lunedì 27 agosto 2018

Cappuccetto Rosso di Nadia Fabris

Oggi vi parlerò di una fiaba classica: "Cappuccetto Rosso", in una versione intagliata con le illustrazioni di Nadia Fabris.

Sopra: La copertina di "Cappuccetto Rosso" presenta la sagoma di una testa di lupo intagliata nella copertina stessa, da cui il lettore può vedere, nella pagina sottostante, il lupo e Cappuccetto Rosso.

In questa versione della storia, adattata da Ester Tomé, sono presenti tutti i fatti principali che caratterizzano la fiaba di Cappuccetto Rosso: a cosa la bambina deve il suo nome, la mamma che le dice di andare a portare qualcosa alla nonna malata, l'incontro col lupo, il lupo che mangia la nonna e poi anche la bambina, il cacciatore che sente il lupo russare e gli taglia la pancia salvando nonna e nipote.
Ci sono però diversi particolari che non rispettano la versione originale del 1857 dei Grimm:
- in questa versione viene detto che è stata la mamma (e non la nonna) di Cappuccetto Rosso a regalarle il cappuccio da cui la bambina prende il nome.
- In questa versione la mamma raccomanda alla figlia di "Non fermarsi a parlare con nessuno lungo il sentiero", mentre nella versione dei Grimm la madre raccomanda alla figlia solo di non uscire dal sentiero perché "Se no, cadi e rompi la bottiglia e la nonna resta a mani vuote".
- Sono stati aggiunti all'attuale versione dei particolari non presenti nella fiaba originale: ad esempio viene detto che la bambina si inoltra allegramente nel bosco cantando e saltellando, oppure che Cappuccetto, prima di incontrare il lupo, "Scorse dietro un cespuglio due occhi grandi e scintillanti che la fissavano" ecc...
- Il lupo propone, in questa versione, a Cappuccetto Rosso una gara per vedere chi tra loro arriva per prima a casa della nonna, mentre nella versione originale cerca di far perdere tempo alla bimba (per arrivare per primo a casa della nonna) spronandola a cogliere dei fiori (cosa che, tra l'altro, la protagonista fa comunque anche in questa versione della Fabris: "Proseguendo con calma lungo la strada, fermandosi anche a raccogliere dei fiori").
-  Una volta che la nonna e Cappuccetto sono uscite dalla pancia del lupo non si fa più accenno, in questa versione, a cosa accade a quest'ultimo, mentre nella storia originale dei Grimm la bambina infila delle pietre nella pancia della bestia, così che, una volta che questa si sveglia, cade morta per la fatica.

Sopra: Questa illustrazione ritrae il lupo travestito da nonna mentre attende l'arrivo della bambina.

Le illustrazioni di questo libro, realizzate da Nadia Fabris, sono carine e originali e mostrano spesso un alternanza o la compresenza di colori più tenui ed altri più intensi.
Quello che maggiormente però colpisce è in realtà il lavoro di paper cutting che è stato eseguito su alcune pagine. Ho apprezzato alcune trovate che ho visto in quest'opera: come quella di realizzare alcuni alberi intagliati su di una pagina per lasciare intravedere Cappuccetto in quella sottostante mentre cammina in mezzo al bosco (per dare l'idea che la bambina si trovi in un bosco fitto); o quando, dietro a una pagina con delle foglie intagliate si intravedono, nella pagina sottostante, il muso e gli occhi gialli del lupo che spia la bambina; oppure quella in cui, per dare al lettore l'idea di quanto la protagonista ci abbia messo a giungere a casa della nonna (e quanta strada abbia fatto), hanno intagliato in una pagina un percorso composto da tante piccole impronte di passi; oppure quella di mostrare il muso del lupo intagliato e poi, nella pagina sotto, la figura di Cappuccetto Rosso che precipita nella pancia dell'animale, per mostrare al lettore il momento in cui la bambina viene  mangiata...

 
Sopra: Qui sopra potete vedere alcune pagine in cui è stata utilizzata la tecnica del paper cutting. In quella di sinistra si può intravedere, nella pagina sottostante a quella con delle foglie intagliate, il muso e gli occhi gialli del lupo che spia la bambina di nascosto; mentre, nell'immagine a destra, si può vedere come  hanno intagliato in una pagina un percorso composto da tante piccole impronte di passi per dare al lettore l'idea di quanto la bambina ci abbia messo a giungere a casa della nonna.

