mercoledì 23 luglio 2025

Il Signore delle Mosche di William Golding

"Il Signore delle Mosche" è un romanzo scritto da William Golding nel 1954, in questa edizione illustrato da Jorge González, il quale vede come protagonisti un gruppo di ragazzini e di bambini precipitati su un'isola deserta nel bel mezzo di qualche non ben specificato conflitto mondiale.
Un romanzo a tesi di selvaggia violenza che, nell'esplorare i confini tra società e barbarie, razionalità e follia, è diventato fonte di ispirazione per film, romanzi e fumetti, adorato da scrittori come Ian McEwan o Suzanne Collins e selezionato dalla BBC tra le cento opere che hanno dato forma al mondo. Una storia ricca di simbolismo e profondità psicologica che mette a nudo le fragilità più segrete dell'uomo, rivelando l'infinito cinismo della vita adulta e la disarmante facilità con cui ci si può trasformare in mostri.
  
Sopra: Sulla copertina di questa edizione, che ha pure i bordi delle pagine colorati, compare un'illustrazione di Jorge González, sulle tinte del bianco, del nero e del rosso.
 
Quando un aereo precipita su un'isola deserta, a sopravvivere è solo un gruppo di ragazzini che, su una paradisiaca isola tropicale, danno vita a una società primordiale, 
I sopravvissuti al disastro sono un gruppo di ragazzi inglesi, tutti di buona famiglia borghese nell'età della preadolescenza, assieme ad altri molto più piccoli; insieme si mettono subito all'opera nel tentativo di auto-organizzarsi e governarsi con regole precise pur essendo senza alcun aiuto né controllo da parte di un'autorità adulta. I ragazzini ad esempio cercano di darsi delle regole e prima di tutto decidono di eleggere un capo, che sarà Ralph, un ragazzino biondo che diventerà presto amico di Piggy, un ragazzino con gli occhiali e sovrappeso (chiamato Piggy proprio per questo) che è un po' la mente del gruppo e il saggio della situazione, peccato che a causa del suo aspetto e della sua personalità gli altri non gli diano molto retta.
"<<Mi sembra che per prendere delle decisioni dovremmo avere un capo.>>
<<Un capo! Un capo!>>
<<Il capo dovrei farlo io>> sentenziò Jack, con arroganza spicciola <<perchè sono maestro del coro e anche capoclasse. So cantare in do diesis.>>
Un altro brusio. 
<<Be', allora,>> disse Jack <<io...>>
Esitò. Il ragazzo ombroso, Roger, alla fine si riscosse e prese la parola.
<<Facciamo un'elezione.>>
<<Sì!>>
<<Votiamo il nostro capo!>>
<<Mettiamo ai voti...>>
 Questo gioco delle elezioni sembrava divertente quasi quanto la conchiglia. Jack cominciò a protestare, ma la concitanza generata dal desiderio collettivo di avere un capo si tramutò nell'elezione di Ralph stesso a furor di popolo. Nessuno dei ragazzi sarebbe riuscito a trovare una ragione valida per quella scelta; chi finora aveva dato prova d'intelligenza era stato Piggy, d'altro canto era evidente che chi aveva il carisma del capo era Jack. Ma, lì seduto, Ralph emanava una calma fuori dal comune, straordinaria; e poi era alto, bello. E c'era la malia della conchiglia, oscura, sotterranea, e proprio per questo più potente. Il fatto che l'avesse suonata, e che poi li avesse aspettati seduto sulla piattaforma con quell'oggetto delicato in bilico sulle ginocchia: ecco ciò che lo distingueva tra tutti.
<<Quello della conchiglia.>>
<<Ralph! Ralph!>>
<<Eleggiamo capo lui, quello che suona la tromba.>>
 Ralph alzò la mano per imporre silenzio.
<<Va bene. Chi vuole che il capo sia Jack?>>
Le mani dei ragazzi del coro, obbedienti e malinconiche, si levarono. 
<<Chi vuole me?>>
 Ogni mano fuori dal coro scattò in alto, tutte eccetto quella di Piggy. Poi, anche Piggy alzò la mano in aria, malvolentieri.
Ralph le contò. 
<<Allora, il capo sono io.>>
 Un applauso scrosciò tra i ragazzi seduti in circolo. Applaudì persino il coro, e per la mortificazione Jack avvampò, al punto che le lentiggini i del viso scomparvero, sgranate dal rosso."
Jack, un ragazzo alto, magro, con i capelli rossi e lentiggini, non è molto contento della decisione, ma gli tocca adeguarsi, anche se Ralph gli concede di "tenersi" il coro (cioè i ragazzi che fanno parte del suo coro) i quali Jack decide che avrebbero fatto i cacciatori e da lì lui stesso inizierà a sviluppare una certa ossessione per la caccia, in quanto sull'isola c'è un branco di maiali selvatici, uniche bestie sull'intera isola, nonché unica fonte di proteine animali.
Di giorno i ragazzi, esplorano le stupende spiagge e cercano di procurarsi del cibo. L'isola potrebbe essere un luogo ideale e idilliaco, in quanto vi è acqua potabile, abbondanza di frutti e materiale per costruirsi dei rifugi, ci sono anche dei maiali selvatici da poter cacciare, un clima e un tempo atmosferico perfetti per vivere e nessun predatore. Tuttavia qualcosa non va, di notte, sono tormentati da incubi di una bestia primitiva e di quello che hanno perduto. Non hanno più una società cui appartenere, se ne devono creare una tutta nuova, ma mantenersi civili quando nessuno ti controllo non è così facile e presto la nuova società inizierà a traballare, lasciando spazio a brutali istinti e feroce sopraffazione, nella quale la ragione e la "civiltà" sembrano soccombere. 
Non ci vuole molto prima che i loro giochi innocenti prendano una piega sempre più oscura. 
 
