In passato vi avevo già fatto un post in cui vi parlavo di saggi sulla letteratura per l'infanzia. Ebbene, ho trovato di recente alcuni saggi sempre dedicati alla letteratura perl'infanzia ma che si focalizzano su un argomento particolare e molto interessante: gli stereotipi di genere.
Tutto ebbe inizio nel 1973 con "Dalla parte delle bambine" di Gianini Belotti, che fece notare come i libri per l'infanzia contenessero tanti stereotipi di genere e di come "la letteratura per l'infanzia abbia rafforzato l'apprendimento di stereotipi sessisti. A cominciare dalle illustrazioni..." (Angelo Nobile, Dizionario di letteratura Giovanile, Brescia, Scholè, p.129).
Da allora però anche altri saggia riguardo sono stati redatti in proposito, e visto che ce ne sono diversi a parlare di questo argomento ho deciso di presentarveli in un post dedicato. È infatti stato dimostrato che la letteratura per l'infanzia è uno strumento che può educare l'infanzia e l'adolescenza alle differenze.

DALLA PARTE DELLE BAMBINE
Autrice: Elena Gianini Belotti
Anno di Edizione: 1973
Casa editrice: Feltrinelli Editore
Numero di pagine: 192
Prezzo: 15,00 euro La tradizionale differenza di carattere tra maschio e femmina non è
dovuta a fattori "innati", bensì ai "condizionamenti culturali" che
l'individuo subisce nel corso del suo sviluppo. Questa la tesi
appoggiata da Elena Gianini Belotti e confermata dalla sua lunga
esperienza educativa con genitori e bambini in età prescolare. Ma perché
solo "dalla parte delle bambine"? Perché questa situazione è tutta "a
sfavore del sesso femminile". La cultura alla quale apparteniamo - come
ogni altra cultura - si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per
ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai
valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il "mito"
della "naturale" superiorità maschile contrapposta alla "naturale"
inferiorità femminile. In realtà non esistono qualità "maschili" e
qualità "femminili", ma solo "qualità umane". L'operazione da compiere
dunque "non è di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi,
ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di
svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal
sesso cui appartiene".
Il libro analizza il comportamento messo in atto dagli adulti nei confronti dei bambini di varie età (atteggiamenti, aspettative e richieste) e in diversi luoghi e contesti. Comportamenti che spesso sono diversi se l'adulto si rivolge nei confronti di una bambino o di una bambina, mettendo in luce come, spesso senza rendersene conto, si trasmettono ai bambini e bambine alcuni stereotipi che si pensano essere "naturali" ma che in realtà sono frutto di un'influenza costante, finchè non vengono interiorizzati. Tali stereotipi sul genere partono prestissimo, prima ancora che il bambino nasca, anche solo per quanto riguarda la prefenza del sesso del neonato (ad esempio di solito le femmine sono meno desiderate), e sono destinati a pedurre per tutta la vita influenzandone ogni ambito (dalle femmine ad esempio si pretende più autocontrollo e pazienza, mentre dai maschi si tollerano, quasi si desiderano, molto di più i tentativi di indipendenza e autodeterminazione).
Tra vari ambiti affrontati vi sono anche vi sono anche quelli del gioco, dei giocattoli e della letteratura (in cui sembra essere trasmessa l'idea di come i maschi siano dominanti, coraggiosi, intrapendenti mentre le femmine sono buone e passive, e dove tra l'altro i maschi sono predominanti nelle storie).
Sopra: A sinistra la copertina dell'edizione del 1973, al centro una del 2013 e a destra la copertina dell'edizione 2023.
