolina si sedeva e navigava da una sponda all'altra usando come remi due crini bianchi di cavallo. Era uno spettacolo affascinante."

Come si può notare il pezzo tratto dalla versione integrale appare più lungo, in quanto alcune parole o brevi frasi sono state saltate nella versione illustrata da Mazzoni. Ad esempio la frase riferita al fiore "che somigliava al tulipano, con i petali chiusi strettamente, come se fosse ancora in boccio", è diventata "Un gran bel fiore, che somigliava a un tulipano, ma ancora in gemma". Alcune parole sono poi state modificate, ad esempio al posto del suono onomatopeico Ppa, il curatore ha preferito dire che il fiore "si aprì con un botto", oppure "viole del pensiero" è diventato "violette", oppure, le "setole", sono diventate "due crini".
Questi tipi di modifica si ripropongono poi anche nel resto del racconto, il quale comunque segue fedelmente, almeno fino al finale, le vicende che accadono alla protagonista. La parte finale della storia presenta infatti una modifica rispetto alla versione di Andersen in quanto, in quest'ultima, Pollicina accetta subito la proposta di matrimonio il re degli spiriti dei fiori ("Non c'è da meravigliarsi, dunque, che al bel Principe Pollicina abbia detto di sì"), mentre nella versione illustrata da Mazzoni Mignolina "Decise di rimandare la risposta".
Versione di Hans Christian Andersen (tratta dal volume edito dalla TASCHEN): "Perciò si tolse la corona d'oro e la pose sul capo di lei. Poi le domandò come si chiamava e se accettava di sposarlo, diventando così regina di tutti i fiori. Ora, questo era un pretendente ben diverso dal figlio del rospo e dal talpone con la pelliccia vellutata. Non c'è da meravigliarsi, dunque, che al bel Principe Pollicina abbia detto di sì. Da ogni fiore uscirono un cavaliere e una damina, talmente graziosi che era un incanto starli a guardare. Ciascuno di loro portò a Pollicina il suo regalo di nozze, ma il regalo più gradito fu un bel paio di ali, che erano appartenute a una grande mosca bianca".
Versione illustrata da Marco Mazzoni: "Allora prese la sua corona d'oro e gliela posò sul capo, poi le chiese come si chiamava e se voleva diventare sua sposa. Era un marito ben diverso dal figlio del rospo e dalla talpa con la pelliccia nera! E accettando la sua proposta, sarebbe diventata la regina dei fiori! Decise di rimandare la risposta. Intanto da ogni fiore puntarono un omino e una donnina che le offrirono dei doni. Il più bello fu un paio d'ali trasparenti che erano appartenute a una grossa mosca bianca".

Sopra: Questa immagine mostra la protagonista delle vicenda, circondata da fiori e farfalle.

Le illustrazioni realizzate da Marco Mazzoni sono molto raffinate e graziose, complesse e ricche di dettagli, inoltre presentano uno stile originale, soprattutto per la scelta e l'uso dei colori. Il colore predominante in tutte le immagini è infatti il magenta, a cui si accompagnano in varia misura delle sfumature di blu, le quali creano un senso di contrasto. Nelle illustrazioni sono poi presenti anche colori quali il nero e il bianco, il primo è stato usato per creare dei punti d'ombra, mentre il secondo per dipingere la pelle chiara di Pollicina e per far risaltare i punti di luce.
Tutti i disegni presentano comunque delle bellissime sfumature di colore, che fanno risaltare molto i soggetti e gli elementi presenti nelle immagini, i quali sono tutti elementi naturali. In particolare molto predominante è la presenza di fiori e foglie, ma sono presenti spesso anche animali di piccola taglia, mentre l'unica presenza umana (o almeno con parvenze umane) è quella della protagonista.

  

 
Sopra: Le illustrazioni realizzate da Marco Mazzoni sono molto raffinate e graziose, complesse e ricche di dettagli. Da notare la particolare, e volutamente limitata, scelta dei colori, in particolare il magenta e il blu i quali sono presenti nelle varie immagini quantità diverse. Ad esempio nelle illustrazioni a destra prevalgono i toni del blu ( e del nero anche), che fanno apparire le immagini più cupe e scure, mentre nelle immagini a sinistra è stato usato in prevalenza il magenta ( e il bianco). Da notare inoltre la presenza, nelle illustrazioni, di soli elementi naturali, in particolare fiori e animali (in queste immagini si possono vedere ad esempio delle rane, una talpa e un uccello), mentre l'unica presenza umana rimane la protagonista.

