lunedì 26 aprile 2021

La bambina e il lupo di Chiara Carrer

"La bambina e il lupo" è una versione della fiaba di "Cappuccetto Rosso" ma, a differenza di quello che potreste pensare, non si tratta però di una rivisitazione di una delle due versioni classiche (Perrault e Grimm). La cosa interessante di questo albo illustrato da Chiara Carrer è che esso contiene una versione ancora precedente e più antica di quella di Perrault (che fu messa per iscritto nel 1600, mentre quella dei Grimm è del 1800). Una versione antica e praticamente impossibile da trovare proposta come albo illustrato, al massimo presente in qualche manuale o testo divulgativo specifico.

Sopra: Sulla copertina di questo libro che propone un'antica versione della fiaba di "Cappuccetto Rosso" sono presenti solo 4 colori (il bianco, il nero, il rosso e il beige)

A curare questa edizione così particolare e interessante della fiaba di "Cappuccetto Rosso" è stata Tiziana Roveresi che, nell'introduzione, spiega la sua passione per il personaggio di Cappuccetto Rosso affermando: "Su di lei, negli anni, ho collezionato centinaia di libri, ed è incredibile come questa bambina sia amata. Non si contano i narratori e gli illustratori che hanno voluto disegnarla e raccontarne la storia. Curiosando nei libri e negli archivi, ho saputo molto sulle sue vicende". Curiosando tra vari libri Roveresi si è ad esempio imbattuta in una raccolta di fiabe francesi raccolte dal folklorista Paul Delarue, la quale conteneva anche alcune versioni antiche della fiaba che oggi conosciamo come "Cappuccetto Rosso".
In particolare la curatrice è stata colpita da una di queste versioni e ha deciso di proporla alla casa editrice Topipittori, con le illustrazioni di Chiara Carrer.
In questa antica versione la bambina (che non ha un nome nè nessun tratto distintivo) viene mandata dalla madre a portare una focaccia e una bottiglia di latte alla nonna. Durante l'andata la bambina incontra Bzou (il quale viene detto essere un lupo mannaro) che le chiede dove stia andando e che sentiero voglia prendere, scegliendo tra quello degli aghi e quello delle spine. 
Quando Bzou arriva a casa della nonna, prima della bambina, uccide e mangia l'anziana, mettendo però da parte un po' del suo sangue e della sua carne. Quando la bambina arriva a casa della nonna la creatura la invita a fare merenda offrendole il sangue (dicendole essere vino) e la carne della vecchia, ma la giovane rifiuta di mangiare. Successivamente Bzou la invita a spogliarsi e a gettare i vestiti nel fuoco, e di coricarsi accanto a lui. 
Quando la bambina si infila nel letto con l'animale ella nota l'aspetto strano della nonna e inizia a porgli delle domande. Quando gli fa notare quanto sia grande la sua bocca Bzou risponde "E' per mangiarti meglio!", la bambina però, prontamente, gli dice che deve uscire a fare pipì. Per essere sicuro che non scappi Bzou lega attorno alla caviglia della bambina un filo di lana, ma questa, una volta uscita, slega il filo legandolo a un ramo, riuscendo a fuggire. Quando la creatura si accorge della fuga inizia a inseguire la ragazzina, ma ormai è troppo tardi, ella è già tornata a casa e ha chiuso la porta.

Rispetto alle versioni riportate da Delarue (che potete trovare nel libro: "L'ago e la spilla:le versioni dimenticate di Cappuccetto Rosso" di Tvonne Verdier) in questa si parla di aghi e spine (questa versione con le spine sarebbe una di quelle di Forez), mentre nelle altre si parla di aghi e spille (o di spilli). Secondo la Verdier gli aghi simboleggerebbero il lavoro del rammendo, mentre le spille (o gli spilli) simboleggiano l'accesso alla pubertà.
In questa versione della Topipittori viene dato un nome alla creatura ("bzou" significa però "lupo") che incontra la bambina, definendola un lupo mannaro, mentre nelle versioni di Delarue viene definito talvolta come un lupo e un'altra volta come un "uomo brutto". Nel caso di questa edizione la curatrice ha probabilmente voluto fondere insieme queste due figure, creando dunque un ibrido uomo/lupo (un così detto lupo mannaro).
La parte in cui il lupo chiede alla bambina di mangiare, inconsapevolmente, la carne della nonna e di berne il sangue viene visto dalla Verdier come una sorta di sacrificio rituale, con cui la bambina acquista il potere di procreare (passando quindi dalla pubertà alla maternità).

Sopra: Le prima pagine del libro mostrano la protagonista che sta per abbandonare la sua casa per attraversare il bosco (composto da un'intricata ragnatela di alberi rossi).

