lunedì 26 dicembre 2016

SPECIALE: The Ology series. Handbooks (parte 1/2)

Circa un anno fa ho pubblicato uno speciale diviso in tre parti (di cui potete trovare qui la prima parte, qui la seconda e qui la terza) in cui ho trattato tutti i volumi principali della collana delle "Ologies series". Questa collana presenta però molto altro materiale ad essa collegato, a causa del suo successo. In questo speciale voglio perciò parlarvi degli "Handbook", chiamati anche, nella pubblicazione italiana: "Quaderni di esercizi" o "… ologia applicata").
Questi "quaderni di esercizi" sono degli spin-off, del complementi, della serie principale, nei quali si approfondiscono gli argomenti trattati proponendo anche al lettore degli esercizi o dei compiti da eseguire o da portare a termine.

Sopra: Alcuni dei titoli che fanno parte della serie spin-off delle Ologies series: quella degli Handbook. Tra i volumi presenti nella foto mancano quelli di "The mythology handbook: a course of ancient greek myths" e "The Oceanology handook: a course for underwater explorer".

Le caratteristiche principali di questi handbook, che li accomunano e, allo stesso tempo, che li differenziano dalla serie principale, sono:
1) Nota dell'editore: Come per i volumi della serie principale anche in questi quaderni di esercizi è presente, all'inizio, una nota dell'editore nella quale viene spiegato come, dopo il ritrovamento  e l'interesse suscitato dal relativo volume principale delle "Ology series", l'editore sia venuto in possesso di altro materiale ad esso correlato, e che ha quindi volto pubblicare. Nella nota, alla fine, viene sempre specificato che l'editore, comunque, non può assicurare l'autenticità dei materiali rinvenuti,  o l'esistenza di alcuni personaggi presenti nel libro.
Ad esempio, la nota del volume di "Dragonologia applicata: quaderno di esercizi" recita così:
<<La pubblicazione del 2004 del volume Dragologia-il libro completo dei draghi del dott. Ernest Drake ha suscitato un notevole interesse attorno alla materia (….). Il presente manuale è stato rinvenuto ad Edimburgo, sullo scaffale di un'antica taverna, Il bravo fanciullo. Per quanto non ci arrischiamo a sostenere che il dott. Drake sia realmente esistito, sembra che si stiano via via accumulando prove circostanziali a conferma di tale ipotesi. Purtuttavia, raccomandiamo di considerare questo volume nulla più di una di quelle "bizzarre curiosità" che compaiono ogni tanto in librerie e biblioteche>>.

2) Formato e copertina: I libri dell'edizione italiana (e della prima edizione inglese) misurano tutti 21,5 cm d'altezza e 20 cm di lunghezza. Hanno tutti una rilegatura con la spirale e la copertina rigida nella quale sono incastonate due pietre finte che adornano un'immagine posta al centro.

3) Genere: Come i volumi della serie principale anche questi quaderni sono sempre scritti in prima persona,  ma indirizzati a ipotetici lettori/apprendisti, per cui questi volumi contengono un numero di informazioni assai maggiore rispetto a quelli della serie principale (anche perché  questi quaderni hanno un numero di pagine molto più alto, anche se con un formato più piccolo), conservandone il carattere enciclopedico. In questi quaderni sono poi compresi anche degli esercizi ed delle attività che il lettore/apprendista dovrebbe svolgere.

4) Autore: L'autore (un personaggio di fantasia ma che si vuol far credere realmente esistito) di ciascuno di questi libri è sempre lo stesso del rispettivo volume della serie principale. Il lettore ritroverà così il Dott. Drake, il dragologo, oppure mago Merlino, o il Capitano William Lubber, cacciatore di pirati ecc...

5) Temi trattati: I temi che questi quaderni (per la maggior parte di tipo fantastico) riprendono quelli dei volumi della serie principale, approfondendoli ulteriormente con maggiori informazioni. Ad esempio il quaderno di esercizi di "Dragologia" riprende a trattare i draghi, presentando razze nuove e numerosi altri contenuti sempre relativi al tema dei draghi.

6) Elementi ricorrenti: Anche questi libri, così come quelli della serie principale, hanno alcune caratteristiche che li contraddistinguono.
- Sul risguardo, dietro la copertina, è attaccata una busta contenente un foglio che il lettore può estrarre e leggere o guardare. Il contenuto della busta varia in base ai volumi: In "Dragologia applicata" vi è la pagella del dott. Drake di quando aveva dieci anni, in "Magia applicata" vi è una mappa che mostra i luoghi della magia nel mondo conosciuto, in "Meraviglie d'Egitto" c'è la classifica delle meraviglie dell'antico Egitto ….
- Alla fine di questi libri sono presenti alcune pagine (quattro) con degli adesivi che riprendono delle illustrazioni all'interno del quaderno. Tali adesivi sono preceduti, in quasi tutti i casi, da una nota dell'editore che ne giustifica la presenza spiegando che anche il manoscritto originale da cui è stato tratto il quaderno conteneva alla fine delle immagini che l'editore ha voluto riprodurre sotto forma di adesivi.

7) Illustrazioni: Avendo anche questi quaderni un carattere enciclopedico, come quelli della serie principale, essi sono accompagnati da illustrazioni a colori e in banco e nero che ne arricchiscono i testi. Vi sono diversi artisti che hanno contribuito a realizzare le immagini dei vari libri, tra cui i più ricorrenti sono: Wayne Anderson, Douglas Carrel, Helen Ward, Ian Andrew e Nick Harris.

8) Prezzo: Inizialmente, quando uscì in Italia il primo volume (nel 2005) il prezzo di questi quaderni era di 15,50 euro, che poi è salito a 16,90 già a partire dal secondo (del 2006). Il costo invece dell'edizione inglese è di 9,99£.

Dopo aver elencato le caratteristiche comuni di questi volumi vi illustrerò brevemente ogni quaderno, presentandoveli in ordine cronologico di pubblicazione.
Partiamo quindi con "Dragologia applicata: quaderno di esercizi" di Ernest Drake, edito in inglese nel 2004 col titolo "Working with dragons: a course in dragonology" e in italiano nel 2005. Questo volume, complemento dell'opera principale di "Dragologia", si presenta come un manuale che il dott. Drake, esperto dragologo, ha destinato a suoi futuri apprendisti e agli studenti che vogliono studiare la dragologia. Questo manuale conta ventidue lezioni divise in tre livelli, infatti anche il libro è diviso in tre parti: dragologia elementare, media e avanzata (solo per esperti della materia). In questi capitoli sono contenuti molte informazioni riguardanti il mondo dei draghi: le razze (con aggiunta di nuove specie di draghi che non erano presenti nel volume principale), la loro scrittura, come effettuare ricerche sul campo, rudimenti della loro magia, indovinelli, leggende, come disegnarli, come allevarli, come curarli, ecc… Oltre alla parte teorica, le spiegazioni sono poi accompagnate anche da esercizi ed esperimenti che il lettore/studente potrà risolvere per mettere alla prova quanto ha imparato.

Sopra: La copertina di "Dragologia applicata: quaderno di esercizi" di Ernest Drake presenta al centro l'immagine di un drago orientale e due pietre verdi come ornamento.

Nel 2006 viene pubblicato in italiano "Meraviglie d'Egitto: corso di egittologia", edito in inglese nel 2005 col titolo "Wonder of Egypt". Questo manuale è scritto da Emily Sands, un'appassionata di egittologia che, durante un viaggio in Egitto, oltre a redigere un diario (che sarebbe poi il volume di "Egittologia" della serie principale, ha deciso di scrivere anche un libro (questo appunto) destinato ai nipoti per insegnar loro ciò che c'è da sapere sull'Antico Egitto.
Questo libro è suddiviso in tre parti: la prima tratta la storia e le origini dell'Antico Egitto, la seconda la vita e la cultura e la terza la religione e le divinità sempre dell'Antico Egitto. Questo volume presenta così moltissime informazioni sugli egizi: sulla loro storia, la loro cultura (come mangiavano, come vivevano come si vestivano, quali mestieri facevano, come si divertivano ecc…) e la loro religione (quali erano le loro divinità, le loro feste religiose, come erano i loro templi, la loro concezione della vita nell'aldilà, la sepoltura ecc…). Tali informazioni sono inoltre accompagnate anche da esercizi e attività che il lettore può svolgere.

