lunedì 29 maggio 2023

L'inferno spiegato male di Francesco Muzzopappa

"L'inferno spiegato male" scritto da Francesco Muzzopappa e illustrato da Davide Daw Berardi è un'altra rivisitazione dell'opera dantesca uscita per l'anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante, scritta per far conoscere e avvicinare anche i bambini e i ragazzi l'opera più famosa del sommo poeta.

Sopra: In primo piano sulla copertina compaiono Dante, vestito di rosso, e Virgilio vestito d'azzurro, mentre dietro di loro vediamo una scenario infernale.
 
Questo volume scritto da Francesco Muzzopappa è una rivisitazione dell'opera dantesca in chiave comico-ironica. Qui viene infatti spiegato al lettore che in realtà Dante avrebbe voluto andarsene in vacanza a Lanzarote, ma Virgilio alla fine lo ha convinto a farsi trascinare… all’Inferno. 
Ecco come Dante descrive l'inizio del suo viaggio: "Allora, vorrei subito chiarire che io all'Inferno nemmeno ci volevo andare. Io sono una persona tranquilla, serena, calmissima. [...] Se uno proprio non vede l'ora di andare all'Inferno, può sempre decidere di entrare in un centro commerciale durante il periodo dei saldi, oppure andare in un campeggio d'estate con i parenti, tanto è la stessa cosa. 
Invece è successo che me ne stavo bello e tranquillo a casa mia a guardare il muro (non è che tra il 1200 e il 1300 ci fosse molto da fare), quando mi appare il fantasma di Virgilio, morto diversi secoli prima, che mi dice: "Oh, guarda, dobbiamo andarci per forza: l'inferno è un posto bellissimo, ci sono le fiamme come nei concerti metal ed è tutto in discesa, tipo gli acquascivoli. Non puoi capire!!!".
Quando però Dante si ritrova circondato da rocce, lamenti e urla che neanche a un concerto di Ariana Grande, l'uomo capisce di essere proprio sfortunato. Vatti a fidare degli amici! Dopo aver affrontato fiumi vorticosi, dannati tormentati da orrendi supplizi e diavoli dagli occhi di brace, alla fine di ogni cerchio, girone o bolgia lo aspetta un bivio. Quale strada porta all’uscita? Quella di mattoni gialli con un cartello che indica “OZ”. Qualcosa non va! Meno male che per ogni dubbio si può chiedere a Specchietto, perché Specchietto sa sempre tutto…
I testi, di stampo fortemente ironico, sono infatti corredati spesso da paragrafi, denominati specchietti, che hanno lo scopo di fornire al lettore informazioni aggiuntive di tipo più "tecnico", come ad esempio spiegazioni di metafore e simbologie, contestualizzazioni storiche, biografie di determinati personaggi...
Oltre a questi specchietti, che fungono un po' come delle note a piè di pagina, ci sono anche gli interventi (piuttosto sporadici a dire il vero) del professor Tommaso Dirotto, che servono ad approfondire alcune curiosità piuttosto irrilevanti tipo: cos'è la città di Lazaronte, che cos'è l'oroscopo, come far scomparire una casa.
 
 Sopra: Le pagine che mostrano l'inizio del terzo capitolo, quando Dante e Virgilio giungono di fronte alla porta dell'inferno.
 
I testi sono accompagnati dalle numerose illustrazioni di Davide Daw Berardi, dall'aspetto molto semplice e in bianco e nero.
Lo stile dell'artista riflette la comicità e l'ironia dei testi, andando a creare ambienti e personaggi dall'aspetto molto semplice e stilizzato, ma anche un po' caricaturale, con  persone e mostri dai volti con dei tratti molto essenziali ma allo stesso tempo esagerati e molto espressivi. In questo modo tutti i personaggi risultano assumere un aspetto piuttosto simpatico e talvolta perfino comico, tutt'altro che spaventoso.
Le immagini sono di particolare importanza per i testi poichè non solo rappresentano quanto vi viene descritto, cosa che rende quindi più facile e immediata la fruizione e la comprensione della storia, ma praticamente narrano anch'essi la vicenda. Infatti non si tratta di semplici disegni ma di veri e propri fumetti, in cui i personaggi esclamano delle frasi in dei balloon.
I disegni sono importanti anche perchè essendo questo un libro game talvolta alcune sfide o giochi da completare sono proposti al lettore sotto forma grafica.