Questi sono dei bei modi di utilizzare la tecnica del paper cutting, anche se devo dire che alcune di queste trovate le avevo già viste in un altro albo illustrato (pubblicato nel 2014) di Cappuccetto Rosso in cui veniva sempre usata la tecnica del paper cutting: "Little Red Riding Hood" di Sybille Schenker.

 
Sopra: Sebbene questa versione di Cappuccetto Rosso utilizzi la tecnica del paper cutting in modo sapiente, alcune trovate le avevo già viste in un'altra versione intagliata della medesima fiaba. Come, ad esempio, l'idea di utilizzare una pagina con degli alberi intagliati per dare al lettore l'idea di quanto il bosco sia fitto.



 

Sopra: Un'altra bella trovata, che però avevo già visto nella versione di Cappuccetto della Schenker (di cui potete vedere le relative immagini qui sopra, nella parte più in alto e in quella centrale a sinistra), è quella di far vedere il muso del lupo intagliato e poi, nella pagina sottostante, la figura di Cappuccetto Rosso, per mostrare al lettore proprio il momento in cui la bambina viene  mangiata. Come potete vedere voi stessi dalle immagini qui sopra l'idea di base è proprio la stessa, anche se con qualche variazione (nel libro della Schenker la bambina viene mostrata prima di essere ingoiata dal lupo, mentre in quella della Fabris viene mostrata dopo, mentre si trova già nella pancia dell'animale).

"Cappuccetto Rosso" di Nadia Fabris è un bell'albo illustrato, con delle illustrazioni carine ed originali, il cui punto forte è sicuramente il lavoro di intaglio eseguito col laser, il quale regala profondità alle immagini e mantiene vivo, nel lettore, un senso di meraviglia e di sorpresa. L'adattamento dei testi può andare, anche se lascia abbastanza a desiderare, poiché rispetta le vicende principali della fiaba (ad eccezione del finale, che risulta un po' incompleto), variandone però diversi particolari.

Questo libro illustrato è stato pubblicato nel 2017 dalla Sassi Editore, ha la copertina rigida, misura 28,2 cm d'altezza e 23,1 cm di lunghezza, ha 32 pagine e costa 14,90 euro.

P.S. Quest'opera fa parte di una collana di libri, chiamata "Fiabe intagliate", che pubblica fiabe e classici della letteratura per l'infanzia le cui pagine sono intagliate col laser. Altri titoli appartenenti a questa collana sono:
  • "Hansel e Gretel" di Matteo Gaule (2017)
  • "Pinocchio" di Ester Tomé e Luna Scortegana (2018)
  • "Cenerentola" di Matteo Gaule e Valentina Facci (2018)
  • "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Irena Trevisan e Nadia Fabris (2018)
  • "Il meraviglioso Mago di Oz" di Ester Tomé e Luna Scortegana (2018)
  • "Aladino e la lampada meravigliosa" di Luna Scorteganae e Irena Trevisan (2018)
  • "La regina delle nevi" di Valentina Bonaguro e Luna Scortegana (2018)
     

   

 
Sopra: Le copertine degli altri titoli che fanno sempre parte della medesima collana ("Fiabe intagliate") a cui appartiene anche la versione di "Cappuccetto Rosso" di cui vi ho parlato in questo post.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 20 agosto 2018

La grande Bible des fées di Edouard Brasey

Di libri illustrati sulle fate ne ho già trattati parecchi in questo blog, questa volta, tuttavia, ve ne presenterò uno che si potrebbe considerare una sorta di magnus opus del genere: "La grande Bible des fées" di Edouard Brasey.

Sopra: La copertina del volume presenta degli elementi e dei dettagli dorati che spiccano su uno sfondo scuro. Attorno al titolo, inoltre possiamo vedere dei cerchi contenenti alcune illustrazioni presenti nell'opera.

