lunedì 13 giugno 2022

Penelope di Sabina Colloredo e Cristiano Lissoni

"Penelope" è un libro scritto da Sabina Colloredo e illustrato da Cristiano Lissoni, due nomi non nuovi nel panorama dei libri per bambini e ragazzi. In particolare la scrittrice ha scritto vari volumi di serie abbastanza famose come "I classicini", "Che storia!" e "I Grandissimi" tutte delle Edizioni EL. Guardando tra la sua bibliografia si può notare che i libri da lei scritti sono storie che si basano su rivisitazioni di classici (nel caso di "I classicini") ed eventi storici come i volumi della collana "I Gandissimi" o "Che storia!" o "Le sirene" (una collana di biografie tutta pensata al femminile: storie di donne per ragazze che amano leggere), che comprende titoli come: "Un'ereditiera ribelle. Vita e avventura di Peggy Guggenheim" del 2003; "I giorni dell'amore, i giorni dell'odio. Cleopatra, regina a diciott'anni" del 2004. Altri volumi a tema storico scritti dalla Colloredo sono ad esempio "Romolo e Remo. Storia di un fico, una lupa e due gemelli" del 2004; "Un amore oltre l'orizzionte. Vita e viaggi di Margaret Mead" del 2005; "Pocahontas" del 2007; "Io, Cleopatra" del 2016; "Tito Livio. Storie di ieri e di oggi" del 2017. Un altro settore in cui l'autrice si è spesso cimentata riguarda i miti greci: ad esempio per la Rizzoli è uscito da poco (giugno 2022) "Libere. Circe e le altre", per la De Agostini Colloredo ha scritto una serie intitolata "Nettare e Ambrosia" oppure "La bellezza di Medusa e gli altri volti del male", mentre sempre per le Edizioni EL ha realizzato una serie chiamata "Hotel Olimpo". Infine per la Gallucci ha realizzato due titoli a tema ambientalista ("Fuoco nel bosco" e "SOS veleni in mare").
Insomma, un'autrice che può vantare diverse pubblicazioni alle spalle.

Sopra: Sulla copertina vediamo proprio la protagonista della storia: Penelope.

La storia narra della vita di Penelope, partendo dalla sua infanzia. Ella infatti era una principessa spartana, figlia di Icario e Peribea (una Naiade, cioè una ninfa dei fiumi) ed inizialmente si chiamava Arnea. Il suo nome le venne cambiato il giorno in cui, cadendo da una rupe, fu salvata da un gruppo di anatre (Penelope significherebbe "anatroccolo"). Ella viveva a Sparta assieme alle due cugine: Elena e Clitemnestra, la prima delle quali spicca per la sua incredibile bellezza.
La storia si sviluppa raccontando le vicissitudini di Penelope, dal suo primo incontro con Ulisse al suo matrimonio con quest'ultimo, al viaggio e alla vita su Itaca (isola natale di Ulisse), la costruzione del tempio di Afrodite, la nascita del figlio Telmaco, la partenza del marito per Troia....
Gli eventi scritti dalla Colloredo riprendono e sono effettivamente attinenti alle informazioni che ci sono giunte riguardo a Penelope (tipo chi fossero i genitori, i cugini, come le venne cambiato il nome...). L'autrice ha invece voluto modificare il finale, in quanto secondo la leggenda una volta tornato a Itaca Ulisse e Penelope avranno altri due figli, mentre in questo caso Colloredo ha deciso di optare per una scelta differente (inventata proprio da lei).

Sopra: Questa immagine ritrae Penelope da ragazza, mentre viveva ancora a Sparta.

La storia è accompagnata dalle illustrazioni di Cristiano Lissoni, il quale ha illustrato alcuni titoli della collana "Che storia!".
Le immagini realizzate da Lissoni sono carine e graziose, anche se nulla di eccezionale. Sono delle immagini abbastanza semplici, dall'aspetto abbastanza realistico anche se non eccessivamente curato.
I disegni, dalle tonalità chiare e brillanti, rappresentano tutti scene narrate all'interno del libro, come la scena in cui Penelope ed Elena discutono tra loro ancora bambine, oppure il matrimonio di Penelope con Ulisse.

   
 
 
Sopra: Delle illustrazioni di Lissoni che rappresentano alcuni momenti della storia di Penelope (sistemati in ordine cronologico, da in alto a sinistra a in basso a destra, da quando lei era bambina assieme alla cugina Elena,  fino al ritorno di Ulisse a Itaca).
 