"Mignolina" è un albo illustrato molto bello, che colpisce subito per le immagini molto suggestive e affascinanti, ricchissime di particolari e così ricche di fascino per il loro tratto grazioso e delicato e per la scelta e l'utilizzo dei colori che l'artista ha fatto, la quale rende queste illustrazioni molto originali.
I testi, pur non essendo esattamente gli stessi scritti da Andersen, ripercorrono con fedeltà la maggior parte della storia, ad esclusione del finale, che in questa versione è stato cambiato, forse per renderlo più adatto ai gusti del pubblico moderno, anche se viene da chiedersi fino a che punto tale cambiamento possa essere considerato giustificato.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2018 dalla Albin Michel Jeunesse ed è stata edita nel 2019 in italiano dalla Rizzoli. Il volume ha 64 pagine, la copertina rigida, misura 30,05 cm d'altezza e 22,02 cm di lunghezza e costa 20,00 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 11 novembre 2019

Il mago di Oz di Sebastien Perez e Benjamin Lacombe

In questo post vi parlerò dell'ultima fatica dell'artista Benjamin Lacombe, arrivata in Italia poco più di un mese fa: "Il mago di Oz". Questa volta l'artista francese si è quindi dilettato a illustrare un altro grande classico della letteratura, così come aveva già fatto con altre opere quali "Notre Dame de Paris" di Victor Hugo, "Alice au pays de merveilles" di Loius Carrol o "Contes Macabre" di Edgar Alla Poe.
Quest'opera, in particolare, fa parte di una collana di classici illustrati diretta proprio da Benjamin Lacombe, una collana che "nasce dal desiderio di presentare grandi classici in una veste nuova e raffinata, affiancando all'autorità dei maestri del passato lo stile originale di alcuni tra i più ispirati giovani illustratori di oggi".
Questa volta, però, i testi non sono quelli dell'autore dell'opera originale,  ma appartengono a Sébastien Perez, il quale si è ispirato alla storia e ai personaggi di Franck Baum. Come viene spiegato alla fine del volume, infatti,  i classici di questa collana "sono stati tradotti, adattati o riscritti, mantenendo però l'universalità e la profondità di quelle storie senza tempo".

Sopra: La copertina di "Il mago di Oz" è molto bella ed estremamente curata, cosi come tutta questa edizione d'altronde. Al centro, circondata da una cornice di ricami dorati, è stata posta una delle illustrazioni di Benjamin Lacombe, quella dove Dorothy si addormenta nel campo di papaveri, il cui colore rosso salta subito agli occhi del lettore, facendo contrasto col verde del reato della copertina.

Nel caso di questo volume i testi sono stati ritrascritti, infatti questa versione scritta da Sébastien Perez si rivela subito differente rispetto a quella di Baum in quanto non inizia con il presentare Dorothy, descrivendo il modo in cui giunge a Oz, ma inizia con la descrizione della nascita dello Spaventapasseri, nonché dell'incontro di quest'ultimo con la protagonista.
Versione di Franck Baum: "Al di là dello steccato c’era un vasto campo di grano con uno Spaventapasseri infilato in cima a un palo, a tener lontani gli uccelli dal grano maturo. Dorothy appoggiò il mento alla mano e guardò pensierosa lo Spaventapasseri. (...)
Fissando il buffo viso dipinto dello Spaventapasseri, Dorothy rimase sorpresa vedendo uno degli occhi che lentamente ammiccava. Sulle prime pensò di essersi sbagliata, perché gli spaventapasseri del Kansas l’occhietto non lo facevano mai; ma ecco che quella sagoma le rivolse un cenno amichevole, chinando il capo. Allora la bambina scese dallo steccato e gli andò incontro, mentre Toto correva intorno al palo e abbaiava. 
“Buongiorno” disse lo Spaventapasseri, con voce alquanto roca. “Hai detto qualcosa?” chiese stupefatta la bambina. “Certo” rispose lo Spaventapasseri; “come stai?” “Bene, grazie” rispose educatamente Dorothy; “e tu?” “Non mi sento troppo bene” disse lo Spaventapasseri, con un sorriso “perché è noiosissimo stare notte e giorno infilzato quassù a spaventare i corvi” “Non puoi scendere?” chiese Dorothy. “No, ho il palo infilato nella schiena. Se me lo togliessi ti sarei infinitamente grato.” Dorothy tese entrambe le mani e sfilò la sagoma dal palo; imbottita di paglia com’era, non pesava quasi niente."
Versione di Sébastien Perez: "Con grande stupore vide una fanciulla avvicinarsi al campo. La ragazza posò il suo piccolo paniere e poi, senza temere di sgualcire il grazioso abito di Vicky blu e bianco, si arrampicò sulla staccionata e vi si sedette. Aveva un cappellino rosa legato con un nastro che le incorniciava il volto. Si resse il volto con la mano e guardò con aria pensosa nella sua direzione. (...)
Non c'era dubbio, era lui che stava guardando. Le fece l'occhiolino. La ragazza sollevò il mento, fissandolo con aria sorpresa, e lui scosse la testa. Lei scese dalla staccionata e avanzò nella sua direzione. Un animaletto zampettò rumorosamente attorno al palo al quale era appeso.
"Buongiorno” disse lo Spaventapasseri, con voce roca, come per rassicurarsi. “Hai parlato?” gli chiese lei. La ragazzo lo guardò come se fosse un fenomeno da baraccone. Doveva essere la prima volta che vedeva uno spaventapasseri. “Certo, come stai?” “Molto bene, grazie. E tu?” Appeso da due giorni in cima al palo, lo spaventapasseri trovava la sua posizione oltremodo scomoda e vide in quell'incontro un'occasione per conquistare la libertà. Doveva soltanto convincere la ragazza.“Non mi sento bene” rispose sorridendo.“Non è piacevole starsene appesi quassù giorno e notte per scacciare i corvi.” “Non puoi scendere?” chiese lei. “No,mi hanno conficcato questo palo nella schiena. Se sarai così gentile da liberarmi, te ne sarò molto grato.” Senza esitare un attimo, la razza gli cinse la vita e lo sollevò come una piuma, facendogli infine posare i piedi a terra"