Quest'opera, dalle notevoli dimensioni, è suddivisa in diverse parti che a loro volta comprendono dei capitoli e dei sottocapitoli. Le parti in cui è suddiviso il libro sono:
1. "Les Libres des origines" in cui vengono trattati temi come:
- la nascita delle fate: in cui si parla della definizione e dell'origine delle fate, delle fate romane, di quelle celtiche, di quelle scandinave e di quelle medievali.
- la comunità delle fate: la quale comprende la piccola società delle fate (che tratta dei rapporti tra le fate e gli uomini, le loro case, le fate filatrici e lavandaie, i loro bagni, le loro fontane ecc...), la loro tavola (in cui ci vengono spiegati i cibi e la cucina fatati, la panetteria delle fate, i loro pasti, i loro utensili, le ricette dei cocktail fatati, i loro elisir ecc...) e le loro danze (in cui potremo leggere dei cerchi delle fate e delle danze delle fate di sabbia e di quelle di Lancashire).
- la geografia delle fate: in cui ci vengono presentate le isole e le foreste incantate, Avalon, le grotte delle fate ecc..
- le regine (leggi e costituzione politica): in cui ci viene spiegato il concetto di moralità e immoralità secondo le fate, la loro anima e le dame bianche.
2. "Les libres historiques: chroniques et legendes" in cui vengono trattati i seguenti temi:
- le fate madrine: in cui ci vengono presentate le fate madrine, le bambinaie delle fate, gli scambiati e gli infanti fatati.
- le fate dell'amore: in cui si parla delle fate di corte, dei tabù fatati ecc...
- le fate della natura e degli elementi: dove conosceremo le amanti degli elementi, le fate dei fiori e dei minerali, le erbe fatate, gli spiriti delle radici ecc...
- le fate animali: in cui scopriremo le metamorfosi animali, il daino bianco e le selkie (le fate foca).
3. "Les Libres poetiques" in cui si tratta:
- il calendario magico delle fate: in cui troviamo alcune date importanti per il mondo fatato come quella del primo febbraio, del 21 marzo, del primo maggio, del 21 e del 24 giugno, del 21 settembre, del primo novembre, del 25 dicembre ecc...
- le fate dello Zodiaco: in cui conosceremo la fata dell'Ariete, del Toro, dei Gemelli, del Cancro, del Leone, della Vergine, della Bilancia, dello Scorpione, del Sagittario, del Capricorno, dell'Acquario e dei Pesci.
- le invocazioni: in cui scopriremo il culto degli elfi e delle silfidi, la rinascita della fenice, il rituale della candela, la cultura dei centauri e dei fauni, l'invocazione alla porta di un cerchio delle fate, la benedizione delle origini, rituali per utilizzare gli specchi e le bacchette magiche, il culto dei draghi e dei nani, i rituali delle fate e delle streghe per il culto di Mabon, le invocazioni delle sfere di cristallo, il rituale di Halloween ecc...
4. "Le libre des prophetesses" in cui si parla de:
- le piccole fate di Cottingley
- le fate e i deva dei giardini di Findhorn
- le conversazioni sul dio Pan
5. "Le Noubeau Testament des fees" dove ci vengono presentati:
- la genesi delle fate
- il Vangelo secondo Titania
- il Vangelo secondo Melusine
- il Vangelo secondo Viviane
- il Vangelo secondo Morgane
6. "L'Apocalypse des fées" in cui si parla delle fate fatali, della fata Carabosse, dello sguardo e dei sortilegi delle fate e della Bella Dama senza Pietà.
Come potete vedere da questo elenco/indice (tra l'altro neanche del tutto completo), capirete che in questo volume l'argomento "fate" è affrontato in maniera piuttosto approfondita e, soprattutto, da molti punti di vista (d'altronde anche la bibliografia di quest'opera è molto ampia).



Sopra: Due illustrazioni presenti all'interno dell'opera, quella più in alto è stata realizzata da Amandine Labarre, mentre quella più in basso è di David Thièrée.

Quest'opera contiene moltissime illustrazioni, praticamente non c'è una sola pagina che ne sia priva. Le immagini contenute in questo volume sono state realizzate da quattro differenti artisti: Sandrine Gestin, Amandine Labarre, Alain-Marc Friez e David Thiérée.
Ogni artista, ovviamente, ha realizzato dei disegni che si differenziano tra loro per lo stile: le illustrazioni Sandrine Gestin (che sono tra le più numerose in questo libro), ad esempio, sono belle, eleganti, dai tratti delicati e con colori tenui e luminosi; quelle di Amandine Labarre (ache queste molto presenti in questo volume) sono eleganti, ricche di dettagli, con colori talvolta vivaci ed altre volte più cupi; quelle di Alain-Marc Friez, invece, riprendono molto le illustrazioni medievali, si presentano inoltre ricchissime di elementi e particolari, molto colorate, con toni accesi e tinte brillanti; quelle di Davis Thiérée sono state realizzate per la maggior parte in bianco e nero, anche se ve ne sono anche alcune a colori.
Le illustrazioni di questo volume sono, comunque, belle, diversificate tra di loro e si integrano molto bene con i testi.

