lunedì 30 gennaio 2017

Il libro delle terre immaginate di Guillaume Duprat

Oggi sappiamo che la Terra è un pianeta rotondo (più precisamente un geoide), di cui conosciamo l'età, i movimenti, la disposizione dei suoi continenti, la grandezza, la composizione interna. Tuttavia è solo in tempi piuttosto recenti che l'uomo ha potuto arrivare a conoscere con una certa sicurezza (di cui ci sono comunque ancora dei punti ancora relativamente certi, poiché impossibili da verificare direttamente) il luogo su cui vive e in cui abita da più di quattro miliardi e mezzo di anni. Tuttavia gli esseri umani si sono sempre chiesti come fosse nato, che aspetto avesse o come funzionasse il mondo su cui loro vivevano.
L'albo illustrato "Il libro delle terre immaginate" di Guillaume Duprat, raccoglie così al suo interno le molteplici idee, ipotesi, rappresentazioni, che uomini di continenti e culture differenti si sono fatti, nel corso dei secoli, dei nostro pianeta blu. Insomma, come se la immaginavano i nostri antenati la Terra?

Sopra: Sulla copertina dell'opera "Il libro delle terre immaginate" sono state rappresentate alcune delle "terre immaginate" di cui parla il titolo, tra cui, ad esempio, quella a forma di pera immaginata da Cristoforo Colombo, oppure quella piatta e tonda con un palo posizionato al centro immaginata dai Dogon.

"In questo libro scoprirete innumerevoli visioni della Terra, talvolta bislacche, talvolta estremamente pertinenti: geografie, reali o simboliche, alle quali hanno creduto antichi saggi, scienziati, sciamani, esploratori. Terre "immaginate", insomma, che racchiudono tesori di creatività e poesia…."
Andiamo quindi a scoprire quali sono queste terre immaginate.
Quest'opera è suddivisa in vari capitoli, in ciascuno dei quali viene affrontato una differente tipologia di terra: nel primo capitolo si parla delle terre-isole, nel secondo delle terre poligonali, nel terzo di quelle circolari, nel quarto di quelle sferoidali e nel quinto della Terra così come la conosciamo oggi.
In ogni capitolo vengono riportate le visioni e le concezioni del mondo provenienti da differenti popoli, culture e continenti, appartenenti a diversi periodi storici.
Nel primo capitolo, in particolare, vengono presentate le visioni più antiche della Terra, provenienti da paesi come l'Indonesia, la Russia, il Brasile, l'india, il Congo, l'Australia, la Grecia… Qui emerge una concezione di una Terra piatta, spesso sorretta da giganteschi animali (nel V sec. gli Indù credevano ad esempio che la Terra fosse sorretta da quattro elefanti posti ai quattro angoli del mondo, che poggiano su un'immensa tartaruga, la quale si riposa su un enorme serpente).
Nel secondo capitolo, quello delle terre poligonali, si può vedere come gli uomini abbiano cercato di dare una forma più recisa e definita del pianeta, servendosi dei punti cardinali, e associandolo così a forme geometriche: rettangolare (Grecia, VI sec.), quadrato (Cina, II sec. a.C.), a croce (Aztechi, XVI sec.), triangolare (gli indiani Achumawi, XX sec.) ecc. ….
Il terzo capitolo tratta delle terre circolari e della loro geografia, così come le percepivano i Greci (nel VIII-VII sec a.C.), oppure i Persiani (Iran, VI sec. a.C.), o i Babilonesi (Iraq, VII-VI sec. a.C), e molti altri ancora.
Nel quarto si cominciano a trattare le Terre sferoidali, partendo dalle ipotesi dei Greci nel V sec. a.C. e passando per le idee di Cristoforo Colombo (XVI sec), il quale immaginava una Terra a forma di pera, o a quelle di Isaac Newton  (XVII-XVIII sec.), che suppose che la Terra fosse schiacciata ai poli. In questo capitolo verrano inoltre trattate anche le teorie che si interrogavano sulla composizione interna della Terra.
Il quinto e ultimo capitolo, il più breve, ci parla di come la Terra, nel XX secolo, si sia finalmente disvelata ai nostri occhi attraverso le spedizioni ai poli che chiudono l'epoca delle esplorazioni, gli studi geofisici e sismologici e, infine, grazie alle immagini dallo spazio.

Sopra: Gli Indù nel V sec. credevano che la Terra fosse sorretta da quattro elefanti posti ai quattro angoli del mondo, che poggiano su un'immensa tartaruga, la quale si riposa su un enorme serpente, così come l'autore ci mostra in quest'immagine 

Le illustrazioni presenti all'interno del libro servono a mostrare quanto spiegato, per permettere al lettore di capire meglio quanto scritto, facendoglielo così anche visualizzare. I disegni rappresentano infatti le varie visioni della Terra a cui gli uomini hanno pensato, alcune di queste illustrazioni, inoltre, sono composte anche da finestre che possono essere sollevate per mostrare al lettore cosa si cela al di sotto di esse. Oltre alle immagini delle tante visioni della Terra, Duprat ha inoltre rappresentato gli uomini che credevano e che hanno dato vita a queste visioni, disegnandoli con il loro aspetto e i loro abiti tradizionali.

  
Sopra: Le illustrazioni presenti all'interno del volume servono a spiegare meglio quanto descritto nel testo, sempre con questo scopo alcune immagini sono dotate anche di finestre che possono essere sollevate, come mostrato ad esempio nelle immagini qui sopra che rappresentano l'interno della Terra così come lo aveva immaginato Athanasius Kircher (Germania, XVII sec.)

  
Sopra: In questa pagina, tramite l''illustrazione, viene spiegato e mostrata al lettore la visione simbolica del mondo dei Minangkabaus (abitanti dell'isola di Sutra, in Indonesia) secondo i quali la terra poggerebbe su un curioso edificio composto da un bufalo gigante in equilibrio su un enorme uovo a sua volta appoggiato su un enorme pesce. Inoltre l'illustratore, oltre rappresentare la visione del mondo di questo popolo, ne ha rappresentato anche un abitante vestito con gli abiti tradizionali.

Questo libro illustrato è a tutti gli effetti un'opera divulgativa, frutto delle ricerche di Duprat, adatta ad adulti e a bambini. Un'opera, questa, ricca di informazioni e in grado di farci riflettere sul fatto che ciò che oggi sappiamo, e che diamo per scontato di conoscere, è in realtà frutto di lunghe ricerche e svariate ipotesi (talvolta anche piuttosto fantasiose) che si sono sviluppate ed evolute nel corso di secoli e secoli. E' inoltre interessante che questo libro comprenda, tra le varie visione della Terra, oltre che quelle elaborate in differenti periodi storici, quelle provenienti da tutto il mondo, comprese quelle create da popoli a noi probabilmente sconosciuti.
Una bella opera, sintetica ma accurata, che affronta in modo chiaro e anche accattivante un argomento molto interessante ma spesso dato per scontato.

