giovedì 21 dicembre 2023

Fiabe Lapponi e Leggende Groenlandesi a cura di Bruno Berni

"Fiabe Lapponi" e "Leggende Groenlandesi" sono due raccolte di fiabe e leggende a cura di Bruno Berni, due volumi che fanno parte di una collana edita dall'Iperborea dedicata alle fiabe nordiche, "una selezione che attinge alle prime versioni scritte di questi racconti tramandati oralmente".
Tutti i volumi di questa collana sono illustrati, in bianco e nero, anche se non sempre sono indicati i nomi degli artisti, come nel caso di "Fiabe Lapponi", mentre in "Leggende Groenlandesi" i disegni sono di Federica Bordoni.

 
 Sopra: A sinistra la copertina (di una ristampa) delle "Fiabe lapponi", mentre a destra quella delle "Leggende groenlandesi" dove vediamo a colori una delle illustrazioni interne del volume.
 
"Fiabe lapponi" è il primo volume della collana: "In questa antologia di fiabe e leggende rivive il patrimonio di tradizioni, miti e credenze di quella che per lungo tempo è rimasta una minoranza etnica isolata. Un mondo di magie e metamorfosi, di foreste stregate, cavalcate nella neve in sella alle renne e grandi laghi attraversati sugli sci, dove la fantasia si combina con la realtà quotidiana e le usanze ancestrali. Un mondo in cui cacciatori e pescatori sfidano gli spiriti della terra in cerca di fortuna, salvano principesse rapite da demoni, affrontano prove per conquistare regni al di là del mare, destreggiandosi tra gli agguati dei giganti e gli inganni di orchi goffi". 
Queste fiabe  sono un'espressione di una saggezza popolare a volte amara, derivata dalle dure lezioni della natura e della storia, ogni fiaba riserva qualche sorpresa, un crudo colpo di scena, un lieto fine mancato ma lasciando il dovuto spazio ai sogni e al gusto del narrare, racconta l'errare umano attraverso una smaliziata ironia.
Il volume attinge direttamente alle prime raccolte scritte nell'Ottocento, quando l'Europa, sulla scia dei fratelli Grimm, riscopriva il valore letterario di questo racconto orale. Riscoperta che soprattutto per la Lapponia ha rappresentato anche una ricerca delle radici culturali e della propria indipendenza linguistica. In particolare tali storie provengono da "Lappiske Eventyr og Folkesagn" di Just Knudm Qvigstad e G. Sandberg (1887) e da "Lappiske Eventyr og sagn I-IV" di Just Knudm Qvigstad (1927-29).
 
"Leggende Groenlandesi" è invece il settimo volume della collana, dedicato alla Groenlandia, un’isola enorme, dove le persone devono fare i conti con i ghiacci del Nord, ed è proprio questo il paesaggio che fa da sfondo alle storie della tradizione popolare groenlan­dese. Per questo in queste leggende emerge la dura quotidianità della sopravvivenza, filtrata attraverso strati ancestrali di miti e animismo che trasfigurano foche, narvali, beluga e trichechi – prede importanti per il sostentamento del popolo inuit – umanizzandoli, trasforman­doli perfino in dimore per le anime di coloro che sanno tornare dalla morte. Queste leggende ci consegnano intatto il millenario confronto di questo popolo dei ghiacci con una natura ma­trigna, fatto di paura ma anche di un ricco e originale immaginario con cui superarla. Come scritto nell'introduzione: "Le due grandi figure nodali, spesso sovrapposte, sono il cac­ciatore, capace di sfamare la sua comunità, e lo sciamano, che grazie a un duro apprendista­to sa farsi intermediario tra l’uomo e le entità della natura che abita. Attorno a loro, spiriti ausiliari, giganti e nani di montagna, donne che sposano volpi e balene, orfani maltrattati che trovano la loro meritata rivalsa e vecchie mangiatrici di polmoni umani, tra arrampica­te verso il paese dei morti in cielo, discese in un aldilà marino, visite all’uomo della luna, antichi codici da osservare, armi portentose e l’onnipresente kayak". 
I racconti provengono da "Myter og Sagn fra Gronland, I-III", raccolte di circa un secolo fa (1921-1925) dal grande esploratore e antropologo Knud Rasmussen e trascritte in danese, la lingua del governo centrale.
 

