"La bottiglia magica" è un libro scritto da Stefano Benni con le illustrazioni di Luca Ralli e Tambe (Stefano Tambellini).
Benni è uno scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo italiano, in particolare è autore di vari romanzi e antologie di racconti di successo, tra i quali "Bar Sport", "Elianto", "Terra!", "La compagnia dei celestini" (da cui la Rai ha tratto anche un cartone omonimo, sebbene indirizzato ad un pubblico più di bambini che di adolescenti), "Baol", "Comici spaventati guerrieri", "Saltatempo", "Margherita Dolcevita", "Spiriti", "Il bar sotto il mare" e "Pane e tempesta". I suoi romanzi e racconti contengono, non solo tramite la costruzione di
mondi e situazioni immaginarie, una forte satira della società italiana
degli ultimi decenni. Il suo stile di scrittura fa ampio uso di giochi
di parole, neologismi e parodie di altri stili letterari.

Sopra: Sulla copertina vediamo la bottiglia inviata da Alina mentre sta attraversando un mare in tempesta.
Pin è figlio di un pescatore di nome Jep e spera di diventare
ricco emigrando nel Diladalmar. Alina è rinchiusa nel collegio high-tech
di Villa Hapatia, il suo sogno è fare la scrittrice. Lui ha un bel
nasone e un topo per amico; lei si accompagna a un gatto (wifi) con un
largo sorriso, scappato dal centro di manipolazione genetica. Vi ricordano qualcuno?
I loro destini si mescolano grazie
alla bottiglia che Alina ha affidato all'acqua. Essa è infatti una bottiglia magica, creata da un mago di nome Melonio: "I poteri di questo oggetto erano molteplici e oscuri. Con esso si poteva comunicare attraverso i mari e i continenti, c'è chi dice addirittura tra i pianeti. Ma rispetto al cornetto fonico aveva qualche svantaggio. Anzitutto poteva collegare solo due persone. Poi, se si capovolgeva, invertiva lo spazio e il tempo, era assai fragile e, se si rompeva, poteva accadere una catastrofe."
È Pin a trovarla: "Tutto eccitato, Pin andò dal babbo Jep, che stava scolpendo un gabbiano di legno.
<<Babbo>> disse Pin, <<guarda questa mappa, è un segno del cielo, anzi del mare. Ho letto su un libro che ha più di mille anni, e fu disegnata dal misterioso Proteus, per alcuni dio marino, per latri un pirata, per altri un granchio sapiente. Contiene vie segrete ignote anche alle mappe moderne. E ci porterà nel posto dove ho sempre sognato di andare! Dobbiamo crederci, babbo. C'è sempre un posto dove si sta meglio!>> "
E così comincia per entrambi un viaggio di terrore e meraviglia, fatto
di incontri rocamboleschi, fughe a perdifiato, prodigiosi
capovolgimenti.
Pin deve affrontare rapper e fate muscolose, una
traversata con scafisti dalle sembianze di un gatto e una volpe, poi
tanti altri amici e nemici. Fortunatamente nella biblioteca di una grande città incontrerà un amico che lo accompagnerà nel suo viaggio: Stoppino, un topo erudito che ha vissuto per tutta la vita nella biblioteca: "<< [...] Io sono Stoppino Licinho Pergaminos y Ratòn, vivo in questa biblioteca fin da piccolo, ho mangiato quasi centomila libri, conosco trecento scienze di cui una esatta, parlo centosessanta lingue e so decifrare ogni tipo di geroglifico, crittografia, sciarada, rebus, cartografia e mappa. Io appartengo alla nobile famiglia dei ratti librari...>>"
Alina, invece, scappando dalla preside Queen
Fascion e dal crudele cuoco Monsterchef, nei sotterranei della scuola
scopre un terribile segreto: qualcuno vuole cancellare ogni forma di
diversità e fantasia. Riusciranno i nostri eroi a incontrarsi e
rovesciare un futuro già scritto?


Sopra: A destra la pagina con l'inizio del quarto capitolo, mentre a sinistra un'illustrazione di Ralli in cui vediamo Pin trovare la bottiglia di Alina.
I testi sono accompagnati dalle numerose illustrazioni di Luca Ralli e Tambe (Stefano Tambellini), di cui ne trovate almeno uno ogni due pagine, grande o piccola che sia. I disegni infatti hanno varie misure: alcune sono a doppia pagina, altre a pagina intera, altre a mezza pagina e altre più piccole sono inserite in mezzo ai testi.
I testi comunque hanno una forte correlazione con le immagini, dato che l'autore in questo libro ha amato utilizzare molti stili narrativi, compresi ad esempio quelli del fumetto o dello spartito musicale, del ricettario e del giornale, oltre a rime, poesie e dialoghi.
Tutti i disegni sono a colori e alcuni hanno tinte molto vivaci, accese e brillanti, mentre altre hanno delle tonalità più cupe e grigie, in base alla situazione che si sta vivendo nel romanzo. Le immagini infatti rappresentano quanto raccontato nei testi, a volte mostrando semplicemente dei paesaggi, altre volte mostrando solo dei personaggi o degli oggetti anche se di solito mostrano ai lettori vere e proprie scene, con personaggi (di solito inseriti in un preciso sfondo) che compiono qualche azione.