Quest'opera è stata edita nel 2008 dalle Editions du Seuil col titolo "Le livre des terres imaginées" e nel 2009 in italiano da L'ippocampo junior. Ha la copertina rigida e misura 27,7 cm d'altezza e 26,5 cm di lunghezza, ha 62 pagine e costa 19,90 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

martedì 24 gennaio 2017

Journal 3 (Gravity Falls) di Alex Hirsch e Rob Renzetti

"Gravity Falls" è una serie americana originaria di Disney Channel creata da Alex Hirsch nel 2012 (e arrivata in Italia nel 2014). Protagonisti di questa serie sono due fratelli gemelli di 12 anni: Dipper e Mabel, mandati in vacanza dai genitori dal loro prozio Stan Pines, il quale gestiste un negozio chiamato "Il regno del mistero" (in originale "The Mistery Shack") nella cittadina di Gravity Falls, nell'Oregon. All'inizio dell'estate Dipper trova nel bosco un misterioso diario (su cui è scritto il numero 3) di un autore ignoto, nel quale vengono riportati numerosi misteri e strane creature che vivono in questa cittadina. Nel corso della serie (composta da due stagioni per un totale di 40 episodi) i due fratelli dovranno affrontare vari misteri, imbattendosi nelle stravaganti (e talvolta pericolose) creature descritte nel diario.
Vi racconto ciò perché nel 2016 è stata rilasciata, in inglese, la copia fisica del "Diario #3", che sarà appunto l'argomento di questo post.

Sopra: L'immagine della sovracopertina del "Journal 3" riprende la copertina del volume che si vede nella serie animata.

  
Sopra: A sinistra ecco come appare la copertina della copia cartacea del "Journal 3", messa a confronto con quella, nell'immagine a destra, del volume presente nel cartone.

Come ho detto questo diario si basa su quello della serie animata, riprendendolo fedelmente. Quest'opera si potrebbe considerare suddivisa in tre parti, legate agli eventi del cartone.
La prima parte è quella scritta dall'autore originale del diario nella serie animata, la cui identità rimarrà avvolta dal mistero  fino alla seconda stagione inoltrata. In questa parte sono contenute varie informazioni su alcune delle strane creature che vivono a Gravity Falls (tra cui i nani, l'uomo falena, gli "Scampfire", il Leprecorno, i non morti, i fantasmi, il "Gremloblin", ecc…), su alcuni fenomeni particolari che l'autore ha notato manifestarsi in questa cittadina (come il caso delle porte maledette, le "Cursed Doors", o dei "Portal Potty", sistemi di deformazioni spaziali), su articoli magici (tra cui il "mantello dell'occasionale invisibilità" o la "cravatta della possessione") e incantesimi.

 
Sopra: In quella che si può considerare come una prima parte dell'opera sono contenute molte informazioni riguardanti anche le strane creature che abitano a Gravity Falls, tra cui il Greamloblin, di cui sopra potete vedere le relative pagine del "Diario #3" che ne parlano. A sinistra ho riportato l'immagine delle pagine della copia cartacea, mentre a destra vi sono quelle tratte da un fotogramma del cartone.

In questa parte sono però contenute anche informazioni riguardanti l'autore stesso del diario e la storia di Gravity Falls, nonché gli incontri dell'autore con la sua "Musa" (una creatura a forma di triangolo che chi ha visionato la serie animata conosce bene). Sempre in questa prima parte l'autore scriverà a proposito della costruzione di un macchinario (un portale interdimensionale). Per aiutarlo nella costruzione di questo portale l'autore chiamerà anche un suo vecchio amico dell'Università (a cui si riferirà nel diario come "F") a fargli da assistente. Sarà quest'ultimo a costruire un arnese chiamato "Memory Gun", una pistola capace di risucchiare i ricordi dalla mente delle persone per farli dimenticare. Sempre in questa prima parte l'autore del diario spiega come, assieme ad F, hanno fatto costruire un bunker per poter eseguire delle ricerche sulle creature più pericolose che avrebbero trovato dall'altra parte del portale. L'autore continua a scrivere, poi, della scoperta dell'identità e delle vere intenzioni della sua "Musa" e della sua paura che essa possa prendere controllo della sua mente.
In quella che io considero come una seconda parte del diario, a continuare a scrivere non è più l'autore misterioso ma il protagonista della serie animata: Dipper, colui che ha trovato il libro nascosto nella foresta. In questa parte sarà Dipper, e talvolta anche Mabel, a raccontare le proprie avventure a Gravity Falls, in cui hanno incontrato o dovuto affrontare strane creature (alcune già descritte nella prima parte, mentre altre totalmente nuove) o eventi particolari (come il loro incontro con il vero fondatore di Gravity Falls: l'ottavo presidente e mezzo degli Stati Uniti Quentin Trembley). In questa parte Dipper e Mabel presenteranno poi anche alcuni personaggi della serie animata, tra cui: il vecchio McGucket, il Piccolo Gideon (l'antagonista principale della prima stagione), Wendy Corduroy (un membro del personale del Mistery Shack, nonché interesse amoroso del protagonista) e Soos (il tuttofare del Mistery Shack).
In quella che si può considerare la terza parte dell'opera si assiste al ritorno del vecchio autore, che ricomincerà a scrivere il "Diario #3" raccontando cosa gli era accaduto, cosa ha visto oltre il portale interdimensionale, come ha fatto a ritornare, e riportando le sue opinioni a proposito di coloro che abitano e lavorano ora al Mistery Shack (come ad esempio Mabel, Dipper, Wendy e Soos). In quest'ultima parte, in cui saranno presenti comunque anche interventi di Dipper e di Mabel, vengono narrate, tramite le voci dei vari personaggi, gli ultimi eventi della serie di "Gravity Falls".

Questo diario, così come quello della serie animata, è accompagnato da illustrazioni. Questi disegni sono stati realizzati da Andy Gonsalves e Stephanie Ramirez, anche se teoricamente (per finzione) essi dovrebbero essere stati fatti dagli autori impliciti (quelli di cui il lettore si costruisce un'immagine attraverso la lettura dell'opera), nonché anche narratori, del diario, e cioè soprattutto l'autore misterioso e Dipper (ma anche talvolta Mabel).
I disegni all'interno dell'opera riprendono lo stile del cartone: con linee pulite, chiare, e tondeggianti. E' interessante vedere come, in base all'autore che in un certo momento scriveva il diario, lo stile delle illustrazioni cambi un po', poiché teoricamente in quel momento sta scrivendo e quindi disegnando un'altra persona. Mentre lo stile dei disegni tra l'autore misterioso del diario e di Dipper non variano molto, ci si può accorgere del cambio di stile soprattutto tra le illustrazioni di questi due e quelle di Mabel o di Soos.

