lunedì 29 ottobre 2018

SPECIALE HALLOWEEN: Rappresentazioni della morte nei libri illustrati

Per la festa di Halloween ho deciso di fare un post un po' diverso dal solito: parlerò infatti di come è stata rappresentata la morte in alcuni libri illustrati, presentando quest'ultimi in ordine cronologico di pubblicazione in Italia.
Il tema della morte, soprattutto nei libri per bambini e ragazzi, è un tema delicato e spesso in queste opere viene trattato come tale. Come alcuni sapranno la narrativa (sia quella per bambini e per ragazzi che quella in generale per gli adulti) diventa formativa nel momento in cui soddisfa bisogni umani profondi, tra cui quelli di conoscere il mondo e la vita (e quindi anche la morte), di rispondere a domande e interrogativi esistenziali e di rispondere al bisogno di conferire un significato agli eventi. Attraverso libri illustrati di qualità le persone possono quindi riflettere su problematiche esistenziali importanti quali può essere quella della morte.
Come scritto nel saggio: "Di cosa parlano i libri per bambini" di Giorgia Grilli: "Ecco, se non tutto, se non nei termini in cui noi lo spiegheremmo, i bambini sanno. Che esiste il male, che il mondo è pieno di ingiustizie, che la realtà è fatta di cose spaventose, angoscianti, abnormi. proprio per questo hanno bisogno hce qualcuno gliene parli, hanno bisogno di racconti, di storie che diano un senso a questi aspetti che non possono essere elusi e sui quali e dei quali più di chiunque altro, indifesi come si sentono, i bambini vogliono sentir narrare. [...] Gli interrogativi dei bambini (sia quelli espliciti che quelli inespressi) sugli aspetti della vita anche più cupi e misteriosi vanno accompagnati, rispettati, affrontati".

Partiamo quindi a parlare del primo libro: "L'anatra, la morte e il tulipano" di Wolf Erlbruch, il quale è stato pubblicato originariamente nel 1975 e poi edito in italiano nel 2007 dalla E/O. L'albo ha 32 pagine, la copertina rigida e costa 15 euro.

 
Sopra: La copertina de "L'anatra, la morte e il tulipano" mostra la protagonista della storia (l'anatra) mentre guarda verso l'alto, col collo proteso verso il titolo.

Protagonista di questa storia è un'anatra la quale un giorno si accorge della presenza della Morte accanto a lei. Inizialmente l'anatra è spaventata, ma col passare del tempo essa si abitua a quella strana presenza, iniziando anche a farci amicizia.
In questo albo illustrato la Morte viene rappresentata in un modo sia classico che originale: essa, infatti, mantiene l'aspetto di uno scheletro, ma non è vestita di nero e non tiene in mano nessuna falce. Erlbruch la disegna invece vestita con pantofole, un abito lungo e un paltò dalla fantasia quadrettata e in mano, anziché una falce, tiene un tulipano nero (il tulipano dovrebbe rappresentare, nel linguaggio dei fiori, il vero amore, anche se il significato può variare a seconda del suo colore). Il suo aspetto, quindi, non è affatto minaccioso e anche il suo comportamento è molto tranquillo e calmo. Inizialmente infatti l'anatra teme che la Morte sia venuta a portarla via e che quindi darà vita a qualche avvenimento che causerà la sua dipartita, ma la Morte le spiega che non sarà lei la causa diretta del suo decesso, ma la vita stessa: "All'incidente ci pensa la vita, come anche al raffreddore e a tutte le altre cose che possono capitare a voi anatre."
Quella di Erlbruch è una Morte molto "umana", con le proprie debolezze (non le piace l'acqua ad esempio poiché le fa sentire freddo), una Morte che segue il corso degli eventi, che sa attendere e che accompagna l'anatra nei suoi ultimi giorni di vita standole accanto come un'amica.
Come scritto nel saggio: "Di cosa parlano i libri per bambini" di Giorgia Grilli: "La rappresentazione della morte da parte di Erlbruch è qualcosa di davvero inedito. Da un lato è lo scheletro a cui ci ha abituati l'iconografia tradizionale; però, sopra le ossa, questo scheletro indossa una vestaglia da casa e due ciabattine di panno come fosse una magra vecchina appunto del tutto "domestica" di cui difficilmente si può avere paura. Nel senso del terrore, perché comunque una sorta di inquietudine al suo cospetto permane, non solo nell'anatra, ma anche nel lettore".

Sopra: La Morte disegnata da Wolf Erlbruch indossa un abbigliamento inusuale: pantofole, una lunga veste e un paltò a quadretti. Essa porta inoltre sempre con se un tulipano.

"La visite de petit mort" di Kitty Crowther è un albo illustrato pubblicato in francese nel 2005 da L'Ecole des Loisirs ha 27 pagine, la copertina rigida e costa 12 euro.

 
Sopra: La copertina di "La visite de petit mort" mostra la piccola morte, con mantello nero e falce, in compagnia di una bambina mentre passeggiano in un parco.

La piccola Morte è triste: le persone che porta nel regno della Morte sono tristi: sospirano, hanno freddo. Nessuno gli parla mai... Fino alla sera in cui la Piccola Morte viene a prendere Elsewise, una bambina che la accoglie con gioia, tanto da esclamare sorridendo: “Finalmente sei qui!".
Qui la Morte è rappresentata di piccole dimensioni (grande come un bambino di 8/10 anni) e con un aspetto gentile, umano, che non incute nessun timore, nonostante la presenza di due simboli tipici della sua simbologia: la veste nera e la falce.
Questa piccola morte ha un animo dolce e un cuore tenero, infatti si dispiace che tutte le persone a cui va a fare visita siano sempre tristi e infelici quando la vedono. Fortunatamente un giorno ella incontra una bambina che è contenta di vederla, perchè fino ad allora ha sempre sofferto, mentre da quando la morte è arrivata non sente più dolore. Le due diventano amiche e la morte si dispiace a doverla lasciare, ma, con sua sorpesa, la bambina non l'ha abbandonata, infatti torna a farle visita sotto forma di angelo, così ora la piccola Morte non si sentirà più sola. Una Morte molto umanizzata, che prova sentimenti molto umani quali la tristezza, la solitudine, ma anche la gioia e felicità.

 
Sopra: La morte rappresentata da Crowther ha l'aspetto quasi di un bambino, molto dolce e sereno, se non fosse per la veste nera e la falce che tiene sempre in mano.

"I pani d'oro della vecchina" di Annamaria Gozzi e Violeta Lopiz è un'opera pubblicata in italiano nel 2012 dalla Topipittori,  ha 32 pagine, la copertina rigida e costa 14 euro.

