martedì 20 giugno 2023

La felina Commedia di Elisa Binda e Mattia Perego

"La felina Commedia" scritta da Elisa Binda e Mattia Perego, con le illustrazioni di Beatrice Tinarelli, è una rilettura in chiave felina, e umoristica, dell’immortale capolavoro di Dante Alighieri, a 700 anni dalla sua scomparsa: "Nel mezzo del cammin di sette vite, il gatto Dante si ritrova in una selva oscura. Per sua fortuna incontra il micio poeta Virgilio, che lo guiderà in un viaggio incredibile e gli farà scoprire che fine facciano i gatti che in vita si sono comportati bene e quelli che si sono comportati male".

Sopra: La copertina presenta uno sfondo blu, su cui spiccano subito il titolo bianco e il gatto arancione, che altro non è che il nostro dante versione felina.

Questa è una rivisitazione della Divina Commedia, in onore dei 700 anni dalla morte di Dante, in chiave felina: "Nel mezzo del cammin di sette vite, il gatto Dante si ritrovò in una selva oscura. Dante era un micione dal pelo rosso, con grandi occhi azzurri e un bel nasino rosa". Dante abita in una casa di campagna, e il suo nome lo ha scelto la sua padroncina Silvia che, come lui, ama la poesia. Un giorno però, nonostante le raccomandazioni della padroncina, Dante esce dal giardino perdendosi in un bosco buio e terrificante. Quando finalmente avvista un colle cerca di salirvi per provare a orientarsi, ma viene fermato da tre bestie feroci: un cane lupo, un pitbull e un chihuahua con "la bava alla bocca e gli occhi da pazzo". Alla vista dei tre cani feroci il gatto scappa e incontra il gatto Virgilio: "Un micione bianco, con il pelo pettinato alla perfezione e gli occhi verdi, saggi e buoni". Dante si chiede: "Chi è questo audace sconosciuto, / che nella selva mi ha dato aiuto?", e il gatto bianco gli risponde: "Sono Virgilio, il gatto poeta, / tu, invece, perchè vaghi senza meta?". Dante gli spiega di essersi perso, così Virgilio si propone di "aiutarlo a ritrovare la strada di casa, ma prima Dante avrebbe dovuto imparare una preziosa lezione, seguendolo in un viaggio incredibile, alla scoperta dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso felino. - Non è per tutti questo viaggio, / ma solo per chi ha un gran coraggio!-".
Ha qui inizio il viaggio del nostro Dante gatto attraverso i tre regni dell'aldilà, partendo ovviamente dall'Inferno, il quale è "suddiviso in diverse zone, dette <<cerchi>>. A seconda delle cattive azioni compiute durante la loro vita, i gatti dannati venivano mandati in uno specifico cerchio, dove ricevevano una punizione strettamente legata agli errori che avevano commesso. 
- È chiamata <<legge del contrappasso>> / e, ti assicuro, non è uno spasso!-".
I primi gatti dannati che incontra Dante sono gli ignavi ("che dell'indecisione erano schiavi"), che ora sono costretti a rimanere sopra un albero altissimo, senza che nessuno potesse salvarli. Giunti sul fiume Acheronte incontrano Caronte, che traghetta le anime da una riva all'altra, mettendoli all'interno di un trasportino. I due attraversano velocemente i primi due cerchi, soffermandosi sul terzo: quello dei golosi e di Cerbero, in cui i gatti che amavano abbuffarsi in vita sono condannati a gustare ottimi piatti, ma in piccolissime porzioni: "Ogni anima qui è condannata / a porzioni da cucina stellata!". Nel quarto cerchio incontrano i prodighi, gatti che in vita hanno sprecato e sperperato: "Se ho ben capito la spiegazione / ogni gatto qui era uno spendaccione!". Questi sono condannare a passare l'eternità sommersi da innumerevoli oggetti, senza neppure avre lo spazio per muoversi. Nel quinto cerchio ci sono gli iracondi: "Dentro il quinto cerchio, così rotondo, / c'è chi si arrabbiava in un secondo". Poiché questi gatti non amavano essere toccati in vita, ora mille mani li toccano e accarezzano in continuazione. Nel quinto cerchio vi sono anche gli accidiosi "che per la pigrizia erano famosi", i quali ora sono costretti a lavorare tutto il tempo. Nel cerchio dei violenti i gatti sono costretti a rimanere calmi e rilassati, come in un centro yoga o in una spa: "La pena peggiore per un violento / è pace, calma e rilassamento". Nell'ottavo cerchio ci sono gli adulatori, che ora possono solo abbaiare, visto che in vita avevano usato i loro miagolii in modo losco. Ci sono anche i gatti ipocriti, che vivono in un luogo dove hanno a diposizione solo cose finte che non possono mangiare e con cui non possono giocare. In seguito Dante parla con il gatto Arsenio Gattèn, un famosissimo ladro, e Ulisse, il gatto avventuriero che "Qui negli inferi è arrivato / perchè i suoi amici ha mal consigliato". Infine Dante e Virgilio incontrano i traditori e anche Gattifero, il re degli inferi felini, che lavora costantemente a una scrivania. Passando sotto la scrivania di Gattifero i due mici giungono nel Purgatorio dove incontrano: i gatti superbi (che sono minuscoli), gli invidiosi (che devono organizzare feste e applaudire gli altri), gli iracondi (che sono sferzati da u vento gelido e fortissimo), gli accidiosi (che ora non possono mai dormire), gli avari (che ora possiedono tutti oggetti spezzati a metà), i golosi (costretti a correre su un tapis roulant), tra i violenti Dante incontra Gattanova (che conquistava un sacco di gattine, finendo col litigare con i loro compagni e familiari).
Nel Paradiso il gatto Dante si farà accompagnare da Beatrice, che lo rimprovera per aver disubbidito alla sua padroncina. Il Paradiso felino è suddiviso in 9 sfere celesti (o cieli) dove "i gatti che in vita erano stati buoni venivano premiati con un'eternità di gioia, serenità e coccole". I due continuano a salire fino a giungere allo Zampireo, il più alto dei cieli felini, dove un coro di angeli canta in modo sublime. Qui termina il viaggio del gattone, che si risveglia nel vialetto di casa sua, dove ritrova la sua padroncina, che lo stava cercando disperatamente.
 
