lunedì 2 maggio 2016

La foresta di latta di Helen Ward e Wayne Anderson

"La foresta di latta" è un libro scritto da Helen Ward e illustrato da Wayne Anderson che racconta del desiderio di un uomo, del suo amore per la natura e la della forza di quest'ultima.

Sopra: Sulla copertina de: "La foresta di latta" sono stati disegnati pezzi di metallo uniti da viti e bulloni, per dare al lettore l'idea che la stessa copertina del libro sia fatta di latta. Al centro è stata posta, in una sorta di cornice, un'immagine della foresta.

L'inizio di questo libro illustrato è quello classico di molte altre fiabe: "C'era un volta...", ma, in questo caso, non ci sono re o principesse, o giovani eroi. No, in questo caso "C'era un volta un posto, vasto e spazzato dal vento, vicino a Chissadove e accanto a Chisseloricorda, pieno di tutte le cose che nessuno voleva più". Già, il posto di cui si parla è una discarica, e in mezzo a questa discarica c'è una casina in cui vive un vecchietto, il quale ogni giorno cerca di mettere ordine e di sistemare i rottami. Tuttavia, se di giorno il nostro protagonista lavora e vive in mezzo a rifiuti di metallo, di notte sogna una giungla piena di animali e di vegetazione, un luogo pieno di vita insomma. Così a un certo punto questo vecchietto decide che si sarebbe costruito lui stesso la foresta che desiderava: utilizzando gli oggetti della discarica costruì fiori, alberi, insetti ed animali fatti di rifiuti, fatti di latta. Certo, questa non era una vera foresta, quella che sognava la notte, ma era pur sempre una foresta. Finché un dì un uccello approdò in questo luogo e, qualche giorno dopo, con lui arrivò anche la sua compagna. I due fanno cadere dai propri becchi dei semi, che germogliano e, passato del tempo, a questi volatili si uniscono anche altre creature, mentre la vegetazione diventerà sempre più fitta e rigogliosa.
E così, alla fine, "C'era una volta un foresta vicino a Chissadove e accanto a Chisseloricorda, pieno di tante cose che tutti volevano".

Sopra: L'ultima immagine del libro ritrae l'anziano protagonista felice, in mezzo alla foresta che tanto desiderava e in compagni di veri animali.

Questa storia, molto poetica, parla al lettore di sogni e di speranza, uniti ad una storia che mette al centro la natura, in opposizione alle cose artificiali.
Una parte della poesia di questo racconto è data dal contesto in cui è ambientato, che un mondo piuttosto ristretto: la discarica in cui vive e lavora questo vecchietto. Al lettore non è infatti dato sapere che cosa ci sia al di fuori di questo luogo, ad eccezione del fatto che, oltre, certamente c'era della vita (animale e vegetale). In questo modo il lettore è portato a percepire questo ambiente come un posto fuori dal mondo, quasi incantato, di cui il vecchietto è l'unico essere umano, anche se la presenza di altre persone esterne si può  percepire nelle parole: "... tutte le cose che nessuno voleva più" oppure "... tante cose che tutti volevano".
C'è poi il protagonista, che è un uomo con un sogno, un desiderio che cerca di realizzare come gli è possibile: lui vorrebbe vivere in una foresta, ma tutto ciò che ha è una discarica di pezzi di latta, così, lavorando, trasforma la latta in alberi, fiori e animali. Questo è il massimo che può fare (l'anziano non può certo rendere vivo ciò che non lo è), ma a questo punto ci pensa il destino, o il caso, che fa passare di lì un uccello il quale darà inizio alla trasformazione della foresta di latta.

Sopra: In questa scena l'anziano è rappresentato mentre legge un libro la cui copertina ritrae gli animali e l'ambiente che poi il protagonista ricreerà con i rifiuti della propria discarica. Questo libro e il quadro appeso a una parete sullo sfondo, sono gli unici elementi dell'immagine colorati in modo vivace.

Si può inoltre parlare di speranza in quanto è questa l'emozione che percepiamo quando vediamo la foresta di latta, completamente grigia, trasformarsi piano piano, riempiendosi di vita e di colori.
Le illustrazioni di Wayne Anderson rendono davvero molto bene questo passaggio, facendo diventare la foresta, inizialmente grigia, una moltitudine di colori, di animali e di piante.
All'inizio del libro, infatti, il colore predominante è il grigio, in quanto quasi tutto è di questo colore, non solamente i rifiuti della discarica, ma anche il cielo, i muri della casa, i mobili e gli oggetti del protagonista. A rompere la monocromia ci sono solo pochi elementi: il vecchietto, con i colori della sua pelle e dei suoi abiti, comunque molto tenui, il marrone della terra, la presenza di fonti di luce (come il fuoco della stufa o la luce delle lampadine) e le tinte vivaci della copertina di un libro e di un quadro che raffigurano ambienti tropicali (li stessi che sogna ogni sera il protagonista). Poi, quando la foresta comincia a riempirsi di vita viene, pian piano, riempita di elementi dalle tinte allegre e vivaci (fiori, piante e animali).





Sopra: Le tavole dove si vede il graduale passaggio in cui la foresta di latta diventa una vera foresta. Nella prima tavola predominano i colori grigi e il giallo delle lampadine nei fiori, nella seconda la trasformazione è iniziata: oltre al grigio adesso possiamo vedere anche altri colori (il verde dell'erba, delle foglie e degli alberi, il rosso dei fiori, il nero, il bianco e il giallo dei Tucani). Nella terza tavola, infine, il grigio è quasi del tutto scomparso, sostituito da una moltitudine di colori (in particolare il verde chiaro), comparendo solamente in pochi elementi (qualche foglia e un albero dello sfondo). Notare inoltre la ricchezza delle illustrazioni, nelle quali possiamo vedere diverse specie di animali, di vegetazione e di insetti. E' interessante osservare anche gli elementi presenti in tutte e tre le immagini e quelli che invece cambiano o che mancano.

Certamente le incantevoli illustrazioni di Anderson contribuiscono a creare, e a mantenere, un'atmosfera fiabesca e incantata, perfetta per questa storia. I disegni sono davvero molto ricchi di dettagli, regalando al lettore delle tavole molto suggestive. Anche gli animali ritratti sono specie ben specifiche: gli uccelli che giungono per primi nella foresta di latta sono senza dubbio dei Tucani, e successivamente possiamo vedere anche altre bestie come: tigri, gechi, scimmie, rane, serpenti (forse un colubre verde), coccinelle, farfalle ecc…
Trovo interessante il fatto che, come si evince dalle illustrazioni (vedere ad esempio l'ultima che ho riportato sopra), la natura non abbia sostituito, non del tutto almeno, le costruzioni di latta, ma ci conviva insieme, in una sorta di connubio naturale e artificiale.

Questo libro illustrato è stato edito nel 2001 col titolo "The tin forest" dalla Templar Publishing ed è stato pubblicato in Italia nel 2007 dalla casa editrice Campanila. L'opera ha la copertina rigida, ha 32 pagine e misura 29,2 cm d'altezza e 25,2 cm di lunghezza. Il prezzo e di 14,50 euro.

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