lunedì 24 settembre 2018

Alice nel paese delle Meraviglie di Lewis Carrol e Rebecca Dautremer

Come tutti sapranno "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Carrol è un classico della letteratura e, come accaduto anche per altri classici, quest'opera è stata riproposta in numerose versioni illustrate. Quella di cui vi voglio parlare oggi è "Alice nel Paese delle Meraviglie" illustrata da Rebecca Dautremer.

Sopra: La copertina di questa edizione di Alice mostra nella parte in alto a sinistra il volto della protagonista, mentre l'angolo in basso a destra è occupato dal titolo, il quale è circondato da dei ricami iridescenti che lo impreziosiscono.

Questa versione illustrata dalla Dautremer ripropone il testo dell'opera di Carrol nella sua versione integrale, come viene specificato sulla quarta di copertina, tradotto da Masolino D'Amico. La storia si apre quindi con Alice che, mentre si sta annoiando su una sponda assieme alla sorella che sta leggendo un libro senza figure, vede passare davanti a se un coniglio bianco molto in ritardo e decide di seguirlo, cadendo dentro una tana e raggiungendo così il Paese delle Meraviglie. Un luogo in cui incontrerà molti bizzarri personaggi (il Bruco che fuma un narghilè, una Duchessa, il gatto del Cheshire, il Cappellaio Matto, la Lepre Marzolina, la Regina, la Finta Tartaruga) e vivrà momenti e situazioni altrettanto assurde (si rimpicciolirà o ingrandirà a dismisura bevendo o mangiando dei biscotti; festeggerà il suo Non Compleanno, giocherà a croquet utilizzando fenicotteri come mazze e istrici come palle, testimonierà in un processo...).

Sopra: Questa illustrazione rappresenta la Regina mentre sta giocando a croquet con i fenicotteri e gli istrici.

Come ho detto all'inizio le illustrazioni di questa edizione di Alice sono state realizzate dalla rinomata artista francese Rebecca Dautremer. Quando un illustratore decide di disegnare la storia di "Alice nel Paese delle Meraviglie" solitamente sceglie di rappresentare la protagonista in due modi: il primo è quello che si basa sull'aspetto che le diede John Tenniel, colui che illustrò la prima edizione dell'opera di Carrol (gli artisti della Disney si ispirarono ad esempio a questa versione per rappresentare il personaggio di Alice della Walt Disney); il secondo si basa invece sull'aspetto di Alice Liddle, la bambina alla quale si deve la nascita della storia di Alice. La Dautremer ha scelto il secondo modo, tanto che, alla fine del libro, compare proprio una foto di Alice Liddle e, in effetti, nell'Alice rappresentata dalla Dautremer si può riconoscere senza difficoltà la Liddle.

 
Sopra: Per l'aspetto della propria Alice (immagine a sinistra) Rebecca Dautremer si è evidentemente basata su quello della vera Alice Liddle (foto a destra).

Le illustrazioni contenute nel volume sono, come sempre, bellissime: originali, raffinate, ricche di dettagli e intriganti.
Nel volume sono presenti sia immagini a colori (a tutta pagina o anche a doppia pagina) che in bianco e nero. I colori utilizzati dall'artista sono parecchi, ma nella maggior parte delle tavole non risultano mai molto brillanti o accesi, trasmettendo l'idea al lettore che le scene si stiano svolgendo in un ambiente un po' grigio e cupo, anche se spesso alcuni colori risultano comunque alquanto carichi e intensi (in particolare il blu e il rosso).

 

 
Sopra: I colori utilizzati nelle illustrazioni non risultano mai molto accesi o brillanti, dando al lettore l'idea che le scene si stiano svolgendo in un ambiente grigio (il cielo, al esempio, non è mai azzurro, ma sempre un po' plumbeo, come quello dell'immagine più in alto). Alcuni colori, come il rosso (presente nell'immagine più in basso) e il blu (presente sulla giacca del coniglio dell'immagine più in alto) risultano comunque spesso piuttosto accesi e intensi.

I personaggi risultano sempre molto espressivi ed originali, trovo particolarmente interessante il modo in cui la Dautremer ha rappresentato il Bruco, il Cappellaio Matto (come un uomo di colore dal fisico robusto), la Regina e la Finta Tartaruga.
Non solamente i personaggi, ma anche molte scene sono state rappresentate dall'artista in maniera originale, discostandosi dalle classiche rappresentazioni che sono state fatte di quest'opera (per quanto riguarda la scelta della scena, dell'inquadratura e dell'ambientazione): ad esempio il Paese delle Meraviglie ritratto dalla Dautremer è un ambiente molto più lacustre e marittimo che non collinare o boschivo (ad esempio la casa del Coniglio è costruita sull'acqua e il Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina stanno prendendo un tè non su un prato, ma su una spiaggia).


