venerdì 5 maggio 2023

I ragazzi di via Pàl di Ferenc Molnàr

"I ragazzi di via Pàl" di Ferenc Molnàr è un classico della letteratura per l'infanzia (il più popolare romanzo ungherese), anche se forse non famoso come altri romanzi quali: "Alice nel Paese delle Meraviglie", "L'isola del tesoro", "Il giardino segreto", "Pinocchio" ecc...
Essendo un classico ne esistono molte edizioni, quella che ho letto io è quella della Gribaudo, con la traduzione di Raffaele Borrelli. Segnalo che questa edizione presenta anche alcune note a piè di pagina che spiegano alcuni termini particolari e alcune incongruenze nei testi (tipo i colori della bandiera dei ragazzi di via Pàl).
 
 Sopra: La copertina ha un bell'aspetto, con il titolo nero in uno spazio bianco circondato da dei decori rossi, su cui spicca il lampione bianco e nero a sinistra.
 
La storia è ambientata a Budapest nella primavera del 1889 e descrive la "guerra" in atto tra due bande di ragazzini della scuola secondaria; una ha il proprio quartier generale nella via Pal, l'altra è conosciuta col nome di "Camicie rosse" e ha la sua base al giardino botanico, non molto distante. 
Il quartier generale dei ragazzi della via Pal, chiamato Grund, consiste in un terreno libero delimitato dalle case popolari, nei pressi del quale si trova anche un deposito di legname (la "Cittadella"): questo è il loro territorio e parco giochi.
Il capo della banda, che ha il titolo di "presidente" è Boka, un ragazzo più saggio ed equilibrato degli altri,  e per questo stimato e rispettato da tutti, che lo scelgono per questo come capitano. All'inizio della storia il solo Boka ha il grado di Capitano e quindi di comandante "dei ragazzi della via Pál", mentre tutti gli altri hanno un grado variabile fra quello di Sottotenente e Tenente, ad eccezione del più piccolo e gracile del gruppo, Nemecsek, l'unico a rimanere sempre e solo soldato semplice ed il cui nome viene inserito spesso nel "quaderno delle punizioni". Altri compagni sono Geréb (in costante competizione con Boka per il ruolo di capo di cui non sopporta il suo temperamento pacato e giudizioso), Csònakos (ragazzo di campagna, molto forte e abile nell'arrampicarsi sugli alberi e nell'emettere fischi potenti), Weisz, Barabas (scanzonato, impulsivo, a volte impertinente e portato a parlare a sproposito), Csele (a tratti fisici molto delicati, sempre impeccabile ed in perfetto ordine) ...
Le Camicie Rosse sono invece guidate dal valoroso e forte Franco Áts, un fiero avversario per Boka nonchè un ragazzo prestante, forte, audace e molto fiero, ma anche con una notevole dignità. Durante un'incursione, egli riesce ad impadronirsi temerariamente della bandiera - cucita dalla sorella di Csele - che si trovava sulla fortezza che i ragazzi della via Pál avevano costruito su una delle cataste di legname. 
È proprio questo avvenimento che inizia a mettere in moto gli avvenimenti che porteranno poi alla "guerra" finale per il possesso del Grund. Inoltre qualcuno aveva dimenticato di serrare la porta del campetto ed aleggia il sospetto che possa esserci un traditore che abbia lasciato apposta la porta aperta. 
Boka, dopo essere stato riconfermato capo assoluto con 11 voti (contro i 3 dati a Geréb), organizza, assieme a Nemecsek e a Csonakos, una spedizione per riprendere la bandiera direttamente al campo avversario, un isolotto al centro del laghetto nel giardino botanico. L'avventura è piena di colpi di scena ed imprevisti ...
 
 Sopra: Le pagine che segnano l'inizio del primo capitolo del libro, in cui a sinistra compare il lampione che c'è anche sulla copertina.
 