 

 
 Sopra: Alcune pagine che mostrano alcune delle numerose illustrazioni di Davide Daw Berardi, dall'aspetto molto semplice e in bianco e nero. Lo stile dell'artista riflette la comicità e l'ironia dei testi, andando a creare ambienti e personaggi dall'aspetto molto semplice e stilizzato, ma anche un po' caricaturale, con  persone e mostri dai volti con dei tratti molto essenziali ma allo stesso tempo esagerati e molto espressivi. Nelle pagine più in basso potete vedere anche uno dei giochi proposti nel volume.
 
"L'inferno spiegato male" scritto da Francesco Muzzopappa è un riscrittura dell'Inferno dantesco: "un modo divertente per conoscere la prima cantica della Divina Commedia lontano dalla noia!", secondo quanto riportato sul retro di copertina.
Lo scrittore infatti ripercorre tutti gli avvenimenti che accadono nell'Inferno dantesco presentandoli però ai lettori con uno stile di scrittura ironico e a tratti anche parodistico. Come scrive lo stesso autore: "Ho scritto questo testo lavorando su più fonti. Non è stato facile: dedicato un'estate alla lettura del testo originale di Dante, a diverse parafrasi, interpretazioni, bignami e riassunti. [...] Mi prendo ogni responsabilità per eventuali sviste, errori, passaggi saltati eccetera, eccet, etc, ma credo di aver riassunto al meglio e in maniera "più digeribile" per i ragazzi un testo che sicuramente merita un approfondimento. Non è mia intenzione sostituirmi agli insegnanti, che di certo faranno meglio di me".
Essendo un testo indirizzato a ragazzi dagli 11 anni in sù, che vogliono approcciarsi alla prima cantica della Divina Commedia in modo piuttosto soft e non troppo impegnativo, la presenza delle illustrazioni di Davide Daw Berardi è molto utile in tal senso. Come tutti sanno la presenza di immagini, soprattutto se numerose, aiuta il lettore a riposarsi durante la lettura, a non spaventarsi di fronte a una pagina che altrimenti costituirebbe un muro di parole, aiutandolo così durante la lettura, anche nella comprensione dei testi. Sono disegni molto semplici, in bianco e nero, con uno stile che riflette la comicità e l'ironia dei testi, andando a creare ambienti e personaggi dall'aspetto molto semplice e stilizzato, ma anche un po' caricaturale, con persone e mostri dai volti con dei tratti molto essenziali ma allo stesso tempo esagerati e molto espressivi. In questo modo tutti i personaggi risultano assumere un aspetto piuttosto simpatico e talvolta perfino comico, anche se così diverso da quello spesso mostruoso con cui venivano rappresentati alcuni diavoli o mostri infernali, oppure le scene di supplizio che dovevano patire i condannati dei vari gironi nell'opera dantesca.
Inoltre questo non è semplicemente un riassunto in chiave ironica e comica, ma è anche un libro game: "Un approccio inedito e ingaggiante per scoprire tutto quello che dovreste sapere sul capolavoro dantesco, canto dopo canto, con istruttivi e originali box di approfondimento su personaggi, meccanismi e struttura dell’opera. Pieno zeppo di scoppiettanti trovate, enigmi e prove da risolvere, un libro-game imperdibile che vi catturerà con l’umorismo" (come riportato sul retro di copertina).  Esatto, per rendere l'opera ancora più appetibile a un pubblico giovane l'autore ha deciso di renderlo pure un libro game, in cui se si vuole si può proseguire con la lettura canonica, altrimenti si possono fare dei salti attraverso le pagine seguendo diversi percorsi. Oltre a ciò i testi sono correlati da veri e propri giochi come: labirinti, giochi che si basano su esercizi di grammatica, associazioni di immagini, trova le somiglianze, indovinelli...