Sopra: La copertina di "Meraviglie d'Egitto: corso di egittologia" è dorata e presenta al centro un gioiello egiziano con incastonate due pietre rosse.


Per scoprire anche gli altri cinque volumi della serie andate a guardare la seconda parte (qui).

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 19 dicembre 2016

Fox's garden di Camille Garoche

Oggi vi parlerò di un silent book dalle ambientazioni invernali, giusto in tema con questo periodo dell'anno. Tale libro è "Fox's garden" di Camille Garoche (che in un'edizione diversa, del 2014, si era firmata con lo pseudonimo di Princesse Camcam), di cui avevo già accennato in questo post in quanto è uno dei volumi editi dalla collana francese Metamorphose, a cui avevo dedicato degli speciali.


 
 Sopra: Le copertine delle due edizioni di quest'opera, la prima (quella più in alto) edita dalla Enchanted Lion Books nel 2014, e la seconda (più in basso) dalla Edition Soleil per la Collection Metamorphose nel 2015.

La storia, narrata solo ed esclusivamente per immagini (trattandosi come già detto di un silent book), è quella di una volpe che vaga, in una fredda notte invernale, in cerca di un luogo dove poter partorire. Dopo aver attraversato il bosco la creatura di addentra in un villaggio, ma i paesani, non appena la vedono, la cacciano lontano dalle loro abitazioni. Alla fine la volpe troverà riparo in una serra, vicino alla casa di un bambino che vede l'animale entrare nell'edificio. Il bambino decide di portarle del cibo e la volpe, insieme ai propri quattro cuccioli, per ringraziarlo del gesto e della gentilezza, trasporterà durante la notte nella camera del protagonista alcuni fiori presi dalla serra. Il mattino dopo, quando il bambino si sveglia, trova accanto al proprio letto dei meravigliosi fiori, mentre la volpe, in compagnia dei suoi cuccioli, se ne ritorna nella foresta innevata dopo aver lanciato un ultimo sguardo verso il villaggio.
Dopo le immagini che raccontano la storia vera e propria è inoltre presente (almeno nell'edizione della Collection Metamorphose, non so in quella precedente) una parte aggiuntiva intitolata "Dans mon atelier", in cui attraverso delle foto e delle immagini accompagnate da brevi descrizioni l'artista racconta al lettore come ha fatto a realizzare le immagini di quest'opera, mostrando i suoi strumenti e alcuni "trucchi".

Sopra: Nelle ultime pagine del silent book si vede la volpe (la cui pelliccia rossiccia spicca, assieme a quelle dei volpacchiotti, nel paesaggio quasi del tutto bianco) volgere un ultimo sguardo al villaggio in cui ha partorito i propri cuccioli e in cui ha conosciuto il protagonista, prima di ritornare nella foresta.

Le illustrazioni di questo libro sono molto particolari in quanto non si tratta di semplici disegni, ma di immagini disegnate sulla carta e poi ritagliate. Gli elementi presenti in ciascun ambiente, infatti, sono tutti disegni ritagliati e posizionati accuratamente per creare dei veri e propri effetti tridimensionali. Ogni scena, quindi, è in realtà una fotografia scattata ad un set, un palcoscenico, in cui tutto è stato allestito alla perfezione. Questa tecnica conferisce alle immagine una straordinaria profondità e l'osservatore potrà divertirsi ad esplorare le immagini apprezzandone i numerosi dettagli presenti in primo, secondo o terzo piano.

Sopra: In questa immagine (in cui il protagonista, svegliandosi, si accorge del dono che la volpe gli ha lasciato come ringraziamento) si può apprezzare la profondità data dai vari oggetti presenti nella stanza e poi dal paesaggio al di fuori di questa. Per apprezzare invece la ricchezza e la cura dei dettagli basta guardare l'arredamento e i giochi all'interno della camera del bambino, oppure i disegni appesi sopra il letto di quest'ultimo, i quali sono tutti disegni di animali (tra cui proprio una volpe).

Le figure realizzate dall'artista hanno un aspetto semplice, ma accurato, delicato, leggiadro e quasi fiabesco. Le immagini sono composte quasi interamente da elementi bianchi (complice anche il fatto che quello rappresentato è un paesaggio innevato), su cui spiccano i pochi che sono stati colorati: la volpe, i suoi piccoli e il bambino (i protagonisti del racconto in pratica). Tutto il resto è bianco e nero (il nero dei tratti della matita con cui l'artista ha disegnato e ombreggiato i vari elementi della scena), ma va bene così, in quanto troppi colori avrebbero rischiato di confondere l'osservatore e di far perdere profondità all'immagine tridimensionale.
L'unico altro tocco di colore è la presenza di fonti di luce all'interno delle immagini, luci date da vere e proprie lampadine che l'artista ha collocato all'interno delle case (di carta) degli abitanti del villaggio, creando davvero un bell'effetto che conferisce maggior realismo e credibilità alla scena, donandole inoltre un tocco di calore (oltre che di colore).


Sopra: Ho posto qui sopra la stessa immagine proveniente però dalle due edizioni di quest'opera: più in alto ho messo una foto che ho scattato all'edizione Metamorphose, mentre quella più in basso proviene da quella della Enchanted Lion Books, la quale è pervasa da una luce più bluastra. Differenze di pubblicazione a parte, vi invito a notare in questa immagine come le uniche figure colorate siano la volpe e il bambino, nonché la presenza della luce all'interno della casa di quest'ultimo che dona un altro tocco di colore alla scena; da apprezzare poi la quantità di particolari dell'ambientazione (osservate ad esempio la casa del bambino o gli alberi della foresta sullo sfondo).

La parte finale (l'extra) presente in questa edizione del 2015 è poi alquanto interessante in quanto permette al lettore di vedere come sono state realizzate (ad esempio con quali attrezzi e materiali) i vari elementi che compongono gli ambienti e come quest'ultimi sono stati allestiti, una sorta di "dietro le quinte" del libro.

Questo silent book si presenta come un'opera molto carina la cui natura silenziosa si adatta molto bene alle atmosfere innevate e incantate della storia. Una storia che non parla tanto di amicizia, quanto piuttosto di gentilezza e gratitudine, una storia fatta di piccoli gesti reciproci, tanto semplici quanto importanti. Il modo in cui è stata realizzata, inoltre, è molto interessante e originale, e conferisce alle immagini di questo libro un notevole senso di profondità e un'atmosfera magica e incantevole.

L'opera è stata pubblicata nel 2014 dalla Enchanted Lion Books e nel 2015 dalla Collection Metamorphose; quest'ultima edizione ha 36 pagine, la copertina rigida e misura 17,3 cm d'altezza e 29,3 cm di lunghezza, costa 12,99 euro (mentre l'altra ne costa più di 14).

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 12 dicembre 2016

Pinocchio prima di Pinocchio di Alessandro Sanna

Questa volta vi parlerò di un silent book dal titolo "Pinocchio prima di pinocchio" di Alessandro Sanna. Opera pubblicata nel 2015, ma che nel giro di pochi mesi è diventata già molto famosa e apprezzata (nonostante sia uscita gli ultimi mesi del 2015, secondo le statistiche della casa editrice Orecchio Acerbo, era già uno dei tre libri più venduti di quell'anno), e sono già in molti blogger ad averne parlato, ma, di un'opera come questa c'è sempre qualcosa da dire, qualche nuova sfumatura da cogliere, qualche nuovo significato da poter apprezzare.