I testi sono accompagnati da alcune illustrazioni in bianco e nero tratte un'edizione del 1935 della casa editrice milanese Genio, ma non sono sicura sul nome dell'illustratore, poichè non viene menzionato.
I disegni sono per la maggior parte a pagina intera, ma ve ne sono alcuni anche in mezzo ai testi, grandi circa mezza pagina. Hanno tratti molto semplici, morbidi e tondeggianti, con personaggi quasi abbozzati, soprattutto i tratti della testa e del viso. Essi mi ricordano il modo in cui veniva ritratto Tintin, un personaggio immaginario protagonista della serie a fumetti belga "Le avventure di Tintin" ideata e disegnata da Hergé, ritenuto antesignano e modello di riferimento dello stile della linea chiara della scuola franco-belga. I corpi hanno un aspetto più robusto e dettagliato, anche se piuttosto statico.
Le immagini a pagina intera hanno un aspetto più scuro rispetto a quelle in mezzo ai testi, poichè quest'ultime sembrano essere state tracciate semplicemente con un pennino, mentre nelle altre sono state aggiunte delle sfumature (forse eseguite ad acquerello) per dare un tocco di "colore" in più alle scene.
Le illustrazioni rappresentano tutte scene narrate nei testi: i ragazzi della via Pàl che spiano le Camicie Rosse, Boka che spiega il gruppo di via Pàl i piani per la battaglia, la battaglia contro le Camicie Rosse, Nemecsek che viene buttato in mezzo al lago dalle Camicie Rosse, Janò che solleva tra le braccia Nemecsek svenuto...

 
 
 
 Sopra: I disegni sono per la maggior parte a pagina intera, ma ve ne sono alcuni anche in mezzo ai testi, grandi circa mezza pagina. Hanno tratti molto semplici, morbidi e tondeggianti, con personaggi quasi abbozzati, soprattutto quelli della testa e del viso. I corpi hanno un aspetto più robusto e dettagliato, anche se piuttosto statico. Le illustrazioni rappresentano tutte scene narrate nei testi: i ragazzi della via Pàl che spiano le Camicie Rosse (in alto a sinistra), Boka che spiega il gruppo di via Pàl i piani per la battaglia (a destra), la battaglia contro le Camicie Rosse (in basso a sinistra) e Janò che solleva tra le braccia Nemecsek svenuto (in basso a destra).
 