Devo dire che l'inizio ero rimasta un po' spiazzata, poichè la Divina Commedia inizia con Dante che si ritrova in una "selva oscura" senza sapere perchè, e lì vi incontra Virgilio, mandato in suo aiuto da tre donne del Paradiso. Qui invece la vicenda parte un po' prima, con Dante che afferma che sia stato Virgilio a venire a trovarlo a casa, mentre lui se ne stava "bello e tranquillo a casa mia a guardare il muro" e a convincerlo a seguirlo all'inferno, dandogli appuntamento in "un bosco" per le 22:09. Tra l'altro viene detto che Dante se ne stava a guardare il muro perchè "non è che tra il 1200 e il 1300 ci fosse molto da fare", cosa tutt'altro che vera, soprattuto se parliamo di Dante, che nel 1300 venne eletto tra i priori di Firenze, arrivando al culmine della sua carriera politica. Virgilio comunque non si presenta all'appuntamento in orario e quindi Dante fa la conoscenza delle tre fiere. A parte questo inizio, poi la Divina Commedia è stata trasposta dall'autore piuttosto fedelmente, anche se ovviamente sempre con un tono comico/ironico. I testi veri e propri narrano praticamente il percorso di Dante attraverso l'Inferno e tutti gli incontri con i vari personaggi (diavoli, bestie eo dannati), mentre le spiegazioni più tecniche sono scorporate e riservate a degli specchietti, che hanno il compito di spiegare al lettore ad esempio tutta la parte metaforica, simbolica e biografica.
L'autore ha ripercorso tutto il viaggio di Dante, il che rende quest'opera una delle rivisitazioni più complete (tra le tante spuntate proprio nel 2021) dell'Inferno dantesco, anche se lo stile di scrittura è estremamente diverso, quasi all'opposto, rispetto all'ora originale. Muzzopappa usa volontariamente molte espressioni e un gergo moderno, tipo: "Ma non mi avevi detto che l'Inferno era una figata", o "Be' che l'Inferno sia un posto bellissimo mi pare un po' una fake news". Vengono anche fatti citare da Dante e Virgilio oggetti che appartengono alla nostra epoca, come quando il primo chiede alla sua futura guida: "E cosa devo mettere nello zaino? Basteranno due panini al salame e dell'aranciata? Devo portare anche la macchina fotografica?", oppure quando commenta "... Anche perché secondo me su Google Play di sicuro c'è un App che riesce a fare altrettanto senza tutta questa corografia della coda". Inoltre come forma di umorismo viene anche rotta spesso la quarta parete, come se i personaggi sapessero di essere i protagonisti di un libro, ad esempio con Dante che dice a Virgilio: "Vai pure all'inizio del libro a rileggere il passaggio". Oppure, nel secondo girone del settimo cerchio (quello dei suicidi) una pianta dice a Dante: 
" <<Io so chi sei! Tu sei il famoso Dante del famoso libro-game sull'Inferno?>> 
<<Proprio io, sì!>>
<<Ma che piacere immenso! Purtroppo, qui non abbiamo librerie e i corrieri Amazon arrivano con difficoltà>>"
Che poi tecnicamente quando l'autore ha scritto i testi di questa riscrittura come poteva sapere se poi il suo libro sarebbe diventato famoso? Senza contare che è abbastanza ridicolo che sia l'autore stesso a definire la propria opera "famosa" (anche perché non mi risulta che a distanza di 2 anni dalla pubblicazione "L'inferno spiegato male" sia poi così tanto famoso).