 Sopra: Una scena dell'inizio della storia ritratta da González, quella in cui vediamo Ralph, il bambino biondo che suona la conchiglia, richiamare tutti gli altri invitandoli a radunarsi sulla spiaggia.

Questa edizione è accompagnata da alcune illustrazioni opera di Jorge González, un artista argentino con uno stile pittorico molto particolare e potente. 
Intanto l'artista rappresenta ambienti e personaggi in modo poco realistico, ma anzi come se fossero solo abbozzati. I personaggi infatti sono tracciati con poche linee decise ma frettolose, a volte spigolose o spezzate, con tratti facciali appena accennati. Gli ambienti sono dati più da pennellate e da macchie di colore che non creati tramite segni precisi, giusto per dare un'idea di dove l'ambientazione si svolga, ma senza che gli element dello sfondo abbiano troppi dettagli.
Una particolarità dell'artista è anche il modo in cui usa i colori, i quali è come se facessero fatica a restare dentro i bordi, peraltro spesso precari, degli elementi delle scene. In tutte le tavole viene usato molto il nero, il quale diventa preponderante nelle scene dove iniziano a dilagare la paura, la violenza e la follia. Nelle scene di violenza l'idea proprio della violenza e del sangue è data associando il nero al rosso, un rosso acceso e intenso, dato con violente pennellate. In altre scene invece più tranquille (tipo quella dove i ragazzi nuotano divertendosi nel mare) prevalgono invece colori freddi come il verde, l'azzurro e il blu, i quali sono i colori dell'acqua e degli alberi della foresta.
Le illustrazioni rappresentano delle scene narrate nel libro, ance se non sono poste in prossimità di queste ultime, ma sono state posizionate tutte alla fine del volume. Le scene non sono rappresentate in modo chiarissimo, il che rispecchia anche un po' il modo di narrare dell'autore, che non vuole dire tutto, ma lascia spazio all'interpretazione del lettore. Dopo aver letto la scena i lettori riescono a capire cosa è stato rappresentato in un'immagine, ma sono disegni che, più che rappresentare con esattezza e chiarezza quello che viene narrato, puntano di più a lasciare una forte impressione sull'osservatore, a colpirlo, con i loro colori e le loro linee.
Ne risultano delle immagini potenti anche se sicuramente particolari e realizzate con uno stile che magari non tutti apprezzeranno a prima vista (ad esempio personalmente posso dire che non è uno stile che a me piace, ma ha un suo perchè). 
 



 Sopra: Alcune delle illustrazioni di González poste alla fine del libro, particolari ma molto d'impatto e visivamente potenti.
 