Le illustrazioni della Chiara Carrer che accompagnano questa fiaba così particolare (e cruenta sotto diversi aspetti) hanno un aspetto altrettanto particolare e originale, sicuramente differente da quello delle classiche fiabe. Si tratta di uno stile più moderno, che si basa su pochi elementi presenti nelle immagini. 
Le figure dei due personaggi (la bambina e il lupo mannaro, che però è rappresentato più con l'aspetto di un diavolo) sono state realizzate con tratti semplici e netti. Molte delle figure e degli elementi che compaiono nei paesaggi e sullo sfondo spesso si riducono a silhouette o a semplici figure geometriche, oppure a figure molto stilizzate (come ad esempio le casette della protagonista e della nonna)

 
Sopra:
Le figure dei due personaggi sono state realizzate con tratti semplici e netti; molte delle figure e degli elementi che compaiono nei paesaggi e sullo sfondo spesso si riducono a silhouette oppure a figure molto stilizzate.

Molto particolare anche la scelta e l'uso dei colori. La bambina è completamente bianca/beige (una sorta di bianco sporco, un po' marroncino) (sia la sua pelle che i vestiti), mentre il lupo mannaro è sempre colorato di rosso, colore che solitamente avverte di un pericolo e che probabilmente indica al lettore la pericolosità di quel personaggio.
Nel libro sono stati utilizzati, comunque, solo 4 colori: il nero, il bianco, il rosso e il beige. Il nero è stato utilizzato per le silhouette degli alberi e per colorare l'interno della casa della nonna, che così acquista un aspetto molto oscuro e tetro (per ampliare la sensazione di paura). Il rosso, oltre che per il lupo mannaro, viene utilizzato anche per gli interni della casa della nonna (probabilmente sempre come segnale di pericolo e di allerta). Alcuni muri sono colorati di rosso e anche il letto (con il cuscino, le lenzuola e le tende) è completamente rosso.
Le case (sia quella della bambina che quella della nonna) sono invece di colore beige, mentre il bianco è stato utilizzato soprattutto negli sfondi, in particolare quelli del bosco (forse per richiamare la luce e il chiarore del giorno, in contrasto con l'oscurità che regna nella casa della nonna).


Sopra: Nel libro sono stati utilizzati solo 4 colori: il nero, il bianco, il rosso e il beige. I primi tre sembrano rimandare, rispettivamente, alla paura, alla salvezza (e alla luce) e al pericolo.

"La bambina e il lupo" è un libro illustrato molto bello ma molto particolare, per essere apprezzato è necessario che il lettore possegga alcune nozioni sulle fiabe, altrimenti, prendendolo ingenuamente come una delle tante versioni proposte della fiaba "Cappuccetto Rosso" per leggerlo ai figli, rischierebbe di trovarsi in difficoltà nella lettura e, perfino, scandalizzato dalla storia. Ad esempio, quando il libro fu proposto a una scolaresca che era andata a visitare la mostra in cui veniva presentato il libro (assieme ad altre tre versioni della fiaba di Cappuccetto), alcuni genitori protestarono, ritenendo i contenuti del libro troppo scabrosi. Durante la lettura dell'albo da parte di Tiziana Rovere molti genitori dichiararono di sentirsi a disagio di fronte alle situazioni proposte nella fiaba, mentre i bambini si mostrarono tranquilli durante la lettura e la discussione, dimostrando di apprezzare questa versione. Qui potete trovare l'articolo che ne parla.
A creare questa resistenza da parte degli adulti sono anche le illustrazioni di Chiara Carrer, che sono particolare e originali, perfette per comunicare ai lettori i significati della fiaba. Sono delle immagini che trasmettono angoscia, opprimenza e il senso del pericolo percepito dalla bambina. Questo le rende però delle immagini molto efficaci, capaci di supportare perfettamente i testi, facendo emergere il significato intrinseco del racconto, aiutano il lettore, diciamo, a leggere la storia fra le righe.
Questo albo illustrato si presenta dunque come un'opera pregevole, anche solo per il fatto di aver avuto il coraggio di proporre una fiaba in una versione molto antica e praticamente sconosciuta dal grande pubblico. Una fiaba molto bella e interessante da conoscere anche sotto il profilo culturale, che si rifà ad un'epoca più antica e a noi in parte sconosciuta, una fiaba ricca di significati simbolici e su cui si possono fare molte riflessioni e interpretazioni, andando oltre agli elementi scabrosi e paurosi che contiene.

Questo albo è stato edito inizialmente nel 2005 dalla Topipittori ed è poi stato ripubblicato nel 2020 con un nuovo formato più piccolo. L'opera (nell'edizione del 2020) ha 32 pagine, una copertina rigida, misura 16 cm d'altezza e 16 cm di lunghezza e costa 10 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 19 aprile 2021

Fiabe in rosso di Lorenzo Naia e Roberta Rossetti

Eccomi nuovamente a presentarvi un altro libro di fiabe: "Fiabe in rosso" scritto da Lorenzo Naia e illustrato da Roberta Rossetti. Si tratta però di una raccolta un po' particolare, in quanto è nata come "progetto a quattro mani contro la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere. Si tratta di una breve raccolta di fiabe della tradizione, la cui trama è stata rivisitata".
Il nome stesso della raccolta e il disegno sulla copertina rimandano e si basano infatti su un'opera d'arte spagnola: "Zapatos Rojos", creata dall'artista messicana Elina Chauvet. Si trattava di un'installazione, composta da varie scarpe di donna rosse, che aveva lo scopo di "denunciare l'omertà che avvolge la scomparsa e l'uccisione  di centinaia di donne a Ciudad Juàrez, in messico, e per dire basta alla violenza di genere".