Come si può notare la versione scritta da Perez si focalizza maggiormente sul punto di vista e sul pensiero dello spaventapasseri, visto che è costui il personaggio che l'autore ha scelto per raccontare questa storia.
Ciò diventa particolarmente evidente nel decimo capitolo, quello in cui la Strega dell'Ovest invia contro il gruppo di amici le Scimmie Alate, che riescono a distruggere l'uomo di latta e lo spaventapasseri. Quando quest'ultimo muore il racconto si interrompe, riprendendo poi quando lo spaventapasseri verrà rimesso insieme dopo che la strega è stata sconfitta da Dorothy e sarà quest'ultima a riferire all'amico cosa è accaduto in sua assenza.

Sopra: Questa immagine rappresenta la scena in cui Dorothy libera lo spaventapasseri. Interessante il punto di vista scelto dall'artista, che fa vedere questa scena al lettore ponendolo fra le piante di mais, come se fosse un osservatore che sta spiando la scena di nascosto tra le piante.

Le illustrazioni realizzate da Benjamin Lacombe sono molto belle e raffinate. Quelle che sono state realizzate a colori presentano delle tinte forti e vivaci, con colori brillanti e vividi, molto bella, in particolare, risulta ad esempio l'immagine che ritrae Dorothy addormentata nel campo di papaveri, i quali sono di un rosso molto vivo e acceso.

   

Sopra: Le illustrazioni di Lacombe sono, come sempre, molto graziose e raffinate, capaci di trasmettere un'atmosfera ricca di fascino con i loro colori brillanti e accesi, dalle tinte forti e decise.

Altre illustrazioni sono invece state realizzate in bianco e nero, tuttavia queste immagini presentano una particolarità, cioè esse comprendono anche degli elementi di un verde metallizzato, un colore che ricorre per tutto il libro, dalla copertina, ai disegni interni, all'inizio dei capitoli...
Alla fine del libro viene scritto, a tale proposito, che il colore verde è "il simbolo dell'ossessione della società capitalista per il verde dei dollari" e viene inoltre aggiunto che tale colore pervade sempre di più le immagini col progredire dell'avventura.

 
Sopra: Alcune immagini sono state realizzate in bianco e nero, anche se non mancano mai degli inserti verdi, colore che viene riproposto costantemente nel volume.

Questa edizione de "Il mago di Oz" è un'opera molto bella e curata esteticamente, con inserti verde metallizzato e delle splendide e vivaci illustrazioni di Benjamin Lacombe, che contribuiscono a creare un'atmosfera inquietante e magnetica, ricca di fascino. 
I testi mi sembrano piuttosto fedeli ai contenuti del libro di Baum, e ne seguono i fatti piuttosto fedelmente, anche se sono stati riportati dal punto di vista dello spaventapasseri, che è una scelta interessante da parte dell'autore. La narrazione viene infatti affidata a questo personaggio, cioè il "finto tonto che si rivela il perno necessario a collegare gli episodi tra di loro e dare l'impulso all'avventura", come viene scritto alla fine del libro.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2018 dalla Albin Michel Jeunesse col titolo "Le magicien d'Oz" ed è stata edita nel 2019 in italiano dalla Rizzoli. Il volume ha 120 pagine, la copertina rigida, misura 30,05 cm d'altezza e 22,05 cm di lunghezza e costa 25,00 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.