Sopra: La copertina di "Pinocchio prima di Pinocchio" ci mostra questo ramoscello, progenitore di Pinocchio, mentre corre assieme a un gatto e una volpe.

"C'era una volta un pezzo di legno, direte voi lettori. Invece no! C'era una volta l'universo". Questa è la frase con cui inizia questo libro, frase che rende ovviamente omaggio all'inizio dell'opera di Collodi, ma il Pinocchio di cui questo silent book parla non è quello di Collodi, ma uno molto più antico, un suo progenitore, un Pinocchio… prima di Pinocchio.
La nostra storia infatti inizia con uno squarcio di universo blu, azzurro, bianco e pieno di stelle, uno squarcio che presto si trasforma in un bellissimo cielo stellato, in cui si vede cadere un stella, la quale, schiantandosi sulla terra in un'esplosione di sfumature bianche, rosse, arancioni e gialle che squarciano il blu della notte, dà vita a un albero (probabilmente il primo, l'albero della vita). Un alberello che, col passare del tempo, cresce e si rafforza finché, durante una tempesta, un fulmine rosso, che squarcia il cielo, colpisce uno dei suoi rami, spezzandolo e separandolo dalla pianta. Ed ecco che nasce così questa specie di Pinocchio: poco più di un ramo magrolino, con dei rametti che gli fungono da braccia e da gambe. Gambe che però corrono veloci e leggiadre, gambe con cui questo rametto può divertirsi a scoprire il mondo. Ed è proprio mentre lo vediamo correre, giocare e fare capriole che questo incontra due personaggi che ci potrebbero risultare familiari: un gatto e una volpe. Due nuovi compagni che decide di seguire e che lo conducono all'ingresso di un bosco, bosco in cui incontrerà altri come lui, ma in cui conoscerà anche il fuoco, un fuoco che, assieme agli alberi della foresta e al blu del cielo, si trasformerà in una figura simile a Mangiafoco.
E dopo? Oh, dopo incontrerà ancora altri personaggi: un gufo, un grillo, un serpente, un pescecane e anche il suo albero/genitore. Vedremo questo allegro ramoscello vivere esperienze straordinarie finché da quest'ultimo non cominceranno a nascere delle foglie, e allora anche il vivace ramo capisce che è ora di fermarsi e di mettere radici, crescendo e diventando un grande albero dalla folta chioma, nelle cui foglie si possono scorgere delle sagome: quelle di un gatto, di una volpe, di un grillo, di un gufo e di un burattino dal naso lungo.
E, alla fine del libro, questa frase: "Così inizia la storia di un pezzo di legno".

Sopra: Ecco che, nelle fronde di questo ramoscello, divenuto alla fine un albero, possiamo vedere i personaggi del celebre romanzo di Collodi.

Le illustrazioni ad acquerello di Sanna, vera meraviglia di questo albo, sono le assolute protagoniste di quest'opera, anche perché si tratta di un silent book, cioè un libro senza parole, ad eccezione di quelle due frasi che vi ho riportato sopra nel riassunto della storia, poste una all'inizio e una alla fine.
Sanna ha utilizzato lo spazio delle pagine in differenti modi a seconda di cosa voleva trasmettere e rappresentare: troviamo così illustrazioni a doppia pagina, altre che riempiono un'intera facciata, ed altre ancora, più piccole, poste l'una accanto all'altra in un'unica pagina per mostrare al lettore una sequenza di eventi.

Sopra: Come vi mostrano queste pagine qui sopra, alcune illustrazioni dell'artista sono piccole e messe una accanto all'altra per mostrare una sequenza di eventi (in questo caso questo ramoscello che gioca e si diverte e che poi incontra un gatto e una volpe), mentre altre, come nel caso dell'illustrazione più a destra, occupano da sole un'intera pagina.

Gli acquerelli dell'autore sono eccezionali: colorati, vibranti, vividi, dinamici, suggestivi e poetici; non potrete non rimanerne rapiti o incantati. Sono illustrazioni che giocano molto sull'uso dei colori e delle forme, forme semplici, accennate, poco più che silhouette, elementi rappresentati nei loro tratti fisici essenziali, che però riescono a comunicare molto, anche senza l'uso di parole.
Le tavole di quest'opera suggeriscono molto, essendo ricche di significati e di riferimenti, non solo a Pinocchio, ma anche ad altre opere (si possono trovare citazioni anche ad altri libri, come, ad esempio "Bastoncino" di Axel Scheffler, oppure, la figure del serpente può far pensare, oltre a quello di Adamo ed Eva, anche a quello de "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry; si possono poi trovare rimandi nell'opera anche a figure della storia dell'arte, come Mark Rothko), perché questo, più che un libro incentrato esclusivamente sulla figura di Pinocchio è un'opera che vuole mostrare ciò che è avvenuto prima, l'inizio, la genesi.
Qui le immagini danno vita al racconto, un racconto in cui ritroveremo figure ben note e conosciute, ma, allo stesso tempo, diverse, più elementari forse: un Pinocchio che non è ancora niente più che un ramoscello (ma in esso si possono ben distinguere quei tratti, quel carattere allegro e libero del protagonista dell'opera di Collodi); il gatto e la volpe non sono ciechi o zoppi, sono due semplici animali che il nostro protagonista deciderà di seguire, il Mangiafoco qui non è una nemmeno una persona, è una figura nata dall'unione di differenti elementi (fuoco, alberi, cielo) …

Sopra: Questa illustrazione mostra il momento in cui il Pinocchio di quest'opera  prende vita (e forma), separandosi dall'albero genitore. Un Pinocchio che non è niente più di un ramoscello che del Pinocchio di Collodi ha solamente pochissimi tratti molto essenziali (naso escluso).

Non si può poi non parlare dei colori di quest'albo, che, assieme alle figure dei vari personaggi, giocano un ruolo essenziale, perché attraverso essi, se ben usati, si può trasmettere moltissimo. D'altra parte questo silent book comincia con quella che potrebbe essere una semplice macchia di colore, al centro del foglio, una macchia blu, coperta di puntini bianchi, che sfuma verso l'interno nell'azzurro e nel bianco. Andando avanti nel sfogliare il libro, incontreremo moltissime altre sfumature: dal blu e dal bianco del cielo stellato si arriva a un'esplosione di bianco, rosso, rosa e arancione; a un lampo rosso; a un'alba rosa e arancio, per poi passare alle tinte più fredde di un paesaggio innevato e di un cielo azzurro, a quelle più cupe dell'interno del bosco. Ma ecco che, dal blu e dal marrone scuro della foresta, nascono i rossi e i gialli del fuoco, quello che rischierà di bruciare anche il nostro protagonista. E poi, ancora, connubi di tinte calde e fredde; di azzurri e di bianchi; di azzurri, bianchi e verdi e, poi, di tutti i colori, fino a vedere nell'ultima pagina un grande albero e un parto verdi, con alle spalle un cielo dalle sfumature rosse, gialle e arancioni.
Che poi, in realtà, quest'opera non si chiude con la suddetta immagine, ma con due pagine bianche, su cui una vediamo le figure di un uomo e di un asino che trasporta sulla schiena quelli che potrebbero essere dei pezzi di legno, e sull'altra quelle del gatto e della volpe mentre corrono (dove? probabilmente verso il futuro, verso la storia che deve ancora essere narrata).

  

Sopra: Alcune delle illustrazioni del libro che mostrano la varietà di tinte che l'artista ha utilizzato in quest'opera. Nell'immagine in alto a sinistra possiamo vedere il blu scuro del cielo notturno squarciato da un'esplosione di bianco, rosa, rosso, arancione; in alto a destra i colori freddi di un cielo blu e di un paesaggio innevato; e in basso il verde dell'erba e dell'albero che si staglia contro i colori caldi (rosso arancione e giallo) del cielo.