Sopra: La copertina de "I Pani d'oro della vecchina" mostra la vecchina circondata dai sui Pani Dolci.

Questa volta la protagonista della vicenda è una vecchina, una vecchina "Talmente vecchia da aver  perso il conto dei suoi anni", tanto da pensare che la Morte si sia dimenticata di lei. Un vecchina che sa cucinare benissimo tanto che, quando la Morte viene a prenderla, riesce a convincerla a posticipare la propria fine offrendo a questa i suoi dolci: prima dei Pani Dolci, poi dell'uvetta, poi delle mandorle, poi del torrone...
Ogni volta che la Morte viene a trovarla la vecchietta le offre qualche prelibatezza così buona da stordirla e convincerla a lasciare alla donna ancora del tempo per poter finire di preparare i propri dolci. Alla Morte però non si può sfuggire per sempre... e così, passato Natale, la vecchina acconsente ad allontanarsi con essa fino a scomparire al di là del fiume, non prima però di aver tramandato la ricetta dei suo Pani dolci ai bambini.
La Morte rappresentata da Lopiz ha un aspetto molto insolito e originale: essa infatti sembra un sacco con gambe e braccia. Un sacco nero con una grande apertura, che funge da bocca, al posto della testa. Questa Morte è una morte che desidera portare a termine il proprio dovere, ma che spesso, con la vecchina, non ci riesce, ripromettendosi di farlo però la volta successiva. E' una Morte golosa, che non sa resistere ai dolci che la donna le offre, una Morte gentile e curiosa di assaggiare qualche altra prelibatezza. Ciò però la fa sentire in colpa, in quanto essa è consapevole di avere un compito da dover portare a termine. E' una Morte che non sa rifiutare dei gesti di gentilezza nei suoi confronti da parte di una vecchina molto coraggiosa che di lei non ha nessuna paura e che, anzi, si comporta con lei sempre con dolcezza (facendole assaggiare i propri dolci, facendola sedere alla propria tavola, invitandola a scaldarsi vicino al fuoco...).
Questa Morte, comunque, per la vecchina non rappresenterà una fine, ma un uovo inizio poiché si dice che qualcuno l'abbia vista portare dolci ai bambini a gennaio...

Sopra: La morte rappresentata da Violeta Lopiz ha l'aspetto di un sacco nero con gambe e braccia.

"Jack e la morte" è un libro illustrato scritto da Tim Bowley e illustrato da Natalie Pudalov, pubblicato in Spagna nel 2012 dalla OQO ed in Italia nel 2013 dalla Logos, ha 28 pagine e costa 16,95 euro.

Sopra: Sulla copertina di "Jack e la morte" possiamo vedere il protagonista e la Morte, la quale è rappresentata sotto forma di corvo, notare inoltre la presenza del filo rosso, che la Morte stessa tocca con la mano.

La storia, che si basa una fiaba tradizionale britannica, ha come protagonista il giovane Jack, un bambino la cui anziana madre sta per morire. Durante una passeggiata verso la spiaggia però il ragazzino fa un incontro inaspettato: la Morte, la quale sta andando a prendere proprio la madre del bambino. Quest'ultimo, per salvare il genitore, con uno stratagemma riesce a imprigionare la Morte dentro una boccetta, senza però pensare alle conseguenze e a tutti i problemi che questo causerà al mondo. Ora, infatti, niente più muore e ciò non vale solo per le persone, ma anche per gli animali, gli insetti e perfino i vegetali. Nel giro di poco tempo la situazione diventa quindi disperata: le persone patiscono la fame in quanto niente può più essere mangiato (perché per mangiarlo bisognerebbe ucciderlo e ciò non è più possibile), patiscono le malattie in quanto mosche, pulci e zanzare si sono moltiplicate in brevissimo tempo, ma nessuno può morire...
Alla fine la madre di Jack viene a conoscenza di ciò che il figlio ha combinato e lo convince a liberare la Morte, la quale, finalmente libera, torna a fare il proprio lavoro... così, quando il bambino torna a casa trova la propria madre morta, con un sorriso dipinto sul volto.
La Morte rappresentata dalla Pudalov potrebbe sembrare quella che, tra quelle che vi presento in questo post, più si avvicina all'aspetto classico della Morte poiché quella della Pudalov ha una faccia scheletrica e indossa il classico mantello nero con cappuccio. Nel libro, d'altronde, essa viene descritta come "Una figura altissima , con un mantello nero e il viso nascosto sotto un cappuccio". Osservandola più attentamente il lettore potrà notare come in realtà questa Morte abbia un aspetto più interessante del previsto: pur indossando una tunica nera con cappuccio che le copre il viso (che ha effettivamente dei tratti scheletrici), essa indossa delle calze a righe e delle scarpe rosse e ha delle mani dall'aspetto umano, che però sono staccate dal corpo (gli mancano infatti le braccia). La Morte della Pudalov è inoltre accompagnata da molti riferimenti visivi simbolici: alla fine della sua tunica nera vediamo essere cucito un filo rosso (che simboleggia la vita) che qualche volta la Morte tiene pure in mano, la vediamo sempre accompagnata da corvi e anche da delle maschere (che potrebbero rappresentare i volti delle persone che ha già portato via o che è venuta a prendere).
Questa è una Morte molto indaffarata, con tanto lavoro e senza tempo da perdere (come spiega lei stessa a Jack), ma è anche una Morte un po' ingenua che si lascia ingannare e imprigionare in una bottiglia da un ragazzino. Non rimarrà comunque rinchiusa a lungo in quanto sa che la sua presenza nel mondo è necessaria, tanto che, quando Jack la libera, gli dice "Ora avrai compreso che non sono nemica della vita. Lei e io siamo due facce della stessa medaglia. Senza di me la vita non esisterebbe".

Sopra: La Morte disegnata dalla Natalie Pudalov indossa un lungo abito nero con un cappuccio che le cela il viso scheletrico, ma ha delle mani umani prive di braccia e indossa inoltre delle calze a righe e delle scarpette rosse.

"I piccini di Gushlycrumb" di Edward Gorey è un albo illustrato pubblicato originariamente nel 1998 dalla Houghton Mifflin Publishing Company ed che è stato edito in italiano nel 2013 dalla Adelphi. L'opera ha 64 pagine, una copertina rigida e l'edizione italiana costa 14 euro, mentre quella in inglese 10$ (circa 9,07 euro).

Sopra: La copertina del macabro e umoristico abecedario in rima baciata di Edward Gorey, sulla quale possiamo vedere la Morte rappresentata da Gorey.

