lunedì 30 aprile 2018

The wizard, the ugly and the book of shame di Pablo Bernasconi

L'albo di cui vi parlerò oggi si intitola "The wizard, the ugly and the book of shame" di Pablo Bernasconi, un artista argentino nato a Buenos Aires nel 1973.

Sopra: La copertina di "The wizard, the ugly and the book of shame" ci mostra uno dei personaggi principali della storia: Chancery (detto anche The Ugly).

Chancery è un grosso omone blu sempre triste e di brutto aspetto che fa da assistente a Leitmeritz, un mago molto abile e potente che possiede un libro chiamato il Libro Rosso degli Incantesimi, in cui sono conservati tutti i segreti del mondo.
Leitmeritz aiuta con la sua magia moltissime creature (elfi, anziani, bambini, uomini, donne, animale, fate ecc...), ma non Chancery, il quale si vergogna del suo aspetto, poiché, come dice il mago "Your shame (vergogna) has nothig to do with magic (...) It's only the triumph of the mirror (specchio)!".
Chancery tuttavia non è soddisfatto delle parole del mago, così un giorno in cui Leitmeritz lascia il suo libro degli incantesimi incustodito l'assistente non resiste dall'aprirlo e dal chiedergli di essere bello. Il libro però, anziché avverare il desiderio, si mette a galleggiare in aria e tutte le lettere in esso contenute volano via, tanto che le sue pagine diventano bianche.
Chancery, visto il disastro, cerca di rimediare rimettendo le parole all'interno del libro. Quando però giunge dal mago un principe trasformato in ranocchio che chiede al saggio di ritrasformarlo ogni incantesimo che il mago prova non sembra funzionare e lo stesso accade anche con un drago col maldigola. Il mago, allora, convinto che la sua magia non funzioni più, si rinchiude nel suo castello giurando di non usare più i suoi poteri, almeno finché non giunge al castello del mago il re, che pretende i servigi di Leitmeritz, che è così costretto a utilizzare di nuovo la magia, combinando così un disastro. Il re, infuriato, ordina di far arrestare il mago, così Chancery confessa quello che aveva combinato. Per riparare il libro, tuttavia, ora Chancery dovrà riuscire a realizzare il desiderio che aveva espresso senza utilizzare la magia.
Mentre cerca di migliorare il suo aspetto Chancery comincia a non dare più peso ai suoi difetti fisici e, anzi, comincia a trovarli perfino buffi e divertenti, tanto da cominciare a riderci sopra. A questo punto le parole del Libro Rosso degli Incantesimi ritornano nel loro giusto ordine, così il mago può riparare ai suoi errori e realizzare finalmente i desideri che aveva sbagliato.
Per quanto riguarda Chancery ora, anziché nascondesi nel castello del mago e di vergognarsi del suo aspetto, va al villaggio ogni volta che può, con un grande sorriso sul volto.

Sopra: L'immagine finale del libro mostra Chacery felice, con un grande sorriso sul volto e, dietro di lui, alcuni personaggi che avevano chiesto aiuto al mago.

Le illustrazioni di Pablo Bernasconi sono alquanto particolari e peculiari, ma comunque belle. I disegni sembrano infatti dei collage, tanto che alcuni elementi delle figure sono fatti con dei veri e propri oggetti (ad esempio la faccia del mago Leitmeritz è costituita da una grattugia e una carota).
L'aspetto dei personaggi risulta comunque bizzarro, strampalato, ma molto simpatico.
Gli sfondi del libro, inoltre, sono tutti astratti e sono costituiti dalle più disparate fantasie (soprattutto quadretti, fogli di giornale ecc...).

   
Sopra: I due personaggi principali della storia: a sinistra vi è il mago Leitmeritz e a destra l'assistente di quest'ultimo Chancery. Notare come i personaggi di Bernasconi abbiano un aspetto alquanto bizzarro e strampalato, ma comunque simpatico. Notate inoltre come il viso del mago sia costituito da una grattugia e da una carota. In queste immagini potete inoltre osservare un paio di sfondi presenti nelle illustrazioni del libro, sfondi che, come vedete, sono più che altro astratti.

Sebbene le illustrazioni presentino una buona varietà di colori, quelli che maggiormente predominano nella storia sono il verde, il blu/azzurro e il viola; colori che contribuiscono a dare alle immagini dei toni freddi (anche se comunque in alcune illustrazioni sono presenti anche colori caldi come il rosso).