 
Sopra: A sinistra la copertina della nuova edizione del 2020, mentre a destra la copertina della vecchia versione del 2015. Su entrambe sono presenti delle scarpe rosse, che rendono omaggio all'opera d'arte spagnola: "Zapatos Rojos".

Come vi accennavo sopra tale volume è una raccolta di sette fiabe (l'edizione del 2015 ne conteneva invece cinque), ed è nato come progetto contro la violenza sulle donne e la differenza di genere. "Si tratta di una breve raccolta di fiabe della tradizione, la cui trama è stata rivisitata. Perché ciò che ogni bambina e ogni bambino dovrebbe imparare è che il finale della propria storia, il finale della propria vita, non deve essere scontato, non deve essere uno solo, non deve essere -soprattutto- già deciso da qualcun altro". Le fiabe del libro vogliono quindi mostrare ai giovani lettori e lettrici che è possibile trovare la propria felicità, la propria strada e il proprio posto del mondo, senza diventare succubi delle altre persone. 
Ma perché proprio le fiabe? Perché, come viene spiegato alla fine del volume, "le fiabe così come le conosciamo oggi, in realtà, sono solo alcune delle versioni che sono state raccontate". L'autore ha quindi deciso di recuperare le versioni originali modificandole, come un moderno cantastorie, "provando a riprendere il valore fortemente pedagogico e di critica sociale".
Le fiabe rivisitate con protagoniste femminili sono le seguenti (le prime due sono state aggiunte in questa nuova edizione): 
  • Cenerentola
  • Malvina
  • Mignolina
  • Cappuccetto Rosso 
  • Biancaneve
  • Rosaspina
  • Raperonzolo
Nel leggere le varie fiabe sicuramente si nota che l'autore è partito dalle loro versioni originali (basandosi su quelle di Perrault, Andersen e, soprattutto, dei Grimm). In molti di questi racconti la trama e la struttura base della fiaba originale è ancora fortemente presente e sono solo alcuni piccoli elementi ad essere stati modificati. Ad esempio in "Cenerentola" la protagonista è una ragazza di colore (e non nera a causa delle ceneri), a essere trasformata in una carrozza non è una zucca ma una fragola, la fata è vestita di rosso e le scarpe della fanciulla sono rosse anziché essere di cristallo. Alla fine, però, la ragazza va comunque al ballo di nascosto dalle sorellastre grazie all'aiuto di una fata e sposa il principe, dopo aver superato la prova della scarpa.
In altri casi del racconto è stato modificato solo il finale, come nel caso di "Mignolina", che alla fine non sposa il principe delle fate ma rimane amica degli uccelli, che si prendono cura di lei regalandole anche un paio di ali. In "Rosaspina" a svegliare la principessa dal sonno è la fata malvagia, anziché un principe, la quale dopo 100 anni ha sbollito l'arrabbiatura. In "Raperonzolo" cambiano praticamente solo le ultime frasi finali, dove la protagonista e il principe anziché tornare nel castello di lui decidono di viaggiare (e viene eliminato il fatto che Raperonzolo avesse partorito due gemelli).
Altre fiabe hanno subito della variazioni un po' più consistenti, ad esempio in "Cappuccetto Rosso" la protagonista ama studiare libri di erbe e animali e sarà lei ad aprire la pancia del lupo e a riempirla di pietre (uccidendo l'animale), salvando pure la nonna. In "Biancaneve", dopo i primi due tentativi da parte della matrigna di uccidere la fanciulla, quest'ultima decide di andare con i nani a cercare l'oro sulle montagne, così quando la regina prova a ucciderla per la terza volta non la trova e lascia il cesto di mele avvelenate davanti all'uscio della casetta dei nani. Ad assaggiare la mela sarà però il principe, il quale sarà lui ad essere messo nella bara di cristallo (vi è quindi un'inversione di ruoli, ma ciò non toglie il fatto che comunque Biancaneve si innamori del principe solo guardandolo per molto tempo e che, appena sveglio, ella gli dichiari il suo amore e gli proponga di sposarla). 
Fra le varie versioni rivisitate quella di Biancaneve è quella che mi ha convinta di meno, in quanto, in una versione che sarebbe stata riscritta per mostrare ai bambini l'indipendenza, il coraggio delle donne e che può esistere un "finale alternativo", mi stona leggere di una ragazzina che comunque si fa ingannare le prime due volte dalla matrigna e che si innamora e sposa il principe basandosi solo sul suo aspetto. Quando lei e i nani tornano a casa, infatti, trovano il principe già morto, eppure viene descritto come Biancaneve, nel corso del tempo, cominci a provare dei sentimenti nei suoi confronti: "L'affetto per lui continuava a crescere come un germoglio  che diventa fuscello e poi arbusto". L'affetto per il principe aumenta finché, una volta che si è risvegliato dopo aver sputato il boccone di mela incastrato in gola, ella gli dichiara subito il suo amore e gli chiede di sposarla, senza averci mai fatto neanche un minimo di conversazione assieme (e la cosa è un po' inquietante, considerando che il ragazzo era stato considerato come un cadavere fino a poco prima).