Le illustrazioni sono belle e hanno uno stile piuttosto particolare, tanto che è possibile distinguere quale dei due artisti ha lavorato ad una certa illustrazione. Tambe ad esempio si è occupato dei disegni che riguardano la storia di Alina, i quali hanno tratti
apparentemente semplici ma che in realtà sono molto ricchi di dettagli, dalle atmosfere un po' inquietanti, con
personaggi tracciati con tratti semplici e precisi, con visi con occhi ovali e non troppo grandi, corpi tendenzialmente filiformi, quasi
allampanati, e arti lunghi e sottili che terminano in dita magre ed
affusolate.
I disegni di Ralli hanno uno stile più fumettistico e giocoso, con personaggi dai tratti più esagerati, corpi sproporzionati e con visi dalle forme quasi caricaturali, e con dei colori molto più saturi e intensi.






Sopra: Alcune delle illustrazioni interne del libro, alcune a pagina intera ed altre in mezzo ai testi, quasi tutte realizzate da Tambe visto che riguardano la storia di Alina, tranne quello in centro a destra, che è invece opera di Ralli.
"La bottiglia magica" di Stefano Benni è un libro carino ma particolare, per non dire abbastanza strano, sia per la storia che per come è scritto.
Intanto i protagonisti sono due: Alina e Pin, e i capitoli seguono le loro vicende in modo alterno, prima una e poi l'altro. Così il lettore segue contemporaneamente entrambe le vicende: quella di Alina, che è rinchiusa in un collegio super tecnologico per essere rieducata, e quella di Pin, un giovane marinaio che decide di mettersi in viaggio per trovare un posto migliore.
Il collegio che frequenta Alina ha praticamente lo scopo di rieducare quelli diversi, quelli che non si sono omologato alla società, in particolare il problema di Alina è che pensa troppo: "<<Va bene. Sarò una ragazza diversa... ma diversa da cosa? Cioè, se decidere voi sarò una ragazza diversa da quello che voi non volete, ma magari ok quello che voi non volete c'è qualcosa che voglio, allora io potrei anche volere essere una ragazza diversa da come voi mi volete diversa...>>"
Fortunatamente Alina ha un alleato molto utile: Mouse, un gatto geneticamente modificato che grazie alla sua coda è in grado di aprire tutte le porte del collegio, dato che sono porte tecnologie e di cui Mouse è in grado di craccare il codice. È proprio durante una fuga che Alina e il gatto scoprono che nella struttura non ci sono solo le studentesse da rieducare, ma sono rinchiusi, tipo manicomio, anche tutta una serie di personaggi letterari che sembrano impazziti: il Capitano Acab, Donald Duck (da noi noto come Paperino), il Bianconiglio... Personaggi che, se non accettano di essere rieducati, finiscono cotti e mangiati da cuoco Monsterchef, che è in grado di cucinare tutti i personaggi "dai fumetti ai libri ai quadri e anche ai sogni".
Pin invece parte e vive varie avventure, incontrando anche lui tutta una serie di bizzarri personaggi, tra cui anche personaggi letterari come un rapper che si finge povero quando in realtà è ricco, la Fata Turchina, i camerieri di un ristorante di lusso, altri marinai...
Una particolarità del libro, e che caratterizza anche la scrittura dell'autore, di tipo satirico, sono le numerosissime citazioni a personaggi letterari o, in generale, al nostro mondo. Il gatto di Alina è un chiaro riferimento ad esempio al Gatto del Cheshire di Alice, uno dei cani che sorvegliano Villa Hapatia si chiama Zetabì ed è in realtà Zanna Bianca, alcune delle compagne si classe di Alina sono Berenice e Ligeia (due donne che compaiono nei racconti di Poe), Pin lungo il suo viaggio incontrerà la Fata Turchina, e poi ci sono tutti i personaggi rinchiusi nelle celle del collegio...
Per quanto riguarda invece i riferimenti al nostro mondo Alina dice che le fanno ascoltare le canzoni di Justin Biberon (riferimento a Justin Biber), di Adelia e dei Big C, B e K e ad un certo punto ella incontrerà un personaggio chiamato Duca (un riferimento al Duca Bianco, cioè David Bowie). Anche la scelta dei nomi non è casuale, come il luogo in cui abita Pin che si chiama Diquadanoi, mentre il luogo che vuole raggiungere il ragazzo si chiama Diladalmar. Oppure lo sciamano del paese di Pin si chiama Tuhnonhainillah, mentre i professori di Alina hanno nomi come Queen Fashion, Professore Tilt, psichiatra Principipiccoli, Don Biffero, Rosbif... solo per citare qualche esempio.
