"Matilda" è uno tra i romanzi più famosi scritti da Roal Dahl, accompagnato dalle illustrazioni di Quentin Blake, che vede come protagonista Matilde, una bambina di 6 anni che si ritrova a lottare contro una famiglia che non la capisce e contro una preside davvero pericolosa e manesca.
Sopra: Le copertine di varie edizioni di questo romanzo. Quella a sinistra è l'edizione che ho io che è del 2016, quella centrale è del 2008, mentre quella a sinistra è del 1995.
Matilde è una bambina unica e geniale: ha imparato a leggere a tre anni, e a quattro ha già
divorato tutti i libri della biblioteca pubblica. "Non è carino che i genitori trattino dei figli comuni come croste o calli, ma è ancora peggio se il bambino in questione è fuori dal comune, ossia geniale e sensibile. E Matilde era entrambe le cose. Soprattutto, possedeva una mente così brillante e vivace, e imparava così in fretta, che le sue capacità avrebbero dovuto risultare evidenti anche per i genitori più tonti. [...]
Il giorno in cui suo padre rifiutò di comprarle un libro, Matilde andò a piedi sino alla biblioteca pubblica del paese, da sola. Appena arrivata si rivolse alla bibliotecaria, la signora Felpa, e chiese se poteva sedersi un po' a leggere. La signora Felpa, piuttosto stupita di vedere una bambina così piccola non accompagnata da un genitore, le rispose che era la benvenuta. [...] Da quel giorno, appena sua madre usciva, matilde faceva una passeggiatina fino alla biblioteca. Ci metteva solo dieci minuti e poi, tranquillamente seduta, trascorreva due ore meravigliose in un angolo accogliente e quieto, divorando un libro dopo l'altro."
La bambina possiede una mente così geniale e vivace da allontanarla dal resto della famiglia
che possiede ideali e abitudini molto differenti. Il padre Enrico,
infatti, vende automobili usate e inganna continuamente i suoi clienti,
manomettendo il contachilometri e usando della segatura come rimedio
all'usura del cambio; la madre trascorre tutto il suo tempo guardando
telenovele in tv e giocando a bingo,
hobby che la porta a lasciar sola Matilde tutto il pomeriggio. Il
fratello Michele sembra assecondare il volere dei genitori, ascoltando
con attenzione i discorsi del padre per una futura messa in pratica.
Quando Matilde inizia la scuola si trova davanti a una nuova avventura: da un lato c'è l'incontro con la signorina Dolcemiele, la sua maestra,
che riconosce sin dal primo istante l'intelligenza straordinaria di
Matilde, assegnandole, durante le lezioni, attività avanzate per
impedirle di annoiarsi, e più tardi si rende conto di come i coniugi
Dalverme non capiscano la figlia e sottovalutano l'istruzione.
Dall'altro lato però Matilde conosce la preside della scuola, infatti nel
frattempo la bambina ha modo di vedere come la direttrice della scuola,
la signorina Spezzindue, detesti i bambini e trovi i modi più violenti e
incredibili di punirli: ad esempio per punire gli alunni si diverte a rinchiuderli in un armadio pieno di
chiodi, lo Strozzatoio, o li usa per allenarsi al lancio del martello
olimpionico. Lampante è un momento in cui vede una ragazzina
con le trecce e la lancia in aria afferrandola per i capelli, come se fosse un martello olimpionico, perchè la preside detesta le trecce.
La signorina Dolcemiele prova a dire alla preside della straordinaria intelligenza della bambina, ma la Spezzindue non le crede, pensando che voglia solo liberarsi di un elemento scomodo della classe, così Matilde è costretta a rimanere in prima. Nonostante la maestra le dia dei libri apposta per lei da leggere Matilde si annoia talmente che inizia a sviluppare delle capacità psico cinetiche, diventando in grado di muovere gli oggetti con la forza del pensiero. Come deciderà di usare Matilde questi poteri? Poteri che potrebbero cambiare le sorti di molte persone.

La storia è accompagnata dalle illustrazioni del rinomato Quentin Blake, disegnatore, illustratore e scrittore britannico, famoso nel mondo per le sue illustrazioni particolari di libri per
bambini e ragazzi, ha infatti disegnato più di 300 libri, e ha
ottenuto un successo internazionale proprio grazie ai disegni presenti nei libri
di Dahl.