 
Sopra: A sinistra un'illustrazione della fiaba di "Cappuccetto Rosso" e a destra quella di "Biancaneve", in cui si vede il principe morto dopo aver mangiato la mela avvelenata destinata alla protagonista.

Le illustrazioni che accompagnano i testi e le fiabe sono belle e originali, infatti, come viene spiegato alla fine del volume: "Le scelte grafiche hanno optato per uno stile lontano dall'iconografia classica e stereotipata con cui spesso si è abituati a concepire le fiabe".
Lo stile di Roberta Rossetti è in effetti molto originale e raffinato, con personaggi disegnati con pochi tratti semplici e ben definiti. Uno stile quasi essenziale, anche se i paesaggi risultano abbastanza ricchi di elementi anche se mai troppo abbondanti o confusionari.

 

Sopra: Lo stile di Roberta Rossetti è in effetti molto originale e raffinato, con personaggi disegnati con pochi tratti semplici e ben definiti. Uno stile quasi essenziale, anche se i paesaggi risultano abbastanza ricchi di elementi anche se mai troppo abbondanti o confusionari.

A rendere così particolari e originali queste illustrazioni è la scelta dei colori e dei materiali con cui sono state realizzate. Nei disegni sono stati inseriti anche alcuni materiali e oggetti veri, come cartoncini di materiali e colori differenti dal solito bianco (alcuni sembrano ad esempio dei fogli di carta riciclata), fili rossi di lana e fogli di giornale. Questi ultimi, in particolare, svolgono una funzione importante, come spiega lo stesso autore: "Fondamentale la presenza di alcuni inserti di giornale, come aggancio alla realtà e alla cronaca. Il collage come unione di più pezzi, di più apporti che formano un'immagine unitaria, esattamente ciò che avviene per una fiaba". Questi fogli di giornale vogliono rimandare quindi alla realtà, alla cronaca, a quei giornali su cui spesso leggiamo notizie di donne maltrattate, picchiate, violentate o uccise.
Come colori l'artista ha deciso di utilizzarne solo un numero limitato: il bianco, il nero, il marrone e il rosso. Il bianco è stato usato per la pelle dei personaggi e per i vestiti, il nero per i capelli e per gli abiti, il marrone per colorare gli sfondi oppure per alcuni elementi del paesaggio, mentre il rosso per colorare alcuni oggetti o elementi significativi delle immagini. Quest'ultimo colore in particolare assume una valenza importante in quanto, come spiegato alla fine: "il rosso: un colore primario, che non lascia indifferenti. Un colore da sempre carico di molteplici significati e simbologie. Il rosso che è anche il colore del sangue, quello raccontato dal progetto Zapatos Rojos di cui questo libro vuole essere una citazione e un tributo al tempo stesso".

 
Sopra: ome potete vedere in queste immagini tratte dalla fiaba di "Pollicina" l'artista ha scelto di utilizzare come colori solo il nero, il bianco, il marrone e il rosso. Inoltre nei disegni sono stati inseriti anche alcuni materiali e oggetti veri, come i  fogli di giornale.