  
Sopra: A sinistra uno dei disegni realizzati da Mabel (la gemella di Dipper), e a destra un'illustrazione realizzata invece da Soos (il tuttofare del Mystery Shack). Come si può notare confrontando queste immagini con le altre del libro (realizzate per la maggior parte dall'autore misterioso del volume e da Dipper) lo stile utilizzato è differente, così da dare al lettore l'idea che coloro che stanno scrivendo sul diario siano effettivamente persone diverse.

Le illustrazioni, così come le pagine, presenti in questo volume riprendono comunque molto fedelmente quelle del diario che si vede nella serie animata, ed è interessante (nonché piuttosto divertente per i fan della serie) mettere a confronto le varie pagine che si riescono a vedere nel cartone con quelle presenti materialmente in questo libro, oppure vedere, anche, come alcune illustrazioni presenti in questo volume riprendano eventi e personaggi visti nella serie.

  

  
Sopra: Nelle immagini a sinistra (fotogrammi del cartone) vengono mostrate alcune pagine del "Diario #3" che si vedono nella serie animata. Nelle immagini a destra vi mostro invece le pagine tratte dalla copia cartacea che, come potete vedere, sono estremamente simili a quelle del diario del cartone. 

  
Sopra: Poiché in alcune pagine scritte nel diario vengono trattate le avventure vissute dai personaggi della serie animata, è interessante trovare nella copia fisica illustrazioni che riprendono personaggi apparsi nel cartone, così come accade nelle immagini qui sopra, in cui a sinistra vediamo un fotogramma tratto dal cartone in cui è presente un personaggio (Rumble McSkirmish, che prende ispirazione, parodizzandoli, dai personaggi dei videogiochi di combattimento in 2D degli anni '90) che vediamo essere stato poi disegnato poi nel diario cartaceo (a destra). 

Questo "Journal 3" è una copia fedele del "Diario #3" che appare nella serie animata, una riproduzione fatta con cura e attenzione che non deluderà i fan del cartone (pubblico a cui questo prodotto è specificatamente rivolto), che saranno sicuramente molto contenti di potervi ritrovare personaggi, retroscena, chicche e vari collegamenti con la serie animata (e anche dei codici e delle scritte criptate da poter tradurre). Per coloro che invece non hanno visionato la serie probabilmente quest'opera risulterà comunque interessante, ma non riuscirebbero a cogliere i molti collegamenti col cartone che rappresentano comunque il pezzo forte di questo libro. Potrebbero inoltre avere alcune difficoltà a seguire gli eventi descritti nel diario, rischiando magari di non comprendere appieno la portata della storia in esso riportata. 

L'opera è stata edita nel 2016 dalla Disney Press, ha 288 pagine e la copertina rigida dotata anche di sovracopertina. Essa misura 24,8 cm d'altezza e 19,3 cm di lunghezza e costa 19,99$ (su internet il costo varia tra 14, 80 euro e 17,28 euro).
P.S. Curiosità: il 25 ottobre del 2016 è stata messa in vendita un'edizione, in inglese, in tiratura limitata per collezionisti del "Diario #3" (del tutto uguale al volume della serie animata) con copertina rilegata in pelle, decorazioni in metallo e dotata di una lente di ingrandimento come quella vista nella serie animata. Questa copia contiene inoltre gli inserti scritti con inchiostro invisibile (così some il diario del cartone) sensibile alla luce nera (o luce UV), il tutto comprende anche una dedica di Hirsch. Tale copia costa 150$.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 16 gennaio 2017

Biomechanical Circus di Giorgio Finamore

In questo post vi parlerò di un silent book edito nel 2012 dalla Logos, una casa editrice che, nella sua sezione dedicata ai libri illustrati (chiamata appunto ILLUSTRATI)  ha pubblicato diversi titoli molto interessanti e degni di nota (tra cui ad esempio tutti gli albi di Stefano Bessoni, di cui finora ho recensito quattro volumi). Anche questo libro "Biomechanical circus" di Giorgio Finamore si presenta come un titolo alquanto particolare e differente dai soliti libri illustrati per bambini.

Sopra:  La copertina di "Biomechanical circus" mostra una delle creature del circo realizzate da Finamore, in questo caso un clown meccanico.

All'inizio di questo silent book troveremo una (nonché unica) frase che recita: "Programmate per esibirsi in spettacolari compiti e attrazioni, le macchine sono presenza quotidiane dal cigolio sinistro"
L'opera è divisa in due parti: nella prima il lettore verrà invitato dal padrone del circo, con un gesto del braccio, ad entrare nel tendone per assistere allo spettacolo, mentre l'uomo lo fissa dall'alto in basso con uno sguardo freddo e duro, metallico.
Ciò a cui assisteremo girando le pagine di questo libro sarà in effetti uno spettacolo circense, con un annunciatore, musicisti, clown, artisti ed animali che si esibiscono … Ma i personaggi che prenderanno parte allo spettacolo sono tutte creature in parte uomini (o animali) e in parte meccaniche: esseri dalla pelle grigiastra i cui corpi sono fusi a parti meccaniche. Abbiamo ad esempio l'annunciatore che viene rappresentato come un uomo con cappello a cilindro senza gambe e con al posto della bocca un megafono; un'intera band di musicisti i cui strumenti fanno parte del loro corpo (talvolta essi SONO addirittura  il loro corpo); clown che al posto delle gambe hanno apparati meccanici e dai cui corpi escono cavi elettrici; maghi che, nonostante l'aspetto simile a un essere umano, in realtà non sono altro che robot e bambole meccaniche; perfino gli animali sono creature costituite da cavi e parti metalliche ….

Sopra: Il proprietario del Biomechanical Circus invita il lettore, guardandolo dall'alto verso il basso con uno sguardo gelido, ad entrare nel suo tendone (percorso da tubature) per assistere allo spettacolo in cui si esibiranno presentatori, equilibristi, musicisti, clown, maghi, fachiri, comatosi di leoni, lanciatori di coltelli, e molti altri personaggi tutti composti da parti meccaniche. La scimmia che in questa immagine compare accanto all'uomo sarà proprio l'ultima ad esibirsi nello spettacolo, suonando un organetto.

