lunedì 7 novembre 2016

Tutte le fiabe (nuova edizione 2016) di Charles Perrault

"Tutte le fiabe" è una raccolta delle fiabe originali di Charles Perrault, tradotte da Maria Vidale, alle quali si accompagnano le illustrazioni dell'artista francese Elodie Nouhemn. L'edizione che prenderò in considerazione è quella più recente, e aggiornata, del 2016, alla quale è stata aggiunta anche una fiaba inedita, che nella precedente edizione del 2011 non compariva.

  
Sopra: Le copertine delle due differenti edizioni della raccolta di fiabe di Perrault "Tutte le fiabe". A sinistra la prima versione, pubblicata nel 2011, che mostra un'illustrazione di "Pelle d'asino", e a destra la seconda, del 2016, nella quale compare l'illustrazione di Pollicino mentre indossa uno degli stivali delle sette leghe dell'orco.

L'opera si apre con una nota alla seconda edizione, nella quale Bianca Lazzaro spiega che la decisione di  offrire ai lettori una nuova versione di questo testo, cinque anni dopo la prima, si deve a vari motivi: prima di tutto il successo della precedente edizione e, poi, anche il desiderio di presentare ai lettori una nuova fiaba, quella de "I desideri strampalati", una storia in versi composta da Perrault nel 1693, comparsa per la prima volta nella rivista "Mercure Galant".
Dopo la nota ve n'è un'altra, sempre scritta dalla Bianca Lazzaro, che era presente anche nella prima edizione, dal titolo: "Un paradosso e due buone ragioni". In questa parte introduttiva all'opera, la Lazzaro spiega i motivi che hanno portato alla decisione di pubblicare una nova edizione delle fiabe di Perrault, nonostante in giro ce ne siano già moltissime. L'autrice si domanda (e ci domanda) infatti: "In più di tre secoli di vita, è difficile tenere il conto delle edizioni di queste storie apparse in ogni lingua del mondo: e dunque, perché mai insistere?". La risposta è che, di tutte queste edizioni in circolazione, solo una parte molto esigua sono raccolte integrali, più facilmente si tratta di raccolte parziali, e che magari comprendono anche racconti di altri autori fiabeschi, e che vengono pure pubblicate anche con titoli generici. La raccolta originaria di Perrault (quella de "I racconti di Mamma l'Oca") è quindi diventata molto difficile da trovare, specialmente se ben tradotta e ben illustrata, per cui da qui deriva la decisione di questa nuova edizione integrale dei racconti di Perrault, con una nuova traduzione che vuole essere all'altezza dei testi originali in francese.
Quest'opera è infatti composta dalle otto fiabe originarie del volume "Racconti e storie del passato" ("Histoires ou contes du temps passè"), il cui sottotitolo era "I racconti di Mamma l'Oca": "La bella addormentata nel bosco", "Cappuccetto rosso", "Barbablù", "Mastro gatto ovvero Il gatto con gli stivali", "Le fate", "Cenerentola o la scarpetta di cristallo", "Ricchetto dal ciuffo"e " Pollicino".

  
Sopra: Due illustrazioni realizzate dalla Elodie Nouhen per le fiabe di Cappuccetto Rosso (a sinistra) e di Cenerentola (a destra). Nella prima immagine è interessante notare come questa artista abbia deciso di ritrarre la protagonista che si è spogliata e che è salita sul letto della nonna, come appunto accade nella fiaba, una scelta che solo pochi illustratori hanno fatto. Nell'illustrazione di Cenerentola possiamo invece notare come a predominare siano i colori freddi, in particolare l'azzurro, ad eccezione dell'arancione acceso della grande zucca trasportata da Cenerentola, che troneggia al centro della scena.