Lo stile di Blake si
adatta infatti molto bene ai testi di Dahl, ironici e irriverenti,
poiché esso è molto sbarazzino, con personaggi e ambienti disegnati in
modo rapido con l'inchiostro nero, dal tratto molto tremolante. Diciamo
che i personaggi di Blake non hanno un aspetto propriamente "bello" da
vedere, ma sicuramente molto espressivo, originale e vibrante.
Le immagini presenti nella raccolta sono abbastanza numerose e ve ne sono
sia a pagina intera che in mezzo ai testi. Entrambe rappresentano vere e
proprie scene narrate nei testi, visto che anche i disegni in mezzo ai testi di solito sono abbastanza grandicelli, come: Matilde che prende di nascosto il cappello di suo padre dall'appendiabiti, lei che legge in biblioteca, lei che alza la mano mentre si trova in classe della signorina Dolcemiele, la Spezzindue che lancia una bambina della scuola con la tecnica del lancio del martello, Matilde assieme alla sua famiglia mentre guardano la tv mentre mangiano, le a casa della signorina Dolcemiele, ecc...
I disegni svolgono sicuramente una funzione di supporto durante la lettura aiutando i lettori a visualizzare le scene di cui leggono e a vedere anche come sono fatti personaggi, con una Matilde raffigurata come una bambina piccolina e graziosa, la Spezzindue come una donnona molto alta e dalla struttura fisica robusta, che non sorride mai, la signorina Dolcemiele come una donna magrolina ed esile con un volto dai tratti delicati e i capelli biondi.





"Matilda" di Roal Dahl è un bel romanzo che vede per protagonista una bambina piuttosto piccola (cosa insolita per i libri indirizzati ad un pubblico di 8 anni) ma estremamente intelligente.
La prima cosa che si apprezza di questo libro sono i personaggi, i quali sono anche piuttosto sfaccettati ma praticamente tutti sopra le righe (una cosa che potrebbe far storcere il naso a qualche adulto, ma è evidente che l'autore è consapevole della cosa ed è fatta apposta), in primis la protagonista: Matilde, una bimbetta dall'intelligenza fuori dal comune, che però è anche molto umile poiché essendo piccola in realtà non si rende proprio conto di quanto lei sia straordinaria.
C'è da dire che in effetti per i primi anni di vita Matilde è circondata da persone che non si rendono conto delle sue capacità e non la apprezzano, ed è un peccato constatare che non si tratta di estranei ma proprio della sua famiglia: i Dalverme. I genitori di Matilde sono infatti: ignoranti, arroganti e sprezzanti della cultura,
criticano il fatto che Matilde legga. Il padre Enrico è un uomo
disonesto che vende automobili usate truccandole e sembra detestare
Matilde perché femmina; la madre, invece, è una casalinga istupidita
dalle telenovelas e fanatica del gioco del bingo, che spreca il suo tempo e, nonostante non lavori, è così pigra da non sforzarsi nemmeno di cucinare per la famiglia, che si ritrova tutte le sere a cenare con piatti preconfezionati, surgelati o cibo spazzatura.
Nella descrizione della famiglia Dalverme è possibile vedere una spietata critica di Dahl a quel tipo di persone ignoranti, che disprezzano la cultura perchè non la capiscono e che quindi cercano di conseguenza di sminuire coloro che invece l'apprezzano. È ciò che accade proprio a Matilde, la quale si sente rispondere più volte male dal padre, come quando lui la insulta quando lei gli chiede di poterle comprare un libro: "<<Papà mi compreresti un libro?>>
<<Un libro? E per che cavolo farci?>>
<<Per leggerlo>>.