ANCORA DALLA PARTE DELLE BAMBINE
Autrice: Loredana Lipperini
Anno di Edizione: 1 aprile 2014
Casa editrice: Feltrinelli Editore
Numero di pagine: 288
Prezzo: 15,00 euro Le eroine dei fumetti le invitano a essere belle. Le loro riviste
propongono test sentimentali e consigli su come truccarsi. Nei loro
libri scolastici, le mamme continuano ad accudire la casa per padri e
fratelli. La pubblicità le dipinge come piccole cuoche. Le loro bambole
sono sexy e rispecchiano (o inducono) i loro sogni. Questo è il mondo
delle nuove bambine. Negli anni settanta, Elena Gianini Belotti raccontò
come l'educazione sociale e culturale all'inferiorità femminile si
compisse nel giro di pochi anni, dalla nascita all'ingresso nella vita
scolastica. Le cose non sono cambiate, anche se le apparenze sembrano
andare nella direzione contraria. Ad esempio, libri, film e cartoni
propongono, certo, più personaggi femminili di un tempo: ma confinandoli
nell'antico stereotipo della fata e della strega. Sembra legittimo
chiedersi cosa sia accaduto negli ultimi trent'anni, e come mai coloro
che volevano tutto (il sapere, la maternità, l'uguaglianza, la
gratificazione) si siano accontentate delle briciole apparentemente più
appetitose. E bisogna cominciare con l'interrogarsi sulle bambine:
perché è ancora una volta negli anni dell'infanzia che le donne vengono
indotte a consegnarsi a una docilità oggi travestita da rampantismo, a
una certezza di subordine che persiste, e trova forme nuove persino in
territori dove l'identità è fluida come il web.
Questo è un aggiornamento del saggio della Belotti pubblicato negli anni Settanta poiché, come evidenziato dall'autrice del precedente volume: "Agli strumenti concreti in uso trent'anni fa per modellare la mente delle bambine, tutti sopravvissuti - letteratura per l'infanzia, libri scolastici, giornali, fumetti, pubblicità, televisione -, l'autrice aggiunge l'analisi minuziosa della rete Internet, a quel tempo non ancora apparsa all'orizzonte, ma oggi diventata di uso comune fin dall'infanzia: i blog, i forum, le chat, i siti, i diari on line, i videogiochi, i personaggi virtuali. I quali tutti, senza eccezione, spingono le bambine e le preadolescenti a concentrare la loro attenzione in maniera ossessiva unicamente sul proprio aspetto fisico, sulla bellezza, sul corpo."

Sopra: In alto la copertina on l'immagine di una bambina che sembra venerare l'immagine di una donna-bambola. In basso un paio di pagine interne, che nn presentano immagini, ma si trovano alcuni elenchi puntati.
EDUCAZIONE SESSISTA: STEREOTIPI DI GENERE NEI LIBRI DELLE ELEMENTARI
Autrice: Irene Biemmi
Anno di Edizione: 2011 la prima edizione e 2017 l'edizione aggiornata
Casa editrice: Rosenberg & Sellier
Numero di pagine: 256
Prezzo: 18,00 euro Esiste un mondo popolato da valorosi cavalieri, dotti scienziati e
padri severi ma anche da madri dolci e affettuose, casalinghe felici,
streghe e principesse; in questo stesso mondo i bambini sono
indipendenti, coraggiosi e dispettosi mentre le loro coetanee – bionde e
carine – vestono di rosa, sono educate e servizievoli, a tratti
pettegole e vanitose. Questo universo fantastico è quello con cui si
interfacciano quotidianamente i bambini e le bambine che frequentano le
elementari, quando leggono le storie raccolte nei loro libri di lettura.
All’inizio del Duemila la scuola italiana continua a tramandare modelli
di mascolinità e femminilità rigidi e anacronistici, sulla base dei
quali gli alunni dei due sessi andranno a strutturare le rispettive
identità di genere. Il progetto POLITE (Pari opportunità nei libri di
testo), nato sulla scia della Piattaforma di Pechino del 1995, aveva
elaborato un Codice di Autoregolamentazione per gli editori, affinché la
prospettiva di genere diventasse criterio orientativo nella stesura dei
libri di testo, ma pare che le sue indicazioni non siano state accolte.
Occorre allora che maestri e maestre, educatori e educatrici, si dotino
di strumenti utili a decostruire il fondamento sessista su cui si
fondano i saperi trasmessi a scuola, per attivare a loro volta una
lettura critica da parte dei propri studenti. Questo libro mette a
disposizione di lettrici e lettori un kit di strumenti (di tipo sia
quantitativo che qualitativo) che l’Autrice ha testato in una ricerca
condotta su un campione di dieci libri di lettura della classe quarta
elementare, di alcune delle maggiori case editrici italiane: De
Agostini, Nicola Milano, Piccoli, Il Capitello, La Scuola, Giunti,
Elmedi, Piemme, Raffaello, Fabbri. I risultati dell’indagine
testimoniano l’urgenza di liberare le nuove generazioni da un
immaginario di Principi Azzurri e Belle addormentate nel bosco, che
inizia a stare un po’ stretto sia ai maschi che alle femmine.