Oltre a queste, questo volume comprende anche la storia in versi di "Pelle d'asino", di cui si era quasi smarrita la memoria a causa di una traduzione in prosa circolata nel Settecento alla quale si sono ispirate altre versioni, scordandosi quella originale. Per questo motivo la fiaba di "Pelle d'asino" che troveremo invece in questa raccolta, tradotta in versi come quella originale, è qualcosa che ci suonerà completamente nuovo (io stessa, pur conoscendo la storia non l'avevo mai sentita narrare in versi). 
A proposito della traduzione di questa fiaba, è interessante andare a leggere i commenti della traduttrice Maria Vidale riportanti in fondo all'edizione. Quest'ultima spiega, infatti, che, per mantenere la sonorità e la rima della versione originale, ha riadattato la lunghezza dei versi. Come lei stessa chiarisce: "Dopo aver letto ad alta voce il testo di Perrault, mi ero ripromessa, sempre per essere fedele alla scuola del rispetto, di attenermi alla prosodia del testo originale, consistente in una quasi regolare alternanza di settenari, ottonari e alessandrini. E invece, già al secondo verso,  che seguiva il classico "C'era una volta un re", subito mi si è presentato, naturalmente, l'endecasillabo: "Il più grande mai visto sulla terra". Dopodiché non c'è stato più niente da fare: per quanto tentassi di sottrarmi, l'endecasillabo tornava inesorabilmente…". Così la traduttrice ha deciso di abbandonare la prosodia del testo di partenza per passare a quella che appartiene alla tradizione della lingua d'arrivo.
La Vidale, poi, come lei stessa continua a spiegare, sempre nella fiaba di "Pelle d'asino" ha modificato e aggiunto piccoli elementi. Ad esempio, quando Perrault descrive la principessa chiusa nel suo stanzino a rimirarsi con i suoi abiti sontuosi compiacendosi della propria bellezza, la Vidale spiega: "Il mio sguardo ha indugiato un po' più a lungo e ha aggiunto un dettaglio che l'occhio di Perrault non aveva colto: "Una fanciulla bella come il sole / si guardava allo specchio e sorrideva". Lei stesa si è chiesta se fosse giusto aggiungere quel particolare, tuttavia non se ne pente, in quanto, come dichiara, preferisce che Pelle d'asino sia fissata così, nella sua innocente vanità.
Dopo "Pelle d'asino", in questa seconda pubblicazione, come ho detto all'inizio, è presente anche un'altra fiaba: quella de "I desideri strampalati", composta (sempre in versi) nel 1693 e mai inserita ne "I racconti di Mamma l'Oca". Rispetto a tutte le altre fiabe, questa è quella che tradisce maggiormente l'origine popolare dei racconti di Perrault. D'altra parte, l'intento dichiarato dell'autore era quello di "contaminare" la cultura e la letteratura del tempo col recupero di credenze pagane e dei motivi superstiziosi e magici del folklore, e fu proprio così nel 1697 Perrault trasformò alcune storie della tradizione orale in racconti letterari.

Sopra: L'illustrazione, tratta dalla fiaba di "Pelle d'asino", ritrae la principessa mentre indossa la pelle dell'asino per fuggire dal proprio palazzo per non sposare il padre.

Sicuramente è un bene che questa edizione esista, perché, mentre alcune fiabe di Perrault sono molto famose (come ad esempio Cenerentola), altre sue versioni sono alquanto sconosciute e introvabili: la fiaba di "Cappuccetto rosso" nella quale alla fine la protagonista non si salva, ma viene mangiata dal lupo (punita per la sua imprudenza); oppure quella de "La bella addormentata nel bosco", dove il principe ha dei figli con la principessa prima di presentarla ai genitori, e in cui, inoltre, la madre del principe è un'orchessa (la quale vuole mangiarsi la nuora e i nipoti); oppure storie rare da sentire e da trovare in giro, come quelle de "Le fate"o di "Rocchetto dal ciuffo" (come pure quelle di "Pelle d'asino" e de "I desideri strampalati") .
Le fiabe che compongono la raccolta presentano anche delle morali scritte sempre da Perrault, in rima, alla fine di ciascuna. Molte di queste morali, anche se scritte nel Seicento, sono ancora oggi alquanto attuali, o comunque in larga parte condivisibili, come quella di Cappuccetto Rosso che recita:

"Questa favola avverte le bambine,
specie se son graziose ed innocenti,
di non prestar ascolto alle moine
dei lupi travestiti da passanti.
Si sa che i lupi non sono tutti uguali
e che fra tutti i più pericolosi
sono quelli che a forza di regali,
di promesse e di discorsi zuccherosi
convincono le prede con le buone
a lasciarsi mangiare in un boccone."

Trovo particolarmente interessante una delle due morali della fiaba di "Barbablù", infatti, se nella prima l'autore si limita a mettere in guardia le ragazze dall'essere curiose ("… Trattasi dunque di un difetto vile (la curiosità) / che costa molto più di quel che vale"), la seconda recita invece così:

"Chi ha esperienza del mondo ha già capito
che questa storia è del buon tempo andato.
Oggi non trovi più nessun marito,
per quanto iroso, scontento e poco amato,
che dalla moglie non sia più che ammansito.
che abbia le barba gialla, blu o marrone,
non si capisce più chi sia il padrone."

Un punto di vista molto interessante, specialmente se si pensa che questa morale è stata scritta da un uomo del Seicento, anche se Perrault non era certo un uomo qualunque, e il suo intento era probabilmente più quello di divertire che di educare, animando discussioni e conversazioni di corte con considerazioni anche anticonformiste.

