mercoledì 7 giugno 2023

Il mistero dell'Isola del Drago di Renato Giovannoli

"Il mistero dell'Isola del Drago" scritto da Renato Giovannoli è la storia di un bambino la cui vita si intreccerà con le vicende di un pirata vissuto tra il 1825 e il 1849: Edward Blackburn, e se c'è un pirata non può che esserci di mezzo anche una mappa del tesoro. L'autore, Renato Giovannoli, è un bibliotecario e giornalista radiofonico che nel tempo libero scrive saggi e libri per ragazzi quali "I predoni del Santo Graal" (1995) e "Quando eravamo cavalieri della tavola rotonda" (2000).
 
Sopra: L'illustrazione sulla copertina è piuttosto promettente, con un ragazzino intento a leggere quello che sembra un diario di bordo, circondato da oggetti nautici, mentre alle sue spalle compare una nave (probabilmente pirata)
 
Mino si ritrova a dover passare le vacanze in compagnia della zia Jolanda, che in realtà è la sorella della nonna, non di uno dei genitori: "sessant'anni dichiarati e forse in verità qualcuno di più, sorella di nonna Margherita, la nonna paterna, che però era morta prima che Mono nascesse. Questa zia Jolanda non si era mai sposata ed era sempre stata fiera della sua indipendenza. Alla morte di sua madre, una decina d'anni prima, aveva comprato Villa Jamaica e vi si era trasferita da Torino, perchè, aveva detto, si invecchia meglio in riva al mare, dove il clima è più dolce e l'aria salmastra".
Mino viene lasciato dalla zia perchè, secondo i genitori, egli si sarebbe annoiato "a passare dieci giorni in auto", ma in realtà i suoi parenti non lo vogliono tra i piedi, poichè intendono recarsi a giocare al casinò (a quanto pare il padre ha qualche problema col gioco d'azzardo). La villa in cui vive la zia sembra essere appartenuta ad un pirata, ed infatti Mino in soffitta trova la mappa del tesoro del capitano Blackburn e un resoconto sulla sua vita, raccontato tramite gli atti del processo del suo secondo in comando, il Dott. Samuel McCoy. Da quel momento, il grande fascino delle antiche storie di pirati lo travolge in un'avventura impressionante.
 
Sopra: Due pagine, si cui quella a destra mostra un'illustrazione che rappresenta Villa Jamaica, dove il protagonista vivrà la sua avventura.
 
La storia è accompagnata dalle illustrazione in bianco e nero (che sembrano essere state realizzate a matita) di Angel Esteban, le quali hanno un aspetto molto carino, abbastanza realistico e ricco di dettagli.
Sono disegni che rappresentano alcune scene narrate nel libro, inoltre le immagini possono essere utili per mostrare l'aspetto anche dei personaggi, tra cui in particolare il protagonista Mino, che viene descritto come un bambino un po' malinconico, che vediamo spesso intendo a consultare libri e mappe nella biblioteca della villa o a fare esplorazioni.
 
 

 Sopra: Alcune illustrazione in bianco e nero (che sembrano essere state realizzate a matita) di Angel Esteban, le quali hanno un aspetto molto carino, abbastanza realistico e ricco di dettagli e in cui vediamo comparire sempre il nostro protagonista Mino.
 