"Fiabe in rosso" scritto da Lorenzo Naia è un'opera che nasce da una buona idea e da dei buoni propositi: rivisitare alcune fiabe classiche per lottare contro gli stereotipi e la violenza di genere, per educare a una sana e costruttiva affettività.
Le fiabe in sè sono carine e si vede che l'autore ha deciso di basarsi (per sua scelta) sulle versioni integrali delle fiabe classiche, in quanto la struttura di queste emerge continuamente dai racconti. Coloro che si aspettano però delle storie tratte sì da quelle classiche, ma fortemente modificate o riviste, rimarranno delusi. Come ho detto prima i testi lasciano ancora trasparire molto la struttura originale delle fiabe di partenza, per cui in molti casi le modifiche apportate risultano comunque piuttosto leggere, delle piccole variazione rispetto alla fiaba convenzionale così come è conosciuta. In effetti verrebbe da chiedersi se, visto il progetto tanto ambizioso, l'autore non avrebbe dovuto osare un po' di più e spingere le modifiche un po' più a fondo. Lorenzo Naia ha invece deciso di attualizzare le fiabe classiche per far in modo che le loro protagoniste mostrassero il percorso "verso l'affermazione di sè", senza però andare a intaccare troppo la struttura originale. Nella maggior parte delle fiabe la cosa ha anche funzionato egregiamente, in altre l'operazione mi ha lasciata un po' perplessa (tipo la fiaba di Biancaneve, che così raccontata risulta forse più inquietante dell'originale, nella quale i sentimenti del principe non erano descritti nel dettaglio, e poco adatta a trasmettere il messaggio che si prefissa questo libro).
Le illustrazioni di Roberta Rossetti che accompagnano le fiabe sono invece molto belle e originali, con uno stile dai tratti semplici ed essenziali, ma grazioso e a suo modo ricercato. Molto interessante poi l'uso dei colori e la scelta di utilizzare anche materiali come fogli di giornali o fili di lana.
Nel suo insieme l'opera risulta comunque un prodotto interessante, sicuramente vale la pena acquistarla per le illustrazioni, belle e originali. Per quanto riguarda i racconti non so se riescano a raggiungere l'obiettivo (molto arduo e complicato) che l'autore si era prefissato, anche perché esistono già altri libri illustrati che hanno ribaltato in modo forse anche più efficace (spesso anche più irriverente) i ruoli delle ragazze e delle principesse all'interno delle fiabe (tipo "La principessa e il drago" o "Biancaneve e i 77 nani" o "Attenti ai lupi. Le sette storie più spaventose dei fratelli Grimm"). Le storie riscritte in questo volume rimangono comunque delle carine e interessanti variazioni di fiabe famose (con l'eccezione di "Raperonzolo" che ho trovato veramente troppo blanda come rivisitazione), sotto questo punto di vista (lasciando quindi stare la questione stereotipi e girl power) ognuno di questi racconti ha qualcosa da offrire al lettore, ad esempio la  versione di "Biancaneve" può risultare interessante in quanto mostra un'inversione dei ruoli, quella di "Cenerentola" introduce una variazione di etnia nella protagonista, quella di "Cappuccetto Rosso" ci presenta una bambina che ama studiare (e, per certi versi, piuttosto spietata), in "Rosaspina" il cattivo si ravvede e corregge i propri errori.

Questo libro è stato pubblicato originariamente nel 2015 dalla Verba Volant ed è poi stato ristampato nel 2020 in un'edizione ampliata (con nuove storie e nuove immagini). La prima versione aveva 64 pagine, mentre quella nuova ne ha 96; entrambe misurano 24,5 cm d'altezza e 17 cm di lunghezza. La prima edizione con la copertina flessibile costa 12 euro, mentre quella più recente, in copertina rigida, costa 15 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 12 aprile 2021

20 bambine straordinarie che hanno cambiato il mondo di Rosalba Troiano

Nel mercato dell'editoria negli ultimi anni (soprattutto dal 2018) hanno iniziato a diffondersi libri dedicati alle donne, creati allo scopo di raccontare ad un giovane pubblico di lettori le imprese compiute da diverse figure femminili (come ad esempio tutta la serie "Storie della buonanotte per bambine ribelli" di Francesca Cavallo ed Elena Favilli o i titoli della collana "Speriamo che sia femmina" della casa editrice Hop!, o "Io sono una ragazza ribelle: storie di incredibili donne coraggiose" dei Magazzini Salani). Si tratta solitamente di libri che raccolgono più biografie di diverse donne che si sono fatte riconoscere e ricordare in disparati ambiti: da quello artistico, a quello sportivo, a quello scientifico.
Il volume di cui vi voglio parlare oggi è "20 bambine straordinarie che hanno cambiato il mondo", scritto da Rosalba Troiano e illustrato da 5 diverse artiste. Il volume fa in realtà parte di una collana, intitolata "Vite straordinarie", che non tratta solo di figure femminili, ma anche di tante altre persone diverse.

Sopra: La copertina di questo libro ha uno sfondo nero su cui spicca la scritta bianca e fuxia e alcune illustrazioni interne del libro che ritraggono alcune di queste 20 bambine di qui parla il titolo.

