martedì 16 maggio 2023

C'è una fiaba anche per te a cura di Boldizsàr Nagy M.

"C'è una fiaba anche per te" a cura di Boldizsàr Nagy M. è una raccolta di fiabe rivisitate e rielaborate, trasformate per "celebrare l’amore in tutte le sue forme e dare spazio a sogni, paure e desideri di ogni genere". Perché chiunque merita il suo lieto fine, e come dice chi ha curato questa raccolta che viene dall’Ungheria: “il nostro augurio è che sia i giovani sia i meno giovani possano trovare una o più fiabe capaci di parlare proprio a loro. Fiabe che, come una scia di briciole disseminate nella foresta, possano guidarli dalla parte giusta, qualunque essa sia.
 
Sopra: Sulla copertina dallo sfondo nero spiccano diverse figure colorate di personaggi e animali fiabeschi quali unicorni, draghi, bambini, bambine, streghe, fate, gnomi...
 
"Tutti noi abbiamo bisogno di storie. Di fiabe che ci trasportino in tempi lontani, in terre sconosciute, dove gli eroi volano su cavalli alati, fuggono dalla prigionia delle fate, o combattono contro i draghi, ma sono proprio come noi". Per questo troviamo fiabe in ogni cultura e spesso alcune di loro hanno travalicato i confini dove sono nate, prendendo nuove forme, arricchendosi, modificandosi in base al luogo e alla cultura con cui entravano in contatto: "Prima di essere stampati nella forma che oggi conosciamo e apprezziamo, questi racconti popolari per bambini hanno quindi compiuto un viaggio lungo e avventuroso, sono cambiati di continuo grazie all'inestricabile intreccio delle tante culture attraversate, si sono imbevuti dei loro simboli, hanno subito l'influenza dei licenziosi racconti per adulti nel Medioevo ma anche quella dei sermoni religiosi, e dei primi testi prodotti dalla letteratura d'evasione di massa".
Questo processo di riscrittura delle fiabe è continuato fino ai giorni nostri, anche tramite questa raccolta, nata perchè per far sopravvivere i racconti è "necessario utilizzarli il più possibile". L'Associazione Labris ha chiesto a diversi autori, alcuni "di mestiere" e altri emergenti (selezionati tramite un concorso) di riscrivere "una storia classica per loro importante in una prospettiva personale, permettendo alla loro fiaba di riflettere le loro esperienze contemporanee, scegliendo senza timore eroi con i quali le minoranze e le persone per qualche motivo spinte ai margini della società possano identificarsi, però senza che i testi diventino troppo didascalici".
La raccolta contiene 17 racconti, tratti alcuni da fiabe molto note, ma anche da storie mitologiche, fiabe irlandesi, romanzi fiabeschi ... Perciò, se per alcune storie è abbastanza facile identificare il materiale di partenza, per altre l'impresa non è così scontata. Tra gli autori troviamo: Zoltan Csehy, Petra Finy, Eszter Gangl, Dòra Gimesi, Sàra Harka, Edina Kertész, Judit Agnes Kiss, Istvàn Lakatos, Edit Pengo, Orsolya Ruff, Edit Szùcs, Andrea Tompa...
Tra le storie che ho riconosciuto troviamo: il mito di Ceneo e del matrimonio di Piritoo e Ippodamia, Biancaneve, Hansel e Gretel, la Regina delle Nevi, Cenerentola, Pollicina e Mignolina, il Principe e il Povero e Bambi. Alla fine è anche presente una riscrittura in versi di "Il principe cerca moglie" di Linda de Haan e Stern Nijland.
Per farvi capire come sono state riscritte le storie ve ne porterò come esempio una molto nota: quella di "Biancaneve". In questa raccolta tale racconto prende il nome di "Brunafoglia", scritto da Eszter Gagl, poichè la bambina che partorisce la regina ha la pelle "scura e dorata come le foglie autunnali colpite dai raggi del sole" e i capelli "neri e lucenti come l'ebano". La parte dell'antagonista non la fa la madre, o una matrigna, ma il padre di Brunafoglia che vuole insegnarle ad essere e a comportarsi come una principessa, senza accettare il fatto che sua figlia preferisca vestirsi da maschio e "vagasse giorno e notte per la campagna rientrando tutta sporca di fango". Chiedendo consiglio a uno specchio magico su come educarla per farla comportare da signorina, il padre comincia a punire la figlia finchè, poichè vede che i suoi sforzi sono inutili, accetta il consiglio dello specchio di portare Brunafoglia nel bosco e farla uccidere dal cacciatore. Quest'ultimo però finisce per lasciarla andare pensando che tanti verrà sbranata dalle bestie del bosco, ma Brunafoglia arriva nella casa di sette tessitrici che la accolgono e permettono di prendersi cura della casa finchè loro sono fuori a lavorare: "Tu potresti riparare il tetto, tagliare la legna, o andare a caccia di cibo per la cena". Quando il re scopre tramite lo specchio che la figlia è ancora viva architetta tre tentativi per ucciderla: si traveste da cacciatore e la getta in un precipizio; travestito da taglialegna la lega ad un albero affinchè sia sbranata da un branco di lupi; la avvelena con una coscia di coniglio. Le tessitrici quando trovano la ragazza senza vita la sistemano in una bara di cristallo finchè un giorno la vede un principe che chiede di poterla portare nel suo castello. Durante il viaggio i servitori inciampano e Brunafoglia sputa così il boccone avvelenato riprendendo conoscenza e il principe le chiede di sposarlo. Brunafoglia accetta e invita al matrimonio anche il padre che, vedendo tramite lo specchio che la sposa è sua figlia, muore di rabbia.
Come potete vedere il racconto rivisitato presenta ancora diversi elementi in comune con la fiaba originale, sebbene siano state apportate dei notevoli ed interessanti cambiamenti come: la carnagione della principessa, il fatto che le piaccia essere un "maschiaccio", che pur lavorando a casa compia lavori più mascolini, tra cui anche andare a caccia, che sia stata accolta da delle tessitrici anzichè da dei vecchi nari minatori, che l'antagonista non sia una figura femminile ma il padre...
Alcune fiabe della raccolta presentano certamente degli elementi in comune con le storie di partenza, ma sono tutte state ampiamente rivisitate (e alcune risultano piuttosto inedite), andando a creare qualcosa di nuovo e piacevole da scoprire.
 
