lunedì 28 novembre 2022

Il porcospino ragionato di Sergio Stocchi

Qualche tempo fa vi avevo parlato di "Struwwelpeter: la vera storia di Pierino Porcospino" illustrato da Stefano Bessoni, che si basava sull'opera di "Pierino Porcospino" del dott. Heinrich Hoffmann. Quest'ultima era una raccolta di filastrocche nate più di un secolo e mezzo fa dalla fantasia del dottor Heinrich Hoffmann, un medico tedesco che, passato agli studi di psichiatria, con particolare predilezione per quella infantile, prese a curare ragazzini derelitti, disadattati, traumatizzati, abbandonati da genitori disperati e lo fece mettendo a punto un sistema tutto suo, basato sulla dolcezza e sul libero sfogo dell’immaginazione.
Questa versione chiamata "Il porcospino ragionato" riprende i testi di Hoffmann tradotti e commentati da Sergio Stocchi, con le illustrazioni originali dell'epoca; è inoltre presente in questa edizione anche "Pentimento e conversione di Pierino Porcospino" di Karl Ludwing Thienemann.

Sopra: Sulla copertina compare sempre Pierino, con i suoi capelli lunghi e le unghie lunghissime (un po' alla Freddy Crugher).

Questa edizione riprende comunque la raccolta di filastrocche scritte dal dottor Heinrich Hoffmann, un medico tedesco che poi si specializzò negli studi di psichiatria, con particolare predilezione per quella infantile. "Nella sua professione di psichiatra il dottor Hoffmann ha in cura anche i bambini: disadattati, ribelli, vittime di traumi psichici drammaticamente precoci", come viene raccontato nell'introduzione scritta da Sergio Stocchi, che precede l'opera vera e propria di Hoffmann, cioè le sue filastrocche.
Per approcciarsi a questi bambini molto problematici il medico "tratta i bambini con dolcezza, gli inventa storielle all'istante, disegna pupazzetti". Avendo lui stesso un figlio non sopportava che i bambini venissero sottoposti a trattamenti cruenti (in uno a quei tempi negli ospedali psichiatrici), i quali potevano solamente andare a peggiorare ulteriormente la già fragile salute psichica dei giovani pazienti. Egli sperimentò quindi un sistema tutto suo, basato sulla dolcezza e sul libero sfogo dell’immaginazione.
Le filastrocche contenute in questo volume furono scritte da Hoffmann come regalo per il figlio, in occasione del Natale del 1844: "Invece del libro compra un quaderno bianco, e si mette al lavoro per riempirlo. Vengono così allineate sulla carta sei storielle scritte a mano, in rima, con i disegnini a penna  che verranno poi colorati all'acquerello. I versi non sono capolavori di metrica, le rime talvolta sono aggiustate col martello, ma nel complesso i versi scorro facili, snelli, veloci, e hanno il dono magico di rimanere subito in testa dopo averli letti un paio di volte.".
Protagonisti di queste storie sono bambini maleducati, disobbedienti come Pierino Porcospino, il bimbo che dà il nome alla raccolta, un bambino che non si lava e non cura la propria igiene, così ha un aspetto lurido e trasandato. Vi sono poi: Federigo, che maltratta un cane e finisce mutilato da quest'ultimo; il fiero cacciatore; Paolinetta che mure bruciata dopo aver giocato con dei fiammiferi; Gigino, Gaspare e Guglielmo che vengono fatti cadere in un calamaio per aver preso in giro un bambino africano (chiamato moretto nella filastrocca); Corrado, a cui vengono tagliati i pollici che continuava a succhiarseli; Gasparino che muore di fame per non aver voluto mangiare la minestra; Filippo che cade dalla sedia perché continuava a dondolarsi con essa (trascinando anche tutto il cibo che c'era sul tavolo) ecc ...
Inizialmente il dottore non aveva alcuna intenzione di pubblicare il suo libricino, ma poi un suo amico, che aveva appena fondato una casa editrice, gli chiese di poterlo pubblicare. In seguito Hoffmann scrisse anche altri libretti come "Il Re schiaccianoci e il povero Reinhold". Tutto ciò è scritto nell'introduzione scritta da Stocchi, assieme a delle disquisizioni sul successo dell'opera, la storia dei manoscritti e alcuni esempi di imitazioni o storie ispirate a quella di Pierino, con antiporcospini o versioni al femminile.
Dopo la parte introduttiva troviamo i componimenti veri e propri. La cosa interessante è che le versioni italiane di solito riportano la traduzione del 1882 ad opera di Gaetano Negri, mentre qui ne troviamo una diversi, ad opera di Sergio Stocchi.
I componimenti sono tutti in rima baciata (AA BB) oppure alternata (AB AB), risultando quindi molto orecchiabili e musicali. 
Vi riporto prima la versione tradotta da Negri nel 1882 e poi quella di Stocchi del 1986:

Versione tradotta da Negri nel 1882: "La tristissima storia degli zolfanelli"
"Di sala in sala, Paolinetta
Gira e rigira, sola soletta.
Di casa uscendo la sua mammina
Disse: <<Ricordati di star bonina>>, 
Ma, se non teme di esser sgridata,
Grida, fa chiasso quella sventata.
Ecco essa vede sul tavolino
De' zolfanelli lo scatolino.
<<Oh, che grazioso bel giocherello!
Io voglio accendere lo zolfanello.
 
