giovedì 24 marzo 2022

I miti celtici di Mila Fois e Alberto Orso

"I miti celtici" è una raccolta di miti e leggende celtiche raccolte e riscritte da Mila Fois e illustrate da Alberto Orso. Un volume che fa parte di una collana piuttosto ampia, intitolata "Miti e leggende" ("Meet Myths"), scritta e illustrata sempre dagli stessi autori, che annovera diversi titoli e che raccoglie diverse leggende e miti provenienti da diverse parti del mondo. Tra gli altri titoli (illustrati) che figurano nella collana troviamo: "I miti norreni" (2018), "Leggende del Kalevala" (2020), "Miti giapponesi" (2021), "I cavalieri della tavola rotonda" (2021, illustrato da Anna Schilirò), "Miti dei nativi americani" (2021).
 
Sopra: La copertina, dal formato quadrato, ci mostra il disegno di un anziano druido, con capelli e barba bianche, come i suoi occhi.

 
"Nel cuore dell'Isola di Smeraldo, ammantato da un velo di nebbia, il popolo fatato canta le proprie gesta, e gli echi di questa melodia arrivano fino a noi, mostrandoci radure incantate e e ancestrali circoli di pietre, arcani custodi di antiche leggende."
Questo è ciò che viene descritto sul retro di copertina di un volume che vuole appunto raccontare al lettore i miti celtici, presi da testi quali "Il Lebor Gabàla Erenn" (Libro delle Invasioni, che narra l'arrivo dei Tuatha dé Danann in Irlanda), il ciclo dell'Ulster, un'insieme di leggende che risalgono al XIII secolo e che si sviluppano intorno alla corte del re Conchobar mac Nessa, e il terzo ciclo mitologico irlandese il quale "racconta invece le gesta dei Fianna, clan guerrieri votati alla protezione dell'Isola di Smeraldo".
I cicli che Mila Fois propone in questo volume comunque sono per la precisione 4: quelli tratti dal Libro delle Invasione, quelli del ciclo dell'Ulster, quello dei clan dei Fianna e i miti gallesi raccolti nei quattro rami del Mabinogion (le leggende gallesi all'origine del ciclo Arturiano). "Nonostante le loro differenze, essi ci presentano un mondo a tratti fatato e a tratti oscuro dove, in mezzo a banchi di nebbia, rilucono misteriosi tesori e compaiono radure incantate", come scrive l'autrice.
Il volume è suddiviso nei seguenti capitoli: i protagonisti, i primi invasori d'Irlanda, i signori dei tumuli fatati, la vendetta dei Tuatha Dé Danann, il segreto del re, Cu Chulainn, la battaglia del Toro bruno, il destino dei Fianna, i quattro rami del Mabinogi, il leone dalla mano ferma, i primi cavalieri di Artù, il libro di Taliesin.
 
 
Sopra: La pagina che mostra l'inizio del capitolo dedicato alla battaglia del toro bruno, in cui, oltre al titolo, è anche presente un'illustrazione che mostra lo scontro tra il toro bruno e quello bianco.
 
Le narrazioni dei vari miti sono accompagnate dalle illustrazioni di Alberto Orso, le quali sono belle, con un aspetto realistico e curato. Immagini che mostrano donne graziose e delicate, guerrieri forti, muscolosi e possenti, oppure creature leggendarie a volte magnifiche e altre volte spaventose.
Sono disegni che rappresentano quanto viene raccontato nei testi, per mostrare delle scene o qualche personaggio (umano o creatura che sia) per cui possono risultare utili al lettor nella loro comprensione, e per fargli riprendere fiato dalla narrazione.
Come viene scritto nella prefazione: "Grazie alle illustrazioni di Alberto Orso, il reame incantato nin sembra più smarrito tra le nebbie. La foschia intessuta  da Manannan Mac Lir per celare l'Isola di Smeraldo si dischiude davanti i nostri occhi, mostrandoci i portagonisti di queste leggende, permettendoci di sbirciare oltre la siepe, in quel luogo popolato da divinità, creature fatate e sapienti druidi."
Le immagini possono essere sia a tutta pagina che inserite in mezzo ai testi e inoltre possono essere sia a colori che in bianco e nero. In realtà la maggior parte dei disegni sono in bianco e nero, in quanto solo 8 immagini su quaranta (comprese sia quelle grandi che quelle piccole in mezzo ai testi) sono a colori. 
 
 
 
 

Sopra: Alcuni disegni, realistici e dettagliati, che accompagnano i testi. Come potete vedere alcuni sono a colori ed altri in bianco e nero, inseriti in mezzo ai testi oppure a tutta pagina.
 
