mercoledì 8 marzo 2023

E alla fine muoiono: la sporca verità sulle fiabe di Lou Lubie

"E alla fine muoiono: la sporca verità sulle fiabe" di Lou Lubie è un libro molto interessante, appena pubblicato (il 3 marzo 2023) a metà tra narrazione a fumetti e saggio critico. Un volume che analizza il senso moderno delle favole, regalando al lettore un’esperienza narrativa unica, godibilissima e profonda, in cui stereotipi di genere, il ruolo della donna nella società (tematica che cade proprio giusta per questa giornata dell'8 marzo in cui pubblico il post) e la morale comune vengono contestualizzati rispetto ai racconti archetipici destinati all’infanzia. Un'edizione preziosa, cartonata e con fregi in oro in copertina, con il taglio delle pagine labrato in oro lucido.
 
Sopra: La raffinata copertina in verde scuro, cartonata e con fregi in oro, con il taglio delle pagine labrato in oro lucido. Al centro compare un'illustrazione che mostra alcuni personaggi fiabeschi.
 
Come scritto nell'introduzione questo libro scritto e illustrato da Lou Lubie è un saggio sulle fiabe, ma a fumetti, scritto in modo ironico e divertente.
"Se siete tra quelli che considerano le fiabe frivole e senza spessore, probabilmente è perchè avete in mente gli archetipi Disney... [...] Scavando sotto la superficie, è possibile risalire a versioni più antiche e decisamente più macabre".
In questo volume l'autrice fornisce al lettore un riassunto delle proprie conoscenze sulle fiabe, spaziando da vari argomenti. Ci sono ad esempio capitoli dedicati ad analizzare determinate fiabe come: "Cenerentola", "Raperonzolo", "Cappuccetto Rosso", "Barbablù", "La bella addormentata nel bosco", "La Sirenetta".... Queste sono quelle più famose, ma l'autrice ne analizza anche altre di più particolari come "La storia dei due fratelli" (un'antica fiaba egizia), "La vecchia scorticata", "La povera monca",  "Il topino, l'uccello e la salsiccia", "Verdeprato"...
Ciò che differenzia quest'opera, rendendola un saggio e non un'altra semplice raccolta di racconti fiabeschi, è che ogni fiaba non è semplicemente riportata ma anche analizzata, ad esempio l'autrice ne spiega le origini e la confronta con altre versioni esistenti: di "Cenerentola" e "La bella addormentata nel bosco" ne esistono ad esempio 3 (di famose) scritte da Perrault, Grimm e Basile; di "Cappuccetto Rosso" ne vengono citate 4, due tratte dalla tradizione popolare francese ("La grande nonna" e "La ragazza e il Lupo"; a tale proposito vi consiglio di leggere il saggio "L'ago e la spilla:. le versioni dimenticate di Cappuccetto Rosso" di Yvonne Verdier) e poi quelle di Perrault e dei Grimm; di "Raperonzolo" tre (quella di basile, dei Grimm e un racconto popolare francese) ecc... 
Attraverso le vignette e le immagini Lubie inoltre commenta in modo ironico e divertente queste fiabe sottolineandone alcune caratteristiche e quelle che noi potremmo considerare delle "insensatezze" o illogicità. Cose come ad esempio: Come mai la scarpetta di Cenerentola calzava solo a lei tra tutte le donne del regno? Perchè il principe di Cenerentola non riconosce la ragazza con cui ha ballato dal volto, ma ha bisogno della scarpa? Ma come fa il principe a non accorgersi che le sorellastre di Cenerentola sanguinano dai piedi (per essersi tagliate il pollice e il tallone)? Perchè Cappuccetto Rosso non si accorge del lupo travestito da nonna? Perchè la Sirenetta sacrifica così tanto di se stessa per un uomo che ha visto solo una volta? ecc...
Oltre ai capitoli dedicati alle fiabe ci sono poi quelli più analitici, che servono ad analizzarne alcuni aspetti particolari o trattare alcuni argomenti ad esse legati: le loro origini, le fiabe e la psicoanalisi, i film Disney, la "ricetta" delle fiabe (che cosa le caratterizza e come e chi le ha analizzate e studiate), come vengono trattati uomini e donne nelle fiabe, chi ne sono gli autori o le autrici, la riligione e il razzismo al loro interno, perchè si cerca di cancellare alcune fiabe, le fiabe di oggi...
Per ogni argomento l'autrice porta uno o più fiabe come esempio, per spiegarlo meglio, ad esempio sul ruolo degli uomini e delle donne nelle fiabe viene citata la fiaba di "Verdeprato"; per la religione nelle fiabe viene analizzata quella di "La sirenetta"....
Un'opera insomma che contiene sì racconti fiabeschi, ma che vengono riportati e citati per essere analizzati e per poter trattare le fiabe da un punto di vista più ampio e profondo, ricco di considerazioni.
Alla fine c'è anche una specie di piccola biografia dell'autrice e una fiaba scritta da lei quando era giovane. 
Alla fine, cosa importante, è presente la bibliografia.
 
