lunedì 22 agosto 2016

Tendres dragons di Sylvie Chausse e Philippe-Henri Turin

Prima di realizzare "Carlo alla scuola per draghi"(in originale "Charles à l'ecole des dragons" edito nel 2010) l'artista Philippe-Henri Turin aveva già lavorato a un libro sui draghi: "Tendres Dragons" (del 2007), i cui testi sono opera di Sylvie Chausse.

Sopra: La copertina rigida di "Tendres dragons" (Teneri draghi) ha un formato rettangolare.

Quest'opera può essere considerata una sorta di enciclopedia sui draghi, infatti nelle 176 pagine che la compongono si parla e si descrivono: le varie razze di draghi (provenienti da tutto il mondo), nonché i loro rappresentanti più famosi, con tanto di racconti e leggende ad essi correlati; i rituali di corteggiamento e i modi in cui queste bestie si riproducono; le loro abitudini e comportamenti distintivi; la loro anatomia, nonché come utilizzare le varie parti del loro corpo per creare pozioni e manufatti; i luoghi in cui vivono; la loro educazione; e i loro più famosi uccisori (cavalieri, eroi o santi) .
Le informazioni contenute in questo libro derivano tutte da miti, leggende e racconti provenienti da tutto il mondo, vi troviamo, ad esempio: il mito del drago marino Cetus, sconfitto dall'eroe Perseo a cavallo di Pegaso; il sogno profetico fatto da Re Artù di un drago bianco e uno rosso che combattono tra loro; il drago babilonese a tre teste Dahak; il mito di Fafnir (proveniente dalla mitologia scandinava) poi ripreso nell'opera "L'anello dei Nibelunghi" di Richard Wagner; la leggenda della morte di un drago per mano di San Giorgio; il mito dell'Idra di Lerna (un drago a nove teste) sconfitta da Ercole; il mito del Naga, un drago serpentino presente nella cultura indiana; Jormungand, un'enorme serpente marino della mitologia norrena, figlio di Loki, e nemico di Thor; il mito del drago a cento teste Ladone, che sorveglia  i pomi d'oro delle Esperidi; la leggenda del Leviatano e quella del drago di Lochness; il mito cinese di Nu Kua, la donna metà drago che creò gli uomini; il racconto di Smaug, il drago de "Lo Hobbit"; il mito della dea-drago babilonese dell'acqua salata Tiamat; quello della gigantesca vipera Niddhog, che morde le radici dell'Yggdrasil, l'albero che con i suoi rami sorregge nove mondi (tra cui quello degli umani); la leggenda di Yofune-Nushi, il drago giapponese che venne sconfitto, sott'acqua, da una giovane ragazza armata di pugnale di nome Tokoyo.

  

Sopra: Queste immagini raffigurano tutte la battaglia di Perseo contro il drago marino Cetus per liberare  Andromeda, offerta in sacrificio alla bestia. L'illustrazione creata da Turin è quella in basso al centro, mentre quella in alto a sinistra è di Edward Burne Jones (1833-1898), e quella in altro a destra (che ho trovato su Pinterest) è di un certo Himmapaan. Questa scena, tratta da un mito greco, è molto famosa ed è stata rappresentata spesso dagli artisti, tra cui molti pittori, passati e contemporanei.

  

  
Sopra: Queste immagini rappresentano San Giorgio che sconfigge il Drago. Anche questa leggenda, essendo molto conosciuta, è stata ritratta molto spesso dagli artisti, ad esempio l'immagine in alto a sinistra è opera di Hans Von Aachen (1552-1615), mentre quella in lato a destra, del 1505, è di Raffaello Sanzio; il dipinto in basso a sinistra, del 1869, e invece di Gustave Moreau, mentre quello in basso a destra è di Turin. E' interessante notare come quest'ultima rappresentazione si differenzi dalle altre per certi aspetti come: la posizione e le dimensioni del drago, o il colore del cavallo.

Quest'opera tuttavia non contiene solo miti e leggende ma, come ho detto sopra, spiega diverse cose riguardanti i draghi, come ad esempio le loro varie specie, tra cui: il Piasa, il Tarasco, l'Amphitere, i Lindworm, i draghi multiteste, i serpenti marini, i dragoni cinesi e giapponesi, i draghi indiani e indonesiani ecc…
Fornisce inoltre dettagli sull'anatomia di questi animali e come possono essere utilizzate le parti del loro corpo: ad esempio i denti piantati nel terreno danno vita a soldati invincibili; con gli artigli si possono ricavare armi invincibili o possono essere ridotti in polvere per preparare pozioni magiche; con le scagli si possono costruire scudi leggeri ma estremamente resistenti; le piume donano l'immortalità; mangiare il cuore di un drago dona un'enorme forza ecc….
Il libro spiega anche quali sono i luoghi comunemente abitati da essi, e le loro molteplici abitudini e comportamenti. Quest'ultimi, in particolare, vengono spesso descritti con un tocco di ironia, come ad esempio il fatto che i draghi utilizzano il loro respiro per scaldare l'ambiente e l'acqua mentre le principesse si fanno il bagno, almeno finché la creatura non comincia a considerare la fanciulla come un proprio tesoro, tenendo ben lontano qualsiasi cavaliere venga a chiederla in sposa. Vengono descritti anche i rituali di corteggiamento e i modi di riprodursi di un drago: attraverso la generazione spontanea, l'autofecondazione, oppure con la collaborazione sia di maschi che di femmine.
In quest'opera però non si parla solo strettamente di draghi, ma vengono citati anche alcuni loro parenti (tra cui il Drago di Comodo e le Salamandre) e altre creature fantastiche o leggendarie come il serpente del Paradiso, l'unicorno, il basilisco, i grifoni, la chimera e la storia di Grendel (uno dei mostri affrontati da Beowulf nell'omonimo poema epico sassone medievale).

