lunedì 18 aprile 2022

Dante il mi' babbo di Chiara Lossani e Michael Bardeggia

 A volte non è facile avere come padre un famoso poeta, e questo lo sa bene Antonia Alighieri, il cui cognome sicuramente vi dirà qualcosa. Ella infatti è figlia del famoso Dante Alighieri e in quest'opera intitolata "Dante il mi' babbo", scritta Chiara Lossani e illustrata da Michael Bardeggia, ci svelerà alcuni segreti su suo padre.

Sopra: Sulla copertina possiamo vedere Antonia, la figlia di Dante, con in mano proprio la Divina Commedia e con ai suoi piedi una scimmia (animale ricorrente nelle illustrazioni di questo libro).

La storia è ambientata a Ravenna il 21 settembre 1350, quando dalla porta del convento di Ravenna, dove Antonia stava leggendo nel chiostro, entra un cavaliere assieme a una bambina. L'uomo si chiama Giovanni e viene da Firenze, portando con se una bambina di nome Enrica, la cui madre non sta bene e il cui padre è stato scacciato, pure lui come Dante, dalla città. 
Antonia allora chiede alla bambina se vuole ascoltare la storia della Divina Commedia, la quale "Parla di un viaggio straordinario! Misterioso! Pauroso!". Qui Antonia comincia a narrare alla bambina, e quindi anche al lettore, cosa accade nella Divina Commedia
"Una notte, il babbo si perse in un bosco
Selvaggio! Tenebroso
Non sapeva come c'era entrato, ma di certo nessuno ne era mai uscito vivo!. 
Che paura, povero babbo! 
Cominciò a correre e all'alba fuggì verso un colle da cui spuntava il sole
ma una lonza gli sbarrò il sentiero!
E un leone gli ruggì contro!
E una lupa lo spinse indietro ringhiando!
Tre belve davanti!
Il bosco dietro!
Il babbo non sapeva che fare!".
 
Ovviamente questa parte riprende quella dell'inizio della Divina Commedia, di cui vi riporto ora, invece, i versi originali scritti da Dante:

"Nel mezzo del cammin di nostra vita,
mi ritrovai in una selva oscura,
che la diritta via era smarrita.
Ah quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura!  [...]
Io non so ben ridir com'io v'entrai:
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'io fui al piè d'un colle giunto,
la dove terminava quella valle
che m'aveva di paura il cor compunto,
guardai in alto, e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi pianeta
che mena dritto altrui per ogni calle.
Allor fu la paura un poco queta [...]
Poi ch'ei posato un poco il corpo lasso,
ripresi via per la piaggia diserta,
sì che'l piè fermo sempre era 'l più basso.
ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
una lonza leggiera e presta molto,
che di pel maculato era coverta;
e non mi si partìa dinanzi al volto,
anzi impediva tanto il mio cammino,
ch'io fui per ritornar più volte volto. [...]
ma non si che paura non mi desse
la vista che m'apparve d'un leone:
questo parea che contra me venesse
con test'alta e con rabbiosa fame,
sì che parea che l'aere ne temesse;
e d'una lupa, che di tutte le brame
sembiava carca ne la sua magrezza"