  
Sopra: Come potete vedere da queste due immagini i colori utilizzati nelle illustrazioni di questo albo sono principalmente il verde, il viola, il blu/azzurro e il bianco.

"The wizard, the ugly and the book of shame" è un albo con delle illustrazioni originali, bizzarre, divertenti e simpatiche da vedere e con una storia che tratta del perdono, dell'accettazione di se stessi (in particolare del proprio aspetto) e del fatto che, se si vuole realizzare un desiderio, è meglio non usare scorciatoie ma farcela con le proprie forze.

Questo albo illustrato è stato pubblicato dalla Random House Australia nel 2004 col titolo "El brujo, el horrible y el libro rojo de los hechizos", mentre l'edizione inglese che io ho recensito è stata edita nel 2005 dalla Bloomsbury Publishing Plc. L'opera ha 32 pagine, la copertina  rigida, misura 30,5 cm d'altezza e 24,5 cm di lunghezza e costa 10,99£.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 23 aprile 2018

Draghi e altri animali di Paolo Barbieri

Dopo aver illustrato diversi classici quali "L'inferno" di Dante, i miti greci e le fiabe, l'artista Paolo Barbieri nel 2017 sembra essersi dedicato invece a un tema totalmente diverso: gli animali (sempre però connessi ad elementi fantastici). Nel 2017 infatti Barbieri pubblica ben due nuovi albi illustrati: "Fantasy cats" e "Draghi e altri animali" e in questo post ho intenzione di parlarvi di questo secondo libro.

Sopra: Nell'immagine di copertina possiamo vedere un drago che non è presente all'interno dell'opera.

Come ci spiega l'artista nell'introduzione "I draghi sono sicuramente tra i protagonisti più famosi del fantasy, rappresentati in migliaia di storie sia come crudeli distruttori, sia come saggi combattenti". Viene quindi da chiedersi cosa rappresentano queste creature per Barbieri e, di conseguenza, come le abbia poi volute rappresentare in questo suo libro. Beh, è lo stesso Barbieri a spiegarcelo: "In questo libro, i "mostri", rispecchiano l'evoluzione che il mio mondo interiore ha avuto negli anni plasmandosi come creature in simbiosi con l'ambiente, magnifici animali che seguono la legge della natura, una legge che è giudice severo ma imparziale".
L'artista continua inoltre spiegando che, quando pensiamo a degli universi fantasy, ce li immaginiamo come luoghi straordinari popolati da creature magnifiche. Tuttavia, mentre scopriamo questi universi immaginari, può capitarci di dimenticarci che noi stessi abitiamo in un mondo che può apparire altrettanto straordinario pieno di luoghi che superano in bellezza ogni nostra immaginazione e abitato da creature altrettanto magnifiche, un mondo che in effetti non avrebbe nulla da invidiare a un qualsiasi altro universo fantasy.
E sicuramente visitatori di altri mondi rimarrebbero meravigliati di fronte all'incredibile biodiversità del nostro pianeta. Barbieri, quindi, vuole mostraci dei draghi assieme ad animali della nostra terra per "Mostrare a voli lettori quanto la nostra Terra sia incantevole, facendovi sentire come alieni meravigliati do fronte allo spettacolo della natura e dei suoi animali".
Quest'opera contiene infatti varie illustrazioni in bianco e nero che raffigurano ciascuna un drago in compagnia di un differente animale, in particolare troviamo: il cavallo, la rondine, l'elefante, il gorilla, il lupo, l'ape, il coccodrillo, la giraffa, lo scoiattolo, il serpente, la balena il ghepardo, il gatto, l'orso bianco, il camaleonte, l'aquila, il leone, il cervo, il panda, la tigre, il corvo, il rinoceronte, la rana, la tartaruga e la civetta.
Ogni immagine è accompagnata inoltre da qualche riga di testo che inizia sempre con la medesima formula "Ci sono draghi ..." seguita da qualche parola che descrive alcune caratteristiche del drago, le quali vengono poi messe in relazione con quelle di un animale terrestre. Ad esempio: "Ci sono draghi nati da vortici di polvere che solo i cavalli in corsa riescono a creare", oppure "Ci sono draghi che sfrecciano così veloci nel cielo da gareggiare con le loro sorelle rondini".

Sopra: "Ci sono draghi che sfrecciano così veloci nel cielo da gareggiare con le loro sorelle rondini", così recita la descrizione che accompagna l'illustrazione di questo drago che vola in compagnia di una rondine.