Il lettore potrà così assistere, come già detto, a uno spettacolo composto da molteplici esibizioni ad opera di diversi artisti e animali: band di musicisti, un equilibrista, una contorsionista, un fachiro, clown, un mago, un ipnotizzatore, un uomo forzuto, un mangiatore di spade, un domatore di leone, l'uomo che si spara col cannone, un lanciatore di coltelli, elefanti, tigri, leoni, cavalli e anche una scimmia che suona l'organetto.
Finito lo show principale inizia la seconda parte del volume, intitolata "Industrial freak show", come se l'autore, dopo aver fatto assistere il lettore allo spettacolo, lo portasse ora a visitare un'altra attrazione del circo: il freak show (o sideshow), appunto, come quelli che si trovavano accanto ai Luna Park nell'Ottocento (in voga soprattutto negli Stati Uniti), in cui la gente poteva ammirare i cosiddetti "scherzi della natura". 
In questa parte verranno mostrati al lettore una serie di persone, anche in questo caso composte da parti meccaniche, che nell'Ottocento comparivano in questo genere di spettacoli: gemelli e gemelle siamesi, la donna cannone, la donna barbuta, e un uomo elefante (con un chiaro riferimento al protagonista affetto dalla sindrome di Proteo del film biografico Elephant Man del 1980).

Sopra: Questo personaggio dell' "Industrial freak show" di Finamore è chiaramente ispirato al protagonista del film biografico del 1980 Elephant Man, affetto dalla sindrome di Proteo.

Questi personaggi meccanici dalla pelle grigiastra si stagliano nella maggior parte dei casi su sfondi neri, nei quali talvolta si intravede qualche sprazzo di sfondo (costituito dal tendone a righe del circo e dai cavi e dalle tubature che lo percorrono).
Come ho già detto i protagonisti di quest'opera sono creature con corpi deformi, nella maggior parte dei casi mutilati, e fusi a parti metalliche e tecnologiche che diventano parte integrante di loro. Non a caso, in un'intervista (questa), l'autore spiega appunto che "Il tema principale delle mie elaborazioni è il rapporto simbiotico tra l'uomo e la tecnologia, spinto verso estremi scenari verso cui il corpo e la macchina si uniscono in ibridi cibernetici. La Biomeccanica è appunto la forma estrema, l'ultimo stadio metamorfico e potentemente allucinatorio di questo rapporto". Ciò che Finamore vuole mostrare è il legame tra l'uomo e la macchina, e in particolare la visione dell'uomo come macchina "Programmata a svolgere determinate funzioni nel contesto sociale", fino a restare intrappolato, in alcuni casi, dal lavoro, dalla burocrazia, dal consumismo "E reso in tutto e per tutto assimilabile ad un meccanismo metallico o ad un circuito elettrico". Come l'autore continua a spiegare "La diversità delle varie attrazioni circensi rappresenta lo spettacolo della varietà (il varietà) di persone cerebralmente e fisicamente programmate in azioni ed esibizioni nel corso della vita di tutti i giorni".

Sopra: I musicisti del circo (una delle molteplici attrazioni offerte durante lo spettacolo) di Finamore hanno corpi deformi, fusi con i loro strumenti, che diventano parte di loro. Questi personaggi sono persone/macchine che possono svolgere alla perfezione un'unica funzione (cioè suonare un determinato strumento), quella per cui sono stati costruiti.

In questo circo però, come ho già detto, non sono presenti solamente persone, ma anche animali, nei quali la componente meccanica è ancora più evidente rispetto ai personaggi umani. Comunque, le illustrazioni che rappresentano tutti i protagonisti di questo spettacolo circense sono state realizzate con una gran cura per i dettagli (basta osservare ad esempio alcune parti meccaniche) e per i giochi di luci ed ombre, prestando attenzione a fondere le parti biologiche e quelle meccaniche con precisione, in modo che apparissero il più possibile realistiche.
I colori utilizzati dall'illustratore sono solamente: il nero (delle ombre e degli sfondi), il grigio, e il bianco (dei punti luce e dei riflessi sui corpi e sulle parti meccaniche), che contribuiscono a creare un'atmosfera e delle illustrazioni cupe, anche se molto suggestive.

Sopra: Non solamente gli umani appaiono fusi a parti meccaniche in questo circo, ma anche, e soprattutto, gli animali, come nel caso di questo cavallo. Notare inoltre la cura per i dettagli nel rappresentare tutte le varie componenti meccaniche della bestia e  l'utilizzo di soli tre colori (bianco, nero e grigio).

I disegni di Finamore si ispirano, come lui stesso ha spiegato durante un'intervista, alle opere di Hans Ruedi Giger, d'ispirazione simbolica e surrealista, a Hieronymous Bosch ed ad altri pittori e illustratore che hanno avuto a che fare col grottesco e la poetica dell'immaginario, tra cui Johann Heinrich Fussli, Mauritus Cornelis Escher, Edvard Munch ecc...

Quest'opera si distingue sicuramente tra i libri illustrati e i silent book per le sue atmosfere e i disegni cupi, nonché per le tematiche. In questo albo l'autore, come lui stesso spiega,  ha voluto rappresentare il rapporto simbiotico la l'uomo e le macchine, fino a fonderli insieme. Un rapporto che mostra come anche l'uomo, proprio come una macchina, sia costretto (consapevolmente o meno), programmato, a svolgere determinate mansioni dettategli dal contesto sociale, intrappolato (talvolta anche schiavizzato) dal lavoro, dalla burocrazia e dal consumismo. L'illustratore ha deciso di rappresentare questa simbiosi, questa associazione tra l'uomo e la macchina attraverso l'allegoria del circo, luogo in cui artisti di vario tipo, durante lo spettacolo, entrano in scena per esibirsi nel loro numeri. Finamore rappresenta quindi questi personaggi come "Persone cerebralmente e fisicamente programmate in azioni ed esibizioni nel nel corso della vita di tutti i giorni". Nel freak show industriale della seconda parte l'autore ha poi voluto evidenziare, come sempre lui spiega, "In modo ancora più estremo la natura umana che possiede sin dalla nascita caratteri primordiali ed artificiali, un senso di mostruosità che alcuni portano dentro di sé ancora prima di nascere".
Il punto di vista dell'autore, il quale esprime attraverso la metafora del circo un rappresentazione dei ruoli dell'uomo in rapporto alla società in cui vive, e del suo rapporto con le macchine e la tecnologia, è molto interessante ed era già stato trattato fin dagli inizi del Novecento. Pirandello, ad esempio, parlava di come l'uomo, nonostante il flusso continuo della vita fosse un un continuo divenire, cercasse di cristallizzarsi in forme fisse nel quale potersi riconoscere, finendo per legarsi a delle maschere, dei ruoli sociali, nelle quali era costretto a identificarsi per dare un senso alla propria esistenza, impossibilitato a fuggire dalle convenzioni della società (se non tramite la follia). Questa concezione di Pirandello si legava al relativismo psicologico, secondo cui gli uomini nascono liberi, ma, crescendo in una società precostituita, a ciascuno di loro viene assegnata una parte secondo la quale comportarsi; ciascuno è quindi obbligato a seguire il ruolo e le regole che la società gli impone (così come gli artisti del circo di Finamore devono eseguire il loro numero, quello che gli è stato assegnato e per il quale sono stati costruiti, durante lo spettacolo).
Per quanto riguarda l'idea di Pirandello riguardo al rapporto tra l'uomo e la macchina (affrontato nel suo romanzo pubblicato nel 1916 col titolo "Si gira..." e poi nel 1925 col titolo "I quaderni di Serafino Gubbio operatore"), egli vedeva l'uomo schiavo di quest'ultima, alienato da se stesso, servo di ciò che avrebbero dovuto essere solo degli strumenti al suo servizio. Questo rapporto ha fatto perdere all'uomo la propria identità e la meccanizzazione ha tolto all'uomo la possibilità di dare un senso al fluire della vita, riducendolo ad una macchina. Finamore, a tale proposito, sempre nella stessa intervista, parla di come "L'uomo diventa assimilabile alla macchina, il soggetto dell'oggetto, fino ad un iperbolico senso di sostituzione. (…) Le macchine un tempo erano state concepite per aiutare l'uomo. L'uomo quindi ricorre alla tecnologia per estendere il suo potere sulle cose, ma rischia sempre più spesso di abbandonarsi e di perdere il controllo sul suo stesso corpo, che può arrivare beffardamente a tradirlo".
Le idee espresse da Pirandello e da Finamore, comunque, sono solo alcune delle molteplici opinioni riguardo al rapporto uomo-macchina che, fin dalla fine dell'Ottocento e dagli inizi del Novecento, hanno cominciato a svilupparsi, idee che poi si ricollegano anche ad altri temi (alcuni citati anche da Finamore nella sua intervista) come l'alienazione (trattata anche dall'espressionismo tedesco), i ruoli sociali, il consumismo, la mercificazione.
Insomma, questo silent book può rappresentare anche un'interessante punto di partenza e uno spunto per una complessa ed articolata riflessione su uno dei temi più interessanti che l'uomo si pone da tempo: il rapporto uomo-macchina, tema, ancora ai giorni nostri, sempre molto attuale e significativo.