Il volume è strutturato in due parti: la prima è una rassegna della letteratura pubblicata in Italia sul tema del sessismo, con particolare riferimento alla lingua e ai libri di testo, inoltre qui si parla anche del progetto POLITE.
La seconda parte del libro è dedicata alla ricerca sperimentale, riportando cioè i risultati di ricerca sui libri di lettura ella scuola elementare, prendendo in analisi prima i dati quantitativi, poi quelli qualitativi, per poi arrivare a una valutazione complessiva dei risultati della ricerca. Tra i dati quantitativi analizzati troviamo ad esempio il numero di protagonisti maschili e femminili, il numero di personaggi maschili e femminili, gli attributi fisici, gli ambienti in cui personaggi, protagonisti e protagoniste svolgono la loro esperienza, il tempo dove si ambienta la storia, l'età, i ruoli professionali, il ruolo parentale, gli interessi. Poi sono analizzate le immagini.
Nella seconda parte troviamo anche l'analisi qualitativa, per cui l'autrice ha elaborato la "scala del sessismo", che permette di verificare se nelle rappresentazioni di maschi e femmine si ricorre "a livelli tradizionali oppure se sono offerti modelli "nuovi" di uomini e di donne a cui bambini e bambine possono ispirarsi." Qui vengono analizzati singoli brani di diversi libri di diverse case e editrici prese in considerazione dall'autrice, per poi offrire una lettura critica complessiva con i risultati dell'analisi.
Il saggio propone sicuramente una ricerca interessante e che merita una profonda riflessione e una certa attenzione, ma ha il problema dalla sua parte: il tempo. Il libro infatti è stato pubblicato nel 2011 e sebbene ci sia una nuova edizione del 2018 in realtà questa non presenta significativo aggiornamenti, se non una nuova prefazione.
Inoltre l'autrice spiega che i libri presi in analisi dalla sua ricerca non erano libri recente neppure per l'epoca dell'uscita del libro, ma si tratta infatti di libri che "sono stati editi in anni compresi tra il 1998 e il 2002". L'autrice poi dice di aver preso in esame i testi di 10 tra le maggiori "case editrici che operano nel settore scolastico nel nostro paese". Tra di esse quindi compaiono, oltre a case e storici molto arrive tutt'ora (come la DeAgostini, la Giunti, la Fabbri, la Raffaello, la Piemme, il Capitello), anche case editrici che attualmente io non ho mai sentito (tipo la Elmedi, la Nicola Milano o la Piccoli). Ho notato che non è stata considerata la Mondadori, la quale forse non è specializzata nel settore scolastico, ma è innegabile che molti suoi testi entrino sicuramente nelle scuole e nelle biblioteche scolastiche.
Comunque sarebbe interessante se tale ricerca venisse aggiornata rifacendola su un nuovo campione di libri più recenti, perché per quanto riguarda perlomeno il numero di protagonisti e protagoniste mi sembra che forse la tendenza negli ultimi vent'anni sembra essersi se non invertita almeno bilanciata, in quanto negli ultimi anni ho visto fiorire intere serie di libri con protagoniste femminili, e magari qualcuno di questi testi è stato incluso anche nei sussidiari scolastici. Certo, non credo che questa tendenza sia abbia grazie al fatto che le case editrici abbiano deciso di seguire il Progetto Polite, ma per via del target dei lettori (e quindi degli acquirenti). Semplicemente credo si siano accordate del fatto che si sono rese conto che le femmine leggono più dei maschi, e quindi proporre libri con protagoniste incentivi anche le vendite. Senza contare che negli ultimi anni la figura della femmina forte, tosta e indipendente è diventata di moda, e le case editrici hanno imparato che seguire le mode aumenta le vendite.
Tale ricerca andrebbe quindi rifatta alla luce dei cambiamenti sociali e culturali che sono avvenuto nel corso degli ultimi vent'anni nella nostra società, anche in seguito allo sviluppo dei social media.
Un piccolo aggiornamento è avvenuto con l'aggiunta delle conclusioni nel 2017, in cui l'autrice sottolinea come negli ultimi anni in Italia ci sia stato un notevole rinnovamento dell'immaginario di genere, soprattutto negli albi illustrati, anche con la nascita di case editrici come Settenove o collane come "Sottosopra" della Giralangolo.