"Pinocchio prima di Pinocchio" è un silent book bellissimo, che si presta a molti rimandi e a molte interpretazioni, l'autore, per esempio, in un'intervista (qui) dice che ciò che voleva raccontare con questo libro è la fragilità del bambino, in particolare quello in condizioni di vita costretta, in ospedale. Sempre per l'autore, comunque, questo libro è anche una metafora dell'essere artista: "Con il serpente che mangia tutti e poi sputa dal sedere e anche con il pescecane che mangia tutti e rimette al mondo dalla bocca tutti i personaggi. Tutti noi siamo digeriti medium che buttano fuori, da ogni orifizio possibile, il conosciuto e il vissuto", come spiega lui stesso.
Vi sono, poi, ovviamente, molti rimandi al Pinocchio di Collodi, ma questa figura di Pinocchio è qualcosa di più embrionale, una figura quindi ancora più libera, meno vincolata.
In questa storia possiamo leggere il ciclo della vita (partendo dalla sua origine, nientemeno che dalla genesi): la nascita del ramoscello dall'albero genitore, il distacco, l'allontanamento e l'emancipazione da quest'ultimo per vivere diverse esperienze e per crescere, il momento in cui al ramoscello iniziano a crescere le foglie, segno che ora anche per lui è tempo di fermarsi e di mettere radici (letteralmente) per poter crescere ancora e diventare, piano piano, un albero sempre più grande e rigoglioso. Alla fine poi dell'albo vediamo un uomo (probabilmente un taglialegna) insieme ad un asino che trasporta dei ciocchi di legno, provenienti dall'albero che un tempo era solo un vivace ramoscello, e il lettore sa che, da uno di quei ceppi, nascerà il burattino più famoso del mondo, destinato a rivivere, almeno in parte, le esperienze già sperimentate dal genitore.
Un'opera, questa, molto profonda, emozionante e ricca di riferimenti, che si presta a più livelli di interpretazione, con poetiche immagini con mille colori vividi e vibranti, ma che dicono molto (più delle parole), capaci di toccare l'anima.

Questo silent book è stato pubblicato nel 2015 dalla Orecchio Acerbo, ha 64 pagine, la copertina rigida e misura 31 cm d'altezza e 22,2 cm di lunghezza e costa 17,50 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 5 dicembre 2016

Cappuccetto Rosso di Charles Perrault ed Eric Battut

Dopo un bel po' di tempo torno a parlarvi della fiaba di Cappuccetto Rosso, che avevo trattato l'ultima volta (nonché prima ed unica finora) con l'opera di "Little red riding hood" di Sybille Schenker. Questa volta, però, la versione che prenderò in considerazione non è quella dei Grimm, ma bensì quella di Perrault, la quale presenta alcune differenze, come presto vedremo, rispetto all'altra.

Sopra: L'immagine sulla copertina di "Cappuccetto Rosso " di Perrault mostra subito lo stile semplice e  il limitato numero di colori che l'artista ha scelto per questo albo: giallo/arancio, nero, rosso e bianco. 

I testi di questa fiaba sono molto fedeli a quelli originali scritti da Perrault, pur essendoci qualche lieve variazione ogni tanto, in alcune parti, come ad esempio in questa parte iniziale (variazioni che comunque non compromettono il senso della storia):
Versione di Perrault tratta da "Tutte le fiabe" di Charles Perrault della Donzelli: "C'era una volta una bambina molto carina, ma così carina che in tutto il villaggio non ce n'erano di uguali. La sua mamma l'adorava, e la nonna, che era pazza di lei, le aveva fatto fare una mantella rossa col cappuccio che le stava a meraviglia, tanto che in paese tutti la chiamavano Cappuccetto rosso."
Versione di Perrault illustrata da Eric Battut: "C'era una volta in un villaggio una bimba, la più carina che si potesse mai vedere. Sua madre impazziva per lei, e la nonna ancora di più. Questa buona donna le fece fare un piccolo cappuccio rosso, che le andava così per benino, che dappertutto la chiamavano Cappuccetto Rosso."
Come si è detto prima questa fiaba di Cappuccetto presenta alcune differenza rispetto a quella dei Grimm, la principale, tuttavia, è costituita dal fatto che qui la protagonista non viene salvata, assieme alla nonna, da un cacciatore (né da nessun altro), ma rimane dentro la pancia del lupo. Poiché il finale di questa versione potrebbe essere spiazzante, o comunque inaspettato, per i bambini, a fine libro è presente una nota che spiega al lettore il motivo di ciò. Nella nota viene così detto che la fiaba di Cappucceto è conosciuta anche in Germania, e nel racconto dei fratelli Grimm porta il medesimo titolo di quella francese di Perrault, ma le  nutrici tedesche, mosse a compassione per la protagonista e per la nonna, vi hanno aggiunto un finale in cui queste due vengono salvate, e il lupo punito con la morte. Nel resto della nota (che occupa un'intera pagina) viene quindi riportato un riassunto della versione dei Grimm, in cui bambina e nonna vengono tratte in salvo.
Se in questo albo è presente anche il riassunto del finale della fiaba dei Grimm, è però assente la morale di Perrault, la quale viene spesso omessa in molti libri, probabilmente poiché spesso considerata superflua.

I testi e le illustrazioni a tutta pagina sono nettamente separati, in quanto sono collocati su pagine differenti, inoltre tutte le immagini sono incorniciate nei bordi bianchi della pagina stessa. Sopra però alle parti di testo è quasi sempre collocata una piccola illustrazione, di forma rettangolare, la quale rappresenta alcuni elementi della storia o dei disegni come: il villaggio di Cappuccetto, alcuni cipressi, il cestino contenente i doni per la nonna, una candela appoggiata su un tavolo ...
Nelle sue illustrazioni, dal segno semplice e moderno, il francese Eric Battut ha scelto di utilizzare solamente poche tinte: rosse, gialle/arancioni, nere e bianche. Poiché i paesaggi sono caratterizzati da sfumature di giallo e arancione, saltano subito all'occhio elementi come la protagonista, vestita della sua mantella rosso fuoco, gli alberi (dei cipressi) e il lupo, i quali sono invece completamente neri.
Nelle immagini sono presenti pochi elementi dalle forme alquanto semplici (specialmente quando le scene sono ritratte da lontano), ma di grande impatto, grazie anche alla scelta, molto interessante e peculiare, dei colori.

Sopra: Come si può vedere da questa immagine, che mostra il lupo e Cappucceto diretti entrambi verso la casa della nonna, i colori presenti nelle illustrazioni realizzate da Battut per questo libro sono solamente quattro. In questa particolare illustrazione, che rappresenta un paesaggio in cui l'erba è gialla/arancione, spiccano subito gli altri elementi presenti quali: le piante di cipresso e il lupo (entrambi neri), la piccola protagonista vestita di rosso, il sentiero e la casa bianca della nonna (bianchi). Tutti gli elementi dell'illustrazione, inoltre, sono stati rappresentati tramite delle forme semplici ma facilmente riconoscibili.

Il lupo di Battut, in particolare, nonostante sia soltanto una forma completamente nera con zampe, coda, orecchie e una testa con piccoli occhi gialli, è una delle rappresentazione dei lupi della fiaba di Cappuccetto Rosso più inquietanti che io abbia visto: una figura completamente nera con pochi e distintivi tratti da lupo, con piccoli occhi gialli dalle pupille rosse e con comportamenti talvolta animali (quando la protagonista lo incontra lo vediamo seduto a quattro zampe e a fine libro lo vedremo ululare alla luna) e talvolta umani (questo lupo corre a casa della nonna su due zampe, inoltre anche quando si ferma ad aspettare la bambina, dopo essersi già pappato la vecchia, lo fa assumendo una posa molto umana: a pancia in su con le braccia/zampe incrociate dietro la testa).