 Sopra: Due pagine che mostrano il gatto Dante (quello di colore rossiccio) assieme a Virgilio (bianco) che si apprestano a scalare la montagna del Purgatorio.
 
I testi sono accompagnati dalle illustrazioni di Beatrice Tinarelli, le quali sono molto simpatiche e colorate, dalle tinte intense, accese e brillanti e questo vale sia per le immagini dedicate all'Inferno che a quelle del Paradiso, in cui livello di tonalità non si nota qualche differenza. L'unica cosa è che all'Inferno è più utilizzato il colore nero, probabilmente per dare l'impressione di trovarsi in un luogo buio che sta sotto terra, mentre in Paradiso ci sono cieli azzurri.
Lo stile della Tinarelli è semplice e simpatico, anche se comunque le sue illustrazioni sono piuttosto ricche di dettagli. In esse comunque l'artista ha tolto ogni forma di violenza, cosa coerente anche con i testi: se guardiamo cerbero potremo vedere come egli è rappresentato come un cane enorme, nero, a tre teste e con denti aguzzi, ma nel suo insieme non ha un aspetto pauroso o minaccioso per il lettore. Anche Caronte sembra solo un uomo anziano con cappello e remo, che fa salire i gatti dentro i trasportini, senza mai pensare a picchiarli. Perfino Gattifero viene mostrato più come un gatto (anche se con tre teste) indaffarato a star dietro alla burocrazia, piuttosto che come un mostro minaccioso e malvagio.
I disegni possono essere sia in mezzo ai testi che a pagina intera, oppure a mezza pagina. In tutti casi le immagini servono a raffigurare delle scene descritte nei testi, solo che negli ultimi due casi è presente anche lo sfondo, oltre che i personaggi.
 
 
 
 
 

 
 Sopra: Alcune illustrazioni della Tinarelli, alcune a mezza pagina, altre a pagina intera o in mezzo ai testi. da notare lo stile semplice e simpatico e i colori accesi e brillanti, anche se all'Inferno (prime 4 immagini) si fa molto più uso del nero, mentre in Paradiso c'è più azzurro (immagine in basso).
 