Questo libro non narra una vera e propria storia, esso è infatti più che altro una sorta di macabro abecedario in cui ad ogni pagina corrisponde un'illustrazione in bianco e nero che immortala l'imminente o già avvenuta dipartita, accompagnata da una didascalia che la spiega o la predice, di uno bambino la cui iniziale del nome corrisponde a una lettera dell'alfabeto.
Sebbene l'argomento sia piuttosto macabro l'intera opera è accompagnata da un certo umorismo, basato sull'esagerazione dei luoghi comuni e sulla presa in giro delle paure dei genitori, nonché sulle molteplici e variegate morti di questi bambini immaginari.
Sebbene la morte sia un elemento costante e sempre presente in ogni pagina essa non compare mai fisicamente all'interno del volume, ma è possibile vederla solo sulla copertina. Gorey l'ha infatti rappresentata alta, con un volto scheletrico, mentre indossa un cappotto, dei guanti e un cappello a cilindro neri. In una mano regge un ombrello aperto, mentre sotto di lei si trovano tutti i bambini che sono presenti all'interno del libro. Questa Morte viene quindi mostrata come una sorta di presenza imminente che presto entrerà nelle esistenze di questi bambini che essa tiene sotto al proprio ombrello.

Sopra: Nell'immagine della copertina vediamo la Morte (rappresentata da Gorey con un aspetto scheletrico e completamente vestita di nero) incombere sui bambini che ritroveremo all'interno del volume.

"Mr Punch" di Stefano Bessoni è un libro che è stato pubblicato dalla Logos nel 2015, ha 56 pagine, una copertina rigida e costa 16 euro.

Sopra: La copertina di "Mr Punch" ci mostra uno dei protagonisti del libro, nonché il personaggio che dà nome al titolo.

Protagonisti di quest'opera di Bessoni sono due famosi personaggi del teatro dei burattini: Mr. Punch e Pulcinella, il primo inglese e l'altro italiano. Questi personaggi di Bessoni sono esseri deformi, nati da un uovo e che vivono nei bassifondi di Londra e Napoli, tra truffatori, ladri e prostitute.
Il libro si apre infatti con la storia di un uovo deposto da un gallo nero nei bassifondi di Londra, da questo uovo nascerà Mr Punch. Una volta cresciuto comincia a frequentare i quartieri più malfamati, vivendo di imbrogli e di violenza, e fidanzandosi con una prostituta di nome Judy, dalla quale avrà anche un figlio che però egli stesso finirà per uccidere. Mr Punch ucciderà anche la stessa Judy quando questa scoprirà cosa è successo al figlio, nonché anche un poliziotto e il boia. Alla fine interverrà il diavolo in persona a fermare l'ometto, trasformandolo in un burattino.
Nel frattempo, a Napoli, lo stesso gallo nero depone un altro uovo, dal quale uscirà Pulcinella, che verrà cresciuto da un alchimista. Pulcinella si fidanza con Teresina, la figlia del dottore, che però scopre avere un teschio sulla schiena. Pulcinella per trovare una cura si reca sulla luna, ma al suo ritorno scopre che la ragazza l'ha tradito con un altro uomo, che Pulcinella ucciderà per la gelosia. Venendo condannato egli ucciderà anche il magistrato e chiunque cercherà di fermarlo, finché non interverrà la Morte a fermarlo, trasformandolo in un burattino.
La Morte è un elemento molto caro a Bessoni, ma è in questo libro che essa compare per la prima volta con un aspetto fisico. La Morte rappresentata da quest'artista, che veste un abito nero, ha un aspetto raccapricciante, scheletrico, con un cranio quasi proporzionato. L'originalità dell'aspetto di questa Morte sta proprio nello stile dell'artista: grottesco, bizzarro, sgangherato, caricaturale e quasi deforme.
In questo albo la Morte non è la protagonista o una co-protagonista (anche se poiché il volume tratta temi quali la violenza e l'omicidio, essa in effetti è presente fin dall'inizio), essa compare solo alla fine come entità sopranaturale che ha il compito di riportare l'ordine e di mettere un freno al comportamento indisciplinato di Pulcinella, il quale sembra che, con tutte le morti che sta causando, le stia rubando il lavoro. Non a caso alla sua apparizione la Morte esordisce così: "Mio Pulcinella ti devi calmare! E' a me che spetta togliere la vita, è giunta l'ora di farla finita!". Per porre fine alla mattanza decide quindi di trasformare l'ometto in un burattino.

Sopra: La morte rappresentata da Stefano Bessoni ha un aspetto macabro, inquietante, scheletrico, grottesco, bizzarro, sgangherato, caricaturale e quasi deforme (con un cranio sproporzionato, le orbite e gli occhi uno più piccolo dell'altro ecc...).

"Cry, Heart, but never break" di Glen Ringtved e Charlotte Pardi è un libro che è stato pubblicato dalla Enchanted Lion Books nel 2016, ha 32 pagine e costa 15,55 euro. Ne è prevista la pubblicazione, per Orecchio Acerbo, anche in italiano per gennaio 2023 col titolo: "Piangi cuore, ma..."

Sopra: La copertina di "Cry, heart, but never break" mostra la scena, presente all'interno del libro, in cui una dei fratelli cerca di convincere la Morte a non prendersi la nonna.

Consapevoli delle gravi condizioni di salute della propria nonna, che è gravemente malata, quattro fratelli stringono un patto per impedire alla Morte di portarla via, ma quest'ultima arriva lo stesso. Convinti che questa agisca solo di notte decidono di continuare a riempire la sua tazza di caffè fino all'alba, pensando che a quel punto la Morte partirà senza la nonna. Ma questo non può fermare certo la Morte dal compiere il suo dovere, anche se i bambini cercano di convincerla a non farlo.
Questa Morte ha l'aspetto di un vecchio dalla pelle pallida e il naso grosso, avvolto in un abito nero con cappuccio, un aspetto amichevole, confortante, con un atteggiamento dolce e paziente che ricorda quello di un nonno. L'aspetto della Morte rappresentata da Pardi è ordinario, proprio a voler indicare come anche la morte stessa sia qualcosa di ordinario, che fa parte della vita
Quella disegnata da Pardi è una Morte dolce, tranquilla, gentile (tanto da lasciare la sua falce fuori dalla porta di casa per non spaventare i bambini), che arriva in anticipo per condividere con i quattro bambini una storia che li aiuterà a realizzare il valore della perdita di una vita e l'importanza di poter dire addio. E' una Morte che ama la vita ("Death’s heart [cuore] is as red as the most beautiful sunset [tramonto] and beats [batte] with a great love of life [vita]"), ma che è anche ben consapevole di come morire sia naturale e necessario perché, come lei stessa spiega: "What would life (vita) be worth (varrebbe) if there were no death (morte)? Who would enjoy the sun if it never rained? Who would yearn (vorrebbe) for the day if there were no night?".