  
Sopra: Nell'immagine a sinistra vediamo il lupo assumere una posa tipicamente umana mentre aspetta Cappuccetto Rosso dopo essersi mangiato la nonna. A destra abbiamo la scena, vista da un punto di vista frontale e incorniciata dalle tende rosse, in cui la protagonista è entrata nel letto insieme al lupo scambiato per la nonna. In questa illustrazione il lettore può osservare più dettagliatamente i tratti dei volti della bambina e del lupo: guardate che aspetto e che espressione inquietante ha quest'ultimo.

Nelle illustrazioni si possono poi notare alcuni dettagli interessanti: uno, ad esempio, è la scelta degli alberi che vediamo ritratti in questo libro, cioè dei cipressi, piante che si trovano spesso nei pressi di cimiteri, in quanto rappresentano l'immortalità. Nell'antica Grecia questo albero era associato ad Ade, dio dei morti, ed era considerato simbolo di lutto, e quindi di accesso alla vita eterna.
In una delle immagini iniziali, poi, mentre la mamma di Cappuccetto prepara la focaccia, possiamo vedere sul tavolo della cucina un vaso con dentro delle calle bianche, simbolo di purezza divina e di una nuova vita (anche se i Romani e gli antichi Greci la associavano alla sessualità e alla fertilità). Verso la fine dell'albo, quando la protagonista si spoglia per entrare nel letto assieme alla nonna, che in realtà è il lupo, vediamo, collocato sulla cassapanca su cui la bambina appoggia il vasetto di burro e la focaccia, un vaso con dentro delle rose rosse, simbolo dell'amore passionale, che però stanno perdendo dei petali (stanno forse appassendo?).

  
Sopra: A sinistra vediamo l'immagine, particolarmente dettagliata rispetto alle altre, in cui la madre di Cappuccetto sta preparando la focaccia da portare alla nonna. Come si può vedere sulla tavola sono presenti molti oggetti (soprattutto cibi e utensili da cucina) tra cui un vaso di calle, fiore simbolo di purezza divina. Nell'illustrazione a destra, che ci mostra la panca su cui la bambina ha appoggiato l'ombrello, il cesto e i regali per la nonna, vediamo anche un vaso con un mazzo di rose rosse, simbolo solitamente dell'amore passionale, che stanno cominciando a perdere i petali.

Questo albo illustrato riporta fedelmente la fiaba originale di Perrault di Cappuccetto Rosso e le illustrazioni di Battut la rappresentano con uno stile originale, moderno, interessante, accattivante, essenziale, semplice ma anche ricco di piccoli dettagli a cui prestare attenzione; la rappresentazione del lupo, semplice ma anche davvero inquietante, merita poi a mio avviso particolare attenzione.

Quest'opera è stata edita originariamente dalla Bohem Press di Zurigo nel 1998 e poi pubblicata in italiano nel 2002 dalla Bohem Press Italia. L'albo ha 36 pagine, la copertina rigida, misura 25,5 cm d'altezza e 24,4 cm di lunghezza e costa 13 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 28 novembre 2016

The Tickle Tree di Chae Strathie e Poly Bernatene

"The Tickle Tree" è un albo scritto da Chae Strathie e illustrato da Poly Bernatene nel 2010, un libro che parla di luoghi incredibili, personaggi bizzarri e di sogni.

Sopra: La copertina di "The Tickle Tree" mostra l'Albero del Solletico e il bambino protagonista della storia, colui che sogna i sogni rappresentati all'interno del libro.

"Have you ever been (Sei mai stato) there where the Tickle Tree (Albero del Solletico) grows and laughs as it jiggles its twigs (ramoscelli) on your toes?" oppure "Have you sat on the back of a giant galumph and let out (emettere) a "whoop" as you slid (scivoli) down its hump (gobba)?".
Queste sono le domande che questo libro illustrato pone al lettore all'inizio e, se come dice questo albo, la risposta è no, non dovete disperarvi perché "I'm sure that there's some way for you to get there".
"Have you leaped like spring bungle up to the star and said "howdy-do!" to the Grimgles on Mars?", No? Beh, farlo è semplice, ma se volete scoprirlo dovrete aspettare ancora un po'…
"Have you had a pink puffalunk's last piece of pie or climbed (salito) a free fangdangle up to the sky?"
Non ditemi che non l'avete mai fatto… Va bene ve lo mostrerò, ma prima chiudete gli occhi, perché altrimenti come farete a sognare? Già perché, sennò, in quale altro posto, se non i vostri sogni, potreste trovare e fare tutte queste cose fantastiche?
Questo è, a grandi linee, il modo in cui si dipana la storia di questo albo, nel quale l'autore parla direttamente col lettore, ponendogli delle domande dirette, reagendo alle possibili risposte e dandogli la promessa di avere delle risposte, che arriveranno, ma solo alla fine.
I testi dell'opera, come avrete capito, seguono una struttura particolare, composta da una serie di interrogativi posti al lettore, e di risposte e commenti da parte dello scrittore. Come avrete potuto notare da alcune delle frasi del libro che ho riportato precedentemente, questo albo ha dei testi in rima, in particolare in rima baciata (A A B B):
"Have you scratched (grattato) an old crabbysnap under its chin (mento)
or slept through the sound of a boomjangle's din (baccano)?"
Oltre a questo i testi sono pieni di parole bizzarre e inventate (come crabbysnap, boomjangle, blubbalub, springbungle, frink, ecc…), spesso composte dall'unione di due termini.

Sopra: Una delle immagini che mostra un sogno in cui i bambini scivolano sulla schiena del galumph emettendo un "Wooop", come descritto nel testo.

Le illustrazioni presenti nell'opera sono belle, colorate, ricche di particolari, di fantasia e molto importanti poiché di supporto ai testi. Esse, infatti, rappresentano visivamente quanto spiegato (e anche più), fornendo un supporto alla comprensione dei testi, i quali, come ho detto poco prima, hanno molte parole inventate e quindi potrebbero risultare di difficile comprensione.
In queste immagini, oltre agli elementi fantastici e inventati che appartengono al sogno, vediamo sempre anche dei bambini, in particolare un ragazzino vestito con un pigiama arancione a pois gialli (il protagonista del libro, cioè il sognatore di questi sogni) e una bambina dai capelli corti biondi (forse la sorella o la migliore amica del protagonista, o comunque una persona importante per quest'ultimo).
Le sequenze che rappresentano il mondo dei sogni, in cui vediamo divertirsi questi bambini, sono poi molteplici e molto variegate: città abitate da un gigante di cui è possibile utilizzare la schiena come scivolo, un mondo fatto di dolciumi, lo spazio pieno di stelle in cui è possibile incontrare strane creature, prati verdi in cui fare una gara in groppa a degli insetti …


Sopra: Queste due illustrazioni mostrano alcuni dei sogni che il bambino sta realizzando e che rappresentano visivamente quanto descritto nei testi. Notare come, oltre al protagonista, in queste immagini siano presenti anche altri bambini, in particolare una con una camicia da notte rosa e i capelli corti e biondi.