"I miti celtici" è una raccolta di miti e leggende celtiche raccolte e riscritte da Mila Fois, la quale a proposito scrive: "La delicatezza e la profondità di queste leggende sono state racchiuse per lungo tempo nei sussurri dei druidi e nei canti dei bardi, ed è per me un onore poter continuare a raccontarle, rendendole immortali". Ecco, a tale proposito io mi sono approcciata a questo libro non conoscendo nulla dei miti celti e devo dire che ho trovato questa raccolta piuttosto noiosa, non tanto per i miti, ma proprio per il modo in cui sono stati raccontati. Fin dall'inizio ad esempio il lettore si sente buttare addosso una serie di nomi (di persone e luoghi), molti dei quali fa fatica a contestualizzare (anche con l'aiuto del glossaio a inzio del libro, che non mi è stato molto utile).
Questo è l'inizio del volume: "Il Lebor Gabàla Erenn, o Libro delle Invasioni d'Irlanda, ci racconta che a prima persona a mettere piede sull'Isola di Smeraldo fu una donna chiamata Cessair. Era figlia di Bith e nipote del biblico Noè e viveva nell'isola fluviale di Meroe, in Egitto. Quando la minaccia del diluvio fu alle porte, Cessair navigò con tre navi verso l'Isola Priva di Serpenti, unico luogo che si diceva sarebbe scampato alla furia delle acque. Durante il suo lungo viaggio, due navi affondarono, e l'unica rimasta portava a bordo cinquanta donne e tre soli uomoni: Fitan, Bith e Ladra.  [...] Trascorsero 321 anni e, al tempo il cui il patriarca Abramo ne aveva sessanta, giunse dalla Scizia Partholan, un uomo appartenente alla stirpe di Magog, figlio di Jafet. Egli era fuggito dalla sua patria dopo aver ucciso i genitori per far regnare il fratello, e per punizione gli era stato cavato un occhio. Quando approdò in Irlanda con la sua gente, trovò però una stirpe di bellicosi giganti che da ormai duecento anni viveva di caccia e di pesca sulle coste. Erano i Fomori, arrivati fin lì condotti dal loro capo Cìcul Ngrichencos, e naturalmente non furono lieti di vedere all'orizzonte nuove navi pronte a invadere la loro isola". Come potete leggere la narrazione procede a un ritmo abbastanza sincopato (in altre parti la presenza di nomi di personaggi e luoghi celtici diventa ancora più fitta), che non lascia abbastanza spazio e tempo al lettore di assimilare tutte le informazioni. 
Vi riporto anche un altro pezzo di libro, collocato all'inizio del capitolo "I signori dei tumuli fatati" per farvi capire cosa intendo quando dico che l'autrice butta addosso al lettore una gran serie di informazioni in poco tempo: "[Il re Ith] Arrivò fino a Tara, dove a quel tempo regnavano tre re: Mac Cuill, Mac Cecht e Mac Gréine. I loro veri nomi erano Téthur, Ethur e Céthur, ma portavano il nome di ciò più gli era sacro: per Mac Cuill era il coll, la nocciola, presso i celti considerata un frutto divino e dispensatore di sapienza e ispirazione; per Mac Cecht era cecht, l'aratro, mentre per Mac Gréine era grian, il Sole. Erano tre fratelli, nipoti del Dagda, e le loro mogli erano le dee della terra e della fertilità chiamate Banda, Fodla ed Eriu."
In effetti lo stile di scrittura sembra più quello di un riassunto che una vera e propria narrazione, tanto che io per esempio non sono riuscita ad affezionarmi o a farmi rimanere in mente praticamente nessun personaggio citato nel libro. Queste leggende sono infatti ricchissime di eroi e re, tuttavia l'unica cosa che sappiamo su di loro è il loro nome e le loro gesta in quanto Fois non fa emergere per nessuno di loro nessun tratto caratteriale o personale degno di nota, ma si limita a riportare (proprio come in un riassunto) i gesti e le imprese che compiono, in modo meccanico e senza emozioni. Ne derivano personaggi piatti, privi di carattere e spessore che il lettore al massimo è in grado di dividere in buoni e cattivi in base a come agiscono, se compiono imprese buone e giuste oppure gesti malvagi ed egoisti.
Poichè i testi sono totalmente privi di dialoghi non sentiamo mai questi uomini parlare, il che a mio parere appesantisce ancora di più la narrazione, che è un continuo descrivere senza mostrare. Spesso ho fatto fatica a seguire le vicende dei vari personaggi (che talvolta compaiono e spariscono all'improvviso), che mi hanno dato l'idea di essere state raccontate troppo velocemente (in modo perfino frettoloso).
Le illustrazioni di Alberto Orso, che sono belle e curate, aiutano per fortuna a supportare un po' i testi, poiché rappresentano delle scene in essi narrati.
Le immagini sono anche belle, ma i testi a me (che mi sono approcciata ad essi da neofita, senza conoscere praticamente nulla a riguardo) sono risultati pesanti e un po' noiosetti (a volte anche un po' confusionari), poco coinvolgenti, incapaci di far prendere slancio e vita a questi miti celtici e ai loro eroi. Certo, potrebbero essere un buono spunto se il lettore avesse bisogno di alcuni riassunti sui miti celtici, che gli permettessero di farsi un'idea generale di quest'ultimi.
Un'altra questione poi è il prezzo: io ho acquistato questo volume a 16,93 euro, che mi sembra un costo abbastanza ragionevole, ma il suo prezzo sarebbe di 22, il che mi pare un po' troppo per un volume in copertina flessibile, di poco più di un centinaio di pagine, che alla fine presenta solo poche illustrazioni a colori (8 in tutto il libro e neanche tutte a pagina intera), anche se il volume sembra avere una grafica piuttosto curata. Considerate che la stessa versione, sempre in copertina flessibile ma non illustrata (pubblicata nel 2015), costa 7,99 euro.
 
Questo libro è stato autopubblicato dagli stessi autori nel 2019, ha la copertina flessibile e misura 21,5 cm d'altezza e 21,5 cm di lunghezza e costa 21,99 euro. Nel 2015 era stata edita un'edizione di quest'opera in un altro formato (sempre però in copertina flessibile), senza i disegni di Aberto Orso.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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