Dal punto di vista grafico il libro è scritto in una scrittura medio/piccola, con non troppo spazio tra una riga e l'altra; nei testi sono presenti grafici a torta per indicare le percentuali dei risultati di ricerca, mentre la griglia all'analisi dell'immagine è riprodotta molto piccola. Nel testo, nella parte che riguarda le illustrazioni, sono riprodotte alcune immagini, che però sono piccole e in bianco e nero.


Sopra: In alto a sinistra la copertina dell'edizione del 2017, a destra quella del 2011; più in basso alcune pagine interne in cui vediamo dei grafici e delle immagini.
LEGGERE SENZA STEREOTIPI: PERCORSI FORMATIVI 0-6 PER FIGURARSI IL FUTURO
Autrice: Fierli Elena Franchi Giulia Marini Sara
Anno di Edizione: 2015
Casa editrice: Settenove Editore
Numero di pagine: 192
Prezzo: 16,00 euro La percezione di sé, del proprio corpo e del proprio genere, i
ruoli professionali e in famiglia, e la pluralità dei modelli familiari
osservati attraverso la lente dell’albo illustrato. Rivolto a
insegnanti, genitori, educatori ed educatrici che operano con la fascia
0-6, il volume analizza gli albi illustrati pubblicati in Italia e
all’estero dal punto di vista della presenza o assenza degli stereotipi
di genere relativi alla prima infanzia e propone attività pratiche – a
partire dall’utilizzo dei libri – dirette al superamento degli
stereotipi.
Leggere
senza stereotipi si articola in vari percorsi,
ciascuno legato a un tema chiave per la costruzione dell’identità di
genere di bambine e bambini, e declinabili ai diversi livelli
scolastici. Tra i temi affrontati troviamo: il corpo, le emozioni, i
ruoli, le fiabe, per poi trattare della pluralità dei modelli familiari e
della sottorappresentazione.
Una breve trattazione teorica precede le schede dedicate
agli albi (italiani ed esteri), le proposte di attività, gli
approfondimenti e i suggerimenti bibliografici, per offrire un agile
quaderno di lavoro anche a chi si avvicina per la prima volta a questi
argomenti.
La
parte grafica è accattivante, le scritte sono abbastanza piccole ma
molto ariose soprattutto sui margini, con alcune frasi scritte con un
carattere più grande. I testi poi sono riccamente corredati da immagini a
colori come le copertine degli albi citati, ma anche pagine interne o
foto delle attività che sono state proposte ai bambini.
Ne
risulta un libro piuttosto agile da leggere e coinvolgente (anche a
livello visivo), che tratta tematiche molto interessanti e gettonate
nella scuola, con tante proposte di lettura (ovviamente focalizzate
sugli albi illustrati) ma anche di attività e laboratori, il tutto
accompagnato da una discreta bibliografia e da tante proposte di letture di albi non discriminanti.


Sopra: In alto la copertina e più in basso alcune pagine con schede di libri e alcune sulla parte teorica degli albi sulle emozioni.
RACCONTARE IL GENERE: NUOVI MODELLI IDENTITARI NELL'ALBO ILLUSTRATO
Autrice: Dalila Forni
Anno di Edizione: 1 aprile 2022
Casa editrice: Unicopoli
Numero di pagine: 290
Titolo originale: /
Prezzo: 15,00 euro Il volume sceglie la forma dell'albo
illustrato e si pone l'obiettivo di esplorare in profondità le
rappresentazioni di genere, così da mostrare quali modelli sono oggi
veicolati nella letteratura letta, ascoltata e osservata durante
l'infanzia. L'immaginario proposto a bambine e bambini esercita
un'influenza lungo l'arco dell'intera vita: le storie, in ogni forma,
veicolano valori, ideali, possibilità future, chiudono o aprono porte,
ripropongono o decostruiscono stereotipi. La comprensione critica dei
modelli di genere presenti nelle narrazioni è pertanto fondamentale per
educare, in modo indiretto ma efficace, oltre i preconcetti, fuori dai
percorsi prestabiliti.
Il volume vuole sottolineare i traguardi
conquistati, ma anche esporre criticamente i passi ancora da compiere
verso una Letteratura inclusiva, egualitaria, ricca di personaggi
sfaccettati, diversi e unici. Il volume vuole quindi "esplorare proprio la più recente editoria "controcorrente", ovvero le opere di autori e autrici che si stanno impegnando attivamente nell'offrire nuovi scenari e nuove dinamiche in ottica di genere." Infatti, come viene sottolineato proprio nell'introduzione, se negli ultimi decenni si è scritto abbastanza sulle rappresentazioni stereotipate nei libri per l'infanzia, mancava ancora un'analisi dei modelli positivi.