Le immagini, tuttavia, non si limitano a supportare la storia, ma sono parte integrante di essa e, inoltre, presentano alcuni elementi molto interessanti, ad esempio si può notare che le illustrazioni che rappresentano la città in cui vive il protagonista (quindi quelle che mostrano la realtà, e che intervallano quelle in cui vediamo i sogni del bambino), sono degli ingrandimenti, dei focus. Ciascuna di queste immagini sulla città mostra infatti in modo sempre più ravvicinato quando rappresentato nell'illustrazione precedente. All'inizio si parte con l'Albero del Solletico (il Tickle Tree), dove la città è presente a destra nello sfondo; poi l'inquadratura si focalizza sulle abitazioni, mostrandole però ancora da lontano; qualche pagina dopo ci viene ancora mostrata la stessa città, ma ora solo alcune case vengono comprese nell'illustrazione. Nell'immagine ancora successiva l'osservatore è così vicino da poter vedere dentro la finestra di una di esse, in cui si scorge un bambino addormentato nel suo letto e, infine, l'artista, con la sua ultima illustrazione, fa entrare l'osservatore direttamente nella stanza, così da vedere il bambino frontalmente e riconoscere nei suoi tratti quelli del ragazzino presente in tutte le illustrazioni dei sogni, inoltre, dalla finestra della camera, si può ammirare l'Albero del Solletico, con cui il lettore aveva cominciato la lettura, nella prima pagina.

  

  

Sopra: Queste immagini mostrano sempre più da vicino una parte del paesaggio del mondo reale, focalizzandosi prima sulla città, poi su alcune case, poi sulla finestra di una casa, e infine mostrando l'interno della camera da letto del protagonista del racconto, mentre fuori dalla finestra, in lontananza, è possibile vedere l'albero presente all'inizio della storia.

Questa è un'opera molto piacevole sia da guardare che da ascoltare (grazie ai testi in rima), e particolarmente adatta come storia della buona notte, grazie alle immagini dalle atmosfere a tratti calme e rassicuranti (quelle del mondo reale, di notte), e altre volte (le sequenze dei sogni) allegre, dinamiche, energiche, stravaganti e fantasiose. Un libro che può essere un ottimo spunto per viaggiare con l'immaginazione, mostrando e proponendo al lettore varie situazioni fantasiose e divertenti, tra l'altro poco strutturate, probabilmente così da lasciargli una maggiore libertà espressiva.

Questo albo è stato edito nel 2010 dalla Parragon, ha 24 pagine, la copertina rigida e misura 24,7 cm d'altezza 24,5 cm di lunghezza; costa circa 9 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

martedì 22 novembre 2016

The wonder di Faye Hanson

"The wonder" di Faye Hanson è un albo illustrato che vuole mettere in risalto la fantasia e l'immaginazione dei bambini, due cose che spesso, in questo mondo molto pragmatico, vengono sottovalutate e dimenticate, o comunque limitate.

Sopra: La copertina di "The wonder" mostra il piccolo protagonista del racconto, posto in un anonimo sfondo bianco, disegnato con una paletta di marroni e bianchi dai pacati toni pastello. E' evidente che ciò che si voleva far risaltare, in questa copertina, fosse il titolo, cioè la parola "wonder" (meraviglia), le cui lettere sono state rese tutte con una scrittura e uno stile diversi, e rese molto allegre e colorate, circondate pure da dei fuochi d'artificio.

Nella prima pagina conosciamo il piccolo protagonista della storia, che ci viene presentato, mentre la madre lo prepara per andare a scuola, con questa frase: "This is a boy whose head is filled with wonder".
Il racconto prosegue con il percorso del bambino, a piedi, attraverso un parco, verso la fermata dell'autobus, poi con quello in autobus verso un'altra fermata e infine da quest'ultima fermata verso la scuola. Durante questo tragitto al protagonista capiterà di vedere per tre di volte degli elementi della sua fantasia, ed tutte le volte ci saranno degli adulti (prima un giardiniere, poi l'autista e infine un vigile che dirige il traffico) che rimprovereranno il ragazzino accusandolo di avere la testa tra le vuole e di essere distratto, intimandogli di stare più attento e di svegliarsi.
Anche a scuola le cose non andranno meglio: ancora prima di varcare il cancello di entrata (il quale il protagonista immagina subito essere una sorta di portale verso un mondo straordinario) un'insegnate lo accoglie con questa frase: "No daydreaming today!"; e neppure con il maestro di scienze andrà meglio. Sarà solamente durante l'ora di arte, quando la maestra lascerà gli studenti liberi di usare la loro immaginazione davanti a un foglio bianco, che il bambino potrà lasciar volare la sua fantasia, trasportando il lettore in un altro mondo, pieno di meraviglia…
Quando il tempo finisce, e la maestra ferma i lavori e chiede chi vuole mostrare il proprio, il protagonista si alza e fa vedere il suo foglio all'insegnate, la quale esclama: "How wonderful! (…) What an incredibile imagination you have." Il che è vero, visto che questo bambino, come si è detto all'inizio, ha la testa piena di meraviglia, abbastanza per condividerla con tutti…

Sopra: Quest'immagine riporta le scene in cui il protagonista prende il bus, e in cui l'autista lo rimprovera dicendogli di svegliarsi dopo che il bambino ha urtato un'altra passeggera. In alto a destra dell'immagine si possono vedere degli oggetti, frutto della fantasia del bimbo, che si notano subito per il loro colore più acceso, e che riprendono elementi che il protagonista aveva guardato nella scena precedente (macchine, fili di lana, una bicicletta …).

I testi del libro sono composti da frasi semplici e brevi che accompagnano le varie illustrazioni. Da quando il bambino esce di casa fino all'ora di arte i testi seguono uno schema preciso: vi è una prima parte della frase, collocata in alto a destra, che descrive cosa il protagonista sta facendo o dove si trova ("Waiting for the bus", "In his science class"…), la seconda parte della frase, collocata invece in basso a sinistra, descrive cosa il protagonista si sta chiedendo mentre osserva ciò che lo circonda (queste frasi infatti cominciano sempre con la parola "He wonder…", si chiede). Nella facciata a destra sono invece presenti i discorsi diretti degli adulti, i quali si rivolgono al bambino per intimargli di fare attenzione e di non essere distratto ( "Wake up, daydreamer!" grumbles (brontola) the bus driver as the boy bumps (urta) into another passenger").
Quando comincia la pare in cui il bambino si lascia trasportare dalla sua immaginazione non vi sono frasi di testo, e l'intero spazio delle pagine è occupato solo ed esclusivamente dalle immagini.
Alla fine del libro (dopo il dialogo della maestra di arte) viene poi ripresa la frase iniziale "… this is a boy whose head is filled with wonder", a cui, girando pagina, viene aggiunto anche un altro pezzetto: "Enough to share (condividere) with everyone".

Le illustrazioni, grande punto di forza di questo albo, sono molto belle e interessanti da osservare: l'illustratrice ha infatti scelto di utilizzare per la realtà una tavolozza di colori marroni e bianchi, sfumati con grande maestria per ottenere un gran varietà di particolari e di luci e ombre (guardare ad esempio le pieghe delle stoffe degli abiti o dello zaino). La monotonia della realtà contrasta fortemente con gli elementi fantastici immaginati dal protagonista, i quali sprizzano invece colore e allegria.
Questi elementi cominciano a comparire fin dalle prime pagine, in mezzo agli ambienti della realtà, ma solo a piccole dosi, poiché limitati dai rimproveri degli adulti verso il protagonista. Va notato che tutto ciò che il piccolo immagina parte da un elemento della realtà, cosa che l'autrice ha voluto farci capire tramite delle scenette che precedono quella in cui compare un elemento di fantasia: ad esempio, poco dopo essere uscito di casa, lungo la strada per prendere il bus, vediamo il protagonista mentre osserva un uccello, e nella pagina accanto, in cui il custode del parco rimprovera il ragazzino dicendogli di di avere la testa fra le nuvole, l'elemento immaginario che compare è appunto un cigno (quindi un uccello) adornato da piume colorate (che gli fanno da copricapo e da sciarpa) e gioielli.