Le illustrazioni di Paolo Barbieri sono, come sempre, belle e molto curate, ricche di particolari. A differenza che in altre sue opere in questa le immagini che vi troviamo sono tutte in bianco e nero, il che rende però possibile al lettore apprezzare le varie sfumature di matita che l'artista ha utilizzato per creare le varie ombreggiature.
Naturalmente l'elemento più interessante da osservare nelle illustrazioni di quest'opera sono i draghi: il loro aspetto e la perizia con cui è stata realizzata la loro anatomia.
Ovviamente i draghi presenti in questo albo hanno sembianze molto diverse: ve ne sono di grandi quanto una balena e di piccoli quanto un'ape, di massicci come elefanti, di slanciati come le giraffe e di veloci come ghepardi; alcuni (la maggior parte) hanno un aspetto nobile e magnifico mentre altri hanno un aspetto buffo come i draghi acquatici che vivono con le rane; alcuni hanno un aspetto maestoso e imponente ed altri ancora sono invece docili e affettuosi come gattini. Vi sono poi draghi con grandi corna o con una folta criniera, draghi con e senza ali, draghi che sembrano sculture, draghi dal corpo corazzato, draghi acquatici e terrestri, draghi di ghiaccio, ma ce ne sono anche alcuni  con la vista debole, altri di pigri, alcuni scorbutici, draghi astuti e dispettosi, draghi timidi ...
Insomma in queste illustrazioni potrete trovare draghi per tutti i gusti, anche alcuni con delle caratteristiche che non assocereste mai ad una creatura come questa.



Sopra: I draghi illustrati in questo volume presentano tra di loro sembianze molto diverse: alcuni, ad esempio, sono piccoli come api (come il draghetto dell'immagine in alto), mentre altri sono grandi e molto alti come le giraffe (come il drago dell'immagine più in basso).

Una cosa che mi ha sorpreso di queste illustrazioni è che i draghi che vi sono rappresentati non assomigliano necessariamente, come avevo supposto inizialmente e come ci verrebbe da pensare, agli animali a cui vengono associati. O meglio, solo alcuni di questi presentano al massimo una caratteristica in comune col proprio compagno animale (ad esempio il drago assieme alle giraffe ha il collo lungo, o quello assieme al cervo ha delle grandi corna lunghe), ma per la maggior parte non è così: ad esempio il drago che viene mostrato assieme a un serpente non ha particolari somiglianze con quest'ultimo, anzi, la caratteristica che gli viene data è quella di "Avere delle creste così simili a rami che persino i serpenti li scambiano per vecchi arbusti" e lo stesso vale per altre coppie di draghi e animali (come, ad esempio quelli che vediamo assieme alla rondine, o al gorilla, o al lupo ecc...).
Questo rende l'interpretazione che l'artista ha voluto dare all'aspetto dei vari draghi, e la loro associazione con un corrispettivo animale, meno scontata di quanto si possa pensare.



Sopra: Sebbene alcuni dei draghi rappresentati da Barbieri presentino qualche elemento di somiglianza con l'animale a cui sono abbinati (come nel caso del drago con le grandi corna che è assieme al cervo nell'immagine più in alto), la maggior parte di essi non assomiglia all'animale loro compagno (come potete vedere ad esempio nell'illustrazione più in basso col lupo).

 "Draghi e altri animali" è un bel libro illustrato, che probabilmente verrà apprezzato particolarmente da coloro che amano i draghi, poiché quest'opera che contiene una gran varietà.

L'opera è stata pubblicata nel 2017 dalla Mondadori, è dotata di una copertina rigida, ha 64 pagine, misura 27 cm d'altezza e 19,7 cm di lunghezza e costa 19 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 16 aprile 2018

Celeste, Nick and the magical tea party di Miss Dinkless e Adam Oehlers

"Celeste, Nick and the magical tea party" è un albo illustrato scritto da Miss Dinkless e illustrato da Adam Oehlers (di cui avevo recensito l'opera da lui illustrata "Cinderella jump rope rhymes").

Sopra: La copetina, la quale è impreziosita da un titolo stampato in lettere dorate (anche se da questa immagine non si vede), riprende il color seppia e le tinte tenui presenti anche all'interno dell'opera.