 
Sopra: Come potete vedere da queste immagini l'ambientazione scelta dalla Dautremer per il suo Paese delle Meraviglie è un ambiente prevalentemente acquatico (nell'immagine più in alto possiamo vedere come la scena si svolga su un lago, mentre nella seconda immagine si svolge su una spiaggia). Notare inoltre anche l'originalità dell'aspetto del Cappellaio Matto (l'uomo di colore vestito di blu nell'immagine più in basso).

Questa edizione di "Alice nel Paese delle Meraviglie" illustrata dalla Rebecca Dautremer è veramente uno splendido volume dall'aspetto molto curato e pregiato, con delle illustrazioni originali e bellissime che mostrano al lettore un Paese delle Meraviglie ancora inedito e tutto da scoprire.

Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 2010 col titolo "Alice's Adventures in Wonderland" dalla Hachette Livre e in italiano nel 2011 dalla Rizzoli. Il libro ha 137 pagine, la copertina rigida, misura 35 cm d'altezza e 28,7 cm di lunghezza e costa 28 euro.
Nel 2015 è stata inoltre edita, sempre dalla Rizzoli, un'altra versione di questo libro, in un formato più piccolo e con la copertina flessibile. Questa edizione ha 216 pagine e costa 15,90 euro

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 17 settembre 2018

Il quaderno degli incubi di Ricardo Chàvez Castaneda e Israel Barron

"Il quaderno degli incubi" di Ricardo Chàvez Castaneda e illustrato da Israel Barron è un libro illustrato composto da alcuni racconti tutti alquanto particolari e tutti con un retrogusto alquanto inquietante.

Sopra: la copertina de "Il quaderno degli incubi" mostra un'illustrazione che non è presente all'interno del volume.

E difficile riuscire a spiegarvi le storie contenute in questo libro, poiché, come dice la descrizione che trovate sui siti su cui poter acquistare questo volume, ci sono storie "... che non hanno bisogno di carta né di parole per esistere, perché sono terrificanti racconti senza bocca né voce che nascono dentro di noi quando chiudiamo gli occhi, che si nascondono dietro le palpebre dei bambini che soffrono a causa di un mondo che non comprendono, di situazioni che li spaventano." Storie che i bambini non raccontano a nessuno perché "Ci sono storie che non possono essere narrate con le parole che conoscono". A queste storie i grandi hanno dato il nome di incubi.
Il volume contiene 15 racconti: "Il mago", "Il luna park", "Denti", "Mani", "Di vetro", "Il sangue", "Le forbici", "Il bel cielo", "La terra", "Le impronte", "Il pozzo", "Domeniche", "Rubabambini", "Tornate" e "La fuga". Questi racconti sono tutti alquanto surreali e strani, e spesso lasciano il lettore con un senso di incompletezza, con degli interrogativi e il desiderio di rileggere la storia appena conclusa per poterci riflettere sopra, per trovare un qualcosa che gliela faccia decifrare.
Il primo racconto ("Il mago"), ad esempio, narra le vicende di un bambino che va al circo assieme alla sorella, durante l'esibizione di un mago quest'ultima viene chiamata a partecipare ad un numero in cui deve entrare in una cassa in cui verranno conficcate delle spade. Alla fine del numero, tuttavia, a detta del fratello, la bambina che esce dalla cassa non è sua sorella (sebbene ne abbia il medesimo aspetto), in quanto questa bambina va a sedersi non al posto che occupava prima (accanto al fratello) ma in un altro posto che ha trovato vuoto. Il bambino, allora, aspetta il finire dello spettacolo e, senza mai muoversi o andarsene dal tendone, assiste ad altri spettacoli, durante i quali si accorge che i bambini che escono dalla cassa dopo il numero del mago sono diversi da quelli che vi sono entrati. Per sette giorni il bambino rimane nel tendone del circo, finché l'ottavo giorno, dopo che il circo se n'è andato, arriva la sorella del protagonista che chiede a quest'ultimo di riaccompagnarla a casa perché sennò i loro genitori si sarebbero arrabbiati. Ma il bambino rimane "Immobile e ricoperto di polvere", riuscendo solo "A guardare le braccia protese della bambina, dove non c'erano mani".
Come potete capire dal riassunto del primo di questi racconti le storie che troverete in questo libro sono spiazzanti, inquietanti e magari racchiudono anche significati simbolici (mi viene in mente, a questo proposito, il racconto "Di vetro", che ha per protagonista un bambino, appunto, di vetro).