Sebbene gli avvenimenti siamo stati mantenuti quelli narrati dal vero Dante, ovviamente, come spiegavo anche prima, il tipo di scrittura è completamente diverso, praticamente all'opposto: passando da una prosa in versi con un linguaggio molto ricercato e, per forza di cose, poco attuale, ad uno stile invece comico e molto colloquiale, con riferimenti, citazioni e modi di dire moderni. La cosa che non mi convince appieno è che mi sembra che spesso l'autore metta un po' troppo in secondo piano la descrizione delle varie pene e dei dannati, dedicando invece un po' troppo spazio agli scambi "simpatici" tra Dante e Virgilio che si punzecchiano e si scambiano battute tra di loro. Alcune parti poi le ho trovate proprio inutili e slegate dal resto della vicenda, come quella in cui, prima di entrare nella città di Dite ci sono diverse pagine che vedono Dante nei panni di Dorothy e rivivere metà delle avventure narrate ne "Il mago di Oz", con tanto di personaggi come lo Spaventapasseri, il Leone Codardo e il Boscaiolo di Latta spuntati fuori dal nulla. Anche gli interventi del Professor Dirotto sono abbastanza inutili, inoltre sono troppo lunghi (2/3 pagine di divagazioni che avrebbero potuto essere rese con una battuta di poche righe).
Questo dovrebbe essere fatto per fare avvicinare i giovani alla lettura del sommo Poeta, ma per me forse questa forma di cambiamento è un po' troppo estrema, tuttavia essa imprime a questa rivisitazione uno stile piuttosto particolare che la fa distinguere da altre riscritture dantesche. Di riscritture della Divina Commedia in termini più "seri" ce ne sono già diverse, alcune anche molto ben illustrate (come "La Divina Commedia" di Arianna Punzi o "La Divina Commedia" di Paolo di Paolo) e altre riscritte completamente in rima (come "La divina avventura: il fantastico viaggio di Dante" di Enrico Cerni e Francesca Gambino), per cui ci può anche stare il proporre una riscrittura in chiave più ironica e moderna. Anche se a dire la verità un'operazione simile non è proprio l'unica, in quanto una cosa simile è stata fatta pure da Annalisa Strada con "Dante era un figo" oppure con "La Divina Commedia riveduta e scorretta" di Se i social network fossero sempre esistiti
Di questa rivisitazione in chiave libro-game ho trovato le parti "serie" e quelle più comiche poco bilanciate, con molte parti un po' troppo divaganti: in certi punti avrei preferito che l'autore fosse rimasto più focalizzato sugli eventi e i personaggi (molti vengono giusto accennati, ma scarsamente approfonditi) descritti nella Divina Commedia. Alla lunga i continui (ogni tre per due) rimandi comici e le citazioni a cose moderne (i panini con salame o con la salsiccia, TikTok, Istagram, autfit, il baretto all'aperto, il bar, le tavole calde, i centri commerciali, i Prodigy, l'heavy metal, l'Amnesty International, Halloween, Ibiza, l'i-Phone, Twitter, l'aspirina, Loch Ness, il National Geograpghic, il Kinder Pinguì, un Toblerone, un Autogrill, Amazon, Minecraft, nickname, mafia, Gomorra ...) devo dire che mi hanno un po' stufata, anche perchè a un certo punto mi sono sembrati forzati.
Come spiega l'autore: "Questo è solo uno strumento divertente per entrare nella struttura dell'Inferno, prenderci confidenza e giocarci un po'.", però pur presentando fedelmente la struttura dell'inferno lo fa a mio avviso in modo magari anche carino, ma un po' troppo divagante.
 
L'opera è stata pubblicata nel 2021 dalla DeAgostini, è dotata di una copertina flessibile, ha 304 pagine, misura 20,4 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza e costa 14,90 euro.

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