L'opera è stata edita nel 2012 dalla Logos Edizioni; ha 74 pagine, la copertina rigida, misura 23,5 cm d'altezza e 23,6 cm di lunghezza e costa 17 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 9 gennaio 2017

Tutte le fiabe. La prima edizione integrale 1812-1815 di Jacob e Wilhelm Grimm a cura di Camilla Miglio

Nel 2012 (per celebrare il bicentenario della prima edizione dei fratelli Grimm) la Donzelli Editore pubblicava "Principessa pel di tipo e altre 41 fiabe da scoprire" di Jacob e Wilhelm Grimm a cura di Jack Zipes. Nel 2014 usciva, sempre per la stessa casa editrice, "Il principe cigno e altre undici fiabe segrete" (sempre dei Grimm) che contiene 12 delle 42 fiabe contenute nel precedente volume, con l'aggiunta di nuove illustrazioni di Negrin (che aveva illustrato anche l'opera precedente).
Nel 2016 la Donzelli ha infine edito "Tutte le fiabe. La prima edizione integrale 1812-1815" di Jacob e Wilhelm Grimm, a cura di Camilla Miglio: la raccolta completa di tutte le fiabe pubblicate dai due fratelli, originariamente edita in due volumi: uno del 1812 e l'altro del 1815. Questa raccolta, di cui vi parlerò in questo post, contiene le 157 storie originali raccolte dai Grimm così come apparivano nella loro prima edizione, comprese quelle che la Donzelli aveva già pubblicato con i primi due libri che vi ho citato all'inizio.

Sopra: La copertina di "Tutte le fiabe" dei Grimm mostra una delle illustrazioni realizzate da Fabian Negrin presenti in questa edizione, in questo caso quella della fiaba di "Cappuccetto Rosso", la cui protagonista viene mostrata dall'artista di spalle (una prospettiva interessante), in contemplazione della natura.

Quest'opera si apre con l'introduzione di Camilla Miglio (germanista, comparatista e traduttrice, nonché insegnate di Letteratura tedesca e traduzione all'Università "Sapienza" di Roma), divisa in due parti. Nella prima, dal titolo "Perché questa edizione", ci viene spiegato che, per la prima volta, viene presentata al pubblico la primissima edizione de "Fiabe del focolare" di Jacob e Wilhelm Grimm. I fratelli, infatti, tra il 1812 e il 1857 pubblicarono ben sette edizioni di quest'opera, edizioni nelle quali furono apportate modifiche, limature e anche censure, per cui non c'è da stupirsi se le fiabe della prima edizione (almeno quelle che non sono state eliminate del tutto dalle successive pubblicazioni) appaiono comunque differenti dal quelle dell'ultima .
Come scrive la stessa Miglio, poi, quest'opera "Porta a termine il lavoro pionieristico inaugurato da Jack Zipes, che nel 2012 ha offerto al pubblico italiano (nella traduzione di chi scrive) una prima scelta di quarantadue "fiabe da scoprire"". In particolare il volume del 2012 di "Principessa pel di topo e altre 41 fiabe da scoprire", curata appunto da Jack Zipes, conteneva le fiabe escluse dalle edizioni successive o comunque fortemente rimaneggiate e modificate dagli stessi Grimm.
Nel secondo capitolo di questa prima parte dell'introduzione (dal titolo "Nascita della nazione dallo spirito della lingua") viene spiegato il contesto storico-sociale in cui è venuta a formarsi la raccolta dei Grimm: una "nazione tedesca" che ai primi dell'Ottocento doveva ancora formarsi dal punto di vista politico e territoriale. Come spiega quindi la Miglio "Le Fiabe in due tomi del 1812-15 certamente sono pietre angolari nella costruzione di una Heimat (casa) tedesca fondata su un ethos (etica) permeato da profonda consapevolezza culturale e linguistica". La raccolta dei Grimm è paragonata a una raccolta di voci umane, socialmente differenti, per arrivare a creare una memoria culturale "Che va a  identificare una Heimat, una patria che è anche madre-lingua, vasta e plurale". D'altronde molte di queste fiabe mettono al centro i più piccoli, i più giovani (bambini, fanciulli o adolescenti), così come, all'epoca, era giovane la nazione tedesca, in ritardo, tra le ultime arrivate. La Germania inoltre, agli inizi dell'Ottocento, era frazionata in principati e staterelli, invasa dalla potenza francese e in parte sotto il dominio prussiano. I Grimm, quindi, decidono di raccogliere le fiabe "Per resistere al presente e per rifondare il futuro". Anche le variazioni o alterazioni di uno stesso racconto sono per i Grimm, come loro stessi spiegano "Tentativi di avvicinarsi per vie molteplici e inesauribili all'autentico spirito di quella forma originaria".
Nella seconda parte dell'introduzione si parla della biografia dei Grimm, che si intreccia con le vicende storiche dell'epoca, sempre per aiutare il lettore a contestualizzare e a capire i motivi e le vicende che hanno portato alla nascita di questa raccolta di fiabe da parte dei due fratelli. In questa parte vengono inoltre spiegate piuttosto dettagliatamente tutte le vicende che hanno portato alla raccolta di queste storie,  parlando anche degli amici e dei conoscenti dei due fratelli che hanno in qualche modo contribuito (in particolare coloro che gliele hanno narrate), o preso comunque parte, alla raccolta e alla trascrizione di questi racconti.
Dopo la lunga introduzione della Camilla Miglio troviamo poi una prefazione, presente anche nel primo volume pubblicato nel 1812, scritta dagli stessi Grimm, in cui ci raccontano il motivo per cui hanno iniziato a raccogliere e a trascrivere le fiabe popolari, scoprendo che ne esistevano ancora molte di nuove e sconosciute, mentre loro pensavano che la maggior parte fosse andata perduta e che "Le uniche sopravvissute fossero quelle a noi note". Spiegano inoltre i motivi e la necessità, ormai, di fissare tali fiabe poiché "Chi dovrebbe serbarle nella memoria si fa sempre più raro", ed è inoltre venuta ormai meno la consuetudine di raccontarle. I Grimm spiegano inoltre l'importanza che questi racconti popolari rivestono secondo loro: "Laddove le fiabe ancora esistono, hanno una vitalità tale che non ci chiediamo se siano buone o cattive, poetiche o banali: le conosciamo e le amiamo semplicemente perché (…) esse ci procurano piacere senza alcuna particolare ragione" o, ancora, "In queste opere scorre la medesima purezza che emana dalla natura meravigliosa e beata dei bambini; esse hanno gli stessi occhi di cristallini, tersi e luminosi", oppure "Le circostanze presenti in queste fiabe (…) appaiono sempre nuove e commoventi". Ma i Grimm non parlano solo delle fiabe tedesche, infatti a un certo punto si allargano e cominciano a parlare di quelle presenti in molte altre nazioni: il Galles, la Scozia, l'Irlanda, la Spagna, la Francia, e, soprattutto, l'Italia (qui i Grimm definiscono il "Pentamerone" di Basile "Un libro straordinario"). I fratelli, inoltre, sottolineano molto come loro abbiano cercato di raccogliere, trascrivere e interpretare queste fiabe senza modificarle, prendendole "Nella loro forma più pura", a differenza di loro predecessori, che sono stati invece alquanto imprecisi.