Sopra: L'illustrazione associata al racconto "Il mago" di cui vi ho raccontato sopra la trama.

Così come le storie, anche le immagini che le accompagnano  non sono facili da descrivere, ma si può certamente dire che esse si integrano bene con i racconti e che sono molto adatte per rappresentarli. Anche le illustrazioni, realizzate da Israel Barron, hanno un aspetto inquietante e suggestivo e seguono uno stile particolare e originale, per niente scontato.
Queste illustrazioni riescono a comunicare un senso di inquietudine all'osservatore anche grazie alla scelta e all'uso dei colori che l'artista ha fatto. In tutti i disegni prevalgono costantemente i toni del marrone, che contribuiscono a dare alle scene rappresentate un aspetto mesto e opprimente. Oltre al marrone altri colori che compaiono spesso in queste immagini sono il bianco e il rosso vivo, il quale è però presente solo su un unico elemento in ciascuna illustrazione.

 
Sopra: Come potete vedere da queste immagini qui sopra (ma anche dalle altre che vi ho riportato), tratte rispettivamente dal racconto "Il bel cielo" e "Mani", tra i colori che l'artista ha scelto per le illustrazioni di questo libro vi è principalmente il marrone (in diverse tonalità e sfumature), seguito poi dal bianco e dal rosso. Quest'ultimo colore, in particolare, come potete notare, è presente in tutte le tavole, ma l'artista ha scelto di utilizzarlo su un unico elemento per disegno (nell'immagine a sinistra nell'orsetto e i  quella a destra sulla gonna della bambina).

Anche i tratti e le forme sono alquanto particolari e permettono subito di identificare lo stile dell'artista. Le illustrazioni sono inoltre ricche di elementi soprannaturali, i quali si amalgamano bene con lo stile dei racconti. Anche queste, proprio come i racconti, non sono facilmente interpretabili, anche se in effetti possono aiutare il lettore a dare un qualche significato alla storia a cui l'immagine si riferisce. Queste illustrazioni aggiungono comunque sempre qualche elemento visivo in più rispetto al racconto, ma sta al lettore interpretarlo e decidere quale peso e significato dargli. Questi disegni sono, ad esempio, ricchi di elementi mostruosi, come, ad esempio, animali e persone dall'aspetto inquietante e minaccioso (con occhi sgranati, denti aguzzi...).
Interessante il fatto che l'inizio della storia sia preceduto da un piccolo disegno, posto al di sopra del testo scritto, che rappresenta un oggetto che ha a che fare con la storia che il lettore si appresta a leggere.

  
Sopra: Le illustrazioni di questo libro, particolari e dallo stile originale, contengono elementi soprannaturali, inquietanti e dal significato simbolico che le rendono molto adatte a rappresentare le storie contenute in questo volume. L'illustrazione a sinistra, tratta dal racconto "Le forbici" rappresenta, da un prospettiva insolita, i capelli di uno dei personaggi di questo racconto (i quali continuano a crescere, tanto che il protagonista si prende il compito di continuare a tagliarli) conferendogli un aspetto inquietante (come se fossero dei tentacoli, ma anche qualcosa di sanguinario). Nell'immagine a destra vediamo il bambino protagonista del racconto "Domeniche" assieme a quello che dovrebbe essere suo padre, il quale nella storia ci viene fatto intendere che sia morto.

"Il quaderno degli incubi" è un bel libro che contiene 15 racconti inquietanti, spiazzanti, ma anche molto interessanti, tutti da interpretare e mai scontati. Le illustrazioni di Barron, ricche di elementi insoliti e surreali (nonché di presenze mostruose), che accompagnano queste storie sono molto adatte a rappresentarle, aiutando il lettore a dare un ulteriore significato a quanto letto, senza mai, però, risultare troppo esplicite a riguardo.