 

 
Sopra: Quattro differenti immagini disegnate dai quattro artisti che hanno illustrato quest'opera. L'illustrazione in alto a sinistra è di Sandrine Gestin, quella in alto a destra di Amandine Labarre, quella in basso a sinistra di Alain-Marc Friez e quella in basso a destra di David Thiérée

"La grande Bible des fées"è un bel volume, di notevoli dimensioni, che contiene moltissime informazioni riguardo le fate e che soddisferà tutti gli appassionati del genere. Tali informazioni sono inoltre accompagnate da delle belle e poetiche illustrazioni che contribuiscono a impreziosire l'opera e a renderla più piacevole e accattivante da leggere

Quest'opera è stata pubblicata nel 2010 dalla Pre Aux Clercs, ha 320 pagine, la copertina rigida, misura 23,5 cm d'altezza e 19,5 cm di lunghezza e costa 29,00 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 13 agosto 2018

Raccontare gli alberi di Pia Valentinis e Mauro Evangelista

Gli alberi e le piante sono un elemento molto presente negli albi illustrati, anche se mi sono resa conto di non aver ancora trattato neppure un libro illustrato su di essi, sebbene ce ne siano alcuni molto belli. Rimedierò quindi oggi parlandovi di quest'opera: "Raccontare gli alberi" illustrata da Pia Valentinis e Mauro Evangelista e vincitrice del premio Andersen come Miglior libro di divulgazione per ragazzi del 2012.

Sopra: Sulla copertina di "Raccontare gli alberi" si può vedere l'immagine di una foresta di betulle.

Questo è un albo illustrato diverso da quelli che solitamente si trovano comunemente nelle librerie, in esso, infatti, non viene narrata nessuna storia in quanto quest'opera è composta da una raccolta di una serie di brani (poesie, letteratura, miti, leggende...) curati da Paola Parazzoli e Giusi Quarenghi, accompagnati dalle splendide illustrazioni di Pia Valentinis e Mauro Evangelista.
Il tema che accomuna i brani scelti è, ovviamente (come suggerisce il titolo), quello degli alberi, poiché questo è un testo per scoprirne (o riscoprirne) la bellezza (di cui spesso l'uomo sembra dimenticarsi, o che, la maggior parte del tempo, passa inosservata). Ricordandoci che le piante, fin dal passato, hanno sempre ispirato l'uomo (tra cui ad esempio poeti, pittori, disegnatori e scrittori) e hanno sempre avuto con lui uno stretto legame.
Come scritto sul retro di copertina questo è un libro "Per scoprire gli alberi che ci circondano, i paesaggi che abitano e che abitiamo insieme, le relazioni tra loro e noi; per comprendere la loro bellezza, la vita che li anima e che infondono, la poesia che alimentano".
Fra gli autori dei brani scelti possiamo trovare: Omero, Federico Garcia Lorca, Gabriele D'Annunzio, Plinio il Vecchio, Ada Negri, Clement Rebora, Abbas Kiarostami, Saffo, Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli, Emily Dickinson, Giosué Carducci, Hermann Hesse, John Alec Baker e molti altri.
Oltre ai testi estrapolati da brani o da poesie troviamo anche alcune parole dei curatori dell'opera, le quali descrivono brevemente o forniscono qualche informazione riguardo a ogni specie di albero citata nel testo.
Fra gli alberi presi in considerazione troviamo: l'ulivo, il fico, il pino marittimo, il mandorlo, il limone, il platano, il gelso, il pioppo, il tiglio, il salice, il ciliegio, il melo, la quercia, il noce, l'olmo, l'acero, i cipressi, il tasso, il sorbo, il castagno, la betulla, il faggio,i larici, l'abete rosso ...

 
Sopra: L'illustrazione dedicata a una poesia di Ada Negri, in cui vengono citati i gelsi.