[...]
 
Ahimè! La fiamma la bambina investe,
Ardon le trecce, arde la veste.
Corre la misera di loco in loco,
Non c'è più scampo, è tutta in foco.

E Minz e Maunz inorriditi
Mandano acuti urli infiniti.
<<Miao, miao, miao!
Qui, qui venite, venite in fretta
Muore bruciata Paolinetta.>>

Brucia in un soffio, sfuma in un punto
Veste e persona, tutto è consunto.
Un po' di cenere e due scarpini,
Cara memoria de' suoi piedini.
 
E' quel che resta! Non c'è più nulla
Di quell'indocile, vispa fanciulla!
E Minz e Maunz, i due gattini
Tergon le lagrime coi lor zampini,
 
<<Miao, miao, miao!
Ahi, babbo e mamma, ahi, dove siete?
Ahi, vostra figlia più non vedrete!>>
Come un ruscello che irriga i prati
Scorron le lagrime dei desolati."
 
Versione tradotta da Stocchi nel 1986: "La storia tristissima degli zolfanelli"
"Paolinetta non è andata a scuola,
la mamma e il babbo son fuori di casa,
lei è rimasta così tutta sola
e a divertirsi è decisa e persuasa.
Quindi si mette a ballar per la stanza,
corre e saltella con passo di danza.
 
All'improvviso si vede davanti
gli zolfanelli, bei nuovi fiammanti.
<<Questo dev'essere proprio un bel gioco,
voglio provare a scherzare col fuoco!
Ora mi accendo una splendida fiamma
come sul fare ogni giorno la mamma!>>
 
[...]
 
Ahi quel giochetto terribile e sciocco!
Ecco, la fiamma s'attacca alla veste,
brucia il grembiule, la gonna ed il fiocco,
brucia d'un lampo anche la sottoveste.
 
Gridano i gatti sgomenti e infelici,
chiamano aiuto disperatamente,
poveri piccoli, poveri mici!
Nessuno viene, nessuno sente!
Oh, disgraziata la povera mamma
che non è qui per smorzare la fiamma!
 
Inesorabile procede il fuoco,
più non l'arresti nè più lo nascondi,
per quello stupido, inutile gioco
brucia la bimba dai riccioli biondi,
ed ecco ormai che non resta più nulla
di quella povera, dolce fanciulla.

Solo un mucchietto di cenere resta,
solo una piccola rossa scarpina;
com'è finita la tragica festa
di quella povera, bella Bambina!
E i due gattini smarriti e sgomenti
piangono lacrime a fiumi e torrenti! "

Come potete vedere la traduzione di negri è in rima baciata, mentre quella di Stocchi in rima alternata. Dopo le filastrocche scritte da Hoffmann ce n'è anche un'altra intitolata "Pentimento e conversione di Pierino Porcospino" di Karl Ludwing Thienemann.

 Sopra: Una pagina della filastrocca di Paolinetta
che ci mostra le prime due sequenze, dove la bambina trova i fiammiferi e inizia a giocarci.

Il libro presenta diverse immagini; nell'introduzione sono state inserite foto dell'autore o dell'istituto dove lavorava e riproduzioni di disegni e stampe dell'Ottocento. Queste immagini sono tutte in bianco e nero e nel caso dei disegni essi riproducono solitamente alcune pagine di vecchie edizioni dell'opera scritta da Hoffmann, ma vi sono stampe anche di opere parodistiche o di altri libri scritti dal medico.

   
Sopra: Due pagine tratte dall'introduzione all'inizio del volume, dove si vedono foto e riproduzioni di stampe e disegni di vecchie edizioni di Pierino.