<<Diavolo, ma cosa non va nella tele? Abbiamo una stupenda tele a ventiquattro pollici e vieni a chiedermi un libro! Sei viziata, ragazza mia!>>"
D'altronde l'autore fa capire molto chiaramente ai lettori che tipo di persona sia il padre di Matilde: intanto come lavoro fa il truffatore, in quanto rivende auto usate che sarebbero quasi da buttare a prezzi alti, manomettendo il contachilometri e usando altri trucchetti, per farci un bel guadagno, ed è tra l'altro molto fiero di ciò, credendosi pure molto furbo e scaltro. Peccato che i suoi traffici vengano notati dalle forze dell'ordine verso al fine del libro. Si rivolge poi male alla figlia, usando con lei anche delle parole abbastanza brutte, che Dahl non esita a mettergli in bocca per far comprendere al lettore quanto il personaggio sia negativo: parole come "stupida" o "deficiente", oppure frasi sgarbate come "<<E chi ti credi di essere per farmi la predica?>> urlò. <<Il Papa? Non sei che un pidocchio ignorante che non sa quel che dice>>"; "<<Se parli solo per dar aria ai denti, tieni la bocca chiusa>>"; oppure quando dice alla moglie "<<Tua figlia è un'imbrogliona e una bugiarda>>"...
Inoltre il signor Dalverme, è proprio perchè ignorante, sembra essere anche un uomo pieno di pregiudizi, oltre che nei confronti della cultura (che secondo a lui non serve a niente), anche nei confronti delle donne, reputandole poco intelligenti a prescindere: "Matilde osservò con calma: <<Papà, hai guadagnato esattamente quattrocentomilatrecentotre sterline e cinquanta pence>>.
<<Non ti intromettere. Io e tuo fratello siamo impegnati in operazioni di alta finanza>>.
<<Ma papà...>>
<<Stai zitta. Non tirare a indovinare e non cercare di fare la furba>>."
Oppure parlando con la signorina Dolcemiele la signora Dalverme, che è sulla stessa linea d'onda del marito, le dice: "<<Secondo me le ragazze dovrebbero pensare a farsi belle, più che all'istruzione. L'aspetto fisico è più importante dei libri, signorina Dolcemula...>> [...]
<<Non è con l'intelligenza che si accalappia un uomo>> disse la signora Dalverme. <<Guardi quell'attrice, per esempio>> aggiunse, indicando lo schermo muto del televisore, dove una fanciulla dal seno straripante abbracciava un attore attempato, al chiaro di luna. <<Non penserà che lo abbia conquistato a furia di moltiplicazioni, no? E adesso lui la sposerà, ci scommetto, e lei vivrà in una casa magnifica con tanto di maggiordomo e cameriere>>." Ciò dimostra come anche la madre di Matilde, seppur non offenda deliberatamente la figlia, sia portatrice di una certa mentalità che mette in primo piano le apparenze e la pigrizia, sottovalutando e sminuendo l'importanza della cultura.
Non sorprende quindi che la prima metà del libro sia composta da una serie di scherzi e dispetti che Matilde rivolge contro il padre, senza mai farsi scoprire, per vendicarsi di episodi particolarmente irrispettosi che il padre ha avuto nei suoi confronti.
Dopo la prima parte, in cui conosciamo la famiglia e il contesto familiare in cui vive la protagonista entra invece in scena l'ambiente scolastico, quando Matilde potrà finalmente andare a scuola. Ma sarà qui che conoscerà il vero antagonista della storia: la signorina Spezzindue, la preside dellas scuola: "La direttrice, il comandante in capo, il dittatore dell'istituto, era un donnone di mezza età, la signorina Spezzindue. [...] una gigantesca tiranna, una belva feroce che terrorizzava alunni e insegnanti. Ci si sentiva minacciati già a vederla da lontano, e, quando si avvicinava, il senso di pericolo aumentava, irradiato la lei come da una sbarra di metallo rovente. La signorina Spezzindue non camminava mai, marciava come un soldato dei battaglioni d'assalto, a lunghi passi, dondolando ritmicamente le braccia; quando avanzava nei corridoi il rumore dei suoi passi la precedeva, e se per caso un gruppo di bambini capitava sulla sua strada, si apriva un varco tra loro come un carro armato, facendoli volare a destra e a sinistra."
La preside è un personaggio totalmente negativo che maltratta i bambini (ma anche gli adulti) sia fisicamente che verbalmente, infatti Dahl le mette in bocca un vocabolario piuttosto colorito, anche se divertente, con espressioni e insulti come: "La tua mamma è un'idiota", "Sembri un topo con la coda che gli spunta dalla testa", "Miserabile foruncolo", "Vescica pustolosa", "Sei un lurido pezzente", "Lumacone ignorante", "Stupido inetto", "Criceto scervellato", ecc...