Il resto del racconto prosegue narrando cosa successe a Dante: di come incontrò Virgilio, di come entrò nella porta dell'Inferno, di come attraversò il primo fiume incontrando Caronte, dell'incontro con i dannati (primi di tutti gli ignavi, i golosi, gli arrabbiati ecc... ), la città di Dite... 
Vengono trattati anche il Purgatorio e il Paradiso, anche se è effettivamente l'Inferno quello più approfondito e di cui sono riportate il maggior numero di informazioni e di episodi (oltre ai già citati incontri con Caronte, gli Ignavi, i golosi, gli arrabbiati e con i diavoli di Dite, vengono nominati anche alcuni mostri come il Minotauro, Gerione e Lucifero, nonché l'incontro con Ulisse).
La cosa interessante è che la vicende non è narrata come un mero riassunto dell'opera di Dante, ma è inframmezzata dagli interventi di Enrica (che fa un po' la parte del giovane lettore), di Giovanni e della stessa Antonia. Enrica, ad esempio, pone diverse domande ad Antonia, tipo "Ma Beatrice chi era?", oppure "Ma insomma, questo inferno dove sta? E poi, al tu' babbo, i dannati non facevano anche un po' pena?".
Antonia, a volte supportata dall'intervento di Giovanni, risponde pazientemente a tutte le domande e alle curiosità della bambina, riportando anche episodi biografici della vita del padre. Ad esempio, riguardo a Beatrice, ella risponde: "Beatrice era il suo amore da ragazzo. La conobbe a una festa. Avevano nove anni e lui se ne innamorò tanto da svenire quando la incontrava! Ma lei sposò un altro e, quando morì, il babbo stette male, iniziò a frequentare compagnie cattive, a scrivere rime volgari. Ecco perché si perse in quel bosco buio del suo cuore!."
Un altro episodio biografico citato spesso in questo testo riguarda ad esempio l'esilio di Dante, che è uno dei punti focali di questo albo illustrato, in quanto Antonia ricorda spesso con nostalgia il padre, che non ha potuto vedere e incontrare per molto tempo. Tale cosa è amplificata anche dalla presenza della bambina, Enrica, in quanto anche il suo babbo è in esilio.

Sopra: Le pagine in cui Antonia descrive a Enrica come è fatto suo padre Dante. Da notare nell'immagine l'utilizzo di pochi colori quali il giallo, il rosso, il blu, il bianco e il grigio (e il rosa per la pelle)

I testi sono accompagnati dalle particolari e originalissime illustrazioni di Michael Bardeggia, ispirate all'arte rinascimentale, che ha uno stile alquanto surrealistico, a metà tra sogno e realtà. In effetti questa caratteristica le rende particolarmente adatte a questo libro, che fonde insieme sapientemente elementi fantastici (come la narrazione delle vicende descritte nella Divina Commedia) e fatti reali e storici (lo stesso contesto è reale, con la figlia di Dante che spiega l'opera del padre a una bambina, così come lo sono gli elementi biografici sulla vita del poeta riportati qua e là nei testi).
Le immagini raffigurano solitamente scene tratte dalla Divina Commedia, che Antonia sta appunto raccontando ad Enrica. Vediamo quindi ad esempio il momento in cui Dante incontra le tre fiere e poi la porta dell'Inferno, oppure la traversata del fiume sulla barca di Caronte, o la città di Dite, l'incontro con Ulisse, la porta del Purgatorio ....
La cosa interessante però è che nelle illustrazioni non compare Dante, ma al suo posto ci sono Antonia, Giotto e Enrica a fare da viaggiatori. Quindi è un po' come se l'artista avesse reso loro i protagonisti di questa Divina Commedia, i viaggiatori che devono perdersi nel bosco e attraversare l'Inferno e il Purgatorio per poi arrivare in Paradiso. Bardeggia inoltre li ha voluti ritrarre non come semplici spettatori passivi delle vicende vissute da Dante, ma come attori capaci di interagire attivamente nelle vicende, completamente parte della storia.
 
 

Sopra: Le immagini di Bardeggia raffigurano solitamente scene tratte dalla Divina Commedia, che Antonia sta appunto raccontando ad Enrica. La cosa interessante però è che nelle illustrazioni non compare Dante, ma al suo posto ci sono Antonia, Giotto e Enrica a fare da viaggiatori, come potete vedere anche in queste illustrazioni che mostrano l'incontro con le tre fiere e della porta dell'Inferno (immagine in alto) e la porta del Purgatorio (immagine più in basso).
 
Oltre ai tre viaggiatori ci sono anche altri elementi strani e particolari che l'artista ha inserito nelle sue tavole e che apparentemente sembrano non essere coerenti, non centrare, con la Divina Commedia o con quanto accade ai tre personaggi protagonisti del libro. Ad esempio in quasi tutte le pagine compaio costantemente 3 animali estranei alla narrazione: un gufo, un cervo e una scimmia. Forse sono una sorta di animali totem che l'artista ha scelto per accompagnare i tre personaggi nel loro viaggio: il gufo è simbolo di comprensione, di soluzione a un problema; il cervo simboleggia la longevità e la rigenerazione; la scimmia può essere considerata simbolo di fortuna o di saggezza, e nell'alchimia rappresenta il dialogo tra gli strati superiori ed inferiori della coscienza.
Questi animali, così come tutti gli altri (ma non solo, a volte anche alcuni mostri o diavoli) delle illustrazioni sono ritratti in bianco e nero, mentre il resto della scena è a colori. A essere particolare è anche la scelta dei colori dell'artista, il quale ha deciso di utilizzare solamente il giallo, il rosso e il blu (quindi i tre colori primari), oltre al grigio usato per le rocce e per gli elementi architettonici, e al rosa rosa carne usato per la pelle delle persone. Tali colori spiccano sugli sfondi bianchi delle immagini.
Segnalo inoltre che alcune pagine del volume si possono aprire, raddoppiando quindi di grandezza, per mostrare scena di ancor più ampio respiro.