Sopra: Un'illustrazione che rappresenta Brunafoglia, con la sua carnagione bruno dorata come una foglia autunnale, mentre è rappresentata costretta a indossare un abito da principessa, mentre lei preferirebbe indossare abiti maschili.
 
Ogni fiaba è accompagnata dalle illustrazioni di Lilla Bölecz in quanto gli editori volevano "che le storie del volume venissero illustrate da un'artista che comprendesse e amasse le fiabe classiche, e insieme vivesse a sua volta un suo mondo interiore pieno di magia e di polvere di fata".
I disegni di questa artista raffigurano scene narrate nei testi e che, quindi, finiscono per rappresentare anche l'aspetto di alcuni loro personaggi. Sono immagini a pagina intera oppure a mezza pagina, dove il disegno si trova sotto, sopra o a fianco dei testi. In ogni immagine l'artista però non manca mai di inserire anche gli sfondi, per cui non vediamo mai personaggi slegati dal loro contesto e inseriti da soli insieme ai testi.
Le evocative immagini presentano personaggi dai tratti abbastanza semplici e non troppo dettagliati, ma efficaci, con colori pastosi, accesi e vivaci, dove vengono spesso utilizzati colori freddi come il verde, l'azzurro e il blu, oppure più caldi come il viola, il rosso e il giallo.
 
 
 
 
Sopra: Alcune immagini di Bölec, alcune a pagina intera e una a mezza pagina, che rappresentano le fiabe di "L'uccello rosso rubino", "La principessa rapita", "Il principe cerca moglie" e "Margaret Ammazzagiganti".
 