Tale volume contiene venti biografie di donne che ancora oggi vengono ricordate per aver compiuto qualcosa di straordinario. Nella prefazione viene inoltre scritto: "Abbiamo scelto per te le storie di venti bambine, piccole donne che non si sentivano straordinarie fin dall'inizio ma che lo sono diventate crescendo, spesso senza neanche rendersene conto." L'autrice, Rosalba Troiano, invita quindi le lettrici a leggere queste storie un po' alla volta, così da lasciarsi il tempo di elaborarle e di pensarci sopra e, magari, prenderne ispirazione.
Una cosa che ho apprezzato del libro è che nell'indice queste 20 donne sono state divise in base all'ambito in cui si sono distinte. Abbiamo quindi: le artiste, le atlete, le esploratrici, le icone di stile, le inventrici e scienziate, le scrittrici e le attiviste per i diritti umani.
Il numero di donne dedicato a ciascun ambito però non è sempre uguale, in quanto alcuni raccolgono 4 o 5 donne, mentre altri solo 1 o 2. Gli ambiti più numerosi sono quelli delle artiste (una ballerina, una pittrice, una cantante e un'attrice), delle esploratrici e delle inventrici/scienziate (in cui troviamo una paleontologa, una matematica, una scienziata, un'inventrice ed un'educatrice). Tra le atlete compare invece solo un nome, quello di Wilma Rudolph, un'atleta di colore che riuscì a vincere ben 3 medaglie d'oro alle olimpiadi.
Ad ogni personaggio sono dedicate quattro facciate, due di illustrazioni e due in cui vengono raccontati i suoi momenti di vita più importanti, dall'infanzia alla morte. Tali racconti sono stati scritti in prima persona, facendo finta che sia il personaggio stesso a raccontarsi e a narrare al lettore la propria vita e le proprie scelte. Questo aiuta il lettore ad immedesimarsi nella vicenda e ha permesso all'autrice di esprimere non solo una serie di avvenimenti e di fatti, ma anche i pensieri e le riflessioni di ogni donna presentata nel libro.
Ad esempio il personaggio di Anna Pavlova (una famosa ballerina russa) afferma: "Mi impegnai al massimo, giorni e notti di esercizio. Non volevo imitare semplicemente l'eleganza del cigno, io dovevo essere un cigno, l'eterna creatura che esprime sul palco il tormento e la grazia febbrile degli ultimi istanti di vita."
Ho apprezzato anche il fatto che alla fine del libro sia presente una linea del tempo, con le immagini delle varie protagoniste, che mostra al lettore quando sono nate e quindi in che periodo storico collocarle.
In fondo al volume è inoltre possibile trovare la bibliografia che elenca tutti i libri su cui l'autrice si è basata per scrivere questo'opera.

Sopra: Un'illustrazione realizzata da Patrizia Manfroi, che rappresenta l'atleta Wilma Rudolph.

Il volume è corredato da varie illustrazioni realizzate da 5 differenti artiste: Simona Bursi, Maria Elena Gonano, Patrizia Manfroi, Alida Massari, Laura Sighinolfi.
Come ho accennato anche prima, ad ogni personaggio sono state dedicate un paio di illustrazioni, infatti la prima immagine ritrae il personaggio da bambina, mentre la seconda immagine lo ritrae da adulta. Mi è piaciuta questa scelta di dedicare ad ogni figura femminile almeno un paio di immagini, una legata alla sua infanzia (con riferimento anche al titolo del volume) e un'altra alla sua vita adulta, mostrando al lettore l'aspetto con cui il mondo e il grande pubblico ha imparato a conoscerla. L'aspetto che le artiste hanno dato a queste bambine straordinarie da adulte si ispira infatti al loro aspetto reale.

 
Sopra: La ballerina Anna Pavlova (da cui prende il nome anche la famosa torta Pavlova) ritratta dall'artista Patrizia Manfroi a sinistra da bambina e a destra da adulta.

Le illustrazioni all'interno del volume sono molto belle e, seppur differenziandosi in base allo stile dell'artista, risultano tutte molto graziose, raffinate e delicate.
Ogni immagine è ricca di dettagli e particolari che aiutano il lettore a comprendere la vita di ogni donna descritta. Frida, ad esempio, viene ritratta da piccola assieme a una scimmia e un pappagallo e da grande con in mano un pennello e dei fiori tra i capelli. 
Inoltre ogni artista ha cercato di rappresentare una certa donna in un momento significativo della sua vita, o comunque in un modo che fosse rappresentativo della sua esistenza. Ad esempio Maria Sibylla Merian (una pittrice, illustratrice ed esploratrice, che scrisse anche un libro sulla metamorfosi degli insetti) viene ritratta da bambina intenta ad osservare un bruco con una lente, circondata da barattoli, da insetti, da un pennello e da un dipinto con un fiore. Da adulta è stata ritratta mentre sta illustrando degli insetti in un libro, circondata da fiori e farfalle.  
I personaggi sono inoltre molto espressivi e le illustrazioni risultano tutte molto colorate, con tinte a volte delicate ma spesso anche intense e sempre accese e brillanti.

 

 
Sopra: Quattro illustrazioni presenti all'interno del libro realizzate da differenti artiste. Quella in alto a sinistra è di Maria Elena Gonano e rappresenta Maria Sibylla Merian, quella a destra, di Simona Bursi, rappresenta Marie Curie. L'immagine in basso a sinistra (di Jane Austen) è di Alina Massari, mentre quella a destra (Audryey Hepburn) è di Laura Sighinolfi.