Quando iniziano le filastrocche sono presenti anche le immagini dell'edizione originale, realizzate con il pennino nero e colorate con gli acquerelli. I disegni, dai tratti abbastanza semplici con linee nette e precise, rappresentano scene e personaggi descritti nelle filastrocche. Vediamo ad esempio una bambina coi nastri rossi ai capelli (Paolinetta) giocare coi cerini e poi prendere fuoco; il sarto che taglia i pollici di Corrado; Gasparino che dimagrisce sempre di più finché non viene seppellito sotto una zuppiera...
Siccome sono presenti anche i testi originali, in tedesco, questi disegni sono sia in bianco e nero (nella versione tedesca) sia a colori (nella traduzione italiana a fronte).
I colori hanno tonalità abbastanza brillanti, talvolta intense e altre volte più delicate; compaiono soprattutto tinte quali:il rosso, il verde, il giallo, il blu e il marrone.
La cosa interessante è che ogni filastrocca presenta molteplici disegni, che finiscono per raffigurare delle vere e proprie sequenze degli avvenimenti narrati, come una sorta di fumetto ma senza i baloon. In questo modo i disegni conferiscono ai testi una certa dinamicità.

 
Sopra: Un paio di pagine che ci mostrano le storie di Gasparino che dimagrisce sempre di più finché non viene seppellito sotto una zuppiera (a sinistra) e di Corrado a cui vengono tagliati i pollici dal sarto (a destra)... Queste immagini sono quelle dei testi in italiano, a colori.

"Il porcospino ragionato" è una versione molto interessante di "Pierino il Porcospino", la quale riprende i testi di Hoffmann proponendoceli in una nuova traduzione di Sergio Stocchi, finalmente diversa da quella, famosissima e storica, del 1882 ad opera di Gaetano Negri.
Questa edizione presenta poi all'inizio anche un'interessante introduzione che serve a contestualizzare bene l'opera originale di Hoffmann e fa conoscere al lettore anche cosa ne è stato di quell'opera, il suo successo, le "copie" e cosa ne fu dei manoscritti originali.
Credo sia importante che ci sia un'introduzione del genere a quest'opera, della quale non è facile parlare perché essa rientra un po' tra quelle tabù, in quanto, nonostante il successo ottenuto presso i giovanissimi ed il tono di fondo umoristico, gli elementi di educazione autoritaria e i vari macabri epiloghi delle filastrocche furono contestati, in maniera anche durissima, fin dal momento dell'uscita; ciò avvenne sia in ambito germanofono, sia in altri Paesi come l'Italia. Acora oggi molti adulti provano per questa raccolta una certa repulsione, giudicandola troppo forte ed esagerata.
La visione dell'opera credo dipenda molto da come il lettore decide di approcciarvisi, avendo consapevolezza del contesto in cui è nata e dello scopo per cui può essere letta. Personalmente quest'opera non mi turba perché mi ci sono approcciata da adulta e prendendo le sue filastrocche da un punto di vista non educativo/pedagogico ma più goliardico ed umoristico. Queste storielle in rima, che per la loro assurdità finiscono col diventare quasi comiche, a me sembrano finire per prendere in giro i libri in cui era presente un'educazione autoritaria, estremizzandola. Sicuramente poi l'opera nacque anche con intenti educativi, i cui messaggi di fondo sono condivisibili ancora oggi (aver cura della propria igiene, non giocare con i fiammiferi, non maltrattare gli animali...), anche se ovviamente oggi si tenta di proporli in maniera meno violenta e più soft.
Le filastrocche tradotte da Stocchi conservano il significato di quelle originali, rimanendo sempre piuttosto lunghe. Rispetto a quelle tradotte da Negri, che furono tradotte nell'Ottocento e in cui si usavano termini un po' desueti (tipo zolfanelli, scatolino, foco, avea, sparuto, non la vo', scarpini ...) e anche abbastanza ricercati (bastione, rimaso, lambe, frastuono, soppiatto, stride, attonita, sbigottita...) qui il linguaggio risulta già più attuale. Le filastrocche rimangono comunque ricche di termini abbastanza ricercati e non banali (scroscia, bagliori, perdifiato, paffute, florido, susseguente, fuscello, scorno, sortita, inesorabile ....). 
Oltre alle filastrocche di Hoffmann questa edizione contiene anche il "Pentimento e conversione di Pierino Porcospino" di Karl Ludwing Thienemann, un altro componimento in rima in cui Pierino si ravvede del proprio essere sporco e poco curato e chiede alla madre di lavarlo e tagliargli unghie e capelli. Un libro insomma molto bello e particolare, molto interessante, completo, che non solo riporta le famose filastrocche scritte da Hoffmann (in una traduzione "nuova" o comunque diversa dalla solita), che comunque sono un cult e un pezzo di storia (furono anche usate come strumento di ironia e protesta contro i regimi totalitari, tanto che in alcuni paesi furono proibite), ma prima le contestualizza e offre ai lettori anche qualche altra opera di Pierino. Peccato che questo volume non si trovi più in commercio e all'usato costa sui 30/45 euro.

Il libro è stato pubblicato nel 1986 dalla LONGANESI & C.; ha una copertina rigida con sovracopertina, misura 27,7 cm d'altezza e 21 cm di lunghezza, ha 185 pagine e costa 16 euro.
 
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