 
  Sopra: Le pagine in alto provengono da "Fiabe lapponi", mentre quelle in basso da "Leggende groenlandesi"; in entrambe compare un'illustrazione, mentre nella pagina accanto al disegno si vede l'inizio di un racconto.
 
Questi due testi sono accompagnati da delle illustrazioni in bianco e nero, opera di artisti differenti. Di quelle presenti nella raccolta "Fiabe Lapponi" non viene riportato il nome dell'autore, forse perchè questo è il primo libro della serie e quindi sono andati ad attingere a delle immagini trovate in qualche banca dati su internet; inoltre alcune di queste immagini hanno un aspetto sgranato, in cui i contorni appaiono pixellosi e non chiari e ben definiti. 
Sono disegni dallo stile semplice, in cui molto spesso gli elementi sono ritratte quasi come delle silhouette, quindi figure dove l'interno è colorato tutto di nero e a distinguersi sono solo i contorni esterni. Tali disegni sono quasi sempre a pagina intera e spesso sono immagini complete, in cui compaiono scene complete con personaggi, luoghi e sfondi, anche se talvolta può capitare che ci siano dei disegni che si focalizzino a rappresentare una persona piuttosto che un'intera scena. Sono disegni che rappresentano scene narrate nei testi con personaggi che compiono azioni in paesaggi lapponi, quindi prevalentemente brulli e quasi del tutto privi di alberi, spesso innevati. In questi disegni si nota una grossa differenza tra le parti colorate di nero e quelle prive di colore, lasciate completamente bianche; in effetti nella maggior parte di queste illustrazioni è il bianco a prevalere, in quanto è il colore dato agli sfondi, su cui spiccano persone, animali o elementi del paesaggio (ad esempio alberi, quando presenti) quasi completamente neri.
In "Leggende Groenlandesi" le illustrazioni sono opera di Federica Bordono e infatti anche la loro risoluzione sembra decisamente migliore e più curata. Il loro stile è decisamente più complesso e curato. I disegni sono sempre a pagina intera ed in bianco e nero, ma personaggi e animali sono ritratti in modo più accurato e ricco di dettagli, sebbene comunque non si può parlare di un aspetto realistico, in quanto i vari elementi che compongono la scena sono tracciati con segni e contorni molto netti, precisi e decisi, con alcune parti bianche, altre nere  e altre di un nero sfumato o comunque steso in maniera leggera. Nei disegni della Berni i tratti del volto e i dettagli dei tessuti dei vestiti sono ben delineati e definiti, infatti anche i volti risultano più espressivi ed empatici. Anche questi disegni mostrano una realtà differente da quella delle ambientazioni europee, sia nei paesaggi (privi d alberi e innevati) che nell'abbigliamento delle persone (vestite con abiti pesanti e tipici dei paesi freddi del nord Europa), ma anche negli animali (vediamo comparire ad esempio balene o alci).
 
 

 

 
Sopra: I primi tre disegni, partendo dall'alto, sono tratti da "Fiabe lapponi", mentre quello al centro a destra e gli ultimi due provengono da "Leggende groenlandesi" e sono opera di Federica Bordoni.
 