Celeste, sua madre e sua sorella Renee si sono appena trasferite in una nuova casa, in un villaggio chiamato Pacalville, in cui non conoscono nessuno. Celeste non vive molto bene il trasloco: non esce mai di casa e i primi giorni di scuola sono un disastro. Un giorno, dopo essere tornata a casa da scuola in lacrime, si distende sul pavimento della sua camera e accende la radio, ma improvvisamente, avverte come la sensazione di essere sollevata e di lasciare la stanza. Quando apre gli occhi Celeste vede attorno a se colline verdi e un cielo blu, un luogo pieno di cose meravigliose in cui la bambina si sente al sicuro e si mette a giocare, fino a sentirsi esausta e a cadere addormentata in mezzo all'erba.
Quando Celeste riapre gli occhi vede che vicino a lei è cresciuta una piantina di cui decide di prendersi cura. Provando una sensazione di felicità la bambina torna nella propria camera e, mentre dorme, non si accorge che una piccola macchia di erba sta iniziando a crescere nella sua cameretta.
Il giorno dopo, a scuola, Celste conosce un ragazzino di nome Nick  che si è trasferito a Pacalville pochi giorni fa. Celeste e Nick stringeranno amicizia, mentre la bambina, intanto, continua a far visita al luogo con le colline verdi e il cielo blu, danzando con gli occhi chiusi ascoltando la musica.
Un giorno Celeste decide di condividere il mondo che ha scoperto con Nick, mentre continua a prendersi cura della pianta, a volte da sola e a volte con Nick e man mano che la pianta cresce la stanza di celeste si riempe ogni giorni di qualche colore nuovo.
Notando che la pianta cresce più velocemente e diventa più bella se attorno a lei vi sono più persone, Celeste propone a Nick di invitare tutti i bambini del vicinato, organizzando un tea party vicino al fiume. La notte prima del tea party Celeste visita il suo mondo, consapevole che questa sarà l'ultima volta che vi entrerà.
Il giorno dopo, durante il tea party, Celeste fa danzare anche gli altri bambini con gli occhi chiusi e, quando la bambina riapre gli occhi, nota che molte piccole piante hanno iniziato a crescere tutt'intorno. Richiude gli occhi continuando a danzare e quando li riapre nuovamente scopre che le piante sono cresciute ulteriormente, creando una foresta attorno al parco in cui lei e i suoi amici avevano organizzato la festa.
Ancora oggi Celeste  e Nick organizzano tea parties per i loro amici in cui tutti danzano con gli occhi chiusi mentre i loro sentimenti positivi entrano nel terreno sotto i loro piedi.

Sopra: Un'illustrazione che mostra Celeste nel suo mondo assieme alla piantina di cui si prenderà cura.

Le illustrazioni che accompagnano l'opera, ricche di dettagli e alquanto particolareggiate, sono di Adam Oehlers, il cui stile si ispira a quello di famosi illustratori come: Gustave Doré, Arthur Rackham e Brian Froud. Un altro artista che Oehlers ammette aver avuto su di lui una grande influenza è Edward Gorey, che lo ha spinto a utilizzare la penna per disegnare.
Un  tratto distintivo delle illustrazioni di questo artista è l'uso alquanto blando del colore, il quale è presente in quest'opera, ma è mantenuto sempre su dei toni piuttosto delicati e mai molto accesi. E' interessante inoltre notare come le illustrazioni all'inizio del volume non presentino colori, se non per delle tonalità di seppia. I primi colori appaiono quando Celeste entra nel suo mondo, nel quale inizialmente compaiono solo dei blu e dei verdi, che poi andranno ad arricchirsi con gialli, rossi, arancioni e rosa e più avanti notiamo che anche il mondo reale comincia ad arricchirsi di colori.

   
Sopra: Qui sopra si può vedere facilmente la differenza che l'artista ha fatto dell'uso del colore. A sinistra abbiamo infatti un'immagine che si trova all'inizio del libro, in cui la protagonista si trova nel mondo reale, mentre a destra abbiamo sempre un'immagine in cui la bambina si trova nel mondo reale, ma questa proviene dalle ultime pagine.

 
Sopra: Queste illustrazioni mostrano i protagonisti all'interno del mondo scoperto da Celeste, che appare fin da subito più colorato rispetto al mondo in cui vive la ragazza. All'inizio, tuttavia, gli unici colori che compaiono sono il blu e il verde (immagine a sinistra), mentre poi se ne aggiungono altri, come il rosso, presente nell'illustrazione a destra.