"Il Signore delle Mosche" di William Golding è, come scritto sul retro di copertina, una: "Terrificante allegoria della condizione umana, narra la vicenda di un gruppo di ragazzini sopravvissuti a un disastro aereo che, su una paradisiaca isola tropicale, danno vita a una società primordiale, fatta di brutali istinti e feroce sopraffazione, nella quale la ragione e la "civiltà" sembrano soccombere. 
La vicenda vede come protagonisti questo branco di ragazzini e di bambini dai 6 ai 13 anni, tutti maschi, che si ritrovano su un'isola deserta dopo che i loro aerei, che avrebbero dovuto portarli al sicuro da qualche parte, vi sono precipitati. In realtà quando si inizia a leggere il romanzo la situazione non è cos' chiama come ve la sto raccontando, infatti devo dire di aver trovato il primo capitolo un po' difficoltoso da leggere, perchè, sostanzialmente, ci stavo capendo poco. Si intuisce che i ragazzi sono precipitati da un aereo e che è in corso un qualche tipo di conflitto mondiale (ma non ci verrà mai detto quale, perchè non è poi importante per i lettori saperlo), ma l'autore non è che lo spiega in modo diretto, no, te lo fa intuire dai discorsi e dai pensieri dei personaggi, cosa che accadrà ancora nel libro. 
Nel primo capitolo inoltre non ero riuscita ad entrare molto in sintonia con quello che diventerà il protagonista: Ralph, il quale subito si dimostra un tipo altezzoso e distaccato, nel suo ignorare Piggy e ne rivelare il soprannome di quest'ultimo agli altri nonostante lui gli avesse esplicitamente chiesto di non farlo. Col passare dei capitoli tuttavia Ralph inizierà a dimostrarsi una persona migliore, permettendo al lettore di immedesimarsi in lui e nella sua situazione, quando cerca di mantenere un po' di ordine e di far rimanere gli altri ragazzi sulla strada della ragione. 
Mi sono affezionata anche a Piggy, un ragazzino grassottello e con gli occhiali, preso di mira soprattutto da Jack, il quale è probabilmente il membro più saggio e intelligente del gruppo, il più civile e attaccato alla ragione, forse addirittura troppo per la situazione che si va a creare, e per questo è anche quello più preso di mira e solo la presenza di Ralph gli permetterà di rimanere in vita.  
Il personaggio più negativo è invece Jack, forte, arrogante, prepotente e dal carattere alquanto aggressivo, non è un caso che sia lui il cacciatore all'interno del gruppo, trasformando questa passione per la caccia in un'ossessione che culminerà nella caccia non più solo ad animali, ma anche ad esseri umani, in un crescendo di follia e pericolosità. Non stupisce che se la prenda tanto con Piggy, visto che i due sono praticamente agli opposti: Piggy è il lato civile e razionale, ma debole di fronte al selvaggio, Jack invece è il lato irrazionale e violento, quello che nelle società civilizzate si tende a reprimere, ma che su un'isola selvaggia tente a prevalere e a prendere potere, perchè si dimostra anche forte, forte della sua stessa violenza e crudeltà.
Altri personaggi importanti sono Simon, un ragazzino timido che spesso teme di dire la propria opinione, ma è anche colui che comprende veramente chi è la bestia (frutto di una paura irrazionale che in realtà non costituisce alcuna reale minaccia), peccato che non gli venga data la possibilità di svelarlo agli altri. Se Piggy rappresenta la parte razionale, Simon è il personaggio più spirituale, una sorta di profeta visionario.
Sam ed Eric, due gemelli molto uniti che sono gli amici di Ralph e Piggy, i quali avranno il compito principale di mantenere acceso il fuoco di segnalazione dell'isola. Infine c'è Roger, che è l'aiutante di Jack, il suo braccio destro, probabilmente ancora più irrazionale, violento, amante del potere e del controllo che può esercitare sugli altri, che infatti finisce per rappresentare la parte più malvagia e oscura dell'animo umano.
Passato il primo capitolo comunque per me la storia si è rivelata molto avvincente e coinvolgente, e mi sono ritrovata profondamente coinvolta nel conoscere le sorti di questi ragazzi, di cosa gli sarebbe accaduto, se sarebbero sopravvissuti tutti oppure no, in una storia che fa riflettere sulla natura dell'essere umano che, secondo Goldwin, è naturalmente portato alla violenza e perfino dei bambini non sono immuni da ciò, finendo per corrompersi nell'anima arrivando ad assumere comportamenti irrazionali ed estremamente violenti. Arrivata alla fine avrei voluto che ci fossero altri capitoli, che raccontassero come avevano reagito i bambini, come si sarebbero confrontati, come alcuni si sarebbero giustificati, come sarebbero cambiati dopo quell'esperienza, ma capisco che forse tutto ciò non era necessario perchè la vicenda era giunta alla sua conclusione (ma mi sarebbe comunque piaciuto leggerlo come chi, finita una fiaba, si chiede, chissà dopo cosa è successo).
Su questa storia ci sarebbe tanto da dire, visto che tratta tematiche come la leadership, lo scontro tra due principali forme di potere (democrazia e dittatura), la moralità, le sfaccettature dell'animo umano, la paura (usata come strumento di controllo), vari simbolismi (il fatto di dipingersi il volto diventa quasi l'equivalente del mettersi una maschera dietro cui nascondersi per compiere i più efferati crimini senza sensi di colpa), il rapporto e il confine tra la civilizzazione (che viene simbolicamente rappresentata da una grande conchiglia bianca che Ralph trova sulla spiaggia) e il caos (ad esempio quando Piggy chiede a Jack: "Cos'è meglio: avere delle leggi e andare d'accordo, o andare a caccia e ammazzare?"), ma vi consiglio soprattutto di leggerla e di trarne le vostre conclusioni e di rifletterci sopra. 
Un romanzo che ho visto spesso essere considerato "per ragazzi" perchè ha per protagonisti un gruppo di bambini, tuttavia ne consiglio la lettura a partire dall'adolescenza, dai 13/14 anni in su, anche per lo stile di scrittura dell'autore, che non rende sempre la storia scontata da comprendere ma che ama inserirvi molte allegorie. L'autore infatti non è uno di quegli scrittori che ama dare ai propri lettori "la pappa pronta", come si suol dire, ma preferisce lasciare più spazio al non detto, a lasciare che sia il lettore a sforzarsi per capire cosa sta realmente accadendo e ciò avviene per molte scene chiave del romanzo: quella in cui i ragazzi parlano della bestia, la quale poi il lettore scopre (ma non perchè venga detto, infatti la maggior parte dei ragazzini non lo verrà mai a sapere) essere il cadavere un paracadutista morto e mezzo decomposto; oppure quella dove Simon parla con una testa di maiale e sembra che questa gli risponda, per poi scoprire (cioè il lettore lo ipotizza ragionandoci) che è tutto frutto di una sorta di allucinazione, probabilmente dovuta al fatto che il ragazzo soffriva di epilessia; la scena della morte di un certo personaggio; ecc..
Un romanzo ancora adesso attuale, che è diventato un classico perchè tratta di tematiche e valori universali, e perchè ancora adesso ha qualcosa da dirci e comunicarci (basta pensare al recente fenomeno ritornato alla ribalta delle bande dei cosiddetti "maranza", ragazzetti che vanno in giro per le strade facendo i bulli e i violenti per sfidare l'ordine civile). 
 
Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 1954 col titolo "Lord of the flies". Ovviamente in italiano ne esistono tantissime edizioni, ma quella di cui vi parlo io è stata edita nel 2024 dalla Mondadori Editore con 252 pagine, la copertina flessibile, misura 22,2 cm d'altezza e 14,8 cm di lunghezza e costa 18,00 euro.
 
Nel 2024 è stata edita in italiano (sempre nel 2024 era uscita anche l'edizione originale in inglese col titolo "Lord of the Flies: the graphic novel") anche la graphic novel, riscritta, adattata e illustrata da Aimée De Jongh.
Solitamente non amo gli adattamenti a fumetti, tuttavia devo dire di aver apprezzato questo adattamento in quanto mi ha aiutato a comprendere meglio alcune scene descritte nel libro che mi erano parse un po' sfuggenti, perchè come ho detto l'autore preferisce spesso non esplicitare troppo e lasciare spazio all'interpretazione.
Il riadattamento a fumetti riprende bene tutte le vicende del libro, anche se su qualcosina glissa o ci passa sopra un po' velocemente; ad esempio avrei voluto che alcune scene, che nel libro mi avevano particolarmente colpito, fossero trattate con maggiore approfondimento, ma questo dipende anche da un aspetto personale del lettore. Ad esempio mi sarebbe piaciuto vedere che cosa Jack e gli altri avevano fatto a Sam ed Eric per convincerli a sottomettersi al loro volere (nel libro viene fatto intendere che siano stati torturati, ma nel fumetto non vengono disegnati con particolari ferite, dicono semplicemente che gli hanno fatto del male). Oppure nel libro, quando Ralph parla di nascosto con i gemelli mentre stanno facendo la guardia, questi gli svelano il piano di Jack di voler dare la caccia Ralph e sottilenano come Roger abbia preparato un bastone "con la punta da tutte due le parti" (segno che probabilmente vogliono infilzarlo come avevano fatto con i maiali? E forse addirittur cuocerlo allo spiedo?) e che lui, Jack e gli altri vogiano fare a Ralph qualcosa di terribile, mentre nel fumetto tale discorso non viene proprio accennato.
I disegni della graphic novel comunque sono molto belli, graziosi e delicati, puliti, dalle linee tondeggianti, con colori accesi e brillanti, un po' il contrario di quelli del romanzo illustrato, potenti ma volonatriamente caotici. Nonostante la delicatezza dei tratti non mancano però scene potenti, in cui la violenza non viene affatto risparmiata, ma anzi viene accentuata visivamente, non più solo raccontata ma anche mostrata.
Un buon adattamento, che magari può supportare anche i lettori meno esperti durante la lettura o invogliarli ad approcciarsi all'opera originale, o fungere da supporto visivo a chi lo legge o l'ha già letta. 
 
  
 
    
 
   
 Il Sopra: In alto a sinistra la copertina dell'edizione italiana, in flessibile, mentre a destra quella inglese, rigida. Sotto alcune delle pagine della graphic novel che mostrano alcune delle scene descritte nel romanzo: Ralph che convoca tutti coloro che sono precipitati sull'isola, una delle loro assemblee, il moemnto in cui danno fuoco a mezza isola e quello in cui Jack riesce finalmente ad uccidere per la prima volta un maiale selvatico.
 
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