E finalmente, dopo l'introduzione e la prefazione (comunque molto interessanti), possiamo cominciare a leggere queste fiabe, fiabe che riportano anche scene violente o grottesche, spesso sanguinarie, spietate, ma anche vicende assurde o ridicole, o, ancora, racconti in cui troveremo anche giovani donne (talvolta bambine) molto coraggiose, intraprendenti e anche temerarie, capaci di proteggersi da sole e di vendicarsi dai soprusi quando necessario; ragazzi capaci di sfidare ogni pericolo, vincendo talvolta con la gentilezza e spesso con l'astuzia; sciocchi che mostrano il loro valore e le loro capacità; situazioni in cui persone comuni parlano con la Vergine Maria o con la Morte (che si offrono pure per fare da madrine), o, ancora, col Diavolo; storie con protagonisti animali o oggetti (come ad esempio la fiaba 43 "La strana ospitalità" che ha per protagoniste una salsiccia di sanguinaccio e una di fegato).
Alcune, come "Biancaneve", "Rosaspina" (conosciuta anche come "La bella addormentata nel bosco" nella versione di Perrault) o "Raperonzolo", sono classici molto conosciuti (anche se probabilmente non in questa versione), mentre altre saranno sicuramente un'incredibile scoperta.

Sopra: L'illustrazione di "Rosaspina" di Fabian Negrin appare sicuramente differente e originale rispetto a quelle che siamo abituati a vedere. L'artista rappresenta la principessa, infatti, mentre dorme in una posizione non troppo confortevole, mentre la sua camera è invasa dalla vegetazione, tanto da assomigliare a un bosco.

In questa raccolta sono presenti anche 24 tavole di Fabian Negrin, artista argentino (anche se ora vive in Italia) di notevole talento che si era già occupato di illustrare anche i volumi di "Principessa pel di tipo e altre 41 fiabe da scoprire" e de "Il principe cigno e altre undici fiabe segrete". Questa versione contiene quindi tutte le tavole presenti nelle altre due opere.
Le illustrazioni di Negrin presentano sicuramente qualcosa di nuovo nel panorama (decisamente molto ampio) di illustrazioni di fiabe, in effetti, come spiega la Camilla Miglio "All'artista Fabian Negrin va il merito di cogliere ogni volta i sentimenti nascosti dei suoi personaggi". Infatti i suoi disegni si presentano all'osservatore come qualcosa di originale, oltre che profondo e sfaccettato: è come se l'artista riuscisse a racchiudere in una sola illustrazione un'intera storia, quella della fiaba illustrata appunto, ma riuscendovi anche ad aggiungere qualcosa in più, spesso insito in qualche dettaglio, quasi come se, oltre a voler rappresentare la fiaba, volesse dare al lettore la possibilità di cogliere anche la sua interpretazione (la visione dell'artista). Come si può leggere nelle alette della sovracopertina, secondo quanto dice Jack Zipes: "Negrin non vuole che i lettori leggano senza pensare. Egli è tra i migliori interpreti dell'illustrazione contemporanea, capace di ri-raccontare le fiabe dei Grimm cogliendo quella vibrazione che s'intona a XXI secolo denso di conflitti".

Sopra: Questa immagine che rappresenta la storia di "Biancaneve" mostra la principessa mentre imita  la madre che si acconcia allo specchio. Di questa fiaba l'artista ha deciso quindi di rappresentare un momento di quotidianità, tuttavia basta vedere sullo specchio lo sguardo che la madre lancia alla figlia per capire come Negrin sia in grado di comunicare molto tramite le sue illustrazioni, creando con una sola immagine personaggi profondi e sfaccettati, lasciando che il lettore colga i loro sentimenti.