Le illustrazioni presenti nell'opera, realizzate, come già detto, da  Pia Valentinis e Mauro Evangelista sono alquanto spettacolari, di notevole impatto per il lettore, anche per il grande formato del volume.
In questi disegni non compare mai la figura umana, tuttavia è spesso ben percepibile la sua presenza in quanto in diversi di questi si possono vedere elementi artificiali quali case, cortili, viali, strade ecc..
Lo stile, la tecnica e i materiali scelti (pastelli ad olio, china, carboncino  ...) per disegnare i diversi tipi di alberi variano da illustrazione a illustrazione, per questo all'interno del volume possiamo trovare: immagini che sembrano dei quadri (di grandi dimensioni e ricche di dettagli e dai colori intensi e vivaci), altre più essenziali, con un limitato uso del colore, altre ancora molto particolareggiate ma in bianco e nero, con dettagliati chiaro scuri, e alcune che ricordano degli schizzi veloci.
Anche l'uso del colore varia da albero ad albero: alcune illustrazioni hanno colori pastosi, carichi e vivaci, altre presentano tinte più delicate e neutre e altre ancora sono completamente in bianco e nero (composte da numerosi trattini).

 

 
Sopra: All'interno del volume si possono trovare illustrazioni molto differenti per stile e per la scelta dei materiali e dei colori: alcune sono ricche di dettagli e con colori intensi e vivaci (come quella in alto), altre hanno dei colori più tenui e delicati (come l'immagine dell'ulivo a sinistra) e alcune illustrazioni sono in bianco e nero (come quella del salice a destra).

Alcune illustrazioni, poi, rappresentano scene macroscopiche, ad ampio respiro, dei veri e propri paesaggi  che collocano gli alberi nel loro ambiente. Altre si soffermano invece solo su una pianta, disegnandola nella sua interezza, altre ancora prediligono invece solo qualche particolare di un certo albero, rappresentando così solo una porzione di questo.


Sopra: Alcune illustrazioni rappresentano scene macroscopiche (come quella più alto, dedicata a una poesia di Giacomo Leopardi), mentre altre prediligono rappresentare alberi in modo più ravvicinato (come nel caso dell'albero di fico dell'immagine più in basso).

"Raccontare gli alberi" è un albo illustrato molto bello, dal contenuto interessante che tratta un soggetto (gli alberi) tanto importante quanto (nella maggior parte dei casi) sottovalutato (per lo meno nella quotidianità di ogni giorno). Oltre a far conoscere meglio gli alberi, inoltre, quaest'opera contribuisce a far conoscere anche poesie e testi  più o meno conosciuti, il tutto accompagnato dalle notevoli e belle illustrazioni di Valentinis e Evangelista, le quali possono trasmetter al lettore emozioni e sensazioni diverse.

Questo albo illustrato è stato pubblicato nel 2012 dalla Rizzoli, ha 48 pagine, la copertina rigida, misura 38,7 cm d'altezza e 30,2 cm di lunghezza e costa 24,00 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 6 agosto 2018

Lo Yark di Bertrand Santini e Laurent Gapaillard

"Lo Yark" di Bertrand Santini illustrato da Laurent Gapaillard è un libro illustrato che ho acquistato dopo aver letto una recensione su un blog (o anche due). Un acquisto di cui non mi sono pentita e che ora consiglio a mia volta, anche se questo è stato uno di quei libri che ho sentito il bisogno di "macinare" un po' prima di parlarvene.

Sopra: La copertina de "Lo Yark" mostra al lettore il protagonista della storia.

Protagonista di questa storia è lo Yark, un mostro peloso di sei metri ricoperto di pelo che si nutre di bambini, ma solo di bambini educati però, poiché gli altri gli causano terribili mal di pancia. Questo però è fonte di grossi problemi per questo povero mostro, in quanto in tempi moderni diventa sempre più difficile trovare bambini educati, in quanto "Ai nostri giorni, i ladruncoli pullulano sulla terra come foruncoli sul mento delle streghe. Le classi a scuola formicolano di un piccolo popolo di cretini e malfattori, ritratto sputato dei loro genitori".
Lo Yark è così disperato che una notte decide di rubare la lista di Babbo Natale per riuscire a procurarsi qualche pasto commestibile. Una volta riuscito a impossessarsi infatti di un pezzo della lista il mostro comincia a far visita ai bambini su di essa scritti. Tuttavia la prima bambina che visita si rivela più furba del previsto e approfitta della presenza della bestia per potersi comportare male. Anche il secondo tentativo non andrà a buon fine, in quanto lo Yark finisce per ingoiare per sbaglio il fratello maggiore, cattivo, della sua vittima designata, il che gli causa un immediato attacco di mal di pancia. Mal di pancia che lo farà schiantare addosso alla lanterna di un faro, nel quale verrà curato da una brava bambina di nome Madeleine. Una bambina molto sola e del quale lo Yark diventerà un amico, almeno finché il mostro non deciderà di ripartire per paura di poter far del male alla sua nuova amica, che corre il rischio di essere mangiata nonostante tutti i tentativi della bestia di trattenersi.
Dopo la sua fuga da Madeline lo Yark finisce sull'isola dei bambini selvaggi: bambini e adolescenti così maleducati che perfino i genitori li hanno abbandonati. Questi soggetti, non appena trovano il mostro in cattive condizioni ne approfittano subito per tormentarlo e torturarlo. Col passare del tempo lo Yark si rende però conto di non essere più allergico ai bambini cattivi, così, una volta liberatosi riesce a mangiarseli tutti.
Non dovendo più nutrirsi solo di bimbi buoni la bestia torna dall'amica, la quale però preferirebbe che il mostro riuscisse a smettere proprio di doversi nutrire di bambini. Alla fine  lo Yark, riesce nell'impresa e rimane a vivere assieme alla sua amica.