"I ragazzi di via Pàl" di Ferenc Molnàr è un bel romanzo di formazione, in cui sono presenti diversi valori morali quali: l'impegno nella difesa dei propri diritti nei confronti di invasori e prepotenti, l'onore e l'eroismo, e cosa vuol dire essere davvero un eroe. Una certa parte della critica vi ha anche rilevato degli spunti di generica riflessione antimilitarista.
Tra le righe io vi ho letto anche una denuncia alla mancanza di luoghi adatti a far giocare i bambini nelle città, in quanto quelli di via Pàl devono utilizzare un terreno di una segheria, mentre le Camicie Rosse utilizzano un Orto Botanico, in cui però non possono giocare a palla, ed è proprio questo che dà inizio alla "guerra" tra le bande: "Voi sani e bei ragazzi di campagna, che dovete fare soltanto un passo per essere all'aria aperta, nella pianura infinita sotto la grande  meravigliosa campana di vetro  azzurro che chiamiamo cielo; [...], non potete nemmeno lontanamente immaginare cosa rappresenti per un ragazzo di budapest un pezzo di terreno non edificato. Per lui è la sua pianura, la sua prateria, il suo deserto. rappresenta l'infinito e la libertà. Non si tratta in definitiva che un pezzettino di terreno limitato da un lato sa una staccionata di legno marcio, e dagli altri tre dai muri delle case che si stagliano al cielo".
La storia è interessante perchè si svolge in un ambiente realistico, la città di Budapest del 1889, e affronta problemi reali della vita di alcuni ragazzi delle medie dell'epoca. A differenza di altri racconti per ragazzi in questo caso i problemi che i ragazzi affrontano non sono questioni, per così dire, di vita o di morte. Le vicissitudini che la banda dei ragazzi della via Pàl si ritrovano ad affrontare riguardano una dimensione per dei bambini comunque di grande importanza: il gioco e il tempo libro.
Ciò che mi è piaciuto maggiormente del libro è come lo scrittore tratti con molto rispetto e serietà le questioni e i problemi che questi ragazzi affrontano, pur presentando i fatti in modo oggettivo. Un lettore adulto che legge queste vicende si rende perfettamente conto che ciò che accade a questi bambini non sono questioni irreparabili, e certe volte potrebbe venirgli anche un po' da sorridere di fronte ad alcuni episodi. Vi è ad esempio il momento in cui i membri della Società dello Stucco vengono convocati dal professore e costretti a sciogliere la loro società segreta (il cui obiettivo è quello di raccogliere dello stucco, rubandolo da vetri che sono stati appena posizionati, e mantenerlo morbido masticandolo), e tutti si mettono a piangere disperati.
D'altra parte però il lettore si prende a cuore le questioni di questi ragazzini e, in fondo, capisce che per loro, per dei bambini, queste sono questioni della massima importanza, ed è giusto che ci tengano così tanto, perchè per essi la loro vita, non essendo ancora entrati nel mondo degli adulti, è questa: una vita fatta dalla scuola, ma soprattutto dai giochi svolti durante il loro tempo libero. Tra l'altro è bello vedere questi ragazzini che possono giocare così tanto all'aperto, senza dover essere costantemente sorvegliati dai genitori: un vantaggio di cui bambini della nostra epoca non godono più, un po' perchè la società è cambiata, così come è cambiata la genitorialità.
I ragazzi della via Pàl e le Camicie Rosse invece dopo la scuola (che finisce alle 13) e dopo pranzo, possono ritrovarsi tutti i giorni a giocare fino all'ora di cena, senza venire mai interrotti da qualche adulto. Non che i loro genitori siano persone completamente assenti o indifferenti nei riguardi dei figli, in momenti importanti li vediamo intervenire: come quando il padre di Ceres viene a chiedere alla banda se il figlio è veramente un traditore ed è per quello che è stato espulso; oppure quando la madre di Nemecsek si presenta di persona al Grund in cerca del figlio molto malato.
Spesso noi adulti ci dimentichiamo quanto sia importante la dimensione del gioco per i bambini, poichè attraverso di esso loro imparano tante competenze e abilità, che poi acquisiranno anche per la vita adulta. Seguendo la storia dei ragazzi della via Pàl vediamo come alcuni di questi maturino e apprendano importanti valori, come appunto difendersi dai prepotenti, l'amicizia, il rispetto, la fedeltà, l'onore. Boka, il capo della banda è un esempio di buon capo: calmo e riflessivo e molto equilibrato, un ragazzo giusto che non sfrutta mai la propria posizione per fini egoistici o per il proprio tornaconto. Nemecsek è il personaggio che affronta la crescita interiore più grande e che è effettivamente il protagonista del romanzo. Egli infatti, da soldato semplice (l'unico di tutta la banda), affronta con impegno i propri compiti, anche quando gli pesano ed è quello che dimostra più coraggio, senso dell'onore e di abnegazione: quando Feri Ats (il capo delle Camicie Rosse) gli propone di unirsi a loro, impressionato da una dimostrazione di coraggio, il ragazzino non accetta, preferendo piuttosto farsi immergere nel laghetto, pur essendo già molto raffreddato. Inoltre si presenta lo stesso alla battaglia finale, nonostante le sue condizioni di salute, avendo pure un ruolo decisivo nel far vincere la battaglia ai suoi compagni. Anche Ats, pur essendo il "nemico", viene descritto come una persona onorevole, che vuole lottare in modo leale e che punisce i suoi sottoposti per aver rubato con la forza a dei bambini più piccoli di loro.
È molto interessante vedere il modo in cui questi gruppi si riescano ad utogestire, pur con i loro contrasti interni, poiché, non essendoci adulti di mezzo, la gestione dei conflitti e le decisioni vengono prese esclusivamente dagli stessi ragazzi e dai loro capi (che sono esempi di buoni leader). Anche la battaglia finale non è una rissa tra bande, ma è gestita in modo piuttosto regolare e controllato, con delle precise regole che impediscono ai contendenti di farsi male, regole concordate precedentemente tra le due parti (cosa che spesso neanche gli adulti riescono a fare): "Accettiamo la dichiarazione di guerra. Ma su un punto bisogna mettersi d'accordo: non voglio nel modo più assoluto che la battaglia si trasformi in una rissa". In realtà, quando le cose iniziano a mettersi male per le Camicie Rosse, questi saranno tentati di non rispettare più le regole, cosa comunque realistica: "Le Camicie Rosse capivano di essere ormai perdute e iniziavano a trascurare le regole che erano state fissate all'inizio. Per loro le regole erano da rispettare finchè pensavano di poter vincere una battaglia regolare".
C'è da dire che comunque la lotta tra le due bande è sempre descritta come una rivalità rispettosa, non vi è mai vero odio tra i membri delle rispettive parti, tanto che anche le Camicie Rosse si recano a visitare e rendere omaggio a Nemecsek quando vengono a sapere che è malato (anche a causa loro). Questa è una bella cosa, perché almeno i bambini è giusto che vivano la propria vita con serietà ma anche con la giusta serenità, leggerezza e spensieratezza, senza farsi rodere l'animo da sentimenti negativi; anche se a volte le cose tristi possono entrare nelle vite di chiunque, perché la morte non risparmia nessuno, adulto o bambino.
Un bel romanzo di formazione per ragazzini a partire dai 9 anni, con diversi valori morali, ma che narra anche una storia che coinvolgerà i giovani lettori che potranno immedesimarsi nei vari personaggi, i quali non sono affatto stereotipati, ma molto sfaccettati. 
Segnalo che i personaggi, principali e secondari, sono tutti maschili, quelli femminili sono pochissimi e occupano veramente un ruolo irrilevante: c'è la sorella di Csele (che però è solo nominata) che è colei che si occupa di cucire le bandiere per la banda dei razzi; una serva di Geréb che ha la funzione di messaggero, in quanto porta, in una scena, una lettera da parte del padroncino a Boka; la madre di Nemecsek, che svolge il ruolo di madre devota ma passiva, che interagisce talvolta con i ragazzi delle bande quando vengono a trovare suo figlio.
 
