Nel 2016 la Donzelli ha infine edito "Tutte le fiabe. La prima edizione integrale 1812-1815" di Jacob e Wilhelm Grimm, a cura di Camilla Miglio: la raccolta completa di tutte le fiabe pubblicate dai due fratelli, originariamente edita in due volumi: uno del 1812 e l'altro del 1815. Questa raccolta, di cui vi parlerò in questo post, contiene le 157 storie originali raccolte dai Grimm così come apparivano nella loro prima edizione, comprese quelle che la Donzelli aveva già pubblicato con i primi due libri che vi ho citato all'inizio.
Sopra: La copertina di "Tutte le fiabe" dei Grimm mostra una delle illustrazioni realizzate da Fabian Negrin presenti in questa edizione, in questo caso quella della fiaba di "Cappuccetto Rosso", la cui protagonista viene mostrata dall'artista di spalle (una prospettiva interessante), in contemplazione della natura.
Quest'opera si apre con l'introduzione di Camilla Miglio (germanista, comparatista e traduttrice, nonché insegnate di Letteratura tedesca e traduzione all'Università "Sapienza" di Roma), divisa in due parti. Nella prima, dal titolo "Perché questa edizione", ci viene spiegato che, per la prima volta, viene presentata al pubblico la primissima edizione de "Fiabe del focolare" di Jacob e Wilhelm Grimm. I fratelli, infatti, tra il 1812 e il 1857 pubblicarono ben sette edizioni di quest'opera, edizioni nelle quali furono apportate modifiche, limature e anche censure, per cui non c'è da stupirsi se le fiabe della prima edizione (almeno quelle che non sono state eliminate del tutto dalle successive pubblicazioni) appaiono comunque differenti dal quelle dell'ultima .
Come scrive la stessa Miglio, poi, quest'opera "Porta a termine il lavoro pionieristico inaugurato da Jack Zipes, che nel 2012 ha offerto al pubblico italiano (nella traduzione di chi scrive) una prima scelta di quarantadue "fiabe da scoprire"". In particolare il volume del 2012 di "Principessa pel di topo e altre 41 fiabe da scoprire", curata appunto da Jack Zipes, conteneva le fiabe escluse dalle edizioni successive o comunque fortemente rimaneggiate e modificate dagli stessi Grimm.
Nel secondo capitolo di questa prima parte dell'introduzione (dal titolo "Nascita della nazione dallo spirito della lingua") viene spiegato il contesto storico-sociale in cui è venuta a formarsi la raccolta dei Grimm: una "nazione tedesca" che ai primi dell'Ottocento doveva ancora formarsi dal punto di vista politico e territoriale. Come spiega quindi la Miglio "Le Fiabe in due tomi del 1812-15 certamente sono pietre angolari nella costruzione di una Heimat (casa) tedesca fondata su un ethos (etica) permeato da profonda consapevolezza culturale e linguistica". La raccolta dei Grimm è paragonata a una raccolta di voci umane, socialmente differenti, per arrivare a creare una memoria culturale "Che va a identificare una Heimat, una patria che è anche madre-lingua, vasta e plurale". D'altronde molte di queste fiabe mettono al centro i più piccoli, i più giovani (bambini, fanciulli o adolescenti), così come, all'epoca, era giovane la nazione tedesca, in ritardo, tra le ultime arrivate. La Germania inoltre, agli inizi dell'Ottocento, era frazionata in principati e staterelli, invasa dalla potenza francese e in parte sotto il dominio prussiano. I Grimm, quindi, decidono di raccogliere le fiabe "Per resistere al presente e per rifondare il futuro". Anche le variazioni o alterazioni di uno stesso racconto sono per i Grimm, come loro stessi spiegano "Tentativi di avvicinarsi per vie molteplici e inesauribili all'autentico spirito di quella forma originaria".