Sopra: La Morte disegnata da Charlotte Pardi ha l'aspetto ordinario di un vecchio dalla pelle pallida e il naso grosso, avvolto in un abito nero con cappuccio.

"Sai chi sono?" di  Elisabeth Helland Larsen e Marine Schneider è un libro pubblicato dalla Edizioni Primavera nel 2019, ha 48 pagine e costa 16 euro.
 
Sopra: La copertina di "Sai chi sono io" ci mostra una morte simile a una bambina che gioca su un'altalena, mentre sparge fiori colorati.
 
Le guance rosee con un fiore tra i capelli. La morte cavalca una bici rosa, visita piccoli animali con pelliccia morbida e grandi animali con denti aguzzi. Si attarda con una gentile nonna mentre lavorano a maglia un'ultima sciarpa insieme. Come scritto sul retro di copertina: "Per i genitori di bambini che affrontano la perdita di un familiare, un amico o un animale domestico, questo libro trova le parole per esprimere ciò che è spesso così difficile da spiegare. Termina con una tale sensazione di elevazione e accettazione che i lettori di qualsiasi età gireranno l'ultima pagina con un sorriso e una lacrima. Un libro che affronta il delicato rapporto tra la vita e la morte". 
La morte qui è rappresentata come una bambina dagli occhi verdi in un mondo pastello, con fiori tra i capelli, che hanno lo stesso colore del suo abito, una bambina che corre in bicicletta e che fa visita a tante persone e animali. Vaga attraverso i dintorni di dolce bellezza e ci racconta chi è lei, del suo "lavoro", spiegandoci che, nonostante qualcuno chiuda porta e finestre sperando di vederla andarsene, lei sa che nessuno può nascondersi da lei (perfino coloro che sono ancora dentro la pancia, che non sono ancora nati). Una morte che ha consapevolezza del suo ruolo e che svolge il suo compito come una missione, con professionalità e competenza, ma anche con dolcezza e comprensione, perché essa è conapevole di far parte della vita.
 
 Sopra: Questa morte è rappresentata come una bambina che porta dei fiori tra i lunghi capelli, del medesimo colore del suo abito. Una bambina che ama andare in bicicletta e andare a trovare persone e animali ti tutti i tipi.
 
Ecco dunque otto diverse rappresentazioni della Morte in otto diversi libri illustrati. Nonostante la Morte abbia ormai assunto un aspetto ben definito nel nostro immaginario trovo interessante come questi differenti artisti siano riusciti a dare ad essa un aspetto sempre diverso, a volte mantenendo alcuni suoi tratti tipici (l'aspetto scheletrico, l'abito nero con cappuccio, la presenza della falce), ma, al contempo, cambiandone altri e apportando così degli elementi innovativi.
Interessante anche confrontare i comportamenti e gli atteggiamenti che la Morte ha assunto di volta in volta nei vari titoli: una presenza tranquilla, naturale e perfino amichevole; una morte golosa e gentile; una morte ligia nello svolgere il proprio lavoro con serietà e dolcezza; una morte sensibile che soffre di solitudine e che vorrebbe vedere le persone felici anzichè tristi; un'entità giunta a riportare l'ordine; un'entità la cui esistenza, per quando scomoda e dolorosa a volte, è necessaria allo scorrere della vita ...

P.S. Sarebbe inoltre interessante vedere come gli illustratori hanno rappresentato la figura della Morte Rossa che compare nel racconto di Edgar Allan Poe "La maschera della Morte Rossa" ("The masque of the Read Death").

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 22 ottobre 2018

Art of Over the Garden Wall

"Art of Over the Garden Wall" è l'artbook, con un'introduzione e il commento di Sean Edgar e Patrick McHale, di una miniserie televisiva di 10 episodi creata da Patrick McHale andata in onda per la prima volta su Cartoon Network nel 2014. La serie è stata trasmessa anche in Italia su Boing nel 2015 col titolo "Over the Garden Wall- Avventura nella foresta dei misteri".

Sopra: La copertina di "Art of Over the Garden Wall" ci mostra i due protagonisti della serie (Wirt e Greg") posti al di sotto del titolo in lettere dorate.

L'artbook di "Art of Over the Garden Wall" è composto da cinque parti, ciascuna suddivisa in vari capitoli:
0. Introduzione
1. Parte 1 "The road of the Unknown": In questa prima parte Nick Cross (l'art director) ci spiega come a Patrick McHale è venuta in mente l'idea per creare quella che poi sarebbe diventata la serie di "Over the Garden Wall" e qual era la sua idea iniziale per la serie (inizialmente, ad esempio la serie avrebbe dovuto intitolarsi "Tome of the Unknown" e un elemento centrale della storia sarebbe dovuto essere appunto questo "Tome of the Unknown").
2. Parte 2 "Tome of the Unknown": tratta gli iniziali approcci alla serie, quando il personale ha iniziato a lavorare al suo pilot. In questa parte si parla molto ad esempio dello stile che si è scelto e che si è voluto dare alla miniserie, del design, dell'aspetto e della rappresentazione dei personaggi e degli sfondi.
3. Parte 3 "Constructing the unknown": questa parte parla dell'inizio della creazione degli episodi, dopo la realizzazione e l'approvazione del pilot, della mini serie, degli sfondi, dell'aspetto degli alberi, dell'aspetto dei personaggi.
4. Parte 4 "The episodes": in questa parte troveremo dieci capitoli ognuno dei quali dedicato ad uno degli episodi della serie. Per ogni capitolo è presente una breve introduzione e una serie di disegni, schizzi e illustrazioni riguardo all'episodio di cui parla quel capitolo.
5. Parte 5 "Ephemera": quest'ultima parte parla delle musiche del cartone, dei fumetti ad esso correlati, degli oggetti reali su cui si sono basati i creatori per realizzare alcuni degli oggetti presenti nella serie (come, ad esempio, le forbici a forma di uccello, il mantello Wirt, ecc..) e delle opere (Illustrazioni, lavori ad uncinetto) create da altri artisti basandosi su questa serie.

Sopra: Queste pagine, che presentano il personaggio di Greg, sono tratte dalla prima parte dell'artbook.