Quest'opera è stata pubblicata in originale nel 2012 col titolo "El cuaderno de las pesadillas" dal Fondo de Cultura Economica e poi edito nel 2013 dalla Logos. Il libro ha 84 pagine, la copertina rigida, misura 23,7 cm d'altezza e 17,1 cm di lunghezza e costa 15,00 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 10 settembre 2018

Codex Seraphinianus di Luigi Serafini

L'opera di cui vi parlerò oggi è un libro molto particolare, un'opera da collezione che difficilmente troverete nelle librerie. Il "Codex Seraphinianus" è un volume scritto e illustrato da Luigi Serafini tra il 1976 e il 1978, la cui prima edizione fu realizzata da Franco Maria Ricci nel 1981.

Sopra: La copertina dell'edizione del 2013 del "Codex Seraphinianus".

Questo codice di presenta come un'enciclopedia (come la "Naturali Historia" di Plinio, il "De Rerum Natura" di Lucrezio o la "Encyclopédie" di Diderot e d'Alembert) scritta in una grafia indecifrabile, poiché, come dichiarato dallo stesso autore, l'alfabeto con cui è scritto il codice è completamente asemico (cioè senza nessun contenuto semantico) e non trascrive nessuna lingua esistente o immaginaria.
In questo Codex vengono reinterpretate in chiave fantastica e visionaria materie quali la zoologia, la botanica, l'etnografia, l'antropologia, la storia, la fisica, la moda, l'architettura, la tecnologia. Come una normale enciclopedia, infatti, anche questo codice è suddiviso in più parti, anche se per capire di cosa trattano ci si può affidare unicamente alle illustrazioni di cui ciascuna pagina è ricca.
Ciò di cui sembrerebbe trattare questa enciclopedia, tuttavia, è una conoscenza di un mondo totalmente estraneo e diverso dal nostro. Sembrerebbe l'enciclopedia di un pianeta alieno, abitato dai suoi animali, dai suoi frutti, dai suoi fiori e dai suoi alberi, di cui alcuni sembrerebbero avere qualcosa in comune con i nostri. Un pianeta i cui abitanti (anch'essi simili a noi per certi aspetti fisici) hanno sviluppato una tecnologia, delle macchine e degli edifici altrettanto diversi dai nostri.

  

   
Sopra: Alcune immagini che ritraggono alcune pagine del libro. Come potete vedere in alcune (quelle più in alto) sono ritratti degli animali, in un'altra (quella in basso a sinistra) quelli che sembrano dei fiori e in un'altra ancora (quella in basso a destra) un uomo appartenente a una qualche popolazione.

Come ho detto in precedenza questo volume è ricchissimo di illustrazioni, le quali rivestono un'importanza fondamentale poiché sono l'unico elemento vagamente interpretabile, se così possiamo dire, di quest'opera.
D'altronde le illustrazioni sono venute prima della scrittura, tanto che l'autore, a un certo punto, si è dovuto chiedere quale scrittura scegliere per accompagnare delle immagini così strane e assurde, scegliendo infine di non scegliere nessuna lingua nota, ma di crearne una completamente originale e asemica, stramba e indecifrabile proprio come i suoi disegni.
In effetti, riuscire a interpretare questi disegni può non essere un'impresa facile, e riuscire ad interpretarli nel modo corretto è qualcosa di impossibile poiché molto probabilmente un modo giusto non esiste. Essendo le illustrazioni molto strampalate e particolari ogni persona può infatti interpretale come vuole, dandogli un senso e una prospettiva differente. Centro, magari osservano qualche pagina l'osservatore può riconoscere nelle forme di qualche disegno dei tratti che gli permetteranno di identificarlo come "un frutto", o come "un fiore", oppure come "un animale" o come "un edificio", riuscendo perlomeno a inserirlo dentro una qualche categoria.
Difficilmente però si riuscirà a fare più di questo, poiché ogni altra spiegazione (sulle proprietà, le caratteristiche, la storia, i comportamenti, le funzioni ecc...) riguardo questo o quel fiore, o quella specie di essere che potrebbe essere un animale, è destinata a non avere risposta, poiché le numerose scritte che accompagnano le immagini rimangono mute per il lettore.

  

 

  
Sopra: Le illustrazioni presenti in quest'opera sono alquanto peculiari e non sempre facili da interpretare, sebbene l'osservatore possa riconoscere nelle forme di qualche disegno dei tratti che gli permetteranno di identificarlo come un frutto (come quelli mostrati nell'immagine più in alto), o come un fiore (come quelli presenti nell'immagine centrale), oppure come un animale (come i pesci presenti nell'ultima immagine).