Nelle opere di quest'artista quindi troviamo una rappresentazione della fiaba da cui esse sono tratte (ovviamente), ma l'artista ha anche lasciato dei tocchi personali che denotano magari il suo modo di vedere la storia (svelando così elementi che secondo lui gli autori hanno taciuto), lasciando al lettore la possibilità di cogliere ulteriori riferimenti. Per questo ho definito queste illustrazioni profonde e sfaccettate, ricche di significato (spesso oscuro). Ad esempio, sempre nelle alette della sovracopertina di questo libro, troviamo scritto: "Le illustrazioni di Fabian Negrin (…) offrono vie d'accesso inconsuete per inoltrarsi nella scoperta del mondo del noto e dell'ignoto che è la sostanza prima dell'esperienza di lettura di ogni fiaba".
Mentre, per quanto riguarda i significati che il lettore può cogliere nelle tavole, in questa intervista (intitolata "Fabian Negrin e le fiabe (che spolpano le ossa)") di Libri Calzelunghe fatta proprio a Negrin, l'intervistatore dice proprio: "Piuttosto che edulcorare, inasprisci meravigliosamente e suggerisci dei lati oscuri, delle variazioni d'ombra che mettono i brividi". Ad esempio la fiaba numero 8  "La mano col coltello", narra la vicenda di una bambina che viene mandata dalla madre nella brughiera a prendere della torba dovendosi servire solo di un arnese vecchio e spuntato. Un elfo si è però innamorato di lei, così, tramite una fessura di una collinetta le passa un coltello molto affilato, affinché la bambina possa svolgere la sua mansioni in fretta. La madre però, sospettosa del fatto che la figlia ci metta così poco a raccogliere la torba, manda gli altri figli (3 maschi) a pedinarla. Quando questi vedono che l'innamorato della sorella le passa il coltello, si avventano sull'arnese strappandoglielo di mano e con quello tagliano la mano all'elfo, e poiché costui pensò che fosse stata la bambina a tradirlo non si fece più rivedere. Nell'illustrazione che Negrin ha fatto di questa fiaba egli ha rappresentato l'elfo mentre, chiuso dentro la collina, passa dalla fessura nella roccia il coltello alla bambina che lo prende con attenzione. Tuttavia nell'immagine si può vedere come l'elfo abbia all'altezza degli occhi una fessura che gli permette di vedere all'esterno, per cui, secondo il disegno di Negrin, l'elfo in realtà sa che non è stata la fanciulla a tradirlo, ma non si farà comunque più rivedere da lei.

Sopra: Nell'illustrazione de "La mano col coltello" l'artista mostra l'elfo mentre allunga il coltello affilato alla bambina che ama, così come scritto nella fiaba, ma nell'immagine possiamo anche vedere una fessura all'altezza degli occhi dell'elfo, un dettaglio che arricchisce di ulteriore significato la fiaba dei Grimm.

Le illustrazioni tuttavia sono state inserite "a blocchi" all'interno dell'opera, nel senso che non troverete la fiaba accanto (o vicina) alla tavola che la rappresenta, in quanto ogni tot di pagine sono stati inseriti 3 disegni consecutivi, per cui a distanza regolare all'interno del volume troverete due pagine (4 facciate) di illustrazioni contenenti 2 disegni che occupano una facciata e uno a doppia pagina. Capita inoltre spesso che le pagine illustrate siano perciò collocate in mezzo a quelle che narravano una fiaba, interrompendola, così il lettore inizialmente è portato a sorvolare sulle tavole illustrate, andando magari a riguardarsele dopo, per poter terminare di leggere il racconto che continua quattro pagine dopo, il che è un po' scomodo, anche se ciò non diminuisce comunque la bellezza delle tavole di Negrin o dei testi.

Quest'opera è una raccolta di fiabe dei fratelli Grimm, che, bisogna ricordare, sono un documento storico di grande importanza (in particolare la loro prima edizione). Grazie a questa edizione un grande pubblico può ora riscoprire il fascino di questa enorme quantità di fiabe della tradizione popolare tedesca (ma di cui molte presentano tratti comuni anche con quelle di altri paesi), molte delle quali praticamente sconosciute o che erano rimaste dimenticate da tempo. Le storie contenute in questo volume non sono solamente fiabe per bambini, anzi nella nostra epoca probabilmente la maggior parte degli adulti ci penserebbe due volte a leggerle a dei piccoli, anche perché inizialmente le fiabe non erano un genere destinato esclusivamente ai bambini (quest'idea si svilupperà solamente nell'Ottocento). Bisogna inoltre dire che quando i Grimm pubblicarono le loro raccolte di fiabe non concepivano i giovani come loro principali lettori poiché il loro intento non era quello di creare un libro di fiabe per bambini, ma semplicemente quello di raccogliere tutti i racconti della tradizione tedesca che trovavano, molti dei quali gli stessi Grimm credevano essere andati perduti, per salvare una parte della cultura tedesca.
La raccolta della Donzelli si presenta quindi come un'ottima edizione dei volumi delle fiabe dei Grimm, finalmente disponibile al pubblico nella loro prima edizione, accompagnate, inoltre, da 24 tavole di Fabian Negrin, le quali sono molto belle e originali, capaci di rappresentare le fiabe in un modo che il lettore non ha mai visto (ad esempio nelle illustrazioni alcuni personaggi sono mostrati di schiena, come ad esempio nell'immagine della fiaba di "Cappuccetto Rosso").

Sopra: L'illustrazione che Negrin ha realizzato per la fiaba di "Cappuccetto Rosso" utilizza una prospettiva molto interessante, grazie alla quale l'osservatore vede il lupo e la bambina di spalle. 

Questa raccolta è stata pubblicata nel 2015 dalla Donzelli Editore; ha 668 pagine e misura 21,3 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza. Il volume è dotato di una copertina rigida e di una sovracopertina e costa 35 euro.
Per quanto riguarda invece gli altri due volumi che lo hanno preceduto (e che sono compresi in esso): "Principessa pel di tipo e altre 41 fiabe da scoprire" a cura di Jack Zipes è stata pubblicato nel 2012 (come già detto all'inizio), ha 200 pagine e costa 23,90 euro; "Il principe cigno e altre undici fiabe segrete" è stato edito nel 2014, ha 58 pagine e costa 19 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 2 gennaio 2017

SPECIALE: The Ology series. Handbooks (parte 2/2)

(Continua dalla prima parte)

Nel 2007 viene pubblicato in italiano "Magia applicata: corso per apprendisti", edito in inglese nel 2006 col titolo "The wizardology handbook". In questo nuovo libro magico Merlino offre a coloro che lo leggeranno istruzioni magiche basate sul mondo naturale degli elementi e delle stagioni. Queste istruzioni sono suddivise in quattro parti (chiamate in base alle quattro stagioni) per un totale di 24 lezioni. In questo volume il lettore troverà molti nuovi incantesimi e molte informazioni riguardanti diverse tipologie di maghi (occidentali, orientali, saggi d'Arabia, sciamani), il loro abbigliamento, i loro famigli, i loro codici, le loro abitazioni, i loro incantesimi, la bacchetta magica, le creature magiche ….
Queste informazioni sono poi accompagnate da compiti ed esercizi per l'aspirante mago.

Sopra: La copertina di "Magia applicata: corso per apprendisti" presenta al centro, su uno sfondo blu dalle scritte argentate, l'immagine di un mago accanto al suo famiglio, con delle pietre azzurre come abbellimento.