Essendo un artbook quest'opera contiene moltissime illustrazioni che comprendono schizzi, bozzetti, sfondi, studi dei personaggi ma anche disegni finiti. Gli artisti che hanno lavorato a tutto questo materiale sono diversi tra cui lo stesso Patrick McHale (l'ideatore della serie), Phil Rynda (il direttore creativo e il character designer), Mikkel Sommel (character designer), Chris Tsirgiotis (background designer), Nick Cross (backgound painter)...
Naturalmente è molto interessante vedere, ad esempio, l'evoluzione del design dei personaggi (come sono cambiati rispetto all'inizio), l'evoluzione e i cambiamenti che una certa scena ha subito, le scelte che sono state fatte riguardo allo stile e all'atmosfera della serie, conoscere da cosa gli artisti hanno preso ispirazione per creare alcuni elementi del cartone.


 


Sopra: Alcune delle pagine illustrate del volume. Nelle due più in alto possiamo vedere lo studio di alcuni personaggi della serie, mentre nelle due più in basso possiamo osservare alcuni degli sfondi studiati e creati. Come potete vedere in queste pagine sono presenti sia disegni completi e finiti, a colori, sia schizzi, che illustrazioni in bianco e nero.

Dagli schizzi emerge inoltre lo stile originale dei diversi artisti che vi hanno lavorato, stile che in seguito hanno dovuto adeguare a quello che è stato scelto di seguire per il cartone, per dare a quest'ultimo un aspetto uniforme.

Sopra: In questa pagina, in cui possiamo vedere lo studio di alcuni personaggi che dovevano essere inseriti nel pilot, potete vedere a sinistra come erano stati disegnati originariamente dall'artista e a destra come sono poi stati adattati per lo show.

"Art of Over the Garden Wall" è un artbook che permetterà agli amanti della mini serie televisiva di conoscere molti particolari riguardo a quest'ultima: ad esempio da dove è venuta e qual era l'idea originale del creatore, i passi che hanno portato allo sviluppo e la produzione della serie, le scelte che vi sono state fatte dietro, gli adattamenti e le modifiche apportate al progetto...
I lettori potranno inoltre trovare all'interno di quest'opera moltissimi schizzi, bozzetti, disegni, storyboard ed illustrazioni di sfondi e personaggi della serie.
Un artbook ben fatto che gli appassionati della serie animata sicuramente ameranno, ma che anche gli appassionati di animazione potranno apprezzare.

Questo albo illustrato è stato pubblicato dalla Dark Horse Books nel 2017; ha 184 pagine, la copertina  rigida, misura 28 cm d'altezza e 22,6 cm di lunghezza e costa 39,99$.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 15 ottobre 2018

Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson di Selma Lagerlof e Olivier Latyk

"Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson" è un albo adattato, nella versione di cui vi parlerò in questo post, dalla scrittrice franco-libanese Kochka e che è stato illustrato da Olivier Latyk; un albo che presenta anche alcune pagine intagliate con la tecnica del paper cutting.
Quest'opera si basa sul romanzo (vincitore del premio Nobel per la letteratura) di Selma Lagerlof  "Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson" del 1906. In origine l'autrice del libro era una maestra di scuola primaria che lo ideò come libro didattico di geografia (nell'opera infatti non mancano mai riferimenti riguardo ai luoghi visitati dal protagonista durante il suo viaggio assieme alle oche selvatiche e alla fine del volume è anche presente una cartina della Svezia con riportati il viaggio percorso e i nomi dei luoghi visitati dal protagonista), anche se la presenza di elementi sia reali che fantastici lo fece diventare un classico della letteratura per l'infanzia.

Sopra: La copertina di "Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson" presenta, al centro, un buco in cui è stato inserito un foglio intagliato dal quale è possibile vedere, sulla pagina sottostante, Nils .

Il protagonista della vicenda è (come dice il titolo) Nils Holgersson, un ragazzino svedese che, come riporta il testo, "Non sapeva fare altro che dormire, magiare e combinare guai". Un giorno cattura uno gnomo, il quale lo rimpicciolisce, rendendolo al contempo capace di comprendere il linguaggio degli animali. Mentre cerca di non far scappare un papero di nome Martin Nils viene trascinato via con quest'ultimo, che ha deciso di unirsi ad uno stormo di oche selvatiche dirette verso la Lapponia. Martin e Nils fanno quindi un patto: se il bambino aiuterà il papero ad arrivare fino in Lapponia quest'ultimo lo riporterà indietro il prossimo autunno.
Assieme al papero il bambino vive quindi numerose avventure durante le quali Nils imparerà a aiutare gli altri e a farsi apprezzare compiendo delle buone azioni (tra cui, ad esempio, quella di rimettere a posto un'ala lussa ad un'oca femmina di nome Piumafina, che diventerà in seguito la compagna di Martin).
Le buone azioni del bambino giungono anche alle orecchie dello gnomo che gli aveva lanciato l'incantesimo, il quale gli rivelerà (tramite il passaparola con altri animali) il modo in cui potrà ritornare delle sue dimensioni reali. Inizialmente la richiesta è quella di riportare Martin in Scania (il posto da cui erano inizialmente partiti), ma successivamente un corvo di nome Bataki spiega a Nils che la condizione imposta veramente dallo gnomo è quella di riportare a casa Martin affinché la madre del bambino possa cucinarlo.
Una volta tornati a casa la madre di Nils prova subito ad uccidere il papero e la sua compagna, ma Nils interviene fermando sua madre e riacquistando le sue reali dimensioni dopo che questa lo ha abbracciato.

Sopra: Le pagine che mostrano Nils rendersi conto di essere appena stato miniaturizzato. Notare il particolare utilizzo e la scelta dei colori.

Essendo un classico della letteratura per l'infanzia di questo romanzo esistono numerose edizioni illustrate. Ho però deciso di presentarvi questa illustrata dal Olivier Latyk perché, dal punto di vista grafico, la trovo una delle più originali e particolari.
I disegni di Latyk presentano uno stile semplice, essenziale e moderno. Molto particolare anche la scelta e l'uso dei colori, dei quali l'artista ha scelto di utilizzare solo il nero, il bianco, l'azzurro, il blu, l'arancione, il rosso e il rosa. In ogni tavola sono presenti sia elementi dai toni caldi (come l'arancione, il rosso e il rosa) che elementi dai toni freddi (come il blu e l'azzurro), i quali si combinano ad altri elementi di colore bianco o (più raramente) nero.

Sopra: Come potete vedere da queste immagini (ma anche delle altre che vi ho riportato in questo post) i disegni di Latyk sono semplici, essenziali e moderni. L'artista ha inoltre deciso un numero di colori alquanto limitato: il nero, il bianco, l'azzurro, il blu, l'arancione, il rosso e il rosa (come potete notare in queste immagini qui sopra). Potete inoltre notare come in ogni tavola siano presenti sia elementi dai toni caldi  che elementi dai toni freddi, i quali si combinano ad alti elementi di colore bianco o nero.

