lunedì 31 dicembre 2018

C'era una volta una bambina di Giovanna Zoboli e Joanna Concejo

"C'era una volta una bambina" è una rielaborazione molto interessante della famosa fiaba di "Cappuccetto Rosso" dei fratelli Grimm ad opera di Giovanna Zoboli con le illustrazioni di Joanna Concejo. E' una rivisitazione che ha un'origine un po' diversa dal solito, essa infatti parte dalle immagini, a partire dalle quali è stato poi scritto il testo.

Sopra: La copertina di "C'era una volta una bambina" riprende i colori che predominano anche all'interno del volume: il nero della matita e il rosso.

Questa versione della fiaba comincia come la più classica delle fiabe: "C'era una volta...", per la precisione "C'era una volta una bambina.", ma non solo lei ma anche "... una casa, una madre e una nonna" (tutti elementi femminili, nonché caratterizzati da una certa familiarità e da una dimensione domestica) e "C'era una volta un bosco. C'era una volta un lupo" (due elementi invece maschili e "selvaggi").
C'era una volta una bambina a cui gli adulti sapevano dire solo "Attenta" e c'era una bambina che ascoltava il bosco e quest'ultimo le parlò. Poi venne anche il lupo, che crebbe tra la bambina e il bosco: "Il lupo crebbe buio e attento, immenso. Crebbe col nero in fondo alla gola e la luna negli occhi". Il lupo "Era il regalo del bosco per la bambina. Era il pegno della bambina al bosco" tanto che furono celebrate perfino le nozze.
Dopo aver preso sentieri diversi il lupo e la bambina si ritrovano a casa della nonna di quest'ultima, ma la casa voleva la bambina e il bosco voleva il lupo, peccato che la bambina fosse del lupo e il lupo fosse della bambina.
Quando arrivò il cacciatore "La casa fece la sua parte di scassinata" ed essa fu creduta..."Era una casa lì da sempre. Impossibile che mentisse". Così il lupo fu preso da una parte dal cacciatore e dall'altra dalla nonna, i due "Misero da parte la bambina e si divertirono come pazzi" e così "Il bosco riebbe il lupo. La casa, la bambina", ma non prima che nonna (la quale deve essere stata una cacciatrice o essere stata sposata a un cacciatore a giudicare dalla quantità di trofei e teste mozzate di animali appese alla parete di casa sua) e cacciatore aprissero e chiudessero il lupo "Per tirare fuori tutte le parole che lei (la bambina) gli aveva insegnato".
Fecero perfino un funerale, a cui non venne nessuno.
Questa storia termina con ciò che potremmo chiamare un finale circolare ... cioè termina così come era iniziata: "C'era una volta una bambina", una bambina che però ora è cresciuta e se n'è andata... "C'era una volta una bambina sola e attenta che camminava nel bosco".

Come potrete intuire dal "riassunto" della storia di questo libro il testo di quest'ultima non è proprio di facile interpretazione, anche per il modo in cui esso è scritto. Più che un testo in prosa, infatti, essa sembra di più quasi una poesia (priva di rime però).
Le frasi che compongono questi testi sono inoltre estremamente brevi, molte sono composte solo da un verbo, un nome e un aggettivo.
Un'altra caratteristica dei testi di quest'opera è quella della ripetizione di parole o quasi di intere frasi, una caratteristica tipica della figura retorica dell'anafora, nella quale una o più parole vengono ripetute all'inizio di frasi successive.
Osservate ad esempio l'inizio di questo racconto, in cui la parte iniziale delle varie frasi è sempre la stessa, a cui mano a mano si aggiungo altri nomi, i quali vengono anch'essi ripetuti nella frase successiva:
"C'era una volta una bambina.
C'era una volta una bambina e una casa.
C'era una volta una bambina, una casa e una madre.
C'era una volta una bambina, una casa, una madre e una nonna.
C'era una volta un bosco.
C'era una volta un lupo.
C'era una volta una bambina."
A volte, inoltre, alle frasi si continuano ad aggiungere nuove parole finché non si arriva alla metà di un verso, dopodiché il numero di parole presenti nella frase inizia a essere diminuito:
"Il bosco fu gentile,
disse di essere grande,
disse di essere grande abbastanza per
disse che dappertutto
disse che."