Nel 2008 esce "Piratologia applicata: un corso per aspiranti cacciatori di pirati", pubblicato originariamente in inglese nel 2007 col titolo "Pirateology handbook: a course of seafarers". Questo è un quaderno scritto dal capitano William Labber, cacciatore di pirati, al nuovo mozzo (il lettore) assunto sulla nave, il quale dovrà apprendere molte insegnamenti per poter salire mano a mano di grado. Il volume è infatti composto da 28 lezioni suddivise in quattro parti, a partire dal grado di mozzo, poi di marinaio esperto, di nostromo, e infine di capitano.
In questi capitoli sono contenute informazioni sui pirati quali: tipologie di pirati (quelli dei Caraibi, quelli cinesi, corsari e bucanieri, corsari berberi), la composizione di una ciurma di pirati, i porti scelti da questi, i loro tesori, le loro armi, le punizioni inflitte loro, diverse storie di pirati realmente esistiti …. Ma vi sono contenute anche conoscenze nautiche quali: le parti di una nave, i vari tipi di nodi nautici, le tipologie di navi, gli strumenti di navigazione ecc….
In questo quaderno sono anche presenti delle attività da svolgere nelle ore di riposo, inoltre, alla fine del volume, è anche presente una lettera che confermerà la decisione del capitano Lubber di nominarci capitani.

Sopra: La copertina di "Piratologia applicata: un corso per aspiranti cacciatori di pirati" ha scritte dorate su fondo nero e mostra, al centro, l'immagine di un pirata ornata da due pietre rosse.

Nel 2009 viene pubblicato, solamente in inglese, "The mythology handbook: an introduction to the Greek myths". In questo quaderno Lady Hestia Evans decise di scrivere, nel IXX secolo, un corso di mitologia per i suoi figli. Il volume è comporto da 25 lezioni nelle quali il lettore potrà apprendere molteplici conoscenze sui miti greci, sulle divinità greche (tra cui, ad esempio, la vita sul monte Olimpo, oppure come gli dei sono nati, il loro albero genealogico), sugli eroi, sui mostri, nonché sulla cultura greca nel suo complesso (come, ad esempio, la religione, oppure come i greci pensavano che il mondo e l'universo fossero stati creati) .
Il libro è inoltre accompagnato da attività che il lettore potrà decidere se svolgere per approfondire ulteriormente questi argomenti.

Sopra: La copertina del "The mythology handbook: an introduction to the Greek myths" è azzurra con decorazioni e scritte dorate, e mostra, al centro, l'immagine di Perseo in groppa al Pegaso, ornata da due pietre azzurre.

Nel 2009 esce, solamente in inglese, "Working with monsters: a course in monsterology" del dott. Ernest Drake, il quale ha deciso di ampliare le conoscenze fornite nel volume della serie principale di "Mostrologia" tramite questo quaderno, per permettere a coloro che lo desiderano di imparare di più a proposito di quelle creature ignorate dagli scienziati.
Questo volume è diviso in 4 parti in cui sono state suddivise e trattate diverse tipologie di bestie: bestie di terra, d'acqua, d'aria e semi-umane. In questi quattro capitoli il lettore potrà così leggere della chimera, del bigfoot, di quattro differenti razze di unicorni, di grifoni, della Fenice, di cavalli alati, di mostri acquatici (quali il calamaro gigante, il Craken, il Leviatano), oppure di creature semi umani quali la gorgone, la sfinge, i centauri, i ciclopi, i fauni …. Oltre alle moltissime specie di animali e creature fantastiche e mitologiche questo quaderno contiene anche altre informazioni, ad esempio come trovare le bestie della terra, come identificare le bestie acquatiche e dell'aria, come distinguere quelle vere dai falsi, come volare per la prima volta su un cavallo alato, alcuni indovinelli della sfinge, ecc…
Sono poi presenti anche degli esercizi e dei compiti per casa che l'apprendista/lettore potrà divertirsi a svolgere.

Sopra: La copertina del quaderno di esercizi di Mostrologia riprende elementi dal quello di "Dragologia applicata", presentando però un sfondo verde con al centro l'immagine di una fenice, con due pietre rosse come decorazione.

Nel 2010 viene pubblicato in inglese "The oceanology handbook: a course for underwater explorers" scritto dal professor Pierre Aronnax a Zoticus de Lesseps (il protagonista del volume di "Oceanologia" della serie principale), per insegnare a quest'ultimo tutti i segreti del mare. Nelle varie lezioni e parti in cui è suddiviso il libro verranno fornite al lettore molteplici informazioni nautiche, oppure sulla flora e la fauna marine, o sulla geologia: la differenza tra un vaporetto e una goletta, come si naviga nel mare in tempesta, quali sono le correnti e le superfici oceaniche, come si formano i vulcani sommersi, le forme di vita della barriera corallina, quali creature abitano gli abissi.
Il volume è naturalmente correlato anche da esercizi e attività che Zoticus, e il lettore, potranno fare.

Sopra: La copertina di "The oceanology handbook" ha uno sfondo verdeacqua scuro, su cui si intravedono disegni di alghe, con decori e scritte dorate, e al centro l'immagine di un palombaro dentro un oblò dai bordi dorati decorato con due pietre azzurre.

Questi quaderni di esercizi, compendio della serie principale, sono delle opere molto valide in quanto ricche di informazioni interessanti presentate con una veste grafica accattivante, bella e molto curata.
Se questi volumi, a differenza di quelli della serie principale, non presentano i campioni (finti pezzi di pelle di drago, o di pelo di bigfoot, o si pergamena egizia) essi sono molto più ricchi di informazioni, sempre comunque accompagnate da delle belle illustrazioni che contribuiscono, oltre che a far comprendere meglio le spiegazioni, ad abbellire e impreziosire ulteriormente questi libri. Qualunque sia l'argomento trattato (dragologia oppure egittologia), esso viene sempre spiegato con accuratezza e serietà (mai però eccessiva, rimanendo così sempre in grado di mantenere attivo l'interesse del lettore).
Anche in questi volumi il lettore potrà quindi ritrovare la qualità e la cura che ha caratterizzato la serie principale.

Tutti gli handbook sono editi originariamente dalla Templar Publishing e pubblicati in italiano inizialmente (fino al 2007, con il manuale di "Magia") per i tipi della Fabbri Editori, e poi per quelli della Rizzoli. Come ho detto nella prima parte tutti i volumi misurano 21,5 cm d'altezza e 20 cm di lunghezza e hanno tutti 80 pagine più altre 4 di adesivi. Questi volumi costano 16,90 euro a testa, o 9,99£ nell'edizione inglese.
P.S. Ho visto poi che in inglese alcuni degli handbook sono stati ripubblicati anche con un formato e una copertina differenti, e con una rilegatura non a spirale.

      
Sopra: Le copertine di alcuni volumi degli handbook che sono stati ripubblicati con un nuovo formato, senza le pietre finte incastonate e la rilegatura a spirale.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.