"Le tribolazioni di Tommy TipTop" di Stefano Bessoni è la storia di un ragazzino che si diverte a torturare gli animali finché riceve la giusta e meritata punizione.
“Lo scopo di questo libro è mostrare che la
cattiveria verso le creature animali merita – se non la riceve subito –
una punizione, e che obbedire alla legge della bontà è il nostro dovere
nonché la nostra gioia”. Queste parole sono state tratte dalla prefazione di un certo M.B., un autore anonimo, e tratte da "The Tribulations of
Tommy Tiptop", un libro del 1893 che Bessoni ha scoperto e ha voluto riscrivere e rivisitare, così come aveva fatto nel 2022 con il testo di "Pierino Porcospino" del dottor Heinrich Hoffmann .
Sopra: Sulla copertina compare l'immagine del protagonista, Tommy TipTop, rivisitato e reinterpretato dall'artista Stefano Bessoni.
Non era esattamente un cattivo ragazzo, Tommy
Tiptop, solo che gli piaceva divertirsi, fare i dispetti e pensare solo a
sé stesso. Di tutto questo era in parte responsabile la sua mamma, che
lo aveva viziato e vezzeggiato finché era diventato, come dicevano le
domestiche, “un guaio tremendo, peggio delle piaghe d’Egitto”. Perdipiù
Tommy aveva un compagno di giochi di nome Johnny Triktrak, che era più
grande, più forte e perfino più cattivo di lui. Insieme si divertivano a
tormentare le sorelline di Tommy e tutti gli animali della famiglia,
dando prova di un’efferata fantasia. Finché, dopo aver annegato i
gattini, fatto azzuffare tra loro i cagnolini, schiacciato i pulcini con
la bicicletta, infilzato farfalle e chi più ne ha più ne metta, arrivò
il momento di pagare per le loro malefatte…
Dopo essere andato a aletto col mal di pancia (per aver mangiato, contro gli avvertimenti del fornaio, dei panini crudi) Tommy inzia infatti a fare un sogno terribile: prima sogna che due grossi uccelli lo stanno trascinando fuori dal letto mettendolo in una gabbia e cercano di dargli da mangiare lumache; poi sogna di una gatta che lo prende e lo annega in una catinella; in seguito viene preso all'amo e pescato da un grosso pesce; è costretto a lottare contro il proprio amico da due bulldog; una vespa gli spiaccica la testa, mentre due ragni lo fanno a pezzi; due topi chiamano una gatta per farlo mangiare; una bici lo schiaccia e gli trancia via le gambe; altri insetti lo trafiggono con uno spillone; la bambola Rossella gli cava gli occhi; un pappagallo lo graffia con i suoi artigli; un coniglio gli spara e lo cucina al forno; uno scarafaggio lo schiaccia con le sue zampe; infine viene attaccato e morso da dei panini.
Insomma, praticamente gli vengono fatte provare tutte le cose e le cattive azioni che lui, nel corso della giornata aveva compiuto nei confronti degli animali.
Sopra: Due pagine iniziali, dove a sinistra comapiono i testi e a destra c'è un'illustrazione che ci mostra Tommy, il protagonista della vicenda.
Le illustrazioni di Stefano Bessoni hanno come al solito uno stile molto personale e
originale, dai tratti grotteschi, che contribuisce a dare alle
immagini un aspetto macabro ma affascinante. I personaggi umani hanno
un aspetto caricaturale, sgangherato e
bizzarro, con parti del corpo molto sproporzionate (in particolare la
testa appare sempre molto più grande rispetto al corpo e le gambe sono
estremamente magre e sottili) che conferisce loro un aspetto
caricaturale e quasi grottesco.
Nel volume sono poi presenti scene di violenza, sangue, e
scheletri che rendono le illustrazioni piuttosto inquietanti.
In
questo caso comunque l'artista si è ispirato alle illustrazioni
originarie che comparivano nel libro di Tommy Tip Top, delle quali
riprende ad esempio i tipi di animali (soprattutto insetti), vestiti e i colori, nonostante lo stile
delle prime e quello di Bessoni sia molto differente.Ad esempio se nelle vecchie illustrazioni gli sfondi sono sempre rappresentati con accuratezza, i personaggi e le creature
ritratte dall'artista vengono mostrati invece su uno
sfondo indefinito, astratto, dai toni delicati, sopratutto quelli del grigio, in particolare, con qualche sfumatura di
verde menta, anche se in certi sfondi
essi appaiono combinati.
Parlando
dei colori, se per gli sfondi Bessoni ha deciso di utilizzare delle
tinte dai
toni delicati e spesso chiari, o comunque smorzati, i personaggi e le
varie creature posseggono delle tinte più scure e intense. In
particolare sembrano predominare tinte quali il bianco, il marrone (utilizzato molto per gli abiti e gli animali, soprattutto gli insetti), il rosa della pelle e il verde della vegetazione.