"C'è una fiaba anche per te" a cura di Boldizsàr Nagy M. è una raccolta di fiabe rivisitate piuttosto interessante, in quanto riscritte "scegliendo senza timore eroi con i quali le minoranze e le persone per qualche motivo spinte ai margini della società possano identificarsi, però senza che i testi diventino troppo didascalici". Come abbiamo potuto vedere anche altre volte le fiabe sono sempre un terreno fertile per l'editoria, che si tratti di ripubblicare vecchie raccolte di fiabe classiche, fiabe provenienti da altre parti del mondo, o rivisitazioni in chiave più o meno moderna. A queste ultime, in particolare, bisogna sempre prestare attenzione perchè, se è giusto che le fiabe possano continuare a variare e adattarsi alle nuove esigenze e valori della società, talvolta tali riscritture rischiano di essere dei pastrocchi. In particolare riscrivere fiabe in prospettiva più "femminista" è diventata ormai una moda negli ultimi anni; lo si fa per rompere alcuni archetipi considerati ormai non più adatti alla nostra cultura, mostrando che anche le protagoniste delle fiabe, spesso recluse al ruolo di principesse indifese, possono redimersi e diventare così un esempio positivo per le nuove generazioni. Perchè, come spiegato anche nel saggio "E alla fine muoiono: la sporca verità sulle fiabe" di Lou Lubie, molto spesso le fiabe sono piuttosto maschiliste, anche quando non presentano per forza il personaggio della povera principessa bella e indifesa (per esempio le punizioni inflitte alle donne che infrangono le regole sono spesso più severe rispetto a quelle riservate ai maschi).
Un esempio di raccolta di fiabe rivisitate per mostrare la non equalità dei ruoli è "Fiabe d'altro genere: storie di patrigni malvagi, lupe cattive e belli addormentati" di Karrie Fransman e Jonathan Plackett, un libro che ripropone le fiabe classiche con una piccola modifica: viene cambiato il genere di ogni personaggio all'interno della storia. Come spiegato nella sua introduzione l'idea di creare un libro in cui i generi di tutti i personaggi si invertissero è nata dal desiderio che la figlia "cresca in un mondo in cui le bambine possano essere forti e i bambini possano esprimere la loro vulnerabilità senza rabbia". Un volume interessante e sicuramente in grado di offrire dei buoni spunti di riflessione, anche se, per proporlo a dei bambini, io glielo presenterei semplicemente come una delle (numerose) rivisitazione fiabesche e lascerei che fossero i lettori a trarre le loro conclusioni e riflessioni in merito.
Una raccolta che ha cercato di riscrivere le fiabe in maniera femminista è invece "Fiabe in rosso" di Lorenzo Naiala, la quale è nata proprio come "progetto a quattro mani contro la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere. Si tratta di una breve raccolta di fiabe della tradizione, la cui trama è stata rivisitata" (parole testuali tratte dall'introduzione). Ecco, quest'ultima è per me un esempio di raccolta con fiabe che dovrebbero essere femministe ma che finiscono per non esserlo poi molto: le storie riscritte in questo volume (ma neanche tutte) si possono considerare semplicemente delle carine e interessanti variazioni di fiabe famose, ma nulla di più. Certamente per me i racconti non riuscivano a raggiungere l'obiettivo (molto arduo) che l'autore si era prefissato, poichè troppo ancorati al loro materiale di partenza, dando l'impressione che l'autore non abbia voluto impegnarsi troppo o comunque osare abbastanza per riuscire a creare delle fiabe veramente femministe, che rompessero sul serio gli stereotipi di genere.
"C'è una fiaba anche per te" ha una storia particolare alle spalle, in quanto osteggiato in patria fin dalla prima pubblicazione, e proprio per questo molto letto e molto amato. Già guardando i commenti sui social riguardo a tale libro ho potuto notare alcuni pregiudizi nei suoi confronti, con commenti come (copio testualmente) "Queste non sono fiabe roba altro non è che una propaganda lgbtabcxyz etc etc robaccia ideologica, letterariamente pessima. Non fate cultura. Volete solo riempirvi il portafogli sulla pelle dei bambini", oppure "Queste non sono fiabe: è una propaganda lgbtqrstxz  roba letterariamente pessima [...] ottima operazione commerciale pessima culturalmente".