"Fiabe Lapponi" e "Leggende Groenlandesi" sono due volumi che fanno parte della collana dedicata alle fiabe nordiche inaugurata dalla Iperborea nel 2014, di cui "Fiabe lapponi" costituisce proprio il primo titolo.
La particolarità di questa collana è proprio quella di proporre al pubblico europeo una serie di fiabe e leggende nordiche che è difficile reperire nel panorama europeo o, più nello specifico, in quello italiano. Se da noi infatti sono giunte traduzioni di raccolte russe o giapponesi (oltre a quelle più comuni europee come quelle dei Grimm e di Perrault), talvolta perfino di racconti africani, è raro imbatterci in fiabe lapponi, groenlandesi, finlandesi, danesi ecc... (forse quelle svedesi sono già leggermente più comuni). Da questo punto di vista quindi la collana dell'Iperborea è importante nel panorama italiano e per tutti gli amanti delle fiabe che vogliono espandere le loro conoscenze e arrivare a poter leggere fiabe provenienti da tutto il mondo. Come viene specificato da Bruno Berni nel primo libro della serie: "Nella presente serie di antologie di fiabe nordiche si è deciso perciò di operare una scelta prevalentemente sulle prime raccolte ottocentesche, nonostante il rischio collegato all'utilizzo di materiale pubblicato con criteri non sempre filologicamente inappuntabili, perchè spesso rielaborato dagli studiosi e quindi, come nel caso delle fiabe svedesi, a volte poco fedele a uno stile narrativo orale. Ma d'altro canto lo scopo non era tanto quello d osservare un rigore filologico, quanto di dare un'immagine delle tradizioni popolari dei paesi nordici. le raccolte ottocentesche possiedono il pregio di rappresentare un monumento alle culture scandinave, e come tali di avere un valore simbolico notevole per lo studio delle loro tradizioni popolari."
Nelle introduzioni ad opera di Bruno Berni (in realtà poste alla fine delle raccolte) i lettori possono anche venire a conoscenza di come sono nate e grazie a chi furono trascritte questa raccolte di fiabe nordiche, nonché del perchè spesso hanno avuto poca risonanza al difuori dei loro paesi (ma talvolta anche all'interno degli stessi). Ad esempio per le fiabe lapponi Berni spiega che i lapponi, popolo nomade e da sempre sotto la dominazione di altre quattro nazioni, non hanno mai ottenuto, n'è preteso, l'indipendenza politica, sono sempre stati una "minoranza muta e quasi dimenticata", mentre molto spesso la nascita di raccolte fiabesche è proprio dovuta ad intenti patriottici e nazionalistici. Per questo motivo i trascrittori di racconti lapponi sono sempre stati esterni alla loro cultura, sebbene se ne possano contare alcuni di illustri. "Una prima raccolta fu pubblicata da J.A. Friis nel 1871, purtroppo sulla base di annotazioni di seconda mano. Ma la raccolta di fiabe e leggende lapponi cui spetta il merito maggiore di completezza e fedeltà è quella pubblicata solo mezzo secolo dopo in Norvegia da Just Knud Qvigstad (1853-1956) dopo decenni di lavoro. Qvigstad visse a lungo tra i lapponi e dedicò tutta la sua lunghissima vita allo studio della loro lingua e della loro cultura." Molto del materiale di questa antologia di fabe lapponi è proprio tratto dalle raccolte di Qvigstad, che tra il 1926 e il 1927 pubblicò quattro volumi delle "Lappiske eventyr og sagn".
Per quanto riguarda le leggende groenlandesi esse furono narrate nella loro lingua originale ma trascritte in danese. Anche queste leggende, come le fiabe lapponi, furono trascritte e raccolte non per un'esigenza interna di conservazione della cultura nazionale, "bensì da una volontà di musealizzazione di una cultura marginale e in pericolo da un progetto nato da forze esterne esterne alla regione e perciò realizzato in una lingua che non è quella della narrazione originale". La selezioni di materiali orali dei racconti della cultura inuit della Groenlandia è avvenuta a Novecento inoltrato e nella lingua del governo centrale. Il merito della raccolta di questi materiali popolari è da attribuire principalmente a Knud Rasmussen, infatti i racconti presenti nell'edizione Iperborea sono tratti dalla sua più importante raccolta di testi inuit della Groenlandia, pubblicata in tre volumi tra il 1921 e il 1925.
Il formato di queste raccolte è particolare essendo lungo e stretto, con copertine flessibili che però non sembrano essere di carta, ma di un materiale che mi ricorda come una stoffa sintetica, che sembra molto sottile e leggero ma allo stesso tempo resistente agli strappi. 
Essendo raccolte per adulti ho apprezzato che la casa editrice abbia comunque deciso di inserirvi dentro alcune illustrazioni in bianco e nero, differenti per ciascuna raccolta. Essendo opera di artisti differenti lo stile dei disegni varia in base alla raccolta: quelle di "Fiabe lapponi" sono più semplici e stilizzate, con un maggiore contrasto tra gli elementi neri e le zone lasciate bianche, mentre quelle di "Leggende groenlandesi" hanno un aspetto più curato e dettagliato, e presentano anche delle zone più grigie.  In entrambi i  casi comunque dai disegni emergono alcuni elementi che caratterizzano le ambientazioni di queste fiabe, come ad esempio animali, paesaggi e vestiti tipici di climi molto freddi. Pur presenti comunque le illustrazioni rivestono un ruolo secondario rispetto ai testi.
Se siete amanti delle fiabe e volete espandere i vostri orizzonti al riguardo vi consiglio quindi di dare un'occhiata a questa collana proprio per la tipologia di testi proposti, anche se sotto il profilo grafico ci sono sicuramente raccolte fiabesche molto più belle, curate e illustrate. Le raccolte Iperborea sono interessanti anche perchè, oltre a riportare da dove sono state tratte le varie fiabe, alla fine sono sempre presenti anche delle note bibliografiche che specificano il titolo originario di una certa fiaba o leggenda e la sua provenienza. 