"Il mistero dell'Isola del Drago" scritto da Renato Giovannoli è una storia carina, adatta dagli 8 anni per la lettura autonoma, che vede per protagonista Mino, questo bambino malinconico che si vede un po' scaricato da genitori e fratelli a casa della prozia. Qui il ragazzino, esplorando la villa troverà una mappa del tesoro appartenuta al pirata Edward Blackburn, oltre che degli atti giudiziari che narrano la vita di questo giovane pirata. Inutile dire che Mino appena trova la mappa, con tanto di indovinello annesso, ne rimane entusiasta e non vede l'ora di mettersi a scoprire dove si trova il tesoro.
La storia di per sé è carina ma nulla di stratosferico, la parte più interessante riguarda la vita di questo Edward Blackburn, diventato pirata (nonché capitano) molto giovane (all'età di 16 anni), ma che era da sempre stato affascinato da queste figure, tanto che appena se ne presenta l'occasione diventa uno di loro. Buona anche la parte dell'indovinello e della sua risoluzione, che tutto sommato è ben congegnata, anche se alla fine risulta un po' comodo il fatto che il tesoro sia molto più vicino di quanto ci si potrebbe aspettare (anche se in effetti un motivo c'è).
Diciamo che quello che non risalta più di tanto sono i personaggi, lo stesso protagonista non mi ha suscitato particolari emozioni, l'unica cosa che viene ripetuta più volte è il fatto che spesso si fa prendere dalla nostalgia e che si fa assalire da una certa malinconia: "Il momento critico (Mino ne ebbe conferma il giorno dopo) giungeva con il tramonto. Durante la giornata, anche se la malinconia gli era sempre stata a fianco, tutto sommato non era poi andata così male. [...] Però al tramonto era giunto come un gelo, un gelo del cuore, e il pensiero del volto della mamma infinitamente lontano gli aveva fatto salire le lacrme agli occhi..."
Forse come personaggio spicca di più la zia Jolanda, ma solo perchè è più pittoresca rispetto al resto del cast, ma neanche lei è molto approfondita. Ella possiede persino un pappagallo, che però è una presenza abbastanza inutile, che sembra essere stato messa lì dall'autore solo perchè trattandosi di una storia di pirati un pappagallo era d'obbligo inserirlo nella trama, ma non è funzionale ad essa, in quanto tutto ciò che fa è dire raramente qualche parola buttata là ogni tanto.
Nell'insieme l'opera è abbastanza piacevole da leggere, anche se a tratti un po' lenta, perché pur promettendo mappe, indovinelli, tesori e pirati non aspettatevi troppa avventura, il che potrebbe sembrare quasi una contraddizione. Il fatto è che la storia si concentra solamente sulla scoperta di questo tesoro e la decifrazione della mappa, ma per la maggior parte del racconto non c'è nessun cattivo o antagonista a rivaleggiare seriamante col protagonista, per cui la soluzione fila piuttosto liscia, togliendo però mordente all'intera vicenda poiché non c'è nessun conflitto più profondo da dover risolvere, o anche solo un problema serio da affrontare. In realtà la presenza di un antagonista viene leggermente accennata all'inizio, ma rimane estremamente blanda fino al momento in cui questo, assieme a un complice, non si mette in azione per appropriarsi della mappa, peccato che ciò accada praticamente verso la fine del libro. Inoltre il tentativo viene praticamente sventato sul nascere con una semplice minaccia, non portando a nulla. 
Di solito storie di questo tipo, oltre all'avventura esterna, affiancano anche una crescita interiore del protagonista, in cui il lettore può rispecchiarsi, e in effetti anche l'autore di questo libro tenta di far maturare il suo personaggio, ma non mi pare che ci sia perfettamente riuscito, in quanto Mino rimane un personaggio che definirei semplicemente con "ok", senza però particolari punti di forza che lo facciano spiccare in qualche modo, certamente non è un personaggio dal forte carattere o con una forte presenza. 
Se la maggior parte della storia l'ho trovata abbastanza blanda, una nota di merito però la concedo al finale, che contiene non uno, ma ben due colpi di scena inaspettati riguardo a due personaggi, risollevando le sorti della storia dandole una sferzata di energia (e rendendo omaggio a Emilio Salgari). Abbastanza interessante anche la riflessione finale sul fatto di essere malinconici (unico tratto che caratterizza il protagonista), visto che è un sentimento che raramente viene affrontato nei libri per bambini: "Eppure ora so che quella malinconia in sé non è cattiva. Si può rispondere con la fuga, con l'ostinazione, con la volontà di imporre se stessi ad ogni costo. Ma si può prenderla anche come un'occasione che il Cielo ci dà per esercitare la pazienza e meditare sulla nostra piccolezza".
 
Questo volume è stato pubblicato nel 1998 dalle Edizioni PIEMME; ha una copertina flessibile, ha 143 pagine, misura 18,8 cm d'altezza e 12 cm di lunghezza.

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