Sopra: Mentre si dirige alla fermata del bus il bambino, passando per un parco, nota un uccello che vola, e così, nella pagina accanto, mentre il guardino gli intima di stare più attento per non calpestare l'erba, il protagonista vede un uccello (un cigno) dalle intense e vivaci sfumature arancioni, adornato da piume e gioielli, frutto della propria fantasia.

Per più di metà libro, cioè fino a quando il bambino non potrà sfogare la propria immaginazione, vedremo questi elementi di meraviglia continuare a comparire nelle illustrazioni, donando un tocco di colore e di vivacità alla scena, in cui predominano invece delicate sfumature marroni e bianche.
Prima di entrare nelle pagine in cui vedremo la fantasia del protagonista scatenarsi, ce ne saranno un paio di transizione, che preparano il lettore a questo passaggio: dal mondo reale a quello dell'immaginazione, dove domina la meraviglia.

Sopra: Ecco le pagine che rappresentano il momento di transizione tra la realtà e il mondo immaginario del bambino. A sinistra, con una prospettiva dall'alto vediamo il protagonista che comincia a disegnare, mentre degli uccelli colorati (dello stesso tipo che abbiamo visto nell'illustrazione con il guardiano del parco) guidano l'occhio del lettore verso destra, invogliandolo a girare la pagina (così come sta facendo l'uccello con l'angolo in alto a destra).

Quando infine entreremo in questo mondo immaginario il lettore non potrà non stupirsi di fronte alle splendide illustrazioni a doppia pagina così ricche di colori e di dettagli. Ciascuna illustrazione rappresenta un differente luogo e momento, con differenti situazioni e personaggi; tuttavia, ciascuna sarà ispirata agli elementi che il protagonista aveva cominciato a immaginare durante la mattinata, elementi che vedremo espandersi per dar vita a luoghi meravigliosi e incredibili. In queste tavole sarà inoltre possibile ritrovare comunque riferimenti all'esperienza reale del bambino: in alcune illustrazioni vediamo infatti comparire alcuni adulti che il protagonista aveva incontrato quel giorno (il guardiano del parco e l'insegnante di scienze), oppure alcuni elementi come il gelato del gelataio o l'insegna della scuola.

Sopra: Questa è la prima illustrazione che rappresenta le fantasie del bambino, e come si può vedere essa riprende il momento in cui il protagonista attraversava il parco dove aveva incontrato il custode, il quale è anch'egli presente in quest'immagine, e dove si era immaginato quell'uccello arancione ornato da piume e gioielli, lo stesso tipo di volatile che possiamo vedere anche qui sopra.

Come ho detto poco sopra queste illustrazioni a doppia pagina sono molto colorate, a differenza delle scene in cui era rappresentata la realtà, tuttavia ogni tavola è caratterizzata da una scelta differente di colori: in una sono molto accesi, intensi e brillanti, in un'altra vi è una netta predominanza dei blu, dei rossi e dei bianchi, e in un'altra ancora dei blu e dei bianchi dai toni più smorzati, anche se sempre brillanti e luminosi.


Sopra: Le illustrazioni a doppia pagina in cui il protagonista si lascia trasportare dalla sua immaginazione sono ricchissime di elementi, dettagli e colori, tuttavia per ogni tavola l'artista a scelto delle tinte differenti. Nell'immagine più in alto predominano i colori primari e secondari, brillanti e accesi, mentre in quella più in basso vi è una predominanza di blu e bianchi.

Il lettore, una volta che il bambino, finita l'ora di arte, torna alla realtà, potrà notare nei disegni una maggior presenza di colori: non più solo sfumature marroni e bianche, ma anche pacati rossi, gialli, viola, arancioni, verdi ...

Sopra: Questa è la prima illustrazione in cui il protagonista ritorna alla realtà, che ora appare comunque più colorata rispetto a prima, come possiamo vedere dalla presenza di altri colori oltre al marrone e al bianco (le sedie viola, i capelli arancioni della bambina in primo piano, le rose rosse vicino all'insegnate, gli addobbi colorati ….)

Come si può già capire anche da ciò che ho scritto in precedenza, questa è un'autrice che presta molta cura nei dettagli, e infatti voglio segnalarvi una piccola cosa che ho notato a proposito dell'ultima illustrazione del libro, in cui vediamo il protagonista, ormai cresciuto, mentre espone in un grande edificio una sua opera, ammirata da migliaia di persone: ebbene, se guardate bene tra le persone del pubblico, potrete notare che molti di questi sono personaggi che avete incontrato durante la lettura: vi sono infatti (oltre ai genitori del protagonista)  i vari insegnanti del ragazzo, l'autista, il guardiano del parco, perfino i passanti e anche (probabilmente) alcuni compagni di scuola del protagonista, ora cresciuti anche loro.



Sopra: In alto la scena finale del libro, con il protagonista cresciuto che sta esponendo una sua opera, mentre tra il pubblico (che vi mostro più da vicino nell'immagine più in basso) possiamo vedere alcuni personaggi che abbiamo incontrato nel corso della storia: con le frecce rosse ho indicato i maestri del ragazzo, con quelle gialle gli adulti incontrati dal bambino lungo il tragitto verso la scuola che lo avevano ripreso, e con quelle verdi alcuni passanti.

Quest'opera si presenta come un bell'albo di qualità, con testi curati e illustrazioni dalle linee morbide in cui viene sfruttato sapientemente l'uso del colore. La storia narrata è tanto semplice quanto importante, e invita gli adulti a considerare l'importanza che l'immaginazione e il senso di meraviglia ricoprono nella vita di un bambino (e anche in quella degli adulti stessi). Una storia che probabilmente ci vuole inoltre far capire come sia importante coltivare il proprio talento e la propria immaginazione, oppure sostenere coloro che ce l'hanno (penso ad esempio ai genitori di questo bambino, che nelle poche illustrazioni in cui compaiono ci vengono mostrati sempre premurosi e attenti nei confronti di quest'ultimo) in modo che questi possano poi condividerla con tutti.
Mi pare che questa storia voglia però anche comunicare il fatto che comunque non sempre è possibile seguire la propria fantasia, che ci sono momenti in cui è invece necessario prestare attenzione anche alla realtà (come quando il vigile richiama il bambino che sta attraversando le strisce chiedendogli di fare attenzione, oppure quando il maestro di scienze rimprovera il protagonista spiegandogli che non si può essere distratti in un laboratorio). L'importante è che ci siano anche degli spazi e tempi, durante la giornata, in cui poter dar libero sfogo alla propria creatività, spazi e tempi come l'aula e l'ora di arte (in questo caso), in cui il bambino ha potuto finalmente lasciarsi trasportare dalla propria immaginazione senza correre pericoli.
Talvolta, tuttavia, si tende a trascurare l'importanza (e la necessità) di questi momenti, classificandoli come inutili e come una perdita di tempo. A tale proposito mi viene in mente anche il libro illustrato de "I colori dimenticati e altri racconti illustrati" di Sivia G. Guirado, in cui si sottolinea l'importanza dell'arte nelle nostre esistenze, e, soprattutto, quello de "La inspiracion dormida. Regreso a los colores olvidados" sempre di Sivia G. Guirado, in cui la protagonista sta perdendo la propria ispirazione e la propria voglia di disegnare, e quindi anche la sua felicità e serenità, a causa dei troppi impegni quotidiani. Se volete conoscere meglio quest'ultimi due titoli potete dare un'occhiata ai post in cui ne ho parlato: qui (per il primo) e qui (per il secondo).

Quest'opera è stata pubblicata in inglese nel 2014 dalla Templar books, ha 40 pagine, e misura 29,5 cm d'altezza e 25,5 cm di lunghezza. L'albo è dotato di una copertina rigida e di una sovracopertina e costa 16,99$ (circa 15,50 euro), esiste comunque anche un'edizione con al copertina flessibile che costa dai 5 ai 9 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 14 novembre 2016

The art of Amy Brown

"The art of Amy Brown" è un volume che raccoglie al suo interno  diverse illustrazioni di questa artista che ha cominciato a dipingere fate nel 1992, e da allora non ha più smesso, diventando una famosa illustratrice fantasy. I suoi dipinti sono ormai presenti su vari oggetti: oltre che in artbook o in libri da colorare, possono essere trovati anche su tazze, magliette, calendari, borse, cuscini, oppure riprodotti con tatuaggi o statuette.