Sopra: Una delle illustrazioni finali del libro in cui vediamo lo Yark, che finalmente non deve più nutrirsi di bambini, mentre si diverte insieme alla sua amica.

La trama di base è questa, una storia politically scorrect, ironica e per certi versi quasi scioccante, in cui vengono affrontate varie tematiche anche molto complesse, su cui sarebbe interessante ragionarci, in quanto l'autore non ha lesinato critiche e attacchi alla società moderna, fornendo al lettore interessanti spunti di riflessioni:
- quando dice che la maggior parte dei bambini moderni sono maleducati ("I ladruncoli pullulano sulla terra come foruncoli sul mento delle streghe"), aggiungendo, tra l'altro, che essi sono un ritratto sputato dei loro genitori. ("Non sono ancora dei giovani virgulti, eppure possiedono tutti i difetti degli adulti") è un 'evidente critica alla società e al sistema educativo.
- il fatto che lo Yark si nutra di bambini buoni non per scelta ma poiché così è. ("La Natura, che non conosce morale, purtroppo se ne infischia di ciò che è bene e di ciò che è male. E fin dalla notte dei tempi si è costretti a constatare che sono sempre i buoni quelli che per primi si fanno mangiare").
- la reazione di Charlotte, la bambina della lista dei buoni che però riesce a non farsi mangiare dal mostro iniziando a comportarsi male. La cosa interessante da analizzare qui è il fatto che fin da subito la bambina si mostra contenta che lo Yark sia venuto a mangiarla perché questo le dà l'opportunità di potersi comportare male, senza il rischio di venire poi punita dai genitori ("Sono stufa di essere buona come una suora! Vorrei tanto diventare un monello...però non oso mai!".
- la figura di Madelein, una sorta di bambina angelo, che cura il mostro e lo ama per quello che è, ma che, allo stesso tempo, con la sua gentilezza, lo spinge a migliorare se stesso e a cambiare per non dover uccidere più bambini. Una bambina così buona che riesce anche a modificare la natura di un mostro, una bambina, tra l'altro, cresciuta senza genitori.
- le figure dei bambini selvaggi, i quali erano talmente insopportabili che perfino i loro genitori li hanno abbandonati. ("Affinché resti almeno un ricordo buono s'impone allora ai genitori l'abbandono"). L'abbandono da parte dei genitori in un libro per l'infanzia è un tema molto delicato da trattare, tanto che perfino il mostro si chiede "Sarebbero così cattivi se non fossero stati abbandonati dai loro genitori? Sarebbero così crudeli se fossero stati amati?".
- il tema però centrale del libro (e forse quello che potrebbe risultare più controverso) è proprio quello però legato alla dieta dello Yark, cioè al fatto che debba nutrirsi di bambini (tra l'altro, almeno inizialmente, solo di quelli buoni). Come ho detto prima il mostro infatti si nutre di bimbi non per sua scelta (all'inizio del libro infatti il mostro dice che "Avrebbe preferito mille volte farsi una scorpacciata di cattivi e maleducati"), ma perché questo gli è necessario per sopravvivere in quanto non può mangiare altro. L'incontro con Madelein, la bambina praticamente più buona e gentile del mondo, lo farà cambiare: inizialmente lo Yark combatterà contro i propri istinti (dovendo anche fuggire dalla bambina per timore di farle male), per poi riuscire, grazie all'amore che prova per lei, a vincere la propria natura e a smettere di nutrirsi di bambini ("Poi finisce per ammettere che l'amore di una bambina gli è sufficiente per vedere il mondo diversamente"). Riguardo a questo tema ci si può infatti porre molte domande, di cui la principale (che io mi sono posta) probabilmente è: l'amore basta davvero a vincere un istinto naturale (un istinto basilare, necessario alla sopravvivenza dell'individuo, come può essere quello di nutrirsi)?
Come potete vedere il libro offre molti spunti e opportunità di riflessione, ma occorre spendere qualche parola anche sui testi, i quali sono molto belli e musicali. Come avrete potuto notare dagli spezzoni che vi ho riportato sopra qua e là la maggior parte di essi è infatti in rima, il che rende la storia molto scorrevole, piacevole da ascoltare e da leggere (non a caso il volume è correlato anche di un audio cd in cui Franco Sangremo legge l'intera storia). Anche i testi tuttavia si concedono (come la storia stessa del resto), nella loro ironicità, qualche parte e qualche parola maggiormente irriverente: sono infatti presenti alcune parolacce, come ad esempio "cretini" (niente di eccessivo, ma comunque inconsuete per un libro per bambini) e alcune parole appartenenti solitamente alla sfera dei tabù (anche se alcuni libri per bambini hanno imparato a utilizzarle a scopo comico e/o commerciale): cacca, pipì, chiappe, scoreggiare. Nonostante questi voluti abbassamenti di tono i testi presentano anche un linguaggio (oltre che melodico) a volte anche abbastanza elevato, con parole come: gorgoglia, acquolina, prelibatezza, ebbra (di gioia), indignato, sconsolato, depenna, circuire, procacciare, ingrato, ingurgitato, estimatore ... Sono presenti inoltre anche parole onomatopeiche, o che possiedono una certa musicalità o comunque un bel suono come: incollaticcio, zigzagando, zazzera...