I testi di questo libro sono caratterizzati da un tono spesso ironico, come ho accennato precedentemente, inoltre l'autore sembra essere sempre dalla parte dei draghi, giustificandone i comportamenti, come si può dedurre da queste parti:
"Un jour, les Illinis se battirent avec une autre tribu pour une sombre histoire de territoires de chasse (caccia). Le Piasa, sans avoir un penchant (preferenza) ni pour les uns ni pour les autres, en fut fort marri (addolorato), car (perchè) cet activités bruyantes (rumorose) lui gâchèrent (gli guastarono) toute une semaine (settimana) de sieste!."
"L'Heroic fantasy met souvent en scene des dragons en vol et crachant (sputano) le feu (…). Mais à mieux regarder, le plus grand animal de tout le temps ne joue, une fois de plus, que le rôle de faire-valoir! (tirapiedi). Apres avoir été, dans l'antiquité, puis au Moyen Age, victime de matamores (bulli), voilà le dragon de nouveau réduit (ridotto) à se cantonner (limitato, confinato) aux seconds rôles: machines de guerre pro des conflits spatiaux, montures dociles pour des héros aux muscles gonfles aux anabolisants (…)."
Oppure in questo passaggio in cui si parla dell'addestramento degli umani da parte dei draghi: "Mains, si l'on tient compre de ses faiblesses (debolezze) et de ses besoins, un human bien dressé peut render des services tout à fait remarquables tant en periode de chasse (caccia) où il est un appat (esca) sans pareil, que dans l'existence quotidienne, car sa compagnie est bien plus distrayante que celle qu'offre un brochet (luccio) ou une anguille."
Durante gran parte dell'opera la presenza dell'autore si fa sentire, in quanto, come avete potuto leggere negli esempi che vi ho riportato sopra, il narratore fa spesso dei commenti lasciando trapelare la sua opinione personale. A tale proposito trovo interessante questo passo in cui il narratore, prima di spiegare la riproduzione dei draghi, sembra rivolgersi direttamente al lettore (in particolare ai genitori) per tranquillizzarlo: "Les auteurs ne peuvent ignorer l'inquietude des parentes (genitori) devant un sujet de cetre nature! Neanmoins (tuttavia), ce qui doit surtout (essere particolarmente) rasurer (rassicurante), c'est que, chez ces animaux superieurs, la sexualité n'est pas toujours (non è sempre) necessaire à la reproduction".

Le illustrazioni di Philippe-Henri Tourin sono davvero splendide: molto colorate e ricche di particolari, inoltre ogni drago da lui disegnato è unico, infatti tutti queste creature sono estremamente differenti le une dalle altre, anche grazie alla quantità di particolari e sfumature che le caratterizza. D'altra parte l'artista ha dovuto rappresentare una serie di draghi provenienti da paesi e culture di tutto il mondo (europei, greci, cinesi, giapponesi, nordici, americani ecc…) per cui ha dovuto saper raffigurare le enormi differenze che presentano le varie specie (basti pensare alle differenze tra un dragone cinese e un drago europeo), tenendo anche conto delle caratteristiche che contraddistinguono ciascuna razza.

Sopra: Questa illustrazione mostra due draghi: quello dietro ha un aspetto più "classico", mentre quello davanti è decisamente originale ed insolito, dimostrando l'immaginazione dell'illustratore.

  

Sopra: Le immagini in alto mostrano due draghi asiatici, comunque molto diversi l'uno dall'altro, mentre in quella in basso al centro (che raffigura un sogno profetico di Artù, in cui quest'ultimo vedeva  lottare tra loro un drago rosso e una bianco) sono stati rappresentati due classici draghi europei. 

Le creature di Tourin inoltre sono tutte molto espressive, tanto da poter riconoscere facilmente nel loro volto sentimenti come: rabbia, meraviglia, sorpresa, divertimento, atteggiamenti di sfida e persino imbarazzo, amore e tenerezza. Queste illustrazioni si adattano perfettamente ai testi in quanto riescono a rendere efficacemente quell'ironia e l'espressività che le scritte lasciano trapelare.
A fine libro vi è addirittura un paragrafetto intitolato : "Les dragons ont aussi (pure, anche) des Zigomatiques" nel quale viene scritto "Pour le dragons dont l'humour décalé (eccentrico, insolito) et l'iconographie delirant de ce livree n'auraient pas fait suffisamment travailler (lavorare) les zigomatiques, on peut utiliser des moyens (modi, mezzi) qui ont fait leur preuves (dimostrati)." Trovo che questa parte dia una certa idea sull'incredibile espressività di cui sono stati dotati le creature presenti in questo libro, il che le rende anche molto divertenti oltre che molto belle e affascinanti.