"Fiabe Lapponi" è stato pubblicato nel 2014 mentre "Leggende Groenlandesi" nel 2020 dalla Iperborea Edizioni. Il primo volume ha 192 mentre il secondo 332 pagine, hanno entrambi una copertina flessibile, misurano 20 cm d'altezza e 10 cm di lunghezza e costano il primo 16 euro e il secondo 16,50 euro.

Iperborea non è solo una casa editrice, ma è anche il nome della principale collana di questo editore (Gli Iperborei), come riportato sul loro sito: "Iperborea è la collana che per prima in Italia ha esplorato la letteratura del Nord Europa in modo sistematico. Ospita classici e premi Nobel, inediti o riproposti in nuove traduzioni, romanzi e racconti dei maggiori autori contemporanei, saggistica narrativa, sceneggiature, teatro, poesia e antiche saghe. Inizialmente specializzata nei paesi scandinavi (Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia), ha poi accolto letteratura nederlandese, tedesca, islandese e baltica (estone, lettone e lituana), canadese. Iconica nel suo formato 10x20 cm (tranne rare eccezioni per i libri con una parte iconografica importante), è stata rinnovata nella grafica nel 2015. Tutti i libri della collana sono in brossura cucita a filo refe, con copertina in cartoncino colorato e sovracoperta con alette in carta Imitlin Fedrigoni". 
Ecco le altre raccolte di fiabe e leggende nordiche:
  1.  "Fiabe lapponi" a cura di Bruno Berni (2014).
  2.  "Fiabe danesi" a cura di Bruno Berni (2015).
  3.  "Fiabe islandesi" traduzione di S. Cosimini, (2016).
  4.  "Fiabe svedesi" di Anna Wahlenberg, Alfred Smedberg, Helena Nyblo , Walter Stenströ e Harald Östenson, (2017) illustrazioni di John Bauer.
  5.  "Fiabe faraoesi" di Luca Taglianetti, (2018) illustrazioni di Lorenzo Fossati.
  6.  "Fiabe norvegesi" di Peter Christen Asbjørnsen , Jorgen MoeMoltke Moe, (2019) illustrazioni di Vincenzo Del Vecchio.
  7.  "Leggende groenlandesi" a cura di Bruno Berni (2020) illustrazioni di Federica Bordoni.
  8. "Fiabe finlandesi" traduzione di Giorgia FerrariSanna Maria Martin (2021) illustrazioni di Sonia Diab.
  9.  "Intorno al fuoco: fiabe e racconti della terra dei sami"  a cura di Emilie Demant Hatt e Bruno Berni (2022) con le illustrazioni di Lavinia Fagiuoli.
  10.  "Castelli in aria e altre fiabe finlandesi" di Zacharias Topelius (2023) con le illustrazioni di Isabella Conti.
 
       
 
 
 Sopra: Le copertine delle raccolte di fiabe nordiche, le quali hanno tutte questo formato lungo e stretto tipico dell'Iperborea.
 
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