 
Sopra: Come viene vista la fiaba oggi, assieme a tutta una serie di personaggi fiabeschi riuniti tutti assieme nell'ultima pagina del volume.
 
I testi sono accompagnati dalle illustrazioni di Lou Lubie, dallo stile semplice ed essenziale, ma espressivo, molto grazioso, con disegni dai tratti molto netti e precisi, ma anche molto puliti e freschi, moderni.
Una cosa particolare di queste immagini risiede nella scelta dei colori, che contribuisce a mantenere lo stile semplice e sobrio. L'artista ha scelto infatti di utilizzare, oltre al bianco e nero, solo altri 3 colori: il viola, l'arancione e il marrone. L'unico ad avere delle tonalità accese, intense e brillanti è l'arancione, che comunque compare anche con toni più delicati, utilizzato per abiti, capelli e animali; mentre il marrone è abbastanza scuro e viene usato per i capelli o i vestiti; il viola può assumere tonalità sia intense e scure (anche se mai particolarmente brillanti) che molto delicate e leggere, ed è utilizzato per gli abiti, sfondi e per gli oggetti.
La pelle dei personaggi invece è sempre bianca.


 Sopra: Le illustrazioni di Lou Lubie, dallo stile semplice ed essenziale, espressivo, molto grazioso, con disegni dai tratti molto netti e precisi, ma anche molto puliti e freschi, moderni. Una cosa particolare di queste immagini risiede nella scelta dei colori, che contribuisce a mantenere lo stile semplice e sobrio. L'artista ha scelto infatti di utilizzare, oltre al bianco e nero, solo altri 3 colori: il viola, l'arancione e il marrone.
 
Come ho detto prima lo stile delle illustrazioni è moderno, semplice ed essenziale, infatti a tratti ricorda vagamente quello dei manga (tanto che a volte ci sono proprio delle immagini in 100% stile manga, un'evidente citazione a questi ultimi), con personaggi (femminili) che quando sono disegnati frontalmente non hanno il naso.
Questo stile si adatta molto bene alla scrittura ironica, pungente e sbarazzina dell'autrice; esso è inoltre necessario a non rendere le vignette troppo brutali, violente o "pornografiche" in certe situazioni. Infatti, poiché molte fiabe (soprattutto quelle tradizionali) hanno dei contenuti abbastanza espliciti e anche parecchio violenti, anche le immagini talvolta rappresentano questi elementi, mostrando ad esempio vecchine squoiate, bambini sbranati, persone mutilate, oltre a mostrare anche diverse scene di nudo, sia maschile che femminile, e talvolta anche contenuti espliciti e scene intime.
I disegni infatti servono a rappresentare, a esplicitare e spiegare meglio al lettore quanto detto nei testi; ed essendo non dei semplici disegni che accompagnano i testi ma dei fumetti, essi svolgono proprio un ruolo espositivo necessario e imprescindibile, conferendo e amplificando inoltre, oltre agli elementi più espliciti, anche quelli ironici (grazie appunto all'espressività dei personaggi, spesso molto esagerata).
In questo caso quindi gli stessi disegni diventano un testo da leggere e analizzare; ad esempio ci sono alcune parti in cui l'autrice cita i personaggi delle fiabe disneyane e quindi, di conseguenza, nei disegni vengono rappresentati proprio questi personaggi (Bella, Ariel, Cenerentola, Biancaneve...)
 
 
 

Sopra: Nelle pagine più in alto, sulla fiaba di "I tre cedri", potete vedere alcune scene di nudo, al centro ci sono delle pagine che si riferiscono a un'antica versione di "Cappuccetto Rosso" dove la bambina mangia la carne e beve il sangue della nonna e si spoglia prima di entrare nel letto assieme al lupo. Nell'ultima immagine ci sono alcune pagine in cui si citano le versioni disneyane, infatti compaiono disegni che si riferiscono chiaramente alle principesse Disney.
 