"Celeste, Nick and the magical tea party" è un libro che racconta una storia che racchiude alcuni spunti interessanti, come, ad esempio il modo in cui la protagonista riesce a superare il senso di solitudine e di tristezza che provava dopo essersi dovuta trasferire in un posto nuovo, grazie al desiderio di prendersi cura di qualcosa (in questo caso delle piante). Un desiderio che Celeste condividerà con gli altri, riuscendo a farsi dei nuovi amici e, anche, a far crescere le piante.
D'altronde, l'idea che una pianta (così come altri esseri viventi) per crescere abbia bisogno di sentimenti positivi sarà certamente comune a molti (perlomeno per sentito dire), anche se in questa storia la cosa è stata ovviamente amplificata. E' inoltre vero che una piantina, per crescere, nella maggior parte dei casi ha bisogno di cure e attenzione (e infatti sono molto comuni i progetti scolastici in cui agli alunni si chiede di far nascere e crescere una piantina).
Direi che questo è un albo che può offrire al lettore interessanti spunti di riflessione: ad esempio sul tema della cura, sul tema della solitudine, dell'amicizia ecc...(e, perché no, anche riguardo le piante).
Le illustrazioni di Oehlers che accompagnano il libro, così ricche di particolari e dall'interessante uso del colore, poi, rendono la storia piacevole anche da vedere.

Questo albo illustrato è stato pubblicato dalla Brolga Publishing nel 2011; ha 32 pagine, la copertina  rigida, misura 28,7 cm d'altezza e 21,3 cm di lunghezza e costa 16,95$

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 9 aprile 2018

Beauty and the Beast di Ursula Jones e Sarah Gibb

Oggi vi parlerò di una fiaba di cui era da un po' che non parlavo, quella de "La Bella e la Bestia". In particolare l'albo illustrato che recensirò questa volta è "Beauty and the Beast" di Ursula Jones e Sarah Gibb.

Sopra: La copertina di "Beauty and the Beast" di Ursula Jones e illustrato da Sarah Gibb mostra al lettore i protagonisti della vicenda incorniciati da un paio di alberi posti ai due lati della copertina, i quali hanno delle foglie dorate (anche se dall'immagine qui sopra si vede poco), che contribuiscono a impreziosire la copertina.

Questa versione si apre con col presentarci il ricco mercante che aveva tre figlie, di cui la minore era la più bella e anche la più buona e gentile, mentre le altre due sorelle era sì belle, ma altezzose e antipatiche, tanto da rifiutare ogni pretendente perché volevano sposare un marchese o un duca.
Un giorno però il mercante annuncia di aver perso tutte le sue ricchezze e che ora dovranno trasferirsi a vivere in una casa in campagna poiché l'abitazione in cui abitavano sarebbe stata venduta. Nella versione della Beaumont (che viene considerata quella originale per quanto riguarda la fiaba de "La bella e la Bestia") si dice che le due sorelle maggiori sono convinte di poter evitare di andare a vivere in campagna accettando di sposare uno dei loro ricchi pretendenti, affermando che questi le avrebbero volute anche se non avevano più un soldo, tuttavia tale previsione si rivelerà errata. In questa versione della Ursula Jones invece le sorelle dicono subito a Bella, appena saputo di essere diventate povere che "They (i pretendenti) don't want to marry a poor bride (sposa). None of us will get a husband (marito) now". Inoltre, nella versione originale, poiché Bella è conosciuta per essere sempre stata buona e gentile, anche con i poveri, vi sono comunque degli uomini che le chiedono di sposarla, ma lei rifiuta perché preferisce rimanere vicina al padre in questo momento difficile.
La storia prosegue con il mercante e le figlie che si trasferiscono nella casa in campagna (una sorta di fattoria), in cui le figlie maggiori non faranno mai nulla, passando le giornate a letto ad oziare e lasciando al padre e a Bella i vari lavori da sbrigare.
Poi, un giorno, il mercante spiega alle figlie che una delle sue navi è stata ritrovata, così le sorelle maggiori gli chiedono dei doni, mentre la minore gli chiede solo una rosa. Tuttavia tutti i soldi ricavati vengono usati per pagare i debiti e, inoltre, durante il viaggio di ritorno l'uomo si perde. Ad un certo punto però il mercante vede una luce e arriva così in una casa in cui mangia e dorme e in cui, il mattino successivo, trova anche una rosa da regalare alla figlia minore. Appena però l'uomo la coglie arriva ovviamente la Bestia che si arrabbia con lui e dice che lo ucciderà, ma, dopo che l'uomo spiega che la rosa era per la figlia, la Bestia gli dice di portargli quest'ultima così la ucciderà al posto suo. Quando l'uomo torna a casa e racconta quanto successo Bella decide comunque di andare dalla Bestia per evitare che il padre si sacrifichi.
La Bestia, saputo che la ragazza è venuta di sua spontanea volontà, non la uccide ma la fa vivere con lui al castello e cenare con lui. Un giorno la fanciulla vede in uno specchio magico che suo padre non sta bene, così supplica la Bestia di poter andare a fargli visita. Quest'ultima glielo permette a patto di fare ritorno tra una settimana, così consegna alla ragazza un anello che le permetterà di teletrasportarsi a casa sua. Dopo essere tornata a casa si verifica un episodio in cui le sorelle maggiori, trovando incamera della sorella un baule pieno di bei vestiti, si mettono a provarli, ma questi, non appena indossati dalle due si stracciano, così le due decidono di vendicarsi impedendo a Bella di ripartire in tempo per tornare dalla Bestia. In realtà, nella versione originale, questo episodio in cui loro si provano i vestiti non esiste, semplicemente le due decidono di non far ritornare in tempo la sorella perché sono gelose di lei (della sua felicità, mentre loro, sebbene si siano sposate, non hanno combinato dei buoni matrimoni).
Le sorelle comunque convincono Bella a restare di più, ma la ragazza, durante la notte, fa un sogno in cui vede la bestia sofferente e in punto di morte, così, grazie all'anello, ritorna al castello dove trova la Bestia morente e le promette che l'avrebbe sposata. Dopo aver pronunciato queste parole la Bestia si trasforma quindi in un bellissimo principe.
La versione della Jones si interrompe qui (con i due che decidono di sposarsi), mentre in quella della Beaumont, quando Bella e la Bestia tornano al castello, trovano una fata che si complimenta con la ragazza per le sue scelte e decide di punire le sorelle maggiori di quest'ultima trasformandole in due statue.