La particolare scelta e l'uso dei colori, unito all'originale stile dell'artista, permette alle illustrazioni di combinarsi bene con pagine finemente intagliate, per creare particolari effetti visivi che meraviglieranno il lettore.
In quest'opera la pagina intagliata (di colore nero/blu molto scuro) viene sempre collocata tra due pagine normali prive di testo ed interamente illustrate dell'artista. Gli elementi (solitamente pochi) e gli sfondi delle pagine che precedono e che seguono quella intagliata sono stati creati in modo da risaltare e di coincidere con quelli della pagina intagliata, creando particolari effetti visivi.

 

Sopra: Una paio di pagine intagliate presenti all'interno del volume. Come potete vedere ciascuna pagina cesellata è inserita tra due pagine illustrate normali e prive di testo, i cui elementi e i colori servono a mettere ulteriormente in risalto quelli intagliati nella pagina centrale, per creare particolari effetti visivi.

"Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson" riadattato dalla Kochka e illustrato da Olivier Latyk è un libro che racconta una bella storia di avventura, in cui convivono sia elementi reali che fantastici, il cui riadattamento, che riprende i fatti essenziali eliminando molte parti descrittive, permette di rendere la vicenda accessibile anche a bambini più piccoli.
Un altro elemento che sicuramente merita e che catturerà all'istante l'attenzione del lettore sono i disegni molto originali e le magnifiche pagine intagliate presenti all'interno dell'opera.

Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 2015 col titolo "Le meravilleux voyage de Nils Holgersson" dalla Flammarion e in italiano nel 2016 dalla Carlo Gallucci Editore. Il libro ha 60 pagine, la copertina rigida, misura 24,5 cm d'altezza e 22 cm di lunghezza e costa 14,90 euro.

Curiosità: Da "Il viaggio meraviglioso di Nils" della Lagerlof è stato tratto, nel 1980, anche un anime di 52 episodi intitolato "Nils Holgerlsson".

Sopra: Nils e in groppa a Martin in una scena dell'anime del 1980.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 8 ottobre 2018

Oz di Stefano Bessoni

Come saprà chi frequenta il mio blog Stefano Bessoni, oltre ad aver scritto e illustrato alcune opere completamente originali (come "Homunculus", "Wunderkammer" e "Rachel") ne ha anche scritto qualcuna basata su dei famosi classici della letteratura (come "Pinocchio" e "Alice Sottoterra"), riadattandoli secondo la propria personale visione. Il libro illustrato di cui vi parlerò oggi appartiene a quest'ulitma categoria, si tratta infatti di "Oz", liberamente tratto dal romanzo "Il meraviglioso mago di Oz" di Lyman Frank Baum.

Sopra: La copertina di "Oz" mostra una Doroty particolarmente emaciata mentre si trova nel campo di papaveri del mondo di OZ.

Come ci spiega Bessoni stesso "Dopo le colline toscane di Pinocchio di Collodi e le campagne inglesi di Alice di Lewis Carrol era naturale fare un salto oltreoceano e compiere una personale scorribanda illustrata nella Terra di Oz". L'autore ha però deciso di lavorare solo con il primo libro (del 1990), poiché la complessità della trama e la quantità dei personaggi, meritavano un lavoro interamente dedicato.
Per creare questa sua personale versione de "Il meraviglioso mago di Oz" l'autore e artista si è basato su alcuni stralci di testo, che offrivano una linea narrativa di fondo, su cui ha eseguito una serie di disegni.
Come continua a spiegare Bessoni, la saga di Oz lo ha sempre attratto per la valenza simbolica dei numerosi personaggi e accadimenti, anche se, come lui stesso ammette "Nel disegnare e scrivere questa mia personale versione ho continuamente avvertito un leggero imbarazzo nei confronti dell'autore". Ciò è dovuto al fatto che, nell'introduzione del suo romanzo, Baum spiegò esplicitamente di volersi allontanare dalla natura spaventosa delle fiabe dei Grimm e di Andersen, eliminando qualsiasi cosa contribuisse a creare una morale terrorizzante. Tuttavia, come spiega lo stesso Bessoni, in realtà il mondo di Oz è ricco di elementi "terrorizzanti": streghe che schiavizzano popoli compiendo atti orribili, omicidi (tra cui quelli delle stesse streghe), mostri pronti a sbranare e squartare...
Bessoni, quindi, non ha fatto altro che mettere in risalto, calcando un po' la mano magari, su questi fatti, mettendoli in una chiave ancora più macabra, come si addice allo stile di questo autore e artista. In questa versione de "Il meraviglioso mago di Oz" possiamo trovare, ad esempio: streghe dall'aspetto orripilante; uno spaventapasseri con il naso dipinto di rosso come quello di un pagliaccio, una vecchia dentiera come bocca e due occhi di vetro; un uomo di latta che prima era un normale essere umano il quale è stato fatto a pezzi dalla sua stessa ascia colpita da un incantesimo (questo episodio, tra l'altro, è preso pari pari dalla versione originale); i Tamaruc, delle belve con la testa di tigre, il corpo di orso e artigli lunghi e affilati ....

Sopra: Il personaggio dello Spaventapasseri così come lo ha immaginato Stefano Bessoni.

Stefano Bessoni, oltre a riprendere parti del testo, ha anche rappresentato i personaggi del libro con il suo personale e riconoscibilissimo stile. Troviamo così una strega dell'Est mulatta, grassa, che cavalca una gallina nera, uno Spaventapasseri con una faccia simile a quella di una scheletro e con un occhio di vetro penzolante, un leone che sembra più un animale impagliato che non uno vivo e vegeto (con una grossa cucitura sulla pancia, con un occhio mancante e l'altro che sembra un bottone) ecc...
Ciascuna immagine realizzata dall'artista è collocata nella facciata accanto a quella con il testo, sebbene siano presenti anche alcune illustrazioni a doppia facciata. Nelle illustrazioni vengono rappresentati non solo i personaggi del libro, ma anche delle scene o degli episodi tratti dall'opera originale: come quella in cui Doroty si addormenta nel campo di Papaveri soporiferi (rischiando la morte), oppure quella in cui lo Spaventapasseri combatte contro i corvi inviati dalla Strega dell'Ovest, o, ancora, quella in cui Doroty osserva la Strega sciogliersi dopo che  le ha rovesciato addosso un secchio pieno acqua.