I testi sono composti principalmente da dialoghi, il che è un po' strano e a volte l'ho trovato anche un po' fastidioso. L'autore poi usa un linguaggio con molti giochi di parole (come dimostrato anche nella scelta dei nomi), ma non privo anche di elementi scurrili, decisamente poco politically correct, con parolacce e riferimenti al se**o, alla sessualità, alla prostituzione, alla droga, ...
L'autore comunque inserisce questi argomenti all'interno di precisi contesti e non mancano neanche parti più erudite, dove i personaggi iniziano a fare monologhi sul senso della vita, andando a creare un mix piuttosto vario, ma anche un po' contorto, passando da un lessico aulico ad un gergo da galera o e da balordi privi della istruzione.
Una storia divertente ma che contiene comunque anche diversi argomenti di riflessione, primo fra tutti Villa Hapatia è evidentemente un simbolo di repressione del libero pensiero e della personalità, un luogo di omologazione e di appiattimento intellettivo e morale, con la preside Queen Fascion che trasforma "le vostre goffaggini e i vostri cicciolotti in seducenti, anoressiche levigate forme. Insegna portamento, sfilata, shopping, trucco, dietologia, arte della seduzione e mobbing delle rivali." In una frecciatina anche ai canoni estetici della società moderna, troppo fissati con la ricerca della perfezione e della bellezza nel magro. C'è anche una critica alla musica, con Alina che si lamenta subito delle canzoni che le fanno ascoltare in collegio, critica che diventerà molto meno sottile quando la ragazza incontrerà il Duca, che le mostrerà gli x-babes: "Gli Scannamusica, discografici criminali, li rapiscono a sei anni per formare boy band o gruppi musicali femminili, cantantucci e cantantuzze prefabbricati. Insomma, carne da palcoscenico, programmati geneticamente, scelti tra i più carini... Escono solo a sedici anni, pronti per il mercato... Credo che alcuni vengano clonati.", come spiega lo stesso Duca. Una evidente critica a cantanti quali Justin Biber (che all'epoca in cui il libro venne scritto e pubblicato era ancora molto in voga) e alle molte boy band e gruppi di cantanti femminili che andavano di moda. La storia contiene critiche e riflessioni sulla repressione del pensiero libero, sulla diversità, sui canoni di bellezza, sulle multinazionali, sul consumismo, sulla musica, sull'immigrazione, sui programmi televisivi (tipo quelli di cucina)...
Una favola per ragazzi che unisce elementi fantastici e personaggi letterari a una spietata critica alla società moderna, in un risultato che è al contempo interessante, a tratti geniale, filosofico, surreale e altre volte un po' banale e confusionario, un mix che non può fare a meno di creare qualche perplessità, anche per quanto riguarda l'età di lettura.
Un libro che consiglio per ragazzi a partire almeno dai 13/14 anni in su, visto che comunque l'autore usa talvolta in linguaggio complesso e ricercato ma anche a tratti scurrile, oltre a trattare temi abbastanza impegnativi. Inoltre a Benni piace fare riferimenti alla cultura contemporanea, il problema è che non so quanti giovani lettori saranno in grado di cogliere tali riferimenti, poiché la cultura contemporanea si evolve e cambia anche molto velocemente (ogni anno c'è una nuova moda, un nuovo trend), mentre la storia del libro rimane ferma a quando è stata scritta, a ormai quasi dieci anni fa. Per dire, dei ragazzini di oggi non so quanti conoscano Justin Biber, che invece era famosissimo tra il 2009 e il 2015. Per non parlare di tutti gli altri riferimenti e citazioni, anche letterarie, che non so quanti ragazzi riuscirebbero a capire, e ammetto che probabilmente alcune sono sfuggite anche a me, nata a metà degli anni Novanta. Insomma alcuni dialoghi e citazioni sembrano essere indirizzate ad un pubblico maturo, mentre la storia di base è piuttosto semplice, una sorta di fiaba, che però potrebbe non stuzzicare abbastanza i gusti di un lettore adulto, che tra l'altro potrebbe trovare anche alcune critiche mosse da Benni un po' banali (la critica alle boy band l'aveva fatta pure la Disney nel 2013 con l'episodio di Gravity Falls "Boyz Crazy", in italiano "Il controllo della mente"), mentre altre, quando rimangono più sottili, sono decisamente più valide, tipo quella all'immigrazione.
Una lettura sicuramente interessante, che mi ha fatto conoscere un tipo di scrittura nuovo a cui non ero abituata, anche se a tratti mi ha lasciata un po' perplessa. Una lettura comunque molto rapida e veloce, che racchiude una storia di base carina anche se semplice, ricca di tante citazioni, tanti personaggi (forse anche troppi comprimari) e tanti argomenti di riflessione, con una bellissima grafica, in quanto i disegni che accompagnano i testi sono molto belli e si combinano bene con essi.
Quest'opera è stata pubblicata nel 2016 dalla Rizzoli Lizard. Il volume ha 224 pagine, la copertina rigida con sovracopertina, misura 23,6 cm d'altezza e 15,5 cm di lunghezza e costa 18,00 euro.
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di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a
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