Sopra: Nell'illustrazione in alto si può chiaramente vedere l'incredibile espressività (oltre a una certa ironia) che l'artista ha saputo dare alle sue creature; in quella in basso, oltre all'espressività del drago, salta subito all'occhio l'ironia e l'umorismo presenti anche nei testi.

Sebbene i disegni dell'illustratore siano alquanto originali, essi si basano e accompagnano comunque i testi i quali, nella maggioranza dei casi, riportano e parlano di miti, leggende e racconti di tutto il mondo, spesso molto conosciuti.  Questo significa che molti altri illustratori e pittori hanno rappresentato, in maniera più o meno diversa, le medesime vicende, è quindi molto interessante mettere a confronto le illustrazioni di Tourin con queste opere (un paio di esempi, che rappresentano uno l'eroe Perseo che sconfigge Cetus e l'altro San Giorgio che uccide il drago, ve li ho già mostrati verso l'inizio del post).

  

Sopra: Come ho spiegato precedentemente, molti dei miti e dei racconti che Turin ha illustrato per questo libro sono già stati rappresentati da molti altri artisti, per cui è interessante mettere al confronto varie opere che ritraggono la stessa scena. In questo caso si tratta dalla leggenda del drago Yufune-Nushi, che viene sconfino da una coraggiosa vergine di nome Tokoyo, la quale avrebbe dovuto essere un sacrificio per la bestia. L'illustrazione in alto a sinistra è stata realizzata da Kinuko Craft, di quella in alto a sinistra non sono invece riuscita a trovare l'autore, mentre quella in basso al cento è di Turin.

  

Sopra:  Queste immagini raffigurano Nu Kua, un'antica dea della mitologia cinese, dalla testa umana e il corpo di serpente, che creò gli esseri umani. Qui sopra, oltre all'illustrazione di Turin ve ne ho riportato anche altre così da poterle confrontare: quella in alto a sinistra è stata realizzata da Kinuko Craft, mentre quella in alto a destra (che risale al 2010 e che ho trovato su deviantart) da una certo/a Uuyly.

E' inoltre interessante vedere come l'illustratore ha rappresentato alcuni famosi draghi, in particolare quelli con caratteristiche piuttosto peculiari che li contraddistinto e li rendono immediatamente distinguibili e riconoscibili; ciò accade ad esempio con bestie come il drago a cento teste Ladone (famoso drago della mitologia greca) che protegge le mele d'oro del giardino delle Esperidi, oppure il Tarasco (mostro nato da una leggenda francese, subito distinguibile per il suo insolito aspetto, anche per un drago) o il Piasa (creatura leggendaria dipinta dai nativi americani su una parete di una collina, tale raffigurazione venne scoperta da un sacerdote nel 1673) .

  

Sopra: Queste immagini raffigurano alcune rappresentazioni del Tarasco, un drago con la testa di leone, sei zampe grosse e robuste, e un carapace ricoperto di punte. In basso al centro vi è quella realizzata da Turin, mentre quella in alto a sinistra è di Teresa Fasolino e quella a destra di Dan Malone (tratta dal libro "Come allevare e accudire un drago" di John Topsell).


  
Sopra: Sopra vi sono due raffigurazioni del Piasa, quella a destra è di Turin, mentre quella a sinistra riprende una pittura originale scoperta nel 1673 da un sacerdote presso il fiume Mississipi. Così come il Tarasco, anche questo drago possiede un aspetto molto particolare e caratteristico, con corna di cervo, ali da pipistrello, volto umano barbuto e zampe d'aquila.

Questo volume è un'opera che gli amanti dei draghi ameranno sicuramente in quanto contiene moltissime informazioni di vario genere su queste creature (talvolta i testi sono piuttosto corposi, tanto che mi ci è voluto un bel po' di tempo per riuscire a tradurli tutti), accompagnate dalle splendide e uniche illustrazioni di Philippe-henri Turin.
Un libro notevole, che sicuramente spicca nell'insieme di volumi dedicati a questi animali fantastici (tra cui anche la famosissima "Dragologia" di Ernest Drake, di cui ho parlato qui, e l'opera di John Topsell "Come allevare e accudire un drago" che ho recensito qui) per la sua bellezza, accuratezza e completezza, che può essere apprezzata da bambini (specialmente se un po' grandicelli) e adulti. E' un vero peccato che non esista un'edizione in italiano, in quanto i testi in francese non sempre sono facilissimi da comprendere.

"Tendres dragons" è stato pubblicato nel 2007 dalla casa editrice BELIN; l'opera ha la copertina rigida, ha 176 pagine, misura 26,7 cm d'altezza e 29,5 cm di lunghezza e costa 19,30 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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