Sopra: Nelle illustrazioni vengono rappresentati non solo i personaggi del libro, ma anche delle scene o degli episodi tratti dall'opera originale: come quella in cui lo Spaventapasseri combatte contro i corvi inviati dalla Strega dell'Ovest (foto in alto), oppure quella in cui Doroty osserva la Strega sciogliersi dopo che  le ha rovesciato addosso un secchio pieno acqua (immagine più in basso).

I personaggi di Bessoni sono, come al solito, grotteschi, bizzarri, sgangherati, macabri, talvolta quasi raccapriccianti e paurosi (molto spesso ad esempio sono alquanto scheletrici). Essi vengono mostrati su uno sfondo indefinito, astratto, in questo caso quasi sempre di colore grigio (ogni tanto un po' verdino) che lascia che l'attenzione del lettore si focalizzi tutta sui personaggi.
Non mancano nemmeno illustrazioni spiazzanti (come quella in cui viene mostrato l'Uomo di Latta fatto a pezzi e in fase di ricostruzione) e scene violente e sanguinarie (come quella in cui si vede l'Uomo di Latta che ha appena mozzato la testa a un lupo).
Anche in quest'opera si può vedere come lo stile dell'autore sia, come sempre, particolare e immediatamente riconoscibile: macabro, inquietante, affascinante, visionario e, talvolta, anche violento.

 

 
Sopra: I personaggi di Bessoni (che in quest'opera emergonoquasi sempre da sfondi indefiniti grigi) hanno, come al solito, un aspetto bizzarro, sgangherato, grottesco, macabro (vedere immagini sopra). Non mancano nemmeno illustrazioni spiazzanti come quella in cui viene mostrato l'Uomo di Latta fatto a pezzi e in fase di ricostruzione (immagine in basso a sinistra) e scene violente e sanguinarie come quella in cui si vede l'Uomo di Latta che ha appena mozzato la testa a un lupo (immagine in basso a destra).

"Oz" di Stefano Bessoni è un'interessante rivisitazione in chiave più macabra della storia originale de "Il meraviglioso mago di Oz", la quale in realtà non si discosta poi molto dai testi della versione originale (ad esempio la, macabra, vicenda dell'Uomo di Latta è la medesima presente nella storia originale, Bessoni non ha esagerato nulla).

Questo libro (la cui edizione presenta sia la lingua italiana che quella inglese) è stato pubblicato dalla Logos nel 2016; ha 64 pagine, una copertina rigida, misura 21,7 cm d'altezza e 15,5cm di lunghezza e costa 16 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 1 ottobre 2018

Cappuccetto Rosso di Francesca Cosanti

Questa volta vi parlerò di un'altro albo illustrato (il quinto che ho recensisco finora) della famosa fiaba di "Cappuccetto Rosso". Questa versione si riferisce al racconto dei fratelli Grimm ed è illustrata da Francesca Cosantini (un'illustratrice che, precedentemente, aveva già illustrato la fiaba di "Hansel e Gretel").

Sopra: L'illustrazione di copertina raffigura il primo incontro tra la protagonista e il lupo ed è una delle più notevoli all'interno dell'opera.

Come nella fiaba originale dei Grimm del 1857 ci viene introdotta la protagonista della fiaba spiegandoci che è una bambina che tutti chiamano Cappuccetto Rosso a causa della mantellina rossa che indossa sempre. In realtà i testi presentano comunque qualche differenza già dall'inizio:
Versione originale dei fratelli Grimm (tratta da "Fiabe" della Einaudi): "C'era una volta una cara ragazzina; solo a vederla le volevano tutti bene, e specialmente la nonna, che non sapeva più cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e, poiché le donava tanto ch'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso."
Versione illustrata dalla Cosanti: "In un tranquillo villaggio, ai margini del bosco, viveva una bambina che tutti chiamavano "Cappuccetto Rosso", a causa della mantellina rossa che indossava sempre."
Come si può notare la versione della Cosanti non inizia con la classica formula del  "C'era una volta" e inoltre, in questa versione, non viene precisato fin dall'inizio (a differenza di quella dei Grimm) il forte legame che c'è tra nonna e nipote, infatti non viene detto che la mantellina di Cappuccetto le era stata regalata dalla nonna.
In questa versione, inoltre, la mamma chiama la figlia per dirle che la nonna è ammalata ed è la bimba che si offre di andare a trovarla "Per farle compagnia". La madre, dal canto suo, in questa versione non dà alla bambina nessun cestino da portare alla nonna malata, ma si fa solamente promettere di non parlare con nessuno e di non lasciare il sentiero. Ho notato però che, quando la protagonista giunge a casa della nonna le dice di aver portato per lei del latte e della torta, per cui immagino che la parte in cui la mamma glieli dava sia stata omessa dal testo (buchi di trama).
Durante l'incontro col lupo (che in questa versione è "Grande e grigio") vine detto che Cappuccetto risponde all'animale "Intimorita", quando nel racconto originale viene proprio specificato che, quando la bimba incontra il lupo "Non sapeva che fosse una bestia tanto cattiva e non ebbe paura". Quest'ultimo, inoltre, nella versione della Cosanti si dirige direttamente alla casa della nonna, senza prima aver chiesto alcuna informazione di dove vivesse l'anziana (come invece faceva nella storia dei Grimm) e senza nemmeno cercare di far perdere tempo alla bambina suggerendole di raccogliere dei fiori.
L'incontro tra la nonna e il lupo procede come nella fiaba originale, anche se nella versione della Cosanti si è sentito il bisogno di far esprimere al lupo i proprio pensieri su come ingannare la bambina, con frasi del tipo "Devo riuscire a sorprenderla (la bambina), o la seconda parte del piano non funzionerà. Ho trovato! Mi travestirò da nonna, così non sospetterà nulla fino a quando non sarà vicina", o ancora: "Finalmente quella piccola mocciosa era riuscita a trovare la strada!...".
In questa versione Cappuccetto, appena entrata dalla nonna, insiste per voler aprire le tende perché la stanza è buia, mentre nella versione originale dei Grimm la bambina nota sì che c'era qualcosa di strano ma non si mette a discutere con l'anziana. Tra l'altro questa storia della stanza buia viene poi ripresa in seguito quando il Cacciatore, dopo aver sentito il russare della bestia, sbircia dalla finestra della casa, "Ma l'interno era buio e non si riusciva a vedere nulla".
Quando finalmente il cacciatore capisce cosa è successo, prima di tagliare la pancia all'animale con delle forbici, "Colpì con decisione il lupo". In seguito però Cappuccetto non prende delle grosse pietre con cui riempire la pancia della bestia (la quale, una volta risvegliata, nella storia dei Grimm, cerca di fuggire ma per colpa della pesantezza delle pietre cade a terra morta), infatti il racconto di questa versione illustrata dalla Cosanti si conclude con nonna e nipote che "Felici, abbracciarono ridendo il coraggioso cacciatore, poi festeggiarono lo scampato pericolo con una fetta di torta e tante coccole".
Nella versione dei Grimm, invece, Cappuccetto capiva la lezione, dicendo a se stessa "Mai più correrai sola nel bosco, lontano dal sentiero quando la mamma te l'ha proibito".