 
 
Sopra: La scelta dei colori dell'artista è  molto particolare, in quanto nelle immagini compaiono solo il giallo, il rosso e il blu, più il grigio delle rocce e il rosa della pelle. Inoltre gli animali e altri elementi come i mostri sono stati realizzati in bianco e nero. Da notare nelle immagini la presenza di animali quali il gufo, un cervo e una scimmia. La seconda immagine, poi, è una di quelle pagine che si possono aprire, raddoppiando la loro estensione.

"Dante il mi' babbo", scritto Chiara Lossani, è un volume molto bello e interessante, che sicuramente si differenzia dai tanti libri scritti su Dante e sulla sua opera più famosa. Intanto è curioso il fatto che il sommo poeta e la Divina Commedia siano raccontati attraverso la voce e gli occhi della figlia (uno dei tre figli ufficiali di Dante, a cui se ne aggiungerebbe un presunto quarto, nonché l'unica femmina, che si fece suora e si stabilì in un convento a Ravenna). Ciò permette sicuramente di fornire al lettore una prospettiva diversa e inedita delle vicende di Dante, di cui si parla un po' della sua opera più importante (soffermandosi in particolare su alcuni episodi dell'Inferno), riportando anche alcune citazioni e brevi parti del testo, ma anche di alcuni fatti legati alla sua vita, come le lotte a Firenze, l'esilio e la morte, nonché l'amore per Beatrice.
Poiché si parla di Beatrice, spiegando che fu una delle donne molto amate dal poeta, Lossani cerca di mettere il poeta in una luce il più possibile positiva, facendo dire alla figlia (dopo ave fatto spiegare a Giovanni che a Dante "le donne gli garbarono tutta la vita, ci perdeva la testa!"): "Ma lui sapeva amare anche mia madre, me e i miei fratelli, Firenze, Virgilio e la sua Commedia, tutti insieme!". In realtà, dal poco che si sa, sembra che il matrimonio tra lui e la moglie, Gemma Donati, non fu molto felice, tanto che Dante non le dedicò mai un solo verso.
Le illustrazioni di Michael Bardeggia, che si ispirano all'arte rinascimentale, sono molto originali e particolari, con uno stile alquanto surrealistico, a metà tra sogno e realtà, perfetto per rappresentare gli episodi di questo volume che mischiano fatti reali, storici, ed altri invece fantastici, tratti dalla narrazione della Divina Commedia. Disegni ricchissimi di particolari e di elementi, in cui spicca la curiosa scelta dei colori.
Dal connubio tra testi e illustrazioni ne risulta sicuramente un'opera molto bella e interessante per quanto innovativa, che unisce sapientemente elementi bibliografici e biografici della vita di Dante, raccontando un po' della sua opera più acclamata, ma anche della sua vita. L'elemento nuovo è appunto il punto di vista, che è quello della figlia di Dante, a cui si aggiunge anche quello del cavaliere giunto al convento, che alla fine si scopre essere Giovanni... Boccaccio. Senza dimenticare comunque anche quello di Enrica, la bambina, che svolge praticamente le veci del lettore, facendo un po' da punto di incontro tra questo e le vicende narrate, aiutando il lettore a comprendere la trama e le vicende, dandogli la possibilità di immedesimarsi con qualcuno all'intero della storia.

Quest'opera è stata edita nel 2020 dalla Arka Edizioni, ha la copertina rigida, ha 64 pagine, misura 31,5 cm d'altezza e 22,5 cm di lunghezza e costa 22 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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