Anche lei, come il signor Dalverme, è una persona ignorante e assolutamente convinta e ferma nelle proprie convinzioni, tanto che prende subito in antipatia Matilde, dimostrando, tra l'altro, di non saper assolutamente giudicare le persone, tanto che ammette di aver avuto un'ottima impressione del signor Dalverme, ritenendolo un uomo onesto e "una colonna della società". L'autore l'ha resa il prototipo dell'adulto adultocentrico, che non solo non sopporta i bambini, ma nega proprio l'infanzia, tanto che la signorina Spezzindue nega di essere stata bambina: "[...] le bambine sono molto più pericolose dei maschietti. Ed è difficile domarle. Domare una mocciosa perversa è come cercare di schiacciare un moscone su una cacca. Cerchi di colpirlo e quello è già volato via. Che cosa disgustosa, le bambine. Per fortuna io non sono mai stata bambina>>."<<Ma direttrice, dev'esserlo stata per forza!>>
<<Non per molto tempo, comunque<< abbaiò la signorina Spezzindue, sghignazzando. <<Sono diventata donna molto in fretta>>."
A differenza del signor Dalverme inoltre la preside è anche una persona violenta e manesca, che non esita a mettere le mani addosso ai bambini: oltre a chiuderli in uno spazio in cui devono rimanere in piedi per ore se non vogliono essere graffiati da chiodo o vetri, li tira per i capelli, li prende per i capelli e li lancia di peso. Andando avanti inoltre si scoprirà che la donna si è pure macchiata di un omicidio, il che fa comprendere quanto sia pericolosa e senza scrupoli.
Tra i personaggi positivi, che la protagonista incontra proprio a scuola, comunque troviamo la signorina Elisabetta "Betta" Dolcemiele, maestra della classe di Matilde: "La maestra, la signorina Dolcemiele, aveva ventitré o ventiquattro anni e un bellissimo, pallido viso da Madonna, con occhi azzurri e capelli castano chiaro. Era così snella e fragile da dare l'impressione che se fosse caduta sarebbe andata in mille pezzi, come una statuina di porcellana.
Betta Dolcemiele era mite e tranquilla, non alzava mai la voce e sorrideva di rado, ma aveva la rara capacità di farsi amare al primo sguardo dai propri alunni." Scopriamo aver avuto però un'infanzia difficile a causa di una crudele zia che la trattava come una Cenerentola, e di cui in realtà non si è ancora liberata del tutto. È un'insegnante dolce, paziente
e capace, che riconosce le doti di Matilde e si impegna per
valorizzarle nel modo giusto.
È comunque proprio mentre si trova a scuola che Matilde sviluppa i suoi poteri, in quanto a quanto pare si annoia talmente che l'intelligenza
deve pur uscirle da qualche parte: così le esce dagli occhi. Gli occhi
di Matilde diventano incandescenti e da essi si sprigiona un potere
magico che l'avrà vinta sulla perfida direttrice Spezzindue, in una serie di scene divertenti e adrenaliniche.
Comunque Matilde è dovuta ricorrere ad utilizzare tali poteri perchè si è trovata davanti a una persona come la Spezzindue molto potente e pericolosa, che è potuta essere sconfitta solo con un aiuto extra, mentre per quanto riguarda il padre Matilde se l'è sempre cavata egregiamente, come se l'autore volesse dire ai lettori che l'intelligenza e la cultura sono le
uniche armi che un debole può usare contro l'ottusità, la prepotenza e
la cattiveria.
Un libro in cui si parla anche di scuola e di educazione, ed è evidente di come Dahl voglia una scuola che renda i bambi i liberi di imparare, che sia un luogo in cui si imparano delle cose ma anche in cui si stia bene e ci si diverta, basta pensare all'episodio in cui un bambino spiega alla preside come la maestra insegni loro i concetti e le regole con delle canzoncine o filastrocche per aiutarli nell'apprendimento. Cosa che ovviamente la preside aborrisce: "<<Signorina Dolcemiele, non dovrebbe mescolare la poesia con l'ortografia. Ci dia un taglio, per il futuro!>>
<<Ma permette loro di imparare senza fatica!>> mormorò la maestra."