Nonostante la presenza un paio di episodi che non avevano nulla a che fare con la versione originale e il finale che è stato un po' tagliato, tutto sommato questa versione riscritta dalla Ursula Jones si mantiene piuttosto fedele all'originale (anche nel mantenere alcuni piccoli particolari quali il fatto che al suo risveglio nel palazzo della Bestia il mercante trova per colazione della cioccolata calda), almeno per quanto riguarda la trama.

Sopra: In questa illustrazione a doppia pagina ci viene mostrata la scena in cui il padre di Bella è giunto al castello della Bestia con la figlia per lasciarla a vivere con la Bestia.

Le illustrazioni della Sarah Gibb sono belle, incantevoli, molto colorate e con personaggi dai tratti delicati.
L'unica cosa che mi sento di segnalare riguardo i personaggi disegnati dall'artista è il modo in cui ha rappresentato la Bestia, il cui aspetto riprende palesemente quello della versione della Disney (anche negli abiti a volte). Capisco che la raffigurazione che la versione Disney aveva fatto della Bestia fosse molto bella (e molti vi sono affezionati), tuttavia, poiché nella fiaba l'aspetto di questa non è mai descritto, l'artista avrebbe potuto sforzarsi un po' di più per trovarne uno di un po' più originale piuttosto che ricopiare qualcosa di già visto.
Per il resto i personaggi e gli ambienti appaiono comunque molto curati, ricchi di particolari e dettagli e alquanto colorati, il che li rende molto piacevoli da vedere.
La Gibb utilizza infatti una buona varietà di colori, stesi sia in maniera delicata (con tonalità pastello) oppure più carica, tuttavia, nella maggior parte dei casi, essi mantengono una certa brillantezza (tranne in alcune scene più drammatiche, come quella della morte della Bestia, in cui le tonalità appaiono più cupe).


  

Sopra: Le illustrazioni della Gibb presentano personaggi dai tratti delicati e sono molto ricche di dettagli e particolari (basta osservare ad esempio gli ambienti o gli abiti). La Gibbs utilizza inoltre una buona varietà di colori, alcuni  stesi in maniera delicata, con tonalità pastello (così come potete vedere nell'immagine più in alto, in cui predominano i rosa e i verdi), ed altri  invece più carichi. Nella maggior parte dei casi essi mantengono una certa brillantezza, tranne in alcune scene più drammatiche, come quella della morte della Bestia, che potete vedere rappresentata nell'immagine più in basso, in cui infatti le tonalità appaiono più cupe.

Una particolarità dello stile della Gibbs sta nel fatto che nelle sue opere, compaiono anche delle silhouettes (cioè figure di cui l''osservatore percepisce solamente i contorni, in quanto il resto della figura è nera). Gli elementi neri delle silhouettes (che possono essere edifici ,oggetti, animali o personaggi) vengono associate dall'artista ad elementi colorati, che rendono la scena più piacevole e accattivante alla vista del lettore.

