lunedì 15 giugno 2020

Le mille e una notte a cura di Roberto Denaro

Dopo aver trattato alcuni libri di fiabe ( "Il pozzo delle meraviglie. 300 fiabe, novelle e racconti popolari siciliani"; "Tutte le fiabe. La prima edizione integrale 1812-1815"; "Tutte le fiabe") editi della Donzelli Editore, in questo post torno a parlarvi di un altro libro di racconti edito da questa casa editrice, la quale si è cimentata nuovamente con un altro grande classico della letteratura: "Le mille e un notte" a cura di Roberto Denaro, con le illustrazioni di Cinzia Ghigliano.

Sopra: Sulla copertina de "Le mille e una notte" edito dalla Donzelli si può vedere Shahrazad rappresentata da Cinzia Ghigliano.

I testi che sono presenti in questo libro non sono quelli tradotti da Monsieur Antoine Galland, l'orientalista che per primo, nel 1704, tradusse i testi de "Le mille e una notte" (un manoscritto arabo di tre volume proveniente dalla Siria). Galland infatti non si limitò a tradurre i testi cercando di assicurarsi la fedeltà della traduzione, ma li tradusse apportandovi moltie modifiche e cambiamenti. Egli inoltre non si limitò a tradurre le storie del manoscritto, ma si servì anche di altre fonti, tra cui i raccolti di un siriano, che Galland aggiunse poi ai racconti del manoscritto. Tali storie furono inoltre sottoposte a una serie di "rielaborazioni, ampliamenti e adattamenti, di cui non è possibile definire esattamente la portata, ma che non dovettero esere marginali".
Le modifiche furono di tale portata che si può dire che l'orientalista creò un'opera nuova, in cui i versi furono eliminati, i dialoghi semplificati e l'arabo del XVI - XV secolo si trasformò nella prosa francese dei salotti del XVIII secolo, una lingua colta e preziosa, che però poco aveva in comune con la lingua ibrida e colloquiale di un ceto medio-basso.
I testi di questo volume si basano invece sull'edizione critica partorita dall'arabista, professore dell'Università di Harvard, Muhsin Mahdi, il quale ha ricostruito la più antica versione del testo arabo, basandosi sul manoscritto usato anche da Galland e mettendolo a confronto con altri manoscritti arabi, valutando eventuali errori e varianti. "Affidandosi principalmente alle versioni iù antiche, mahdi è riuscito a ricostruire l'antenato comune di tutti i manoscritti siriani [...] depurato di tutte le aggiunte e corruzioni posteriori". Il professore ha poi svolto un lavoro simile anche sui manoscritti egiziani, per poi confrontare tra loro i due manoscritti ricostruiti, "fonti di tutti i manoscritti superstiti delle Mille e una notte", deducendo così l'aspetto del loro comune antenato. La versione su cui lavorò Galland probabilmente è quella immediatamente successiva alla fonte madre.
L'edizione di Mahdi, oltre a cambiare la cronologia delle notti, offre ai lettori un testo assai più ricco e più autentico di quello di Galland, soprattutto da un punto di vista linguistico. I testi sono infatti restituiti alla loro lingua originale, un arabo ricco di espressioni colloquiali, che nella versione di Galland erano stati cancellate, nel tentativo di "uniformare un testo verso l'alto", cioè verso una lingua più letteraria che popolare.
Grazie all'opera di Mahdi i lettori potranno scoprire una nuova versione de "Le mille e una notte", la cui protagonista è sempre Shahrazad, figlia del visir, che decide di sposarsi con il sultano Shahzaman per impedire a questo di continuare ad assassinare ogni sera una moglie. Per impedirle di ucciderla la giovane racconta ogni sera una storia al sultano, senza mai finirla prima di iniziarne una nuova, che però non concluderà durante la stessa notte. In questo modo il sultano, per sentire il finale della storia, notte dopo notte, per mille e una notte, continua a rimandare il momento della morte di Shahrazad.