Nella seconda parte dell'introduzione si parla della biografia dei Grimm, che si intreccia con le vicende storiche dell'epoca, sempre per aiutare il lettore a contestualizzare e a capire i motivi e le vicende che hanno portato alla nascita di questa raccolta di fiabe da parte dei due fratelli. In questa parte vengono inoltre spiegate piuttosto dettagliatamente tutte le vicende che hanno portato alla raccolta di queste storie, parlando anche degli amici e dei conoscenti dei due fratelli che hanno in qualche modo contribuito (in particolare coloro che gliele hanno narrate), o preso comunque parte, alla raccolta e alla trascrizione di questi racconti.
Dopo la lunga introduzione della Camilla Miglio troviamo poi una prefazione, presente anche nel primo volume pubblicato nel 1812, scritta dagli stessi Grimm, in cui ci raccontano il motivo per cui hanno iniziato a raccogliere e a trascrivere le fiabe popolari, scoprendo che ne esistevano ancora molte di nuove e sconosciute, mentre loro pensavano che la maggior parte fosse andata perduta e che "Le uniche sopravvissute fossero quelle a noi note". Spiegano inoltre i motivi e la necessità, ormai, di fissare tali fiabe poiché "Chi dovrebbe serbarle nella memoria si fa sempre più raro", ed è inoltre venuta ormai meno la consuetudine di raccontarle. I Grimm spiegano inoltre l'importanza che questi racconti popolari rivestono secondo loro: "Laddove le fiabe ancora esistono, hanno una vitalità tale che non ci chiediamo se siano buone o cattive, poetiche o banali: le conosciamo e le amiamo semplicemente perché (…) esse ci procurano piacere senza alcuna particolare ragione" o, ancora, "In queste opere scorre la medesima purezza che emana dalla natura meravigliosa e beata dei bambini; esse hanno gli stessi occhi di cristallini, tersi e luminosi", oppure "Le circostanze presenti in queste fiabe (…) appaiono sempre nuove e commoventi". Ma i Grimm non parlano solo delle fiabe tedesche, infatti a un certo punto si allargano e cominciano a parlare di quelle presenti in molte altre nazioni: il Galles, la Scozia, l'Irlanda, la Spagna, la Francia, e, soprattutto, l'Italia (qui i Grimm definiscono il "Pentamerone" di Basile "Un libro straordinario"). I fratelli, inoltre, sottolineano molto come loro abbiano cercato di raccogliere, trascrivere e interpretare queste fiabe senza modificarle, prendendole "Nella loro forma più pura", a differenza di loro predecessori, che sono stati invece alquanto imprecisi.
E finalmente, dopo l'introduzione e la prefazione (comunque molto interessanti), possiamo cominciare a leggere queste fiabe, fiabe che riportano anche scene violente o grottesche, spesso sanguinarie, spietate, ma anche vicende assurde o ridicole, o, ancora, racconti in cui troveremo anche giovani donne (talvolta bambine) molto coraggiose, intraprendenti e anche temerarie, capaci di proteggersi da sole e di vendicarsi dai soprusi quando necessario; ragazzi capaci di sfidare ogni pericolo, vincendo talvolta con la gentilezza e spesso con l'astuzia; sciocchi che mostrano il loro valore e le loro capacità; situazioni in cui persone comuni parlano con la Vergine Maria o con la Morte (che si offrono pure per fare da madrine), o, ancora, col Diavolo; storie con protagonisti animali o oggetti (come ad esempio la fiaba 43 "La strana ospitalità" che ha per protagoniste una salsiccia di sanguinaccio e una di fegato).
Alcune, come "Biancaneve", "Rosaspina" (conosciuta anche come "La bella addormentata nel bosco" nella versione di Perrault) o "Raperonzolo", sono classici molto conosciuti (anche se probabilmente non in questa versione), mentre altre saranno sicuramente un'incredibile scoperta.
Sopra: L'illustrazione di "Rosaspina" di Fabian Negrin appare sicuramente differente e originale rispetto a quelle che siamo abituati a vedere. L'artista rappresenta la principessa, infatti, mentre dorme in una posizione non troppo confortevole, mentre la sua camera è invasa dalla vegetazione, tanto da assomigliare a un bosco.
