"Tre per un topo" di Toti Scialoja è il primo libro realizzato da questo scrittore, poeta nonchè scenografo e pittore. Il libro nacque per essere destinato alle due
nipotine Barbara e Alice, ed è una raccolta di poesie e filastrocche senza senso.
Sopra: In alto sulla copertina dallo sfondo completamente bianco spiccano questi tre tipini con gli occhi rossi, rossi come il nome dellìautore e come alcune sfumature delle scritte del titolo.
Toti Scialoja (Roma, 1914-1998) è stato pittore, scenografo e
poeta. Pubblicò molti libri di filastrocche e poesie illustrate dedicate
ai bambini, tra cui ricordiamo: "Amato topino caro" (1971); "La zanzara
senza zeta" (1974); "Una vespa! Che spavento" (1975); "Ghiro ghiro
tondo" (1979). Il suo secondo libro, quello sulla zanzara, fu tra i primi ad essere pubblicato nella collanaTantibambini, edita nel 1972 da Einaudi, diretta da Calvino e la cui grafica era affidataa Munari. Una collana che attualemnte viene molto esaltata e in cui, secondo Roberta Favia, alcuni "vi individuano l'origine della nostra letteratura per l'infanzia contemporanea." (p. 183, R. Favia, Attraverso il libro, Edizioni Il leone verde, Torino, 2023).
Ma "Tre per un topo", l'album originale con la copertina
rossa, fu realizzato prima di tutti questi libri. Dedicato alle due
nipotine Barbara e Alice fu a loro consegnato nel 1969, e da loro
amorevolmente conservato fino ad oggi. Lo pubblichiamo qui per la prima
volta con la coincidenza del centenario della nascita dell'autore. "Tre
per un topo" è l'origine, il prototipo di tutte le successive raccolte
di Toti Scialoja per l'infanzia.
Come dicevo all'inizio questa è una raccolta di poesie scritte e illustrate da Scialoja, le quali appartengono al genere del nonsense, il quale non va molto di moda in Italia, anche se solitamente i bambini lo apprezzano.
Sono filastrocche che infatti, più che sul senso letterario, ammaliano per la loro fonetica, per i giochi di parole e per le assonanze e allitterazioni che presentano, e anche per le rime, di solito in forma baciata (AA BB).
"Quanto è buffa
la ranocchia
se ti adocchia;
si rannicchia
poi si tuffa
nella muffa"
"Chien méchant, cane di francia,
quando abbaia vuole la macia,
si controlla alla bilancia
e così non mette pancia."
"Uno due tre quattro
passa un gatto quatto quatto.
quattro tre due uno,
era un gatto di nessuno"
"Sono sola in una stanza
e c'è un'anatra che avanza,
a tre metri di distanza
fa un inchino, com'è usanza."
Sopra: Le prime pagine del libro, dove si trova la dedica alle nipoti di Scaloja, Barbara e Alice Drudi, che conservano ancora oggi l'originale di questo testo.
Le poesie sono accompagnate dalle altrettanto bizzarre illustrazioni opera dello stesso Scialoja, disegnate da lui a mano. Disegni che raffigurano gli animali protagonisti delle sue bizzarre poesie: rane, cani, ippopotami, zanzare, conigli, pipistrelli, orsi, formiche, corvi, anatre e, soprattutto, tanti topi.
Gli animali disegnati da Scialoja a volte hanno un aspetto anche realistico (anche se mai iper realistico o estremamente curato e dettagliato come i disegni che ci aspetterebbe di trovare, ad esempio, in un'enciclopedia), mentre altre volte presentano caratteristiche antropomorfizzate, andando ad indossare abiti o scarpe umane.
Le sue sono figure di animali tratteggiati ( a volte in modo netto e sicuro ed altre con dei segni più incerti e tremolanti) a china con pochi segni di colore, steso in modo molto delicato all'interno delle linee che compongono i soggetti.
Sopra: Alcune delle pagine interne che mostrano le poesie con le rispettive illustrazioni, il tutto realizzato, scritto e disegnato a mano da Scialoja.
"Tre per un topo" di Toti Scialoja è un libro molto particolare, per tutto, a partire dalle poesie nonsense, dai testi scritti a mano, alle illustrazioni dallo stile molto particolare e un po' bizzarro.
E' stato il primo albo scritto dall'autore, che finora non era mai stato edito e che ora è stato pubblicato in coincidenza del centenario della nascita dell'autore. Infatti, come si legge alla fine, questa altro non è che la riproduzione fotografica integrale dell'originale manoscritto conservato da Barbara e Alice Drudi, le nipoti dell'artista per cui il libro fu scritto.
Essendo una riproduzione fotografica di un testo del 1969 è per questo che le scritte all'interno non sono fatte col computer ma a mano, a volte in stampatello maiuscolo ed altre in minuscolo.