"20 bambine straordinarie che hanno cambiato il mondo" scritto da Rosalba Troiano e illustrato da Simona Bursi, Maria Elena Gonano, Patrizia Manfroi, Alida Massari, Laura Sighinolfi è un bel libro per far conoscere ai lettori 20 figure di bambine e donne straordinarie. Il volume presenta una buona varietà di figure, se si conta che si dovevano scegliere solo una ventina di personaggi: artiste, ballerine, scienziate, esploratrici, sportive, attiviste... spaziando in vari ambiti.
Per ogni donna vengono inoltre fornite un buon numero di informazioni, parlando della sua infanzia, delle sue passioni, dei suoi sogni, di come è arrivata a realizzarli, delle imprese compiute. L'autrice ha inoltre cercato di sottolineare i lati positivi del carattere e della personalità di ognuna di queste donne, come ad esempio l'impegno, la determinazione, la positività, la curiosità, il coraggio, la combattività, la caparbietà, la capacità di credere in se stesse e nei propri sogni...
Le illustrazioni che rappresentano le bambine e le donne sono tutte molto belle, d'impatto, dall'aspetto grazioso ed elegante. Ogni artista ha cercato di catturare gli aspetti salienti e caratteristici di ogni donna, creando delle immagini colorate, espressive e ricche di dettagli.

Questo libro è stato pubblicato dalla Pane e Sale (Edizioni Theoria) su licenza di Rusconi Libri nel 2018; ha 88 pagine, la copertina rigida, misura 27 cm d'altezza e 23,8 cm di lunghezza e costa 20 euro.
 
P.S. Come vi accennavo all'inizio questo è stato il primo libro della collana che è stata chiamata "Vite straordinarie", la quale ora comprende i seguenti titoli:

  • "20 ragazzi straordinari che hanno cambiato il mondo" di Jacopo Olivieri e Rosalba Troiano (febbraio 2019)
  • "20 menti geniali che hanno cambiato il mondo" (settembre 2019)
  • "20 esploratori straordinari che hanno cambiato il mondo" di Gabriella Santini (novembre 2019)
  • "20 persone straordinarie che vogliono salvare il pianeta" (agosto 2020)
  • "20 straordinari inventori che hanno cambiato il mondo" (novembre 2020) 
  • "20 leader straordinari che hanno ispirato il mondo" (novembre 2021)

   

   
Sopra: Le copertine degli altri 5 titoli della collana Storie Straordinarie.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 5 aprile 2021

L'uomo vestito di nero di Stephen King e Ana Juan

Il libro di cui andrò a parlarvi oggi è "L'uomo vestito di nero" scritto niente di meno che da Stephen King, scrittore statunitense molto famoso per i suoi romanzi horror (ma non solo), da cui sono stati tratti anche diversi film (tra cui anche il recente "It"). 
In realtà la storia contenuta in questo libro non è particolarmente recente, nonostante questa edizione lo sia (novembre del 2020), in quanto si tratta di un racconto breve che era inizialmente uscito nella raccolta di racconti intitolata "Tutto è fatidico", del 2002. 
In questo caso gli editori hanno deciso di riprendere uno dei racconti contenuti nella raccolta e ripubblicarlo come libro a sè stante, accompagnandolo dalle illustrazioni dell'artista Ana Juan.

Sopra: La copertina riprende i disegni realizzati dalla Ana Juan per quest'opera, che gli conferiscono un aspetto misterioso e inquietante. Interessante il gioco di colori tra il bianco/nero e il rosso.
 
Gary è un uomo molto anziano (sui 90 anni circa) che sente ormai arrivare la fine. Decide così di scrivere un episodio accadutogli in un lontano passato (quando aveva 9 anni, nel 1914): il pomeriggio di mezza estate in cui si addentrò nel bosco per andare a pescare al torrente e incontrò un uomo elegante tutto vestito di nero, dagli occhi di fuoco e dalla bocca di squalo. Uno sconosciuto che è stato capace di dirgli delle parole terribili, terrorizzandolo da bambino e tormentandolo per tutta la vita, come un lungo incubo. Ora però il protagonista sente l'urgenza di mettere nero su bianco ogni dettaglio, nella speranza che la scrittura lo liberi da quell'ossessione.
"Non ho mai raccontato a nessuno cosa accadde quel giorno alla biforcazione del torrente, e non lo farò mai... perlomeno non a voce. Ho deciso di scriverlo, però, in questo libro che lascerò sul comodino. [...] Penso che qualcuno leggerà le mie parole. Resta da chiedersi se ci crederà o no. Quasi certamente no, ma non ha importanza. Non mi interessa essere creduto, ma liberarmi. E ho scoperto che la scrittura può essere una forma di liberazione."
 
Alla fine del libro è inoltre presente anche il racconto "Il giovane signor Brow"di Nathaniel Hawthorne, maestro della letteratura americana, il preferito da King, che ha ha voluto rendere omaggio a questo scrittore scrivendo il racconto contenuto in questo libro.
 
Sopra: Una delle illustrazioni interne del volume, che ritrae Gary mentre sta pescando, da notare il particolare uso dei colori.
 