"E alla fine muoiono: la sporca verità sulle fiabe" di Lou Lubie è un libro molto particolare, in quanto è un saggio sulle fiabe ma a fumetti, con una veste grafica molto bella e raffinata (con fregi dorati) che si addice più ad una graphic novel o, appunto, una bella raccolta di fiabe, non di certo a un saggio.
Le illustrazioni sono belle, molto graziose, semplici, moderne, dai tratti netti e precisi, molto pulite; esse svolgono un ruolo importante assieme ai testi, in quanto servono a spiegare le idee e i concetti espressi dall'autrice, in modo ironico e divertente, ma anche piuttosto esplicito.
Nel caso non fosse ancora chiaro: questo libro non è adatto, perché non è proprio rivolto, a un pubblico infantile. Infatti, nonostante la veste grafica possa (ad una visione superficiale) trarre in inganno, questo rimane pur sempre un saggio che tratta gli aspetti più controversi delle fiabe, aspetti come la sessualità, la violenza, il razzismo ecc... Tutte tematiche non adatte quindi a bambini piccoli, per cui io consiglierei il libro a partire almeno dai 12/13 anni, e ovviamente per gli adulti.
A tale proposito, siccome i libri di fiabe vengono considerati spesso, ed erroneamente solo "libri per bambini", all'inizio di questo volume c'è proprio una vignetta con una signora che mentre prende in mano questo libro dice "Guarda, un libro di fiabe!" e poi si vede regalarlo ad un bambino, che appena si mette a leggerlo caccia un urlo di terrore. La vicenda è messa giù con ironia, ma è molto realistica, perchè non tutte le fiabe sono adatte a bambini piccoli (quelle tradizionali è meglio iniziare a proporgliele non prima dei 5/6 anni).
Il saggio comunque è molto interessante ed affronta con leggerezza, ma allo stesso tempo in modo serio e approfondito, diverse questioni riguardanti le fiabe, oltre a riportare e citarne parecchie, di più o meno famose, parlando della loro provenienza, dei loro autori, della loro struttura, confrontando varie versioni, analizzandone i personaggi ecc...
Io ho scritto la mia tesi di laurea sulle fiabe, e ho studiato diversi saggi su di esse, e in questo volume ho ritrovato molte di queste informazioni, che quindi posso dirvi che sono corrette e accurate. Grazie a questo libro comunque ho scoperto anche altre versioni e fiabe che non conoscevo, tipo la versione scritta dai Grimm di "Barbablù" intitolata "L'uccello d'oro". Certo, non dovete aspettarvi un omnibus sui racconti fiabeschi, perchè comunque non si tratta di una collana di enciclopedie fiabesche, ma di un unico libro di neanche 300 pagine, per cui, per quanto gli argomenti spazino (dai vari modelli proposti, dall'analisi di Propp, alla classificazione ATU, all'analisi psicoanalitici di Bettelheim, gli autori, le fonti, ecc...), non si può pretendere completezza assoluta, ma comunque è stata necessaria una certa selezione. Ad esempio, nonostante le molte fiabe citate, tra quelle di Andersen si cita solo la Sirenetta, mentre non si menzionano autori come Luigi Capuana, Giuseppe Pitrè o Oscar Wilde, oppure le fiabe nordiche. Ho apprezzato comunque che si sia parlato di Basile e che abbia citato anche una fiaba della Repubblica Ceca e un racconto che potrebbe essere considerato LGBTQ+. 
Un bel volume, sia da un punto di vista estetico che a livello di contenuti (tra l'altro anche divertente da leggere), che consiglio a tutti coloro che amano le fiabe o che sono curiosi e desiderosi di scoprire l'immenso mondo che vi si cela dietro, attraverso una lettura simpatica, ironica e molto scorrevole, ma accurata, che vi permetterà di scoprire tantissime notizie e curiosità riguardo alle fiabe. Il libro potrebbe essere considerato un buon punto di partenza per iniziare a esplorare e ampliare le proprie conoscenze sul mondo fiabesco.
 
Questo libro è stato edito originariamente in francese nel 2021 col titolo "Et à la fin ils meurent"; è poi stato pubblicato in italiano dalla Bao Publishing nel 2023. Ha 248 pagine, una copertina rigida, misura 22,5 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza e costa 27 euro.

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