  

Sopra: Una particolarità dello stile della Gibb è la presenza di silhouettes (di edifici, oggetti e personaggi), come quelle che potete vedere  presenti nelle immagini che vi ho riportato qui sopra. Il nero delle silhouette viene inoltre contrastato e, allo stesso tempo, messo in risalto, dalla presenza di altri colori, come potete vedere in entrambe queste immagini (anche se quelli dell'illustrazione più in alto hanno una tonalità più delicata e mostrano meno la loro presenza, mentre i colori dell'immagine più in basso sono più carichi e intensi e presenti in maggior quantità).

"Beauty and the Beast" di Ursula Jones e Sarah Gibb è una riscrittura della fiaba de "La Bella e la Bestia" che, nonostante alcuni cambiamenti e alcune scene differenti, si mantiene piuttosto fedele alla versione originale della Jeanne-Marie Leprince de Beaumont . Le deliziose illustrazioni della Gibb aiutano inoltre il lettore a immergersi in un mondo fiabesco e incantevole, e quelle con le silhouettes lo rendono inoltre anche intrigante.

Questo albo illustrato è stato pubblicato dalla ORCHARD BOOKS nel 2012; ha 32 pagine e può avere sia la copertina flessibile che rigida in quanto sono presenti entrambe le versioni. Esso misura 27,5 cm d'altezza e 25 cm di lunghezza e l'edizione con la copertina flessibile costa 6.99£ (oppure 7,99$), mentre quella con la copertina rigida costa 16,99$

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

martedì 3 aprile 2018

Come ho conosciuto le Fate dei Fiori di Cicely Mary Barker

 Cicely Mary Barker è  un'illustratrice nata nel 1895 e morta nel 1973 che è diventata celebre per i suoi disegni di fate. Illustrazioni che vennero pubblicate nei libri: "Flower fairies of the Spring" (pubblicato nel 1923),"Flower Fairies of the Summer " (del 1925), "Flower Fairies of the Autumn" (del 1926), "The book of the Flower Fairies" (del 1927), "Flower fairies of the season" (del 1930), "A Flower Fairy Alphabet" (del 1934), "Flower Fairies of the Trees" (del 1940), "Flower Fairies of the Garden" (1944), "Flower Fairies of the Wayside" (1948), "Flower Fairies of the Flowers and Trees" (del 1950) e "The Flower Fairy Picture Book"  (del 1955). Inoltre, tra le sue pubblicazioni postume, vi è anche "Flower Fairies of the Winter" del 1985.
Tra le pubblicazioni postume rientrano anche una serie di albi illustrati scritti sotto forma di un diario, la cui voce narrante sarebbe quella della stessa Cicely Mary Barker e il libro di cui vi parlerò oggi: "Come ho conosciuto le fate dei fiori", è proprio il primo di questi.

Sopra: La copertina di "Come ho conosciuto le Fate dei Fiori" è ricca di decori quali disegni in rilievo argentati, una "pietra" che racchiude un'immagine e, nella parte in alto al centro, una figura a doppio riflesso (la quale permette di vedere immagini diverse in base a come viene inclinata). La copertina è resa inoltre accattivante anche dai colori e dai numerosi disegni in essa presenti.

Come ho detto nell'introduzione questo libro sarebbe un diario (nella finzione) scritto dalla Barker e, infatti, all'inizio di quest'opera troviamo una lettera che risale al 6 gennaio del 1923 in cui l'artista  comunicava alla Società Britannica della Mitologia Popolare di aver inviato loro, assieme alla lettera, un diario che ella aveva tenuto durante l'estate del 1920, un periodo in cui aveva scritto e dipinto copiosamente essendosi sentita particolarmente ispirata.
In questo diario l'artista e scrittrice racconterà al lettore come conobbe le Fate dei Fiori, durante un estate a Bartons, a partire dalla scoperta di minuscole impronte vicino ai vasi di fiori fino ad arrivare ad avere dei veri e propri contatti con quest'ultime. Le pagine del suo diario sono inoltre ricche di illustrazioni e informazioni (come ad esempio ricerche effettuate dalla scrittrice in biblioteca) riguardanti le fate e dei suoi tentativi per scoprirne l'esistenza e di diventarne amica.
Oltre a molteplici disegni nel volume vi sono anche dei "campioni" (come ad esempio dei brillantini che fungono da polvere di fata o ciò che dovrebbe essere un pezzo di ala) e degli opuscoli (di solito dei piccoli libricini) riguardo a queste creature fatate, nonché altri piccoli oggetti quali cartoline, biglietti o foto.