 La particolarità di questa edizione è che ad accompagnare il racconto ci sono anche una quindicina di illustrazioni realizzate da Ana Juan, un'artista spagnola di cui avevo recensito già un suo paio di opere: "Carmilla" di Le Fanu e "L'isola" di Matz Mainka.
Le illustrazioni di Ana Juan che accompagnano la storia sono, come suo solito, originali e molto particolari. Questa artista ha infatti uno stile che ben si adatta a illustrare un racconto horror, grazie alle atmosfere cupe e ai personaggi (i quali, questa volta, mantengono delle proporzioni più armoniose rispetto al solito) dall'aspetto malinconico e talvolta grottesco e inquietante. 
I disegni della Juan posseggono inoltre un tratto deciso, ma elegante e raffinato, che si nota ad esempio quando ritrae porzioni di foresta, con alberi dai rami lunghi e sinuosi e animali leggiadri e delicati.
Le illustrazioni della Juan sono comunque molto simboliche, in quanto nella maggior parte dei casi non si limitano a rappresentare ciò che viene descritto in una scena, ma molto spesso reinterpretano i testi in modo visivo, conferendogli ulteriori significati o accentuandone alcuni.
 

 
 Sopra: Ana Juan ha uno stile che ben si adatta a illustrare un racconto horror, grazie alle atmosfere cupe e ai personaggi dall'aspetto malinconico e talvolta grottesco e inquietante (immagine sopra a sinistra e in basso). I disegni della Juan posseggono inoltre un tratto deciso, ma elegante e raffinato.
 
La scelta dei colori è particolare, in quanto l'artista ha scelto di ritrarre prevalentemente tavole in bianco e nero, conferendo così al racconto un aspetto ancora più sinistro, inquietante e melancolico.
Nelle illustrazioni compaiono però anche altri colori, quali il rosso e il giallo ocra. Tali colori, quando vengono utilizzati, finiscono per essere subito notati dagli occhi del lettore, in quanto spiccano facilmente tra i bianchi e i neri (anche se il giallo talvolta viene steso in modo molto leggero anche negli sfondi di alcune immagini, senza però risaltare troppo). 
Ana Juan utilizza queste tinte con parsimonia, utilizzandole solo per rappresentare alcuni elementi particolari di un'immagine: i fiori gialli sul vestito della madre di Gary, lo sfondo rosso di un'immagine, alcuni pesci rossi dentro a un lago nero....
Il colore giallo (quando non utilizzato per gli sfondi) sembra in particolare essere associato alla madre del narratore, mentre il rosso sembra essere presente in scene in cui si avverte una sensazione di pericolo o in cui c'è qualcosa che non va.
 


 

Sopra: L'artista ha scelto di ritrarre prevalentemente tavole in bianco e nero, nelle illustrazioni compaiono però anche altri colori, quali il rosso e il giallo ocra, i quali saltano subito agli occhi.
Il colore giallo (quando non utilizzato per gli sfondi) sembra in particolare essere associato alla madre del narratore (immagine in alto), mentre il rosso sembra essere presente in scene in cui si avverte una sensazione di pericolo o in cui c'è qualcosa che non va (immagine centrale e in basso).

 
"L'uomo vestito di nero" di Stephen King è un bel racconto in cui lo scrittore riesce a creare una certa suspence in alcuni momenti (come quello in cui il bambino incontra l'uomo vestito di nero e dove cerca di sfuggirgli). Forse il fatto che il bambino associ subito la figura dell'uomo che incontra con quella del Diavolo fa perdere un po' di interesse, in quanto sarebbe stato più interessante non definire troppo in fretta la natura di questo "uomo vestito di nero", contribuendo a creare un certo alone di mistero attorno a questa figura che, una volta associata al diavolo, almeno per me, ha perso un po' di fascino. Nonostante comunque il protagonista affermi con sicurezza che per lui si trattava del diavolo, in realtà il lettore non può darlo per certo, in quanto successivamente, almeno inizialmente, il padre di Gary mette in dubbio ciò che il bambino ha visto (il racconto gioca quindi anche sul fatto di credere oppure no al narratore, il quale poi non ha più rivisto quell'uomo vestito di nero).
Le illustrazioni della Ana Juan, particolari, eleganti e inquietanti, arricchiscono il racconto donandogli un ulteriore livello di interpretazione e un'ulteriore tocco di mistero e di fascino. 
La presenza di queste immagini rendono questo volume una sorta di opera "da collezione", in quanto si tratta comunque di un racconto che era già stato edito in passato (e che quindi molte persone avranno già letto) e che è stato ora ripresentato al pubblico in una nuova veste più pregiata (con copertina rigida e sovracopertina e illustrazioni a colori) e, di conseguenza, più costosa.
Un volume che consiglio a coloro che amano i racconti horror (non molto lunghi) e le belle illustrazioni, oppure per i fan più sfegatati di Stephen King, che vogliono vedere un vecchio racconto dello scrittore in una nuova veste grafica.
 
Questo libro è stato edito in inglese nel 2017 dalla Nordica Libros SL  col titolo "El hombre del traje negro" ed è stato poi pubblicato in italiano nel 2020 per la Sperling & Kupfer dalla Mondadori libri S.p.A. L'opera ha 123 pagine, una copertina rigida con sovracopertina, misura 22,7 cm d'altezza e 16 cm di lunghezza e costa 15,90 euro.

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