La cosa interessante è che io questo libro l'ho scoperto perchè un altro testo dell'autore ("Versi del senso perso") veniva consigliato nella guida "Letture imperdibili tra 0 e 14 anni" di Roberta Fava nella sezione di poesia per la fascia 6-10 anni. Tra le guide sulla letteratura per l'infanzia Scialoja è menzionato anche in "Amici ed Eroi: grandi libri per giovani lettori" di Beatrice Garau, a pagina 42, nella parte di "Filastrocche e poesie vecchie e nuove" indicata dai quattro ai sei anni.
Fatalità poi, leggendo invece il saggio "ABC delle figure nei libri per ragazzi", alla lettera Z ho trovato menzionato un altro titolo dell'artista: "Zanzara senza Z". Come scritto dalla Vassalli in quest'ultimo saggio: "La poesia di Toti Scialoja fa dono di parole <<come gioco>> che diventano enigma, mistero, esorcismo e assenza di significato, pur rimanendo <<una delle chiavi di lettura che aprirà la porta al mistero della vita adulta>>"
Sempre questo autore è citato pure in "Racconti (di)Versi" di Rita Valentino Merletti, a pag.53, riguardo alla parte in cui si analizza il suono di una poesia; ed è menzionato pure nel saggio "Letteratura per l'infanzia e l'adolescenza" della Silvia Blezza Picherle a pagina 83, quando lei parla di di autori precursori e innovatori nel genere della poesia. Di lui la Blezza dice: "rifacendosi alla tradizione inglese dei nonsense e dei limerick, inventa testi poetici che sono giochi linguistici, proiettati in una dimensione dell'assurdo, ricchi di sottile ironia, eppure dotati di significati sottili e impliciti. Si tratta tutti gli effetti di un precursore dell'autentica poesia per bambini, quella dirompente, che esiste per se stessa, per divertire e liberare i lettori (Boero, De Luca, 1995)."
Ho trovato citazioni a questo autore pure nel saggio "Attraverso il libro", scritto sempre dalla Roberta Favia, inserito nel capitolo dedicato al nonsense, in cui si spiega che: "Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il nonsense richiede una logica ferrea sella costruzione della trama e/o personaggi. Non si tratta di una logica "normale", ma una logica ferrea deve esserci e deve essere portata alle estreme conseguenze, soprattutto dal punto di vista delle strutture narrative e della composizione linguistica se si tratta, ad esempio, si un componimento in rima come nel caos di Seuss e di Scialoja." (p. 110, R. Favia, Attraverso il libro, Edizioni Il leone verde, Torino, 2023).
È presente anche nel saggio dedicato alla poesia "Perlaparola" di Chiara Carminati, dove viene citato a pagina 50 parlando delle parole come dei semi da far germinare, parole che lui definisce<<parole melagrana>> "che sembrano contenere i chicchi di suono di tutte le altre".
Come scritto anche nella guida della Fava la poesia di Scialoja si inserisce in quella tradizione "di chi prammaticamente privilegia il senso del suono della lingua a scapito della ricerca del contenuto sensato, e che in Italia ha poco seguito. La raffinatezza delle composizioni di Scialoja è talmente limata da risuonare naturale all'orecchio dei bambini. Va alle radici foniche della lingua tirandone fuori ciò che è solo un orecchio acerbo può ancora percepire da adulto, segue una rielaborazione metrica (l'esametro e il limerick dominano) e ritmica di grande cultura. [...] La ricerca del senso nel suono non è assenza di senso bensì ricerca di un senso diverso, di-verso, se volete. A parte il divertimento puro, il gioco linguistico può dare origine e spazio a una quantità di giochi in classe che sono invece pieni di senso per avvicinarsi alla lingua da una strada secondaria non meno importante, decisamente meno frequentata ma ricchissima di spunti: quella fonetica..." (R. Favia, Letture imperdibili tra 0 e 14 anni Caissa Italia Editore, Bologna, 2024).
Le poesie di Scialoja hanno tutte per protagonisti animali, il che aiuta ancora di più i bambini ad entrare in sintonia con le poesie. Esse sono molto musicali anche se bizzarre, e suoneranno sicuramente alle orecchie dell'adulto molto particolari, se non strane, bizzarre, poiché di genere nonsense. Poesie come queste infatti privilegiano la fonologia, quindi il suono delle parole, con cui il poeta gioca e fa giocare e divertire anche i giovani ascoltatori, a discapito del senso della frase. D'altronde questo tipo di poesie sono fatte puramente con lo scopo di divertire e divertirsi, come scrive Favia "Li si legge e basta."
Il volume è stato edito nel 2014 dalla
Quodlibet, ha 112 pagine, una copertina rigida, misura 21 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza e costa 18 euro.
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