Tramite l'analisi delle opere, il libro
offre una 'cassetta degli attrezzi' per riconoscere, decifrare e
superare gli stereotipi di genere che ancora oggi, seppur in modo sempre
più sottile, permeano la Letteratura per l'infanzia e l'immaginario
socialmente condiviso.
La ricerca si basa su un campione di più di cento albi illustrati pubblicati negli ultimi vent'anni da "case editrici italiane con la volontà, più o meno marcata, di riconsiderare i ritratti femminili e maschili proposti a giovani ettori e lettrici." La ricerca si basa sull'analisi di elementi come: le caratteristiche fisiche ed estetiche, le emozioni, le relazioni mostrate, gli spazi in cui i personaggi si muovono. Lo studio organizza quindi alcune categorie concettuali basati su elementi ricorrenti per esplorare alcuni dei filoni più significativi in ottica di genere come le relazioni familiari e i ruoli parentali, l'utilizzo dei colori e la caratterizzazione visiva dei personaggi, oltre alla revisione del canone fiabesco (capitolo molto interessante, che era stato in parte affrontato anche nel libro "Leggere senza stereotipi" della casa editrice Settenove).
L'indagine mostra come, nonostante sia presente una nuova attitudine verso le sfaccettature identitarie, talvolta anche le storie più moderne presentano ancora dinamiche stereotipate, anche se in maniera più sottile.
Oltre alla parte iniziale, in cui si fa una panoramica anche delle ricerche precedenti riguardo alla tematica degli stereotipi di genere, la parte della ricerca è molto interessante e dettagliata, analizzando molti fattori che possono essere influenzati dal genere (alcuni dei quali ripresi anche da precedenti ricerche, come la quantità di personaggi dei rispettivi sessi, il loro lavoro, l'ambiente dove sono collocati, gli aggettivi a loro riferiti, ecc..).
Dal punto di vista grafico il volume presenta dei caratteri con una grandezza di scrittura medio/grande, anche se le linee sono piuttosto ravvicinate le une alle altre. La parte scritta è sicuramente preponderante, anche se verso la seconda metà del libro iniziamo a trovare anche alcuni grafici e tabelle per l'analisi dei dati, per poi arrivare a vedere, ogni tanto, anche qualche immagine in bianco e nero, che mostra, prima, alcune immagini stereotipate, e poi invece dei disegni co degli antistereotipi. Le immagini comunque, oltre a essere in bianco e nero, sono piuttosto piccole e non sono state riprodotto molto bene, in quanto mancano di nitidezza a volte, risultando perfino un po' sgranate. Sicuramente l'autrice avrebbe potuto inserire decisanete più immagini visto che ella effettua sia un'analisi testuale che visiva.
Alla fine è presente una bibliografia e anche la lista dei 105 albi che l'autrice ha analizzato per svolgere questa ricerca, la quale può sicuramente essere da spinto per i lettori.


Sopra:In alto la copertina e in basso due pagine interne, di cui una con dei grafici e l'altra con un'immagine di un testo che ribalta gli stereotipi di genere.
La lettura di questi saggi è stata molto interessante e voglio darvene un riscontro generale, partendo da "Dalla parte delle bambine" della Belotti. Questo è il volume che ha dato il via a tale dibattito, e che ha smascherato quanto i condizionamenti culturali operassero sullo sviluppo e sulla crescita delle femmine, in particolare delle bambine, che si sono viste imporre grossi limiti solo a causa di essere nate femmine. E' un libro che comunque non si concentra solo sulla letteratura per l'infanzia, ma affronta diversi ambiti e può essere apprezzato anche da un pubblico generale, non per forza specializzato in letteratura per l'infanzia o pedagogia ecc... È tuttavia il punto di partenza delle seguenti ricerche (che poi hanno dato origine ai successivi saggi), infatti viene citato in tutte le opere che vedremo in seguito.
"Ancora dalla parte delle bambine" della Lipperini analizza nuovamente, in tempi più recenti, il problema dell'educazione di genere già affrontato dalla Belotti negli anni Settanta, riscontrando che purtroppo questi stereotipi e questa discriminazione nei confronti delle femmine sussiste ancora. Anche in questo caso l'autrice non analizza solo la letteratura per l'infanzia, ma anche tutta una serie di altri media (tra cui cartoni, pubblicità, giocattoli).