D'altro canto c'è da dire che le illustrazioni contenute nell'opera sono magnifiche, oltre che spesso assurde, dai colori vivaci, brillanti e ricche di dettagli. L'osservatore potrà rimanere ad osservarle per diversi istanti, incantato, chiedendosi cosa possano rappresentare, che cosa possano voler dire o, semplicemente, cosa sono.

 

 
Sopra: Le illustrazioni contenute nel volume hanno colori accesi e vivaci, oltre a ritrarre situazioni o cose alquanto bizzarre, come potete vedere, ad esempio, nelle pagine che vi ho riportato qua sopra.

Il "Codex Seraphinianus" è un'enciclopedia molto particolare, un libro i cui significati e contenuti sono stati fatti per non essere compresi appieno, al massimo per essere solo ipotizzati, immaginati e cercati (non per essere trovati). Nel scegliere la scrittura di quest'opera l'autore ha infatti voluto ricordarsi di quando, bambini ancora incapaci di leggere, sfogliavamo i libri illustrati basandoci unicamente sulle figure per capirli. Serafini ha voluto creare un libro da leggere senza però sapere come leggerlo
Questa è sicuramente un'opera unica, originale e capace di stimolare oltremodo l'immaginazione, un'enciclopedia di un mondo immaginario e fantastico, su cui possiamo sognare e di cui possiamo solo immaginarci delle risposte.

Questo libro ha avuto varie edizioni:
- L'edizione originale, del 1981, è stata stampata in due volumi (diventati nel tempo molto rati e costosi) dalla Franco Maria Ricci.
- Nel 1983 in Stati Uniti, Germania e Paesi Bassi venne stampata un'edizione (da 370 pagine) in un unico volume.
- Nel 1993 ricomparve una nuova edizione della Franco Maria Ricci, sempre in volume unico,  in Europa: una francese e una spagnola, ampliate con una prefazione di Italo Calvino.
- Nel 2006 è stata ristampata in Italia una nuova edizione della Rizzoli, con una "prefazione" di 9 nuove tavole dell'autore e il "decodex" (arrivando a 384 pagine), una revisione tipografica che ha riportato i colori alle definizioni originarie, con un costo di vendita di 89 euro.
- Nel 2013 la Rizzoli ristampò nuovamente l'opera con una nuova "prefazione" di 11 pagine dell'autore.  Questa è l'edizione di cui sono in possesso, la quale ha 396 pagine, misura 34 cm di altezza e 23,7 cm di lunghezza e costa 100 euro (nella versione economica) 300 in quella delux.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 3 settembre 2018

Mucha

Alfons Mucha è stato un pittore e uno scultore ceco, nonché uno dei più grandi artisti dell'art nouveau. "Mucha" (l'opera di cui vi parlerò oggi) è un libro di Sarah Mucha, realizzato con la collaborazione della Mucha Foundation, dedicato a questo artista:  .

Sopra: Sulla copertina di "Mucha" si può vedere "Dance", un'opera che fa parte di una serie di altri tre pannelli decorativi ("Dance", "Poetry" e "Music") che celebrano le arti.

Questo volume inizia con Petr Wittlich (professore di Storia dell'arte alla Charles University di Praga) che presenta al lettore una biografia di Mucha, raccontando la vita di quest'ultimo e le sue tappe più importanti. Segue poi un'introduzione di Ronald F. Lipp in cui si parla della riscoperta dell'artista, dopo un periodo in cui sembrava essere stato dimenticato, della sua influenza, del suo stile, del suo uso dei pastelli, del suo ritorno a casa e, infine, viene spiegato il motivo per cui si è deciso di dedicare un intero libro a Mucha.
Il resto del libro è suddiviso in varie parti, la maggior parte delle quali scritte da Petr Wittlich:
- Nella prima, dal titolo "Maìtre de l'affiche", sono presenti le immagini dei pannelli decorativi creati da Mucha, partendo dai primi realizzati nel 1896, i quali avevano come tema le quattro stagioni.
- Nella seconda ("Breackthrough in Paris") raccoglie i posters creati dall'artista a Parigi negli anni Novanta dell'Ottocento.
- Nella terza, intitolata"Designs for la Belle Epoque", vengono presentati al lettore alcuni schizzi di oggetti di design (tra cui gioielli, posate, stoviglie e arazzi) che Mucha realizzò nel Diciannovesimo secolo, nonché anche le foto di alcuni di questi oggetti creati dall'artista, caratterizzati dal suo personale stile.
- Nella quarta ("Retur to Bohemia") sono presenti le opere (in particolare i posters) che Mucha realizzò quando ritornò nel suo paese, le quali seguono due temi predominanti: il folclore e il movimento Sokol.
- Nella quinta ("Paintings") sono stati raccolti i dipinti realizzati da Mucha nel corso della sua vita
- Nella sesta ("Photographs") sono presenti le foto scattate dall'artista, le quali sono di tre principali tipi: quelle delle modelle usate per i suoi dipinti, quelle scattate durante i suoi viaggi di studio e quelle di amici e familiari.
- Nella settima, dal titolo "Drawings and Pastels", il lettore può vedere alcuni disegni e pastelli realizzati da Mucha
- Nella settima, intitolata "The Slav Epic", sono presenti una serie di 20 murales di grandi dimensioni sull'Epopea Slava, per i quali Mucha scelse episodi non solo meramente storici, ma anche che facessero riflettere su temi di umano interesse. Dipingendo questi murales, che rappresentavano episodi significativi del passato Slavo, Mucha sperava di trasmettere alle future generazioni una lezione di integrità, coraggio, idealismo e fede.
Tutte queste parti sono molto ricche di foto e di immagini, di cui la maggior parte accompagnate da una descrizione.