In questa raccolta sono presenti anche 24 tavole di Fabian Negrin, artista argentino (anche se ora vive in Italia) di notevole talento che si era già occupato di illustrare anche i volumi di "Principessa pel di tipo e altre 41 fiabe da scoprire" e de "Il principe cigno e altre undici fiabe segrete". Questa versione contiene quindi tutte le tavole presenti nelle altre due opere.
Le illustrazioni di Negrin presentano sicuramente qualcosa di nuovo nel panorama (decisamente molto ampio) di illustrazioni di fiabe, in effetti, come spiega la Camilla Miglio "All'artista Fabian Negrin va il merito di cogliere ogni volta i sentimenti nascosti dei suoi personaggi". Infatti i suoi disegni si presentano all'osservatore come qualcosa di originale, oltre che profondo e sfaccettato: è come se l'artista riuscisse a racchiudere in una sola illustrazione un'intera storia, quella della fiaba illustrata appunto, ma riuscendovi anche ad aggiungere qualcosa in più, spesso insito in qualche dettaglio, quasi come se, oltre a voler rappresentare la fiaba, volesse dare al lettore la possibilità di cogliere anche la sua interpretazione (la visione dell'artista). Come si può leggere nelle alette della sovracopertina, secondo quanto dice Jack Zipes: "Negrin non vuole che i lettori leggano senza pensare. Egli è tra i migliori interpreti dell'illustrazione contemporanea, capace di ri-raccontare le fiabe dei Grimm cogliendo quella vibrazione che s'intona a XXI secolo denso di conflitti".
Sopra: Questa immagine che rappresenta la storia di "Biancaneve" mostra la principessa mentre imita la madre che si acconcia allo specchio. Di questa fiaba l'artista ha deciso quindi di rappresentare un momento di quotidianità, tuttavia basta vedere sullo specchio lo sguardo che la madre lancia alla figlia per capire come Negrin sia in grado di comunicare molto tramite le sue illustrazioni, creando con una sola immagine personaggi profondi e sfaccettati, lasciando che il lettore colga i loro sentimenti.
Nelle opere di quest'artista quindi troviamo una rappresentazione della fiaba da cui esse sono tratte (ovviamente), ma l'artista ha anche lasciato dei tocchi personali che denotano magari il suo modo di vedere la storia (svelando così elementi che secondo lui gli autori hanno taciuto), lasciando al lettore la possibilità di cogliere ulteriori riferimenti. Per questo ho definito queste illustrazioni profonde e sfaccettate, ricche di significato (spesso oscuro). Ad esempio, sempre nelle alette della sovracopertina di questo libro, troviamo scritto: "Le illustrazioni di Fabian Negrin (…) offrono vie d'accesso inconsuete per inoltrarsi nella scoperta del mondo del noto e dell'ignoto che è la sostanza prima dell'esperienza di lettura di ogni fiaba".
Mentre, per quanto riguarda i significati che il lettore può cogliere nelle tavole, in questa intervista (intitolata "Fabian Negrin e le fiabe (che spolpano le ossa)") di Libri Calzelunghe fatta proprio a Negrin, l'intervistatore dice proprio: "Piuttosto che edulcorare, inasprisci meravigliosamente e suggerisci dei lati oscuri, delle variazioni d'ombra che mettono i brividi". Ad esempio la fiaba numero 8 "La mano col coltello", narra la vicenda di una bambina che viene mandata dalla madre nella brughiera a prendere della torba dovendosi servire solo di un arnese vecchio e spuntato. Un elfo si è però innamorato di lei, così, tramite una fessura di una collinetta le passa un coltello molto affilato, affinché la bambina possa svolgere la sua mansioni in fretta. La madre però, sospettosa del fatto che la figlia ci metta così poco a raccogliere la torba, manda gli altri figli (3 maschi) a pedinarla. Quando questi vedono che l'innamorato della sorella le passa il coltello, si avventano sull'arnese strappandoglielo di mano e con quello tagliano la mano all'elfo, e poiché costui pensò che fosse stata la bambina a tradirlo non si fece più rivedere. Nell'illustrazione che Negrin ha fatto di questa fiaba egli ha rappresentato l'elfo mentre, chiuso dentro la collina, passa dalla fessura nella roccia il coltello alla bambina che lo prende con attenzione. Tuttavia nell'immagine si può vedere come l'elfo abbia all'altezza degli occhi una fessura che gli permette di vedere all'esterno, per cui, secondo il disegno di Negrin, l'elfo in realtà sa che non è stata la fanciulla a tradirlo, ma non si farà comunque più rivedere da lei.