Anche se a livello di lezioni, essendo anch'io una maestra, ho avuto qualche perplessità: capisco che magari la scrittura venga insegnata in modo diverso rispetto a come la insegniamo in Italia, e che quindi si passi già alla scrittura di parole intere piuttosto che alle singole lettere, visto che la storia è ambientata in Inghilterra, ma ho trovato davvero strano che in prima elementare si preveda come programma già l'insegnamento delle tabelline, che di solito vengono presentate solo in seconda come addizioni ripetute.
Il romanzo comunque oltre a essere piuttosto divertente e molto ironico è anche pieno di messaggi e riflessioni interessanti, in una storia che sottolinea l'importanza della cultura e in particolare della lettura e spinge i lettori a ribellarsi alle ingiustizie e alla prepotenza. Matilde è un bel personaggio infatti perchè, pur rimanendo sempre una bambina rispettosa, educata e tranquilla, è bel lontana da essere una di quelle bambine settecentesche/ottocentesche che subivano qualsiasi angheria mantenendosi buone e remissive, che seguivano quella che la Silvia Blezza Picherle definisce la "filosofia della rinuncia" (Blezza Picherle S., Letteratura per l'infanzia e l'adolescenza. Una narrativa per crescere e formarsi, QuiEdit, Verona, 2020, p.26), la quale portava le bambine a privarsi anche dei più semplici piaceri in nome del sacrificio per gli altri. Matilde è un personaggio femminile che reagisce alle angherie, vendicandosi in maniera furba sfruttando la sua intelligenza, poiché essendo ancora piccola la forza non le sarebbe di alcuna utilità, una sorta di Davide contro Golia. Nonostante possa non sembrare a una prima occhiata, Matilde è un personaggio femminile forte, oltre che molto resiliente, un personaggio che, pur senza mai perdere la calma, si arrabbia ed entra in azione per combattere contro le ingiustizie, e non solo quelle che lei subisce, ma anche quelle subite dagli altri, la signorina Dolcemiele in primis. Pur essendo l'adulta, nonché l'insegnante di Matilde, lei simboleggia la vittima per eccellenza, quella che subisce senza ribellarsi, poiché per carattere e per il modo in cui è stata cresciuta è stata abituata ad essere così, sebbene anche lei nel suo piccolo sia riuscita a conquistarsi degli spazi di libertà, sebbene al costo di grandi sacrifici. Matilde la aiuta, aiutando anche tutti i bambini e gli insegnanti della sua scuola, finendo per aiutare anche se stessa, arrivando a riuscire ad abbandonare la propria famiglia, che non la apprezza, per rimanere con qualcuno che invece lo fa e le vuole bene per ciò che è. Un messaggio che insegna ad abbandonare le persone che non ci apprezzano, senza sensi di colpa, e restare con quelle che ci fanno sentire bene.
Una lettura bella e divertente, sebbene meno ricca di elementi fantastici o magici rispetto ad altri libri dell'autore, ma che veicola anche messaggi importanti e riflessioni interessanti, sempre all'insegna dell'ironia e con una scrittura pungente (e non sempre politically correct, come è tipico di Dahl), adatta a partire dagli 8 anni, un libro dalla parte dei bambini (pensiamo a come Matilde si vendichi nei confronti degli adulti cattivi, risultando vincente) ma che può dire tanto a qualsiasi età.
Il volume è stato pubblicato originariamente in inglese nel 1988 col titolo "Matilda"; il volume è stato edito in italiano nel 1989 dalla Salani Editore. La storia è stata ristampata innumerevoli volte, l'edizione che ho io è del 2016, ha 224 pagine, una copertina rigida, misura 19,2 cm d'altezza e 13,00 cm di lunghezza e costa 12,90 euro.
Curiosità: da questo libro sono stati tratti due adattamenti cinematografici: il primo è il film "Matilda sei mitica" del 1996, mentre il secondo è "Matilda the Musical", un film musical prodotto da netflix e uscito nel 2022.
Sopra: Le locandine dei due film, il primo a sinistra del 1996 e quello a destra del 2022.
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