Sopra: La sovracopertina di questo artbook ci mostra un dipinto intitolato "Mystique".

All'inizio del libro è presente un'introduzione di Charles de Lint, nella quale si parla un po' dell'artista, si racconta di come sia in grado di creare tramite semplici materiali le sue illustrazioni ("Put a pigment on paper in such a manner that you feel ad though you're a a window, peeking into a real world."), del suo bisogno di rappresentare ciò che sente e che vede nella sua testa ("Often there are days when I really don't want to paint, I HAVE to paint. The urge to create is almost a wild, living entity trapped inside me, clawing to escape"), e degli inizi della sue carriera, quando ancora lavorava in una galleria d'arte e il suo capo le chiese di dipingere qualcosa per riempire uno spazio rimasto vuoto.
Dopo l'introduzione di un paio di facciate, si susseguono l'una dopo l'altra più di un centinaio di illustrazioni realizzate dall'artista, poste in ordine alfabetico in base al titolo del disegno. Sotto ogni dipinto è presente un breve commento di una o due righe della Brawn.

La Brown, come ho già detto, è un'artista specializzata nel fantasy, ella rappresenta in particolare fate, tuttavia tra i suoi lavori, e in quelli di questa raccolta in particolare, sono presenti anche altri soggetti come: sirene, unicorni, angeli, draghi, spiritelli, folletti. Come lei stessa spiega nella pagina del suo sito (qui) le fate hanno cominciato ad acquisire per lei un significato più complesso ed evoluto rispetto alla semplice e tipica definizione di "ragazze alate che svolazzano in giro nei boschi o nei giardini". Per lei le fate sono creature sagge, maestose e bellissime, talvolta anche terribili e crudeli; esse incarnano la grazia, il mistero, la meraviglia, il miracolo, ma anche l'inganno e il desiderio. 
La maggior parte delle creature rappresentate dall'artista sono alate (fate e angeli), poiché per quest'ultima le ali possono essere simbolo di libertà, illuminazione e crescita spirituale, ma anche di potere o di forza (le piume, in particolare, possono essere attribuite agli spiriti liberi o essere associate ad una natura oscura e triste). Le corna e i palchi, (altro elemento presente nei suoi lavori), invece, suggeriscono una saggezza senza tempo, la grazia, oppure, in certi casi, anche la malizia e la furbizia.

  
Sopra: L'immagine a sinistra, che rappresenta una creatura alata, si intitola "Lighting the Way" e secondo la descrizione sotto di essa questo angelo ha il compito di guidarci verso i nostri destini. Quella a destra, invece, è una donna con le corna, che per la Brown rappresentano la saggezza senza tempo; quest'ultima illustrazione si intitola "Forest Spirit", ed è stato uno dei primi tentativi della Brown di affrontare uno sfondo pieno e completo.

Lo stile della Brown è immediatamente riconoscibile e può essere facilmente ricondotto a lei: i tratti del viso e del corpo, l'uso dei colori ad acquerello, la ricchezza di dettagli e la presenza di alcuni elementi particolari che caratterizzano i soggetti dei suoi lavori (come le calze a righe, i tatuaggi o piercing). La ricchezza di dettagli può essere ad esempio apprezzata osservando alcuni elementi come le ali, gli abiti o talvolta anche i paesaggi, a cui l'artista ha dedicato molta attenzione, rendendo ogni soggetto unico.
Le creature da lei dipinte sono molto graziose, delicate, eleganti, spesso maestose. I suoi lavori sono solitamente molto colorati, anche se non mancano immagini con tonalità ed atmosfere più cupe o fredde; come Charles de Lint dice nell'introduzione: "There are shadows (ombre) whispering (che sussurrano, bisbigliano) at the edges (bordi) of the lighter subjects, and some of the subjects are far more worldly (mondane, terrene) than the preatty faeries you'll find elsewhere (altrove), in the work of her peers (coetanei) as well as in some paintings of this book."

  
Sopra: Una cosa che caratterizza le fate e gli angeli della Brown è la presenza di elementi quali calze (a righe solitamente) e tatuaggi. Nell'immagine a sinistra, intitolata "Gargoyle II", possiamo chiaramente vedere questo primo elemento, mentre in quella a destra, "Blue angel", è presente il secondo, sul braccio dell'angelo.

  
Sopra: L'immagine a sinistra ("Tempus fugit") è un ottimo esempio delle illustrazioni della Brawn molto colorate e con colori brillanti, mentre in quella a destra ("Memory of wings") le tinte utilizzate sono cupe e tetre. In entrambe si possono comunque apprezzare la ricchezza dei particolari e la cura dei dettagli (osservare ad e sempio gli abiti e le ali). 

Come ho giù accennato, i soggetti preferiti dalla Brown sono solitamente personaggi femminili come fate o angeli (ma anche sirene ogni tanto), e talvolta queste sono ritratte in compagnia di altre creature come cavalli, unicorni, draghi o folletti. Inoltre, sebbene i personaggi rappresentati siano solitamente sempre diversi, può capitare anche che, qualche volta, a uno solo siano dedicati più quadri, come ad esempio le illustrazioni intitolate "Gargoyle", o quelle della regina Mab.
I protagonisti dei suoi dipinti, tuttavia, possono ispirarsi a varie fonti, ad esempio nel libro sono presenti alcune illustrazioni di fate ispirate a fiori (come "Forget me not", "Foxglove" o "Primrose") oppure agli elementi ("Fire dance", "Fire element", "Night winds" o "Water element"), alle stagioni ("Autumn daydream", "Autumn Whispers", "Snow queen", "Spring queen"), ai colori (Green Sprite, Green Woman) ecc….

Sopra: Le creature della Brawn talvolta sono ritratte insieme ad altri animali, tra cui draghi o cavalli, come nel caso di questa immagine (di cui si può ammirare anche la ricchezza dei particolari) dal titolo "Rhiannon 2001", che rappresenta la regina delle fate Rhiannon in sella al suo cavallo grigio.

  
Sopra: A sinistra vi è il dipinto intitolato "Foxglove", ispirato appunto al fiore della digitale, mentre a destra vi è un'illustrazione basata sull'elemento del fuoco, dal titolo "Fire element".

Quest'opera contiene 153 illustrazioni della Amy Brown, cui 152 interamente a colori. I dipinti ad acquerello dell'artista sono molto belli: i soggetti, pur essendo per lo più fate, sono comunque molto diversi fra loro, ricchi di dettagli e con degli splendidi colori. 
Come la stessa Brown spiega nel suo sito, l'obbiettivo del suo lavoro è quello di catturare un certo momento ed offrirlo allo spettatore, in modo che quest'ultimo possa immaginare una propria storia. Ogni opera è fatta per suscitare una reazione o per raccontare una storia, infatti, come spiega sempre l'autrice, è come se ogni suo pezzo le parlasse e le dicesse qualcosa, e la speranza della Brawn, il suo intento, è che ciò accada anche con chi osserva le sue opere.

Questo artbook è stato pubblicato nel 2003 dalla Chimera Publishing; ha la copertina rigida imbottita ed è fornito anche di una sovracopertina (ma e disponibile anche un'edizione con la copertina flessibile sempre del 2003); misura 25 cm d'altezza e 31 cm di lunghezza, ha 160 pagine e costa 30$.
P.S. Nel 2005 è uscito anche un secondo volume "The art of Amy Brown II".

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.