Sopra: Alcune immagini presenti all'interno del volume. Quella più in alto mostra due dipinti che fanno parte della serie "The Slav Epic", mentre quella più in basso mostra una serie di pannelli decorativi che rappresentano le quattro stagioni.

Come è stato detto anche precedentemente Mucha è stato uno dei più grandi esponenti dell'Art Nouveau, la quale ha come prima fonte di ispirazione la natura, tanto che la presenza di motivi floreali, vegetali e zoomorfici è un elemento distintivo di questo movimento, a cui si aggiunge la scelta di utilizzare linee curve, sinuose e dinamiche.
Lo stile dell'artista è immediatamente identificabile e molti dei lavori di Mucha si caratterizzano per la presenza di elementi naturali (soprattutto floreali) e di donne giovani, affascinanti, avvenenti, leggiadre e seducenti, con folte capigliature e abbigliate con splendidi abiti ricchi di pieghe. Queste donne, da quanto si crede, incarnavano, per l'artista, la grande anima del mondo e trasmettevano, in parte attraverso archetipi nascosti e inconsci, il fatto che l'universo è benevolo, la vita è buona e che la felicità è alla nostra portata se solo sappiamo come coglierla.
Le sue migliori opere decorative sono composizioni ricche di elementi floreali, botanici, ma anche simbolici ed esoterici (Mucha impiegava nei suoi quadri, ad esempio, elementi bizantini, celtici, giapponesi, rococò, gotici, ebraici e cechi).
Le opere dell'artista sono armoniose, colorate, elaborate, esotiche e intriganti.





 
Sopra: Alcune immagini di alcune famose opere realizzate da Mucha. In quella più in alto sono presenti dei pannelli decorativi intitolati "Rose", "Iris""Carnation" e "Lily"; nella pagina centrale possiamo vedere dei pannelli decorativi, dedicati alle pietre preziose, intitolati "Topaz", "Ruby" "Amethist" e "Emerald"; l'ultima immagine ci mostra invece due poster. Come si può notare i lavori di Mucha si caratterizzano per la presenza di elementi naturali (soprattutto fiori) e donne, colori caldi e accesi e l'utilizzo di linee sinuose e dinamiche.

Ricordo inoltre che in quest'opera, oltre alle illustrazioni presenti su poster o su pannelli decorativi, sono contenute anche molte altre opere dell'artista, come fotografie da lui scattate, oggetti di design e dipinti.

 

Sopra: Come ci ricorda quest'opera Mucha non ha realizzato solo poster o pannelli decorativi, ma anche fotografie (come quelle presenti nella pagina in alto a sinistra), oggetti di design (come quelli che possiamo vedere nella pagina in alto a destra) e dipinti (come quello dell'immagine più in basso, intitolato "Madonna of the Lilies").

"Mucha" si presenta come un bel volume su questo famoso artista, importante esponente dell'art nouveau. Un'opera ricca di informazioni e di immagini riguardanti le diverse creazioni di Mucha (poster, dipinti, oggetti di design, disegni ecc...).

Questo volume è stato pubblicato nel 2011 dalla Frances Lincoln, ha 160 pagine, la copertina rigida dotata di sovracopertina, misura 30 cm d'altezza e 24 cm di lunghezza e costa 24,00 euro.

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