"Penelope" di Sabina Colloredo e Cristiano Lissoni è un libro scritto in maniera molto coinvolgente, tanto da riuscire a far immedesimare il lettore nelle vicende che riguardano Penelope e la sua vita, pur non essendo lei a narrarcele in prima persona.
Pur con un livello di scrittura che può essere letto a 9 anni il volume si concentra molto sulla condizione femminile delle donne greche dell'epoca, presentando tematiche adatte più verso i 10/11 anni (si cita velocemente, ad esempio, anche l'idea di un possibile stupro). Ricordo che le donne greche erano tra le più sottomesse tra i popoli dell'antichità (mentre ad esempio quelle Egizie godevano di un libertà molto maggiore), non avendo alcun diritto di decisione (non potevano esprimere la propria volontà) o di possesso, la loro esistenza dipendeva interamente prima dalle decisioni del padre e poi dal marito (ed eventualmente anche da zii e figli adulti).
Ecco alcuni estratti in cui si sente che l'autrice denuncia la situazione delle donne greche: 
  • Elena annuncia a Penelope che il padre ha deciso di cambiarle nome: "Se fossi in te non starei tanto a discutere. Prenditi il nuovo nome e zitta. Dicono che sia stato tuo padre a buttarti giù dalla rupe. Non è il caso di irritarlo di nuovo."; 
  • Durante il banchetto in cui le tre principesse spartane (Penelope, Elena e Clitemnestra) devono porgere gli omaggi agli ospiti: "Agamennone ruttò e si pulì la bocca con il dorso della mano. I suoi occhietti gonfi passarono da una all'altra e una smorfia soddisfatta gli si disegnò sul volto. - Non c'è che l'imbarazzo della scelta - esclamò, con il suo vocione roboante"; 
  • Durante una discussione tra Penelope e i suoi cugini: "Polluce l'afferrò per le spalle e la scosse con violenza - Ti ha dato di volta il cervello? Cosa credi di fare? Ti sei dimenticata di essere solo una donna?"; 
  • Il momento in cui lo zio e il padre le annunciano di aver combinato il suo matrimonio: "Penelope aprì la bocca per replicare, ma non le uscì alcun suono. Non si era mai sentita così umiliata. Nessuno aveva chiesto il suo parere, nessuno si preoccupava di sapere se lei era felice, nessuno...neppure Ulisse. [...] Tindaro saltò in piedi e battè la lancia sul pavimento. - Adesso basta, donna! Il matrimonio non si discute! - diventò paonazzo e iniziò a tossire."; 
  • Una discussione tra Penelope e Euriclea (la tata di Ulisse da bambino) quando Penelope è appena giunta a Itaca dopo il matrimonio: "- Stavo dicendo: ora che ci sei tu metterà la testa a posto, vedrai. Basta avventure, basta viaggi per mare. L'ho capito subito. Tu sei quella che vuole. Sangue regale e tanti figli maschi. - Ancora!- la interruppe Penelope. -Ma non pensate altro che ai figli, qui a Itaca?. Euclinea la guardò, sinceramente sorpresa. - Perchè? C'è Qualcos'altro a cui pensare?".
Come potete vedere la Penelope che emerge dalle pagine del libro è una donna dal pensiero moderno intrappolata in un mondo che le sta stretto, anche se cerca (e deve) adattarvisi, non avendo altra scelta.
Una cosa interessante di questo libro è il fatto che riesce a far vedere e scoprire al lettore una figura di Ulisse più negativa rispetto a come quest'ultimo di solito viene rappresentato nei libri (soprattutto quelli per bambini e ragazzi). Ormai siamo infatti abituati a vedere Ulisse in maniera positiva: un uomo dotato di grande intelligenza e arguzia, curioso e assetato di avventura, capace di compiere incredibili viaggi e imprese straordinarie. In questa storia invece Colloredo riesce a far emergere, tramite il punto di vista di Penelope, alcuni aspetti del carattere di Ulisse che ce lo fanno percepire in modo un po' più negativo. Non è che l'autrice lo dipinga come un uomo malvagio, ma mette in evidenza il grande egoismo di Ulisse, che non si preoccupa mai per Penelope, lasciandola spesso da sola sull'isola, interessato solo a navigare e a vivere nuove avventure (se ci pensiamo durante il viaggio di ritorno verso Itaca in più di un'occasione Ulisse se la prese comoda, intrattenendosi anche con altre donne). Questo però è coerente con la mentalità maschilista dell'epoca, in cui le donne potevano essere messe sempre in secondo piano senza che queste potessero lamentarsi di nulla. Ciò dimostra come Ulisse, pur con la sua arguzia e intelligenza, fosse comunque un uomo del suo tempo.
Riguardo Ulisse a quanto pare la letteratura e i miti ci narrano ben 5 versioni della sua morte e Colloredo ha scelto per la sua versione la più truce: cioè egli muore per mano di Telegono, il figlio avuto da Circe, mentre per Penelope l'autrice ha deciso di scrivere un finale alternativo. Tale episodio comunque non viene propriamente narrato come parte della storia, ma come una nota nell'epilogo.

Quest'opera è stata edita nel 2009 dalle EL Edizioni, ha la copertina flessibile, ha 125 pagine, misura 23,8 cm d'altezza e 17,3 cm di lunghezza e costa 15 euro.

P.S.: Nel 2018, per la collana "I Grandissimi", sempre delle Edizioni EL è stato edito un libro intitolato "Penelope: vita di una regina" sempre scritto da Sabina Colloredo e illustrato da Cristiano Lissoni: "Penelope è intelligente, forte e volitiva. L'isola in cui è confinata le va stretta. Quando il marito, Ulisse, parte per la guerra di Troia, Penelope cercherà di rifarsi una vita, la sua, per la prima volta senza un uomo accanto che decida per lei".
 
Sopra: La copertina di un'opera dedicata sempre a Penelope e scritta dalla Colloredo, che fa parte della collana "Grandissimi", adatta a partire dai 7/8 anni.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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