Sopra: Un'immagine della storia che ritrae il momento in cui la protagonista sta camminando per il bosco, ascoltandolo. Da notare il particolare uso dei colori.

Anche le illustrazioni di Joanna Concejo sono molto belle, drammatiche, selvagge, misteriose e originali, anche se non di immediata interpretazione.
Sono disegni che colpiscono subito l'attenzione del lettore per due motivi: sono splendide illustrazioni a matita ricchissime di particolari, molto dettagliate ed estremamente curate (le tavole in cui si vende il bosco, con tutti i suoi alberi, sono spettacolari); la peculiare scelta dei colori.


Sopra: Due pagine in cui l'artista ha dipinto il bosco, uno dei protagonisti di questa versione della fiaba. Da notare la ricchezza di dettagli e la cura per i particolari.

La maggior parte delle illustrazioni presenti in questo libro sono in "bianco e nero" (o forse dovrei dire grigio) poiché realizzate a matita, tuttavia in alcune di queste tavole è presente anche qualche elemento rosso come: il vestito della bambina, i nastri per capelli di quest'ultima, i fiori ricamati sulla tenda della porta della casa della nonna, una teiera e un gomitolo. Quest'ultimo, in particolare, gioca un ruolo molto importante a livello visivo e simbolico in quanto evidentemente questo gomitolo, da cui parte un filo rosso, rappresenta il legame tra il lupo e la bambina.


Sopra: La maggior parte delle illustrazioni presenti i questo libro sono in bianco e nero poiché realizzate a matita, tuttavia in alcune di queste tavole è presente anche qualche elemento rosso, come, ad esempio il vestito e i nastri per capelli della bambina nell'immagine più in alto, oppure il gomitolo e il filo che potete vedere nell'immagine più in basso.

Sebbene, come ho detto, la maggior parte delle illustrazioni siano in bianco e nero (con al massimo uno o due particolari rossi) alcune di esse (4 in tutto il volume) sono invece a colori. I colori utilizzati in queste tavole sono forti, brillanti e accesi e fra questi spicca sempre in particolare il verde.


Sopra: Sebbene la maggior parte delle illustrazioni siano in bianco e nero (con al massimo uno o due particolari rossi) alcune di esse, come queste due che vi riporto qui sopra, sono invece a colori. I colori utilizzati in queste tavole sono forti, brillanti e accesi e fra questi spicca sempre in particolare il verde.

"C'era una volta una bambina" è certamente una delle versioni più originali e interessanti della fiaba di "Cappuccetto Rosso" e, probabilmente, anche una di più complicata interpretazione: con una bosco (nero, buio, con milioni di occhi ma cieco) e una casa che diventano veri e propri personaggi; con una bambina sola, svelta, attenta e vestita di rosso; con un lupo buio, svelto, attento, immenso e coraggioso.
Questa è un'opera in cui le immagini rivestono un'importanza essenziale per interpretare la storia, una storia ricca di elementi simbolici e di ambiguità, così come le sue illustrazioni che sono molto belle, ricche di particolari e originali, con quell'avvincente contrasto tra il nero e il rosso.
Questa è un'opera molto bella quanto particolare, ricca di ambiguità, un'opera che anche il lettore adulto farà fatica a capire fino in fondo e ad interpretare.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2014 dalla BIR Publishing e poi è stata edita in italiano nel 2015 dalla Topipittori,  ha 72 pagine, la copertina rigida, misura 29,8 cm d'altezza e 21,5 cm di lunghezza e costa 20 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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