"La felina Commedia" scritta da Elisa Binda e Mattia Perego è una graziosa riscrittura e rivisitazione della Divina Commedia dantesca, adatta a essere letta a bambini già di 5/6 anni (magari come lettura a capitoli), mentre dai 7/8 per la lettura autonoma.
È molto probabile che bambini così piccoli non coglieranno i riferimenti alla Divina Commedia dantesca, ma forse è anche giusto così, lasciando loro la possibilità di godere di una storia simpatica, anche se c'è da dire che la conoscenza dell'opera originaria renderebbe questa lettura decisamente più gustosa. 
Devo dire che, inaspettatamente, i rimandi all'opera dantesca sono tanti e alcuni anche molto simpatici e ben congegnati, tipo le varie pene. Considerando che alcuni cerchi vengono saltati, tipo i primi due e il sesto (quello dei non battezzati, dei lussuriosi e degli eretici) gli autori sono riusciti a riportare, anche se in breve, quasi tutti i gironi con le relative pene (un po' semplificati), ovviamente rendendo le punizioni decisamente molto più leggere rispetto a quelle che il sommo poeta riservava ai suoi di dannati. Come avete potuto leggere anche sopra, ad esempio: i golosi, che in vita amavano abbuffarsi, ora sono costretti mangiare cibi deliziosi ma in porzioni piccolissime; quelli che facevano spendere un patrimonio ai loro padroni per cose che poi non usavano, ora ne sono sommersi, tanto da non potersi muovere; gli accidiosi sono costretti a lavorare tutto il tempo svolgendo lavori umani considerati stressanti (lavorare con la burocrazia, al call center, fare lavori manuali faticosi...), ecc...
I testi sono accompagnati dalle illustrazioni di Beatrice Tinarelli, le quali sono molto simpatiche e colorate, dalle tinte intense, accese e brillanti. Lo stile della Tinarelli è semplice e simpatico, anche se le sue illustrazioni sono piuttosto ricche di dettagli. Sono disegni in cui l'artista ha comunque tolto ogni forma di violenza, cosa coerente anche con i testi, rendendoli molto più soft e family friendly... ma tanto lo abbiamo capito che l'Inferno dei gatti è decisamente meno cattivo di quello umano (almeno non sono inferte sofferenze fisiche).
Tutto sommato questa è una riscrittura dell'opera dantesca piuttosto carina e simpatica, più un parodia quasi. Carino ad esempio il modo in cui è stata applicata la legge del contrappasso, a volte cambiando anche profondamente le punizioni dei gatti rispetto a quelle dei dannati umani danteschi, rendendole ovviamente molto meno crudeli, ma comunque coerenti con la logica dantesca del contrappasso.
L'unica cosa è che, pensando al target di riferimento, molti lettori non potendo conoscere l'opera originale non capiranno molte delle trovate proposte, mentre ragazzi più grandi (tipo delle superiori) che invece hanno studiato la Divina Commedia troverebbero questo volume troppo infantile (si vede che i testi sono indirizzati ad un pubblico proprio giovane).
In passato avevo letto anche altri volumi indirizzati a bambini, talvolta anche piuttosto piccoli, che avevano lo scopo di far conoscere la Divina Commedia o la figura di Dante  (come "Il viaggio di Dante: un'avventura infernale", "La divina avventura: il fantastico viaggio di Dante", "Dante piccino piccino" o "I mostri dell'Inferno: in viaggio con Dante"), senza che la lettura dell'opera originale fosse necessaria, anzi, questi erano pensati per introdurla in modo molto semplice, in quanto non si trattava di riscritture che la parodiavano.
Carino comunque anche il fatto che a volte (abbastanza spesso a dire la verità) i personaggi parlano in rima, il che è anche questa una citazione e un omaggio all'opera originale (che è appunto scritta in versi). La presenza delle rime, anche se abbastanza semplici, rende molto piacevole la lettura, anche se pure in questo caso il giovane pubblico non capirà il motivo delle rime, pur apprezzandole per la loro musicalità. 
 
Questo libro è stato edito nel 2021 dalla Einaudi Ragazzi (Edizioni EL); ha 160 pagine, una copertina rigida, misura 23,5 cm d'altezza e 17,7 cm di lunghezza e costa 14,90 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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