Allora, anche non considerando il fattore "propaganda" lgbtq+, secondo me le fiabe scritte sono valide, sono dei bei racconti fiabeschi adatti per essere letti semplicemente per il piacere di ascoltare. Inoltre non possono neppure essere considerati dei racconti "propaganda", come sono stati definiti da qualcuno. Sebbene in alcune fiabe siano presenti personaggi omosessuali o transgender ciò non vale per tutti i racconti, ma appunto solo per alcuni (tra l'altro in minoranza). In molte altre fiabe ci sono personaggi che semplicemente vogliono abbattere alcuni stereotipi, tra cui il fatto che alle femmine possa piacere fare cose da maschi e viceversa, che un maschio non debba per forza dover essere un eroe ma possa preferire condurre una vita tranquilla, che le femmine possono essere coraggiose e attive nel prendere decisioni, l'accettazione del diverso ...
Ad esempio "Brunafoglia" vuole abbattere lo stereotipo della fanciulla bella con la pelle bianca e il fatto che a una ragazza non  possano piacere anche le cose da maschio (vestirsi da maschio, cacciare, divertirsi nei boschi anzichè in casa). Ma Brunafoglia è eterosessuale, tanto che alla fine si sposa con un principe e non la si può considerare neppure un travestito o un transgender, in quanto lei accetta di essere una donna. In "Margaret Ammazzagiganti" la figlia di un locandiere parte per poter diventare una ammazza giganti, mentre quello che diventerà il suo compagno preferisce fare il cantastorie piuttosto che essere un cavaliere. "La strega pasticcera" è praticamente un prequel di "Hansel e Gretel", con una donna sola, abile pasticcera e cuoca, che desidera avere attorno a sè dei bambini, poichè il suo è morto in culla. "Il Re del ghiaccio" è la storia d'amicizia tra due bambine, di cui una viene rapita da il Re del Ghiaccio e l'altra si mette in viaggio per cercarla e salvarla. In "La principessa rapita" la principessa Sofia non vuole sposarsi e odia indossare abiti femminili, vive assieme ad un drago che cucina torte e coltiva verdure e con Baldo, un principe che ama svolgere lavori considerati femminili (cucire peluche, dipingere, cucire, ricamare) e indossare vestiti e gonne ...
Le storie in cui compaiono personaggi omosessuali sono solo un paio: "Buona fortuna, Batbajan!" e "Il principe cerca moglie", mentre in "L'uccello rosso rubino" e "Le corna della cerbiatta" possiamo ritrovare la tematica transgender; in "La principessa rapita" la principessa Sofia potrebbe invece essere asessuale, in quanto non vuole sposarsi o intraprendere relazioni romantiche con nessuno.
Insomma questo non è un libro da propaganda lgbtq+, ma semplicemente una raccolta di fiabe che vogliono lottare in generale contro gli stereotipi e le etichette, accogliendo l'individualità, senza però cadere nel didascalico tentando ad ogni costo di trasmettere qualcosa. Anche perchè, se nei miti è abbastanza facile trovare relazioni omosessuali, nelle fiabe è estremamente raro che accada, specialmente se si cercano rappresentazioni positive; come riportato nel saggio "E alla fine muoiono"  nell'indice ATU Thompson classifica alcuni racconti nelle categorie di "omosessuali" e "lesbiche", inserendoli però alla voce "perversioni sessuali", ed escludendole dalla raccolta. Per cui anche se fiabe con protagonisti personaggi lgbtq+ sono esistiti essi sono stati fatti dimenticare o scomparire (tra parentesi, sarebbe molto bello e interessante se qualche studioso riuscisse a recuperare anche queste fiabe e a pubblicarle). 
È anche per questo motivo che è nata questa raccolta a cura di Boldizsàr Nagy, nella quale ci sono fiabe che permettono alle persone etero di trovarvi anche storie di persone appartenenti alla comunita lgbtq+, ma allo stesso tempo è vero anche il contrario, in quanto sono presenti anche fiabe in cui gli appartenenti a questa comunità possono ritrovare esempi di amore eterosessuale o semplicemente di amicizia, per cui nessuno cerca di convincere nessuno contro il proprio volere. Come scritto nell'introduzione, sono racconti scritti per mostrare "l’amore in tutte le sue forme e dare spazio a sogni, paure e desideri di ogni genere".
 
Questa raccolta è stata pubblicata nel 2020 dalla Labrisz Lesbian Association col titolo "Meseorszàg mindenkié". È stata poi edita in italiano dalla Bompiani (Giunti Editore) nel 2023; ha una copertina rigida, ha 208 pagine, misura 23,6 cm d'altezza e 15,5 cm di lunghezza e costa 20 euro.

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