"Educazione sessista: stereotipi di genere nei libri delle elementari" della Biemmi è invece un saggio specificatamente dedicato ad analizzare gli stereotipi di genere nella letteratura per l'infanzia, e in particolare nei libri scolastici delle classi quarte, poiché anche nella scuola, che dovrebbe promuovere la libertà di pensiero, in realtà ci sono testi che veicolano ancora vecchi stereotipi. Il testo è l'unico a focalizzarsi a lungo anche sull'uso della lingua e sulla discriminazione di genere che deriva anche dal linguaggio. La ricerca è molto interessante ed approfondita, in un volume che è già più indirizzato a degli esperti del settore, in particolare agli educatori (senza comunque escludere anche i genitori), e dimostra come molti dei libri presi in esame dalla ricercatrice siano sessisti, presentano spesso stereotipi di genere o, talvolta, ignorando la questione. Sarebbe interessante aggiornare tale ricerca alla luce della nuova attenzione che anche i media hanno rivolto alla questione della parità di genere.
"Leggere senza stereotipi. Percorsi educativi 0-6 anni per figurarsi il futuro" di Scosse è un'ulteriore evoluzione dei precedenti studi. Infatti, se i libri precedenti mettevano in luce il problema degli stereotipi di genere, andando a ricercarli all'interno dei libri per l'infanzia, questo libro invece vuole consigliare "buoni libri per tutti". Tra l'altro questi libri sono principalmente albi illustrati, visto che ci si rivolge a una fascia d'età prescolare.
Non stupisce quindi che nell'ultimo volume preso in considerazione, "Raccontare il genere: Nuovi modelli identitari nell'albo illustrato", l'autrice citi il precedente testo affermando che proprio da quello sono stati presi degli spunti per alcuni degli albi analizzati (lo definisce un "prezioso strumento nel segnalare possibili opere di analisi"). Quest'ultimo testo, oltre a specializzarsi anch'esso negli albi illustrati e a ricercare modelli positivi riguardo al genere, mette ancora più in risalto la necessità di superare gli stereotipi per entrambi i genere, sia quello femminile che quello maschile. Essendo anche il testo più recente l'autrice ha infatti potuto constatare come, mentre il modello femminile si stia pian piano evolvendo (dimostrando che c'è stata un'evoluzione rispetto a quando è stato pubblicato ad esempio il saggio della Biemmi), andando a impossessarsi di ruoli maschili, gli stereotipi legati alla mascolinità sono più recidivi, oltre ad essere stati meno indagati e presi in considerazione.
Si può quindi vedere proprio un'evoluzione per quanto riguarda questi studi sugli stereotipi di genere, che sono andati pian piano focalizzandosi su vari settori, tra cui la letteratura per l'infanzia, In tutti i testi tuttavia si sottolinea come questa sia importante poiché in grado di condizionare, anche profondamente, la formazione di un individuo, dato che si rivolge esplicitamente a un individuo ancora in formazione. I libri quindi sono visti come un vero e proprio motore di cambiamento ed è per questo che esistono diversi saggi (anche stranieri) che si sono concentrati nell'analizzare gli stereotipi di genere nella letteratura per l'infanzia.
È interessante notare come gli ultimi studi si siano indirizzati verso l'analisi più che altro degli albi illustrati, probabilmente perché risultano più veloci da leggere e sono indirizzati a una fascia d'età più ampia che coinvolge anche i più piccoli.
Per quel che mi riguarda mi piacerebbe vedere un'ulteriore analisi sugli stereotipi di genere affrontata di recente non solo sugli albi illustrati ma anche sui libri per i più grandi (tipo 7-13 anni), andando a prendere i considerazione, magari, la produzione recente (come è stato fatto per l'analisi degli albi illustrati), poiché gli studi della Biemmi prendevano in analisi tesi dal 1998 al 2002 tratti inoltre da sussidiari scolastici. Sarebbe interessante anche analizzare il fenomeno dei romantasy e dei romance con elementi spicy (molti dei quali si è visto presentare relazioni tossiche) che sono andati molto di moda in questi ultimi tempi, venendo letti anche da ragazzine per cui non erano stati pensati (più giovani rispetto al target indicato).
Tutti
i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento
di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a
scopo puramente informativo.
Nessun commento:
Posta un commento