Il romanzo è stato pubblicato originariamente in Ungheria a puntate su una rivista nel 1907 col titolo "A Pál utcai fiúk". La seguente edizione italiana è stata edita nel 2017 dalla Gribaudo; il libro ha la copertina rigida, ha 224 pagine, misura 19,5 cm d'altezza e 13,7 cm di lunghezza e costa 8,90 euro.
 
Alcune altre edizioni integrali, non troppo vecchie, di "I ragazzi di via Pàl" di Ferenc Molnàr:
 
       

       
 
   
Sopra, dall'alto in basso e da sinistra verso destra: ed. Fanucci (traduzione di Beatrice Masini, 2020), ed. De Agostini (a cura di Annalisa Strada, 2019), ed. Salani (2018), ed. Mondadori (traduzione di Gianguido Manzelli, 2016), ed. Feltrinelli (traduzione di raffaele Borrelli, 2014), ed. De Agostini (traduzione di Roberto Pasini e Katalin Demcak, 2013), ed. Giunti Junior (traduzione di Mario Brelich, 2011), ed. De Agostini (traduzione di Roberto Pasini e Katalin Demcak, 2011), ed. BUR (2010), ed. Nord-Sud (a cura di Annalisa Strada, 2010), ed. Fabbri (traduzione di Ignazio Balla, 2004).
 
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