Sopra: Nell'illustrazione de "La mano col coltello" l'artista mostra l'elfo mentre allunga il coltello affilato alla bambina che ama, così come scritto nella fiaba, ma nell'immagine possiamo anche vedere una fessura all'altezza degli occhi dell'elfo, un dettaglio che arricchisce di ulteriore significato la fiaba dei Grimm.
Le illustrazioni tuttavia sono state inserite "a blocchi" all'interno dell'opera, nel senso che non troverete la fiaba accanto (o vicina) alla tavola che la rappresenta, in quanto ogni tot di pagine sono stati inseriti 3 disegni consecutivi, per cui a distanza regolare all'interno del volume troverete due pagine (4 facciate) di illustrazioni contenenti 2 disegni che occupano una facciata e uno a doppia pagina. Capita inoltre spesso che le pagine illustrate siano perciò collocate in mezzo a quelle che narravano una fiaba, interrompendola, così il lettore inizialmente è portato a sorvolare sulle tavole illustrate, andando magari a riguardarsele dopo, per poter terminare di leggere il racconto che continua quattro pagine dopo, il che è un po' scomodo, anche se ciò non diminuisce comunque la bellezza delle tavole di Negrin o dei testi.
Quest'opera è una raccolta di fiabe dei fratelli Grimm, che, bisogna ricordare, sono un documento storico di grande importanza (in particolare la loro prima edizione). Grazie a questa edizione un grande pubblico può ora riscoprire il fascino di questa enorme quantità di fiabe della tradizione popolare tedesca (ma di cui molte presentano tratti comuni anche con quelle di altri paesi), molte delle quali praticamente sconosciute o che erano rimaste dimenticate da tempo. Le storie contenute in questo volume non sono solamente fiabe per bambini, anzi nella nostra epoca probabilmente la maggior parte degli adulti ci penserebbe due volte a leggerle a dei piccoli, anche perché inizialmente le fiabe non erano un genere destinato esclusivamente ai bambini (quest'idea si svilupperà solamente nell'Ottocento). Bisogna inoltre dire che quando i Grimm pubblicarono le loro raccolte di fiabe non concepivano i giovani come loro principali lettori poiché il loro intento non era quello di creare un libro di fiabe per bambini, ma semplicemente quello di raccogliere tutti i racconti della tradizione tedesca che trovavano, molti dei quali gli stessi Grimm credevano essere andati perduti, per salvare una parte della cultura tedesca.
La raccolta della Donzelli si presenta quindi come un'ottima edizione dei volumi delle fiabe dei Grimm, finalmente disponibile al pubblico nella loro prima edizione, accompagnate, inoltre, da 24 tavole di Fabian Negrin, le quali sono molto belle e originali, capaci di rappresentare le fiabe in un modo che il lettore non ha mai visto (ad esempio nelle illustrazioni alcuni personaggi sono mostrati di schiena, come ad esempio nell'immagine della fiaba di "Cappuccetto Rosso").
Sopra: L'illustrazione che Negrin ha realizzato per la fiaba di "Cappuccetto Rosso" utilizza una prospettiva molto interessante, grazie alla quale l'osservatore vede il lupo e la bambina di spalle.
Per quanto riguarda invece gli altri due volumi che lo hanno preceduto (e che sono compresi in esso): "Principessa pel di tipo e altre 41 fiabe da scoprire" a cura di Jack Zipes è stata pubblicato nel 2012 (come già detto all'inizio), ha 200 pagine e costa 23,90 euro; "Il principe cigno e altre undici fiabe segrete" è stato edito nel 2014, ha 58 pagine e costa 19 euro.
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