Sopra: Questa immagine di Cinzia Ghigliano ritrae Shahrazad assiema al principe, che si può vedere nel riflesso dello specchio alle spalle della giovane.

Le illustrazioni che accompagnano le storie di questo libro sono realizzate da Cinzia Ghigliano, la quale, con un tratto elegante, illustra varie scene tratte dai racconti narrati da Shahrazad. I colori sono intensi e vibranti, e si vede che l'artista ha voluto giocare con le tinte calde (come il giallo, l'arancione, il rosa) e fredde (come l'azzurro, il blu e il verde), le quali sono presenti in modo preponderante in ogni immagine, creando degli interessanti contrasti.
Sono illustrazioni capaci di accendere l'immaginazione del lettore per portarlo nei luoghi e nelle vicende narrate nelle storie; immagini che, come riporta l'editore, "Si spogliano della patina posticcia dell'antico sguardo orientalista (più sovente maschile), e prendono tinte e forme che paiono emanazioni stesse della voce finalmente autentica di Shaharazad [...]. E là dove "la lingua non arriva a descrivere", l'occhio scorge squarci e dettagli che parlano da soli, in un consapevole controcampo a cavallo delle culture e del tempo".
Tutte le illustrazioni sono a doppia pagina, precedute da una frase tratta dal racconto che descrive il momento che l'artista ha deciso di illustrare, e seguite dal titolo del racconto da cui l'immagine è tratta.



  

 
Sopra: Alcune illustrazioni di Cinzia Gugliano presenti all'interno del libro. Quella più in alto è tratta dalla storia de "I die visir", la seconda da "L'invidioso e l'invidiato", la terza da "Nur al-Din  e la schiava Shams al-Nahar", mentre l'ultima da "Il re Qamal al-Zam e i suoi figli".

"Le mille e un notte" a cura di Roberto Denaro è una preziosa edizione che propone al lettore una versione il più possibile fedele all'originale di questi racconti, derivata dal confronto di vari antichi manoscrtti arabi ed egiziani, finalmente depurati dalle influenze occidentali.
A dare ancor maggior pregio a questa edizione vi sono anche le splendide e vibranti illustrazioni di Cinzia Gugliano che aiutano ancora di più il lettore a immedesimarsi nelle varie vicende.
Ne risulta un'edizione preziosa e molto interessante de "Le mille e una notte", diversa da tutte le altre che avete finora letto e conosciuto, un'edizione molto più ricca e complessa, piena di racconti intriganti, avventurosi e sensuali, anche dal punto di vista linguistico (i testi comprendono anche svariate poesie). Sono racconti in cui vi sono addirittura storie nelle storie, non è infatti insolito che il personaggio (o anche più personaggi) di un racconto di Shaharazad cominci a raccontare ad un altro personaggio un altro racconto, andando a creare una sorta di matrioska di storie, inglobate una dentro l'altra, in un goco quasi infinito.
Preciso che la maggior parte di queste storie non sono adatte ad un pubblico di bambini, ma sono testi dedicati esplicitamente agli adulti, o almeno ad adolescenti, in quanto vi sono spesso molti riferimenti e giochi di parole sessuali, oltre all'uso della violenza, specialmente nei confronti delle donne, le quali, comunque, spesso non si comportano molto bene neppure loro (molte sono le traditrici o le fedifraghe, oppure quelle senza scrupoli ed egoiste; non aspettatevi quindi di trovarci delle innocenti e pure principesse). Sono però storie che arricchiscono molto l'immaginazione e la fantasia, per cui, se siete rimasti a corto di racconti per la buonanotte, qui potreste trovare molti spunti interessanti.

L'opera è stata pubblicata nel 2016 dalla Donzelli Editore, è dotata di una copertina rigida e di una sovracopertina, ha 582 pagine, misura 21,3 cm d'altezza e 15,1 cm di lunghezza e costa 35 euro.
 
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