Sopra: Alcune pagine tratte dal diario della Barker in cui possiamo notare la presenza di oggetti con cui il lettore può interagire quali buste con campioni nelle (pagine più in alto) e lettere (nell'immagine più in basso). Nelle pagine dell'immagine più in alto possiamo inoltre vedere come l'autrice abbia affrontato nel suo diario il tema delle ali delle farfalle (in seguito al ritrovamento di un frammento di ala, probabilmente di fata, rinvenuto su una spina).

Le immagini che accompagnano il diario sono ovviamente quelle della Cicely Mary Barker, le quali riprendono dei disegni presenti in altre sue opere precedenti (soprattutto quelle delle Fate dei Fiori e degli Alberi).  Le sue illustrazioni, dallo stile alquanto classico, e in cui ebbe una forte influenza lo stile preraffaellita (soprattutto per quanto riguarda la scelta dei temi e delle atmosfere ricreate nelle illustrazioni), sono realizzate con penna ad inchiostro e acquerello.
Le fate ritratte dalla Barker sono di piccole dimensioni e hanno tutte un aspetto molto giovane (molte di esse infatti sono dei bambini e delle bambine). I disegni della Barker sono belli e molto curati, ricchi di particolari ed è facile notare come l'artista abbia osservato i fiori (o comunque le piante da lei ritratte nelle sue illustrazioni) con occhio analitico e attento, in quanto essi sono riportati in modo molto fedele nelle illustrazioni. Riguardo a quest'ultimo aspetto è inoltre molto interessante osservare come l'artista abbia interpretato ciascuna fatina associandola ad un fiore o ad un albero, dandole quindi delle caratteristiche tipiche di quel vegetale, oltre a ritrarla assieme ad esso.

  
Sopra: La Barker rappresenta le sue fate di piccole dimensioni e con l'aspetto molto giovane (di bambini), le sue illustrazioni sono comunque ricche di dettagli e colorate ed è molto interessante poter vedere come l'artista ha interpretato l'aspetto di ciascuna fata associandolo ad un fiore o ad una pianta (come nel caso delle fate ritratte nelle foto qui sopra: la fata dei salici e quelle delle more e del ribes).

"Come ho conosciuto le Fate dei Fiori" si presenta come un opera piacevole e leggera da leggere, che verrà facilmente apprezzata da coloro che amano le illustrazioni della Barker e da coloro che semplicemente apprezzano i libri illustrati sulle fate.
Il modo in cui è stata scritta, sotto forma cioè di diario, la rende particolarmente piacevole e interessante per il lettore e mi ricorda inoltre la famosa collana di libri illustrati (di cui il primo titolo era uscito proprio un anno prima di questo libro) delle Ologies Series, anch'essi libri scritti sotto forma di diario e che contenevano diversi campioni e altri oggetti che il lettore poteva maneggiare (tra cui appunto piccoli libricini e lettere). Sebbene a mio parere quest'opera non raggiunga del tutto i livelli dei volumi delle Ology Series (soprattutto per quanto riguarda la quantità di informazioni e testi forniti al lettore) risulta comunque ben fatta e molto curata, sicuramente capace di intrattene piacevolmente il proprio lettore, soprattutto grazie alle incantevoli e graziose illustrazioni di Mary Barker.

Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 2005 da The Penguin Group, col titolo "Fairyopolis: A Flower Fairies Journal" ed poi stata edita in italiano dalla Fabbri Editore nel 2006. Il libro ha 32 pagine, la copertina rigida, misura 29,5 cm d'altezza e 25,5 cm di lunghezza e costa 25 euro.

P.S. Volevo segnalare come questo sia stato il primo di una serie di volumi riguardanti, sempre le Fate dei Fiori, che hanno fatto da seguito a quest'opera, ad indicarne il successo ottenuto. Tra i volumi successivamente pubblicati troviamo:
- "Come trovare le Fate dei Fiori" del 2008
- "Il mio ritorno nel paese delle fate" del 2009
- "Brilla come una Fata dei Fiori" del 2010
- "Come creare una casa per le Fate dei Fiori" del 2013

    

Sopra: Le copertine degli altri volumi che sono seguiti a "Come ho conosciuto le Fate dei Fiori" e che riguardano sempre il medesimo soggetto (le Fate dei Fiori appunto).

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.