  
Sopra: Ho qui voluto mettere a confronto due illustrazioni che rappresentano la medesima scena tratta dalla fiaba di Barbablù. Quella a sinistra, dalle tinte più delicate e fredde, è opera della Nouhen, mentre quella a destra è della Alessandra Cimatoribus (tratta dall'opera di "Barbablù" di Nicola Cinquetti di cui avevo parlato in questo post).

Come ho detto all'inizio, questa raccolta è accompagnata dalle illustrazioni di Elodie Nouhen, un'artista francese, della quale la Bianca Lazzaro, nella nota alla prima edizione, parla così: "Dopo decine di celeberrime prove d'autore su ogni singola fiaba di Perrault, un'artista sua contemporanea rinnova la sfida di illustrarle tutte insieme, restituendo loro l'originario pregio dell'integralità e soffiando tra le pagine quella ventata di aria fresca capace di sollevare, senza disperderlo, qualche nugolo di polvere del tempo che fu".
Lo stile della Nouhen è molto particolare: dal tratto fine e delicato; tinte pacate; poca tridimensionalità; un modo di disegnare gli occhi che li rende piccoli e stretti, molto distanziati tra loro; persone dalla pelle molto chiara (solitamente bianca, poi sfumata con  qualche altro colore), fronti ampie e sporgenti, e con guance nere e rosse.  E' molto probabile che lo stile di quest'artista non incontrerà l'approvazione di tutti, io stessa, pur riconoscendo l'originalità e la bellezza di queste illustrazioni, non posso dire di riuscire ad apprezzarle del tutto. Le sue tavole rimangono comunque un'aggiunta importante, bella e preziosa ai testi di questo libro, ai quali sono, inoltre, molto ben integrate.

  
Sopra: Queste due illustrazioni provengono dalla medesima fiaba ("Le fate"), ed è interessante notare come nella prima l'illustratrice abbia scelto una (praticamente totale) predominanza del rosso (colore caldo), mentre nella seconda è l'azzurro (colore freddo) a dominare la scena, ad eccezione del vaso che la ragazza tiene in braccio, che è invece rosso. In questa immagine, così come nelle altre che ho riportato, si possono vedere i tratti particolari che caratterizzano i personaggi disegnati da questa artista: le fronti ampie e sporgenti, gli occhi piccoli e sottili, la pelle diafana e le guance dipinte di rosso e nero.

  
Sopra: A sinistra vediamo il principe de "La bella addormentata nel bosco" mentre attraversa il bosco, i cui alberi sembrano dotati di occhi, per giungere al castello della principessa. Nell'immagine a destra sono invece ritratti i due protagonisti della fiaba di "Ricchetto dal ciuffo", di cui il ragazzo (Ricchetto) è brutto ma molto intelligente, mentre la ragazza (una principessa) è molto bella ma anche molto stupida. E' interessante notare come l'artista abbia disegnato la chioma di quest'ultima come una specie di gabbia semi vuota (con tanto di uccellino dentro) per rappresentare visivamente la mancanza di doti intellettuali della ragazza. Infatti, in un'altra scena, dopo che quest'ultima sarà diventata intelligente per merito di Ricchetto, la sua chioma sarà dipinta del tutto colorata (con tanto di uccello che vola via).

Questa edizione, che raccoglie praticamente tutte le fiabe originali di Perrault, è un prodotto di pregio, curato e ben fatto, a cui si è prestata molta attenzione alla traduzione (che sappia, come recita il testo della nota introduttiva, "restituire brio, sagacia e smalto al novellare di Mamma l'Oca e di papà Perrault"), alla scelta delle illustrazioni che accompagnano i testi, e alle fiabe stesse in essa contenute. Fiabe scritte pensando non solo ai piccoli, ma anche ai lettori che popolavano i salotti e la corte di Parigi  del Seicento, colleghi con cui Perrault aveva ingaggiato la polemica letteraria nota come "Querelle degli Antichi e dei Moderni", e in cui egli si schierò a favore dei secondi, con la convinzione che per realizzare la Modernità bisognasse conferire dignità letteraria ai temi e ai motivi del folklore popolare. 

Questa edizione è stata pubblicata in francese nel 2015 dalla Editions Grund, mentre la prima edizione, dal titolo "Les contes de Perrault" risale al 2010. La prima edizione è stata edita in italiano dalla Donzelli Editore nel 2011 e nel 2016 è stata pubblicata quella nuova. La raccolta ha una copertina rigida dotata anche di una sovracopertina; misura 21, 2 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza, ha 206 pagine (mentre quella precedente ne aveva 195) e costa 25 euro. 

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