Questi
colori hanno delle tonalità smorte, poco brillanti e vivaci, spesso
anche abbastanza cupe. L'unico colore che appare un po' più allegro e
brillante è il rosso, che imporporata i
nasi e le labbra dei personaggi (talvolta anche i capelli e le guance) e
colora poi qualche altro oggetto che compare nelle scene, come ad esempio vestiti, parti del corpo degli animali e il sangue. Sopra: Le illustrazioni
di Stefano Bessoni hanno uno stile molto personale e
originale, dal tratto macabro ma affascinante. I personaggi umani hanno
un aspetto sgangherato e
bizzarro, con parti del corpo molto sproporzionate (in particolare la
testa e le gambe) che conferisce
loro un aspetto caricaturale e quasi grottesco. Nel
volume sono ritratti anche numerosi animali e insetti anch'essi dall'aspetto poco realistico e caricaturale. In basso potete vedere alcuni disegni di Bessoni messi a confronto con le illustrazioni originali.
"Le tribolazioni di Tommy TipTop" di Stefano Bessoni è un testo in cui l'autore, dopo Struwwelpeter (che Bessoni ha pubblicato, sempre con la Logos Edizioni nel 2022 col titolo "Struwwelpeter: la vera storia di Pierino Porcospino"), torna a occuparsi di piccoli
pestiferi, riprendendo un’altra opera ottocentesca, stavolta di lingua
inglese, finora inedita in Italia. In effetti trovate informazioni riguardo tale libro non è facile, su internet si trova qualche illustrazione e, soprattutto, vecchie copie del libro in vendita, ma nessuna pagina che racconti di cosa parla il libro nel dettaglio.
Scritto e illustrato da autore ignoto
a fini educativi, "The Tribulations of Tommy Tiptop" potrebbe sembrare al
lettore un libro non adatto ai bambini, per via delle continue
descrizioni di violenza sugli animali, di cui Stefano Bessoni conserva
la ferocia e le tinte macabre, anche se in realtà è proprio la ferocia,
di cui molti bambini e adulti sono capaci, a renderlo un libro
pedagogicamente concreto. D'altronde il libro è stato pubblicato in un altro periodo storico, dove c'era molta meno attenzione per le sorti e il rispetto per gli animali. Bessoni nella sua postfazione scrive: “Quello
che si può dire del libro originale è che è stato pensato e pubblicato
in tempi assai diversi dai nostri, in cui gli animali erano considerati
al pari di oggetti al mero servizio dell’uomo nonché ritenuti privi di
emozioni, sentimenti e insensibili al dolore. Per questo The
Tribulations of Tommy Tiptop merita un encomio: per aver tentato a suo
modo di sensibilizzare il pubblico più giovane verso il rispetto di
tutte le creature viventi. Quando il libro fu pubblicato, in epoca
vittoriana, nascevano in Inghilterra i primi schieramenti a favore della
protezione degli animali, grazie anche alla Regina Vittoria, che nel
1835 redasse il Cruelty to Animals Act tracciando le linee guida per la
limitazione e il controllo delle sperimentazioni scientifiche sugli
esseri indifesi. Sempre in quegli anni, studiosi del calibro di Charles
Darwin cominciavano ad auspicare il rispetto per tutti gli animali.”
Quello di Bessoni è un adattamento illustrato con il suo stile
inconfondibile, che si permette però un nuovo finale. Nel testo originale, impregnato di buonismo, Tommy si pente e basta, con un finale che, come scrive Bessoni, "sembra spronare alla cura delle apparenze per celare un animo malvagio, piuttosto che a un'effettiva presa di coscienza." Data la persistenza del dubbio che il pentimento non sia sincero, Bessoni aggiunge una parte in cui Tommy e il suo amico combinaguai Johnny vanno assieme allo zoo, accompagnati dallo zio e, dopo un iniziale momento in cui si comportano bene, ricominciano a fare dispetti agli animali. Stavolta però Johnny finisce schiacciato dalla zampa di un elefante, e Tommy assiste alla scena, finendone traumatizzato, tantoché: "Da quel giorno non disse più una sola parola, non mangiò più carne e frutti polposi e non fece più male neanche a una mosca."
Difficile decidere un'età per questo libro, che consiglio sicuramente per lettori adulti, soprattutto se interessati ad approfondire quel filone di storielle morali con monelli che o si redimono o muoiono, che vide la sua fortuna e il suo esempio più famoso in "Pierino Porcospino" di Heinrich Hoffmann, ma anche in Max e Moritz dell'umorista tedesco Wilhelm Busch, di cui vi avevo parlato qui.
Per quanto riguarda i lettori bambini, a cui questo libro era inizialmente indirizzato, su Amazon viene consigliato a partire dai 6 anni, ma francamente non lo consiglierei per una fascia d'età così giovane, soprattutto se il bambino è particolarmente sensibile alle violenze e in particolare a quelle sugli animali.
Attualmente poi tale libro non può essere più dato da leggere ai bambini come esempio di storia edificante, che insegna una morale (in questi casi no ln maltrattare gli animali). A differenza poi dei cugini più famosi questa storia non è scritta in rima e non è composta da brevi storielle, cosa che poteva rendere la lettura più scherzosa e piacevole anche per bambini, andando a rendere la parte violenta più comica e meno traumatica. Vero è che Bessoni spiega di aver "ridotto al minimo il racconto della tante efferatezze, cercando di mantenere un tono sornione e grottesco, per accompagnare il lettore verso il lungo incubo del protagonista", tuttavia le immagini rimangono piuttosto crude.
Questo libro è stato pubblicato dalla Logos nel 2024; ha 64 pagine, una copertina rigida, misura 21,7 cm d'altezza e 15,5 cm di lunghezza e costa 18 euro.
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.
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