Questa versione presenta quindi un testo, come avete potuto vedere anche voi, non proprio molto fedele alla fiaba originale: alcuni episodi sono anche simili, come quello in cui la protagonista inizia a porre al lupo travestito la famosa serie di domande, ma molti altri sono stati un po' troppo modificati (l'inizio della fiaba ad esempio, oppure l'incontro col lupo). L'episodio maggiormente modificato è probabilmente il finale, che in questa versione risulta un po' incompleto (non si dice ad esempio cosa succede al lupo dopo che le due sono uscite dalla pancia, o cosa il cacciatore farà), un po' troppo sdolcinato e in esso manca inoltre la riflessione finale da parte della protagonista riguardo a ciò che ha imparato dall'esperienza vissuta.
Inoltre la presenza di tutti questi monologhi e pensieri che il lupo si fa mi fa venire in mente i testi di un'altra versione di Cappuccetto Rosso (edita sempre nel 2017): quella illustrata dalla Agnese Baruzzi  (di cui potete leggere la mia recensione qui). Anche se da questo punto di vista (e anche per ulteriori motivi) il testo della versione illustrata dalla Baruzzi è peggiore.

Sopra: L'immagine mostra il lupo mentre ronfa tranquillo e beato dopo essersi mangiato nonna e nipote. Notare come il colore del lupo sia nero, mentre nel testo viene detto specificatamente che il lupo è grigio (che poi non ho capito perché hanno deciso di cambiare colore al lupo nel testo quando l'illustratore ha scelto di tenere il classico colore del lupo nelle fiabe).

Le illustrazioni di Francesca Cosanti sono invece molto belle, particolari ed originali, una vera gioia per gli occhi.
I disegni della Cosanti sono caratterizzati da linee e figure geometriche, con personaggi con una testa grande dalla forma un po' squadrata, occhi e bocca piccoli ed un naso che occupa lo spazio maggiore all'interno della faccia, poiché le linee di quest'ultimo si collegano a quelle delle sopracciglia.
Ho trovato interessante il modo in cui l'illustratrice ha disegnato alcune scene ed alcuni elementi: ad esempio gli alberi sono rappresentati come delle foglie giganti, la scena in cui vediamo Cappuccetto Rosso mentre raccoglie dei fiori è stata inserita all'interno di una silhouette dalla forma di una testa di lupo. Interessante anche il modo in cui l'artista ha rappresentato nonna e nipote dentro la pancia del lupo che è stata tagliata dal cacciatore.


Sopra: Ho trovato interessante il modo in cui l'illustratrice ha disegnato alcune scene ed alcuni elementi: come ad esempio la scena dell'immagine più in alto in cui vediamo Cappuccetto Rosso mentre raccoglie dei fiori, scena che però è stata inserita all'interno di una silhouette dalla forma di una testa di lupo (notare inoltre gli alberi a forma di foglia gigante). Interessante anche il modo in cui l'artista ha rappresentato nonna e nipote dentro il lupo dopo che gli è stata tagliata la pancia dal cacciatore.

La Cosanti, inoltre, ha fatto una scelta di colori particolare, infatti nelle sue tavole prevalgono i toni del marrone (talvolta un marrone rossiccio, altre uno più aranciato), ma sono molto presenti anche il bianco (spesso comunque sporcato con del marrone), il nero (che compare principalmente sulla figura del lupo) e il rosso (come quello sul cappuccio della protagonista).
Sebbene nei disegni ogni tanto compaiono anche degli elementi di color azzurro/verde (ad esempio di questo colore è lo scialle della nonna, il cappello e il mantello del cacciatore, o le forbici che quest'ultimo utilizza per tagliare la pancia al lupo), la maggior parte delle immagini sono molto calde
A causa della grossa presenza del marrone le illustrazioni non risultano mai avere dei colori molto accesi (se non qualche piccolo elemento).

 
Sopra: Nelle  tavole dell'artista prevalgono i toni del marrone, ma sono molto presenti anche il bianco (spesso comunque sporcato con del marrone), il nero (del lupo) e il rosso come potete notare dall'immagine a sinistra. Più rari da trovare solo gli elementi color turchese, di cui nell'immagine a destra potete vedere il cappello e il mantello del cacciatore.

Attraverso queste scelte e a quest'uso del colore ho trovato molto bello  il modo in cui l'artista ha rappresentato alcune scene: il primo incontro tra la protagonista e il lupo (in cui è c'è tutto un gioco di contrasti tra colori) e il momento in cui la bambina nota, chiedendo anche all'animale travestito da nonna, come mai ha degli occhi così grandi. Trovo che queste scene, in particolare, siano le più suggestive e incantevoli del libro.


Sopra: Ecco le illustrazioni che mi hanno maggiormente colpito. Da notare l'utilizzo dei colori da parte dell'artista nell'illustrazione in alto, in cui l'attenzione dell'osservatore si focalizza subito dulla figura di Cappuccetto poiché questa ha dei colori più chiari e luminosi (e anche più caldi se si considera solo il rosso del mantello) rispetto al nero del lupo che invece ricopre gran parte della pagina. Anche i movimenti concentrici del corpo della bestia, che si avvolge attorno alla bambina come un serpente, guidano l'occhio dell'osservatore verso quel punto. Nell'immagine più in basso, che mostra come il lupo abbia degli occhi grandi, il lettore viene subito attirato dalla presenza del rosso all'interno degli occhi del lupo, molto belle anche le sfumature sulla cuffia e i tocchi di bianco con cui la Cosanti ha dato l'idea del pelo sul volto della bestia.

"Cappuccetto Rosso" illustrato da Francesca Cosanti è un libro che merita di essere preso per le illustrazioni in esso contenute, che sono particolari, originali e d'impatto. Purtroppo l'adattamento che è stato fatto dei testi non è un granché (per le ragioni che ho già spiegato alll'inizio), anche se ho visto adattamenti peggiori.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2017 dalla White Star Kids. Il libro ha 40 pagine, la copertina rigida, misura 31,8 cm d'altezza e 22,8 cm di lunghezza e costa 14,90 euro.

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