Sopra: Un'immagine che ritrae lo Yark in un momento di tranquillità mentre gioca con alcuni animali (il mostro, infatti, si nutre di bambini, ma non di animali perché "Li ritiene troppo carini per essere sbranati").

Le illustrazioni di Laurent Gapaillard sono in bianco e nero e trovo che siano molto adatte a questo libro e accompagnano perfettamente i testi. I suoi disegni ricordano vagamente le incisioni di Gustave Doré, anche se hanno un aspetto meno realistico rispetto a quest'ultime.
Le illustrazioni si presentano comunque ricche di dettagli e di sfumature, con un bell'uso del bianco e nero.

 
Sopra: Da queste immagini si può notare la ricchezza di dettagli e di sfumature che hanno le illustrazioni di Gapaillard presenti in questo libro.

Gapaillard ha inoltre reso molto bene l'aspetto del protagonista della vicenda: lo Yark, riuscendo a conferirgli un aspetto allo stesso tempo minaccioso (con dei denti e una bocca enorme e un corpo grande, robusto e ricoperto di pelo) e simpatico (le espressioni della creatura sono sempre molto divertenti da osservare), tenendo comunque conto della descrizione dell'aspetto del mostro presente nel testo (un orco peloso di sei metri con i denti di un orso).

 
Sopra: L'illustratore ha saputo conferire al mostro un aspetto allo stesso tempo sia spaventoso (come si può vedere nell'immagine a sinistra) che simpatico (come nell'immagine a destra).

Un libro che offre al lettore una bella storia divertente e irriverente con molti elementi e temi (anche alquanto complessi) su cui riflettere e a cui non esistono risposte facili (i temi in effetti possono rivelarsi così complessi  e articolati che in effetti potrebbero non esserci risposte giuste o sbagliate in assoluto). Il testo melodico, ma anche irriverente, è accompagnato dalle belle illustrazioni di Gapaillard, ricche di dettagli e che ci regalano un mostro dall'aspetto unico: allo stesso tempo spaventoso ma anche simpatico.

Questo libro illustrato è stato pubblicato nel 2011 dalla Editions Grasset & Fasquelle ed edito nel 2015 in Italia dalla LO Editions (un marchio di Officina Libraria). L'opera ha la copertina rigida dotata di sovracopertina, misura 21 cm d'altezza e 15,6 cm di lunghezza, ha 72 pagine e costa 14,00 euro.

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